mercoledì 26 febbraio 2014

YVONNE POUGET E PINO DE VITTORIO AL TATA' DI TARANTO

L’INTENSO “PELLEGRINAGGIO ALL’AMORE”
DI YVONNE POUGET E PINO DE VITTORIO



Il teatro, la danza e la canzone costituiscono il cuore pulsante del Sud, un mondo in cui la sensualità del corpo in movimento si lega a gesti e suoni ancestrali, che sentiamo “nostri” sin da quando eravamo bambini.

Yvone Pouget, straordinaria ballerina e coreografa che ha fatto del teatrodanza la sua espressione d’elezione, insieme con Pino De Vittorio, notissimo cantante e attore originario della nostra provincia, presentano a Taranto, venerdì prossimo 28 febbraio nell’Auditorium Tatà, lo spettacolo “Identità. Pellegrinaggio all’amore”, organizzato dagli Amici della Musica con il sostegno dell’Assessorato alla Cultura della Città di Monaco di Baviera, nell’ambito della 70ª Stagione Concertistica.

Nel quadro della sua lunga ricerca, acclamata e riconosciuta in tutto il mondo, su una danza butoh che connetta l’espressione corporea con l’interiorità dell’animo umano, Yvonne Pouget presenta a Taranto uno spettacolo, di cui è ideatrice, regista, coreografa, in cui assume una figura centrale l’esperienza del cantante e attore Pino De Vittorio, famoso in tutto il mondo sia come collaboratore di Roberto De Simone nei suoi spettacoli più famosi, che come raffinato interprete della musica barocca, soprattutto con l’Ensemble “I Turchini”, e della tradizione orale del Meridione italiano. Proprio dal Sud delle tarantate, dei canti di dolore e di sofferenza che da personale diviene sociale e generazionale, prende le mosse uno spettacolo coinvolgente, in cui il pubblico non è mero spettatore ma parte attiva e sensibile.

In “Identità. Pellegrinaggio all’amore”, la coreografa continua la sua esplorazione sul complesso tema degli effetti dei traumi di guerra sulle generazioni successive, indagando su come questi esiti post-traumatici si siano prodotti nelle società tradizionali del Meridione italiano. In questa prospettiva, la grande esperienza di De Vittorio - non solo come interprete, ma anche quale ricercatore e profondo conoscitore delle espressioni musicali e cantate delle tradizioni contadine pugliesi, sin dai tempi del suo primo gruppo “Pupi e Fresedde”, negli anni ’70 - è impiegata da Yvonne Pouget per comprendere a fondo l’incapacità delle popolazioni meridionali di provare dolore, di rielaborare il lutto, in un processo psico-sociale che conduce alla scissione e alla rimozione del trauma.

A coadiuvare Pouget e De Vittorio nella rappresentazione scenica di queste profonde fratture ancestrali, saranno Marcello Vitale alla chitarra battente, da tempo collaboratore di De Vittorio, e due straordinari ballerini, Mikiko Kawasaki e David Russo. Con quest’ultimo la Pouget ha presentato a Taranto, per il “Giovanni Paisiello Festival” 2012, la produzione “Corporalità”, ove i due danzatori hanno mostrato le straordinarie doti di tecnica e le grandi capacità artistiche ed espressive.

Lo spettacolo di Yvonne Pouget e Pino De Vittorio è organizzato, come tutta la 70ª Stagione Concertistica degli Amici della Musica, sotto l’egida del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Puglia e del Comune di Taranto e si svolgerà il 28 febbraio 2014 presso l’Auditorium Tatà di Taranto, con inizio alle ore 21,00 precise.


sabato 22 febbraio 2014

I GIOVANI E LA MUSICA : CONCERTI D'INVERNO

                   MATTEO MASTROMARINO ED ALESSANDRO STEFANELLI IN CONCERTO

Taranto, 21 febbraio 2014

Nei giorni scorsi, raccogliendo l'invito del caro amico Attilio Cantore, avevo pubblicato la notizia del concerto programmato a Carosino (TA) di un giovanissimo musicista tarantino Matteo Mastromarino, studente dell'Istituto Musicale Giovanni Paisiello di Taranto, istituto parificato ai Conservatori Musicali di Stato.
Ho avuto, a seguito di tale richiesta,  l'idea suggestiva di fare qualcosa in più: dedicare all'interno del Blog uno spazio dedicato ai giovani musicisti che hanno voglia di farsi conoscere.
Nasce così questo angolo a loro dedicato, che sarà realizzato da Attilio Cantore, musicista e scrittore (è l'autore del fantasioso libro "La Musica e la grotta").
Segue a questa premessa, il programma della serata ed il primo articolo su un nuovo concerto di Matteo Mastromarino, in occasione del primo evento per i "Concerti d'inverno" del Liceo Musicale Archita di Taranto nella Chiesa di S. Domenico.

Il Liceo Musicale Archita di Taranto
presenta
CONCERTI D’INVERNO

Tempio di San Domenico Maggiore
Taranto - città vecchia
ingresso libero


primo appuntamento:

giovedì 20 FEBBRAIO 2014
ore 17.30


Matteo Mastromarino  clarinetto
Alessandro Stefanelli  pianoforte


programma

Luigi Bassi - Fantasia su temi del Rigoletto di Giuseppe Verdi
Robert Schumann - Adagio e Allegro op. 70
Camille Saint Saens - Sonata op. 167
Francis Poulenc - Sonata FP 184

Un vivificante viaggio dell’anima
di Attilio Cantore

Si apre uno squarcio nell’animo e si sprofonda in un’atmosfera gocciolante di sogno… dolcezza inquieta, vibrante melanconia, nell’estatico momento di pura estasi di rovente meditazione, allorquando il sottile menisco d’una precaria, presunta serenità viene infranto, debordando risolutamente verso insondabili misteri, liberando il pensiero dalle anguste forre di un’angariante terrenità, sussumendo lo spirito che, in un turbinio appassionato, risuona di cosmica luminosità, rispondendo soavemente (quasi come un responsorio) al placido invito che, sotteso nelle molli pause enigmatiche (nel raccoglimento della sosta, dell’interruzione), esorta a fiorire, furtivamente, a rinascere, ad annunciare una profezia: salvifica profezia dell’istante vitale che, in un accorato gioco di forze pure, viene carezzevolmente ghermito dai peripatetici atomi di silenzio che, vagabondando nella soffusa penombra della rimembranza di armonici sbiaditi, preparano da sempre la vita al suono palpitante, mistico geroglifico lanciato ostinatamente all’arrembaggio di uno spazio inusabile, puro luogo di infinita prossimità al divino; suono ardente che precipita, quasi fosse residuo siderale che s’insinua nell’intimo umano, penetrando nel profondo: sotto il fondo che non è più fondo, sotto la crosta primigenia che ci appartiene, luogo archetipale ospitante l’indistinzione dell’impenetrabile.
E prorompe il suono, il dolcissimo suono del clarinetto, vessillifero d’un incandescente appello a frangere le onde dell’avvolgente gelo della vita: sboccia, in un ‘salto di ottava’, il suono vitale, e si libra, finalmente, rivelato al mondo in tutta la sua inenarrabile grandiosità.
In un connubio perfetto, armonica osmosi di intenti, il clarinetto di Matteo Mastromarino ed il pianoforte di Alessandro Stefanelli hanno tracciato, nota dopo nota, cadenza dopo cadenza, pausa dopo pausa, il tragitto di un intenso viaggio dell’anima: con apollinea limpidezza hanno plasmato un dialogo cristallino, scintillante sul mare infinito della sensibilità. E di qui il miracolo…
La vox intima di Mastromarino si è, per così dire, trasmutata in un aureo intarsio sonoro, in un caleidoscopio vivido di luci rifrangenti mille sfumature di emozioni, solcando le acque increspate da vezzosi zefiri spiranti leggiadri arabeschi ‘verdiani’ (Fantasia su temi del Rigoletto di Luigi Bassi), per poi scandagliare (a partire dal raffinato Adagio e allegro op. 70 di Robert Schumann) sempre più profondamente, e a tratti perigliosamente, gli abissi dell’anima, dirigendosi verso i flutti ancestrali della Sonata op. 167 di Camille Saint-Saens, fondi ed ebbri flutti metafisici, per poi conservarne amorevolmente la memoria e proiettarla in una luce ben più ampia nel finale del concerto. Così, come in una vaga atmosfera vespertina una striscia di luna pavidamente si adagia sulle cose per poi prenderne maggiore possesso, così la delicata ‘poesia’ di questo indimenticabile momento musicale, svoltosi nel templum di San Domenico, è andata crescendo, germogliando e dirompendo nell’animo degli spettatori, finché una lagrima, spontanea, non ha solcato le mille valli del pensiero, spezzando «l’assedio dell’attimo» (Ghiannis Ritsos) e scorrendo all’unisono con i fremiti e le dubitose inquietudini della seducente Sonata di Francis Poulenc.
Quello di Mastromarino è un suono nobile, dolce e puro (sincero ‘testo a fronte’ della personalità dell’eccellente virtuoso); pur se giovanissimo, egli già conosce a pieno il grande segreto di «una più vasta rispondenza fra l’uomo e l’universo» (Giovanna Bemporad) tramite la ricerca metodica e la mise en œuvre del suono primario, del suono archetipale, quello che ci appartiene da sempre ma che ha bisogno di essere ricercato  e ritrovato, un ‘sogno’ universale che, fermentando nell’intimo, diviene non più voce indecifrabile e straniera ma, al contrario, si fa dialogo vivificante,  vicino, che si approssima a noi e si affratella, donandoci la cosa più preziosa che si possa immaginare: la propria fulgida e genuina essenza. D’altronde, come direbbe Rainer Maria Rilke, noi «non conosciamo il contorno del sentire; soltanto ciò che da fuori lo forma». Ed ecco che  Mastromarino, demiurgo portentoso, ha dato forma a un mondo-altro, ad un ultra-mondo più vero, un puro mondo indicibile, consentendoci di non più vacillare, di non rimanere tremebondi e sgomenti dinanzi al pauroso sipario dell’indifferenza della nostra natura mortale.
La grande magia palesatasi questa sera è un dono inestimabile che ci ha condotti presso il giardino della nostra anima. Verrebbe da gridare con forza, e quasi disperatamente: “trattienilo…” (come il Verhalt ihn… della terza Eegia duinese del poeta praghese), conciosiacosaché  la ruota di Issione gira e noi siamo consapevoli che si vive, ma è sempre un addio...
Eppure, già da domani ritorneremo col pensiero, indubitatamente, al concerto di Matteo Mastromarino ed Alessandro Stefanelli, assaporandone ancora l’eleganza e la prorompente passionalità; e, come mettendo un segno sulla pagina di un libro molto amato per ricordarci di tornare a leggerla frequentemente, ci commuoveremo ancora, attendendo trepidanti di poter essere nuovamente partecipi di un sublime incanto sonoro.











martedì 11 febbraio 2014

I GIOVANI E LA MUSICA : SUONI DAL NOVECENTO

Il sociologo Fizzarotti sostiene che i giovani non ascoltano la musica ma la “abitano” perché essa offre un riparo rispetto al mondo, alla società che è e resta terra straniera.

Friedrich Nietzsche a sua volta scrisse : "SENZA LA MUSICA LA VITA SARA’ UN ERRORE".

La musica, in effetti, è una grande risorsa a ogni età. La musica è gioia. È caos. È amore. La musica è vita. La musica è divertimento. È passione. La musica è uno stile di vita. È un'ottima medicina contro le incertezze. La musica ti dà la percezione dell'infinito.


I giovani sanno non solo ascoltare ma anche farla. E’ il caso di tre valenti giovani che a Carosino (Ta) saranno in concerto domenica 16 febbraio. Probabilmente di qualcuno di questi sentiremo parlare in futuro!!!


Come sostiene Franco Rella : "L’artista moderno si trova in mezzo a forme sfuggenti, in un mondo frantumato, in un tempo che si sfarina, in cui, in una parola, sembra impossibile dare un senso alla propria esperienza, a renderla comunicabile".

E come suggestivamente afferma Attilio Cantore: "Il gesto dell’artista, l’atto di plasmare suoni, è sempre un gesto cosmogonico: questo il musicista lo sa bene. Questo è il rischio che egli sa di dover affrontare ogni volta in cui si mette sulle orme del pensiero dei compositori, ogni volta che si appresta a dar voce alla sua esigenza di andare incontro a una partitura. Quando si immerge nel flusso vitale dei suoni, il musicista opera un gesto estremo, decostruendo la realtà per poi ricostruirla, ricercando un accordo vivificante che possa far luce sulla pienezza archetipale del nostro Essere; vigilando, nel segreto del suo cuore, il fragile segreto della nostra primaria albescenza dimenticata. Ciò significa far luce sul cuore oscuro di ogni vera nascita, rifrangendo prismaticamente ogni stato d’animo; ciò significa assaltare il limite del pensiero, assumendosi la responsabilità di aprirsi a vibrazioni inesprimibili. Allora, il medium sonoro diviene un magico elemento rivelatore di una nuova dimensione: in esso si annodano e snodano declino e inizio, dimora e partenza, separazione e ricongiunzione.  
Il musicista del Novecento diviene quell’artista che, ferito dalla realtà, realtà va sempre cercando...
Egli si dirige nella sua esistenza verso il misterioso linguaggio sonoro per farvi l’esperienza di una libertà, di una ‘via difficile’ verso la libertà che è, contemporaneamente, una necessità paragonabile al tono fondamentale (di cui parla Friedrich Hölderlin), fino al quale bisogna elevarsi nello spazio disaccordato di una separazione con il passato. Il gesto estremo e cosmogonico del musicista quasi sembra traghettarci verso un mondo nuovo. Eppure, non siamo alla fine, ma siamo all’inizio di un’altra cosa… all’inizio di un’utopia della vita, di un universo presentito ma impensabile: un universo al quale non saremmo mai approdati senza una guida che ci insegnasse a trovare un rapporto intonativo con l’esistenza, ad essere un tutt’uno con ciò che vive".                                          


                                                  


Domenica 16 | febbraio | 2014
Carosino - Teatro Comunale | ore 20:30

l’associazione culturale Acta Fabula
e
l’accademia musicale Rusalka

presentano

S u o n i   d a l   N o v e c e n t o
d o p p i o   c o n c e r t o

Matteo Mastromarino - clarinetto
Michele D’Urso - marimba e vibrafono
Antonella Palmisano - pianoforte

PROGRAMMA



André Messager
Solo de Concours

Francis Poulenc
Sonata FP 184

Malcolm Arnold
Sonatina op. 29



Matteo Mastromarino


Nato a Grottaglie nel 1995. Si è avvicinato alla musica all’età di 2 anni seguendo i corsi di propedeutica musicale tenuti dal padre, il M° Paolo Mastromarino, presso il Centro per l’Educazione Musicale Pier Giorgio Frassati di Statte. All’età di sette anni ha intrapreso lo studio del Clarinetto. All’età di 16 anni, si è brillantemente diplomato presso l’Istituto di Alta Cultura Giovanni Paisiello di Taranto.  Ha partecipato sin da subito a prestigiosi Concorsi Nazionali ed Internazionali, ricevendo entusiastici apprezzamenti da insigni esponenti del panorama musicale europeo, fra i quali il M° De Peyer (ex primo clarinetto della London Symphony Orchestra). Partecipa al VI festival Il mondo del clarinetto di Assisi, esibendosi all’interno dell’Italian clarinet Choir, insieme ai più grandi clarinettisti italiani. Nel 2012 vince il primo premio assoluto al 1° Concorso Musicale per Giovani Interpreti, indetto dall’Accademia Musicale Pescarese.

L.G.








lunedì 10 febbraio 2014

ELEKTRA AL PETRUZZELLI: UNA GRAN BELLA SORPRESA

GRANDIOSO SUCCESSO PER L’ELEKTRA FIRMATA DA GIANNI AMELIO



Bari – Scelta indovinata quella della Fondazione Petruzzelli, che a 150 anni dalla nascita di Richard Strauss, ha deciso  di ricordare il grande musicista tedesco con una delle sue opere più importanti : l’Elektra,   libretto del drammaturgo  Hugo von Hofmannsthal ed ispirato all’omonima tragedia di Sofocle. Dal 1909, anno della prima rappresentazione al  teatro Koniglisches Opernhaus di Dreda (e non fu un gran successo…), l’opera non è stata mai rappresentata a Bari; ci sono voluti più di 100 anni perché venisse proposta. La scelta si è dimostrata vincente non solo per il un tutto esaurito anche in occasione della quinta replica cui abbiamo assistito, ma anche per il successo di critica: nove minuti di applausi parlano da soli. Per parlare della recita di questa sera, è doveroso soffermarsi sulla superba messinscena dell’opera  affidata ad uno dei maggiori registi italiani provenienti dal mondo del cinema: Gianni Amelio. Nel corso di questa stagione lirica , lo seguiranno altri due nomi illustri della cinematografia : Ferzan Ozpetek  con la regia di “Traviata” e Marco Bellocchio per i “Pagliacci”. L’allestimento barese di Elektra, è realizzato in coproduzione con il Teatro Lirico di Cagliari e la scenografia è lasciata all’inventiva straordinaria di Sergio Tramonti, i costumi  realizzati dalla capacità creativa di Maurizio Millenotti  e le luci affidate a Pasquale Mari. La scenografia è caratterizzata da uno spazio delimitato da pareti verticali, da un ripiano inclinato, da un bunker (che è il rifugio fisico ed intimo di Elettra) ed una scala che porta alle camere del palazzo reale; le luci, normalmente soffuse , diventano forti nei momenti topici della recita. La saga che sta alla base di questo dramma risale ad una delle più importanti opere della mitologia greca, Elektra ed ha il primitivo germe nello scellerato omicidio di Ifigenia, figlia di Clitennestra e dello stesso Agamennone, ad opera proprio del padre, Re di Micene. E’ questa la scintilla che dà origine al delittuoso meccanismo di vendette familiari che porterà Clitennestra a far assassinare Agamennone per mano di Egisto(suo amante e dopo suo marito) ed Oreste ad uccidere sua madre Clitennestra ed il suo amante . Oreste, a sua volta, sarà oggetto di persecuzione da parte delle Erinni per il parricidio. Il dramma si svolge storicamente nel periodo immediatamente successivo alla fine della guerra di Troia, nel palazzo degli Atridi di Micene.  Hugo von Hofmannstahl ha saputo disegnare in questo dramma  dei profili psicologici molto interessanti: Elettra è una donna ossessionata dal desiderio di vendetta nei confronti di sua madre Clitennestra e di marito Egisto; la sorella Crisotemide è una figura fragile e debole, che desidera solo sposarsi ed avere dei figli, Clitennestra è una donna che vive nell’angoscia e nel terrore. Di rilievo, quindi, sono le figure femminili, mentre quelle maschili hanno un ruolo secondario, lo è perfino Oreste, che sarà l’autore dell’omicidio. Il solo Agamennone, che pure non appare mai, sarà sempre presente e Richard Strauss lo fa con la musica ovvero  col richiamo frequente del leit-motiv che l’orchestra esegue scandendo il nome  “A-ga-mem-non” con le note “Re-Fa-La-Re”.  Elektra è un’opera diversa dalle altre, non ci sono arie note, ma è di un’efficacia teatrale straordinaria. E’ un’opera di rara complessità musicale per l’orchestra, impegnata duramente dai ritmi ossessivi e dall’audacità armonica della musica di R. Strauss;  lo è per i cantanti, severamente impegnati con note acute e per il regista, che deve saper coniugare il libretto di von Hofmannnsthal e l’inquietudine dei protagonisti  con i loro movimenti scenici. La musica di Strauss  è una partitura sorprendente, ricca di dissonanze,  timbri e ritmi particolarmente forti, che richiede un organico orchestrale notevole (ed infatti è stato necessario rinforzare per l’occasione l’orchestra del Petruzzelli  con altri  25 musicisti dell’ICO Tito Schipa di Lecce, ma sa essere anche melodica in alcuni momenti, come quando Elettra invoca il padre Agamennone. Il cast di cantanti, molto apprezzato, ha visto nel ruolo di Elektra, la bravissima ed applauditissima Elena Pankratova, Natasha Petrinsky in Clitennestra, Alex Penda con la sua voce scura  in Crisotemide ed il baritono wagneriano Egils Silins nel ruolo di Oreste. Alla direzione dell’Orchestra della Fondazione Petruzzelli, sempre attenta e precisa, l’inglese Jonathan Nott, che ha mostrato grande sicurezza in questo repertorio di musica straussiana.

G.L.



MERAVIGLIOSI VLADIMIR E VOVKA ASHKENAZY

DUE GRANDI INTERPRETI DEL PIANOFORTE DELIZIANO IL PUBBLICO DEL TATA’


Un concerto pianistico a quattro mani sul palco del TaTà ha richiamato pubblico e stampa da tutta la regione per un sold-out annunciato già due giorni prima del concerto. Gli Amici della Musica A. Speranza confermano la loro vocazione nel saper portare a Taranto la Musica Colta, non solo per la sua lunga tradizione (avendo ormai raggiunto con risultati lusinghieri la 70ª Stagione Concertistica),  ma anche e soprattutto per la qualità e varietà di artisti e concerti. L’altra sera, quindi, un bel concerto per uno degli appuntamenti in “prima” nazionale, più attesi della stagione  : sul palco dell’Auditorium del TaTà in esclusiva per il sud-Italia, il duo Vladimir e Vovka Ashkenazy, padre e figlio, due artisti fra le massime espressioni del pianismo mondiale. Due generazioni a confronto ed impegnati a quattro mani su due pianoforti disposti frontalmente; l’unica differenza sta nella gestione dello spartito, l’uno con quello cartaceo tradizionale (il padre), l’altro con l’Ipad (il figlio).  I due musicisti sono in tornées in Italia (prossima tappa Empoli); dopo saranno impegnati in Cina ed in Turchia. Eterogeneo il programma eseguito da Vladimir e Vovka Ashkenazy,  con musiche di  Schubert, Brahms, Vorodin e Stravinskij.  Ad aprire la serata è il “Divertissement à l’hongroise” (Divertimento all’ungherese) in sol minore a quattro mani di Franz Schubert, in cui non è facile coglierne la vera idea musicale. La musica sembra evocare la sonorità e l’idea visionaria dell’Ungheria, pur senza ricorrere ad abusati stilemi di tipo zigano. Dopo Schubert è il momento delle “Variazioni su un tema di Haydn” op. 56 bis per due pianoforti di Johannes Brahms, che ha composto altre grandi opere per pianoforte come altre variazioni su temi di Schumann, Händel  e Paganini. La seconda parte del concerto è incentrata su due grandi compositori russi e sulle suggestive atmosfere da loro evocate: Alexandr Borodin e Igor Stravinskij. Del primo viene eseguita la suite per doppio pianoforte delle trascinanti “Danze polovesiane” tratte dall’opera lirica “Il principe Igor”; nelle Polovesiane si passa dalla grazia melodica della “Danza delle ragazze” al vigore della “Danza degli uomini” e della “Danza dei ragazzi”, spesso combinate fra di loro. Il momento “forte” del concerto è rappresentato da una delle opere più importanti del Novecento musicale, la Sagra della Primavera di Igor Stravinskji, lunga suite commissionata dal famoso impresario Djagilev per i suoi “Balletti Russi” a Parigi.  In quest’opera il compositore intende ricreare un mondo primitivo, partendo dall’iniziale “Adorazione della terra” con un’atmosfera rituale che sfocia nella seconda parte con “Il sacrificio” in una danza terribilmente demoniaca. La trascrizione per due pianoforti dello stesso Stravinskij mette in luce la potenza tellurica del ritmo, inteso come elemento primordiale della musica e della vita. Alla fine calorosi e prolungati applausi per un concerto unico, che dopo un inizio alquanto naif, ha preso vigore ed accenti più ispirati e coinvolgenti. Il piacevole incastro di suoni ha messo in evidenza la perfetta armonia tra padre e figlio. Davvero bravi i due Ashkenazy.


G.L.

venerdì 7 febbraio 2014

MASSIMO BISCARDI SOVRINTENDENTE DEL PETRUZZELLI

Massimo Biscardi, pugliese è il nuovo sovrintendente del Petruzzelli di Bari


Taranto, 7/2/2014

Massimo Biscardi è il nuovo sovrintendente del Teatro Petruzzelli di Bari.  
E' stato nominato all'unanimità dal Cda della Fondazione Petruzzelli e Teatri di Bari,composto dal presidente pro-tempore, nella funzione di Sindaco, Michele Emiliano, dai consiglieri Giovanni Pellegrino e Nicola Cipriani in rappresentanza del ministero dei Beni e Attività culturali, Gioacchino De Padova per la Regione Puglia, Corrado Petrocelli per il Comune di Bari e Angela Filipponio per la Provincia di Bari. Biscardi nell'accettare l'incarico dichiarando di voler concorrere a rendere il Petruzzelli il teatro di ogni barese e di ogni pugliese ed auspicando che Regione, Comune e Provincia siano unite nella necessaria opera di stabilizzazione e valorizzazione di una delle massime espressioni della tradizione musicale italiana.
Vivissimi auguri al nuovo Sovrintendente per un lavoro sereno e proficuo.


Massimo Biscardi è nato a Monopoli, cinquantotto anni fa. Dopo aver compiuto gli studi classici, si è diplomato in pianoforte, composizione e direzione d'orchestra, perfezionandosi con il maestro Franco Ferrara.
Dall’età di diciassette anni ha tenuto concerti come pianista e, in seguito, come direttore d’orchestra, presso prestigiose istituzione musicali come l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, il Teatro Colòn di Buenos Aires, l’Arena di Verona, le Orchestre Filarmoniche di Valencia, Caracas e Buenos Aires, il Teatro Massimo di Palermo, il Teatro San Carlo e l’Orchestra Alessandro Scarlatti di Napoli.
Dedicatosi esclusivamente all’organizzazione musicale, dal 1992 al 2010 è stato, per diciotto anni consecutivi, direttore artistico del Teatro Lirico di Cagliari, teatro divenuto celebre, in questo periodo, per le sue stagioni sinfoniche e cameristiche e per la messa in scena di opere di rara rappresentazione o del tutto sconosciute in Italia come Die Feen di Wagner, Dalibor di Smetana, Cerevicki Opricnik di Ciaikovski,Die Aegyptische Helena di Richard Strauss, Goyescas di Granados, A village Romeo and Juliet di Delius,Euryanthe di Carl Maria von Weber, Alfonso und Estrella di Franz Schubert, Hans Heiling di Marschner,Oedipe di Enescu, Chérubin di Massenet, Gli Uccelli di Walter Braunfels, La leggenda della città invisibile di Kitez di Rimskij-Korsakov, Semën Kotko di Prokofiev.
Nel 2001 al Teatro Lirico di Cagliari è stato conferito il Premio Abbiati della critica musicale italiana con la seguente motivazione: "per la qualità e la determinazione artistica, nell’impegno di programmazione e divulgazione di titoli rari del repertorio operistico, suffragata dalle recenti e continuative prime esecuzioni italiane".
Queste Stagioni concertistiche sono state anche caratterizzate da eventi eccezionali come i concerti che nel 1999 diresse Carlos Kleiber con la Bayerischer Rundfunk Orchestra e nel 2009 Claudio Abbado con l’Orchestra Mozart.
Grande impegno ha profuso a favore della diffusione delle creazioni dei compositori italiani contemporanei, come Aldo Clementi, Azio Corghi, Sylvano Bussotti, Ivan Fedele, Michele Dall’Ongaro, Fabio Nieder, Alberto Colla, Carlo Boccadoro, Francesco Antonioni, Franco Oppo, che hanno scritto nuove composizioni commissionate per l’Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari.
Nel febbraio 2012 è stato nominato direttore della United Kingdom Foundation of Arts di Londra.

giovedì 6 febbraio 2014

IL PROF. PUNZI PRESIDENTE DELLA FEDERMUSICA

IL PROF: PUNZI E' IL NUOVO PRESIDENTE DI FEDERMUSICA


Nella sede romana dell'AGIS, la FEDERMUSICA ha nominato il Prof. Franco Punzi (Presidente del Festival della Valle d'Itria e della Fondazione Paolo Grassi) nuovo Presidente dell'Associazione medesima.
Il Prof. Punzi subentra ad Alessandro Bisail, che ha presieduto da gennaio 2008, anno di nascita di FederMusica.
Obiettivo della suddetta Associazione è quello di tutelare e valorizzare le diverse attività musicali nel panorama italiano.

mercoledì 5 febbraio 2014

VLADIMIR E VOVKA ASHKENAZY IN CONCERTO A TARANTO


VLADIMIR ASHKENAZY E SUO FIGLIO VOVKA:
 LA TRADIZIONE DEL GRANDE PIANISMO


Gli Amici della Musica presentano, il prossimo 8 febbraio, uno degli appuntamenti più attesi, non solo a Taranto, dell’intera 70ª Stagione Concertistica.

 














 Nel raffinato alveo della grande musica classica ecco due artisti fra le massime espressioni del pianismo mondiale: Vladimir e Vovka Ashkenazy, in “prima” nazionale ed in esclusiva per il sud-Italia presso l’Auditorium Tatà di Taranto.

Nato in Russia (Gor'kij, ora Nižni Novgorod, 1937) ma naturalizzato islandese, Vladimir Ashkenazy non ha certo bisogno di presentazioni, essendo uno dei massimi pianisti del mondo e una delle più importanti figure musicali del nostro tempo.

Esordì all’età di otto anni a Mosca e si fece conoscere in tutto il mondo quale vincitore del famoso concorso pianistico “Chopin” di Varsavia nel ‘55, di quello di Bruxelles nel ‘56 e del prestigioso Concorso “Čaikovskij” di Mosca nel 1962. Da allora, trasferitosi in Occidente, ha intrapreso una trionfante attività concertistica, unanimemente riconosciuto come uno dei maggiori talenti della sua generazione. Insieme con le opere della grande tradizione pianistica del '700 e '800 europeo, Vladimir Ashkenazy ha esplorato anche l’immensa eredità slava e russa, eseguendo in tutti i più prestigiosi teatri e sale da concerto del mondo brani pianistici di Rachmaninov, Prokof'ev, Bartók, Scriabin, Stravinskij, Musorgskij. Fondamentali le sue incisioni pianistiche per la prestigiosa etichetta discografica Decca, con le quali ha spesso conseguito premi e riconoscimenti internazionali, come il Grammy Award del 1999.

Molto intensa, ormai da qualche decennio, è la sua attività di direttore d’orchestra che ha riscosso grandi successi internazionali con l’Orchestra Sinfonica della Radio di Berlino, di cui ha assunto la direzione stabile dal 1989, poi con alcune fra le più prestigiose orchestre del mondo, quali la NHK Symphony Orchestra di Tokio, la Philarmonia Orchestra (di cui è Conductor laureate dal 2000), la European Union Youth Orchestra, la Sidney Symphony Orchestra, la Deutsches Symphonie Orchester Berlin.

Oltre che nei concerti, Vladimir Ashkenazy è impegnato in importanti e innovative attività didattiche e di diffusione della musica, anche in molti progetti affascinanti per la tv, come “Superteachers”, in cui lavora con i bambini delle scuole popolari di Londra.

Vovka Ashkenazy, nato a Mosca e figlio di due musicisti di eccezionale talento, inizia lo studio del pianoforte a Reykjavík, dove la famiglia risiedeva. Studia poi al Royal Northern College of Music e con grandi maestri del pianoforte, oltre che con suo padre Vladimir. Debutta con la London Symphony Orchestra sotto la direzione di Richard Hickox al Barbican Centre di Londra con il Concerto n. 1 per pianoforte e orchestra di  Čaikovskij e inizia una carriera internazionale strepitosa, che lo ha portato nelle migliori sale da concerto dei quattro continenti. È regolarmente ospite delle più prestigiose orchestre del mondo, come la Los Angeles Philarmonic, l’Orchestra Sinfonica di Berlino, la Australian Chamber Orchestra.

Svolge anche attività concertistica da camera, sia con il fratello Dimitri, clarinettista, che con il famoso pianista greco Vassilis Tsabropoulos, oltre che con il padre, con il quale ha realizzato per la Decca importanti incisioni di musiche di Bela Bartók, Robert Schumann, Fryderyk Chopin e Sergej Rachmaninov. Oltre a numerose attività di insegnamento, ha avuto importanti riconoscimenti internazionali, come la nomina a “Honorary Artistic Advisor” presso la Guangzhou Opera House (Cina). Vive in Svizzera e svolge regolari masterclasses in Italia.

Vladimir e Vovka Ashkenazy presentano a Taranto un programma molto interessante e coinvolgente: nella prima parte dello spettacolo, il “Divertissement à l’hongroise” in sol min. D 818 op. 54 per pianoforte a quattro mani di Franz Schubert e le “Variazioni su un tema di Haydn” op. 53 bis per due pianoforti di Johannes Brahms; nella seconda parte, protagonista la grande musica russa, con alcune fra le composizioni più amate e conosciute: sarà eseguita la trascrizione per due pianoforti (dello stesso Vovka) di “Una notte sul Monte Calvo” di Modest Musorgskij, e “La sagra della primavera” di Igor Stravinskij, nella trascrizione per due pianoforti dell'autore.

 Il concerto di Vladimir e Vovka Ashkenazy è organizzato, come l'intera stagione concertistica degli Amici della Musica, sotto l’egida del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Puglia e del Comune di Taranto e si svolgerà presso il confortevole Auditorium Tatà di Taranto, con inizio alle ore 21,00 precise.



Ulteriori info sul concerto e sull’intera stagione sono disponibili sul sito www.amicidellamusicataranto.it.


 Le prevendite a Taranto si svolgono presso la sede degli Amici della Musica in via Toscana n. 24/d - tel. 099.7303972.

martedì 4 febbraio 2014

DANIELE RUSTIONI INAUGURA LA STAGIONE SINFONICA DEL PETRUZZELLI

Al via la Stagione Sinfonica 2014, sul podio il direttore musicale Daniele Rustioni

Mercoledì 5 febbraio alle 21, con il concerto “Aleksander Nevskij” sarà inaugurata la Stagione Sinfonica 2014 della Fondazione Petruzzelli.

Sul podio dell’Orchestra del Teatro Daniele Rustioni, direttore musicale della Fondazione Petruzzelli, maestro del Coro Franco Sebastiani.

In programma Shéhérazade, suite sinfonica op. 35, di Nikolaj Rimskij-Korsakov (violino Paçalin Zef Pavaci) e Aleksandr Nevskij, cantata per mezzosoprano, coro e orchestra op. 78, (solista Nadya Serdyuk).

Biglietti in vendita al botteghino del Teatro Petruzzelli e su www.bookingshow.it. Informazioni: 080.975.28.40

  Daniele Rustioni, direttore
A poco più di 30 anni è una consolidata realtà nel panorama internazionale. È stato definito dal The Times un “talento in ascesa destinato a grandi cose”. Nel febbraio 2013 è stato nominato Direttore musicale del Teatro Petruzzelli e ha ricevuto il “Best Newcomer of the Year” agli International Opera Award a Londra nell’Aprile successivo.

Diplomato al Conservatorio “G. Verdi” di Milano, sua città natale, Daniele Rustioni ha studiato con Gilberto Serembe. Si è perfezionato all’Accademia Musicale Chigiana con Gianluigi Gelmetti mentre Gianandrea Noseda e Tony Pappano sono stati i suoi principali mentori.
Nel 2010 ha debuttato al Teatro alla Scala, dove è tornato con Bohème e per la nuova produzione di  Un ballo in maschera per la regia di Damiano Michieletto nel luglio 2013, nell’ambito delle celebrazioni per il bicentenario verdiano. Dirige nei maggiori teatri e festival italiani, dalla Fenice di Venezia al Teatro Regio di Torino – teatro presso il quale ha fatto il suo debutto operistico – dal Maggio Musicale Fiorentino al Rossini Opera Festival.
Nel 2011 ha diretto Aida alla Royal Opera House, Covent Garden di Londra, dove tornerà nell’inverno 2014 con L’elisir d’amore. In Inghilterra ha diretto anche all’Opera North e alla Welsh National Opera, dove ha diretto una nuova produzione di Così fan tutte nel 2011 e dove è tornato per due nuove produzioni di Anna Bolena e Roberto Devereux nell’autunno 2013. Sempre nel 2014 debutterà all’Opera Nazionale Bavarese di Monaco di Baviera e all’Opéra National de Lyon con una nuova produzione di Simon Boccanegra.
Nel 2011 ha debuttato al Festival di Glimmerglass negli Stati, dove è tornato per Norma alla Washington National Opera nella primavera 2013.
Intensa l’attività sinfonica: dal 2011 è Direttore Ospite Principale dell’Orchestra della Toscana, che nel maggio 2013 ha presentato al KKL di Lucerna. Dirige in Italia l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano, la Sinfonica Nazionale della RAI e l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. In Europa ha diretto l’Orchestra della Svizzera Italiana, la Filarmonica di Helsinki, la BBC Philharmonic e ha recentemente debuttato con la London Philharmonic. Tra i prossimi impegni quelli con l’Orchestra Filarmonica di Montecarlo e con la Bournemouth Symphony Orchestra.
Ha registrato per Sony Classical l’album di Arie del basso Erwin Schrott con l’Orchestra Sinfonica della Radio Austriaca.

Nadya Serdyuk, mezzosoprano
Vincitrice dei concorsi internazionali per giovani cantanti lirici di Elena Obraztzova (1999) e di N. Rimsy-Korsakov (1998) e del concorso per cantanti lirici di M. Glinka (1995).

Ha studiato al Conservatorio Tschaikovky di Mosca e si è laureata nel ’97, entrando subito a far parte, in qualità di solista, del teatro «La Nuova Opera». Dal 2007 è solista del Teatro Mariinsky.
Ha interpretato: Adalgisa in Norma, Orfeo in Orfeo ed Euridice, Leonora ne La favorita, Dorabella in Così fan tutte, Cherubino ne Le nozze di Figaro, Idamante in Idomeneo, Lola in Cavalleria rusticana, Guliette ne Les Contes d’Hoffmann, Frugola ne Il tabarro, Rosina ne Il barbiere di Siviglia, The Composer in Ariadne auf Naxos, Preziosilla ne La forza del destino, Amneris in Aida, Brangena in Tristan and Isolde, Waltraute e Flosshilde nel Ring, The Hostes of the Inn in Boris Godunov, Helen Bezukhova in War and Peace, Clara in Betrothal in Monastery e numerosi altri ruoli significativi e principali nei capolavori della lirica internazionale.
Ha cantato in Les Noces di Stravinsky, è stata Olga in Eugene Onegin di Tchaikovsky, Pauline in The Queen of Spades di Tchaikovsky, Iohanna in The Maiden of Orlean di Tchaikovsky.
È stata ospite al Covent Garden di Londra, al Théâtre du Châtelet di Parigi, alla Scala di Milano, al Kennedy Center di Washington, a Tokio, Madrid ed in altre città nel corso di importanti tournée internazionali.
Ha preso parte alla produzione dell’opera di Prokofiev L’amore delle tre melarance ad Aix-en-Provence (2004), a Lussemburgo(2005) e a Madrid (2006). Collabora con molti direttori tra cui Gergiev, Noseda, Kolobov, Bashmet, Sondezkis, Salonen, Thilson Tomas e Rilling.

Paçalin Zef Pavaci, violino
“Sono impressionato dalla sua bravura come violinista e come concertmaster…
la sua dedizione alla musica è straordinaria, come lo sono i suoi talenti musicali… Anima la musica e i suoi colleghi… Ho fatto affidamento sulla sua leadership e sulla sua grande esperienza….” ha scritto di lui il Maestro Lorin Maazel.
Paçalin Pavaci è uno dei concertmaster più importanti della sua generazione.

Laureatosi a pieni voti all’Accademia Superiore di Musica di Tirana, ha vinto il Concorso per il ruolo di Primo Violino dell’Orchestra della Radio Televisione di Tirana ed ha insegnato Violino e Musica da Camera all’Accademia Superiore di Musica della capitale albanese.
Si è perfezionato con Brainin, Monch, Lysy, Marwood, Larsen; ha seguito i corsi di perfezionamento per primo violino di spalla di Matacena e Borok.
Ha suonato con prestigiosi direttori quali: Maazel, Prêtre, Plasson, Ashkenazy, Bartoletti,  Pesko, Nanut, Shambadal, Barshai, Reck e Oren.
Ha collaborato con musicisti del calibro di Maisky, Andrè, Pogorelich, Gerard, Hartmann, Formisano, Oliva e Bronzi.
Particolarmente attento alla musica contemporanea, ha spesso eseguito composizioni scritte per lui: tra queste i lavori di Wyner (Premio Pulitzer 2006), Paz, Gibran, Marzocchi e Tosi.
Ha tenuto masterclasses all’Accademia Musicale di Vicenza, alla Scuola di Alto Perfezionamento Musicale di Saluzzo (CN), all’Accademia Musicale Umbra e alla National Academy di Hamilton in Canada. Per oltre dieci anni è stato docente ospite di violino alla Showa University di Tokyo; in Giappone ha svolto anche un’intensa attività concertistica, esibendosi a Tokyo (New National Theatre, Bunka Kaikan, Suntory Hall), Yokohama, Kyoto e Osaka.
Ha suonato nelle più importanti sale di Germania, Svizzera, Austria, Francia, Belgio, Spagna, Stati Uniti, Turchia e Cina.
Dal 2012 è invitato personalmente da L. Maazel come concertmaster e mentore della Castleton Festival Orchestra in Virginia (Stati Uniti). Dall’autunno del 2013 è guest concertmaster della Philharmonia Orchestra di Londra.
Dal 1993 vive in Italia. Attualmente è primo violino solista dell’Orchestra del Teatro Petruzzelli di Bari.


ANTICIPAZIONI SUL 40° FESTIVAL DELLA VALLE D'ITRIA

Il 40° Festival di Martina Franca
                                                             firmato da Alberto Triola

 "Belcanto" , "Barocco" e "Scuola pugliese-napoletana" sono questi gli elementi chiave che caratterizzano il Festival della Valle d'Itria. Sono ormai quarantanni che questa manifestazione, fortemente voluta da Paolo Grassi, porta la cittadina pugliese alla ribalta internazionale la cultura musicale dimenticata o poco diffusa sui palchi italiani. Dal 18 luglio al 3 agosto il pubblico (sempre più numeroso e sempre più internazionale), potrà assistere alle opere ed ai concerti che si svolgeranno nel Palazzo Ducale o nella Basilica di S. Martino o negli atri delle stupende chiese martinesi. Si comincia, dunque il 18 luglio all'interno del Palazzo Ducale con l'opera di Alferdo Casella "La donna serpente" con repliche il 20 ed il 26 dello stesso mese. Sempre nell'atrio dello stesso Palazzo Ducale il 19 il Premio Celletti mentre il 27 ed il 30 ci sarà l'opera "Armida" di Tommaso Traetta ed il 2 agosto ci sarà "La Festa del Festival" per festeggiare i 40 anni di spettacoli del Festival. Da seguire, inoltre, nel Chiostro di S. Domenico nei giorni 25, 28 luglio ed 1 agosto il divertimento drammatico su libretto di Bartolomeo Ortensio Mauro "La lotta d'Ercole con Acheloo" ed il concerto per lo spirito nella Basilica di S. Martino il 23 luglio. Ma ci sarà anche il 21 luglio per i più piccoli sul palco della Chiesa Santa Famiglia "L'Arca di Noè" di Benjamin Britten, il ciclo dei concerti della sezione "Novecento ed oltre" ed il ciclo di "Concerti Fuori Orario" in chiese e chiostri. 


40° FESTIVAL DELLA VALLE D’ITRIA
18 luglio – 3 agosto 2014

PROGRAMMA

Alfredo Casella
LA DONNA SERPENTE

Opera fiaba in un prologo, tre atti e sette quadri di Cesare Vico Ludovici, da Carlo Gozzi

Palazzo Ducale, 18, 20 e 26 luglio 2014

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Tommaso Traetta
ARMIDA

Festa teatrale per musica

Libretto di Giannambrogio Migliavacca

Prima esecuzione in tempi moderni - revisione a cura di Luisa Cosi

Palazzo Ducale, 27 e 30 luglio 2014

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PROGETTO ACCADEMIA DEL BELCANTO

Agostino Steffani
LA LOTTA D’ERCOLE CON ACHELOO

Divertimento drammatico

Libretto di Bartolomeo Ortensio Mauro

Chiostro di San Domenico, 25, 28 luglio e 1 agosto 2014

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PREMIO “RODOLFO CELLETTI 2013”

Palazzo Ducale, sabato 19 luglio 2014

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SERATA STRAORDINARIA PER LA 40ª EDIZIONE DEL FESTIVAL DELLA VALLE D’ITRIA
LA FESTA DEL FESTIVAL

Fantasmagoria

Palazzo Ducale, sabato 2 agosto 2014


Sede da definire, domenica 3 agosto 2014