martedì 21 marzo 2017

RECORD DI INCASSI PER L'ELISIR D'AMORE AL TEATRO CARLO FELICE A GENOVA

Un elisir da record
al Teatro Carlo Felice dal 19 al 28 marzo 2017


Lo storico allestimento dell’Elisir d’amore, in scena al Teatro Carlo Felice dal 19 al 28 marzo, registra ancor prima dell’andata in scena  un record di oltre 6.400 biglietti già acquistati, un dato significativo a conferma di un pubblico genovese e non, sempre più vicino al mondo dell’opera.
Un omaggio al celebre Lele Luzzati che ricordiamo, nel decennale della sua scomparsa, con questa straordinaria scenografia e con la mostra, allestita nel primo foyer del Teatro,  di 6 variopinti costumi da lui disegnati.




L'ELISIR D'AMORE
Melodramma in due atti di Felice Romani
Musica di Gaetano Donizetti

Direttore
Daniel Smith
Regia
Filippo Crivelli
Scene
Lele Luzzati
Costumi
Santuzza Calì
Luci
Luciano Novelli

Assistente alla regia
Luca Baracchini
Assistente ai costumi
Paola Tosti

Personaggi e interpreti :

Adina
Serena Gamberoni  (19, 22, 26, 28)
Benedetta Torre

Nemorino
Francesco Meli (19, 22, 26, 28)
Roberto Iuliano

Belcore
Federico Longhi (19, 22, 26, 28)
Michele Patti

Dulcamara
Roberto De Candia (19, 22, 26, 28)
Alfonso Antoniozzi

Giannetta
Marta Calcaterra

Allestimento Fondazione Teatro Carlo Felice
Orchestra e Coro del Teatro Carlo Felice
Maestro del Coro Franco Sebastiani
Maestro ai recitativi Sirio Restani




Repliche
marzo 2017: Martedì 21 marzo  (15.30 G), Mercoledì 22 marzo   (20.30 B),
                      Sabato 25 marzo (15.30 F), Domenica 26 marzo (15.30 C), 
                      Martedì 28 marzo (20.30 L).


lunedì 20 marzo 2017

UNA CERIMONIA PER I 90 ANNI DI FRANCO CHIECO

                 Targa alla carriera per i novant’anni di Franco Chieco

Giovedì 23 marzo 2017 alle ore 10.30 presso la sala Conferenze dell’Ordine dei giornalisti della Puglia sita in Strada Palazzo di Città, n. 5 a Bari si terrà la cerimonia di consegna di una targa di riconoscimento alla carriera al Dott. Franco Chieco, in occasione dei suoi novant'anni.


La cerimonia, voluta e organizzata dalla Fondazione Paolo Grassi di Martina Franca e dal Festival della Valle d’Itria in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti della Puglia, sarà l’occasione per rendere omaggio alla brillante e longeva carriera giornalistica del Dott. Chieco.

Nato a Bari nel 1926, giornalista da oltre settant’anni, Franco Chieco ha da sempre lavorato per la «Gazzetta del Mezzogiorno», dove si è formato professionalmente attraverso molteplici esperienze. Dal 1959 è stato titolare della critica musicale; è stato fra i fondatori dell’Associazione Nazionale dei Critici Musicali, nella quale ha lungamente ricoperto la carica di segretario. All’interno della medesima Associazione ha fatto parte della giuria del prestigioso Premio Abbiati per molti anni.

Sin dalla sua prima edizione, ha sostenuto in maniera tenace e agguerrita il Festival della Valle d’Itria, contribuendo non poco alla sua crescita e al suo prestigio. Alla bibliomediateca della Fondazione Paolo Grassi ha donato oltre mille vinili di opera e musica classica di notevole interesse.

Suoi sono i libri “Contrappunti – diario musicale pugliese” (Adriatica 1971), “Di quella pira” (Laterza 1984), “Il fu teatro Petruzzelli” (Adriatica, 2002). Nel 1995 ha fondato il mensile di cultura, spettacolo e costume “ContrAppunti”, punto di riferimento essenziale per la critica nazionale. È considerato, a giusta ragione, la memoria vivente della storia musicale barese.




UNA TRAVIATA DI SUCCESSO AL MASSIMO DI PALERMO CON LA DIREZIONE DI GIACOMO SAGRIPANTI

                                           UN TRIONFO PER TRAVIATA


Trionfo ieri sera per La Traviata di Verdi con la regia di Mario Pontiggia e per i suoi interpreti: il soprano palermitano Jessica Nuccio, il grande baritono Leo Nucci, il tenore René Barbera che ha debuttato il ruolo di Alfredo. Applausi a scena aperta e richieste di bis, alla fine un'ovazione. Un’opera da ascoltare e da vedere, con le sontuose scene di Francesco Zito e Antonella Conte ispirate al Liberty palermitano, ma anche un’opera da annusare grazie al profumo “Violetta Valéry” che è stato à diffuso in sala durante lo spettacolo, ideato in esclusiva dallo stilista Emanuel Ungaro e creato dal grande “naso” Alberto Morillas. Lo spettacolo, in scena a Palermo fino all'1 aprile, andrà in tournée in cinque città del Giappone dal 14 al 24 giugno. Nel secondo cast di questa sera ci sarà il soprano Zuzana Markova, nuova voce molto interessante della lirica.


“Un grande successo per uno spettacolo interamente prodotto dal Teatro Massimo che rappresenta la grande tradizione italiana dell'opera - dice il sovrintendente Francesco Giambrone -. Sono fiero di un Teatro che mantiene in vita i laboratori di scenotecnica e delle straordinarie maestranze capaci di costruire un allestimento bello come questo, sono fiero di un teatro sold out quasi tutte le sere dall'inizio della stagione, sono fiero di un Teatro che ha saputo rispondere alla crisi scommettendo su se stesso e non ripiegandosi su se stesso”.

A GENOVA LA GIORNATA MONDIALE DELL'ACQUA SI FESTEGGIA CON UN CONCERTO

Iren e Teatro Carlo Felice: a Genova la Giornata Mondiale dell’Acqua si celebra a teatro!

Mercoledì 22 marzo p.v. all’Auditorium del  Teatro Carlo Felice a partire dalle ore 17.30 “Lo specchio di Narciso”, conferenza alla scoperta dell’acqua nella storia dell’arte a cura della studiosa Flavia Cellerino.

A seguire concerto di un quintetto d’archi sulle note, tra gli altri, di Mozart e Ennio Morricone.


In occasione delle celebrazioni della Giornata Mondiale dell’Acqua, mercoledì 22 marzo Iren e Teatro Carlo Felice propongono alla città una serie di iniziative volte a celebrare il bene più prezioso per la vita sulla Terra, l’acqua appunto.

Presso l’Auditorium del Teatro Carlo Felice, il tempio cittadino della musica lirica, a partire dalle ore 17.30,  tutta la cittadinanza è invitata a partecipare alla conferenza storico-artistica dal titolo “Lo specchio di Narciso. L’acqua nella storia dell’arte”, curata dalla storica dell’arte Flavia Cellerino.

L’acqua, elemento essenziale nella vita dell’uomo, ha affascinato intere generazioni di artisti diventando protagonista di numerose opere: dai graffiti rupestri raffiguranti luoghi legati all’acqua alla pittura rinascimentale in cui diventa simbolo di purezza attraverso il rito del battesimo, dalla corrente impressionista di Monet fino all’arte moderna e contemporanea.

Attraverso l’analisi di alcune tra le opere più famose e significative della storia dell’arte moderna, la studiosa Flavia Cellerino analizzerà l’elemento acqua in tutti gli aspetti e significati simbolici -culturali che le sono sempre stati attribuiti nella filosofia e nella mitologia.

Al termine della conferenza - della durata di circa un’ora -  un quintetto d’archi del Teatro Carlo Felice offrirà al pubblico un concerto di musica classica, passando dalle note de La Moldava di Bedrich Smetana all’Ouverture del Don Giovanni di Mozart, a un medley tratto dal film West Side Story per arrivare a uno dei classici di Ennio Morricone.

Questa iniziativa si inserisce nell’ambito della ormai storica partnership che lega da anni  Iren e il Teatro lirico genovese e conferma ancora una volta l’attenzione dell’azienda per il territorio e la sua volontà di investire sulle attività e sui soggetti che impattano sulla vita economica e culturale di Genova.

Da tempo, infatti, Iren sostiene alcuni dei principali soggetti culturali della città: oltre al Teatro Carlo Felice, ricordiamo il Teatro Stabile e la Fondazione per la Cultura Palazzo Ducale, a cui si aggiungono numerosi eventi cittadini, come il Festival Suq, il Festival della Scienza, il Festival della Comunicazione di Camogli, le Giornate dei Rolli, la programmazione dei Musei Genovesi.





La partecipazione alla conferenza e al concerto è gratuita fino ad esaurimento posti.




venerdì 17 marzo 2017

DA DOMENICA 19 MARZO "TOSCA" AL TEATRO FILARMONICO DI VERONA

                                             TOSCA

 Domenica 19 marzo 2017 alle 15.30 debutta Tosca, quarto titolo d’opera della Stagione Artistica 2016-2017. Giovanni Agostinucci firma regia, scene e costumi per l’allestimento della Fondazione Arena già proposto al Teatro Filarmonico nel 2004, mentre le luci sono di Paolo Mazzon. Antonino Fogliani dirige Orchestra, Coro e Solisti. A fianco del Coro preparato da Vito Lombardi è impegnato il Coro di Voci bianche A.d’A.MUS. diretto da Marco Tonini.
Repliche: martedì 21 marzo alle 19.00, giovedì 23 marzo alle 20.00, domenica 26 marzo alle 15.30, martedì 28 marzo alle 19.00 e giovedì 30 marzo alle 20.00.

L’opera viene composta tra il 1896 e il 1899 e rappresentata per la prima volta al Teatro Costanzi di Roma il 14 gennaio 1900 e la vicenda è tratta dall’omonimo dramma di Victorien Sardou la cui fortuna era legata fortemente all'interpretazione della celeberrima Sarah Bernhardt, che lo stesso Puccini aveva visto. I due librettisti Luigi Illica e Giuseppe Giacosa snelliscono molto la vicenda originaria concentrando la narrazione sui tre personaggi principali di Tosca, Cavaradossi e Scarpia. La vicenda è ambientata il 14 giugno 1800 in un’atmosfera romana di grande fermento sull’eco degli avvenimenti rivoluzionari francesi.
Il regista, Giovanni Agostinucci, presenta una scena che si astrae dal tempo poiché in essa sono presenti elementi architettonici che vanno da Vitruvio a Michelangelo, accennando ai luoghi della storia per evocarne il clima. Il motivo conduttore della sua lettura è il valore irrinunciabile della libertà, da perseguire anche a costo della vita.
Alla base vi è uno studio attento del testo originario, come indica lo stesso regista: «da Sardou ho tratto spunto per il progetto di scene e costumi, con cui ho inteso esaltare soprattutto il rapporto psicologico tra i personaggi. Scarpia e Cavaradossi rappresentano due mondi opposti, che ho filtrato attraverso due periodi pittorici: quello di Jacques Louis David e quello di Theodore Gericault». Dal primo, di cui Cavaradossi era stato allievo a Parigi, proviene l'eroe romantico, di cultura raffinata, di quell'ultima fase dell'Illuminismo del dopo Diderot in cui emerge una forte ostilità verso la religione che è ricerca di libertà e di progresso attraverso la ragione. Scarpia, all'opposto, rappresenta una mentalità antica, laddove il potere è una forma di dominio totale sull'uomo, e «Theodore Gericault illustra molto bene questa forma di violenza politica, rappresentata dal sistema di potere borbonico. Un mondo che esasperava tutti valori dell'uomo, la virilità, la prepotenza, ma soprattutto la sottomissione dei più deboli. Lo studio di Scarpia del secondo atto è uno spazio di tortura, immerso in un clima psicologico sinistro,  intimidatorio, in cui la figura di Scarpia può manifestarsi nella sua bieca volontà di dominio». L’allestimento mette sapientemente in luce la violenza del luogo, definito “luogo di lacrime” dallo stesso Scarpia; quando Tosca vi entra ne è atterrita, e dovrà fare appello al suo coraggio più nascosto per affrontare il barone. Lo stesso Alexander Dumas, che conosceva e apprezzava il testo di Sardou, delinea Scarpia come «un assassino avido, vendicativo e assetato di sangue che giungeva ad alterare i processi per provare un delitto che non si dimostrava».

Infine vi è Tosca, descritta da Agostinucci come «un'eroina matura, un soggetto attivo, un'amante focosa, una cantante di successo. Un personaggio che occupa con prepotenza ogni spazio, in ogni momento. Padrona della scena, la grande artista, che si umilia disperata ai piedi di Scarpia e implora pietà per il suo uomo, alla fine trova la forza di trucidare un boia che la vuole in cambio della salvezza del suo Mario». La metamorfosi compiuta nel corso della vicenda la porterà a diventare a sua volta «un'illuminista, un'eroina romantica, quando sceglierà di uccidersi e sacrificarsi per lo stesso ideale».

Tosca, Melodramma in tre atti. Libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa tratto dal dramma di Victorien Sardou
Musica di Giacomo Puccini

Direttore Antonino Fogliani
Regia, scene e costumi Giovanni Agostinucci
Lighting designer Paolo Mazzon

Personaggi e interpreti
Tosca                          Fiorenza Cedolins (19, 21 marzo)
                        Monica Zanettin (23, 26 marzo)
Lilla Lee (28, 30 marzo)
Mario Cavaradossi     Murat Karahan (19, 21, 26 marzo)
                        Mikheil Sheshaberidze (23, 28, 30 marzo)
Scarpia                        Giovanni Meoni (19, 21, 26 marzo)
Boris Statsenko (23, 28, 30 marzo)
Il sagrestano               Mikheil Kiria
Angelotti                    Gianluca Lentini                    
Spoletta                      Antonello Ceron 
Sciarrone                    Andrea Cortese
Un carceriere             Daniele Cusari
Un pastore                 Stella Capelli 

ORCHESTRA, CORO, TECNICI DELL’ARENA DI VERONA
Coro di Voci bianche A.d’A.MUS. diretto da Marco Tonini

Maestro del Coro Vito Lombardi
Direttore allestimenti scenici Giuseppe De Filippi Venezia
Allestimento della Fondazione Arena di Verona 



                                                         L'OPERA PER LE SCUOLE

Con Tosca prosegue l’iniziativa Ritorno a Teatro riservata alle Scuole, con ben quattro appuntamenti dedicati al titolo pucciniano: martedì 21 e 28 marzo e giovedì 23 e 30 marzo, i ragazzi delle classi elementari, medie e superiori potranno assistere allo spettacolo al prezzo speciale di € 6,00; l’adulto accompagnatore (familiare, insegnante, dirigente scolastico, personale ATA) di ciascuno studente potrà usufruire della tariffa di € 12,00. L’incontro, con inizio il martedì alle ore 18.00 e il giovedì alle ore 19.00, prevede un momento introduttivo, Preludio all’Opera, nel quale viene spiegata la trama e vengono forniti ai ragazzi elementi utili per la comprensione dell’opera, grazie alla partecipazione di alcuni dei protagonisti; segue quindi un aperitivo nel Bar del Teatro.

L’ORCHESTRA RAI DIRETTA DA MICHELE MARIOTTI CELEBRA ARTURO TOSCANINI

L’ORCHESTRA RAI CELEBRA TOSCANINI
SUL PODIO MICHELE MARIOTTI
VINCITORE DEL PREMIO ABBIATI COME MIGLIOR DIRETTORE

Lunedì 20 marzo all’Auditorium Rai di Torino e in diretta su Radio3
In differita su Rai5 sabato 25 marzo in prima serata

È dedicato ad Arturo Toscanini nel 150esimo anniversario della nascita – che cadrà il 25 marzo – il concerto straordinario dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai in programma lunedì 20 marzo alle 20.30 all’Auditorium Rai di Torino – che porta il nome del grande direttore d’orchestra – con collegamento diretto su Radio3. Rai Cultura trasmetterà il concerto in differita sul suo canale Rai5 sabato 25 marzo, giorno dell’anniversario, alle 21.15.
Con la città di Torino Toscanini ebbe uno strettissimo rapporto, suggellato da circa quattrocento presenze sul podio, tra opere e concerti, cui si sommano diverse esibizioni giovanili come violoncellista di fila o in formazioni cameristiche. Il 4 ottobre 2007, nel 50esimo anniversario della scomparsa del Maestro, l’Auditorium Rai gli è stato intitolato: proprio nel vecchio Teatro Vittorio Emanuele, poi divenuto nel 1952 l’Auditorium della Rai, Toscanini diresse la Carmen di Bizet, nel 1889, e otto concerti tra il 1896 e il 1905. Concerti rimasti noti anche per le prime esecuzioni italiane di pagine come Finlandia di Jean Sibelius, la Seconda Sinfonia di Alexandr Borodin o l’Adagio della Settima Sinfonia di Anton Bruckner.
Protagonista del concerto che l’Orchestra Rai dedica al grande direttore d’orchestra è Michele Mariotti, il trentasettenne pesarese Direttore musicale del Teatro Comunale di Bologna – cui è stato appena assegnato il XXXVI Premio Abbiati della Critica Musicale Italiana come miglior direttore - già protagonista sui palcoscenici più prestigiosi del mondo, dal Gewandhaus di Lipsia al Metropolitan di New York, dalla Royal Opera House di Londra alla Bayerische Staatsoper di Monaco. Il programma, pensato per celebrare Toscanini, si apre con l’Ouverture da La gazza ladra di Gioachino Rossini, seguita dalle Danze piemontesi op. 31 di Leone Sinigaglia, che proprio Toscanini tenne a battesimo al teatro Vittorio Emanuele – oggi Auditorium Rai – il 14 maggio 1905. Si prosegue con la Sinfonia dai Vespri siciliani e con quella dal Nabucco di Giuseppe Verdi, con l’Intermezzo da Manon Lescaut e il Capriccio sinfonico di Giacomo Puccini. A chiudere la serata è l’Ouverture dal Rienzi di Richard Wagner.
I biglietti per il concerto sono proposti a 10 euro per tutti, a 5 euro per i possessori di un abbonamento alla Stagione 2016/2017 dell’Orchestra Rai e per i minori di trent’anni. Informazioni: 011.8104653 – biglietteria.osn@rai.it – www.osn.rai.it

HUGO WOLF QUARTET & MARIO BRUNELLO AL TEATRO REGIO DI PARMA

HUGO WOLF QUARTET & MARIO BRUNELLO
Il celebre quartetto d’archi e il grande violoncellista in un concerto
dedicato ad Arturo Toscanini nel centocinquantesimo anniversario dalla nascita
Teatro Regio di Parma
sabato 25 marzo 2017, ore 20.30


Hugo Wolf Quartet e Mario Brunello saranno i protagonisti,  sabato 25 marzo 2017, alle ore 20.30 al Teatro Regio di Parma, di un concerto speciale in occasione del centocinquantesimo anniversario dalla nascita di Arturo Toscanini, realizzato in collaborazione con Società dei Concerti di Parma, nell’ambito della Stagione Concertistica del Teatro Regio di Parma.

Il programma è un omaggio a Toscanini violoncellista, con alcune pagine del repertorio cameristico accomunate dalla presenza in partitura del doppio violoncello, suo strumento d’elezione che suonò in orchestra fino alla fatidica sera del 30 giugno 1886 a Rio de Janeiro, quando diede inizio alla sua carriera di Direttore d’orchestra, sostituendo il direttore designato e dirigendo a memoria Aida.

Ad aprire la serata in suo onore, il Quartetto n. 2 per violino, viola e due violoncelli, in la minore, op. 35  di Anton Arenskij, seguito dal Quintetto per due violini, viola e due violoncelli n. 60 “La Musica notturna delle strade di Madrid”, in do maggiore, op. 30 n. 6, G 324 di Luigi Boccherini e dal Quintetto per due violini, viola e due violoncelli, in do maggiore, op. 163, D 956 Franz Schubert.

Fondato a Vienna nel 1993 e da oltre vent’anni ai vertici della scena musicale cameristica internazionale, Hugo Wolf Quartet nasce dopo un percorso formativo con i quartetti Alban Berg, Smetana, Amadeus, La Salle e con Ferenc Rados. Numerosi i riconoscimenti ottenuti sin dai primi anni di attività, tra questi il Premio Speciale della Filarmonica di Vienna, l’European Chamber Music Prize, il primo premio al Concorso Internazionale per Quartetti d’archi di Cremona, la nomina di “Rising Star” ricevuta da Musikverein e dalla Konzerthaus di Vienna. Costante la presenza al Concertgebouw di Amsterdam, alla Wigmore Hall di Londra, al Lincoln Center, alla Carnegie Hall di New York, ai Festival di Lockenhaus, Colmar, La folle journée di Nantes e alle Schubertiadi di Schwarzenberg. Le incisioni dei quartetti di Beethoven op. 18/4, op. 132 e D 887 e 87 di Franz Schubert hanno ottenuto il Pasticcio Prize della Radio austriaca Ö1. Numerose le composizioni create appositamente per l’ensemble, come Quartetto n.4 di Friedrich Cerha, Dichotomie di Johannes Maria Staud, i quartetti di Erich Urbanner, Dirk D´Ase  e Otto Zykan, così come un quartetto e un ottetto del chitarrista jazz Wolfgang Muthspiel e stretta la collaborazione con il leggendario trombettista jazz Kenny Wheeler, il pianista John Taylor e alcuni tra i più acclamati solisti del panorama internazionale.

Primo artista italiano a vincere il Concorso Čaikovskij di Mosca, Mario Brunello è uno dei protagonisti della scena musicale internazionale, regolarmente invitato dalle più prestigiose orchestre al fianco dei più acclamati direttori e interpreti. Dal 1994 e con sempre maggiore frequenza si presenta nella doppia veste di direttore e solista. Nella sua intensa attività artistica riserva ampio spazio a progetti che coinvolgono forme d’arte e saperi diversi, come il teatro, la letteratura, la filosofia e la scienza, che intreccia con il repertorio musicale e in spettacoli interattivi. I diversi generi artistici frequentati si riflettono nell’ampia discografia che include opere di Vivaldi, Bach, Beethoven, Brahms, Schubert, Haydn, Chopin, Janáček e Sollima. Ha inciso il Triplo Concerto di Beethoven diretto da Claudio Abbado per Deutsche Grammophon e EGEA Records gli ha dedicato la raccolta di 5 cd “Brunello Series”. Recenti la registrazione live del Concerto per violoncello in Si minore di Dvořák  con l’Accademia di Santa Cecilia diretta da Antonio Pappano (EMI) e il DVD del Concerto per violoncello n. 2 di Šostakovič registrato alla Salle Pleyel di Parigi con l’Orchestra del Teatro Mariinskij e Valery Gergiev. È direttore musicale del festival “Artesella arte e natura” e Accademico di Santa Cecilia e autore di tre libri, l’ultimo dei quali con Gustavo Zagrebelsky. Suona il prezioso violoncello Maggini dei primi del Seicento appartenuto a Franco Rossi.



Per informazioni: Biglietteria del Teatro Regio di Parma tel. 0521 203999 -  biglietteria@teatroregioparma.it www.teatroregioparma.it


Teatro Regio di Parma
sabato 25 marzo 2017, ore 20.30
In occasione del 150° anniversario della nascita di Arturo Toscanini


            HUGO WOLF QUARTET & MARIO BRUNELLO

Violoncello MARIO BRUNELLO

Violini SEBASTIAN GÜRTLER, RÉGIS BRINGOLF
Viola SUBIN LEE
Violoncello FLORIAN BERNER

Anton Arenskij

Quartetto n. 2 per violino, viola e due violoncelli, in la minore, op. 35 
Moderato. Allegro ma non troppo (“Tema religioso”)
Variazioni su un tema di Čajkovskij
Adagio. Allegro moderato (“La Messa da Requiem”)
Canto nazionale

Luigi Boccherini

Quintetto per due violini, viola e due violoncelli n. 60
“La Musica notturna delle strade di Madrid”, in do maggiore, op. 30 n. 6, G 324
Introduzione. Ave Maria delle Parochie
Menuetto dei Chiechi (Allegro)
Rosario (Largo assai)
Passacalle (Allegro vivo)
Ritirata (Maestoso)

Franz Schubert

Quintetto per due violini, viola e due violoncelli, in do maggiore, op. 163, D 956 
Allegro ma non troppo
Adagio
Scherzo. Presto - Trio. Andante sostenuto
Allegretto


DOMENICA 19 MARZO, CONCERTO APERITIVO AL CARLO FELICE

Concerto aperitivo
Domenica 19 marzo 2017
nel Foyer del Teatro Carlo Felice


Domenica 19 marzo alle ore 11.00, il ventesimo appuntamento della domenica mattina con i consueti Concerti Aperitivo, sarà in collaborazione con il Conservatorio di musica N. Paganini di Genova.
Protagonisti Giuseppe FRANCESE alla viola ed il giovane Dario BONUCCELLI al pianoforte.
Il programma prevede l’esecuzione della Sonata fantasie n.4 op.11e le Fantasie – Thema mit Variationen – Finale (mit Variationen) di Paul Hindemith, seguita dalla Sonata in re minore - Allegro moderato – Larghetto, ma non troppo di Mikhail Glinka per concludersi con l’ Andante e Rondò ungherese op. 35 di Carl Maria von Weber.

L’iniziativa dei concerti aperitivo, come lo scorso anno,  con la partecipazione di Crédit Agricole quale main sponsor della rassegna, conferma l’attenzione di un pubblico genovese sempre più attento e desideroso di novità culturali, abbinate anche alla possibilità di ascoltare della buona musica sorseggiando un aperitivo nel primo foyer, ambiente suggestivo e raffinato a cura di Mentelocale.



Domenica 19 marzo 2017 ore 11
Foyer Teatro Carlo Felice
In collaborazione con il Conservatorio di musica N. Paganini di Genova

Giuseppe FRANCESE viola
Dario BONUCCELLI pianoforte

Paul Hindemith
Sonata fantasie n.4 op.11
Fantasie – Thema mit Variationen – Finale (mit Variationen)

Mikhail Glinka
Sonata in re minore
Allegro moderato – Larghetto, ma non troppo

Carl Maria von Weber
Andante e Rondò ungherese op. 35




PER LA CATEGORIA "INIZIATIVA MUSICALE" IL PREMIO ABBIATI VA AL FESTIVAL ALFREDO CASELLA

PREMIO ABBIATI 2017 AL
FESTIVAL ALFREDO CASELLA


L’Associazione Nazionale Critici Musicali ha reso noto l’elenco dei vincitori della XXXVI edizione del Premio “Abbiati”. La commissione, formata da: Alessandro Cammarano, Andrea Estero, Carlo Fiore, Angelo Foletto, Enrico Girardi, Giancarlo Landini, Gianluigi Mattietti, Gregorio Moppi, Carla Moreni, Alessandro Mormile, Paolo Petazzi, Francesco Arturo Saponaro, Giangiorgio Satragni, dopo aver considerato le segnalazioni scritte fatte pervenire in fase consultiva, ha designato come vincitore della categoria miglior “Iniziativa musicale” il Festival Alfredo Casella, svolto a Torino dall’11 al 24 aprile 2016.

Il Festival ha portato alla luce la figura di Alfredo Casella, personaggio cardine del Novecento musicale: compositore, pianista e direttore d’orchestra, saggista e animatore culturale, nato a Torino nel 1883. Articolato in 30 appuntamenti, il Festival è stato il risultato della convergenza tra le principali istituzioni culturali torinesi, un progetto unitario di ampio respiro realizzato a partire dalla Città di Torino con il Teatro Regio, la Filarmonica Teatro Regio Torino, l’Accademia Corale Stefano Tempia, l’Unione Musicale, la De Sono Associazione per la Musica, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, l’Associazione Concertante - Progetto Arte&Musica, il Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale e il Museo Nazionale del Cinema.

Il Premio al Festival è motivo di particolare orgoglio per il Teatro Regio che, per l’occasione, ha messo in scena – in prima esecuzione a Torino – l’opera La donna serpente diretta da Gianandrea Noseda sul podio dell’Orchestra e del Coro del Teatro Regio. Un allestimento con la regia di Arturo Cirillo che ha visto impegnato un cast di livello internazionale: Piero PrettiCarmela Remigio, Erika Grimaldi, Francesca Sassu, Sebastian Catana e Roberto de Candia. Gianandrea Noseda, il più importante e riconosciuto interprete della musica di Casella, da oltre dieci anni dedica grandi energie alla riscoperta e valorizzazione del patrimonio musicale italiano del Novecento che ha registrato in numerose incisioni discografiche. De La donna serpente, da lui diretta e trasmessa anche in TV su Rai5 e RaiRadio3, uscirà presto un DVD edito dalla Rai.

Il Teatro Regio, oltre all’opera, ha offerto durante il Festival la più ampia proposta di appuntamenti culturali con una mostra fotografica, il convegno Il tempo e la musica di Alfredo Casella, la conferenza La donna serpente. Intellettualismo e fantasia in Alfredo Casella, la presentazione editoriale Alfredo Casella scrittore, un concerto dell’Orchestra del Teatro Regio e Pirandello Suite, balletto appositamente commissionato al coreografo Massimiliano Volpini, in scena in prima assoluta per il festival.

Il  Festival, premiato oggi con il più alto riconoscimento della Critica italiana, ha significato per il Regio un importante momento culturale teso a focalizzare l’attenzione sulla vita e sull’opera di Alfredo Casella, il compositore che studiava con Fauré, dialogava con Ravel e suonava con Debussy.


DAL 19 MARZO AL 19 APRILE LA MOSTRA "LELE LUZZATI" AL TEATRO CARLO FELICE

Al Teatro Carlo Felice la Mostra: “Lele Luzzati – creatore di colore”



 Nell’ambito delle attività collaterali intorno all’andata in scena dell’opera “L’elisir d’amore”, dal 19 marzo al 19 aprile, verrà allestita la  Mostra: “Lele Luzzati – creatore di colore”, una selezione di costumi di scena disegnati da Emanuele Luzzati per produzioni di opere e balletti di proprietà della Fondazione Teatro alla Scala che saranno collocati nel foyer principale del Teatro Carlo Felice per il pubblico del Teatro.
La Mostra, sostenuta dalla Fondazione Rotary in occasione dei 100 anni di attività, ha lo scopo di far conoscere la prolifica creatività del poliedrico artista nell’occasione costumista per “Il Principe felice” di Franco Mannino, “I Capuleti e i Montecchi” di Vincenzo Bellini, “Il Buffone” di Serghiej Prokoviev.
In particolare i due costumi dell’opera di Bellini sono stati indossati da Renata Scotto e Luciano Pavarotti.
La Dr.ssa Tiziana Lazzari, in qualità di Governatrice del Distretto 2032 Rotary International, che ha fortemente sostenuto questo progetto, sottolinea  "Nell'anno rotariano 2016/2017, la nostra Fondazione Rotary compie 100 anni. Si tratta di un secolo in cui i soci del Rotary hanno migliorato la qualità di vita di molte comunità nel mondo. Attraverso la nostra Fondazione, i soci del Rotary hanno finanziato migliaia di progetti per fornire acqua pulita, combattere le malattie, promuovere la pace, fornire l'istruzione di base e far crescere l'economia locale.  
Il nostro Distretto, già impegnato in diverse attività volte a far comprendere la natura delle nostre attività e finalità, desideroso di promuovere presso la cittadinanza una migliore conoscenza del proprio operato, ha ideato una proposta espositiva centrata sulla figura del poliedrico artista Emanuele Luzzati, nell’occasione costumista per il Teatro alla Scala.
Grazie alla notorietà dell’artista e al prestigio delle istituzioni coinvolte siamo certi di offrire una occasione culturale e nel contempo veicolare al meglio i principi del sodalizio internazionale da noi rappresentato. Grazie alla disponibilità del Teatro alla Scala abbiamo avuto in  prestito temporaneo alcuni costumi di scena del Maestro Luzzati.
Ci sembra interessante poter offrire ai genovesi e a tutti coloro che si troveranno a Genova la possibilità di conoscere la prolifica e immaginifica creatività di Emanuele Luzzati quale costumista, unita alla accoglienza delle strutture del Teatro Carlo Felice, alla prestigiosa collaborazione del Teatro alla Scala e alla tutela che il Museo Luzzati da sempre attua sull’immagine dell’artista.
La mostra, costituita da una serie di manichini rivestiti da costumi - opportunamente individuati tra quelli disegnati da Emanuele Luzzati per le opere e i balletti del Teatro alla Scala - e collocati nel foyer si terrà dal 19 marzo, data della prima dell'opera L’elisir d'amore, al 19 aprile quando il Distretto Rotary 2032 festeggerà, sempre al Carlo Felice, i 100 anni della Rotary Foundation. La particolare attenzione dei Club Rotary genovesi per il decennale della scomparsa di Lele Luzzati è documentata anche dalla serata dell'11 aprile quando verrà presentato il laboratorio di arti sceniche della Fondazione Luzzati e i Club doneranno una piattaforma per la raccolta di fondi tramite il crowdfounding."
La Ditta Bonaveri s.r.l. di Redazzo, ha messo a disposizione i 6 busti su cui verranno collocati i costumi. A loro è rivolto un particolare ringraziamento per la preziosa collaborazione concessa.
La sinergia tra Fondazione Teatro alla Scala, Fondazione Rotary, Fondazione Teatro Carlo Felice con la tutela del Museo Luzzati che vigila da sempre sull’immagine dell’artista ha permesso la realizzazione di un evento di grande portata culturale in occasione del decennale dalla morte del grande maestro.

IL PREMIO ABBIATI COME MIGLIOR DIRETTORE DEL 2016 A MICHELE MARIOTTI

IL PREMIO ABBIATI A MICHELE MARIOTTI





Il Teatro Comunale di Bologna esprime le sue più sentite felicitazioni per l’assegnazione del XXXVI Premio Abbiati della Critica Musicale Italiana al suo Direttore musicale Michele Mariotti, come Miglior direttore d’orchestra del 2016.
Sono sinceramente entusiasta per questo riconoscimento – dice il Sovrintendente Nicola Sani – attribuito a una figura di eccellenza della nuova generazione italiana in campo musicale, che si sta distinguendo a livello mondiale. L’Abbiati a Michele Mariotti premia non soltanto le sue straordinarie qualità interpretative, ma anche un percorso determinato e coerente, svolto in gran parte nel nostro teatro, dove è stato prima Direttore principale - dal 2008 - e poi Direttore musicale – dal 2014. Percorso che ha valorizzato sensibilmente le formazioni artistiche del Teatro Comunale di Bologna, portandole a un indiscusso livello di eccellenza, internazionalmente riconosciuto”.

Reduce dal personale successo a Monaco, alla Bayerische Staatsoper con la Semiramide di Rossini, e in concerto con i Münchner Symphoniker, Mariotti prossimamente sarà protagonista a Bologna del concerto dedicato ad Arturo Toscanini nel 150esimo anniversario della nascita, in programma sabato 25 marzo al Teatro Manzoni, mentre dal 9 aprile interpreterà il dittico formato da Cavalleria rusticana di Mascagni e La voix humaine di Poulenc, con la regia di Emma Dante. Ad agosto poi, debutterà al Festival di Salisburgo nei Due Foscari di Giuseppe Verdi, con Placido Domingo. 

AL TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA PER L'UNICEF L'OPERINA "IL VIAGGIO DELLA PIGOTTA"


TCBO: l'operina "Il viaggio della Pigotta" in prima assoluta,
grazie ad un progetto realizzato insieme a UNICEF.

Martedì 21 marzo ore 21.00, Teatro Comunale di Bologna


Ben 180 giovani e giovanissimi, tra musicisti, danzatori e coristi, sono i protagonisti dell'operina in un atto Il viaggio della Pigotta, in scena martedì 21 marzo alle ore 21.00 al Teatro Comunale di Bologna in prima esecuzione assoluta. Le musiche e la direzione sono di Valentino Corvino, la regia e il libretto di Claudia Palombi, le coreografie di Franca Zagatti e le video proiezioni scenografiche di Tommaso Arioso.
Il progetto, voluto dal Comitato per l'UNICEF di Bologna e dal Teatro Comunale di Bologna, vede la collaborazione dei danzatori e degli attori del Centro Mousikè, dell'Orchestra Fenjce della Scuola Secondaria di Primo Grado C. Jussi, IC2 San Lazzaro di Savena, della Scuola di Teatro di Bologna “Alessandra Galante Garrone” e del Coro di Voci Bianche del teatro felsineo diretto da Alhambra Superchi.

Il viaggio della Pigotta è un'operina dalla narrazione visionaria, calata appieno nella contemporaneità del nostro vivere, in cui convergono i poliedrici linguaggi artistici della danza, della musica, della parola e del visivo, e dove a fare da fil rouge è l'immagine rassicurante della Pigotta – un'eroina in viaggio che dovrà attraversare situazioni amare e dolorose per raggiungere il lieto fine.
Il progetto è stato condiviso con entusiasmo da un gruppo di artisti, insegnanti e operatori che hanno messo la propria esperienza al servizio di uno stesso obiettivo: promuovere e raccogliere fondi a sostegno delle campagne umanitarie di UNICEF.

«Un sogno che si avvera – sostiene Nicoletta Grassi, Presidente del Comitato provinciale per l'UNICEF di Bologna– ecco che cos’è questo spettacolo per me e per il Comitato UNICEF, se dovessi esprimerlo in poche parole. La motivazione principe è stata quella di poter realizzare una produzione fatta dai ragazzi e per i ragazzi, con i temi cari ad UNICEF, sui diritti e sulla tutela dell’infanzia e dell'adolescenza. Per la prima volta con il patrocinio del Comune di Bologna, il Comitato provinciale per l'UNICEF e il Teatro Comunale riescono ad offrire il 21 marzo alla cittadinanza un progetto che è frutto di un lavoro condiviso da più giovani. Perché la Pigotta? Perché rappresenta l’immagine di UNICEF ed è ambasciatrice dei ragazzi nel mondo».

Il progetto ha anche come obiettivo comune quello di evidenziare e potenziare i valori della musica e della danza nella formazione dei ragazzi, offrendo a interpreti giovanissimi (musicisti, coristi, danzatori e attori) la possibilità di partecipare ad un’esperienza di creazione e produzione artistica all’interno di parametri di alta professionalità.

«Al tema dell'infanzia, che ci sta particolarmente a cuore – dice Nicola Sani, Sovrintendente del Teatro Comunale – dedichiamo una parte importante delle nostre attività per diffondere la conoscenza e la passione della musica presso il pubblico dei giovanissimi. Siamo convinti che la musica sia un mezzo molto importante per aprire un terreno di dialogo tra le generazioni e formare un nuovo pubblico di fruitori dell’opera attraverso una chiave di accesso ludica, di divertimento e di spettacolo. Inoltre - continua Sani - per tutti i bambini l'opera lirica e in generale lo spettacolo scenico di musica, canto, danza, movimento, è uno stimolo fondamentale per accendere la fantasia e creatività di ciascuno, attraverso la conoscenza di linguaggi differenti che contengono sia una componente visiva che sonora. Viviamo in una società che si definisce "multimediale", ma nel nostro tempo l'educazione alla ricezione consapevole dei linguaggi audiovisivi è pressoché assente. Ma non sono solo queste le ragioni per cui è importante avvicinare i più giovani alla grande tradizione dell'opera lirica; occorre far crescere in loro l'idea che attraverso l'opera possono fruire e dar vita a delle storie che li riguardano, sia in relazione al repertorio, sia per la creazione di nuove opere pensate, come in questo caso, per il loro mondo e il loro contesto sociale e ambientale. Per questo siamo entusiasti di questa collaborazione con l'UNICEF, che siamo certi si potrà rinnovare in futuro, con nuovi, esaltanti progetti in favore delle nuove generazioni.»


L’intero incasso della serata sarà devoluto al Comitato UNICEF di Bologna per la realizzazione dei programmi a tutela dell’infanzia e dell’adolescenza

PER L'OPERA PER BAMBINI AL PETRUZZELLI: ALADINO E LA SUA LAMPADA

La Fondazione Petruzzelli presenta

la nuova produzione Aladino e la sua lampada

Sabato primo aprile alle 17.00
la rappresentazione pomeridiana aperta a tutti
della nuova Opera per bambini



Nell’ambito delle attività dedicate ai giovani la Fondazione Petruzzelli presenta la nuova produzione Aladino e la sua lampada, commissionata al maestro Nicola Scardicchio che ne ha composto musiche e versi e per la regia di Marinella Anaclerio che ne ha curato dialoghi e drammaturgia.
 
Dirigerà l’Orchestra del Teatro Petruzzelli il maestro Alvise Casellati, maestro del Coro del Teatro Petruzzelli Fabrizio Cassi.
A firmare le scene Francesco Arrivo, il disegno luci Peppino Ruggiero.

A dar vita allo spettacolo: Andrea Inglese (Aladino), Alberto Comes (Mago/Sultano), Patrizia Labianca (Madre di Aladino), Tony Marzolla (Gran Visir/Genio della Lampada), Antonella Carone (Principessa Budur), Carlo Callea (Mohammed), Maria Giaquinto (Fruttivendola/Sultana), Loris Leoci (Banditore), Marco Altini (Genio dell’Anello/Guardia), Dino Parrotta (Messo/Guardia).

La rappresentazione aperta al pubblico di tutte le età, con biglietti al costo di 5 euro, andrà in scena sabato primo aprile alle 17.00.
(Biglietti in vendita al botteghino del Teatro Petruzzelli e on line su www.bookingshow.it. Informazioni 080.975.28.10).

Aladino e la sua lampada è la terza produzione commissionata dalla Fondazione Petruzzelli e realizzata pensando alla formazione del pubblico di domani, dopo Il giovane Artù  presentato nel 2014 con musiche di Nicola Scardicchio, libretto di Teresa Petruzzelli e regia di Marinella Anaclerio e Cenerentola, andata in scena nel 2016 con musiche di Cristian Carrara e libretto e regia di Maria Grazia Pani.

L’opera è in programma per le scuole in doppia rappresentazione alle 10.00 ed alle 11.30: martedì 21, mercoledì 22, giovedì 23, venerdì 24, lunedì 27, martedì 28, mercoledì 29 giovedì 30 e venerdì 31 marzo, lunedì 3, martedì 4 mercoledì 5, giovedì 6 e venerdì 7 aprile. (Informazioni www.fondazionepetruzzelli.it, sezione Ufficio Scuola).






Aladino e la sua Lampada

Quando il saggio indica la luna
Lo stolto guarda il dito.

… ma quanti sono i saggi che in fondo amano farsi guardare il dito? Raccontare la storia di Aladino è raccontare un percorso di iniziazione e crescita, analizzare nel profondo il rapporto tra Maestro e discepolo, insomma è raccontare una favola ricca di significati esoterici.
Aladino è un ragazzino sconosciuto, di famiglia poverissima, svogliato e fantasioso che, affrontando con coraggio e determinazione una serie di prove in cui rischia anche la vita, riuscirà a diventare un principe amato da tutti.
La celebre favola orientale sceglie una metafora molto forte per raccontare le qualità innate ed inesauribili di cui tutti siamo dotati: nel fondo di una grotta meravigliosa, piena di ogni genere di ricchezze, l’oggetto più prezioso è una vecchia lampada ad olio, il Vero Io che spesso giace silenzioso e sommerso da tante illusioni. Il Mago avido, che si presenta come zio amorevole e Maestro, conduce Aladino alla Grotta a cui solo il ragazzo ha accesso, per rubargli la “sua Lampada”, dunque la sua personalità. Quanti Maestri nei secoli e tutt’oggi non voglio altro che passivi proseliti? Dal momento che Aladino intuisce che quella Lampada ha un valore vitale per lui, si rifiuta di darla al finto Zio, che per vendetta lo chiude nella grotta.
Comincia lì il suo percorso di crescita. La Madre, che poco si fida di lui, lo segue con diffidenza, e per timore lo frena costantemente. Anche questo aspetto può essere considerato un archetipo: le persone più difficili da convincere del nostro cambiamento sono proprio le persone più vicine. All’inizio il ragazzo, intimidito dalla donna, si accontenterà di utilizzare la Lampada solo per assicurarsi la sopravvivenza, ma quando s’innamora della Principessa sfiderà se stesso ed il suo ambiente per essere fino in fondo all’altezza dell’oggetto del suo amore. L’Amore è dunque l’altra metafora della favola, l’importanza dello stimolo che deriva dall’amore sincero per un’altra creatura, stimolo che porterà Aladino sempre più in alto.
Abbiamo scelto di sviluppare la fiaba fino alla conclusione di quello che può essere considerato il nucleo fondamentale: il matrimonio di Aladino con la principessa Badr-al- Budur. Tutta la seconda parte, il ritorno del Mago con la sua sconfitta definitiva,  è in fondo un ripetersi di temi con prove ulteriori che, pur nella piacevolezza dell’intreccio, in sostanza aggiungono poco al già detto.  Una fiaba per bambini dunque … ma non solo!


Marinella Anaclerio







Aladino e la sua Lampada

Perché Aladino? Proprio a me? Una delle più belle opere liriche italiane del novecento è senza dubbio Aladino e la lampada magica di Nino Rota su libretto poeticamente - e non solo poeticamente - magistrale di Vinci Verginelli: i due miei Maestri in tutti i sensi.

In ordine: Massimo Biscardi mi chiama a comporre un’opera per i giovanissimi sul tema della celeberrima favola orientale. Io gli dico che mi atterrisce il confronto con tanto grandi Maestri sul tema medesimo. Il Sovrintendente ha un coraggio che riesce contagioso ed insieme stimolante.

Verso la fine di luglio del 2014 mi invitò per la prima volta a comporre per il teatro barese, nel quale sono praticamente nato, essendone stato frequentatore assiduo fin da bambino e quindi quasi da sessant’anni. Ne fui molto lusingato: comporre per la propria città su invito di un musicista di tale levatura e severità non posso negare che mi abbia allora fatto molto piacere. Biscardi mi disse che ci sarebbero voluti i tempi tecnici per dar forma al progetto e che l’opera sarebbe andata in scena nel mese di novembre. Io pensai che in un anno e mezzo sarei riuscito a metter giù qualcosa di buono. Sorpresa ed incubo: non si parlava del novembre 2015 ma del novembre dello stesso 2014. Mi cascarono le braccia: come fare in poco tempo, senza un libretto già steso e senza ancora un’idea precisa della cosa in sè, a comporre nientemeno che un’opera, per quanto limitata alle dimensioni di un’ora di durata (ma la Salome e l’Elektra  sono solo di poco più lunghe, si parva licet componere magnis) senza uscirne con le ossa rotte? Stavo per declinare l’invito: prima che mi decidessi a dare forfait Massimo Biscardi mi dice che l’argomento dev’essere la leggenda di Re Artù. Mi ricascarono le braccia: da anni andavo compilando quaderni e taccuini con frammenti su un ipotetico libretto d’opera sulla storia affascinante del mitico re britannico, soprattutto sulla sua formazione sotto la guida di Merlino. Ma, cosa davvero assurdamente coincidente, con i miei amici avevamo già da tempo programmato voli aerei, alberghi, itinerari e noleggiato un’auto per una vacanza nel Galles, la terra in cui si sarebbero svolte secondo la leggenda le gesta di Artù. Addirittura avevamo prenotato la visita ad un’antica miniera gallese chiamata ‘King Arthur’s labyrinth’. Troppi segni del Fato. Accettai e feci bene perché ai giovanissimi piacque molto, cosa per me molto importante, poiché sono convinto che sono loro non solo il pubblico futuro ma sono il nostro futuro stesso, e l’educazione al Bello per me è cosa essenziale nella formazione di coscienze rette ed intelligenti. Se i fanciulli non avessero gradito per me sarebbe stata una grande delusione e mortificazione.

Quando Biscardi mi propose poco prima dello scorso Natale, e quindi con molto meno tempo a disposizione, di metter giù un’opera su Aladino, con quel grande modello rotian-verginelliano alle spalle stavo davvero per rinunciare: troppo poco tempo e troppo pesante il

confronto. Ma nell’estate scorsa con i soliti amici abbiamo fatto le vacanze in Israele. Gerusalemme, il Mar Morto, Giaffa, Tel Aviv….. i mercati mediorientali della Porta di Damasco ed i cammelli nel deserto pietroso del Mar Morto, i colori ed i profumi di spezie, stoffe, frutti. Ancora una volta le suggestioni furono la discriminante tra una saggia e in molti sensi motivata e non certo vile rinuncia e la temeraria accettazione di comporre in due mesi – più o meno – questa nuova opera, per fortuna collaborando con Marinella Anaclerio, già eccellentissima coautrice della precedente opera ‘Il giovane Artù’.

La favola di Aladino è, come diceva Rota parlando della sua decisione di farne un’opera, una favola non gratuita. Essa nell’apparente fantasiosità dell’argomento parla di princìpi fondamentali nella formazione di una coscienza individuale: cos’è una lampada magica? Perché strofinandola ne vien fuori un Genio che obbedisce al possessore? E cosa rappresenta quel Genio, generato dall’operatività del possessore ed a sua volta generante cose meravigliose? Perché un Mago potente può condurre fino alla soglia della grotta misteriosa il prescelto, peraltro ignaro del tesoro che sta per conquistare, e che è da sempre a lui destinato?

Visitando le viscere della terra e percorrendo la retta strada Aladino raggiunge l’occulto oggetto, vera pietra di fondazione di un universo ‘altro’, in cui l’irreale si concretizza, la parola si fa realtà: ed è l’inizio di un viaggio perenne in un nuovo mondo, o meglio in un mondo delle cui leggi e della cui esistenza si era all’oscuro. Al ritmico battere del bastone del Mago la terra si apre e si scopre l’accesso alla grotta oscura ed incognita: saggio è il mortale che oserà scendere nelle tenebre da cui emerge la luce ed il potere della Lampada, appunto strumento di Luce. Ed Aladino capirà a sue spese che anche un Mago potente può avere le sue miserie ed indegnità, che bisogna guardarsi dai finti maestri prevaricatori e non disinteressati, che occorre sapere e volere, perché il solo desiderio rende schiavi di ciò che si vorrebbe avere, mentre una volontà educata e forte prende, afferra ed usa ciò che vuole possedere; e si capirà che solo chi ha davvero la giusta formazione interiore può conquistare la Lampada, perché essa non è raggiungibile da chi la desidera, perché il desiderio è sintomo di animo incline alla suggestione di ciò che piace, mentre la volontà deriva dalla maturità di non adoperare le forze magiche per fini malvagi.

Ma, dirà qualcuno, Aladino non adopera la Lampada per impedire le nozze della Principessa Budùr con il suo rivale Mohammèd? Ebbene sarà meglio ricordare che il senso che nelle favole ha il matrimonio del protagonista con la sua bella, in tutte le tradizioni di ogni paese, non è quello di una banale storia d’amore, ma la metafora della conquista da parte dell’Eroe della propria spiritualità o meglio consapevolezza di se’. E nulla merita ogni sforzo e tentativo più della realizzazione della propria vera natura, integralmente intesa. Aladino per entrare nella grotta deve pronunciare il nome suo, quello di suo padre e quello di suo nonno paterno, e cioè deve affrontare il cimento per realizzare se stesso con la piena consapevolezza di chi è e di quali siano i suoi fondamenti originari.

E tanto ancora ci sarebbe da osservare e commentare: tutto questo in un’ora di musica e parole?

È una favola che i suoi significati se li porta appresso da sempre e, grazie al Cielo, non tocca al povero compositore inventare una musica che tutto ciò rappresenti, ma una musica che lasci passare i significati del racconto senza impedirne la trasparenza e, perché no?, il divertimento che situazioni e personaggi possano ingenerare nello spettatore.

Spero che anche questa volta soprattutto i miei giovanissimi amici ma anche i meno giovani, con piacere e nel divertimento trovino facilmente la loro strada per la conquista della propria Lampada.


Nicola Scardicchio