martedì 29 aprile 2014

SI CONCLUDE LA STAGIONE DEGLI AMICI DELLA MUSICA CON IL DUO SEGRE-ZANINI

GRAN FINALE DI STAGIONE
DEGLI AMICI DELLA MUSICA:
STRAORDINARIO CONCERTO DEI VIRTUOSI
EMANUELE SEGRE E MAURIZIO ZANINI



Chiude in bellezza la 70ª Stagione Concertistica degli Amici della Musica, caratterizzata da un cartellone di eccezionale portata che la stampa ha definito come il migliore di sempre.
Dopo aver ammirato tanti artisti straordinari, che hanno collocato Taranto fra le migliori città del Meridione in termini di qualità dell’offerta musicale della stagione, gli Amici della Musica desiderano salutare il proprio pubblico con un concerto di altissimo livello espressivo, presentato da una coppia di musicisti dalla notorietà internazionale, grandi virtuosi del loro strumento.
Si tratta del chitarrista Emanuele Segre e del pianista (nonché direttore d’orchestra) Maurizio Zanini, i quali presentano a Taranto il prossimo 30 aprile, presso l’accogliente Auditorium Tatà, uno dei più interessanti concerti classico-contemporanei della stagione, in un bellissimo confronto fra la tradizione tedesca del Sette-Ottocento e quella italiana del Novecento.

Il virtuosismo di Emanuele Segre lo ha reso famoso in tutti i continenti. Molto attivo negli Stati Uniti, ove fu definito, all’esordio, “un musicista che costituisce una promessa immensa” (The Washington Post), ha suonato da solista, tra gli altri, con Yuri Bashmet e i Solisti di Mosca, con la English Chamber Orchestra diretta da Salvatore Accardo, con la Rotterdam Philarmonic Orchestra, la Süddeutsche Kammerorchester, l’Orchestra del Teatro alla Scala. Ha vinto numerosi concorsi internazionali, tra i quali l’East & West Artists Prize di New York (1987). Ha pubblicato per varie case discografiche, fra le quali Delos, Claves, Amadeus.

Maurizio Zanini si è aggiudicato il Primo Premio al Concorso Pianistico Internazionale “Dino Ciani” (1986) e l’Oscar Internazionale della Critica “Maschera d’Argento” per la musica classica. Ha tenuto concerti in Europa, negli Emirati Arabi Uniti e al Lincoln Center di New York, lavorando con direttori come Myung-Whun Chung, Delman, Gatti, Gavazzeni, Viotti. Nella sua attività direttoriale ha collaborato con solisti come Linda Campanella, Bruno Canino, Robert Cohen, Alain Meunier, Daniil Trifonov. Svolge intensa attività di direttore di opere liriche, in Italia e all’estero.

Il programma del concerto prevede, nella prima parte, due notevoli composizioni di Ludwig van Beethoven, in trascrizione perché originariamente approntati per mandolino e pianoforte (l’Adagio WoO 43/2  e l’Andante con variazioni  WoO 44/2) e per violoncello e pianoforte (l’incantevole Tema e variazioni op. 66). 
Si prosegue con il Trio Sonata n. 1 BWV 525 di Johann Sebastian Bach, originariamente creata per organo solo, del quale ammireremo, in particolare, la maestria contrappuntistica profusa dal Maestro di Eisenach, qui nell’inedito connubio chitarra-pianoforte.
Nella seconda parte dello spettacolo, lo spazio virtuale della musica è occupato prevalentemente dall’Italia, incominciando da uno dei compositori italiani più importanti del Novecento e fra i più famosi del mondo, Mario Castelnuovo-Tedesco, anche grazie ad alcune colonne sonore per il cinema hollywoodiano, del quale ascolteremo l’affascinante Fantasia  op. 145.
 Il finale del concerto è dedicato a Luca Mosca, molto attivo anche in campo operistico, del quale sarà presentato Dieci Piccoli Scherzi (dedicato proprio al duo Segre-Zanini), e chiude col cameo del messicano Manuel Maria Ponce (scomparso nel 1948), con la sua entusiasmante e intensa Sonata.

Il concerto di Segre e Zanini si svolgerà il prossimo 30 aprile 2014, con inizio alle ore 21,00, presso l’Auditorium Tatà di Taranto, ed è organizzato, come l’intera Stagione Concertistica, sotto l’egida del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Puglia, della Provincia di Taranto e del Comune di Taranto.


Per informazioni rivolgersi alla sede degli Amici della Musica in via Toscana n. 24/d - tel. 099.7303972.

lunedì 28 aprile 2014

PETRUZZELLI: GISELLE, BALLETTO INTRAMONTABILE E SENZA TEMPO

SECONDO CAST AL PETRUZZELLI PER "GISELLE"

Bari- Apoteosi del balletto romantico, "Giselle" rimane il più rappresentato di sempre. Storia tra le più struggenti del repertorio narra la vicenda di una contadinella che impazzisce e muore dopo aver scoperto che il suo innamorato, il duca Albrecht, la inganna nascondendole che in realtà è già fidanzato. Giselle risorge nel mondo ultraterreno delle Villi, giovani morte prima delle nozze. Questa triste storia svela, anche, la forte diversità sociale che porta con sé altra profonda tristezza. Questo balletto è  il banco di prova più importante per un’etoile del balletto e già dalla sua prima rappresentazione del 1841, ha avuto un’ italiana come protagonista, essendo toccato per la prima volta a Carlotta Grisi e successivamente ha riguardato altre grandi ballerine italiane come Carla Fracci (ai primi del 1980, è stata anche sul palco del Petruzzelli con Rudolf Nureyev) , dopo Alessandra Ferri e più recentemente la premiere danseuse siciliana Eleonora Abbagnato. In questi giorni, a Bari, è invece la compagnia di danza del “National Academic Bolshoi Opera and Academic and Ballet Theatre of the Republic of  Belarus” a portare in scena  balletto romantico in due atti, dal libretto di Théophile Gautier e Jules-Henri Vernoy de Saint-Georges, con le coreografie di Jean Coralli e Jules Perrot, riprese da
Marius Petipa e musicato da Adolphe-Charles Adam. Nella replica pomeridiana della domenica, cui abbiamo assistito, ad interpretarne il ruolo di Giselle, contadina innocente, fragile e pura, è stata  Marina Vezhnovets (un paio di esitazioni nel primo atto ma leggiadra nel secondo). Molteplici in Giselle i sentimenti che si evidenziano : passionalità, drammaticità e al tempo stesso abilità tecnica, agilità e leggerezza. La ballerina russa con la sua intensa interpretazione, comunque, nel complesso è stata brava, mettendo in mostra qualità di  grazia ed eleganza. Al  suo fianco, nel ruolo del Duca Albrecht, il bravo Anton Kravchenco, Vitaly Petrovsky nel ruolo di Hilarion, Aleksandra Chizhyk nel ruolo di Myrta.  La scenografia del primo atto riproduce un villaggio che festeggia un matrimonio, ma che  termina con la morte di Giselle, mentre nel secondo si vive una soffusa incantata magia di morte con le  eteree Villi che finiscono per punire i traditori.
Bellissimi i costumi ed  apprezzabile  l'intero corpo di ballo “National Academic Bolshoi Opera and Academic and Ballet Theatre of the Republic of  Belarus” che ha accompagnato i protagonisti. Poco più di due ore di pura emozione che il pubblico apprezza sempre ed anche ieri lo ha fatto con grande partecipazione, applaudendo a scena aperta e concedendo alla fine applausi calorosi e sentiti. Molta gestualità ha accompagnato anche il balletto così da renderlo più significativo e comprensivo agli spettatori. Anche in questa replica pomeridiana il teatro è gremito e la stessa affluenza è prevista per tutte le successive repliche. Attenta e precisa l'Orchestra della Fondazione Petruzzelli, diretta dal bravo maestro Viktor Ploskina, che ha messo in evidenza, con delicatezza i vari sentimenti sottesi nell’opera. Da aggiungere, infine, che in occasione della prima di Giselle del giorno precedente, è stato letto un comunicato della compagnia di balletto che ricordava la tragedia di Chernobyl. Il testo ricordava che il 26 aprile è l'anniversario della tragedia di Chernobyl, e che per loro era un giorno di tristezza ma anche di ringraziamento  agli abitanti di Bari che per primi avevano offerto il loro aiuto, invitando i bambini bielorussi perché ricevessero le cure necessarie. A loro, l’intero cast, ha rivolto un immenso grazie per la generosità mostrata. Foto di C. Cofano
Gaetano Laudadio


lunedì 21 aprile 2014

CLAUDI ARIMANY IN CONCERTO A LECCE

Claudi Arimany in concerto
 domenica 27 aprile 2014 | ore 20:00
Chiesa di Sant’Antonio della Piazza | Lecce
Claudi ARIMANY
     Andrea MOGAVERO
  Elia MASTROVITO
                                                        Valerio DE GIORGI


Musica, il verbo che era al principio.
(Giorgio Vigolo, Spettro solare)

  Nel 2000, alla morte di Jean-Pierre Rampal, caposcuola di un nuovo flautismo francese, molti credettero che insieme a lui scomparisse l’intera “scuola francese”; oggi le cose appaiono decisamente sotto una luce differente. Rampal, infatti, avendo avuto tante generazioni di studenti, ha tramandato le proprie esperienze ed il proprio messaggio, perpetuando la tradizione della scuola francese in tutta Europa. Il flautista catalano Claudi Arimany, indiscusso erede del grande Maestro di Marsiglia, ne è una testimonianza insigne: non a caso è stato considerato dallo stesso Rampal «uno dei flautisti migliori della sua generazione». Arimany, a sua volta, ha riconosciuto e grandemente apprezzato il talento musicale di un giovane flautista salentino, Andrea Mogavero (diplomatosi al Conservatorio Tito Schipa di Lecce e perfezionatosi con i maestri Bàlint, Artaud e Griminelli); è un musicista che, con grande modestia, “dice” ogni volta qualcosa di nuovo, ma a partire da un’appartenenza ad una tradizione: ad una sorta di tradizione di innovazione; nel senso  che, nell’atto performativo, egli rilancia sempre la ricerca musicale, vedendo i problemi esecutivi ed interpretativi da angolazioni ognora diverse, per giungere, infine, al massimo della purezza di suono.
Claudi Arimany e Andrea Mogavero saranno i protagonisti di un concerto che si svolgerà in Lecce domenica 27 aprile presso la Chiesa di Sant’Antonio della Piazza; saranno accompagnati, per l’occasione, dal fagottista Elia Mastrovito e dal clavicembalista Valerio De Giorgi. È un appuntamento molto importante, giacché è testimonianza del fatto che il Maestro Arimany ha voluto di cuore sposare la “causa della Puglia”, partendo proprio dalla musica, l’arte che offre all’uomo anders nach Gluckverlangen (un altro modo di desiderare la felicità). Il programma del concerto spazia dal repertorio barocco a quello classico: da Georg Philipp Telemann a Wolfgang Amadeus Mozart, da Franz Joseph Haydn e Carl Philipp Emanuel Bach ad Antonio Vivaldi.

             Andrea Mogavero


               Claudi Arimany



La preziosa ricognizione nel repertorio barocco è motivata dalla concezione maturata da Andrea Mogavero di un barocco visto non come epoca remota o, peggio ancora, morta e sepolta, ma come una gloriosa epoca che continua ancora oggi a vivere nell’architettura e soprattutto nella musica, in un’idea vichiana e nietzschiana di “eterno ritorno”: così, in un perpetuum mobile, l’aereo, il musicale e lo spirituale convivono misticamente (e non senza contrasti) con la pietra, il peccato e la morte; così era ieri e così è oggidì. I punti di contatto fra la nostra società postmoderna, lacerata da mille contraddizioni, e l’universo barocco (fatto di oscure vibrazioni ed apollinee armonie, di arabeschi dalla lucidissima incoerenza e da sapienti e studiate costruzioni polifoniche) sono infatti molteplici, molti di più di quanto ci si aspetterebbe: nel ‘600, così come oggi, la voce degli artisti nasce incommensurabilmente scissa per diventare al contempo (inequivocabilmente) profumo e grido: desiderio di annunciare ciò che è lontano e glorificazione dell’immediato, necessità di farsi vessillo di gioia e angelo della solitudine. Non a caso, Arimany e Mogavero hanno scelto come brano di Telemann un concerto che rientra nel genere della Tafelmusik o Musique da table (nome con il quale si indicava il variegato repertorio di musiche espressamente composte per essere eseguite durante i banchetti, come sottofondo oppure negli intervalli tra gli entremets), proprio per sottolineare la profonda continuità fra i gusti e le armonie del nostro passato e del nostro presente: infatti, «il piacere di ascoltare musica a tavola è antico quanto l’uomo» (Giorgio Vigolo).
Indubbiante, il concerto del 27 aprile ci condurrà lontano, verso la riscoperta delle recondite risonanze della nostra essenza: «perché la musica cosa mai sarebbe se non giungesse al di là di ogni cosa?» (Denn was wär Musik, wenn sie nicht ging weit hinüber über jedes Ding ˗ Rainer Maria Rilke).
Attilio Cantore

domenica 27 aprile 2014 | ore 20:00
Chiesa di Sant’Antonio della Piazza | Lecce
Claudi ARIMANY
     Andrea MOGAVERO
  Elia MASTROVITO
                                                        Valerio DE GIORGI



domenica 20 aprile 2014

MOZART E MAHLER IN UNO STIMOLANTE CONCERTO AL PETRUZZELLI

Prosegue la stagione sinfonica della Fondazione Petruzzelli e Teatri di Bari

Bari - Pubblico competente ed appassionato, anche se non molto numeroso  ha assistito ad un concerto di pregio che proponeva le sinfonie di due mostri della storia della musica come Mozart e Mahler. In programma due sinfonie intense e particolarmente interessanti come la Sinfonia n. 40 in sol minore K 550 di Wolfgang Amadeus Mozart e la Sinfonia n. 4 in sol maggiore per orchestra e soprano di Gustav Mahler.

Sul podio del Petruzzelli l’Orchestra del Petruzzelli diretta da un bravissimo John Axelrod e la solista la soprano Mihaela Marcu. La Sinfonia n.40 di Mozart composta nel 1788 per balli, con tema abbastanza ripetitivo e tranquillo è, forse, la più famosa del compositore salisburghese.  Eseguita dalla sola orchestra, Mozart amava definirla  "musica con la M minuscola" , ma rimane, in realtà, un autentico capolavoro, che rispetta pienamente gli schemi del '700.  Per la semplicità e cantabilità con cui si sviluppano e si susseguono le varie melodie, questa sinfonia è stata ingiustamente considerata leggera, ma successivamente è stata fortemente rivalutata per i suoi contenuti intimi e drammatici. Un secolo dopo  Mahler, a cavallo del 1900,  compose la Sinfonia n. 4, che rappresenta un’eccezione, sia per lo stile che per l’organico orchestrale meno imponente rispetto ad altre sue sinfonie e ne fa un’opera fondamentale nel suo percorso compositivo.  La quarta sinfonia chiude il primo periodo del ciclo produttivo del compositore boemo, e contiene una riflessione sui temi della morte e dell’infanzia in un anelito struggente a  superare l’esistenza terrena. Il quarto movimento, che ha un carattere popolare e vagamente infantile, ha visto la partecipazione del soprano Michaela Marcu. In essa, all’orchestra si aggiunge la voce del soprano che intona un Lied “La voce celestiale”, che decanta le gioie del paradiso con l’ingenuità del fanciullo.  Tra tutti i protagonisti ha favorevolmente impressionato la direzione di John Axelrod, che pur senza bacchetta ma con un gesto estremamente preciso e chiaro, ha diretto la giovane ma attrezzatissima Orchestra della Fondazione barese;  tutti gli orchestrali hanno assecondato ogni sua minima indicazione con estrema attenzione e puntualità. Autorevole e pulita la direzione di John Axelrod che a fine concerto è stato  festeggiato dagli orchestrali che battevano gli archetti sui leggii (nel linguaggio non verbale dei musicisti significa piena approvazione...) e rumorosamente i piedi per terra. Ottima la performance dell’intera orchestra, impegnata severamente soprattutto nella seconda parte con la sinfonia di Mahelr e comunque, estremamente efficace nell’esecuzione della stupenda sinfonia di Mozart. 
Gaetano Laudadio

venerdì 18 aprile 2014

SUL PALCO DEL PETRUZZELLI IN SCENA "GISELLE"

Giselle apre il cartellone dedicato al balletto del Petruzzelli


Bari 18 aprile 2014 - 
Sarà la compagnia di danza del National Academic Bolshoi Opera and Academic and Ballet Theatre of the Republic of  Belarus” a portare in scena il balletto romantico in due atti, classico intramontabile della danza: "Giselle" dal libretto di Théophile Gautier e Jules-Henri Vernoy de Saint-Georges, coreografie di Jean Coralli e Jules Perrot, riprese da Marius Petipa, su musica di Adolphe-Charles Adam, nei giorni 26,27(due spettacoli),28 e 29 aprile p.v.

Nella produzione che andrà in scena a Bari dirigerà l’Orchestra del Teatro Petruzzelli il maestro Viktor Ploskina. A curare le scene ed i costumi Vyacheslav Okunev, il disegno luci Nadzeya Netsvetava. Direttore generale Vladimir Gridyushko, Direttore artistico del Balletto Yury Troyan.

Nel ruolo di Giselle danzeranno Lyudmila Kudriavtseva  e Marina Vezhnovets ), in quello di Albrecht  Igor Artamonov  e Anton Kravchenco , Hans (Hilarion) sarà interpretato da Anton Kravchenco  e da Vitaly Petrovsky , a dar vita al personaggio di Myrtha Maryna Vezhnovets  e Aleksandra Chizhyk.

Il balletto, ispirato ad un racconto fantastico di Heinrich Heine fu rappresentato per la prima volta al Théâtre de l’Académie Royale de Musique di Parigi il 28 giugno 1841.


In replica domenica 27 aprile alle 16.30 (turno C) ed alle 20.30 (fuori abbonamento), lunedì 28 aprile alle 20.30 (turno B), martedì 29 aprile alle 20.30 (fuori abbonamento). Biglietti in vendita al Botteghino del Teatro Petruzzelli e su www.bookingshow.itSono previste riduzioni riservate alle Scuole di Danza.
Informazioni: 080.975.28.10 – www.fondazionepetruzzelli.it



STORIA DEL TEATRO ACCADEMICO NAZIONALE DELL’OPERA E DEL BALLETTO DELLA REPUBBLICA DI BELARUS

Il Teatro Accademico Nazionale Bolshoi dell’Opera e del Balletto della Repubblica di Belarus è stato fondato nel 1933 come Teatro Statale dell’Opera e del Balletto di Belarus, sulle basi della Scuola di Opera e Balletto Bielorussa. Nel 1940 divenne Bolshoi e nel 1964 il teatro ricevette l’appellativo “accademico”.

La storia del teatro comincia negli anni Venti sul palcoscenico del primo Teatro Drammatico di Stato che comprendeva le compagnie di opera e di balletto, un coro ed un’orchestra sinfonica. All’epoca si rappresentavano spettacoli musicali, teatrali, brani tratti da opere e balletti e musica popolare. Le future celebrità dell’opera e del balletto bielorussi studiavano nei conservatori di Minsk, Vitebsk e Gomel ed alla Scuola Statale di Opera e Balletto aperta nel 1930 e diretta da Anton Bonachich. Questo eccezionale cantante russo si esibiva con Feodor Chaliapin al Teatro Mariinsky di San Pietroburgo.

Scuola di Opera e Balletto Bielorussa

Per tre anni un gran numero di artisti professionisti si formarono alla Scuola ed interpretarono Il gallo d’oro di Nikolai Rimsky-Korsakov (1931) e la Carmen di Georges Bizet (1932).

Il 25 maggio 1933 il Teatro Statale dell’Opera e del Balletto fu inaugurato con la rappresentazione della Carmen; il ruolo da protagonista fu affidato a Larisa Aleksandrovskaya. In questo modo fu fondato in Bielorussia un centro professionale di musica, teatro ed altre arti performative, rendendo il Paese parte di un processo culturale internazionale e permettendo ai bielorussi di familiarizzare con l’eredità culturale europea.

Dal 1933 al 1939 il teatro mise in scena alcuni dei capolavori russi ed europei dell’opera classica: Prince Igor di Alexander Borodin, Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini, Rigoletto di Giuseppe Verdi, Tosca di Giacomo Puccini, Rusalka di Alexander Dargomyzhsky.
Nel teatro c’era una scuola di danza frequentata da bambini di talento e membri di associazioni dilettantistiche provenienti da tutto il Paese. La compagnia del balletto era costituita da più di cento ballerini, tutti molto qualificati. Diversi balletti furono portati in scena: Coppélia di Léo Delibes, Il cavallino gobbo di Cesare Pugni, La fille mal gardée di Peter Hertel e Il lago dei cigni di Pyotr Tchaikovsky.

Uno dei principali compiti del Teatro dell’Opera e del Balletto di Belarus fu la creazione di un repertorio nazionale. L’edificio del teatro situato sulla collina Trinity e disegnato dal famoso architetto Iosif Langbard, fu inaugurato il 10 marzo 1939 con la prima di Mikhas Padgorny, un’opera del compositore bielorusso Eugene Tikotsky. La fontana di Bakhchisarai fu il primo balletto portato in scena sul nuovo palcoscenico, aprendo la stagione 1939/1940; la coreografia della produzione fu creata da Kasian Goleyzovsky su musiche di Boris Asafiev.

In questo periodo furono allestite tre opere nazionali: In the Dense Forests of Palesse di Anatoly Bogatyryov, la seconda versione di Mikhas Padgorny di Tikotsky e The Flower of Fortune di Aleksey Turenkov. L’allestimento del primo balletto bielorusso, The Nightingale di Mikhail Kroshner, fu un evento significativo che influenzò la cultura nazionale.
Negli anni che precedevano la Guerra, le produzioni più significative furono Madama Butterfly di Giacomo Puccini, I racconti di Hoffmann di Jacques Offenbach e Don Chisciotte di Ludwig Minkus. L’ultima première prima della Guerra fu La traviata di Giuseppe Verdi il 22 marzo 1941.

Durante la Grande Guerra Patriottica (1941-1945) la Bielorussia fu occupata dagli invasori tedeschi. Minsk fu soggetta a pesanti bombardamenti e ridotta in macerie. Molti artisti si unirono alle truppe e ai partigiani; altri crearono complessi musicali e tennero concerti per i soldati dell’Esercito Sovietico, in prima linea. Gli artisti e il personale del teatro furono evacuati a Gorky e Kovrov, città russe nella regione del Volga.

Subito dopo la liberazione della capitale, il personale ritornò a Minsk, e nel dicembre 1944 la stagione fu aperta dalla prima di Alesya, un’opera di Eugene Tikotsky (diretta da Mark Shneiderman, per la regia di Boris Pokrovsky e le scenografie di Sergey Nikolaev). Questo evento segnò la ripresa del Teatro Nazionale dell’Opera e del Balletto di Belarus. Dopo il ripristino e la ricostruzione dell’edificio danneggiato dai bombardamenti, il teatro conquistò un posto di rilievo nel panorama artistico delle nazioni dell’Urss.

Le prime di Prince Lake, un balletto di Vasily Zolotarev, e di Kastus Kalinousky, un’opera di Dmitry Lukas (1949), furono eventi importanti nella storia dell’arte teatrale nazionale. I momenti più significativi degli anni Cinquanta compresero le interpretazioni di classici dell’opera quali Ivan Susanin di Mikhail Glinka, Faust di Charles Gounod, The Demon di Anton Rubinstein, Pagliacci di Ruggero Leoncavallo, The Haunted Manor di Stanisław Moniuszko, Mazepa e Iolanta di Pyotr Tchaikovsky, Boris Godunov di Modest Mussorgsky, Sadko di Nikolai Rimsky-Korsakov. L’Aida di Verdi fu allestita nel 1953 e messa in scena fino al 2008, diretta da Lev Liubimov e per la regia di Larisa Aleksandrovskaya. Nel frattempo, le produzioni del teatro di opere e balletti di compositori sovietici e nazionali furono non meno notevoli: Quietly Flows the Don di Ivan Dzerzhinsky, Young Guard di Yuly Meitus, Marynka di Grygory Pukst, Kupala Night and Fair Dawn di Aleksey Turenkov, Nadzeya Durava di Anatoly Bogatyryov; A Story About Love and Ardent Hearts di Vasily Zolotarev, False Bride di Henry Wagner; e lo stesso si può dire delle produzioni di balletto classico, quali La Esmeralda di Cesare Pugni, Giselle e Le Corsaire di Adolphe Adam, La Bayadère di Ludwig Minkus, tutti balletti su musiche di Pyotr Tchaikovsky.

Negli anni seguenti e fino alla disgregazione dell’URSS, il teatro vantava la reputazione di rinomata compagnia creativa. Il suo alto livello artistico fu mantenuto da celebri direttori d’orchestra, tra cui Onisim Bron, Lev Liubimov, Tatiana Kolomiytseva, Yaroslav Voshchak, Vladimir Moshensky, Gennady Provatorov, Alexander Anisimov; da famosi registi, quali Oleg Moralev, Dmitry Smolich, Yury Yuzhentsev, Semyon Shtein, Vyacheslav Tiupa, Margarita Izvorska-Elizarieva; e da eccezionali scenografi, come Eugene Chemodurov, Ernst Heidebrecht, Eugene Zhdan, e Vyacheslav Okunev.

La nuova fase dello sviluppo delle tradizioni nazionali del balletto è legata alla musica di Eugene Glebov ed ai suoi acclamati tre balletti, The Dream, The Alpine Ballad e The Chosen One. Le opere bielorusse descrivono periodi differenti della storia del Paese: The Star of Venus (1970) e The New Land (1982) di Yury Semeniako; The Grey Legend (1978) di Dmitry Smolsky; Life Path (1980) di Heinrich Wagner; King Stakh’s Wild Hunt (1989) di Vladimir Soltan; Prince of Novogrudok di Andrey Bondarenko (1992); Giordano Bruno (1977), The Lady’s Visit (1995), Jubilee (2002) di Sergey Kotres; Master and Margarita (1992) di Eugene Glebov; The Diary of a Madman di Vyacheslav Kuznetsov (2005); Bluebeard and His Wives (2006) di Victor Copytsko, e altri. Capolavori del belcanto italiano, quali Nabucco, Un ballo in maschera, Aida, Otello di Giuseppe Verdi, Madama Butterfly, Tosca, La bohème e Turandot di Giacomo Puccini, oltre a opere classiche di compositori russi, costituivano una parte integrante del repertorio operistico del teatro. Anche le imponenti produzioni di Oresteia di Sergey Taneev, War and Peace di Sergey Prokofiev, Boris Godunov e Khovanshchina di Modest Mussorgsky, e Lady Macbeth of the Mtsensk District (Katerina Ismailova) di Dmitry Shostakovich giocarono un importante ruolo nella storia del teatro.

L’attività della compagnia di balletto negli anni Ottanta e Novanta è caratterizzata da un continuo arricchimento del repertorio con capolavori classici e coreografie moderne. Produzioni di Valentin Elizariev, come Carmen Suite, La creazione del mondo, Till Eulenspiegel, Spartacus, Lo schiaccianoci, Passions, L’uccello di fuoco, La sagra della primavera, possono essere definite il biglietto da visita del teatro.

La produzione di Till Eulenspiegel su musiche di Eugene Glebov (coreografo Eugene Lysik) divenne una significativa conquista artistica della compagnia di balletto. La storia e il presente si ritrovano nel Romeo and Juliet di Prokofiev. Per la prima volta sul territorio dell’ex Unione Sovietica una produzione di Carmina Burana di Carl Orff, fu portata in scena.

La prima di Passions (Rogneda) di Andrey Mdivani, che racconta una delle pagine più tragiche della storia slava dell’inizio del decimo secolo, ebbe un notevole successo di pubblico.
Nel 1996, a seguito di una riorganizzazione, il teatro fu diviso in due unità indipendenti: Teatro dell’Opera e Teatro del Balletto.

L’8 marzo il presidente della Repubblica di Belarus, Alexander Lukashenko, prese parte alla grande inaugurazione del Teatro Bolshoi in seguito al suo restauro.

Il 12 marzo 2010 Philaret, vescovo delle città di Minsk e Slutzk ed Esarca Patriarcale di tutta la Bielorussia, consacrò il Teatro Accademico Nazionale Bolshoi dell’Opera e del Balletto della Repubblica di Belarus.

Nel giugno 2009 fu portata in scena la prima dell’opera comica bielorussa Someone Else’s Wealth Does Not Serve Anyone di Ian David Goland, rinnovata da Vladimir Baidov e Viktor Skorobogatov sulla base di partiture autentiche del compositore. Importanti prime teatrali che hanno segnato l’inizio di una nuova epoca per il teatro sono Nabucco di Giuseppe Verdi (direttore musicale Vyacheslav Volich, regia di Mikhail Pandzhavidze), Tosca di Giacomo Puccini (direttore musicale Viktor Ploskina, regia di Mikhail Pandzhavidze), The Snow Maiden di Nikolai Rimsky-Korsakov (direttore musicale Viktor Ploskina, regia di Susanna Tsyriuk), Aida di Giuseppe Verdi (direttore musicale Vyacheslav Volich, regia di Mikhail Pandzhavidze), Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini (direttore musicale Gianluka Marciano, regia di Mikhail Pandzhavidze), Turandot di Giacomo Puccini (direttore musicale Viktor Ploskina, regia di Mikhail Pandzhavidze), le nuove produzioni dell’opera Kashchey the Immortal di Nikolai Rimsky-Korsakov (direttore musicale Ivan Kostyakhin, regia di Galina Galkovskaya), Prince Igor di Alexander Borodin (direttore musicale  Pavel Sorokin, regia di Yury Alexandrov), i balletti Les Sylphides su musiche di Frederic Chopin (coreografa Tatiana Ershova, direttore musicale Oleg Lesun), Tristan and Isolde su musiche di Richard Wagner (coreografo Yury Troyan, direttore musicale Nikolai Kolyadko), La Sylphide di Herman Lovenskiold (coreografo Nikita Dolgushin, direttore musicale Yury Troyan), Anyuta su muciche di Valery Gavrilin (coreografo Valdimir Vasiliev, direttore musicale Viktor Ploskina), Giselle di Adolf Adam (coreografo Nikita Dolgushin, direttore musicale Nikolai Kolyadko), Serenade su musiche di Pyotr Tchaikovsky (coreografie di George Balanchin, coreografa Nanette Glushak (Francia), direttore musicale Vyacheslav Volich), The Nutcracker, or Another Christmas story (coreografa Aleksandra Tikhomirova, direttore musicale Nikolai Kolyadko).

Nel 2009 fu aperto all’interno del teatro il Salone Musicale che fu in seguito rinominato Sala da Concerto Alexandrovskaya.
Dopo il restauro, nel teatro hanno preso forma progetti importanti, come il Minsk International Christmas Opera Forum, lo Youth Opera Forum dei paesi della Comunità degli Stati Indipendenti (CSI), il festival dell’opera e del balletto Serate al Teatro Bolshoi al Castello Radzivill, e un grande ballo di Capodanno al Teatro Bolshoi.
Nel 2012 in teatro fu creato il Piccolo Palcoscenico, un luogo di incontro dedicato ai progetti creativi dei giovani coreografi. Un evento senza precedenti nella storia del teatro segnò l’avvio del progetto Serate di Balletto Moderno, nel cui ambito ebbero luogo le prime dei balletti ad atto unico Metamorphoses su musiche di Johann Sebastian Bach (coreografa Olga Kostel) e The Waiting Hall su musiche di Oleg Khodosko (coreografi Yulia Diatko e Konstantin Kuznetsov).

Nel settembre 2013 ha avuto luogo la prima del balletto Vitovt di Vyacheslav Kuznetsov, una produzione di Yury Troyan. Il teatro coopera attivamente con gli autori bielorussi, come Oleg Khodosko, M. Morozova, Sergey Kortes. Nel settembre 2012 andò in scena la prima dell’opera The Grey Legend di Dmitry Smolsky basata sul libretto di Vladimir Korotkevich. Per questo spettacolo il teatro ottenne il Premio Speciale del Presidente della Repubblica di Belarus ai Lavoratori di Arte e Cultura.

Durante gli ultimi anni, la compagnia del teatro ha visitato più di trenta Paesi nel mondo. Dal Portogallo alla Spagna, dal Giappone alla Cina, dalla Norvegia alla Gran Bretagna, dalla Turchia alla Tailandia, la compagnia ha conquistato la stima di un pubblico internazionale.




mercoledì 16 aprile 2014

IL DUO MANARA-CANDELA AFFASCINA IL PUBBLICO DEL TATA’

 INECCEPIBILE L'INTERPRETAZIONE DEL DUO
E’ ancora viva l’eco del travolgente successo di Giovanni Allevi al teatro Orfeo, nell’ambito della 70ª Stagione Concertistica degli Amici della Musica “A. Speranza” ed ecco  un nuovo concerto di notevole livello interpretativo col duo Francesco Manara al violino e Dario Candela al pianoforte svoltosi presso l’Auditorium TaTà. Francesco Manara, primo violino al Teatro “Alla Scala” di Milano, è uno dei più brillanti violinisti a livello europeo, già  vincitore di vari premi in prestigiosi concorsi internazionali;  ha, inoltre, suonato con i più importanti direttori e con oltre cinquanta orchestre. Dario Candela (già ospite degli Amici della Musica), allievo di Aldo Ciccolini, si è diplomato presso il Conservatorio di Napoli, collabora con l’Università “Federico II” ed ha ottenuto anch’egli vari premi in concorsi pianistici, esibendosi anche da solista in varie formazioni cameristiche e gruppi di fama internazionale.
Il programma si è sviluppato su musiche di tradizioni tedesca di Mozart e Schumann  e francese di César Franck e Camille Saint- Saëns. Il concerto si è aperto con la Sonata K 454 in si bemolle maggiore per violino e pianoforte di Mozart  (scritta “in gran fretta”, come tiene a sottolineare lo stesso compositore in una sua lettera), tanto da doverla eseguire al Kärntnerthor Theater di Vienna, al cospetto dell’imperatore, all’impronta e direttamente in concerto (e con un colpo di furbizia sul leggio depose dei fogli in bianco!!!!). Un Largo introduce ai tre movimenti Allegro-Andante-Allegretto, in cui Mozart, attribuendo ai due strumenti pari dignità di ruoli, conferisce  ad entrambi pieno splendore concertante che i due artisti riescono a rendere al meglio. Alla composizione di Mozart ha fatto seguito il romantico Schumann, con la Sonata per violino e pianoforte n. 1 in la minore op. 105. Appassionato e romantico il primo movimento, seguito dal secondo più calmo e fluido e col ritorno al tema più giocoso e vivace dell’Allegretto finale, che riporta al tema iniziale in un’alternanza di toni maggiori e minori. A seguire la romantica Sonata in la maggiore per violino e pianoforte di César Franck ed ha chiuso il concerto una delle pagine più celebri di Camille Saint- Saëns, compositore francese che contribuì in modo significativo allo sviluppo del repertorio violinistico con i suoi tre concerti per violino e orchestra e altre opere più brevi per il medesimo organico; fra queste  l’Introduzione e Rondò capriccioso op. 28, eseguita all’auditorium, intrisa di ritmi tipici della musica spagnola. Un bel concerto, molto applaudito dal pubblico presente,  in cui si sono fuse le tradizioni musicali  tedesca e francese, interpretate in modo eccellente dalla sensibilità e maestria di Francesco Manara  al violino e Dario Candela al pianoforte. Le note appassionate del primo violino della Scala e del  collega pianista hanno affascinato il pubblico. Perfetta la loro intesa e gradevolissimi i bis concessi di Fritz Kreisler (Sofferenza d’amore e gioie d’amore) e di Elgar (Saluto d’amore e la capricciosa).  Foto di Carmelo La Fratta

Gaetano Laudadio

domenica 13 aprile 2014

LA QUARTA DI MAHLER PER LA SINFONICA DEL PETRUZZELLI

L'Orchestra della Fondazione Petruzzelli in un nuovo appuntamento diretta da John Axelrod


Giovedì 17 aprile p.v. alle 21.00  per la stagione sinfonica 2014 della Fondazione Petruzzelli la  “Quarta Sinfonia” di Mahler. A dirigere l’Orchestra sarà il maestro John Axelrod e solista la soprano Mihaela Marcu. In programma: la Sinfonia n. 40 in sol minore K 550 di Wolfgang Amadeus Mozart e la Sinfonia n. 4 in sol maggiore per orchestra e soprano di Gustav Mahler.
L’esecuzione in prima assoluta della composizione di Fabio Vacchi Il bordo vertiginoso delle cose, melologo per voce recitante e orchestra tratto dal romanzo di Gianrico Carofiglio (precedentemente programmata per il 17 aprile) avrà luogo nella prima parte del concerto in cartellone martedì 30 settembre alle 21.00. La seconda parte dello spettacolo del 30 settembre sarà dedicata al Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra in do minore op. 18 di Sergej Rachmaninov, solista Benedetto Lupo.
Biglietti in vendita al botteghino del Teatro Petruzzelli e su www.bookingshow.it. Informazioni: 080.975.28.40 – www.fondazionepetruzzelli.it


John Axelrod, direttore


Grazie al suo vasto repertorio, ai programmi innovativi ed allo stile carismatico, John Axelrod è considerato uno dei direttori più interessanti del panorama odierno ed è richiesto dalle orchestre di tutto il mondo.Dopo aver completato con successo la sua carica quinquennale come direttore principale della LuzernerSinfonie Orchester e direttore musicale del Teatro di Lucerna ed essere stato nominato Direttore Musicale dell’Orchestre National des Pays de la Loire (ONPL), John Axelrod è stato nominato Direttore Principale dell’Orchestra Sinfonica di Milano “G. Verdi”.
Sin dal 2000, ha diretto oltre 150 orchestre, fra cui la Rundfunk-Sinfonieorchester di Berlino, NDR Symphony di Amburgo, Gewandhaus Orchestra, Israel Philharmonic, Orchestre de Paris, Orchestre National de Lyon, Royal Philharmonic of London, London Philharmonia, Orchestre de la Suisse Romande, Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI di Torino, Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia, Orchestra del Teatro di San Carlo di Napoli, Royal Stockholm Philharmonic, Oslo Philharmonic, Swedish Radio Orchestra, National Philharmonic of Russia, ORF di Vienna, Salzburg Mozarteum, Camerata Salzburg, Warsaw Philharmonic, Washington National Symphony, Los Angeles Philharmonic, Philadelphia Orchestra, Chicago Symphony, NHK Symphony Orchestra di Tokyo.
La sua attività operistica comprende nuove produzioni del Candide di Bernstein al Théâtre du Châtelet ed alla Scala. Nelle recenti stagioni ha diretto Tristano e Isotta ad Angers/Nantes, Kehraus um St. Stephan di Krenek al Festival di Bregenz, le nuove produzioni di Kaiser von Atlantis, Rigoletto, Rake’s Progress, Don Giovanni, L’opera da tre soldi, Idomeneo, tutte per il Festival di Lucerna. Nel febbraio 2014 ha diretto Evgenij Onegin al di San Carlo di Napoli.
Incide sia il repertorio di tradizione sia quello contemporaneo con artisti quali V. Gens, R. Kolly d’Alba, M. Grubinger, P. Kopatchinskaja e D. Henschel, per etichette quali Sony Classical, Warner Classics, Ondine, Universal, Naive e Nimbus. Il prossimo progetto discografico Brahms Beloved vede l’integrale delle Sinfonie di Brahms, con l’Orchestra Sinfonica di Milano “G. Verdi”, abbinate ai Lieder di C. Schumann per la Telarc in uscita nella stagione 2013/14.
Laureato alla Harvard University nel 1988 e formatosi nella tradizione di Bernstein, ha studiato al Conservatorio di San Pietroburgo con I. Musin nel 1996 ed ha partecipato al programma dell’American Symphony Orchestra League.


Mihaela Marcu, soprano

Nata a Timisoara in Romania. Dopo il liceo musicale ha frequentato il Conservatorio della sua città, diplomandosi con il massimo dei voti e proseguendo gli studi con i corsi biennali di perfezionamento.
Ha intrapreso giovanissima le prime esperienze in palcoscenico con il coro dell’Opera di Timisoara e come solista, proseguendo la sua formazione artistica con le masterclass dei maestri Corneliu Murgu, Vladislav Piavko e Renée Corenne.
Nel 2007 ha ottenuto una borsa di studio dalla CEE Musiktheater Academy di Vienna, che le ha consentito di approfondire nella capitale austriaca e durante il triennio 2007/2009, lo studio di alcuni ruoli, tra cui quello di Fiordiligi in Così fan tutte di Mozart.
Dal 2009 è solista dell’Opera National di Timisoara. In tal veste ha affrontato i ruoli di Mimì ne La bohème, di Micaela in Carmen, di Contessa ne Le nozze di Figaro, di Hanna Glawary in Die lustige Witwe e di Rosalinde ne Il pipistrello. Con queste due ultime interpretazioni è stata in tournée in Olanda ed in Belgio. Sempre in Die lustige Witwe, è stata un’acclamata Valencienne al Teatro Cilea di Reggio Calabria ed al Teatro Vittorio Emanuele II di Messina.
Nella stagione 2010/2011 ha debuttato come Musetta ne La bohème e come Lauretta in Gianni Schicchi. Ha riscosso grande successo di pubblico e critica con il recente debutto nel ruolo di Violetta ne La traviata.
Prosegue l’attività concertistica in Romania, Italia, Belgio, Olanda, Germania e in Austria, dove si è esibita anche alla Wiener Staatsoper.
È stata riconosciuta dalla critica musicale come “Miglior voce e migliore artista” rumena del 2011, per la sezione operetta-musical. Recentemente ha debuttato come Medora ne Il Corsaro e Vitellia ne La clemenza di Tito con la direzione di Gianluigi Gelmetti a Trieste, ha cantato Musetta ne La bohème e Requiem di Mozart al Municipal di São Paulo, Giulietta ne I Capuleti e i Montecchi e Hanna Glawari ne La vedova allegra al Filarmonico di Verona.

Tra i prossimi impegni: Giulietta ne I Capuleti e i Montecchi in tournèe in Oman con la Fondazione Arena di Verona, Violetta ne La traviata a Marseille, Musetta ne La bohème a Roma, ancora Giulietta ne I Capuleti e i Montecchi e Adina ne L’elisir d’amore al Teatro La Fenice.

IL DUO MANARA-CANDELA ALL'AUDITORIUM TATA' DI TARANTO

Dopo il travolgente successo di Giovanni Allevi al Teatro Orfeo, gli Amici della Musica, sempre nell’ambito della 70ª Stagione Concertistica organizzata sotto l’egida del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Puglia, della Provincia e del Comune di Taranto, rilanciano con la musica del grande repertorio classico: il duoFrancesco Manara al violino e Dario Candela al pianoforte, con un concerto di altissimo livello interpretativo.
Il prossimo lunedì 14 aprile, con inizio alle ore 21, sul palcoscenico dell’Auditorium Tatà di Taranto, le tradizioni musicali d’area tedesca e francese si incontreranno nel segno di due eccellenti interpreti che uniscono le loro sensibilità e la maestria strumentale nel violino e nel pianoforte per narrarci dell’incontro e del confronto fruttuoso fra due mondi contigui ma differenti.
Francesco Manara, primo violino al Teatro Alla Scala di Milano, è uno dei più brillanti violinisti europei. Vincitore di vari primi e secondi premi in prestigiosi concorsi internazionali (Ginevra, Hannover, Vienna, Cremona, Mosca), ha suonato con i più importanti direttori e con oltre cinquanta orchestre. Ha intrapreso una brillante carriera solistica, che lo ha portato nelle più accreditate sale da concerto, come il Lincoln Center di New York, la Filarmonica della Scala, la Bayerische Rundfunk di Monaco di Baviera.


Dario Candela ha all’attivo varie collaborazioni con gli Amici della Musica. Allievo di Aldo Ciccolini, di cui ha curato un volume di Conversazioni per le Edizioni Curci, si è diplomato presso il Conservatorio di Napoli e collabora con l’Università “Federico II”. Ha ottenuto cinque primi premi in concorsi pianistici, suona da solista in varie formazioni cameristiche e gruppi di fama internazionale. Opera anche in Francia come musicista, compositore e musicologo. È direttore della Biblioteca sul Novecento Musicale “Mario Pirati”. Insegna musica da camera presso il Conservatorio di Cosenza. A Taranto, di Paisiello ha eseguito iConcerti per fortepiano e orchestra e le Cantate Napoletane, per il Giovanni Paisiello Festival.


Il programma del concerto prevede, di Wolfgang Amadeus Mozart, l’affascinante ed equilibratissimaSonata in si bemolle maggiore per violino e pianoforte K454 (1784), composta “in gran fretta” per essere suonata a Vienna dallo stesso Mozart insieme con la bella e giovanissima violinista Regina Strinasacchi.
Seguirà la Sonata per violino e pianoforte n. 1 in la minore op. 105 (1851) di Robert Schumann, in cui dal tema iniziale, molto lirico, si svilupperà tutta l’articolazione melodica del bellissimo brano.
Nella seconda parte dello spettacolo ascolteremo la bellissima Sonata in la maggiore per violino e pianoforte di César Franck. Questo brano, che abbiamo avuto modo di ascoltare da Francesco D’Orazio e Gianpaolo Nuti, lo scorso 10 gennaio, è una composizione entrata nel ampiamente nel repertorio internazionale, caratterizzata dall’utilizzo delle stesse meravigliose idee ritmico-melodiche che percorrono, con variazioni, tutta la Sonata.
Il concerto avrà termine con una delle pagine più celebri di Camille Saint-Saëns. Il compositore francese, famoso proprio per il risalto che diede al violino nelle sue opere, scrisse per i due strumenti l’Introduzione e Rondò Capriccioso op. 28 (1863), pensata e dedicata al grande violinista spagnolo Pablo de Sarasate. La tradizione musicale iberica è chiaramente avvertibile in questa meravigliosa composizione, in cui spiccano i virtuosismi del violino che nulla tolgono al grande valore di una partitura esotica e fiabesca.
Il concerto di Manara e Candela che, ricordiamo, si svolgerà il prossimo 14 aprile 2014, con inizio alle ore 21,00 (si raccomanda la puntualità), presso l’Auditorium Tatà di Taranto, è organizzato, come l’intera Stagione Concertistica, sotto l’egida del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Puglia e del Comune di Taranto.

                                                                              Programma

WOLFGANG AMADEUS MOZART
(Salisburgo, 1756 – Vienna, 1791)
Sonata in si bem maggiore KV 454
Largo - Allegro
Andante
Allegretto

ROBERT SCHUMANN
(Zwickau, 1810 – Bonn, 1856)
Sonata op. 105 in la minore
Mit leidenschaftlichem Ausdruck
Allegretto
Lebhaft

CÉSAR FRANCK
(Liegi, 1822 – Parigi, 1890)
Sonata in la maggiore
Allegretto ben moderato
Allegro quasi lento – Tempo I
Recitativo/fantasia
Allegretto poco mosso

CAMILLE SAINT-SAËNS
(Parigi, 1835 – Algeri, 1921)
Introduzione e Rondò capriccioso


Il costo dei biglietti è: Posto Unico: € 15,00 (ridotto € 12,00). I Bambini fino a 13 anni pagano € 5,00. I ridotti sono riservati agli under25, over65 e possessori AGISCARD.
Le prevendite a Taranto sono in corso presso la sede degli Amici della Musica in via Toscana n. 24/d – tel. 099.7303972; Basile Strumenti Musicali in via Matteotti n° 14 – tel. 099.4526853; Box Office in via Nitti n° 106/a – tel. 099.4540763.
Ulteriori info sul concerto e sull’intera stagione sono disponibili sul sitowww.amicidellamusicataranto.it.

martedì 8 aprile 2014

SOLD OUT PER IL CONCERTO DI ALLEVI A TARANTO

SOLD OUT all’Orfeo per un concerto straordinario degli Amici della Musica

GIOVANNI ALLEVI: UN GRANDE ARTISTA

Taranto - Ancora una volta, strepitoso successo di Giovanni Allevi, l’altra sera al Teatro Orfeo,  per gli Amici della Musica “Arcangelo Speranza”. Allevi, come sua consuetudine,  entra in scena di corsa ed in jeans e scarpe da tennis, in tutta la sua disarmante semplicità.  Per questo nuovo, lungo impegno artistico internazionale, Giovanni trae grande energia dall’affetto e dal calore del pubblico che egli considera un dono inestimabile. E l’accoglienza riservatagli dal pubblico è  più che mai calorosa; occupato ogni ordine di posti e con la presenza di tantissimi giovani. Come afferma l’artista stesso, la sua fragilità è anche la sua forza che dà voce alla sua profonda sensibilità di artista, che sa trarre ispirazione dalla vita di tutti i giorni, dai suoi pensieri, dalla natura, dalla sua filosofia. Affascina sempre la sua dolcissima musica, filtrata da una personalità  apparentemente fragile. Grande interprete al pianoforte, compositore di musica raffinata, direttore d’orchestra, filosofo,Allevi ha il grande merito di riempire i teatri di giovani pur esprimendo musica classica. Ed è forse proprio questa stessa fragilità, la sua semplicità che lo fa sentire vicino ai giovani che in lui vedono un emblematico interprete della loro inquietudine. Indubbiamente è merito di questo giovane e geniale compositore capace di trasferire alle nuove generazioni il repertorio classico, attraverso un abile contributo di rinnovamento contemporaneo. Giovanni Allevi è un autentico talento della musica, molto amato ma è anche molto discusso. Oserei definire l’artista marchigiano un ossimoro: di apparente fragilità (si definisce timido), ma dotato di ricchezza interiore, riesce a comunicare le sue emozioni, rendendone partecipe il pubblico, attraverso le dolci melodie dei suoi brani  che esegue, a volte, solo sfiorando con delicatezza i tasti del pianoforte, ma anche con energia e forza. Ed è anche estremamente fluido e gradevole il suo modo di condurre il suo concerto, con aneddoti, ricordi, riferimenti cultuali. Ai brani più noti come ad esempio : “Prendimi”, “L’orologio degli dei”, “Back to life”, “Jazzmatica”, “Down town”, se ne sono aggiunti altri di recente ispirazione che hanno dato il via ad un’immagine ancora più completa dell’artista. In questa fase di maggiore maturità artistica il pianista marchigiano compone  e suona musica senza doverla piegare a standard radiofonici, discografici, televisivi, senza doverla uniformare a correnti accademiche.  La sua è una musica libera dalla critica e addirittura dallo stesso consenso. Bravo, bravo, bravo!!!!


Gaetano Laudadio


Foto di Carmine La Fratta


domenica 6 aprile 2014

GIOVANNI ALLEVI PRESENTA LA SUA “MUSICA LIBERA”

Un appuntamento di grande prestigio della 70ª Stagione Concertistica degli Amici della Musica

Sono passati circa 7 anni dall’unica appassionante esibizione di Giovanni Allevi a Taranto, che ora ritorna per un nuovo concerto al Teatro Orfeo. Avevo avuto modo di riascoltarlo ancora al Petruzzelli a Bari,  apprezzando ulteriormente le sue incredibili qualità artistiche. Il suo concerto a Taranto è un avvenimento di grande risonanza per la sua straordinaria comunicativa,  per la sua musica che tanto emoziona e che  sa richiamare tanti giovani, facendoli  avvicinare anche al repertorio di musica classica.  Il Giovanni Allevi Piano Solo Tour 2014, inserito nella 70ª Stagione Concertistica degli Amici della Musica  è  l'evento artistico più importante dell'anno per la città jonica. Ho rivolto alcune domande all’illustre pianista marchigiano, chiedendogli anzitutto informazioni sulla sua vena creativa  in questo momento e chiedendogli  quale fase stia vivendo  la sua ispirazione. “Sta iniziando una fase bellissima, dove raccolgo un dono che è risultato di una vita di battaglie: la libertà di espressione. Finalmente scrivo musica senza rendere conto a nulla, senza doverla piegare a standard radiofonici, discografici, televisivi, senza doverla uniformare a correnti accademiche. Ora la mia è una musica libera dalla critica e addirittura dallo stesso consenso. A completare il quadro c'è un pubblico fantastico che ama e si rivede nella mia libertà, e che ha deciso di seguirmi nelle mie sperimentazioni.” Così ha risposto alla prima domanda, e dopo abbiamo chiesto se  il suo successivo e più recente impegno di Direttore d’Orchestra, quale ruolo abbia avuto ed ha, e se continuerà a dirigere.  “E' davvero entusiasmante per me imbarcarmi in progetti di musica sinfonica. L'orchestra mi emoziona fin nel profondo ed ascoltare una musica che non esisteva se non nella mia mente, è una delle gioie più grandi che possa mai provare. L'ultimo lavoro è stato il mio concerto per violino e orchestra, che spero di dirigere ancora, magari finalmente al fianco di un solista italiano. Ma la parentesi sinfonica continuerà, avendo scritto molta musica che per ora è chiusa nel cassetto”. Può essere, questo impegno di direzione d’orchestra,  un preludio anche ad un impegno nella lirica? “Stavo riflettendo sul fatto che sono una persona molto timida e taciturna. La più grande dote che riconosco nelle persone è l'attitudine a dire solo ciò che è necessario. Viviamo inoltre in un'epoca dove tutti parlano, alzano la voce, tutti commentano, giudicano. Forse per questo non mi sono mai avvicinato alla lirica, che rappresenta l'esaltazione della parola tramite le note. Credo che il silenzio sia l'essenza profonda della mia musica”. Dopo queste  chiare risposte, non rimane che godere del  suo concerto al Teatro Orfeo, lunedi 7 aprile alle ore 21.00.

Gaetano Laudadio