lunedì 29 settembre 2014

DANIELE RUSTIONI LASCIA LA DIREZIONE MUSICALE DELL’ORCHESTRA DEL PETRUZZELLI



Con una lettera dura ed ingenerosa Daniele Rustioni ha annunciato le sue  dimissioni da direttore musicale dell’Orchestra Petruzzelli
Bari – Con una lettera molto critica per la gestione del teatro Petruzzelli di Bari ed il presunto disinteresse della politica, inviata al Sindaco di Bari Antonio De Caro,  in quanto presidente della Fondazione Petruzzelli e al Sovrintendente, Massimo Biscardi, il direttore musicale del teatro, Daniele Rustioni, ha comunicato di voler lasciare l'incarico alla scadenza del contratto, nel gennaio 2015. Dopo aver ricordato di avere accettato due anni fa dal commissario straordinario ministeriale Carlo Fuortes, quella che definisce essere stata una sfida bellissima per fare del Petruzzelli un teatro dinamico, snello e capace di produrre senza sprecare soldi, ma con la qualità che meritano i capolavori che vengono messi  in scena, egli ha alzato il tiro con allusioni ad un certo disinteresse della politica o per lo meno di quella che ha usato il teatro per mandare messaggi trasversali. “Nessuno mi ha chiesto come la pensavo, scrive ancora,  Rustioni;  “sono stato messo di fronte al fatto compiuto. La strategia del risparmio sta per essere applicata brutalmente alla stagione 2015 con solo 5 titoli in cartellone. Si può far passare per normalità tutto ciò che è abnorme e che io mi rifiuto di accettare, perché  tutto questo non è normale”. E’ necessario risalire al  CDA della Fondazione Petruzzelli di fine luglio per inquadrare al  meglio tale situazione. Infatti,  il sovrintendente Massimo Biscardi due mesi fa rivelò che il bilancio del teatro barese non era in pareggio come affermato lo scorso anno dal suo predecessore Carlo Fuortes , tra l’altro alle prese con le dimissioni improvvise di Riccardo Muti dall’Opera di Roma  (si vocifera che potrebbe essere proprio Daniele Rustioni un candidato alla sostituzione), precisando che il bilancio del 2013 si era chiuso, in realtà, con 2 milioni di deficit. Conseguente è arrivata la decisione di sacrificare parte della stagione lirico-sinfonica in corso,  per la sopravvivenza del teatro stesso e chiudere in pareggio il bilancio del 2014; da ciò la soppressione delle due opere previste in ottobre con  “Il trittico” di Puccini sotto la direzione di Daniele Rustioni e in novembre “Lucia di Lammermoor” di Donizetti. Decisa ed immediata la replica del sovrintendente Biscardi al direttore Rustioni, puntualizzando di  non aver trovato a Bari una politica disinteressata né di aver percepito la sensazione della presenza di messaggi trasversali. Al contrario, pur nelle enormi difficoltà del momento, esiste, invece,  una straordinaria tensione in favore della crescita culturale della città e il segnale del sindaco De Caro di stanziare, non appena insediatosi, due milioni per il Petruzzelli, ne è un esempio. Biscardi ha poi difeso la scelta di un percorso duro e difficile, ma "scelto unanimemente per il bene non di noi stessi ma della Fondazione Petruzzelli". Il sovrintendente poi, ricordando che il contratto di direttore musicale scade il 31 gennaio 2015, ha precisato che le produzioni previste all'interno di un anno di attività prevedono due produzioni operistiche e tre concerti sinfonici. “Le produzioni operistiche dell’ultimo anno,  aggiunge il sovrintendente, sono la “Traviata” che hai diretto nel marzo scorso e il “Trittico” che, cancellato per i famosi tagli, ti avevo chiesto di recuperare con la direzione di Macbeth nel maggio 2015, recupero che non hai inteso accettare preferendo la direzione di un’opera al San Carlo nello stesso periodo. I programmi sinfonici del 2014 termineranno il 24 ottobre prossimo. Dunque ,conclude, le produzioni che avresti diretto nel 2015 se fossi rimasto come direttore musicale, “Les Dialogues des Carmelites “e “Macbeth” appartengono, per l’appunto, all’anno 2015 e, quindi, fuori del contratto di direttore musicale del 2014”. In ogni caso, il
sovrintendente ha annunciato nuove prestigiose collaborazioni per il teatro barese. Vorremmo aggiungere in coda a questa sgradevole scambio di vedute,  che dispiace perdere un bravo direttore d’orchestra come Rustioni, ma per fortuna, abbiamo in Italia altri bravissimi e giovanissimi direttori d’orchestra come per esempio Giacomo Sagripanti o Andrea Battistoni.


Gaetano Laudadio





venerdì 26 settembre 2014

PROSEGUE LA STAGIONE SINFONICA DEL PETRUZZELLI

Stagione Sinfonica: Dirige l’Orchestra John Axelrod
Voci recitanti Gianrico Carofiglio e Sara Bevilacqua
solista Benedetto Lupo

Martedì 30 settembre alle 21.00 al Teatro Petruzzelli è in cartellone Rach 2.
Il concerto rientra nella Stagione Sinfonica 2014. 
Dirigerà l’Orchestra del Teatro John Axelrod.




In programma la prima esecuzione assoluta de “Il bordo vertiginoso delle cose”, melologo per due voci recitanti e orchestra con musica di Fabio Vacchi, tratto dall’omonimo romanzo di Gianrico Carofiglio. 
Voci recitanti Gianrico Carofiglio e Sara Bevilacqua.


La seconda parte del programma sarà dedicata al Concerto n. 2  per pianoforte ed Orchestra in do minore op. 18 di Sergej Rachmaninov, solista Benedetto Lupo.

I biglietti sono già disponibili al Botteghino del Teatro Petruzzelli.
Informazioni: 080.975.28.10


John Axelrod, direttore
Grazie al suo vasto repertorio, ai programmi innovativi ed allo stile carismatico, John Axelrod è considerato uno dei direttori più interessanti del panorama odierno ed è richiesto dalle orchestre di tutto il mondo.
Dopo aver completato con successo la sua carica quinquennale come direttore principale della Luzerner Sinfonie Orchester e direttore musicale del Teatro di Lucerna ed essere stato nominato Direttore Musicale dell’Orchestre National des Pays de la Loire (ONPL), John Axelrod è stato nominato Direttore Principale dell’Orchestra Sinfonica di Milano “G. Verdi”.
Sin dal 2000, ha diretto oltre 150 orchestre, fra cui la Rundfunk-Sinfonieorchester di Berlino, NDR Symphony di Amburgo, Gewandhaus Orchestra, Israel Philharmonic, Orchestre de Paris, Orchestre National de Lyon, Royal Philharmonic of London, London Philharmonia, Orchestre de la Suisse Romande, Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI di Torino, Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia, Orchestra del Teatro di San Carlo di Napoli, Royal Stockholm Philharmonic, Oslo Philharmonic, Swedish Radio Orchestra, National Philharmonic of Russia, ORF di Vienna, Salzburg Mozarteum, Camerata Salzburg, Warsaw Philharmonic, Washington National Symphony, Los Angeles Philharmonic, Philadelphia Orchestra, Chicago Symphony, NHK Symphony Orchestra di Tokyo.
La sua attività operistica comprende nuove produzioni del Candide di Bernstein al Théâtre du Châtelet ed alla Scala. Nelle recenti stagioni ha diretto Tristano e Isotta ad Angers/Nantes, Kehraus um St. Stephan di Krenek al Festival di Bregenz, le nuove produzioni di Kaiser von Atlantis, Rigoletto, Rake’s Progress, Don Giovanni, L’opera da tre soldi, Idomeneo, tutte per il Festival di Lucerna. Nel febbraio 2014 ha diretto Evgenij Onegin al di San Carlo di Napoli.
Incide sia il repertorio di tradizione sia quello contemporaneo con artisti quali V. Gens, R. Kolly d’Alba, M. Grubinger, P. Kopatchinskaja e D. Henschel, per etichette quali Sony Classical, Warner Classics, Ondine, Universal, Naive e Nimbus. Il prossimo progetto discografico Brahms Beloved vede l’integrale delle Sinfonie di Brahms, con l’Orchestra Sinfonica di Milano “G. Verdi”, abbinate ai Lieder di C. Schumann per la Telarc in uscita nella stagione 2013/14.
Laureato alla Harvard University nel 1988 e formatosi nella tradizione di Bernstein, ha studiato al Conservatorio di San Pietroburgo con I. Musin nel 1996 ed ha partecipato al programma dell’American Symphony Orchestra League.

Benedetto Lupo, pianoforte
Considerato dalla critica internazionale come uno dei talenti più interessanti e completi della sua generazione, ha debuttato a tredici anni con il Concerto n.1 di Beethoven, imponendosi subito in numerosi concorsi internazionali, tra i quali il Cortot ed il Ciudad de Jaén in Europa, il Robert Casadesus, Gina Bachauer e Van Cliburn negli Stati Uniti. Nel 1992, quando la sua intensa attività concertistica lo vedeva già impegnato nelle Americhe, in Giappone ed in Europa, ha vinto a Londra il Premio “Terence Judd”.
Ospite delle più prestigiose istituzioni internazionali: Lincoln Center a New York, Salle Pleyel a Parigi, Wigmore Hall a Londra, Philharmonie a Berlino, Benedetto Lupo ha suonato con la Chicago Symphony, Philadelphia Orchestra, Boston Symphony, Los Angeles Philharmonic, Baltimore Symphony, Montreal Symphony, London Philharmonic, Gewandhaus Orchester di Lipsia, Rotterdam Philharmonic, Hallé Orchestra, Deutsches Symphonie-Orchester, Orquesta Nacional de España e, in Italia, per le istituzioni più prestigiose, come il Teatro alla Scala di Milano, l’Accademia di S. Cecilia, l’Orchestra Nazionale della RAI e l’Orchestra “Verdi” di Milano, il San Carlo di Napoli, la Fenice di Venezia, i Teatri Comunali di Bologna e di Firenze, il Carlo Felice di Genova, il Regio di Torino e il Verdi di Trieste.
Ha inciso per Teldec, Bmg, Vai, Nuova Era e, per la Arts, l’integrale delle composizioni per pianoforte e orchestra di Schumann. Nel 2005 la sua nuova incisione del Concerto Soirée di Nino Rota per Harmonia Mundi ha ottenuto ben cinque premi internazionali, tra i quali il “Diapason d’Or”.
Nato a Bari, dopo un’audizione con Nino Rota, ha iniziato gli studi con Michele Marvulli al Conservatorio Piccinni, per poi proseguire con Pierluigi Camicia, Marisa Somma, Sergio Perticaroli e Aldo Ciccolini. Ha frequentato le master classe di Carlo Zecchi, Nikita Magaloff, Jorge Bolet, Murray Perahia. Svolge anche un’importante attività cameristica e didattica: insegna al Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli, tiene master classe in importanti istituzioni, è spesso invitato nelle giurie di concorsi internazionali e, dall’anno accademico 2013/2014, è titolare della cattedra di pianoforte nell’ambito dei corsi di perfezionamento dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.

Gianrico Carofiglio, voce recitante
È nato a Bari nel 1961. È stato a lungo un pubblico ministero, specializzato in indagini sulla criminalità organizzata. Nel 2007 viene nominato consulente della commissione parlamentare antimafia e dal 2008 al 2013 è senatore della Repubblica.
Esordisce nella narrativa nel 2002 con Testimone inconsapevole (Premio del Giovedì “Marisa Rusconi”, Premio Rhegium Iulii, Premio Città di Cuneo, Premio Città di Chiavari), creando il personaggio dell’avvocato Guido Guerrieri, molto amato dai lettori e protagonista di tre successivi romanzi: Ad occhi chiusi (2003, Premio Lido di Camaiore, Premio delle Biblioteche di Roma e “Miglior noir internazionale dell’anno 2007” in Germania secondo una giuria di librai e giornalisti), Ragionevoli dubbi (2006, Premio Fregene e Premio Viadana 2007, Premio Tropea 2008) e Le perfezioni provvisorie (2010, Premio Selezione Campiello). Nel 2004 Testimone inconsapevole e Ad occhi chiusi diventano due film per la televisione con la regia di Alberto Sironi e, a partire dal 2007, i quattro romanzi sono pubblicati anche in versione audiolibro, con la voce narrante dello stesso autore.
Tra le altre opere di narrativa e saggistica: i romanzi Il passato è una terra straniera (2004, Premio Bancarella 2005) da cui nel 2008 è tratto l’omonimo film di Daniele Vicari, con Elio Germano e Michele Riondino (miglior film e miglior attore al Miami Film Festival), Né qui né altrove. Una notte a Bari (2008) e Il silenzio dell'onda (2011), finalista al Premio Strega 2012; il graphic novel Cacciatori nelle tenebre (2007, Premio Martoglio), di cui è coautore con il fratello Francesco; il dialogo Il paradosso del poliziotto (2009); la raccolta di racconti Non esiste saggezza (2010, Premio Chiara); i saggi L’arte del dubbio (2007) e La manomissione delle parole (2010), da cui è tratto uno spettacolo teatrale da lui stesso interpretato; il racconto La velocità dell’angelo nel volume Cocaina (Einaudi Stile Libero 2013, con testi di Massimo Carlotto e Giancarlo De Cataldo).
I libri di Gianrico Carofiglio, con oltre quattro milioni di copie vendute in Italia, sono tradotti in ventiquattro lingue.

Sara Bevilacqua, voce recitante
Diplomata all’Accademia d’Arte Drammatica della Calabria. Ha partecipato a numerosi stage di teatro, danza, poesia e canto, tra cui tre stage all’Accademia d’Arte Drammatica di Varsavia.
Tra i suoi lavori recenti: il pluripremiato Furie de sanghe, per la regia di Licia Lanera (Fibre parallele teatro progetto ETI Nuove creatività) in tournèe europea e che a gennaio sarà rappresentato a New York, Astri e disastri per la regia di Enzo Toma, Rondini e pinguini di E. Toma e Studio su un Barbablù di Antonio Viganò, Ulisse il narratore di Ettore Catalano produzione del Teatro Abeliano di Bari, Adriatic express 9-99 de La casa del mare della riserva Marina dello Stato di Torre Guaceto e Legàmi riadattamento dell’Antigone.
Ha curato la regia di: Italiano prigioniero sono, Torno subito e Revolution, drammaturgia di Emiliano Poddi e Invito a cena con delitto dei Meridiani Perduti, dei corti teatrali Salvatore mio! e Ferita, vincitore del Premio Sardegna in.corto 2010; del concerto spettacolo Delitti quasi perfetti, liberamente ispirato alle atmosfere di Delitti esemplari di Max Aub e dello spettacolo di teatrodanza Ritratti.

Annovera una breve partecipazione al film La terra di Sergio Rubini. Protagonista del corto Extra di Paola Crescenzo vincitore del premio Briff – PugliaUnderground. Ha fondato l’associazione artistica culturale Meridiani Perduti. Collabora con la cooperativa Thalassia nel progetto “Teatri abitati” al Teatro comunale di Mesagne e con la Riserva Marina dello Stato di Torre Guaceto. È formatrice di Accademia Verdi, progetto per la formazione del pubblico del Nuovo Teatro Verdi di Brindisi. Nel suo percorso artistico alterna l’esperienza di formatrice a quella di esperta teatrale, nell’ambito di progetti didattici ed educativi, finanziati da scuole di ogni ordine e grado ed associazioni cittadine. Da oltre due anni conduce un laboratorio di teatro handicap per Oltre l’orizzonte.

NOTTI SACRE A BARI CON CORO ED ORCHESTRA DELLA FONDAZIONE PETRUZZELLI

L’Orchestra e il Coro del Teatro Petruzzelli a Notti Sacre

 

Venerdì 26 settembre alle 21.00, nella Basilica di San Nicola, a Bari Vecchia, Michele Nitti dirigerà l’Orchestra del Teatro Petruzzelli. Maestro del coro Franco Sebastiani.

 

Il concerto fa parte del cartellone di Notti Sacre”, rassegna culturale della Diocesi di Bari-Bitonto che avrà luogo nelle Chiese di Bari Vecchia.


In programma:
Ouverture de La clemenza di Tito e Missa in honorem Sanctissimae Trinitatis in do maggiore Kv 167 di Wolfgang Amadeus Mozart e Sinfonia n.1 in re maggiore op: 25 “Classica” di Serjei Prokofiev.

 

“Dalle periferie, la Speranza” è il titolo di questa edizione della rassegna.

 

“È proprio nell’essere periferia, che si trova il germe del rinnovamento, la necessità di aprirsi al nuovo e nutrirsi di speranza”, spiega l’arcivescovo di Bari-Bitonto, Francesco Cacucci.

 

L’immagine grafica di Notti sacre 2014 è affidata ad un dipinto dell’artista barese Michele Volpicella, in cui la figura femminile non è una donna qualunque, ma la samaritana del Vangelo, ritratta in un paesaggio urbano con vicino una brocca e un violoncello. Riecheggia dunque in Notti sacre 2014 l’invito a uscire da sé stessi, per andare incontro agli altri, farsi comunità tramite la preghiera, la musica, il teatro, le arti visive, la bellezza delle chiese di Bari Vecchia.

 

Informazioni: http://www.nottisacrebari.it/





martedì 23 settembre 2014

IL PETRUZZELLI E LE OPERE PER I RAGAZZI

La Fondazione Petruzzelli riparte dai  giovanissimi

Con la rimodulazione del bilancio 2014 della Fondazione Petruzzelli resa nota a settembre,  il sovrintendente Massimo Biscardi  aveva annunciato che erano state cancellate due opere della stagione lirica in corso:” Il Trittico” (Il Tabarro, Suor Angelica e Gianni Schicchi) di Giacomo Puccini, in programma ad ottobre e “Lucia di Lammermoor” di Gaetano Donizetti, in programma a novembre. Aveva, però, aggiunto  che sarebbero state sostituite da due produzioni del progetto “Il Petruzzelli e le Opere per ragazzi” dedicate ad un pubblico di età compresa fra i dodici e i diciotto anni e fra i cinque e gli undici anni. Lo spettacolo il “Giovane Artù”, con musiche composte da Nicola Scardicchio, la regia di Marinella Anaclerio e la drammaturgia di Teresa Petruzzelli, sarà rivolto ai bambini dai 5 ai 10 anni, mentre  quelli poco più grandi potranno assistere a “Il Barbiere di Siviglia” di Gioachino Rossini, per la regia di Francesco Esposito, con scene e costumi di Tommaso Lagattolla. Sul palco si avvicenderanno alcuni promettenti artisti pugliesi.
Queste, in sintesi, le informazioni fornite dal sovrintendente Massimo Biscardi nell’incontro di presentazione delle due nuove produzioni del Teatro Petruzzelli . Come detto, esse sono pensate per un pubblico di bambini; “Il barbiere di Siviglia potrà avvalersi della rivisitazione creativa di Francesco Esposito e la direzione orchestrale di Giuseppe La Malfa, e “Il giovane Artù” musicata  da Nicola Scardicchio, avrà il  libretto di Teresa Petruzzelli e la regia di Marinella Anaclerio.  Alla conferenza stampa erano presenti con i giornalisti anche i dirigenti scolastici di numerosissime scuole di tutta la Puglia che aderiscono al progetto. Ci saranno due recite al giorno al costo di cinque euro a bambino per spettacolo. Il “Barbiere” prenderà il via il 6 ottobre con una messa in scena priva della maggior parte dei recitativi, mentre “Il giovane Artù” partirà il 15 novembre. Non è esclusa una terza opera per il secondo quadrimestre. L’intento del sovrintendente è quello di colmare il vuoto di cultura teatrale (lirico-sinfonica e balletto) , creatosi dopo l’incendio del teatro, che aveva fatto perdere il contatto al pubblico pugliese e delle regioni limitrofe, con l’opera lirica. “Per questo motivo la Fondazione Petruzzelli”, ha concluso il sovrintendente,  “è fondamentale affiancare all’attività precipua di opera lirica, balletto e musica sinfonica, un piano strategico, forte e ben organizzato, rivolto alla formazione del pubblico, iniziando, come nelle grandi civiltà mitteleuropee, dall’età prescolare”.

Gaetano Laudadio

lunedì 22 settembre 2014

SUCCESSO DELL'ORCHESTRA DELLA FONDAZIONE PETRUZZELLI ALLA BIENNALE DI VENEZIA

Grande successo per l’Orchestra del Teatro Petruzzelli, con Steve Reich
alla Biennale di Venezia/58. Festival Internazionale di Musica Contemporanea

Domenica 21 settembre, al Teatro alle Tese, il festival internazionale di musica contemporanea della Biennale di Venezia ha premiato Steve Reich con il Leone d’oro alla carriera. La cerimonia è avvenuta alla presenza di Paolo Baratta, presidente della Biennale, e di Ivan Fedele, direttore del Settore Musica.

Ad interpretare le musiche del compositore americano l’Orchestra del Teatro Petruzzelli di Bari, diretta da Jonathan Stokhammer, fra i più duttili e dinamici artisti della nuova generazione.
Numerosi gli applausi e l’entusiasmo del pubblico per la scelta dei brani in programma: City Life, poema sinfonico dedicato alla città di New York e Triple Quartet, eseguito nella versione per tre quartetti d’archi.

Nella motivazione del premio, Steve Reich è stato descritto come il rappresentante carismatico di un modo nuovo di intendere la musica, accolto con entusiasmo da un vastissimo pubblico e che tanta influenza ha esercitato sulle giovani generazioni non solo americane. Il suo linguaggio, di forte impatto emozionale, colpisce per lo sperimentalismo colto e raffinato, denso di istanze provenienti da diverse tradizioni musicali che hanno ispirato composizioni considerate, ormai, “classici” della contemporaneità.


venerdì 19 settembre 2014

CONCLUSO CON SUCCESSO UN INTERESSANTE "GIOVANNI PAISIELLO FESTIVAL"

APPREZZAMENTI PER IL FESTIVAL PAISIELLO

Taranto - Con l’esecuzione in prima mondiale in tempi moderni dell’opera buffa “La Semiramide in Villa” di Giovanni Paisiello (prima in assoluto al Teatro Capranica di Roma nel 1772), si è conclusa la XII edizione della rassegna di musica barocca Giovanni Paisiello  Festival , dedicata al compositore tarantino  con un successo di pubblico e di critica. Il Giovanni Paisiello Festival è da sempre organizzato dagli Amici della Musica “Arcangelo Speranza” e quest’anno anche in collaborazione con il Festival della Valle d’Itria e l’Accademia di Belcanto “Rodolfo Celletti”. Quattro concerti e l’opera lirica di Paisiello replicata anche ieri sera hanno delineato una rassegna in crescita, con ampi apprezzamenti di pubblico e della stampa specializzata. Il GPF è ormai una realtà culturale che sta riportando all’attenzione del pubblico opere inedite o dimenticate del compositore tarantino e come il Festival della Valle d’Itria, ha acquisito un suo qualificato pubblico di estimatori. Anche quest’anno ha  ricevuto la Medaglia del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ed è inserito nella Rete dei Festival di Musica Antica e Operistica di Puglia promossa da Puglia Sounds, il programma della Regione Puglia per l’incentivazione del sistema musica.


La “Semiramide in villa” di Paisiello è una parodia della rappresentazione tragica rappresentata dalla “Semiramide” di Metastasio (genera, infatti, alcune situazioni di comicità e ironia) e più in generale delle opere teatrali dell’epoca. L’intermezzo di Paisiello è caratterizzata da due parti distinte. Nella prima il librettista anonimo approfitta per prendere in giro gli attori,l’impresario e i cantanti delle compagnie liriche, ridicolizzando le pretese delle prime donne. Paisiello utilizza diverse tipologie di Arie settecentesche, a cominciare da quelle patetiche, sino alle arie di paragone o a quelle buffe, con brevi incisi ripetuti e effetti travolgenti di crescendo.
Il capocomico Panbianco deve allestire su due piedi un’opera seria e la scelta cade proprio sulla Semiramide, nonostante le rimostranze dei suoi cantanti, i soprani Tenerina e Placida e il
tenore Garofalo, che vorrebbero invece un’opera più leggera. I protagonisti vestiranno così i panni dell’eroina di Babilonia, diTamiri, di Scitalce e di Ircano.
Nel secondo atto si cerca di rappresentare il dramma metastasiano, ma al momento della scena dell’avvelenamento Scitalce si rifiuta di bere e il bicchiere con il tossico è offerto a Ircano. La recita si interrompe e termina il gioco metateatrale.
L'allestimento visto al MUDI di Taranto è iniziata in modo originale con i  quattro protagonisti  che hanno fatto la loro comparsa in scena, sbucando da una botola nel palco. Carolina Lippo (soprano), Irene Molinari (contralto), Fabio Perillo (tenore) e Pasquale Arcamone (baritono), tutti con esperienze già acquisite con l’Accademia di Belcanto “Rodolfo Celletti” e il Festival della Valle d’Itria, si sono fatti apprezzare dal pubblico non solo per le grandi qualità canore ma anche per le qualità attoriali, nonostante il poco spazio disponibile sul palco. La scenografia, ricca di elementi decorativi e di un enorme drappo rosso, che ricordava il periodo storico della regina di Babilonia, è stata realizzata da Marco Carella, i costumi originali da Michele Caccioppoli e le luci da Walter Mirabile. Prezioso il lavoro di revisione e ricostituzione della partitura e del libretto, ad opera di Anna Trombetta e Luca Bianchini, che avevano il non facile compito di integrare, ove necessario, dal libretto a stampa  o scrivere ex novo le battute finali mancanti nel duetto di Semiramide e Scitalce. A dirigere l’orchestra, composta per l’esecuzione di quest’opera, il Maestro Giovanni Di Stefano, che con gesto sicuro e preciso ha guidato cantanti e musicisti. Al cembalo Michele Visaggi. Interessante la regia di Stefania Panighini, già apprezzata a Taranto in occasione del GPF del 2011 per “Le finte contesse”.  Questo Festival, con la direzione artistica illuminata di Lorenzo Mattei, intende continuare a crescere ed imporsi autorevolmente in campo nazionale.

Gaetano Laudadio




Le foto sono di Carmine La Fratta







Sinossi - La compagnia di musica diretta da Monsieur Panbianco
(basso) giunge su una spiaggia del litorale romano per
mettere in scena un’opera allietando così il soggiorno dei
nobili villeggianti. Mentre Garofalo (tenore) tenta di contenere
l’esuberanza delle due primedonne Madama Tenerina
(soprano) e Madama Placida (soprano) continuamente
impegnate a litigare e a beffeggiarsi, Panbianco annuncia che
gli è stata fatta esplicita richiesta di allestire la celeberrima
opera Semiramide. La notizia è accolta con disappunto dalla
compagnia in quanto, secondo quanto previsto dal contratto,
la scrittura fa riferimento ad un’opera comica e non seria.
Panbianco riesce tuttavia a placare la protesta e a convincere i
cantanti che è opportuno andare ugualmente in scena. Placida
sarà la regina Semiramide, Tenerina la principessa Tamiri,
Garofalo il principe sciita Ircano e Panbianco impersonerà il
principe delle Indie Scitalce. Le note della sinfonia segnano
l’inizio della rappresentazione. Al levar della tela Semiramide
ha assunto le sembianze del figlio Nino e nascondendo la sua
vera identità vuole celebrare le nozze di Tamiri. La giovine
deve scegliere tra due pretendenti, ma Ircano decide di
eliminare il rivale Scitalce avvenelandolo con del vino durante
un brindisi. Il piano non riesce in quanto Scitalce riconosce
nel travestimento di Nino la sua innamorata Semiramide.
Il principe rinuncia a sposare Tamiri e inaspettatamente
restituisce il bicchiere a Ircano che gettandolo offende tutti gli
astanti. Nella confusione che ne nasce i cantanti dimenticano
la parte, si spogliano dei costumi abbandonando la scena.
All’impresario non resta che sperare nella comprensione e nel
perdono degli spettatori.

martedì 16 settembre 2014

AL TEATRO PETRUZZELLI UN GRANDE SUCCESSO PER "IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE"

 “IL CAPPELLO DI PAGLIA  DI FIRENZE” DI NINO ROTA TORNA A BARI 

BARI - “Il cappello di paglia di Firenze”, è la seconda importante opera della produzione musicale di Nino Rota e torna su un palco barese dopo la rappresentazione del 2007 al Piccinni. La più nota, probabilmente, è “Napoli milionaria”, splendidamente rappresentata ed apprezzata l’estate scorsa al Festival della Valle d’Itria. “Il cappello…” è un’opera divertente e leggera ed è tratta dalla commedia “Un chapeau de paille d’Italie” di Eugene Labiche, cui si ispirò  Renè Clair per l’omonimo film;  si dice che fu proprio la visione del film  ad ispirare Nino Rota per la composizione del suo capolavoro teatrale.  Con quest’opera di Rota si è riaperta la stagione lirica del Petruzzelli dopo la pausa estiva. Uno spettacolo imperdibile che, nonostante la leggerezza del tema, presenta una partitura molto ricca che si richiama alla tradizione colta dell’opera italiana (da Rossini, a Puccini),  come ad altri generi musicali come il Cafè chantant o il musical di Broadway che il compositore ebbe modo di conoscere nel periodo in cui visse negli USA. 
Il racconto è semplice e perfino banale: un giovane borghese nel giorno del proprio matrimonio è costretto a cercare un cappello di paglia completamente distrutto dal suo cavallo, ma appartenente ad una signora che si era appartata con l’amante. Per poterne ottenere uno simile,  da restituire alla proprietaria e consentirle di rientrare a casa senza problemi col marito, il giovane sposo subisce varie e  grottesche peripezie, finchè si scopre che un cappello uguale a quello della signora è stato portato in dono agli sposi dallo zio Vézinet;  ciò consente di consegnare il cappello alla signora  ed ai due sposi di festeggiare il loro matrimonio. Gradevole l’allestimento barese curato dalla regista Elena Barbalich ed efficaci le scene ed i costumi  di Tommaso Lagattolla, il disegno luci di Michele Vittoriano, originali e deliziose le coreografie di Danilo Rubeca. Per quanto riguarda il cast di artisti, tutti bravi, tutti giovani e di talento, a cominciare da Giulio Pelligra (Fadinard), Pietro Bianco (Beaupertuis), Francesco Castoro (nel doppio ruolo dell'esilarante zio Vezinet e di Achille), Francesco Paolo Vultaggio (Emilio), Marco MIglietta (Felice), Pasquale Scircoli (una guardia), Giuseppe Ippolito (caporale). Ed ancora Damiana Mizzi (Elena), Francesca Bicchierri (Anaide), Francesca Ascioti (Baronessa di Champigny) ed Annamaria Bellocchio (la modista) ed infine Domenico Passidomo (nella parte del violinista Minardi). Un cast giovane che ha risposto in modo eccellente e che ha mostrato su tutti un fenomenale Domenico Colaianni (già protagonista neel'edizione del 2007).  Vulcanico ed esuberante Domenico Colaianni,è insuperabile  nel ruolo del contadino Nonancourt in un ambiente altolocato;  un ruolo perfetto per lui. Un cast giovane, si diceva,  che è riuscito a rendere partecipe il pubblico dal punto di vista vocale ed anche recitativo. Originali i cambi di scenografie ed alcune scelte particolari come i pattinatori ed  il coro di otto modiste che confezionano cappelli, cantano e mimano.  Impeccabili orchestra e Coro (diretto da Franco Sebastiani) della Fondazione Petruzzelli  sotto la guida attenta e precisa del maestro Giuseppe La Malfa. Il folto pubblico ha apprezzato molto applaudendo frequentemente a scena aperta ed a lungo a fine recita (un’ovazione per Colaianni).


Ancora due repliche previste per il 16 ed il 18 p.v. : spettacolo da non perdere. E’ stato reso noto, inoltre, dalla Fondazione Petruzzelli che le due opere previste in ottobre e novembre e dopo soppresse, saranno sostituite con due produzioni del progetto “Il Petruzzelli e le Opere per ragazzi” e cioè “Il barbiere di Siviglia” e “Il giovane Artu”, dedicate ad un pubblico di età compresa fra i dodici e i diciotto anni e fra i cinque e gli undici anni.
Le foto sono di Carlo Cofano
Gaetano Laudadio

LA SEMIRAMIDE IN VILLA AL G. PAISIELLO FESTIVAL

Ritorna l’opera lirica a Taranto grazie all’impegno profuso dagli Amici della Musica “Arcangelo Speranza”. Ultimo appuntamento del GIOVANNI PAISIELLO FESTIVAL, dopo quattro straordinari concerti, prevede la prima esecuzione mondiale in tempi moderni dell’opera buffa “La Semiramide in Villa” di Giovanni Paisiello. Il GpF (Giovanni Paisiello festival), ha ricevuto la Medaglia 2014 del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, è organizzato con il sostegno della Direzione dello spettacolo dal vivo del MiBAC, nonché della Regione Puglia, del Comune di Taranto e di Medimex. Inoltre il GpF è membro di ReMAOP, Rete dei Festival di Musica Antica e Operistica di Puglia promossa da Puglia Sounds, il programma della Regione Puglia per l’incentivazione del sistema musica.

Foto di G. Fornaro della prova generale 


Palcoscenico di questo evento culturale di fine estate sarà l’incantevole chiostro del MUDI nel Borgo antico di Taranto che il 17 settembre alle ore 21, e in replica il 18 settembre sempre alla stessa ora, ospiterà la ripresa di quest’opera scritta dal nostro illustre concittadino, uno dei massimi compositori europei del ‘700, che fu rappresentata per la prima volta nel Carnevale del 1772 al Teatro Capranica di Roma.

L’intermezzo per musica a quattro voci è una divertentissima parodia della Semiramide riconosciuta di Metastasio, realizzata da numerosi compositori (Leonardo Vinci, Galuppi, Sarti, Salieri, Gluck, Traetta). Nel libretto di Metastasio la famosa regina babilonese, travestita, cerca un pretendente per la figlia Tamiri fra i principi Scitalce (sue ex amante e preferito dalla futura sposa), Ircano e Mirteo. Scitalce e Semiramide si riconoscono, provocando la gelosia di Ircano il quale, in un brindisi, cerca di avvelenare il rivale, ma viene scoperto e, dopo lunghe traversie, riesce infine a sposare la regina, mentre Tamiri si unisce a Mirteo.

Nel testo del libretto anonimo utilizzato da Paisiello, la tragedia si muta in una spassosa commedia bipartita. Nella prima parte, che prende il titolo di “La Semiramide in Villa”, il capocomico Panbianco sceglie di gran fretta di allestire la Semiramide contro il parere dei cantanti: si prendono in giro gli attori, l’impresario e gli stessi cantanti delle compagnie liriche, con la musica che ben sottolinea l’ironia di queste critiche.

Nella seconda parte, dal titolo “La Semiramide Bernesco”, la sgangherata compagnia tenta una vera e propria messa in scena, con una variazione: al momento dell’avvelenamento, Scitalce si rifiuta di bere e il bicchiere è invece offerto a Ircano. A questo punto il gioco di “teatro nel teatro” si interrompe per mettere in ridicolo la superficialità di tanti allestimenti dell’epoca, spesso raccogliticci, veri e propri patchwork teatrali.
Un caso di ironico metateatro in musica che non è riscontrabile solo in Paisiello, basti ricordare il Teatro alla moda di Benedetto Marcello, il Maestro di Cappella di Cimarosa o Le Convenienze e inconvenienze teatrali di Donizetti, per non citare che i più noti.

Musicalmente, vi sono alcuni motivi di interesse in più per il pubblico contemporaneo, come un accenno, nel finale del primo atto, a un tema che sarà poi utilizzato per l’inno italiano, o la curiosa somiglianza alla canzoncina dei Puffi, nell’inciso del duetto Semiramide-Scitalce del secondo atto. Da segnalare il difficile e prezioso lavoro di revisione e ricostituzione della partitura e del libretto, effettuato dagli esperti Anna Trombetta e Luca Bianchini, espressamente incaricati dalla direzione artistica del GPF di ricomporre il testo musicale da due differenti manoscritti.

A dirigere la “Semiramide in villa” il Maestro Giovanni di Stefano, grande direttore d’orchestra di tanti capolavori lirici e sinfonici nei migliori teatri del mondo (Savona, Modena, Trieste, Verona, Salerno, Lucca, Reggio Emilia, Ancona, Bari, Macerata, Pesaro, Roma, Austria, Germania, Inghilterra, Lussemburgo, Slovenia, Svizzera, Giappone, Bulgaria). Per il GPF ha diretto, di Giovanni Paisiello, Il barbiere di Siviglia nel 2005 e Gli Zingari in fiera nel 2008.
L’affermata e brava regista Stefania Panighini, già alla guida de “Le finte contesse” per il GPF 2011 ,torna a Taranto per questa importante produzione. Nel suo considerevole curriculum figurano premi prestigiosi e produzioni liriche di grande rilievo artistico, in Italia e all’estero: La voix humaine a Bologna, il Don Giovanni a Bolzano, Traviata a Wexford, La Bohème alla Fenice di Venezia, Orlando di Händel presso la Kammeroper, per il Theater an der Wien di Vienna. Oltre a svolgere attività registica, ha anche scritto diversi saggi musicologici (ad esempio, su “Pelléas et Mélisande” per l’Opera Comique di Parigi).

Il Giovanni Paisiello Festival riserva alla promozione dei giovani grande attenzione: il cast vocale, scelto in collaborazione con l’Accademia di Belcanto “Rodolfo Celletti” e il Festival della Valle d’Itria, è infatti composto da giovani cantanti ma di comprovata bravura, come Carolina Lippo, Irene Molinari, Fabio Perillo e Pasquale Arcamone. Le scene sono di Marco Carella, i costumi di Michele Caccioppoli, le luci di Walter Mirabile.


La “Semiramide in villa” sarà rappresentata presso il chiostro del MUDI – Museo diocesano di Taranto il 17 settembre, con inizio alle ore 21.00 precise. La replica si terrà il 18 settembre. Il costo del biglietto è di € 18,00 per la prima rappresentazione, di € 13 per la replica del 18 settembre. I ragazzi fino a 25 anni pagano € 5,00.

Le prevendite a Taranto sono in corso presso la nuova sede degli Amici della Musica in via Toscana n. 22/A - tel. 099.7303972; presso Basile Strumenti Musicali in via Matteotti n° 14 - tel. 099.4526853; presso Box Office in via Nitti n° 106/a - tel. 099.4540763.

Info: 099.7303972 e www.giovannipaisiellofestival.itUlteriori info sul concerto e sull’intera stagione sono disponibili sul sito www.amicidellamusicataranto.it.


lunedì 15 settembre 2014

LEZIONE-CONCERTO DI LORENZO MATTEI

Taranto - Penultimo appuntamento per la XII edizione del GIOVANNI PASIEILLO FESTIVAL: lunedì 15 settembre, alle ore 21, nell’elegante centro-eventi “Arco Paisiello” sito nel borgo antico di Taranto in via Arco Giovanni Paisiello n. 6, sarà protagonista la musica raccontata, un’appassionante lezione-concerto, con esemplificazioni e musica dal vivo, curata dal noto musicologo nonché direttore artistico del Festival Lorenzo Mattei.


Si tratta di un evento promosso da ReMAOP, la Rete dei Festival di Musica Antica ed Operistica  di Puglia, nell’ambito del MEDIMEX, la prestigiosa fiera dedicata interamente alla musica e organizzata a fine ottobre da PugliaSound, all’interno della Fiera di Bari: una serie di sei lezioni concerto sull’immaginario esotico della musica europea dal titolo Ad Oriente della Musica Antica. Il tema ha una lunga storia che attraversa almeno quattro secoli della musica colta occidentale: dall'immaginario moresco del primo barocco fino a Debussy e Ravel, passando per Les Indes Galantes di Rameau, la musica occidentale ha sempre teso l'orecchio all'Oriente. Prima della globalizzazione delle musiche tradizionali, prima che il mercato inventasse la Word Music, l’Oriente, vero o inventato, ha sollecitato costantemente la creazione musicale occidentale. Ad Oriente della Musica Antica, con le parole e i suoni di autorevoli studiosi e musicisti, intende suggerire alcuni spunti divulgativi sul tema, oggi più interessante che mai, dei confini tra i mondi musicali.
La conferenza-concerto del musicologo Lorenzo Mattei si propone di esemplificare in maniera corretta e accattivante, ma rigorosa, l’immagine sonora della turcheria sedimentatasi nel corso di due secoli. Nel processo di incuriosito avvicinamento della musica europea barocca a quella dell’Oriente (vicino e lontano), lo stile alla turca venne stilizzato per primo dai compositori e reso riconoscibile con immediatezza all’ascolto.
In quel periodo, con l’aggettivo “turco” ci si riferiva a tutto quello che accadeva ad est di Brindisi ma, in questa sede, si tenterà di eleggere un repertorio circoscritto e chiaramente improntato a precisi elementi musicali, tutti derivati dalle musiche militari del corpo dei giannizzeri, unico tramite reale tra Europa e Impero Ottomano.
Sventati i progetti d’invasione armata, i “turchi” infatti non furono più considerati una minaccia e nel loro relazionarsi all’Occidente attraverso ambasciatori e diplomatici, favorirono un’osmosi tutt’altro che lineare. Stabilire i percorsi di questo interscambio, individuare rimandi orientaleggianti e suggestioni esotiche significa tracciare ipotesi di interculturalità feconde anche per la nostra attualità.


La conferenza del prof. Mattei alternerà alcune selezioni di incisioni discografiche all’esecuzione live di arie per voce e cembalo, interpretate da due giovani talenti tarantini, Valeria La Grotta (soprano) e Attilio Cantore (clavicembalo).

Il GpF - Giovanni Paisiello festival, Medaglia 2014 del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, è organizzato dagli Amici della Musica “Arcangelo Speranza” con il sostegno della Direzione dello spettacolo dal vivo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, nonché della Regione Puglia, del Comune di Taranto e di Medimex; è membro di ReMAOP - Rete dei Festival di Musica Antica e Operistica di Puglia promossa da Puglia Sounds, il programma della Regione Puglia per l’incentivazione del sistema musica.

Sostengono inoltre il Festival Interfidi, Ance, BCC di San Marzano di San Giuseppe, Vittoria Assicurazioni, Confindustria Taranto, Programma Sviluppo, Banca di Taranto e Valdo Spumanti.

La conferenza-concerto si terrà presso il centro ricettivo Arco Paisiello, a Taranto, in via Arco Giovanni Paisiello n. 6, con inizio alle ore 21.00 precise. Si accede esclusivamente per inviti ed occorre prenotarsi al numero 099-7303972 o direttamente presso la sede degli Amici della Musica, nella nuova sede di via Toscana n. 22/A, a Taranto.
 La foto è di Carmine La Fratta
Info: 099.7303972 e www.giovannipaisiellofestival.it

giovedì 11 settembre 2014

LECCTORINFABULA. PAROLE IN FESTIVAL

            
                   “Lectorinfabula. Parole in festival”
                          
                                  11 – 14 settembre 2014
                             centro storico di Conversano
                 

Entra nel vivo, a Conversano, “Lectorinfabula. Parole in festival”organizzato dalla Fondazione “Giuseppe Di Vagno 1889-1912”, che quest’anno si concentra sul tema “Privato, pubblico e comune”.
Dopo gli incontri, tutti frequentatissimi, della prima giornata, domani, venerdì 12 settembre, momento clou sarà la lectio magistralis dello storico Emilio Gentile, che parlerà di “Guerra, evento pubblico, tragedia comune”, con l’introduzione dell’editore Giuseppe Laterza (Chiostro di San Benedetto, ore 19).

Grande successo stanno riscontrando le mostre di Lectorinfabula 2014, dedicate alla questione dell’immigrazione. “Storie senza confini”, è il titolo del percorso espositivo, un racconto corale di quattro fotoreporter, un giornalista d’inchiesta e un geografo. La mostra, a cura di Rocco De Benedictis, comprende: “Il diario di Felix”, di Emiliano Mancuso, “Moving Walls” di Giovanni Cocco, “Il viaggio di Bilal” di Fabrizio Gatti, Massimo Sestini e Rocco De Benedictis, e “Confini, Migranti e Rifugiati” di Philippe Rekacewicz. Sarà possibile visitare le mostre dalla giornata inaugurale di Lector 2014 fino al 5 ottobre (10-13/ 17-21).

IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE AL PETRUZZELLI


BARI – Con un omaggio a Nino Rota (1911-1979) e la messa in scena del ‘Cappello di paglia di Firenze’ riprende il 13 settembre la stagione lirica della Fondazione lirico sinfonica Petruzzelli e teatri di Bari. In conferenza stampa per la presentazione dell'opera di Nino Rota con cui ricomincia la stagione sabato 13, il Sovrintendente si è soffermato su alcuni importanti aspetti della programmazione. La soppressione del “Trittico”di di Puccini e di “Lucia di Lammermoor” di Donizetti, è dovuta a motivi di carattere economico, ha precisato il sovrintendente del Teatro Petruzzelli di Bari, Massimo Biscardi, nell’introduzione alla conferenza. "La situazione economica del teatro è critica e dobbiamo prepararci ad essere in regola per la fine del 2014 quando scatterà la legge Bray che darà la possibilità di curare una programmazione per cinque anni con la copertura economica garantita. E’ una decisione assunta per garantire qualità e stabilità,  che riguardano sia la produzione sia i dipendenti ". Il sovrintendente, ha inoltre, precisato che cercherà di variare il contenuto della programmazione introducendo sia la musica contemporanea sia opere che sono poco rappresentate e rischiano di scomparire, tra le quali quelle del periodo verista che ruota attorno a Puccini, ad esempio quelle composte da Catalani. Inoltre, ogni concerto sinfonico verrà aperto dall’esecuzione di un brano di autore contemporaneo. Si è poi soffermato sull’educazione alla musica che deve partire dai bambini e per questo motivo, a completamento del cartellone, per i più piccoli e per le scuole saranno proposte due opere: un adattamento del "Barbiere di Siviglia" di Rossini e un’opera del maestro Nicola Scardicchio ispirata alla favola di re Artù. Da sabato 13, riprende la stagione lirica con un'opera di Nino Rota, su libretto proprio e della madre Ernesta Rinaldi ovvero “Il cappello di paglia di Firenze”. L'opera, scritta nel 1945, andò in scena solo nel 1955 ed ottenne subito un notevole successo; fu rappresentata in Italia, in prima nazionale il 21 aprile di quell'anno al Teatro Massimo di Palermo e successivamente all'estero. L'opera è un autentico piccolo gioiello del teatro musicale novecentesco ed è basata sulla farsa “Un chapeau de paille d'Italie” scritta da Eugène Labiche e Marc-Michel nel 1851. Fadinard, nel giorno delle sue nozze con l'amata Elena, passeggia con il suo cavallo, quando questi mangia il cappello di paglia di Firenze di Anaide, in dolce conversazione con l'amante Emilio. Anaide pretende un altro cappello, per non far ingelosire il gelosissimo marito Beaupertuis. Fadinard allora va prima dalla modista, poi dalla baronessa di Champigny, che ne ha uno uguale. La baronessa però lo scambia per un violinista che doveva tenere un concerto, e trattiene Fadinard. Fadinard riesce a spiegare la situazione, ma la baronessa spiega che ha appena dato il suo cappello alla nipote: la signora di Beaupertuis. Si reca allora da Beaupartuis, seguito dal padre di Elena e dagli invitati, al barone, che si è insospettito per l'assenza della moglie. Tuttavia Fadinard capisce che la signora di Beaupertuis è Anaide. Il futuro suocero minaccia di mandare a monte le nozze, e, quando tutto sembra perduto, arriva lo zio sordo che presenta il suo regalo di nozze: un cappello di paglia di Firenze. Anaide può così tornare a casa, e Fadinard può sposare Elena.  L’opera è una produzione della Fondazione barese e sarà eseguita dall’Orchestra e Coro del Teatro Petruzzelli diretto da Franco Sebastiani.  A dirigere ci sarà il Maestro Giuseppe La Malfa, regia di Elena Barbalich. Completano il cast Tommaso Lagattolla per scene e costumi, Michele Vittoriano disegno luci, coreografie di Danilo Rubeca, assistente alle regia Danilo Rubeca, assistente alle scene Emanuele Sinisi, assistente ai costumi Margherita Leone, Fadinard sarà Giulio Pelligra, Nonancourt il barese Domenico Colaianni, Beaupertuis Pietro di Bianco, Lo zio Vézinet Francesco Castoro,  Emilio sarà Francesco Paolo Vultaggio, ed ancora Felice sarà Marco Miglietta, Achille di Rosalba sarà Francesco Castoro, Minardi Domenico Passidomo, Elena sarà Damiana Mizzi, Anaide sarà Francesca Bicchierri, La Baronessa di Champigny sarà Francesca Ascioti.

lunedì 8 settembre 2014

A DOMENICO COLAIANNI IL PREMIO PAISIELLO

A DOMENICO COLAIANNI IL PREMIO PAISIELLO


Taranto - Siamo alla serata inaugurale della XII edizione del "Premio Giovanni Paisiello Festival" che si svolge nell'atrio all'interno del MUDI di Taranto. Accattivante il titolo del concerto "Era la notte ......", che intende rievocare i segreti della vocalità settecentesca e della sua evoluzione nei secoli successivi e che videro impegnate grandi dive del passato come la Malibran. Il compito non facile è affidato ad un soprano di notevole talento come Stefania Bonfadelli, che ha cantato nei teatri più importanti internazionali e che l'estate scorsa si è fatta apprezzare anche al Festival della Valle d'Itria di Martina in "Crispino e la comare". Accompagnata al pianoforte dal maestro Davide Dellisanti, la soprano veronese si è brillantemente esibita in una serie di brani aventi per tema il crepuscolo e le tenebre, così come sono stati descritti  dai maggiori compositori e librettisti d’opera italiani dal ‘700 al ‘900, da Paisiello a Vaccaj e Bellini, da Rossini a Tosti, passando da Hahn, Mercadante, a Puccini, Patti, Catalani. Applauditissima dal numeroso e competente pubblico presente, il soprano ha sfoggiato le sue notevoli qualità canore ed interpretative, riscuotendo calorosi e ripetuti consensi. Nel corso della serata, tra la prima e la seconda parte del concerto, la cerimonia di consegna del prestigioso  “Premio Giovanni Paisiello Festival”, riconoscimento attribuito annualmente a figure di studiosi, personalità dello spettacolo o istituzioni che abbiano contribuito alla riscoperta e valorizzazione del patrimonio musicale di Paisiello. Quest'anno il prescelto è il tenore barese Domenico Colaianni, "per le sue qualità artistiche e la verve attoriale tipiche della scuola napoletana". Il direttore artistico del Festival Lorenzo Mattei ha, ovviamente, sottolineato l'impegno del baritono barese per Paisiello, iniziato nel lontano 1988, quando fu protagonista ne "Il barbiere di Siviglia" di G. Paisiello al Petruzzelli con la direzione di Giovanni Di Stefano. È stato proprio il suo primo direttore, nonché vincitore lo scorso anno del Premio Paisiello Festival, a consegnare il premio a Domenico Colaianni, emozionato e come al solito, vulcanico. È certamente un anno positivo per il baritono barese che ha già vinto quest'estate al Festival della Valle della Valle d'Itria il Premio Bacco dei Borboni,e che  è stato protagonista in più opere nella stagione 2014 del Petruzzelli dove si esibirá ancora nei prossimi giorni ne "Il cappello di paglia di Firenze" di Nino Rota. Particolarmente apprezzato dal pubblico l'omaggio che il baritono ha voluto riservare anche a Mario Costa, altro importante compositore tarantino, cantando con grande partecipazione quel capolavoro che è "Era de maggio". La conclusione della serata ha visto i due protagonisti impegnati in un divertente duetto tratto da "L'elisir d'amore" ed il pubblico ha riservato loro ripetuti e convinti applausi. Ottimo l'accompagnamento al pianoforte di Davide Delisanti. Pregevole inizio del Paisiello Festival che si concluderà il 18 p.v. e che vedrà, su questo stesso palco, esibirsi tanti giovani e promettenti artisti.
Nella foto da sx:  Giovanni De Stefano, Domenico Colaianni,, Lorenzo Mattei,  Paolo Ruta.


Gaetano Laudadio

giovedì 4 settembre 2014

MASTER CLASS PER STRUMENTI ALLA FONDAZIONE PAOLO GRASSI DI MARTINA FRANCA

I concerti della Masterclass Internazionale per Strumenti ad Arco "Gioconda De Vito"

Volge al termine la quinta edizione della Masterclass Internazionale per Strumenti ad Arco organizzata dalla Fondazione Paolo Grassi di Martina Franca in memoria di Gioconda De Vito, celebre violinista nativa di Martina Franca, di cui ricorre quest'anno il ventesimo anno dalla scomparsa.

Lunedì 1° settembre sono iniziati i corsi di alto perfezionamento per violino, viola e violoncello, a cura di docenti di fama internazionale: Ulrike Danhofer, Bruno Giuranna e Johannes Goritzki.
La violinista Ulrike Danhofer è stata la prima donna spalla dellOrchestra sinfonica di Graz diretta da Fabio Luisi e Milan Horvat; ha insegnato presso lUniversità di Musica ed Arte Drammatica di Graz e lUniversità della Musica e delle Arti Performative di Vienna ed è giudice in vari concorsi. Tra i vari titoli di cui è insignita, ricordiamo la carica di Presidente della Sezione Austriaca dellESTA (Associazione Europea degli Insegnanti Strumenti ad arco).
Il corpo insegnanti della Masterclass 2014 vanta anche la presenza del noto violista Bruno Giuranna: milanese dorigine, ha suonato con orchestre quali Berliner Philharmoniker, Concertgebouw di Amsterdam, Teatro alla Scala di Milano, e con direttori come Claudio Abbado, Sir John Barbirolli, Sergiu Celibidache, Carlo Maria Giulini e Riccardo Muti. Titolare della Cattedra Internazionale di Viola presso la Royal Academy of Music di Londra nel 1995/1996, ha insegnato alla Hochschule der Künste di Berlino e tiene Corsi di Perfezionamento presso la Fondazione Stauffer di Cremona.
Il violoncellista Johannes Goritzki insegna dal 2008 come professore ordinario al Conservatorio della Svizzera Italiana a Lugano e dal 2010 come "Prince Consort Professor" al Royal College of Music di Londra. Nella sua ampia discografia figura il concerto per violoncello di Othmar Schoeck che è stato premiato con il Grand Prix du Disque- Discobole de L'Europe.

Questa quinta edizione della Masterclass ha visto la partecipazione di 17 giovani musicisti provenienti da ogni parte dItalia e del mondo e si concluderà con un doppio appuntamento concertistico in programma nel fine settimana: sabato 6 settembre alle ore 19,00 nellAuditorium della Fondazione Paolo Grassi gli allievi sfoggeranno le abilità acquisite in un concerto di musica da camera aperto al pubblico, , accompagnati al pianoforte dai Maestri Ettore Papadia, Antonia Valente e Anastasia Gromoglasova.
Alla stessa ora, il giorno seguente (domenica 7 settembre) la Fondazione ospiterà il concerto conclusivo della Masterclass: ad esibirsi saranno i tre docenti che, assieme al M°Ettore Papadia, suoneranno il Quartetto per Pianoforte e Archi in La maggiore, Op. 26 di Johannes Brahms. Nellambito del concerto finale si esibiranno inoltre i migliori allievi di ciascun corso a cui saranno assegnate, come ormai di consueto, le borse di studio del Premio "Francesco Caramia messe a disposizione da Giacinto Caramia, tra i più celebri violoncellisti italiani del XX secolo e figlio del noto oboista di origini martinesi a cui è dedicato il Premio, attivo in forma continuativa sin dalla prima edizione della Masterclass.

Entrambi i concerti sono ad ingresso libero fino ad esaurimento posti.
Ulteriori informazioni sul sito: www.fondazionepaolograssi.it