venerdì 2 agosto 2013

PRESTIGIOSA EDIZIONE DEL FESTIVAL DELLA VALLE D'ITRIA

CON LA “MESSA DI REQUIEM” DI VERDI SI E’ CONCLUSO IL FESTIVAL DI MARTINA

Martina Franca - Dopo aver assistito alla “Messa di Requiem” di Verdi al Palazzo Ducale di Martina Franca, ultima rappresentazione della XXXIX edizione del Festival della Valle d’Itria, è accaduto che guardando la TV  abbia visto parlare Riccardo Muti con orchestra e coro schierati
sul palco per un concerto dedicato ai terremotati dell'Emilia-Romagna. Immediatamente mi è tornata in mente la “Messa di Requiem” da lui diretta nel concerto svoltosi al Senato lo scorso 16 dicembre al cospetto del parlamento e del Presidente della Repubblica. In quell’occasione, il maestro rivolto al Cardinale Bertone, seduto tra gli scranni dei senatori, volle sottolineare: “Non creda che Verdi fosse ateo. Era un mangiapreti sì, ma le sue musiche finiscono tutte guardando ad un mondo trascendente”. Condivido pienamente questo punto di vista. La “Messa di Requiem”  verdiana è, infatti, un viaggio attraverso gli Inferi ed il Purgatorio; un viaggio che termina alle porte del Paradiso per chiedere asilo e pace e soprattutto  il percorso dell’inquietudine spirituale dell’autore, agnostico quale egli era. In modo emblematico il musicista fa concludere l’opera con un’implorazione sincera ed insistente : “Libera me”. La “Messa di Requiem” di Verdi è una composizione sacra del 1874 per coro, voci soliste ed orchestra ed è dedicata all’amico scrittore Alessandro Manzoni, scritta dopo un lungo periodo di inattività artistica, dopo il successo ottenuto con Aida. In realtà egli pensava da tempo ad una composizione di ispirazione sacra. Il suo “Requiem” è  frutto del dolore provocato dalla morte di due grandi italiani Rossini e Manzoni. Già con la morte di Rossini nel 1869, Verdi organizzò con altri amici un “Requiem” a più mani, che pur portato a termine, non venne mai rappresentato.  Con la successiva morte dell’amico-patriota Manzoni nel 1873, con cui condivideva  gli ideali  del Risorgimento, di giustizia e libertà, prese corpo l’idea di scrivere da solo l’intera “Messa”, partendo proprio dal “Libera me, Domine” composto precedentemente per il musicista di Pesaro. Il successo fu enorme ed il carattere sublime e nobile della composizione conferì  alla stessa immediato successo e fama internazionale.  Il giovane direttore  Omar Meir Wellber,  ha diretto con determinazione e precisione ed ha saputo cogliere le dinamiche dell’opera, guidando l’orchestra dal pianissimo iniziale quasi impalpabile al fortissimo e violento del “Dies Irae” (il cui motivo è sempre presente durante tutta l’opera), e mettendo in evidenza le qualità dell’Orchestra Internazionale d’Italia, del Coro della Fondazione Petruzzelli e di un eccellente quartetto di solisti, il soprano Teresa Romano, il mezzosoprano Michela Nardella, il tenore Giorgio Berrugi ed infine il basso Gianluca Buratto. Davvero interessante la voce proprio di quest’ultimo che ha profondamente emozionato. Equilibrata, piena di umanità e di religiosità, la composizione verdiana è un connubio perfetto di stile gregoriano e lirico.  Stupendo il “Dies Irae”, commovente l”Agnus”, sconvolgente il “Libera me”. Incredibilmente emozionanti alcuni passaggi: il basso declama "mors..., mors... mors, stupebit" e subito si percepisce l'angoscia della morte;  il soprano aggiunge: "nihil..., nihil inultum remanebit" e si coglie il vuoto abissale del nulla; dopo il coro urla "dies irae"  e si avverte il terrore del giudizio eterno. La serata è stata non solo un omaggio al compositore di Busseto a 200 anni dalla nascita ed alla musica sacra italiana, ma anche al pubblico del Festival che mai come quest’anno ha occupato ogni ordine di posti in tutte le serate; un riconoscimento pieno per l’ottimo lavoro svolto dal Direttore Artistico Alberto Triola ed al Presidente Franco Punzi, che sono riusciti a realizzare egregiamente,sempre con lo stesso impegno e passione, nonostante le numerose difficoltà finanziare incontrate, un’edizione fantastica per la scelta delle opere e del cast di artisti.

In foto, in alto :il direttore Meir Omer Wellber ed
in basso a sx il Direttore Artistico Alberto Triola ed
a dx il Presidente del Festival Franco Punzi

G.L.

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