martedì 23 giugno 2020

Giovedì 25 giugno, secondo dei “Concerti per la ripresa” in diretta su Radio3 e in streaming sul portale di Rai Cultura.


RAI: OMAGGIO A MOZART CON L’ORCHESTRA SINFONICA NAZIONALE
Secondo dei “Concerti per la ripresa” in diretta su Radio3 e in streaming sul portale di Rai Cultura.
Proseguono con un “Omaggio a Mozart” i “Concerti per la ripresa” con i quali l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai torna alla sua vita musicale. Ancora una volta musica da camera, con i gruppi strumentali dell’Orchestra: giovedì 25 giugno alle 20.30 all’Auditorium Rai “Arturo Toscanini” di Torino, in diretta su Radio3 e in live streaming sul portale di Rai Cultura. Raccolti in formazioni diverse, venticinque musicisti dell’OSN Rai affronteranno tre partiture scelte all’interno dell’enorme giacimento dei pezzi d’insieme composti da Wolfgang Amadeus Mozart lungo tutta la sua storia creativa, nati come pezzi da intrattenimento, piacevoli e fantasiosi, ma senza rinunciare a una qualità artistica straordinaria.
Risale al 1771 il Divertimento KV 113 per due clarinetti, due corni e quartetto d’archi, scritto da un Mozart appena quindicenne rientrato a Salisburgo dopo il secondo viaggio in Italia, del quale il lavoro sembra conservare il ricordo nella freschezza e nella ricchezza delle idee melodiche. Più giovanile ancora la Serenata (o “Cassazione”, come si diceva allora) n. 1 KV 100/62a per due oboi, due corni, due trombe e quartetto d’archi, nata nel 1769 probabilmente per qualche festa all’aperto: un lavoro ampio e brillante, scritto con una sicurezza e un’immaginazione addirittura sorprendenti per un musicista di tredici anni. Chiude il programma una delle pagine più amate di Mozart, la Piccola musica notturna (Eine kleine Nachtmusik) per archi KV 525: frutto fra i più magici e scintillanti della maturità di Mozart, che la compose a trentun’anni poco prima di presentare a Praga il Don Giovanni: quasi una sinfonia in miniatura, non meno espressiva che scorrevole, non meno intensa che amabile.
Per motivi legati all’emergenza sanitaria, per i professori dell’OSN Rai, per gli artisti e per tutte le persone coinvolte, saranno attuate le necessarie norme di sicurezza e non sarà previsto l’accesso in sala del pubblico. La musica firmata Rai arriverà comunque nelle case di tutti gli italiani attraverso Radio3 e il portale di Rai Cultura, che trasmetteranno in diretta e in streaming tutti i “Concerti per la ripresa”. Rai5 poi, trasmetterà in diretta/differita alle 21.15 la serata di giovedì 9 luglio con Daniele Gatti, che sarà protagonista di tre concerti. Il ciclo sarà chiuso da Fabio Luisi giovedì 30 luglio.

Il Teatro Massimo di Palermo, riparte nel segno dei nuovi linguaggi e di un profondo ripensamento dello spazio teatrale.

Dopo mesi di sospensione e cancellazione di tutte le attività dal vivo e un lavoro impegnativo di reinvenzione di spettacoli compatibili con le esigenze di sicurezza con cui oggi è necessario confrontarsi, il Teatro Massimo di Palermo, con la squadra di lavoro creata ad hoc dal Sovrintendente Francesco Giambrone, riparte nel segno dei nuovi linguaggi e di un profondo ripensamento dello spazio teatrale.
E riparte “Sotto una nuova luce” con una programmazione aperta, variabile e un festival che prenderà il via il 4 e 5 luglio nella Sala Grande del Teatro di Piazza Verdi, proseguirà fino al 13 agosto all’aperto al Teatro di Verdura e tornerà in settembre all’interno del Teatro Massimo.
Ad inaugurare il programma, il monodramma per attore e orchestra Der ewige Fremde (L’eterno straniero), una commissione del Teatro Massimo alla compositrice israeliana Ella Milch-Sheriff e a seguire la Messa in Do maggiore op. 86 di Beethoven. Sul podio il direttore Omer Meir Wellber con l’Orchestra e il Coro del Teatro Massimo, Maestro del Coro Ciro Visco. La serata sarà ripresa il 5 luglio dalla rete televisiva franco-tedesca ARTE. Leoluca Orlando, Presidente della Fondazione Teatro Massimo "La ripresa dell'attività artistica del Teatro Massimo dopo la simbolica apertura del portone da parte dei bambini è un altro passo importante in questo lento e faticoso percorso di ripartenza della nostra comunità. Il Teatro, come tutte le attività e come tutti noi deve confrontarsi con una realtà mutata e adattarsi a regole essenziali per la sicurezza di tutti.
Questa ripresa è, nella migliore tradizione del Teatro Massimo, all'insegna dell'innovazione e della tradizione, del coinvolgimento delle eccellenze e dei giovani locali e dell'incontro con le eccellenze internazionali. Ne sono conferma le importanti collaborazioni internazionali sul piano artistico e della promozione. È ovviamente una ripresa incerta nella durata che sarà dettata dall'evoluzione della pandemia ma allo stesso tempo rappresenta e rappresenterà certamente un punto fermo nella estate dei palermitani, non solo degli amanti dell'opera, della musica e dei balletti." Francesco Giambrone, Sovrintendente del Teatro Massimo: “Riapriamo il Teatro perché sentiamo forte l’obbligo morale e la responsabilità civile di far parte del processo di ripartenza del paese, della città e della comunità, nonostante le difficoltà legate al rispetto delle procedure di sicurezza che limitano l’affluenza del pubblico ” - afferma Francesco Giambrone, che ha chiamato ad affiancarlo e a supportarlo in questo momento di ripensamento complessivo della Stagione 2020 il Maestro Marco Betta.
E aggiunge - “Scegliamo programmaticamente di riaprire il teatro al chiuso e non all’aperto, perché il Massimo ha alle spalle una storia di chiusura lunga 23 anni e riaprirlo ha per tutti noi e per la città, un valore fortemente simbolico. Non vorremmo mai più vedere chiuso questo teatro. E riapriamo anche ripensando completamente lo spazio che nei prossimi mesi e fino alla fine dell’emergenza sarà molto diverso da come l’abbiamo lasciato, così come sarà diversa la programmazione: non più una stagione ma un festival che ci accompagnerà intanto fino al 30 di settembre e poi si vedrà.
Una programmazione diversa, come diversi sono i tempi in cui viviamo, una sorta di festival liquido che dovrà tenere conto dell’evolvere dell’epidemia e confrontarsi con i vincoli connessi ma che intende trasformare i limiti oggettivi con cui dobbiamo fare i conti in opportunità di ispirazione creativa. Ripartiamo anche dai linguaggi del contemporaneo con una nuova commissione a Ella Milch-Sheriff confermando l’attenzione e la vocazione del nostro teatro nei confronti dei linguaggi artistici del nostro tempo”. 4 – 5 luglio ore 21,30 Per la riapertura del 4 luglio la Sala Grande è stata completamente ridisegnata da Roberto Andò, coadiuvato dallo scenografo Gianni Carluccio, tenendo conto delle esigenze di sicurezza e distanziamento di coro, orchestra, solisti e pubblico, ma ripartendo dall’idea di preservare e rafforzare, nel regime di restrizioni, la relazione tra la scena e il pubblico.
Questa nuova disposizione dello spazio scenico sarà inaugurata con una installazione video di Andò e Scarzella, in occasione della prima italiana il 4 e 5 luglio, alle 21,30 del monodramma della compositrice israeliana Ella Milch-Sheriff, Der ewige Fremde (L’eterno straniero), una nuova commissione del Teatro Massimo di Palermo in collaborazione con la Gewandhaus Orchester di Lipsia e la BBC Philharmonic di Manchester. Per la presentazione dell’opera a Palermo Ella Milch-Sheriff ha appositamente modificato il finale di questo “monodramma per attore e orchestra” in modo che Der ewige Fremde fluisca senza soluzione di continuità nella Messa in Do maggiore op. 86 di Beethoven che chiude il programma.
Da Beethoven, infatti, e da un suo sogno raccontato in una lettera, parte l’ispirazione della compositrice e il testo dello scrittore israeliano Joshua Sobol che ci mostra uno straniero, forse lo stesso Beethoven, forse un rifugiato, «che aveva una vita intensa da qualche altra parte ma che è dovuto fuggire e si trova in una cultura totalmente differente, incapace di comunicare con la gente». Come scrive la Milch-Sheriff: «Lo straniero è chiunque si trovi in un ambiente ostile, che lo respinge senza ragione alcuna, se non perché lui o lei è diverso, sembra diverso, si muove in modo diverso, parla una lingua diversa».
A dialogare con l’Orchestra e il Coro sarà l’attore Eli Danker, mentre per la messa di Beethoven i quattro solisti vocali saranno due grandi cantanti palermitane, Laura Giordano e Marianna Pizzolato, insieme al tenore Luis Gomes e al basso Evan Hughes. Sul podio il direttore musicale del Teatro Massimo, Omer Meir Wellber, che ha diretto anche la prima assoluta della composizione di Ella Milch Sheriff lo scorso febbraio a Lipsia e che sarà una presenza costante di questa nuova programmazione del teatro, sia a luglio che a settembre. L’Orchestra e il Coro, quest’ultimo diretto da Ciro Visco, staranno rispettivamente in platea e sul palcoscenico.
La regia dello spettacolo di inaugurazione del Festival è di Roberto Andò, le scene e le luci sono di Gianni Carluccio, il video di Luca Scarzella. Lo spettacolo sarà replicato il 5 luglio alle 21,30 e sarà trasmesso in diretta su ARTE, grazie all’accordo stipulato dal Teatro Massimo con la rete televisiva franco-tedesca, da RAI 3 e sarà disponibile anche sulla WebTv del Teatro. Omer Meir Wellber, direttore musicale del Teatro Massimo di Palermo “Dopo tre mesi senza musica e una situazione in Italia veramente drammatica, iniziamo a vedere un po' di speranza e sono molto felice di dire che una delle voci più alte e più importanti tra i teatri italiani proviene proprio dal Teatro Massimo di Palermo. Abbiamo deciso di non percorrere la strada più semplice e scontata, apriremo invece con due opere che rappresentano un’idea ben più complessa.
La prima è una commissione, in collaborazione con due orchestre europee, affidata a una nota compositrice di musica contemporanea, Ella Milch-Sheriff, che parla di una storia vera ispirata da un sogno che Beethoven raccontò di avere fatto, in cui immaginava di fare un viaggio da Vienna a Gerusalemme e di ritrovarsi improvvisamente straniero e spaesato in Siria in una terra in cui nessuno comprendeva il suo linguaggio. Noi invece in The eternal stranger abbiamo ribaltato questa prospettiva così che il nostro personaggio viaggia al contrario dalla Siria a Vienna, sulle note della melodia sognata da Beethoven e trascritta al suo risveglio. L’opera pertanto porta in primo piano una questione urgente che il mondo intero sta affrontando.
Dopo tre mesi di pandemia, in cui si è visto come siamo tutti molto più uguali di quanto qualcuno possa pensare, l’opera riflette proprio su questa consapevolezza che, si spera, tante persone hanno maturato durante l’emergenza del coronavirus.
La seconda parte del programma inaugurale propone invece la Messa in do maggiore di Beethoven, un'opera sulla fiducia che riponiamo in Dio, una delle meno conosciute tra le opere di Beethoven. E questo è anche il motivo per cui l’abbiamo scelta perché ci consente, in un momento come questo, di celebrare gli antieroi”.
Marco Betta, consulente artistico del Sovrintendente per la riprogrammazione della Stagione 2020. “Sotto una nuova luce, dopo il silenzio un nuovo inizio per ripartire dal 4 luglio 2020 con un Festival aperto per disegnare e immaginare i nuovi percorsi dell’arte, del teatro, della musica e della danza nel nostro tempo. Dopo l’assenza il ritorno sul palcoscenico riparte dal Teatro Massimo con la musica contemporanea e con la musica classica: Ella Milch-Sheriff e Ludwig van Beethoven insieme, una sorte di codice che mette insieme i nuovi sentieri della musica di oggi con la memoria della grande tradizione. Siamo in cammino”.
Dopo il debutto al Teatro Massimo la programmazione prosegue all’aperto al Teatro di Verdura all’interno del bellissimo giardino di Villa Castelnuovo, dall’11 luglio al 13 agosto.
Il primo appuntamento, l’11 luglio alle 21,30, è sempre con Ludwig van Beethoven e con l’amatissima Nona Sinfonia con l’Inno alla Gioia per soli Coro e Orchestra del Teatro Massimo sotto la direzione di Omer Meir Wellber. Tra i solisti due figlie d’arte del Teatro Massimo, il soprano Desirée Rancatore e il mezzosoprano Chiara Amarù, con il tenore René Barbera, che torna al Teatro Massimo dopo l’Idomeneo mozartiano del 2019, e il basso Gianluca Buratto, maestro del Coro Ciro Visco. Una composizione rappresentativa di tutta una stagione nel segno di Beethoven e di un percorso che, come già nel concerto del 4 luglio, va dal silenzio alla musica, dalle tenebre ad una nuova luce.
Elemento fondamentale in Beethoven è il ritmo, così come per la musica di George Gershwin, che è il protagonista del concerto del 17 luglio al Teatro di Verdura, diretto da Wayne Marshall, anche solista al pianoforte: in programma, dopo l’Ouverture da Candide di Leonard Bernstein, le Variazioni su I Got Rhythm per pianoforte e orchestra, la suite da Porgy and Bess e la Rapsodia in blu. Un ritorno atteso per il direttore inglese, che lo scorso anno ha diretto al Teatro Massimo con grandissimo successo il musical My fair Lady.
Si dividerà tra podio e pianoforte anche Omer Meir Wellber per il concerto del 22 luglio, quando sarà anche solista per il Concerto per pianoforte e orchestra K 414 di Wolfgang Amadeus Mozart, prima della Sinfonia n. 4 di Pëtr Il’ič Čajkovskij.
La messa da Requiem di Giuseppe Verdi, composta per ricordare Alessandro Manzoni, è la più nota opera sacra dell’Ottocento italiano. Questa monumentale composizione, con la forza travolgente del suo Dies Irae, sarà diretta il 26 luglio da Omer Meir Wellber.
I solisti vocali saranno il soprano Carmen Giannattasio, il mezzosoprano Marianna Pizzolato, il tenore René Barbera e il basso Gianluca Buratto, Orchestra e Coro del Teatro Massimo, maestro del Coro Ciro Visco. 2 agosto Il 2 agosto è di scena la danza con una creazione affidata a Davide Bombana, il nuovo direttore del Corpo di ballo del Teatro Massimo. In scena il Corpo di Ballo del Massimo e quattro primi ballerini del Teatro alla Scala ospiti: Martina Arduino, Marco Agostino, Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko. Una serata concepita in base alle regole del distanziamento, con tutti i danzatori a distanza di sicurezza tranne le due coppie di ballerini della Scala che fanno coppia anche nella vita e che interagiranno senza distanziamento.
La coreografia è stata commissionata dal Teatro Massimo a Davide Bombana, che debutta così nel suo nuovo ruolo e che propone uno spettacolo dal titolo emblematico, Ripar-Tänze, che gioca sulla parola danze (Tänze) in tedesco e la necessità di ripartire, di trasformare le limitazioni in spunti per nuove idee: il sottotitolo è “Grossa Fuga ai tempi del Covid19”, con allusione alla Grosse Fuge op.133 di Beethoven che accompagnerà i movimenti dei danzatori. La prima parte dello spettacolo invece vede una sfilata di passi a due dal grande repertorio classico/contemporaneo, dello stesso Bombana ma anche di Kenneth MacMillan, Mauro Bigonzetti e Heinz Spoerli. Davide Bombana, direttore del Corpo di Ballo del Teatro Massimo “Il periodo di grande insicurezza che stiamo vivendo a causa del Covid 19 ha reso più vulnerabili tutti i settori della cultura e dello spettacolo ed in special modo quello della danza. Quando durante il periodo del lockdown più rigido guardavo in rete i danzatori che facevano il loro training segregati a casa, mi tornava in mente una meravigliosa poesia di Rilke "la Pantera” e quell’inquietudine vigorosa dei felini in cattività.
La mia creazione RIPAR-TÄNZE vuole essere un messaggio di speranza, un'esplosione di energia, una ribellione a quel senso di chiusura e di alienazione di chi pur isolato rimane comunque in costante ricerca dell'altro, al di là di ogni ostacolo o barriera”. 9-11 agosto Un’altra coppia nella vita, quella costituita da Roberto Alagna e dalla moglie Alexandra Kurzak, che sarà protagonista di Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni in una versione in forma di concerto il 9 e l’11 agosto in un evento di grandissimo rilievo che vede il ritorno in Italia di Roberto Alagna dopo il clamoroso addio alla Scala e le contestazioni per l’Aida nel 2006. Un ritorno per la star internazionale che è anche un ritorno a quella Sicilia dove ha sempre rivendicato le proprie radici. A completare il cast saranno Sofia Koberidze (Lola), Ernesto Petti (Alfio) e Romina Boscolo (Mamma Lucia), sul podio Carlo Goldstein a dirigere Orchestra e Coro del Teatro Massimo, maestro del Coro Ciro Visco.
L’attività di agosto si conclude il 13 con il concerto delle formazioni giovanili del Teatro, Massimo Kids Orchestra e Coro di voci bianche, con un programma che spazia da brani tra i più noti del repertorio classico (Bizet, Mascagni) e cinematografico (Ennio Morricone) fino a composizioni pensate appositamente per le formazioni Kids del Teatro. Dirigerà Michele De Luca, maestro del Coro Salvatore Punturo. Settembre E sono già definiti molti degli appuntamenti di settembre, anche se altri ancora se ne aggiungeranno, perché Sotto una nuova luce nasce appunto come festival in continuo divenire e sviluppo. Spazio quindi alla grande musica del Novecento con Un sopravvissuto di Varsavia di Arnold Schönberg il 13 settembre, sotto la direzione di Omer Meir Wellber insieme alla Messa dell’Incoronazione di Mozart.
Ancora Mozart per Wellber il 22, 24 e 26 settembre con un Don Giovanni (in forma concertante). Il 16 settembre le Quattro stagioni di Vivaldi e quelle di Piazzolla saranno eseguite insieme, con la direzione di Wellber e Jacob Reuven solista al mandolino. Il 25 settembre si aggiunge un nuovo tassello dell’omaggio a Beethoven nel duecentocinquantesimo anniversario della nascita, con il Concerto per violino op. 61 e la Settima Sinfonia. Sempre Wellber sul podio, solista sarà la violinista Midori, in residenza al Teatro Massimo, che sarà anche protagonista insieme a Wellber di un concerto di musica da camera il 26 mattina. Tutti gli spettacoli saranno trasmessi in diretta sulla webTv del Teatro che in questi mesi di chiusura è stata l’unica voce creativa che ha mantenuto vivo il rapporto con il pubblico e una programmazione giornaliera.
Nei tre mesi di lockdown, oltre centomila persone hanno assistito agli spettacoli mandati in onda sul sito del Teatro: non solo opere, balletti e concerti, ma anche speciali realizzati ad hoc, percorsi a tema nella storia della lirica, produzioni musicali che hanno coinvolto gli artisti a casa. In termini numerici è come se il Teatro avesse proposto ogni giorno uno spettacolo diverso e avesse registrato ogni giorno un sold out. Inoltre prosegue la prestigiosa collaborazione con la rete televisiva franco-tedesca ARTE.
Il Parsifal, che ha inaugurato la Stagione 2020, prodotto dalla Fondazione Teatro Massimo e trasmesso da ARTE, ha totalizzato dal 10 aprile a oggi.

venerdì 19 giugno 2020

Dal 17 luglio al 2 agosto il Festival Internazionale del Balletto e della Musica Nervi 2020


Con tre prime assolute e un’anteprima nazionale il Festival Internazionale del Balletto e della Musica-Nervi 2020 ritrova l’alto profilo che appartiene alla storia della manifestazione.

Nata nel 1955 è tra le più importanti nell’Italia del dopoguerra. 
Inaugurazione venerdì 17 luglio, nella cornice suggestiva dei Parchi di Nervi, con la prima delle tre novità assolute: Duets and Solos, spettacolo in cui étoiles internazionali si esibiscono in assoli e passi a due su musiche eseguite dal vivo da due interpreti di prima grandezza, il violoncellista Mario Brunello e la pianista Beatrice Rana. Il tutto nel rispetto rigoroso delle norme anti-Covid: i duetti saranno danzati da coppie di ballerini che sono coppie anche nella vita. Lo spettacolo è realizzato in collaborazione con il Ravenna Festival. Mercoledì 29 luglio, la seconda prima assoluta, Love, protagonista Eleonora Abbagnato, étoile all’Opéra di Parigi e icona della danza classica, regia e coreografie di Giuliano Peparini, uno dei coreografi di punta del momento. Sabato 1 agosto, un’anteprima nazionale, che debutterà in prima assoluta al Festival di Spoleto il 28 agosto: Le creature di Prometeo/Le creature di Capucci, azione scenico-coreografica sull’unica partitura per balletto composta da Beethoven, in omaggio al 250° anniversario della nascita del grande compositore, con i costumi firmati dallo stilista Roberto Capucci, che Anna Fendi ha definito “il Dio della Moda”. Domenica 2 agosto, a chiusura della manifestazione, la terza prima assoluta, una nuova produzione di Werther, melologo di Gaetano Pugnani, compositore torinese della seconda metà del ’700, su testo tratto dal capolavoro di Goethe; una serata originale che il Teatro Carlo Felice, in collaborazione con il Teatro Nazionale di Genova, dedica a Nervi, ambiente perfetto per l’incontro evocativo tra la parola recitata e la musica.

Oltre agli appuntamenti già citati, ce ne saranno altri sette, che copriranno generi diversi tra loro, ma all’insegna di due valori comuni imprescindibili: l’alta qualità degli interpreti e il contesto unico dei Parchi di Nervi, l’oasi verde più incantevole e romantica della città, con le sue ville nobiliari, le piante esotiche che arricchiscono di profumi e colori la flora mediterranea, e un fascino che getta le radici nell’800, quando Nervi era una tappa immancabile del “viaggio in Italia”. 

Sabato 18 luglio salirà sul palcoscenico del Teatro dei Parchi di Nervi Mario Biondi, la voce più soul della musica italiana, nella sua unica tappa italiana del tour Live. Per l’occasione, l’artista proporrà in pubblico, per la prima volta, il progetto digitale Paradise alternative Productions.  
Domenica 19 luglio sarà protagonista Beppe Gambetta, che presenterà dal vivo, per la prima volta, il suo ultimo CD Where the wind blows/Dove tia o vento, uscito durante la pandemia, 10 canzoni in cui il chitarrista genovese ha sorpreso tutti, a partire dai suoi fan, debuttando come cantante e songwriter.
Martedì 21 luglio arriverà a Nervi uno dei più apprezzati cantautori italiani, un maestro della canzone intesa come poesia in musica: Roberto Vecchioni, che con questa serata riprenderà L’infinito Tour, sospeso durante il lockdown.
Mercoledì 22 luglio, spazio al grande jazz di scuola italiana, con Tullio De Piscopo (batteria) e Aldo Zunino (contrabbasso), guidati dal pianista internazionale Dado Moroni; tre musicisti che, grandi amici nella vita, hanno deciso di riunirsi in trio per celebrare la loro intesa artistica, nel modo così unico che solo l’improvvisazione jazzistica tra anime affini permette.
Giovedì 23 luglio, una serata speciale, un omaggio a una delle figure più originali e fantasiose dello spettacolo italiano: Arturo Racconta Brachetti, una sorta di talk-show in cui il World Master of quick change, come lo chiamano gli americani, ovvero il più grande trasformista vivente, si racconta al pubblico, tra vita privata, palcoscenico e, naturalmente, trucchi e illusioni da lasciare a bocca aperta.
Venerdì 24 luglio, il pianista-compositore in jeans, T-shirt e scarpe da ginnastica che ha convertito un’intera generazione al pianoforte e a una nuova idea di “musica classica contemporanea”: Giovanni Allevi, in un concerto il cui titolo dice già tutto, Piano Solo.
Domenica 26 luglio, Fabio Armiliato, uno dei tenori più importanti della sua generazione, si esibirà in una serata dedicata al tango, Recital CanTango, genere di cui è un appassionato cultore oltre che trascinante interprete.


Dichiara Marco Bucci, Sindaco di Genova: «Nonostante non sia un’estate semplice per organizzare grandi eventi, Genova ha voluto dare un segnale importante di attenzione al mondo dello spettacolo, della cultura e della musica. Una risposta anche alla città a cui abbiamo promesso un pieno rilancio dei parchi di Nervi e un triennio che si completa con il “Festival Internazionale del Balletto e della Musica”, dopo l’approdo nei parchi di Euroflora nel 2018 e del Festival del 2019. Tutti gli eventi si svolgeranno nella massima sicurezza seguendo i protocolli previsti in questa fase post-emergenza. Siamo davvero fieri che la regia di questo evento sia nelle mani del Teatro Carlo Felice, presenza di eccellenza della nostra Genova. Siamo pronti a vivere un’altra estate di emozioni in uno degli spazi più suggestivi della città.»

«Genova e la Liguria ripartono», aggiunge Giovanni Toti, Presidente della Regione Liguria. «Lo fanno davvero, lo fanno in sicurezza. Il Festival di Nervi quest’anno ha un valore ancora più elevato e simbolico, quello del ritorno alla normalità e ai fasti del passato, ma senza dimenticare la tutela della salute non solo del pubblico, ma anche degli artisti che saliranno sul palco. Il “Festival internazionale del Balletto e della Musica”, grazie al contributo del Teatro Carlo Felice, saprà proporre un programma degno della ricchissima tradizione culturale di Genova. Siamo particolarmente lieti che il Festival si possa tener anche quest’anno,  vista anche l’attenzione che Regione Liguria ha posto al tema della cultura e dello spettacolo: già dal 26 maggio scorso abbiamo dato infatti la possibilità agli operatori di accedere ai teatri e agli altri luoghi di spettacolo perché potessero essere pronti alla ripartenza e si potessero cominciare a svolgere tutte le attività amministrative, tecniche ed artistiche legate alla programmazione, le prove e gli allestimenti, oltre che gli interventi di manutenzione e di sanificazione in vista della ripresa delle attività.»


«Un forte segnale di ripartenza per lo spettacolo dal vivo – ha ribadito l’Assessore regionale alla Cultura Ilaria Cavo – con un programma vario che spazia dalla danza alla grande musica in tutte le sue forme classica, jazz, popolare, lirica, con personaggi di grande rilievo che porteranno Genova e la Liguria su una ribalta nazionale e grazie alla spettacolare cornice dei Parchi di Nervi faranno della cultura e della bellezza  un grande motore dell’estate ligure. Sarà uno spettacolo nello spettacolo che avrà, quest’anno, un valore simbolico ancora più forte.»

«La cultura non si ferma, anzi riparte. Dopo la restituzione al pubblico di alcuni musei cittadini, in questa fase 2 Genova non rinuncia al Festival di Nervi, pur nella stretta osservanza delle normative anti contagio – spiega l’assessore alle Politiche culturali del Comune di Genova Barbara Grosso – Un grande evento alla sua seconda edizione, che porterà nella nostra città un ricco calendario di date e numerosi artisti di fama internazionale. In questa fase di ripartenza guardiamo avanti con responsabile ottimismo e, certi di poter presto tornare ad abbracciarci, anche quest’anno abbiamo scelto di offrire ai genovesi e ai turisti un variegato programma di spettacoli che spazia dalla musica, al balletto alle performance teatrali: un evento di livello che saprà essere godibile per un pubblico vasto.»

Il Sovrintendente del Teatro Carlo Felice, Claudio Orazi, afferma: «La Fondazione Teatro Carlo Felice è orgogliosa di realizzare l’edizione 2020 del Festival  del Balletto e della Musica di Nervi. Nell’esprimere, a nome di tutti i lavoratori del Teatro, gratitudine per la fiducia accordataci dal Comune di Genova e dalla Regione Liguria, desidero sottolineare l’ottima collaborazione con Porto Antico. Il programma del Festival si prefigge di coniugare la più alta qualità degli spettacoli con l’emozionante contesto dei Parchi per offrire al pubblico serate indimenticabili nel segno della migliore accoglienza e sicurezza, così come prevedono le attuali normative. I balletti in cartellone sono stati ideati nel rispetto della fase di emergenza sanitaria e condivisi attraverso prestigiose collaborazioni artistiche con altri Festival italiani, quali il Ravenna Festival  ed il Festival dei 2Mondi di Spoleto. A Nervi potremo assistere a due prime assolute e un’anteprima nazionale. Sul versante musicale esprimo grande soddisfazione per la collaborazione tra il Teatro Carlo Felice e il Teatro Nazionale di Genova in occasione della prima assoluta di una nuova produzione di Werther di Gaetano Pugnani. Particolarmente ricco e di alto profilo artistico il resto programma, che spazia tra generi diversi: Mario Biondi, Beppe Gambetta, Roberto Vecchioni, il Trio De Piscopo-Moroni-Zunino, Arturo Brachetti, Giovanni Allevi, Fabio Armiliato.»


Conclude Rino Surace, Coordinatore generale Festival: «Tenuto conto delle restrizioni anti-Covid abbiamo operato nel segno della qualità e del consolidamento di un Festival con un brand importante e con obiettivi molto ambiziosi. Lo abbiamo fatto mettendo insieme un cartellone di primissimo livello, con allestimenti e attrezzature che offriranno al pubblico le migliori condizioni di ascolto e visibilità e, agli artisti, standard in grado di garantire le migliori performance. Sul piano operativo stiamo lavorando in partnership con Amt e Trenitalia per agevolare gli spostamenti del pubblico dalla città ai Parchi, e con Amiu e Aster impegnate rispettivamente in servizi di pulizia e manutenzione di Villa Grimaldi durante l’intero periodo del Festival. Il tutto attraverso una stretta collaborazione fra Teatro Carlo Felice e Porto Antico, che sarà formalizzata proprio in questi giorni da un protocollo d’intesa che avrà come effetto l’arricchimento dell’“Estate Spettacolo” del Porto Antico».


Il Festival Internazionale del Balletto e della Musica-Nervi 2020 è promosso dal Comune di Genova, patrocinato da Regione Liguria, realizzato dal Teatro Carlo Felice, in collaborazione con Porto Antico S.p.A.



Sabato 20 giugno 2020 alle ore 20, secondo concerto della ripresa dell’attività del Maggio e per la prima volta il ritorno del Coro.

La sinfonia n8 in si minore di Schubert Incompiuta e un programma mozartiano con la Messa per l’Incoronazione, l’Exultate Jubilate, l’Ave verum Corpus.

Zubin Mehta


200 i posti disponibili in sala al pubblico e la diretta streaming sulla piattaforma Idagio.
Altra "ripartenza" per il Teatro del Maggio con il primo concerto con il Coro che ritorna sul palcoscenico, insieme all'Orchestra, diretto dal Maestro Zubin Mehta in una serata dedicata a Franz Schubert e Wolfgang Amadeus Mozart: sabato 20 giugno 2020, ore 20.
In apertura l'incantevole mottetto "Exsultate, jubilate" di Wolfgang Amadeus Mozart con il soprano Eva Mei: un brano non specificatamente religioso di grande ricchezza musicale.
Segue la Sinfonia n. 8 in si minore "Incompiuta" di Franz Schubert, il cuore della sua poetica la cui non-completezza esercita sull'ascoltore un grande fascino.
Si continua con la luminosa e intensa “Krönungsmesse” in do maggiore K. 317 di Wolfgang Amadeus Mozart, con le voci del soprano Eva Mei, del mezzosoprano Francesca Cucuzza, del tenore Valentino Buzza, del basso Gianluca Buratto, per poi chiudere con il mottetto "Ave verum corpus" una delle più sublimi composizioni del compositore salisburghese.
Il Teatro del Maggio ha potuto aprire le sue porte al pubblico seppur limitatamente a 200 persone. I biglietti di platea disponibili a 100 euro ognuno, sono acquistabili, con le modalità previste e con l'utilizzo del voucher, presso la biglietteria del Maggio (aperta dal martedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18, il sabato dalle 10 alle 13 e da due ore prima in occasione di ogni spettacolo. Il lunedì la biglietteria resterà chiusa), tramite il servizio cortesia e su Vivaticket.
Sul sito www.maggiofiorentino.com, invece, il pagamento potrà essere effettuato solo con carta di credito (senza costi aggiuntivi di prevendita).
I biglietti per lo streaming saranno disponibili sulla piattaforma Idagio a un prezzo di 9.90 euro e permetteranno la visione e l’ascolto del concerto per 24 ore dal momento dell’esecuzione in diretta; il link relativo per un accesso diretto alla piattaforma si trova sul sito del Maggio nella pagina del concerto.

mercoledì 17 giugno 2020

SONO 18 I CANDIDATI PROVENIENTI DA TUTTO IL MONDO PER IL PREMIO CANTELLI.


18 I CANDIDATI SELEZIONATI DA TUTTO IL MONDO
PER IL PREMIO CANTELLI
L’età media è di 30 anni
Dario Franceschini, Alberto Cirio, Alessandro Canelli, Gian Carlo Avanzi, Gianni Letta e
Leonardo Cantelli nel Comitato d’onore
Nuovi premi in scritture artistiche

Provengono da Italia, Spagna, Svizzera, Germania, Olanda, Gran Bretagna, Singapore, Taiwan, Bielorussia e Stati Uniti i diciotto giovani selezionati per partecipare all’XI Edizione del Premio internazionale di direzione d’orchestra “Guido Cantelli”. Le direttrici e i direttori d’orchestra under 35 (l’età media è di 30 anni) sono stati scelti sulla base del curriculum e di esibizioni registrate in video tra 206 candidati originari di 38 paesi e 4 diversi continenti (dall'Australia alla Corea del Sud, dal Brasile alla Russia, passando per Giappone, Hong Kong, Kazakistan e Nuova Zelanda). La preselezione è stata affidata a una giuria composta da Matteo Beltrami, Direttore Musicale del Teatro Coccia di Novara, Antonino Fogliani, Direttore Musicale del Festival Rossini in Wildbad e Direttore Ospite Principale della Deutsche Oper am Rhein, e dal direttore d’orchestra spagnolo Jordi Bernàcer.
I partecipanti affronteranno le varie prove del concorso tra l’8 e l’11 settembre al Teatro Regio di Torino, sul podio dell’Orchestra del Teatro, mentre il 12 settembre - sempre a Torino - avrà luogo il primo turno della finale. Il 13 settembre sarà la volta del secondo e ultimo turno della finale al Teatro Coccia, durante la quale i concorrenti affronteranno lo stesso programma dell'ultimo concerto di Guido Cantelli. Pochi giorni prima di morire, il 17 novembre 1956, al Coccia, Cantelli diresse la Sinfonia n. 1 di Johannes Brahms, La Valse di Maurice Ravel e il Don Juan (Don Giovanni) di Richard Strauss con l’Orchestra del Teatro alla Scala.
Si annuncia inoltre il Comitato d’onore del Premio formato dal Ministro ai Beni Culturali Dario Franceschini, dal Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, dal Sindaco del Comune di Novara Alessandro Canelli, dal Rettore dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale Gian Carlo Avanzi, dal Presidente della Fondazione “Gioachino Rossini” Gianni Letta e da Leonardo Cantelli, figlio del Maestro.
Ai già previsti Primo PremioPremio della CriticaPremio della Città e Premio Giovani, si aggiungono scritture artistiche per dirigere concerti offerti dalla Fondazione Teatro Coccia, dal Teatro Regio di Torino, dalla Fondazione Arturo Toscanini di Parma, dall’ORT-Orchestra della Toscana, dal Teatro La Fenice di Venezia, dall’Orchestra Sinfonica di Tucson, dalla RSO–Orchestra Sinfonica della Radio di Vienna ORF e dall’Orchestra Filarmonica di Monte-Carlo. Infine, il vincitore del Premio Cantelli sarà invitato a dirigere una produzione speciale al Rossini in Wildbad - Belcanto Opera Festival.
Il Premio Cantelli, che in passato ha lanciato la carriera di grandi direttori come Riccardo Muti, Eliahu Inbal e Donato Renzetti, viene riproposto nel 2020, dopo quarant’anni di assenza, grazie all’iniziativa del Teatro Coccia e in collaborazione con il Comune di Novara.
«Abbiamo impiegato un mese intero - spiega Matteo Beltrami, Direttore Musicale del Teatro Coccia, a nome della giuria che si è occupata della preselezione - per vedere e rivedere i video di più di duecento candidati; è stato un lavoro difficilissimo. Il fatto di aver ricevuto un numero assai elevato di iscrizioni in un momento storico così complicato e incerto evidenzia una generazione di direttori dotati di intraprendenza, determinazione e coraggio davvero encomiabili. Abbiamo riscontrato un livello decisamente alto; la maggior parte di loro possiede una preparazione tecnica eccellente, spesso unita a carisma e personalità. Ne abbiamo dovuti selezionare solo diciotto, ma la maggior parte degli esclusi è comunque pronta per affrontare questa splendida professione.  Auguriamo loro di avere altre occasioni per dimostrare il proprio valore e rivolgiamo un grosso in bocca al lupo ai candidati selezionati!»
Dice il Sindaco del Comune di Novara Alessandro Canelli: «Novara celebra quest'anno il centenario della nascita di Guido Cantelli, un artista nato in città e che fin dall'infanzia ha rivelato doti eccezionali, lasciando un'impronta fondamentale nella storia della direzione d'orchestra. La città lo vuole ricordare con una serie di eventi promossi dal Teatro Coccia con il quale proponiamo, a quarant'anni dall'ultima edizione, il Premio in sua memoria. Una serie di appuntamenti di respiro internazionale con una particolare attenzione ai giovani direttori d'orchestra e a quegli artisti che, nella figura di Cantelli, possono trovare l'ispirazione giusta e le condizioni necessarie per percorrere una strada difficile e impegnativa, ma in grado di dare grandi soddisfazioni».
«Non potevamo certo mancare due importanti ricorrenze, quarant’anni dall’ultima edizione, cento dalla nascita del Maestro, per far rinascere il Premio Cantelli - aggiunge Fabio Ravanelli, Presidente della Fondazione Teatro Coccia; - quello che invece non potevamo supporre è che il 2020 coincidesse anche con una crisi mondiale così profonda e con un’emergenza sanitaria e produttiva che ha colpito tutti i settori. Eppure posso dire con emozione, e forse anche con un po’ di stupore, che questo concorso ha travalicato le paure, il tempo sospeso ed è rimasto solido anche durante questa tempesta. Il risultato ottenuto in termini di iscrizioni è strepitoso, tanto più se si pensa alla situazione che stiamo vivendo. Questi giovani direttori, provenienti da ogni parte del mondo, hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo e hanno deciso di guardare oltre le difficoltà che solo pochi giorni fa potevano sembrare insormontabili, spinti dal desiderio di essere tra coloro che potrebbero incidere il proprio nome nella storia di questo premio, che anche dopo decenni - è evidente - mantiene il suo immutato prestigio».
Conclude Corinne Baroni, Direttore artistico del Premio: «Posso certamente dire che per me la rinascita del Premio Cantelli ha significato la realizzazione di un sogno che ha portato con sé una tra le più grandi soddisfazioni: quella di aver restituito alla Città di Novara un pezzo della sua storia.  Questo Premio, con la sua forte identità e il suo immutato prestigio, è riuscito ad infrangere i confini della paura, dell’incertezza e dell’incognita, permettendo a centinaia di giovani direttori d’orchestra di perseguire un ideale. La risposta così forte e variegata che abbiamo avuto, ci insegna ancora una volta che la cultura è il motore da cui si può ripartire, un investimento che coinvolge l’intera comunità ed un canale universale, di cui tutti possono godere. Ora attendo con gioia settembre, quando la Città di Novara si unirà nuovamente intorno a questo Premio che da sempre è motivo di orgoglio e identità per tutti i suoi abitanti».
Con il sostengo della Fondazione Banca Popolare di Novara
Con il patrocinio della Camera di Commercio di Novara
Con il contributo di CM SrlItof SrlSocietà Morè Valentina SasRighettimobili Srl
In coproduzione con il Teatro Regio di Torino
E con la partnership discografica di Warner Classics


PREMI IN SCRITTURE ARTISTICHE
Concerti offerti da:
-        Teatro Coccia di Novara
-        Teatro Regio di Torino
-        Fondazione Arturo Toscanini di Parma
-        ORT-Orchestra della Toscana
-        Teatro La Fenice di Venezia
-        Orchestra Sinfonica di Tucson
-        RSO–Orchestra Sinfonica della Radio di Vienna ORF 
-        Orchestra Filarmonica di Monte-Carlo
-        Rossini in Wildbad - Belcanto Opera Festival

COMITATO D’ONORE 
-        Dario Franceschini
Ministro ai Beni Culturali                    
-        Alberto Cirio
Presidente della Regione Piemonte
-        Alessandro Canelli
Sindaco del Comune di Novara
-        Gian Carlo Avanzi
Rettore dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale
-        Gianni Letta
Presidente Fondazione Gioachino Rossini
-        Leonardo Cantelli

LE DATE
-        Iscrizioni al concorso: 1° marzo - 15 maggio
-        Esito delle preselezioni tramite curriculum e video: 17 giugno 
-        Eliminatorie e semifinali: 8, 9, 10, 11 settembre - Teatro Regio di Torino
-        Primo turno della finale: 12 settembre - Teatro Regio di Torino
-        Secondo turno della finale: 13 settembre – Teatro Coccia, Novara

PRESIDENTE DELLA GIURIADonato Renzetti

La Fondazione Ravello ha scelto Alessio Vlad per la direzione artistica della 68esima edizione del Ravello Festival.

La Fondazione Ravello ha scelto Alessio Vlad per la direzione artistica della 68esima edizione del Ravello Festival.
La Fondazione Ravello, dopo una attenta valutazione delle qualificate manifestazioni di interesse pervenute, ha scelto Alessio Vlad quale Direttore Artistico della 68esima edizione del Ravello Festival. Il Maestro, ravellese d’adozione, già direttore artistico della sezione musicale del festival dal 2016 al 2018 e legato per storia personale e familiare alla Città della Musica e alla Costiera Amalfitana, avrà il compito di riportare la musica nel “Giardino di Klingsor” e far ripartire la programmazione artistica della Fondazione dopo l’emergenza Covid.
Reduce dal successo del Wagner Day dello scorso 26 maggio, di fatto, prima tappa di questa ripartenza, messa in campo dalla Fondazione Ravello, dalla Regione Campania e dal Comune di Ravello, la nomina di Vlad è un altro tassello verso il ritorno ad una normalità necessaria per il rilancio della cultura ma anche del turismo a Ravello, in Costiera Amalfitana e in Campania.
Biografia
Alessio Vlad
Nato a Roma. Dopo gli studi di composizione e direzione d’orchestra al Conservatorio e all’Accademia di Santa Cecilia con Guido Turchi e Franco Ferrara, è stato allievo e poi collaboratore di Leonard Bernstein. Compositore, direttore d’orchestra e organizzatore musicale, è direttore artistico del Teatro dell’Opera di Roma dal Gennaio 2010.
È stato direttore Artistico del Teatro Donizetti di Bergamo, direttore artistico del Teatro Carlo Felice di Genova, direttore Artistico del Teatro delle Muse di Ancona, direttore Artistico del Teatro di San Carlo di Napoli, consulente musicale del Festival dei Due Mondi di Spoleto, direttore artistico della Rete Lirica delle Marche. È stato inoltre consulente e direttore musicale nella prima stagione della Royal Opera House dell’Oman e direttore artistico per la musica del Festival di Ravello tra il 2016 e 2018.
Fondazioni dove ha avviato e realizzato collaborazioni e coproduzioni oltre che con i principali Teatri Italiani, con alcuni dei maggiori Teatri europei e americani come, tra gli altri, il Metropolitan di New York, la Lyric Opera di Chicago, il Teatro dell’Opera di Los Angeles, la Royal Opera House di Londra il Teatro dell’Opera Bastille di Parigi, il Teatro di Chatelet di Parigi, il Teatro Real di Madrid, i Festival di Salisburgo e Glybdebourne.
Durante la sua direzione artistica i Teatri di Genova, Ancona, Napoli e Roma sono stati insigniti di sette Premi Abbiati, assegnati dall’Associazione dei Critici Italiani, per altrettanti spettacoli: “Death in Venice” (direttore Bruno Bartoletti, regia di Pierluigi Pizzi) e “Don Carlos” (direttore Mark Elder, regia di Hugo de Ana) il Teatro di Genova, “Elegy for Young Lovers” (direttore Lothar Koenigs, regia di Pierluigi Pizzi) i Teatri di Ancona e Napoli, “The Bassarids” (direttore Stephan Soltesz, regia di Mario Martone,) “Benvenuto Cellini” (direttore Roberto Abbado, regia di Terry Gilliam,) “La Damnation de Faust” (direttore Daniele Gatti, regia Damiano Michieletto) e “Billy Budd” (direttore James Conlon , regia Deborah Warner) il Teatro dell’Opera di Roma.
Da segnalare la collaborazione, al Teatro dell’Opera di Roma, con Riccardo Muti per otto produzioni (Moise et Pharaon, Nabucco, Macbeth, Attila, Simon Boccanegra, I due Foscari, Ernani e Manon Lescaut) e per due tournée al Festival di Salisburgo e in Giappone, con Daniele Gatti (Tristano e Isotta, La Damnation de Faust, Rigoletto, Les Vepres Siciliennes e I Capuleti e i Montecchi) e il debutto di Sofia Coppola nella regia d’opera con Traviata e i costumi di Valentino.
Da segnalare, inoltre, la collaborazione tra il Festival di Spoleto e il Teatro dell’Opera di Los Angeles per il debutto nella regia d’opera di Woody Allen (Gianni Schicchi) e l’assegnazione del “Premio Cultura di Gestione 2019” (promosso da Federculture, Agis e Alleanza delle Cooperative Italiane Turismo e Beni Culturali) alla Rete Lirica delle Marche.
Al Carlo Felice di Genova, al San Carlo e all’Opera di Roma sono da ricordare le collaborazioni con artisti come William Kentridge e Ai Wei-Wei e coreografi come Maurice Bejart e Roland Petit.
Come direttore d’orchestra ha diretto concerti ed opere in Europa ed America collaborando, tra le altre, con istituzioni ed orchestre come la Schleswig-Holstein Philarmonie, la Philarmonie der Nationen, i Dresden Philarmoniker, la Weimar Staatskapelle, l’Orchestre Capitole di Toulouse, la Filarmonica Enescu di Bucarest, l’Orchestra Nazionale della RAI, l’Orchestra Sinfonica di Israele, la Toronto Philarmonia. Ha inciso repertorio classico e barocco con l’Orchestra da Camera di Santa Cecilia (Vivaldi, Pergolesi, Puccini e Catalani) e collaborato con compositori come Luciano Berio, Hans Werner Henze, Nino Rota oltre che con Leonard Bernstein.
Come compositore per il Teatro ed il Cinema ha lavorato, tra gli altri, con registi come Bernardo Bertolucci (“L’Assedio”, Globo d’Oro per la migliore colonna sonora del 1999), e Franco Zeffirelli (“Sei Personaggi in Cerca d’Autore” di Pirandello in Italia e al National Theatre di Londra, “Storia di una Capinera”, “Jane Eyre”, “Un Thè con Mussolini”, “Callas Forever” e “Omaggio a Roma”). Da ricordare anche la collaborazione con Cristina Comencini (“La fine è Nota”, “Và dove ti porta il Cuore”) e Giorgio Ferrara (“Tosca e altre Due”, “Memoires” di Goldoni-Strehler al Teatro di Montparnasse a Parigi e alla Biennale di Venezia). Recentemente La Toronto Philarmonia gli ha tributato un omaggio con un concerto in cui sono state eseguite tutte le musiche che Vlad ha scritto per Zeffirelli come recenti sono la commissione ed esecuzione di una Sonata per Pianoforte per il Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano, uno spettacolo di teatro musicale al Teatro Franko di Kiev e il progetto per una nuova creazione del Balletto di San Josè (USA). Le sue composizioni sono incise dalla EMI.
Alessio Vlad e Ravello
Il legame affettivo con Ravello nasce a metà degli anni settanta, periodo in cui Roman Vlad assume la direzione artistica del Festival Wagneriano e comincia a frequentare il luogo che in seguito lo vedrà operare tra i fondatori della “Città della Musica”.
Nel 1991, per incarico della Provincia di Salerno che con delibera di Consiglio Provinciale proclama Ravello “Città della Musica”, assume la direzione artistica del progetto ideando “I concerti di Mezzanotte”, dando impulso alla formazione dell’orchestra giovanile “Ravello città della musica” e istituendo importanti corsi di formazione musicale in collaborazione con L’Accademia Chigiana e la Scuola di Musica di Fiesole.
Nell’ambito del progetto Ravello “Città della Musica”, si rende promotore di numerose iniziative come il gemellaggio tra Ravello e il Festival di Bayreuth, occasione nella quale fu concessa a Wolfgang Wagner, nipote del compositore e direttore artistico del Festival, la cittadinanza onoraria di Ravello.
Nel 1997, nell’ambito di una importante produzione televisiva RAI/SACIS, cura l’edizione del Parsifal di Wagner che vede protagonisti a Ravello Placido Domingo e l’Orchestra del Kirov diretta da Valerij Gergiev con la regia di Tony Palmer.
Nel 2003, anno della costituzione della Fondazione Ravello, entra a far parte del Consiglio di Indirizzo e assume la direzione artistica della sezione “Tendenze” curandone, fino al 2006, la programmazione musicale con importanti eventi anche di danza (da sottolineare la presenza del Béjart Ballet) e di jazz che per la prima volta è stato programmato nel cartellone del Festival con il concerto che ha visto protagonisti Wayne Shorter, Herbie Hancock, Dave Holland e Brian Blade.
Nel 2016 viene nominato direttore artistico per la musica del Ravello Festival. Nei tre anni dell’incarico impone il Festival all’attenzione della stampa e del pubblico affermandone la vocazione wagneriana ed internazionale, promuovendo rapporti con i maggiori festival europei, come quello di Salisburgo, ed invitando, senza dimenticare il rapporto e la valorizzazione delle forze operanti sul territorio come la Filarmonica Salernitana, alcune delle maggiori personalità dello spettacolo nazionale ed internazionale (molte per la prima volta in Campania) ad esibirsi sui palcoscenici di Ravello come, tra gli altri, Esa-Pekka Salonen, Valerij Gergiev, Yuri Temirkanov, Teodor Currentzis , Kent Nagano, James Conlon, Adam Fischer, Ivan Fischer, Myung-Wun Chung, Tugan Sokhiev, Lahav Shani, Martha Argerich, Philip Glass (che a Ravello con un concerto ha festeggiato i suoi ottanta anni), Donald Runnicles, Jeffrey Tate, Jérémie Rhorer, Antonio Florio, Andrea Lucchesini, Tim Robbins, Denis Krief. Tra l’altro il concerto che Teodor Currentzis ha tenuto a Ravello è stato indicato dal Giornale della Musica tra i primi dieci migliori concerti effettuati in Europa in tutto il 2017.

Il Museo Teatrale alla Scala riapre al pubblico sabato 20.

Il Museo Teatrale alla Scala riapre al pubblico sabato 20 e Domenica 21, in occasione della Festa internazionale della musica, l’ingresso sarà libero.
Sui canali Facebook e YouTube del Museo e del Teatro cinque artisti torneranno al Museo per festeggiare sul pianoforte appartenuto a Franz Liszt: Eleonora Buratto, Michele Gamba, Andrea Mastroni, Orazio Sciortino e James Vaughan.
La ripresa dell’attività di quello che è tradizionalmente uno dei musei cittadini più visitati coincide nel fine settimana con la Festa della musica, la celebrazione internazionale che ogni 21 giugno unisce musica e solstizio d’estate ideata nel 1982 dal Ministro della Cultura francese Jack Lang.
A partire dal 1995 la Festa si è trasformata in un importante appuntamento europeo.
Domenica 21 giugno l’ingresso al Museo sarà gratuito. Si ricorda che a causa delle misure di sicurezza sanitaria è comunque necessario prenotare la visita sul sito www.museoscala.org(vedi sotto tutte le modalità di ingresso e acquisto). Le misure di sicurezza impediscono per ora anche di organizzare eventi musicali aperti al pubblico nelle sale del Museo: un elegante “salotto” ottocentesco dagli spazi purtroppo ristretti. Il Museo non ha tuttavia voluto rinunciare a un momento musicale per celebrare la Festa della Musica e anticipare i piccoli concerti che ogni anno punteggiano il calendario dei suoi eventi culturali. Per questo ha riunito alcuni artisti amici per una festa musicale che sarà visibile sulla pagina Facebook del Museo e sulle pagine Facebook e YouTube del Teatro alla Scala domenica 21 alle ore 11. Il concerto al Museo farà anche parte dello speciale dedicato alla Festa della Musica da Classica HD.
La Festa della Musica al Museo riunisce in Sala Esedra momenti musicali diversi tra opera, pianismo e musica contemporanea, accomunati dall’uso del pianoforte donato dalla ditta Steinway a Franz Liszt nel 1883.
Apre il programma il soprano Eleonora Buratto, che alla Scala ha cantato Adina nell’Elisir d’amore diretto da Fabio Luisi. La sua carriera, sostenuta da Riccardo Muti che l’ha diretta al Festival di Salisburgo già nel 2009, ha visto negli ultimi anni nuovi debutti al Metropolitan, al Covent Garden (2018), e alle Staatsoper di Vienna e Berlino (2019). Tra i suoi ruoli d’elezione è Mimì ne La bohème e anche al Museo canterà proprio “Sì, mi chiamano Mimì” insieme a “Morrò ma prima in grazia” da Un ballo in maschera e due romanze di Tosti. La accompagna James Vaughan, primo maestro di sala del Teatro alla Scala, imprescindibile punto di riferimento per ogni cantante che calchi il palcoscenico del Piermarini.
James Vaughan accompagna anche Andrea Mastroni, nome emergente tra le voci di basso nel cui curriculum compaiono studi di filosofia e una preparazione da clarinettista. Richiesto da teatri come il Metropolitan, l’Opera di Zurigo e il Covent Garden, Mastroni, che ha partecipato all’incisione di Serse di Händel con Il pomo d’oro per DG e ha inciso l’album händeliano Melancholia per Egea Music, presenterà tre aspetti assai diversi del suo repertorio: l’aria di Rocco da Fidelio, quella di Mustafà dall’Italiana in Algeri e un Lied da Die schöne Müllerin.
Lo Steinway appartenuto a Franz Liszt è protagonista nell’impaginato proposto da Orazio Sciortino. Pianista e compositore (la sua fiaba musicale La Gattomachia è stata eseguita al Piermarini dai Cameristi della Scala, l’opera La paura da Federico De Roberto è stata presentata al Coccia di Novara), Sciortino ha inciso per Sony, oltre a un CD di sue composizioni per pianoforte, un album di trascrizioni operistiche di Tausig e Liszt. Per la festa al Museo riproporrà trascrizioni lisztiane in ideale corrispondenza con le opere esposte: oltre a Donizetti e Gounod, le parafrasi verdiane di Rigolettoe del Requiem, la cui partitura è custodita al Museo.
Conclude il concerto uno sguardo sul presente e sull’avvenire. Michele Gamba, pianista e direttore d’orchestra che alla Scala, dopo due sostituzioni in I due Foscarie Le nozze di Figaro, ha diretto nella scorsa stagione L’elisir d’amore, prima del lockdown stava provando Madina, il nuovo lavoro di teatrodanza di Fabio Vacchi. In attesa di poterlo riprendere in Teatro, Gamba ne parlerà in una lezione concerto sul linguaggio musicale di Vacchi e di Luca Francesconi con esempi al pianoforte dalle partiture di Madina e del concerto per violoncello di Francesconi Das Ding singt, che ha recentemente diretto nell’ambito del festival Milano Musica con la Verdi.
La Festa della Musica al Museo Teatrale alla Scala
Programma
Eleonora Buratto, soprano
James Vaughan, pianoforte
Giuseppe Verdi Morrò ma prima in grazia (da Un ballo in maschera)
Giacomo Puccini Sì, mi chiamano Mimì (da La bohème)
Francesco Paolo Tosti L’alba separa dalla luce l’ombra
Aprile
Andrea Mastroni, basso
James Vaughan, pianoforte
Ludwig van Beethoven Hat man nicht auch Gold beineben (da Fidelio)
Gioachino Rossini Già d’insolito ardore nel petto (da L’italiana in Algeri)
Franz Schubert Der Neugierige (dal ciclo Die schöne Müllerin)
Orazio Sciortino, pianoforte
Charles Gounod/Franz Liszt Les Adieux: Rêverie sur un motif de l'opéra Romeo et Juliette Gaetano Donizetti/Franz Liszt Réminiscences de Lucia de Lammermoor
Giuseppe Verdi/Franz Liszt: Agnus Dei dalla Messa da Requiem di Giuseppe Verdi
Giuseppe Verdi/Franz Liszt: Paraphrase de concert sur Rigoletto
Michele Gamba, pianoforte
La Scala e la musica d’oggi, tra presente e futuro
Lezione con esempi al pianoforte da Das Ding singt di Luca Francesconi e Madina di Fabio Vacchi