Teatro San Carlo
La programmazione in
streaming di Aprile 2021
Domani venerdì 30
aprile ore 20.00
Dan Ettinger
dirige l’Orchestra del Teatro di San Carlo
Al pianoforte
Alexander Melnikov
Sulla pagina Facebook, sulla piattaforma Mymovies.it e
sul sito del Teatro San Carlo
Il calendario streaming di
aprile del Teatro di San Carlo avrà il suo appuntamento conclusivo domani
venerdì 30 aprile a partire dalle ore 20.00 con il
direttore israeliano Dan Ettinger, per la prima volta al San Carlo, che dirigerà
l’Orchestra del Massimo napoletano e il pianista russo Alexander Melnikov nel Concerto per pianoforte e
orchestra n. 1 in fa diesis minore Op.1 di Sergej Rachmaninov e nella Sinfonia n. 4 in fa minore, op. 36 di Pëtr
Il'ič Čajkovskij.
Nota
dal programma di sala
a
cura di Dinko Fabris
Due grandi russi in fuga: piccola guida
all’ascolto di Rachmaninov e Čajkovskij
Le vite di Čajkovskij e Rachmaninov hanno diversi punti in
comune: la patria russa, ovviamente, e anche la prima formazione musicale nello
stesso Conservatorio di San Pietroburgo; poi entrambi si trasferirono a Mosca
dove avviarono la loro carriera professionale. Ma è soprattutto l’attitudine al
viaggio come fuga da una realtà che non potevano accettare: Rachmaninov fuggì
per sempre dalla Russia sconvolta dalla Rivoluzione del 1917, rifugiandosi nel
Nuovo Mondo; Čajkovskij cercò di fuggire dalle proprie ossessioni e dal giudizio
della società del suo tempo, visitando tra il 1861 e l’anno della sua morte, il
1893, oltre 150 località europee.
Infine, in entrambi i compositori trovamo una costante bipolarità tra
l’impronta ancestrale russa e l’adesione ad uno stile “occidentale” sempre
filtrato dalla propria personalità, entrambe caratteristiche evidenti nelle due
composizioni qui prese in considerazione.
Il Primo Concerto per
pianoforte di Rachmaninov: un processo compositivo di tre decenni.
Il successo planetario del
film Shine, ormai venticinque anni fa, ebbe come riflesso un rilancio
della notorietà non solo del cosiddetto “RACH 3” ovvero del Terzo concerto
per pianoforte e orchestra di Sergej Rachmaninov, ma dell’intera produzione
di questo autore, che perfino un critico e intellettuale colto come Beniamino
Placido aveva a malapena sentito nominare prima (come ammise in una recensione
su “Repubblica”del 1997). Amatissimi in realtà da tutti i grandi pianisti
classici del Novecento e dal loro pubblico, i concerti per pianoforte di
Rachmaninov esercitarono una forte e duratura influenza sulla nascente musica
per film. E non è un caso che ciò sia avvenuto dopo il suo trasferimento negli
Stati Uniti per sfuggire alla Rivoluzione comunista del 1917, che collocò Rachmaninov
nel posto giusto al momento giusto. Nonostante la sua rapida affermazione
professionale in America fosse dovuta in gran parte all’impressionante talento
di pianista virtuoso, Rachmaninov non cessò mai di considerarsi soprattutto un
compositore ed anche di lottare a suo modo contro il regime che a suo avviso
aveva distrutto il patrimonio culturale della sua patria, dove non volle mai
più tornare.
Il Concerto n.1 in Fa# minore
op.1 di Sergej Rachmaninov ebbe
una lunga gestazione di quasi trent’anni
fino alla sua definitiva stesura. Il primo tempo era già stato scritto e
presentato come saggio scolastico nel 1890, quando era ancora allievo del
Conservatorio di Mosca. In seguito, completata l’opera con gli altri due tempi,
eseguì lui stesso il Concerto a Londra nel 1899, dedicandolo al celebre pianista
Aleksandr Siloti, che era anche suo cugino e che
lo aveva protetto favorendone l’inserimento come studente al Conservatorio di
Mosca. Portò quindi con sé il
manoscritto del Concerto nel suo viaggio verso l’America, continuando a
lavorarci tanto che il secondo e terzo tempo risultano fortemente modificati.
In questa veste il Primo Concerto pr pianoforte fu presentato a New York per la
prima volta nel 1919, con l’autore al pianoforte, dopo che erano già stati
eseguiti in pubblico il Secondo e il Terzo Concerto oltre alle sue
prime Sinfonie: tutte composizioni accolte con entusiasmo ed entrate
prontamente nel repertorio internazionale delle orchestre sinfoniche.
Dal punto di
vista formale, il Primo Concerto segue apparentemente lo schema classico
in tre movimenti, due allegri con in mezzo un tempo lento: Vivace, Andante e
Allegro vivace. Si distacca tuttavia da quella forma per l’uso del materiale
compositivo, che non è diviso in temi esposti e sviluppati, bensì distribuito
in maniera omogeneo in tutti e tre i movimenti, creando una narrazione continua
e unitaria, basata su variazioni e tuttavia resa più complessa dal funambolico
virtuosismo della parte pianistica rispetto al tutti orchestrale. Indubbiamente
la mancanza di temi ben riconoscibili che lo identifichino, come succede invece
negli altri più famosi concerti dello stesso Rachmaninov, non ha agevolato la
popolarità di questo Primo Concerto, che pure per gli studiosi resta il
più interessante proprio per la maniera
innovativa e in qualche modo “astratta” con cui è concepito.
La Quarta Sinfonia di Čajkovskij: un antidoto al male di vivere
Petr Ilic Čajkovskij ebbe nella
seconda metà dell’Ottocento il ruolo di ponte tra la Russia, dove si erano da
poco create le basi per una “scuola nazionale russa” intorno a
Rimskij-Korsakov, e il resto d’Europa, dominata in campo strumentale dalla
musica romantica tedesca e in campo teatrale dall’opera, soprattutto italiana.
Come succede spesso in campo artistico, questo ruolo intermedio includeva il
rischio di non risultare né completamente russo né abbastanza “europeo”, ma in
Čajkovskij la sintesi produsse invece capolavori irripetibili, che lo resero
peraltro molto popolare durante la sua vita, anche se la sua psicologia fragile
non gli permise di godere pienamente il successo raggiunto. Nelle sue sei
sinfonie numerate (cui si aggiunsero un frammento incompleto ed una settima e
ultima Sinfonia intitolata “Manfred” che però l’autore considerava
piuttosto un poema sinfonico) noi ritroviamo questa doppia polarità ben
espressa: le prime tre sinfonie sono infatti basate su tematiche russe e
rientrano nel fermento di quella “scuola” nazionale in formazione; le
successive sinfonie, a partire proprio dalla Quarta, sono invece
accomunate da una riflessione tragica sul destino e sulla morte, che culminerà
nella famosissima Sesta Sinfonia “Patetica”).
La Quarta Sinfonia
fu composta in poco più di un anno, tra il dicembre 1876 e il gennaio 1878, un
periodo carico di eventi importanti e in parte molto dolorosi nella biografia
di Čajkovskij. Proprio a metà del 1877, infatti, il compositore decise
improvvisamente di sposare Antonina Milukova, una giovane ammiratrice che aveva
insistito per diventare sua allieva. La decisione, maturata in pochi giorni
d’istinto, fu presa probabilmente da Čajkovskij solo per mascherare la sua
omosessualità, che nel suo tempo veniva condannata come un marchio d’infamia.
Già dopo tre settimane il matrimonio era ovviamente fallito e Čajkovskij era
letteralmente fuggito da Mosca dove allora risiedeva. Questa situazione
insostenibile fu risolta quasi magicamente dall’intervento di quella che
sarebbe diventata la sua mecenate e anche il suo “migliore amico” come scrisse
nella dedica di questa sinfonia: si trattava di Nadezda
von Meck, ricca
vedova e musicofila, con cui fu stabilito il patto di non incontrarsi mai,
mantenuto volentieri da entrambi fino alla fine di questo rapporto nel 1890,
una decisione che ci può apparire bizzarra ma che ebbe come risultato la
produzione di una mole impressionante di lettere tra i due, preziosa per le
nostre conoscenze sulla vita e le opere di Čajkovskij. Il compositore ricevette
uno stipendio fisso annuale e il costante incoraggiamento di Nadezda, che si
rivelò fondamentale nei ripetuti momenti di crisi: fu proprio lei a spingerlo
al lungo tour di viaggi in Europa, per reagire alla crisi del matrimonio
fallito, che lo portò anche in numerose città italiane.
Tra i tanti documenti che
dobbiamo a questa relazione epistolare, uno dei più importanti è la lettera in
cui Čajkovskij descrive il “programma” della sua Quarta Sinfonia,
chiarendo che un musicista non dovrebbe mai spiegare la sua musica con parole,
ma che aveva fatto un’eccezione proprio in omaggio all’amica von Meck. È anche
molto significativo che lui definisca l’opera “la nostra sinfonia”,
considerando Nadezda come co-autrice, proprio per l’appoggio e la vicinanza che
gli aveva assicurato. Leggendo questo “programma” della sua Quarta Sinfonia
in Fa minore op. 32 veniamo così a
sapere che, nei quattro movimenti che la costituiscono, agisce soprattutto un
tema principale che Čajkovskij chiama “Fatum” cioé il Destino, che così
definisce: “la forza inesorabile che impedisce alle nostre speranze di felicità di avverarsi […]
ineluttabile e invincibile”. Il tema si presenta fin dall’ Introduzione, Andante
sostenuto, con una fanfara di fiati che evoca la tromba del giudizio. Il
tema rimbalza da un gruppo all’altro degli strumenti dell’orchestra, prima
esitanze poi in fortissimo ed esprime nel suo girare la ricerca disperata di
una soluzione. Una parziale consolazione arriva col secondo tema, melanconico e
di grande bellezza, che a sua volta percorre l’orchestra e lascia posto a un
terzo tema in crescendo che però viene crudelmente dissolto dal ritorno del
tema del Fato: infatti, spiega Čajkovskij, i due temi consolatori derivano
rispettivamente dal sogno e dalla fantasia di felicità, aspetti illusori
destinati ad essere annullati dalla dura verità.
Nel secondo tempo,
intitolato in italiano Andantino in modo di canzona, viene espressa la
dolce malinconia dei ricordi di gioventù: ancora una volta un sogno del
passato. Da qui si passa ad un classico Scherzo (con Trio), trattato con grande
fantasia timbrica, ma per Čajkovskij anche questi sono solo “arabeschi
capricciosi” dell’immaginazione. La soluzione viene solo nel quarto e ultimo
tempo della Sinfonia, dove l’autore invita a cercare nella società e nelle sue
semplici tradizioni un antidoto al male di vita: con splendida orchestrazione è
descritta una festa popolare tradizionale, dove è inserita la melodia di un
autentico canto popolare russo, intrecciando i temi fino alla coda che conclude
la composizione con uno slancio di inaspettata vitalità. In questa risposta
finale, quasi inaspettatamente ottimistica, troviamo una chiara eco
dell’analoga decisione beethoveniana, espressa nel Testamento di
Heiligenstadt, di voler offrire il proprio sacrificio personale,
l’ineluttabile destino amaro, alla società umana che potrà giovarsi della
consolazione della musica. E forse il
momento più importante del programma comunicato a Nadezda è proprio la
confessione di questo collegamento ideale: “in realtà la mia opera è una
riflessione sulla Quinta Sinfonia di Beethoven”, non certo
sulla musica di quella partitura ma sulla sua idea centrale, il destino che
bussa alla porta.
Fu la von Meck ad
assistere alla prima esecuzione della Quarta Sinfonia, che ebbe luogo a
Mosca il 10 febbraio 1878, mentre Čajkovskij era a Sanremo, dove aveva tra
l’altro completato Eugenjj Oneghin, opera che accolta con grande
successo sempre a Mosca due anni più tardi. Nonostante la recente angoscia
provocata dall’assurdo matrimonio e i primi sintomi di un male esistenziale che
avrebbe permeato di negatività l’ultima parte della vita del compositore, la Quarta
Sinfonia esprime un periodo tutto sommato felice, quello del sogno e
dell’illusione di potersi sottrarre ad un destino ineluttabile, come lui stesso
illustra nel suo “programma”. Ma tutto questo gli era stato permesso grazie
alla generosa assistenza della sua mecenate il cui nome, Nadezda, in russo non
a caso significa “speranza”.
Gli spettacoli del mese di aprile 2021 saranno
disponibili in streaming sulla piattaforma MyMovies.it e, per
i primi tre giorni di programmazione, anche sulla pagina Facebook ufficiale del
Teatro di San Carlo.
Per guardare lo spettacolo, è possibile:
- acquistare un e-ticket del valore di 2.29€ (valido 7
giorni dal primo accesso su MyMovies e per i tre giorni di disponibilità su
Facebook). Il biglietto potrà essere acquistato direttamente attraverso il
canale scelto (MyMovies.it o Facebook) e sarà valido fino al termine del
periodo di programmazione dell'evento acquistato.
- acquistare l'abbonamento al mese di programmazione che include i tre
titoli del mese a 4.99€. L'abbonamento dà accesso illimitato ai tutti i
contenuti del mese a partire dal primo giorno di programmazione e fino a fine
mese. Sempre entro la fine del mese sarà possibile rivedere tutti i contenuti
già pubblicati. L'abbonamento è disponibile solo sul canale MyMovies.it ed è
acquistabile fino all'ultimo giorno di programmazione dell'ultimo evento del
mese.
Dal termine della disponibilità in streaming,
i contenuti saranno disponibili on demand sul sito
shop.teatrosancarlo.it.
Si ricorda
l’appuntamento con il nuovo episodio di “Voci di MeMUS”, la prima serie di podcast prodotta dal Teatro di San Carlo che
affida alle voci della comunità il racconto del patrimonio. Sabato 1 maggio a partire dalle ore 10.00
sulle piattaforme Spotify, Spreaker
e Apple Podcast sarà disponibile la tredicesima puntata.
/Concerto Sinfonico
Da venerdì 30 aprile ore 20.00
DAN ETTINGER
Direttore | Dan Ettinger
Pianoforte | Alexander Melinkov
Programma
Sergej Rachmaninov, Concerto
per pianoforte e orchestra n. 1 in fa diesis minore, Op. 1
Pëtr Il'ič Čajkovskij,
Sinfonia n. 4 in fa minore, Op. 36
Orchestra del Teatro di San Carlo
Disponibile
online dal
30.04.2021 alle 20h00 CET
Disponibile fino
al
15.05.2021 alle 23h59 CET