domenica 31 ottobre 2021

L’Orchestra del Maggio diretta da Federico Maria Sardelli in tour nella città metropolitana di Firenze.

 

L’Orchestra del Maggio diretta da Federico Maria Sardelli in tour nella città metropolitana di Firenze.


Dopo il concerto del 29 ottobre a Barberino del Mugello, il 2 novembre a Barberino Tavarnelle e il 3 novembre a Fucecchio

Composizioni di Vivaldi, Mozart e una rara esecuzione di Johann Anton Filtz.

In concomitanza con il tour europeo del Maggio, il teatro ha messo in programma un altro breve ma importante tour dell’Orchestra del Maggio, con la direzione del maestro Federico Maria Sardelli, nell’ambito di tre località della Città metropolitana di Firenze: il 29 ottobre a 29 a Barberino del Mugello, il 2 novembre a Barberino Tavarnelle e il 3 novembre a Fucecchio.

 

I programmi diretti dal maestro Sardelli, titolatissimo ricercatore e interprete del repertorio settecentesco, nei tre appuntamenti offrono una proposta di musiche di compositori che hanno tra di loro una relativa vicinanza cronologica: di Antonio Vivaldi viene eseguita la Sinfonia avanti Il Bajazet, di Johann Anton Filtz la Sinfonia in sol minore op. 2 n. 2, di Wolfgang Amadeus Mozart la Sinfonia n. 11 in re maggiore KV 84/73q, di Antonio Vivaldi La Sinfonia avanti L'Olimpiade e ancora di Wolfgang Amadeus Mozart, la Sinfonia n. 17 in sol maggiore KV 129.

 

Particolarmente curiosa e molto interessante, in quanto rara, risulta essere la proposta, assieme alle musiche dei notissimi Vivaldi e Mozart dei quali il maestro Sardelli è un grande e squisito esecutore, della sinfonia di Johan Anton Filtz. Nato nel 1733 e morto assai giovane a 26 anni con bizzarre teorie sulla causa della sua scomparsa, ha lasciato, nonostante la breve vita, 34 sinfonie e molti concerti soprattutto per flauto e violoncello ( molti dei quali andati, purtroppo, perduti). A lungo dimenticato solo recentemente è oggetto di una riscoperta e le sue composizioni iniziano seppur ancora raramente a essere proposte e il maestro Sardelli che ama portare alla ribalta del pubblico anche compositori meno noti, con l’orchestra del  Maggio l’ha già proposta a Firenze nel dicembre del 2016.

 

Il 29 ottobre il primo concerto ha avuto luogo al Teatro Corsini di Barberino di Mugello.

Il 2 novembre 2021, alle ore 21, il concerto si terrà presso la Chiesa di Santa Lucia al Borghetto - Barberino Tavarnelle

(È consigliato prenotarsi tramite l’URP del Comune di Barberino Tavarnelle al numero 055.8052324/245.)

Il 3 novembre a Fucecchio, per l’ultima data, il concerto con l’Orchestra del Maggio e la direzione di Sardelli sarà eseguito presso la Chiesa La vergine alle ore 21.

 

Nei tre concerti l’ingresso è sempre libero fino ad esaurimento dei posti disponibili, nel rispetto delle normative anti Covid-19 con esibizione del Green Pass.

 

ALEXANDER LONQUICH INAUGURA LA STAGIONE CONCERTISTICA 2021-2022 DEL TEATRO REGIO DI PARMA.

 

ALEXANDER LONQUICH

INAUGURA LA STAGIONE CONCERTISTICA 2021-2022

DEL TEATRO REGIO DI PARMA

REALIZZATA DA SOCIETÀ DEI CONCERTI DI PARMA

 

Il pianista tedesco interpreterà pagine di

Robert Schumann e Karl Amadeus Hartmann


 

Teatro Regio di Parma

mercoledì 3 novembre 2021, ore 20.30

 

Sarà Alexander Lonquich ad aprire, mercoledì 3 novembre 2021 ore 20.30 al Teatro Regio di Parma, la Stagione Concertistica 2021-2022, realizzata da Società dei Concerti di Parma in collaborazione con Casa della Musica e con il sostegno di Chiesi.

Il pianista tedesco, amato dal pubblico del Teatro Regio e già ospite delle scorse stagioni, eseguirà un programma che unisce due aspetti: la libertà dell’inconscio e il puro gioco della fantasia nei brani di Schumann con il senso di liberazione e riappropriazione della propria identità, all’indomani della tragica deportazione dei prigionieri di Dachau, espressa da Hartmann.

 

Compositore che fa dei contrasti e della frammentazione il mezzo di espressione di un inconscio diviso tra la sua parte pensosa (Eusebio) e quella vitale e irruenta (Florestano), Robert Schumann è protagonista del programma con tre composizioni frutto di uno dei suoi periodi più creativi e prolifici, gli anni ’30 del XIX secolo, segnati da una fitta produzione per pianoforte solo, in cui si rispecchia tutto il suo mondo poetico e letterario. La prima parte del programma si concentra, in particolare, sull’ultima fase di questo decennio, con l’Arabeske in do maggiore per pianoforte, op. 18, e la Novellette, op. 21 n. 8, composte rispettivamente nel 1839 e nel 1838. L’inarrestabile vena creativa riflette un periodo felice e allo stesso tempo tormentato a livello personale, quello del fidanzamento con Clara Wieck, contrastato dal padre di lei, che giunse a coronamento con il matrimonio solo nel 1840: “in queste ultime tre settimane ho composto una quantità spaventosa di musica, di scherzi, di storie di Egmont, di scene di famiglia con genitori, un matrimonio: insomma, come vedi, tutte le cose più desiderabili!”, scrive il compositore a Clara nel febbraio 1838, riferendosi proprio alle otto Novelletten op. 21. A chiudere il programma, la Sonata n.1 in fa diesis minore, op. 11, ebbe invece una genesi lunga e complessa: composta tra il 1830 e il 1835, rappresenta il primo vero tentativo con cui il compositore decise di misurarsi con la forma sonatistica e dunque con l’eredità lasciata da Beethoven.

 

Al centro del programma della serata, la Sonata “27 aprile 1945” composta da Karl Amadeus Hartmann all’indomani dell’ultima deportazione dei prigionieri di Dachau. Compositore che scelse di opporre la sua resistenza al Nazismo rimanendo in Germania, Hartmann fu testimone oculare della strage: “Hartmann era lì, vide tutto” scrive Giuseppe Martini, “Si mise subito a scrivere. Ci si sente dentro Bartók, Berg, Hindemith, Skrjabin, Mahler, Kodály e la sonata Les adieux di Beethoven. Ma soprattutto, nel ritmo galoppante o strascicato, la musica diventa letteralmente il suono fisico del dolore e della miseria corporale”.

 

Nato a Trier, in Germania, Alexander Lonquich si impone sulla scena musicale internazionale quando, nel 1977, consegue il primo premio al concorso Casagrande. Da allora si esibisce regolarmente presso i principali centri europei, negli Stati Uniti e in Giappone. La sua attività lo vede impegnato con direttori d’orchestra quali Claudio Abbado, Kurt Sanderling, Ton Koopman, Emmanuel Krivine, Heinz Holliger, Marc Minkowski. Particolare in tal senso è stato il rapporto mantenuto con Sandor Vègh e la Camerata Salzburg, di cui è tuttora regolare ospite in veste di direttore-solista. Collabora stabilmente con l’Orchestra da Camera di Mantova, l’Orchestra della Radio di Francoforte, la Royal Philharmonic Orchestra, la Deutsche Kammerphilarmonie, la Camerata Salzburg, la Mahler Chamber Orchestra, l’Orchestre des Champs Elysées, la Filarmonica della Scala di Milano, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI.

A partire dal 2014 è Direttore Principale dell’Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti dalla critica internazionale quali il “Diapason d’Or”, il “Premio Abbiati” (come miglior solista del 2016) e il “Premio Edison” in Olanda. Il suo repertorio, particolarmente ampio, si affianca a un intenso lavoro di ricerca e approfondimento, anche come fortepianista, spaziando da C.P.E. Bach a Mozart, Schumann, Schubert e Chopin, alla musica francese di inizio XX secolo. L’incisione di un doppio CD per l’etichetta Alpha-Outhere intitolato “Schubert 1828” e contenente le Sonate D958, D959 e D960, ha ottenuto un grandissimo successo di pubblico e critica e, nel febbraio 2019, ha ricevuto il prestigioso “Preis der deutschen Schallplattenkritik 2019”. Particolarmente attivo nella musica da camera, nel 2020 ha inciso con Nicolas Altstaedt per Alpha Classics l’integrale delle sonate per violoncello e pianoforte di Beethoven. Affianca all’attività concertistica un grande impegno didattico. Dal 2020 è Direttore artistico della Fondazione Scuola di Musica di Fiesole.

 

BIGLIETTERIA DEL TEATRO REGIO DI PARMA

 

Biglietti da 10 a 35 euro.

Biglietteria del Teatro Regio di Parma strada Giuseppe Garibaldi, 16/A 43121 Parma Tel. +39 0521 203999 biglietteria@teatroregioparma.it Aperta dal martedì al sabato ore 11.00-13.00 e 17.00-19.00. Il pagamento presso la Biglietteria del Teatro Regio di Parma può essere effettuato con denaro contante in Euro, con assegno circolare non trasferibile intestato a Fondazione Teatro Regio di Parma, con PagoBancomat, con carte di credito Visa, Cartasi, Diners, Mastercard, American Express. È inoltre possibile utilizzare i voucher di rimborso ricevuti a fronte degli spettacoli annullati per l’emergenza sanitaria.

 

mercoledì 27 ottobre 2021

La Fondazione Nuovo Teatro Verdi di Brindisi riparte con la programmazione di Novembre e Dicembre 2021.

 

NUOVO TEATRO VERDI, SI RIPARTE!

La Fondazione Nuovo Teatro Verdi di Brindisi riparte con la programmazione di Novembre e Dicembre 2021.

Il teatro inventa una speranza necessaria. Olivier Py.

 La Fondazione Nuovo Teatro Verdi di Brindisi ha presentato questa mattina la programmazione per i mesi di novembre e dicembre. All’incontro, che si è svolto nella sala Mario Marino Guadalupi di Palazzo di Città, hanno partecipato il sindaco, Riccardo Rossi, e il direttore artistico del Verdi, Carmelo Grassi.

 

«La programmazione che presentiamo oggi - ha detto il sindaco Riccardo Rossi - riprende il filo interrotto lo scorso anno e mira a recuperare, nel senso più tradizionale, uno spazio sociale e culturale comunitario come il nostro Teatro. La ripresa si divide in due fasi: prima una premessa di spettacoli che il direttore artistico ha improntato sulla varietà dei generi, un programma articolato tra novembre e dicembre, poi nel nuovo anno la stagione con una campagna abbonamenti dedicata. Non sarà facile ricostruire il rapporto con i luoghi della cultura ma è necessario creare le occasioni perché il pubblico torni a frequentarli come prima».

 

«Esattamente un anno fa - ha aggiunto il direttore artistico Carmelo Grassi - provavamo a rassicurare i nostri spettatori. Tutte le persone che incontravamo ci chiedevano: “Quando ricomincerete il teatro?” con il viso coperto da mascherine che però tradiva occhi gioiosamente vivi e ansiosi di recuperare la normalità. Ci risiamo, ricominciamo nell’idea di incontrare ancora il nostro pubblico e di avvicinarne uno nuovo. Il Teatro si candida a diventare un centro di produzione, un salto di qualità che valorizzerebbe i nostri spazi e permetterebbe di colmare il vuoto storico che ormai contraddistingue la Puglia in materia di produzione teatrale “popolare”».

 

Sette spettacoli, per due mesi di attività. Il Nuovo Teatro Verdi di Brindisi riapre le porte con una programmazione che rompe il silenzio dopo venti mesi di mancanza della scena dal vivo mixando nuove produzioni e titoli ripensati per la riapertura dell’attività. I teatri non hanno più limiti di capienza dallo scorso 11 ottobre e il politeama brindisino programma la ripresa prima di riportare le stagioni tradizionali sul palcoscenico. Sette appuntamenti che attraversano i generi, un equilibrio tra leggerezza e resilienza, la risposta alla crisi che così a lungo ha investito il Teatro costringendo il sipario a rimanere chiuso. Musica, danza e prosa per ripartire, per restituire al pubblico la bellezza, la magia vivente e il piacere della scena. La programmazione è organizzata con il sostegno del main sponsor Enel, del partner Eni e del sostenitore Ance Brindisi, attori del territorio che confermano la loro attenzione al mondo della cultura e del teatro in particolare.

 

I biglietti sono già disponibili presso il botteghino del Teatro, aperto dal lunedì al venerdì ore 11-13 e 16.30-18.30, e online sul circuito Vivaticket. Prezzi: per «Trapunto di stelle», posto unico 10 euro. Per «Abissale Tour»: platea 25 euro, galleria 20 euro; ridotti per ragazzi under 25 e adulti over 65: platea 20 euro, galleria 16 euro; studenti fino a 25 anni, 12 euro in tutti i settori; ragazzi fino a 12 anni, 6 euro in tutti i settori. Per tutti gli altri spettacoli: 1° settore 25 euro, 2° settore 22 euro, galleria 18 euro; ridotti per ragazzi under 25 e adulti over 65: 1° settore 22 euro, 2° settore 20 euro, galleria 16 euro. Studenti fino a 25 anni, 10 euro in tutti i settori; ragazzi fino a 12 anni, 6 euro in tutti i settori.

 

Si comincia giovedì 28 ottobre con la band «Radicanto» e l’omaggio a Domenico Modugno, dal titolo «Trapunto di stelle», uno spettacolo nel quale racconto e musica si incontrano per disegnare sogni, incontri, suggestioni e ricordi indimenticabili e risvegliare nel pubblico quell’anelito di libertà di cui Modugno si fece portavoce e icona. Seguendo la traccia dei successi musicali, i «Radicanto» ripercorrono la strada delle affermazioni, dell’abbraccio del pubblico, della magia televisiva e dell’essere italiano di un’epoca con la bramosia di riemergere bruciando le tappe.

 

Ancora un concerto giovedì 11 novembre. Protagonista un trio d’eccezione formato da Eugenio Finardi, Raffaele Casarano e Mirko Signorile. «Euphonia», questo il titolo dello spettacolo, è un’esperienza che va al di là della normale sequenza di canzoni, legandole e fondendole nell’improvvisazione e nel mistero dell’enarmonia, cioè la magica capacità delle note di cambiare senso e funzione a seconda della tonalità. I tre artisti viaggiano musicalmente sul canovaccio delle canzoni di Finardi con qualche omaggio ai suoi autori più cari, Fossati e Battiato, che ricorderanno con una straordinaria versione di «Oceano di silenzio». Un ampio respiro di emozioni, un’intensa esperienza collettiva.

 

Tempo di danza-teatro martedì 23 novembre con lo spettacolo di ResExtensa Dance Company, dal titolo «Non tutti sanno che…», ideato e diretto da Elisa Barucchieri. Un racconto, un viaggio, una scoperta, che porta a visitare i meandri complessi, colorati e inaspettati della creazione artistica. Come si inventa, cosa si combina per arrivare a uno spettacolo da presentare al pubblico? «Non tutti sanno che…» è un dietro “le quinte” che permette allo spettatore di vedere altri aspetti e altri punti di vista, solitamente nascosti. E, nel viaggio, saranno indagati insegnamenti e aneddoti indimenticabili di grandi maestri. 

 

Domenica 28 novembre arriva Danilo Rea, uno dei pianisti più creativi della scena jazzistica nazionale e internazionale, con il suo «Omaggio a Enrico Caruso». Virtuosismi musicali e racconti, con la partecipazione dell’attrice Barbara Bovoli, sono la cifra di uno spettacolo che indaga la grande musica d’autore e la tradizione musicale italiana e internazionale, oltre alla magnificenza dell’arte di una tra le icone più riconoscibili, quel tenore napoletano che divenne più famoso di Roosevelt, a cui Lucio Dalla dedicò una canzone che porta il suo nome e che, a distanza di oltre trenta anni dalla pubblicazione, resta tra le canzoni italiane più famose nel mondo.

 

Maurizio Micheli e Debora Caprioglio sono i protagonisti di «Amore mio aiutami», pièce in programma giovedì 2 dicembre. Liberamente ispirato alla sceneggiatura di Rodolfo Sonego, da cui il film del 1969 diretto da Alberto Sordi e interpretato dallo stesso Sordi e Monica Vitti, «Amore mio aiutami» è la classica commedia all’italiana degli anni Sessanta. Raffaella e Giovanni sono sposati e innamorati. Lei però inizia a provare attrazione per un altro uomo e gioca la carta della sincerità per tentare di salvare la propria relazione col marito, purtroppo con risultati disastrosi.

 

Lunedì 13 dicembre Nancy Brilli e Chiara Noschese danno vita a «Manola», commedia ironica e brillante tratta dall’omonimo best seller di Margaret Mazzantini. In scena due gemelle eterozigote, Ortensia e Anemone, cresciute caratterialmente agli antipodi, una spettrale e nerovestita, l’altra raggiante e coloratissima: gli opposti archetipi femminili, il bianco e il nero. Introversione contro estroversione, profondità contro superficie, tanti problemi contro nessun problema, ma entrambe accomunate da un’esilarante capacità di raccontarsi fino a scoprire che ciò che credono distante è solamente un aspetto nascosto o rimosso, radicato nell’inconscio.

 

Si torna alla musica sabato 18 dicembre con «Abissale Tour», il concerto di Gio Evan, scrittore e poeta, filosofo, umorista, performer, cantautore e artista di strada, reduce dalla sua prima apparizione al Festival di Sanremo con il brano «Arnica». Spiega Gio Evan, «Abissale è il nuovo invito a vivere di profondità in superficie e non di profonda superficialità. Educare in latino è educere, condurre fuori. Dunque l’etimologia ci indica che l’educazione non è materiale che da fuori mettiamo dentro, bensì il suo viceversa. È la nostra integrità, sono le consapevolezze già tutte integre dentro noi che vengono emesse nel mondo esteriore». Alla partecipazione al Festival di Sanremo è seguita l’uscita del suo nuovo album, «Mareducato», che ha già raggiunto i 14 milioni di ascolti, e del suo ultimo libro, «Ci siamo fatti mare».



PROGRAMMAZIONE2021

 

Giovedì 28 ottobre ore 20.30

Radicanto

TRAPUNTO DI STELLE*

Omaggio a Domenico Modugno

Maria Giaquinto - canto e narrazione

Giuseppe De Trizio - chitarra classica e arrangiamenti

Adolfo La Volpe - chitarra elettrica, basso elettrico

Francesco De Palma - cajon, percussioni

Recital-concerto

 

Giovedì 11 novembre ore 20.30

Eugenio Finardi, Raffaele Casarano, Mirko Signorile

EUPHONIA

Concerto

 

Martedì 23 novembre ore 20.30

ResExtensa Dance Company

NON TUTTI SANNO CHE…

idea e direzione Elisa Barucchieri

Teatro-danza

 

Domenica 28 novembre ore 18.00

Danilo Rea

OMAGGIO A ENRICO CARUSO

voce narrante Barbara Bovoli

drammaturgia Alessandra Pizzi

Recital-concerto

 

Giovedì 2 dicembre ore 20.30
Maurizio Micheli, Debora Caprioglio

AMORE MIO AIUTAMI

di Rodolfo Sonego

con Loredana Giordano, Roberto D’Alessandro, Antonio Friello
adattamento teatrale e regia Renato Giordano

Commedia

 

Lunedì 13 dicembre ore 20.30

Nancy Brilli, Chiara Noschese

MANOLA

di Margaret Mazzantini

regia Leo Muscato

Commedia

 

Sabato 18 dicembre ore 20.30

Gio Evan

ABISSALE TOUR**

Concerto

 

DOMENICA 31 OTTOBRE ALLE 15.30, AL TEATRO FILARMONICO DI VERONA, TORNA L'OPERA CON LA PRIMA DI "COSI' FAN TUTTE" DI MOZART.

 Prima data della stagione artistica con piena capienza di pubblico dopo 20 mesi

Così fan tutte: torna l’Opera al Filarmonico

Una commedia umana e sempre attuale di amore e amarezza:

l’ultimo capolavoro di Mozart e Da Ponte riapre la stagione lirica di Fondazione Arena di Verona in una nuova produzione con un cast eccezionale



 

prima Domenica 31 ottobre ore 15.30

Martedì 2 novembre ore 19.00

Giovedì 4 novembre ore 20.00

Domenica 7 novembre ore 15.30

Stagione Lirica 2021 - Teatro Filarmonico


Così fan tutte, figurini di Silvia Bonetti per Dorabella, Guglielmo, Ferrando, Fiordiligi.

Nelle pagine seguenti Don Alfonso e Despina ©Fondazione Arena di Verona 2021

 

Domenica 31 ottobre alle 15.30 riprende anche la stagione lirica autunnale 2021 di Fondazione Arena con pubblico a piena capienza e una nuova produzione di Così fan tutte, che completa la trilogia Mozart-Da Ponte ∙ Il giovane regista Yamal das Irmich debutta al Filarmonico con scene, costumi e luci degli esperti Angelo Finamore, Silvia Bonetti e Paolo Mazzon in un’interpretazione che guarda alla classica commedia hollywoodiana ∙ Il cast riunisce per tutte le recite sei richiesti artisti di primo piano: Vittoria Yeo, Chiara Tirotta, Enkeleda Kamani, Marco Ciaponi, Alessandro Luongo e Alfonso Antoniozzi. Il maestro Francesco Ommassini dirige l’Orchestra e il Coro della Fondazione.

Il prodigio Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791), prolifico compositore in tutti i generi dell’epoca dalla musica pianistica a quella da camera, dal concerto alla sinfonia al sacro, stava affermandosi per successo e vocazione come autore di riferimento nell’Opera. Proprio nei suoi ultimi anni, prima della precoce scomparsa, aveva creato due capolavori in coppia con il librettista veneto e poeta di corte, Lorenzo Da Ponte: Le Nozze di Figaro e Don Giovanni. Dopo aver rappresentato entrambi i titoli nelle stagioni 2018 e 2019, la Fondazione Arena di Verona porta in scena la terza e ultima opera della collaborazione Mozart-Da Ponte: Così fan tutte (commissionato per Vienna dall’Imperatore stesso, Giuseppe II, che morì lontano dalla capitale proprio durante le prime rappresentazioni nel 1790), che dei “drammi giocosi” rimane il più problematico per temi e ricezione e, forse, il più moderno.  

Un soggetto scabroso. Si narra che la vicenda di Così fan tutte prese spunto da un episodio realmente accaduto all’interno dei confini dell’Impero asburgico, che Da Ponte collocò in una Napoli poetica filtrata e sviluppata da diversi topoi letterari e nomi ariosteschi.

Il disincantato filosofo Don Alfonso scommette con i due amici Ferrando e Guglielmo sull’effettiva fedeltà delle fidanzate, le sorelle Dorabella e Fiordiligi. I giovani accettano e fingono di partire per il fronte come soldati, causando pianti e strepiti nelle amate, per poi infiltrarsi nella stessa casa, grazie alla complicità della cameriera Despina, sotto mentite spoglie di “nobili albanesi” a sedurre ognuno la fidanzata dell’altro. Dopo non poche resistenze, le fanciulle cominciano a cedere alle lusinghe, spingendo Ferrando e Guglielmo oltre i previsti confini del gioco e insinuando, nello spettatore e nella propria anima, il dubbio che le nuove coppie siano meglio assortite di quelle originarie. A un passo dal matrimonio improvvisato, i due amici dismettono i panni dei finti albanesi, simulano il ritorno dal fronte riprendendo i propri ruoli e svelando ogni inganno. Don Alfonso ristabilisce la pace ricomponendo le coppie iniziali e invitando tutti a sorridere delle passate avversità ma, oggi come nel ‘700, la musica udita fin qui lascia aperto il finale di una commedia tutt’altro che superficiale e rappacificante.

Il Romanticismo dei grandi ideali, dei valori assoluti, delle forti passioni eclissò le sottili e umanissime ambiguità di Così fan tutte: il secolo del Melodramma mostrava eroine pronte a sacrificare la propria vita per l’unico amore, con trame opposte allo spiazzante racconto mozartiano della sostituibilità dell’amato/a. L’ultimo capolavoro di Mozart-Da Ponte è una commedia fuori dal tempo e quindi sempre terribilmente vera, in cui convivono travestimenti improbabili e raffinate simmetrie, ed ebbe più fortuna solo nel secondo ‘900, forse più di altri titoli, grazie all’intervento di registi che non ebbero paura di rappresentare i dubbi irrisolti e le mutevoli emozioni dei personaggi, ben altrimenti espanse che nella moraleggiante conclusione.

Così a Verona. Nella storia della Fondazione Arena, Così fan tutte è apparso per la prima volta proprio nella stagione inaugurale dell’ente lirico (1976), “importato” da Salisburgo in uno scambio produttivo, per poi tornarvi nel 1989 con la regia di Luca Ronconi e nel 2004 con l’ultimo incompiuto spettacolo di Giorgio Strehler, infine nel 2006 con le altre opere della “trilogia dapontiana” in una settimana dedicata al 250° compleanno del compositore. Dopo quindici anni, il capolavoro di Mozart torna al Teatro Filarmonico in una veste tutta nuova, creata da un team formatosi nei comparti artistici areniani: il giovane regista Yamal das Irmich, con le scene di Angelo Finamore, i costumi di Silvia Bonetti e le luci di Paolo Mazzon.

In questa lettura viene solleticato l’immaginario del pubblico, ammiccando alla commedia cinematografica classica e creando «un apparente realismo patinato anni Cinquanta – come spiega il regista Yamal das Irmich: – tutto è in bianco e nero all’inizio, siamo in una specie di America da pubblicità dove tutto sembra perfetto. I giovani vivono una vita borghese precostituita ma, quando arriva lAmore vero, cadono tutte le barriere e le regole assurde nelle quali ci incaselliamo e la vita all’improvviso si colora. Assistiamo ad un viaggio in cui si esce dalla propria comfort-zone per abbracciare il colore vero del proprio sentire, perché Mozart e Da Ponte hanno voluto toccare l’Io nel profondo della psiche e le dinamiche contraddittorie che lo guidano nel quotidiano».

Nel gioco di maschere e inganni messi in scena in Così fan tutte, aggiunge il Direttore Francesco Ommassini, Mozart «è capace di rompere il velo della finzione e della convenzione teatrale attraverso la musica, arrivando così a raggiungere i culmini emozionali irraggiungibili di questo capolavoro». Il gioco metateatrale di Così fan tutte mostra quanta umana verità si celi dietro la finzione. Prosegue lo stesso Maestro: «Per l’occasione abbiamo alzato il livello dell’Orchestra a quello della platea: al tempo di Mozart non esisteva infatti ancora il “golfo mistico”: è stata un’occasione ulteriore per artisti e musicisti di respirare insieme e condividere empaticamente le passioni così umane e attuali di quest’opera».

Il Maestro veneziano Ommassini è chiamato a dirigere l’Orchestra della Fondazione Arena di Verona e il Coro preparato da Vito Lombardi, oltre ad un cast di interpreti affermati e richiesti a livello internazionale: le due sorelle ferraresi Fiordiligi e Dorabella sono impersonate rispettivamente dal soprano Vittoria Yeo, artista prediletta da Riccardo Muti e acclamata Liù a Verona, e dal mezzosoprano Chiara Tirotta, che proprio nel 2021 ha fatto il suo debutto al Festival areniano. Ferrando e Guglielmo, innamorati delle due dame, sono anch’essi giovani molto acclamati: il tenore lucchese Marco Ciaponi e il baritono pisano Alessandro Luongo. Despina di lusso è l’acclamato soprano albanese Enkeleda Kamani mentre Don Alfonso è affidato al celebre Alfonso Antoniozzi, sensibile interprete e specialista del repertorio buffo.

«È un’emozione particolare quella di riprendere l’opera anche al chiuso nella sua completezza, con la possibilità della normale capienza – commenta Federico Sboarina, Sindaco di Verona e Presidente della Fondazione Arena – Dopo mesi di streaming e distanze forzate che hanno sollecitato il nostro ingegno, tornare al Teatro Filarmonico è una conquista di cui tutti i Veronesi devono essere fieri, quanto lo siamo noi. Voglio sottolineare con forza quanto sia importante, per tutto il Consiglio di Indirizzo e per la città, l’attività invernale di Fondazione Arena, preziosa quanto il Festival estivo ed indispensabile alle attività della Fondazione e all’eccellenza delle sue maestranze».

«Auspico che tutte le persone che hanno seguito il Teatro Filarmonico in streaming possano trovare riscontro in presenza perché, ora che è possibile, nulla sostituisce il Teatro dal vivo– prosegue Cecilia Gasdia, Sovrintendente e Direttore Artistico della Fondazione Arena di Verona – Nel segno di Mozart riapriamo con un’opera sempre attuale in cui convivono commedia buffa e verità profonde. Siamo orgogliosi di affidare a questi collaboratori un nuovo allestimento, giovane e contemporaneo: è la prima volta che Così fan tutte, già rappresentata in 45 anni di attività al Filarmonico, viene prodotta interamente a Verona. Il cast è eccezionale e affianca esperti affermati e giovani talenti, compiendo quel percorso iniziato e proseguito con gli altri titoli di questa trilogia Mozart-Da Ponte, nel 2018 e 2019. Aspettiamo il pubblico numeroso e in sicurezza, per quattro serate imperdibili».

Dopo la prima di domenica 31 ottobre, Così fan tutte va in scena martedì 2 novembre (alle 19), giovedì 4 (alle 20) e domenica 7 novembre (alle 15.30). I biglietti sono già in vendita online e presso la Biglietteria centrale, e anche presso la Biglietteria di via Mutilati due ore prima di ogni spettacolo. Oltre ai biglietti disponibili alle stesse tariffe 2020, sono attive speciali promozioni valide per tutto l’autunno 2021: https://www.arena.it/it/teatro-filarmonico/news/speciale-autunno.

Per legge, l’accesso e la permanenza in teatro sono consentiti solo indossando la mascherina chirurgica ed esibendo il green pass (ulteriori informazioni su https://www.arena.it/it/teatro-filarmonico/info-covid).

domenica 10 ottobre 2021

Il 17 ottobre, torna per la quarta edizione,a San Lazzaro (BO) la rassegna lirica sanlazzarese.

A partire dal 17 ottobre, torna la quarta edizione della la rassegna lirica sanlazzarese.



Torna l'amata rassegna lirica sanlazzarese: il tema di questa quarta edizione - che avrà come sempre luogo per tre domeniche, a partire dalle ore 17, presso la Sala Clorindo Grandi in via Caselle 22 a San Lazzaro di Savena (BO) - è "Astuzie, segreti e intrighi".. 

I titoli saranno all'insegna del buon umore, anche se non mancheranno i momenti di riflessione.

 

La furbizia e i segreti che spesso portano a complessi intrighi la fanno infatti da padrone nelle opere liriche e nelle operette ed è proprio un’operetta ad inaugurare la rassegna il 17 ottobre, vale a dire “Die lustige Witwe" ovvero la celeberrima “Vedova allegra” di Franz Lehár, nella quale il caso e la scaltrezza riuniranno due innamorati: i soprani Chisako Miyashita e Giada Maria Zanzi interpreteranno rispettivamente Hanna Glawari e Valencienne, mentre il tenore Domenico Peronace darà voce a Danilo. 

 

Il secondo appuntamento sarà invece incentrato su un vero gioiello musicale, “Il segreto di Susanna” di Ermanno Wolf-Ferrari, la storia di una coppia di neo-sposi alle prese con una inconfessata verità. Lo spettacolo, che avrà luogo il 31 ottobre, vedrà come protagonisti Giada Maria Zanzi nel ruolo di Susanna, il baritono Alberto Giovannini nei panni di suo marito Gli, nonché l'attore Maurizio Tonelli (il servitore Sante). 

 

Toccherà a “Falstaff”, l’unica “opera buffa” di Giuseppe Verdi, chiudere il ciclo domenica 14 novembre, tra intrecci amorosi e musiche coinvolgenti; nel ruolo del titolo troveremo il baritono Antonio Perrella, mentre Domenico Peronace e Giada Maria Zanzi saranno Fenton e Nannetta. 

 

Al pianoforte per le tre messe in scena si alterneranno i Maestri Fabio Luppi e Mari Fujino. Gli interpreti indosseranno i costumi di Mirta Zagonara, mentre le scenografie saranno curate da Luca Bianconcini.

 

Prenotazione obbligatoria: http://www.mediatecadisanlazzaro.it/index.php?option=com_content&view=article&id=677:un-ora-all-opera&catid=36&Itemid=101 

 

INGRESSO GRATUITO FINO AD ESAURIMENTO POSTI. ACCESSO CONSENTITO ESCLUSIVAMENTE ALLE PERSONE MUNITE DI GREEN PASS.

 

Per ulteriori informazioni: 0516228060 - mediateca@comune.sanlazzaro.bo.it