venerdì 30 aprile 2021

Sabato 8 maggio 2021 ~ ore 20, in diretta streaming sul sito e sui canali social del Teatro alla Scala un concerto diretto da Gianandrea Noseda.

 

Gianandrea Noseda alla Scala:

Mozart, Beethoven e Brahms con Ildebrando D’Arcangelo.


 

 

L’8 maggio, in streaming sul sito e sulle pagine Facebook e YouTube del Teatro, Coro e Orchestra scaligeri sono diretti da Gianandrea Noseda in un impaginato classico che include pagine di Mozart, Beethoven e Brahms con la preziosa partecipazione del basso Ildebrando D’Arcangelo. Il direttore milanese - che si appresta ad assumere la guida dell’Opera di Zurigo dove ha annunciato un nuovo Ring - è di casa alla Scala, dove ha diretto opere di Prokof’ev e Verdi, e con la Filarmonica con cui ha eseguito un vasto repertorio che include un’ampia ricognizione dei compositori italiani del ‘900.

 

In questo concerto dirigerà pagine relativamente poco eseguite di Mozart (le arie da concerto Per questa bella mano K 612 con il contrabbasso obbligato di Giuseppe Ettorre e Mentre ti lascio, o figlia K 513) e Beethoven, di cui presenta la cantata Meeresstille und glückliche Fahrt, composta nel 1815 su testi di Goethe, che ne è dedicatario. Nel 1828 Mendelssohn si ispirerà ai medesimi versi per comporre una celebre ouverture, che sarà eseguita alla Scala dai Wiener Philharmoniker diretti da Riccardo Muti l’11 maggio. Conclude il concerto la Sinfonia n° 4 di Johannes Brahms.

 

Gianandrea Noseda ha debuttato alla Scala il 4 ottobre 2000 subentrando a Valery Gergiev alla direzione dei complessi del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo per Vojna i mir (Guerra e pace) di Prokof’ev con la regia di Andrei Konchalovski. È tornato per due titoli verdiani, Luisa Miller (2012, Martone) e Aida (2013, Zeffirelli) oltre che per diversi concerti.  

 

Ildebrando D’Arcangelo ha debuttato al Piermarini nel 1999 come Leporello nel Don Giovanni di Mozart diretto da Riccardo Muti, con Carlos Álvarez nel ruolo del titolo; ancora Muti lo ha diretto nel Concerto di Natale del 2000 nella Messa in sol maggiore di Schubert e nel 2002 come Figaro nelle Nozze, parte ripresa anche nel 2006 con la direzione di Gerard Korsten. Nel 2006 è stato ancora Leporello con Dudamel e nel 2011 con Barenboim. È tornato infine nel 2014 per la Messa da Requiem in memoria di Claudio Abbado diretta da Riccardo Chailly.



 

 

 

Sabato 8 maggio 2021 ~ ore 20

In diretta streaming sul sito e sui canali social del Teatro alla Scala

 

 

 

CORO E ORCHESTRA DEL TEATRO ALLA SCALA

 

Direttore

GIANANDREA NOSEDA

 

Basso

ILDEBRANDO D’ARCANGELO

 

 

 

Wolfgang Amadeus Mozart

Per questa bella mano K 612

 

Wolfgang Amadeus Mozart

Mentre ti lascio, o figlia K 513

 

Ludwig van Beethoven

Meeresstille und glückliche Fahrt op. 112

Cantata per coro e orchestra

 

Ludwig van Beethoven

Elegischer Gesang op. 118

per coro e archi

 

Johannes Brahms

Sinfonia n. 4 in mi min. op. 98

 

 Dopo sei mesi riapre al pubblico anche il Museo Teatrale alla Scala.

 

Il Museo Teatrale alla Scala riapre le sue porte da martedì 4 maggio, a sei mesi esatti dalle chiusure dello scorso autunno.

Servirà la prenotazione per poter rivedere le collezioni, l’affaccio alla sala del Piermarini e la mostra “Va pensiero” curata da Pier Luigi Pizzi, che finora è stata visitata solo virtualmente.

 

Il sipario storico del Teatro di San Carlo Il Parnaso del Mancinelli in fase di restauro.

 

Al via il restauro del sipario storico del Teatro di San Carlo

Il Parnaso del Mancinelli

unico esempio di sipario originario al mondo

 



Al via oggi venerdì 30 aprile 2021 i lavori di restauro del sipario storico del Teatro di San Carlo raffigurante il Parnaso, opera di Giuseppe Mancinelli, unico esempio di sipario originario ancora esistente al mondo.

Mancinelli, napoletano, figura di spicco della sua epoca a livello nazionale, lo realizzò nel 1854.

Il Parnaso, questo il titolo dell’opera, rappresenta simbolicamente il luogo che secondo la mitologia greca era consacrato al culto di Apollo e delle Muse. Su questo sfondo ritroviamo disposte l’antica civiltà greco-romana e quella moderna italiana, nei loro massimi rappresentanti: tra essi Omero, Saffo, Erodoto, Socrate, Eschilo, Aristofane, Virgilio, Dante, Petrarca e Boccaccio, solo per citarne alcuni.

L’opera suscitò grande interesse tanto da motivare nello stesso 1854 l’edizione di una Descrizione del Sipario del Real Teatro di S. Carlo dipinto da Giuseppe Mancinelli, direttore della Scuola di Disegno nel R. Istituto di Belle Arti.

 

“Sono felice che sia partito il restauro conservativo di un’opera unica come il sipario del Mancinelli – afferma il sovrintendente del Teatro di San Carlo Stéphane Lissner -  la cui bellezza potremo riammirare presto assieme allo splendore di tutta la sala del San Carlo.”

 

Il sipario storico del San Carlo - largo 17 metri e alto 12 metri – è parte integrante della sala del teatro assieme al velario di Giuseppe Cammarano ed è stato restaurato una prima volta nel 1987 e successivamente nel 2011.

Il restauro è reso possibile grazie all’impegno e alla sensibilità di un mecenate come Philippe Foriel -Destez, già da tempo affezionato sostenitore del San Carlo.

 

Grazie ad una sinergia istituzionale tra la Fondazione Teatro di San Carlo, la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per il comune di Napoli e il Provveditorato Interregionale OO.PP. per la Campania, il Molise, la Puglia, la Basilicata ed il Molise, sono partiti dunque i lavori di restauro di un’opera dall’ alto interesse storico-artistico.

Il Direttore dei lavori è Dr.ssa Barbara Balbi della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli mentre Responsabile Unico del Procedimento è il Direttore generale del San Carlo Emmanuela Spedaliere.

Le operazioni di restauro, affidate all’impresa Ambra Restauri, sono volte a restituire bellezza e funzionalità a un'opera fortemente identitaria per il Lirico di Napoli.

 

DOMENICA 2 MAGGIO ALLE 20.00 SU OPERAROMA.TV LE GIOVANI STELLE DELLA DANZA DALL'OPERA DI ROMA.

 

 

 

 

“TEATRO DIGITALE” DELL’OPERA DI ROMA

DOMENICA 2 MAGGIO ALLE 20.00 SU OPERAROMA.TV

LE GIOVANI STELLE DELLA DANZA NEL BALLETTO

SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE DI DELLE MONACHE

Il prossimo appuntamento con la Scuola di Danza sarà a giugno con il balletto di Mauro Bigonzetti

 

 

Dopo il successo de La Bayadère Divertissement di Ofelia Gonzalez e Pablo Moret e Concerto in Oro di Alessandro Bigonzetti, la programmazione di “Teatro Digitale” su operaroma.tv prosegue con un nuovo titolo che vede protagoniste le giovani stelle dell’Opera di Roma: Sogno di una notte di mezza estate su musica di Felix Mendelssohn. Il balletto, creato da Alessandra Delle Monache per gli allievi della Scuola di Danza nel 2014, verrà riproposto in streaming gratuito domenica 2 maggio alle ore 20.00.

 

«Essere presenti nella programmazione di “Teatro Digitale” è un’occasione importante per far conoscere il lavoro che svolgiamo alla Scuola di Danza dell’Opera di Roma anche a un pubblico nuovo. – dichiara la direttrice Laura ComiNella formazione professionale dei nostri allievi, gli spettacoli sono una parte fondamentale. Lo studio della tecnica che ogni giorno praticano e raffinano in sala ballo, non è fine a sé stesso ma al servizio dell’interpretazione artistica. Salire in palcoscenico è un traguardo emozionante che i nostri ragazzi raggiungono insieme ai loro insegnanti».

 

«Rimango fedele all’ironia usata da Shakespeare – spiega la coreografa e regista dello spettacolo Alessandra Delle Monachepongo l’accento sul via vai tra l’amore e la sua caricatura, sull’assurdo delle relazioni amorose, sul desiderare proprio chi non ricambia il sentimento. I problemi umani si fondono con il magico mondo degli elfi. Il linguaggio coreografico è quello neoclassico-contemporaneo, pertinente alle qualità degli allievi della Scuola di Danza del Teatro dell’Opera».

 

Nel balletto in un atto sono impegnati gli allievi dei corsi superiori, sollecitati in pezzi di insieme, assoli, pas de deux difficili e insoliti, con un’attenzione particolare all’interpretazione. Alcuni ballerini diventano per la prima volta anche attori. Lo spettacolo è in collaborazione con l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” di cui fa parte Giulia Tomaselli, la voce recitante. Tra gli interpreti anche alcuni elementi del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma. Le scene sono di Michele della Cioppa, i costumi di Anna Biagiotti e le luci di Patrizio Maggi. Consulenza musicale di Giuseppe Annese.

 

Trailer dello spettacolo: https://youtu.be/RnHilvnCOOg

 

Il quarto e ultimo appuntamento in programma su operaroma.tv con la Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma sarà  domenica 6 giugno alle 20.00 con  Turnpike di Mauro Bigonzetti su musica di Bach.

 

Per assistere agli streaming gratuiti, basta collegarsi a operaroma.tv, il canale YouTube ufficiale del Teatro dell’Opera di Roma: https://www.youtube.com/user/operaroma

 

 

 


Per la collana per l’infanzia "I miti dell’Opera" è Giacomo Puccini il protagonista del quarto volume.

 

GIACOMO PUCCINI, IL POETA DEL LAGO

Il compositore lucchese è protagonista del quarto volume

della collana per l’infanzia I miti dell’Opera

firmata da Cristina Bersanelli, con le illustrazioni di Patrizia Barbieri.

In vendita al Bookshop del Teatro e al Regio Opera Shop online

 

Nato con la camicia di Euterpe, dotato di un istinto teatrale spiccatissimo, una vera e propria star internazionale fin dal suo tempo, Giacomo Puccini è il protagonista del quarto volume della collana I miti dell’Opera dedicata dal Teatro Regio di Parma all’infanzia, per condividere e tramandare di generazione in generazione il patrimonio della grande tradizione lirica. Scritto da Cristina Bersanelli e illustrato da Patrizia Barbieri, il volume Giacomo Puccini. Il poeta del lago è in vendita da oggi al Bookshop del Teatro Regio e nello e-store del teatro sul sito teatroregioparma.it. Il libro (formato 24 x 24 cm con copertina cartonata) è, come gli altri volumi, corredato da illustrazioni da colorare e, in questo caso, da una triade di indovinelli ispirati ai leggendari enigmi di Turandot.

 


I miti dell’Opera sono libri concepiti e scritti per l’infanzia con protagonisti “straordinari”, capaci di divertire e affascinare i più piccoli, grazie alla capacità affabulatoria delle loro autrici e della potenza narrativa di storie bellissime, realmente vissute da personaggi indimenticabili. Dopo Giuseppe Verdi. Il Cigno di Busseto, Maria Callas. La Divina e Gaetano Donizetti. Un musicista coi baffi la collana si arricchisce di un quarto titolo.

 

Dario De Micheli, responsabile editoriale della collana: “Capaci di conquistare anche nonni e genitori, che possono assaporare le nostre storie assieme ai bambini, aggiungendo magari ricordi personali e anche accompagnando la lettura con ascolti musicali, I miti dell’Opera sono stati pensati con Cristina Bersaneli anche per dare luogo a progetti di approfondimento culturale destinati all’utenza scolastica; com’è il caso del volume Giuseppe Verdi. Il Cigno di Busseto che è stato posto al centro di un percorso di conoscenza del compositore e della sua musica destinato alle scuole elementari, dove viene letto, accompagnato da un video illustrativo recitato dall’attrice Sabina Borelli e da un video didattico progettato con l’autrice”.

 

A questo volume seguiranno il quelli dedicati a Gioachino Rossini, Vincenzo Bellini, Wolfgang Amadeus Mozart e, di nuovo, ai grandi interpreti come Arturo Toscanini, Carlo Bergonzi, Luciano Pavarotti, Renata Tebaldi, a compimento di un progetto editoriale volto alla conoscenza dei grandi miti dell’opera e alla trasmissione della conoscenza della storia del teatro d’opera alle giovani generazioni.

 

Tenuto musicalmente a battesimo dal padre nella natia Lucca, dopo i primi passi nel mondo della musica e gli anni di studio al Conservatorio di Milano sotto la guida di Antonio Bazzini e Amilcare Ponchielli, Giacomo Puccini raggiunge i primi successi con l’opera Le Villi, la cui prima rappresentazione nel 1884 gli presenta l’occasione d’incontrare l’editore Giulio Ricordi, con cui stabilisce un rapporto fruttuoso, lungo una vita. La legittimazione della storia d’amore, discussa e tumultuosa, con Elvira Bonturi si intreccia agli anni del consolidamento della sua fama, grazie al successo di Manon Lescaut e poi de La Bohème, i cui lauti guadagni gli permettono tra l’altro di acquistare la sua villa di Torre del Lago, località ribattezzata dopo di lui “Torre del Lago Puccini” e oggi sede della sua casa museo. Ed è questa l’epoca della nascita di un altro sodalizio d’importanza capitale ai fini dello sviluppo della sua carriera: quello con i librettisti Luigi Illica e Giuseppe Giacosa. Saranno loro a firmare i libretti di Tosca e Madama Butterfly con cui la parabola pucciniana raggiunge l’apice: Puccini diventa il compositore più celebre e ricco del suo tempo e le sue opere reclamate e rappresentate a New York a Buenos Aires, a Budapest e a Londra, a Milano e a Parigi. L’epopea pucciniana tuttavia è ricca di contrasti e d’ombre che, nella narrazione della Bersanelli, a misura di bambino, conferiscono al personaggio storico la giusta profondità e veridicità, perché – come ama commentare l’autrice - “i bambini hanno bisogno di sapere che anche nelle vite più straordinarie ci sono dei fallimenti o comunque delle difficoltà e che ogni medaglia ha suo il rovescio”.  E così sono narrate anche le sue passioni per le auto, le case, nonché per i sigari toscani; passione quest’ultima che gli costò la salute e infine anche la vita, a un soffio dal portare a compimento il suo capolavoro forse più grande: Turandot.

 

Martedì 4 maggio, il mito di Nijinski nella coreografia di Marco Goecke con il Corpo di Ballo del Teatro Massimo di Palermo.

Il mito di Nijinski rivive nella coreografia di Marco Goecke che il Corpo di Ballo del Teatro Massimo diretto da Davide Bombana presenta martedì 4 maggio in diretta streaming.



C’è tutta la parabola esistenziale del celebre ballerino russo Vaslav Nijinski, mito della danza del Novecento, nella coreografia per quadri di Marco Goecke, nell’allestimento dell’Opernhaus di Zurigo, ripresa a Palermo da Fabio Palombo per il Corpo di Ballo del Teatro Massimo, diretto da Davide Bombana. 

Il racconto dell’ascesa e della caduta di Nijinski, dai trionfi parigini all’isolamento in manicomio, si dispiega su una trama sonora che coniuga i concerti per pianoforte e orchestra n.1 e n.2 di Chopin con il Prélude à l'après-midi d’un faune di Debussy e le ninne nanne della tradizione russa nella versione dell’ensemble femminile Libana.

Sul podio dell’Orchestra del Teatro Massimo la giovane direttrice israeliana Keren Kagarlitsky e al pianoforte Alexander Gadjiev che si fregia dell’ambìto titolo di “BBC New Generation Artist”.

Su un palcoscenico spoglio, disegnato dalle luci di Udo Haberland, dalle scene e costumi di Michaela Springer e dalla drammaturgia di Esther Dreesen-Schaback, appaiono i personaggi cruciali della vita leggendaria di Nijinski. Tra loro Sergej Diaghilev, amante dispotico e impresario dei Balletts Russes, l’amata madre Matka, la moglie Romola, che scatenò le gelosie di Diaghilev, l'amico Isayef, il Dottore, la Musa Tersicore e molti altri ancora. Fino allo stesso Nijinski, interpretato da Alessandro Cascioli, che danza tutto il genio inventivo e il disagio di una personalità tormentata dal “mal di vivere”.

In scena, a danzare Nijinski, oltre ad Alessandro Cascioli (Nijinski), Michele Morelli (Diaghilev), Romina Leone (Matka, la madre), Martina Pasinotti (Tersicore), Giovanni Traetto (Isajef), Linda Messina (Romola), Diego Mulone (Dottore), Giorgia Leonardi (La morte, "Quel Qualcosa"), Emilio Barone (Microboy), Yuriko Nishihara (Libellula), Alessandro Casà (Libellula uomo), Jessica Tranchina (Ragazza sbarra), Francesca Bellone (Spettro della rosa), Francesca Davoli (Solo sogno), Vincenzo Carpino (Solo sogno e Solo in rosso), Madoka Sasaki (Ragazza in rosso),Vito Bortone (scena gruppo).

Creato nel 2016, Nijinski è uno spettacolo pluripremiato che ha girato il mondo ed è firmato dal coreografo tedesco Marco Goecke, artista in residenza in compagnie europee prestigiose come la Gauthier Dance/Theaterhaus di Stoccarda, il Nederland Dans Theater dell’Aia e direttore dello Staatsballett di Hannover.  Come coreografo afferma Marco Goecke - Nijinsky ha sempre cercato nuovi modi di espressione ... Mi è stato chiaro fin dall'inizio che volevo realizzare una coreografia emotiva, che traesse ispirazione dal personaggio di Nijinsky, ma che dovesse assolutamente andare oltre la ristretta cornice della biografia”.

La coreografia di Goecke è connotata da movimenti rapidissimi, minuti e nervosi, mani che vibrano, braccia che mulinano nell'aria, gesti che potrebbero ricordare sequenze del cinema muto e che evocano molti dei balletti che hanno reso celebre Nijinski e i Balletts Russes: da Petrushka a L'après- midi d'un faune, da Le spectre de la rose a Le sacre du printemps. Ma ci restituiscono anche tutto l’incedere della malattia in cui Nijinski è sprofondato via via, fino a perdersi consumato dal delirio schizofrenico.
A Palermo lo spettacolo è stato ripreso da Fabio Palombo, assistente di Marco Goecke, e dal Maître de ballet Jean-Sébastien Colau.

Nijinski è disponibile da martedì 4 maggio alle 18.30 sulla webTv del Teatro Massimo diretta da Gery Palazzotto, con la regia televisiva di Antonio Di Giovanni. Per assistere basta collegarsi al sito www.teatromassimo.it.

4 maggio ore 18.30
NIJINSKI
Coreografia Marco Goecke
Scene e costumi Michaela Springer
Luci Udo Haberland
Drammaturgia Esther Dreesen-Schaback
Produzione ripresa da Fabio Palombo
Maître de ballet Jean-Sébastien Colau
Allestimento della Opernhaus di Zurigo
 
Musiche
Fryderyk Chopin Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 in mi minore op. 11
Libana Russian Lullaby
Claude Debussy Prélude à l'après-midi d’un faune
Fryderyk Chopin Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 in fa minore op. 21
 
Direttore Keren Kagarlitsky
Pianoforte Alexander Gadjiev
 
Personaggi e interpreti
Nijinski Alessandro Cascioli
Diaghilev Michele Morelli 
Matka, la madre Romina Leone
Tersicore Martina Pasinotti
Amico Isajef Giovanni Traetto
Romola Linda Messina
Dottore Diego Mulone
La morte, "Quel Qualcosa" Giorgia Leonardi
Microboy Emilio Barone
Libellula Yuriko Nishihara
Libellula uomo Alessandro Casà 
Ragazza sbarra Jessica Tranchina
Spettro della rosa Francesca Bellone
Solo sogno Francesca Davoli
Solo sogno e Solo in rosso Vincenzo Carpino
Ragazza in rosso Madoka Sasaki
Scena gruppo Vito Bortone
 
Corpo di ballo e Orchestra del Teatro Massimo
 
Nuova versione in adattamento alla normativa di sicurezza

giovedì 29 aprile 2021

NASCE LA WEB TV DEL TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA

 

NASCE LA WEB TV DEL TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA

Una nuova postazione per offrire un palinsesto inedito sul canale YouTube che racconti – con diversi format tra parole e musica – il teatro bolognese e proponga approfondimenti su temi eterogenei attraverso il dialogo con ospiti vari

Dal 5 al 26 maggio il primo programma in diretta streaming intitolato “Parole per Beethoven” a cura di Guido Giannuzzi

Dialogano rispettivamente con il curatore, nelle quattro puntate, Ivano Dionigi, Ermanno Cavazzoni, Raffaele Milani e Rita Marcotulli


 

Ha registrato oltre novecentomila visualizzazioni, dal primo lockdown ad oggi, il canale YouTube del Teatro Comunale di Bologna, che a partire dal 5 maggio si arricchirà di un nuovo palinsesto in streaming realizzato grazie alla nascita di una inedita postazione per la web TV. 

«La pandemia ha posto ciascuno di noi di fronte a nuove sfide – dice il sovrintendente Fulvio Macciardi – Investire sulla digitalizzazione è stata inizialmente una necessità dettata dallesigenza di rimanere in contatto con il pubblico, nonostante la chiusura, e di poter continuare a proporre la nostra programmazione. Oggi riteniamo che questa risorsa, affiancata allindispensabile ritorno degli spettatori a Teatro, possa essere uno strumento in più soprattutto per raggiungere chi è lontano e per farci conoscere meglio anche da coloro che non ci seguono abitualmente».

Il progetto di una web TV, con postazione fissa nellufficio comunicazione del teatro di Largo Respighi, si realizza con lintento di voler offrire al pubblico contenuti diversificati, per approfondire tematiche e fornire spunti di riflessione e confronto a partire dalle attività del Comunale. Lidea è di creare format narrativi differenti che di volta in volta ospitino personalità provenienti sia dal mondo della musica e del teatro sia da realtà distanti. I dialoghi con gli ospiti potranno essere integrati con momenti di backstage o di prove, o con video tratti dagli spettacoli e dai concerti.

La web TV inaugura con il programma intitolato “Parole per Beethoven”, proposto in diretta streaming sul canale YouTube del TCBO tutti i mercoledì alle 18.30 dal 5 al 26 maggio: quattro puntate, curate da Guido Giannuzzi, fagottista dellOrchestra del Teatro Comunale di Bologna e autore del recente volume Invito allascolto di Beethoven edito da Mursia nel 2020, anno del 250esimo anniversario della nascita del grande compositore tedesco. Con lui dialogheranno dalla postazione di volta in volta quattro diversi ospiti, per esplorare momenti insoliti della vita e dellopera di Beethoven prendendo le mosse da una determinata "parola". 

 

Si parte il 5 maggio con Ivano Dionigi, filologo e latinista già Rettore dellUniversità di Bologna, per la puntata dal titolo “Disarmonia”; si prosegue il 12 maggio con lo scrittore e sceneggiatore Ermanno Cavazzoni per dialogare intorno al concetto di “Umorismo” e il 19 maggio con il Professore Alma Mater e Direttore del Laboratorio di ricerca sulle città e i paesaggi Raffaele Milani per un confronto sul tema “Infinito”; si chiude il 26 maggio con la pianista e compositrice di musica jazz Rita Marcotulli per lappuntamento dedicato al “Ritmo”.

Info: www.tcbo.it

Dan Ettinger dirige domani 30 aprile l’Orchestra del Teatro di San Carlo; al pianoforte Alexander Melnikov.

 

Teatro San Carlo

La programmazione in streaming di Aprile 2021

 

Domani venerdì 30 aprile ore 20.00

Dan Ettinger dirige l’Orchestra del Teatro di San Carlo

Al pianoforte Alexander Melnikov

Sulla pagina Facebook, sulla piattaforma Mymovies.it e sul sito del Teatro San Carlo

 

 


Il calendario streaming di aprile del Teatro di San Carlo avrà il suo appuntamento conclusivo domani venerdì 30 aprile a partire dalle ore 20.00 con il direttore israeliano Dan Ettinger, per la prima volta al San Carlo, che dirigerà l’Orchestra del Massimo napoletano e il pianista russo Alexander Melnikov nel Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 in fa diesis minore Op.1 di Sergej Rachmaninov e nella Sinfonia n. 4 in fa minore, op. 36 di Pëtr Il'ič Čajkovskij.


 Nota dal programma di sala

a cura di Dinko Fabris

Due grandi russi in fuga: piccola guida all’ascolto di Rachmaninov e Čajkovskij

 

Le vite di Čajkovskij e Rachmaninov hanno diversi punti in comune: la patria russa, ovviamente, e anche la prima formazione musicale nello stesso Conservatorio di San Pietroburgo; poi entrambi si trasferirono a Mosca dove avviarono la loro carriera professionale. Ma è soprattutto l’attitudine al viaggio come fuga da una realtà che non potevano accettare: Rachmaninov fuggì per sempre dalla Russia sconvolta dalla Rivoluzione del 1917, rifugiandosi nel Nuovo Mondo; Čajkovskij cercò di fuggire dalle proprie ossessioni e dal giudizio della società del suo tempo, visitando tra il 1861 e l’anno della sua morte, il 1893, oltre  150 località europee. Infine, in entrambi i compositori trovamo una costante bipolarità tra l’impronta ancestrale russa e l’adesione ad uno stile “occidentale” sempre filtrato dalla propria personalità, entrambe caratteristiche evidenti nelle due composizioni qui prese in considerazione.

 

Il Primo Concerto per pianoforte di Rachmaninov: un processo compositivo di tre decenni.

Il successo planetario del film Shine, ormai venticinque anni fa, ebbe come riflesso un rilancio della notorietà non solo del cosiddetto “RACH 3” ovvero del Terzo concerto per pianoforte e orchestra di Sergej Rachmaninov, ma dell’intera produzione di questo autore, che perfino un critico e intellettuale colto come Beniamino Placido aveva a malapena sentito nominare prima (come ammise in una recensione su “Repubblica”del 1997). Amatissimi in realtà da tutti i grandi pianisti classici del Novecento e dal loro pubblico, i concerti per pianoforte di Rachmaninov esercitarono una forte e duratura influenza sulla nascente musica per film. E non è un caso che ciò sia avvenuto dopo il suo trasferimento negli Stati Uniti per sfuggire alla Rivoluzione comunista del 1917, che collocò Rachmaninov nel posto giusto al momento giusto. Nonostante la sua rapida affermazione professionale in America fosse dovuta in gran parte all’impressionante talento di pianista virtuoso, Rachmaninov non cessò mai di considerarsi soprattutto un compositore ed anche di lottare a suo modo contro il regime che a suo avviso aveva distrutto il patrimonio culturale della sua patria, dove non volle mai più tornare.

Il Concerto n.1 in Fa# minore op.1 di Sergej Rachmaninov ebbe una lunga gestazione  di quasi trent’anni fino alla sua definitiva stesura. Il primo tempo era già stato scritto e presentato come saggio scolastico nel 1890, quando era ancora allievo del Conservatorio di Mosca. In seguito, completata l’opera con gli altri due tempi, eseguì lui stesso il Concerto a Londra nel 1899, dedicandolo al celebre pianista Aleksandr Siloti, che era anche suo cugino e che lo aveva protetto favorendone l’inserimento come studente al Conservatorio di Mosca.  Portò quindi con sé il manoscritto del Concerto nel suo viaggio verso l’America, continuando a lavorarci tanto che il secondo e terzo tempo risultano fortemente modificati. In questa veste il Primo Concerto pr pianoforte fu presentato a New York per la prima volta nel 1919, con l’autore al pianoforte, dopo che erano già stati eseguiti in pubblico il Secondo e il Terzo Concerto oltre alle sue prime Sinfonie: tutte composizioni accolte con entusiasmo ed entrate prontamente nel repertorio internazionale delle orchestre sinfoniche.

Dal punto di vista formale, il Primo Concerto segue apparentemente lo schema classico in tre movimenti, due allegri con in mezzo un tempo lento: Vivace, Andante e Allegro vivace. Si distacca tuttavia da quella forma per l’uso del materiale compositivo, che non è diviso in temi esposti e sviluppati, bensì distribuito in maniera omogeneo in tutti e tre i movimenti, creando una narrazione continua e unitaria, basata su variazioni e tuttavia resa più complessa dal funambolico virtuosismo della parte pianistica rispetto al tutti orchestrale. Indubbiamente la mancanza di temi ben riconoscibili che lo identifichino, come succede invece negli altri più famosi concerti dello stesso Rachmaninov, non ha agevolato la popolarità di questo Primo Concerto, che pure per gli studiosi resta il più interessante proprio per la maniera  innovativa e in qualche modo “astratta” con cui è concepito.

 

La Quarta Sinfonia di Čajkovskij: un antidoto al male di vivere

 

 Petr Ilic Čajkovskij ebbe nella seconda metà dell’Ottocento il ruolo di ponte tra la Russia, dove si erano da poco create le basi per una “scuola nazionale russa” intorno a Rimskij-Korsakov, e il resto d’Europa, dominata in campo strumentale dalla musica romantica tedesca e in campo teatrale dall’opera, soprattutto italiana. Come succede spesso in campo artistico, questo ruolo intermedio includeva il rischio di non risultare né completamente russo né abbastanza “europeo”, ma in Čajkovskij la sintesi produsse invece capolavori irripetibili, che lo resero peraltro molto popolare durante la sua vita, anche se la sua psicologia fragile non gli permise di godere pienamente il successo raggiunto. Nelle sue sei sinfonie numerate (cui si aggiunsero un frammento incompleto ed una settima e ultima Sinfonia intitolata “Manfred” che però l’autore considerava piuttosto un poema sinfonico) noi ritroviamo questa doppia polarità ben espressa: le prime tre sinfonie sono infatti basate su tematiche russe e rientrano nel fermento di quella “scuola” nazionale in formazione; le successive sinfonie, a partire proprio dalla Quarta, sono invece accomunate da una riflessione tragica sul destino e sulla morte, che culminerà nella famosissima Sesta Sinfonia “Patetica”).

La Quarta Sinfonia fu composta in poco più di un anno, tra il dicembre 1876 e il gennaio 1878, un periodo carico di eventi importanti e in parte molto dolorosi nella biografia di Čajkovskij. Proprio a metà del 1877, infatti, il compositore decise improvvisamente di sposare Antonina Milukova, una giovane ammiratrice che aveva insistito per diventare sua allieva. La decisione, maturata in pochi giorni d’istinto, fu presa probabilmente da Čajkovskij solo per mascherare la sua omosessualità, che nel suo tempo veniva condannata come un marchio d’infamia. Già dopo tre settimane il matrimonio era ovviamente fallito e Čajkovskij era letteralmente fuggito da Mosca dove allora risiedeva. Questa situazione insostenibile fu risolta quasi magicamente dall’intervento di quella che sarebbe diventata la sua mecenate e anche il suo “migliore amico” come scrisse nella dedica di questa sinfonia: si trattava di Nadezda von Meck, ricca vedova e musicofila, con cui fu stabilito il patto di non incontrarsi mai, mantenuto volentieri da entrambi fino alla fine di questo rapporto nel 1890, una decisione che ci può apparire bizzarra ma che ebbe come risultato la produzione di una mole impressionante di lettere tra i due, preziosa per le nostre conoscenze sulla vita e le opere di Čajkovskij. Il compositore ricevette uno stipendio fisso annuale e il costante incoraggiamento di Nadezda, che si rivelò fondamentale nei ripetuti momenti di crisi: fu proprio lei a spingerlo al lungo tour di viaggi in Europa, per reagire alla crisi del matrimonio fallito, che lo portò anche in numerose città italiane.

Tra i tanti documenti che dobbiamo a questa relazione epistolare, uno dei più importanti è la lettera in cui Čajkovskij descrive il “programma” della sua Quarta Sinfonia, chiarendo che un musicista non dovrebbe mai spiegare la sua musica con parole, ma che aveva fatto un’eccezione proprio in omaggio all’amica von Meck. È anche molto significativo che lui definisca l’opera “la nostra sinfonia”, considerando Nadezda come co-autrice, proprio per l’appoggio e la vicinanza che gli aveva assicurato. Leggendo questo “programma” della sua Quarta Sinfonia in Fa minore op. 32  veniamo così a sapere che, nei quattro movimenti che la costituiscono, agisce soprattutto un tema principale che Čajkovskij chiama “Fatum” cioé il Destino, che così definisce: “la forza inesorabile che impedisce alle nostre speranze di felicità di avverarsi […] ineluttabile e invincibile”. Il tema si presenta fin dall’ Introduzione, Andante sostenuto, con una fanfara di fiati che evoca la tromba del giudizio. Il tema rimbalza da un gruppo all’altro degli strumenti dell’orchestra, prima esitanze poi in fortissimo ed esprime nel suo girare la ricerca disperata di una soluzione. Una parziale consolazione arriva col secondo tema, melanconico e di grande bellezza, che a sua volta percorre l’orchestra e lascia posto a un terzo tema in crescendo che però viene crudelmente dissolto dal ritorno del tema del Fato: infatti, spiega Čajkovskij, i due temi consolatori derivano rispettivamente dal sogno e dalla fantasia di felicità, aspetti illusori destinati ad essere annullati dalla dura verità.

Nel secondo tempo, intitolato in italiano Andantino in modo di canzona, viene espressa la dolce malinconia dei ricordi di gioventù: ancora una volta un sogno del passato. Da qui si passa ad un classico Scherzo (con Trio), trattato con grande fantasia timbrica, ma per Čajkovskij anche questi sono solo “arabeschi capricciosi” dell’immaginazione. La soluzione viene solo nel quarto e ultimo tempo della Sinfonia, dove l’autore invita a cercare nella società e nelle sue semplici tradizioni un antidoto al male di vita: con splendida orchestrazione è descritta una festa popolare tradizionale, dove è inserita la melodia di un autentico canto popolare russo, intrecciando i temi fino alla coda che conclude la composizione con uno slancio di inaspettata vitalità. In questa risposta finale, quasi inaspettatamente ottimistica, troviamo una chiara eco dell’analoga decisione beethoveniana, espressa nel Testamento di Heiligenstadt, di voler offrire il proprio sacrificio personale, l’ineluttabile destino amaro, alla società umana che potrà giovarsi della consolazione della musica.  E forse il momento più importante del programma comunicato a Nadezda è proprio la confessione di questo collegamento ideale: “in realtà la mia opera è una riflessione sulla Quinta Sinfonia di Beethoven”, non certo sulla musica di quella partitura ma sulla sua idea centrale, il destino che bussa alla porta.

Fu la von Meck ad assistere alla prima esecuzione della Quarta Sinfonia, che ebbe luogo a Mosca il 10 febbraio 1878, mentre Čajkovskij era a Sanremo, dove aveva tra l’altro completato Eugenjj Oneghin, opera che accolta con grande successo sempre a Mosca due anni più tardi. Nonostante la recente angoscia provocata dall’assurdo matrimonio e i primi sintomi di un male esistenziale che avrebbe permeato di negatività l’ultima parte della vita del compositore, la Quarta Sinfonia esprime un periodo tutto sommato felice, quello del sogno e dell’illusione di potersi sottrarre ad un destino ineluttabile, come lui stesso illustra nel suo “programma”. Ma tutto questo gli era stato permesso grazie alla generosa assistenza della sua mecenate il cui nome, Nadezda, in russo non a caso significa “speranza”.

 

Gli spettacoli del mese di aprile 2021 saranno disponibili in streaming sulla piattaforma MyMovies.it e, per i primi tre giorni di programmazione, anche sulla pagina Facebook ufficiale del Teatro di San Carlo.

Per guardare lo spettacolo, è possibile:
acquistare un e-ticket del valore di 2.29€ (valido 7 giorni dal primo accesso su MyMovies e per i tre giorni di disponibilità su Facebook). Il biglietto potrà essere acquistato direttamente attraverso il canale scelto (MyMovies.it o Facebook) e sarà valido fino al termine del periodo di programmazione dell'evento acquistato.
acquistare l'abbonamento al mese di programmazione che include i tre titoli del mese a 4.99€. L'abbonamento dà accesso illimitato ai tutti i contenuti del mese a partire dal primo giorno di programmazione e fino a fine mese. Sempre entro la fine del mese sarà possibile rivedere tutti i contenuti già pubblicati. L'abbonamento è disponibile solo sul canale MyMovies.it ed è acquistabile fino all'ultimo giorno di programmazione dell'ultimo evento del mese.

Dal termine della disponibilità in streaming, i contenuti saranno disponibili on demand sul sito shop.teatrosancarlo.it. 

 

 

Si ricorda l’appuntamento con il nuovo episodio di “Voci di MeMUS”, la prima serie di podcast prodotta dal Teatro di San Carlo che affida alle voci della comunità il racconto del patrimonio. Sabato 1 maggio a partire dalle ore 10.00 sulle piattaforme Spotify, Spreaker e Apple Podcast sarà disponibile la tredicesima puntata.


/Concerto Sinfonico

 

Da venerdì 30 aprile ore 20.00

 

DAN ETTINGER

 

Direttore | Dan Ettinger

Pianoforte | Alexander Melinkov

 

 

Programma

Sergej Rachmaninov, Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 in fa diesis minore, Op. 1

Pëtr Il'ič Čajkovskij, Sinfonia n. 4 in fa minore, Op. 36

 

Orchestra del Teatro di San Carlo

 

Disponibile online dal
30.04.2021 alle 20h00 CET

Disponibile fino al
15.05.2021 alle 23h59 CET