lunedì 31 maggio 2021

il Nuovo Teatro Verdi di Brindisi riapre il sipario nel segno della grande musica del passato.

 LO SPETTACOLO RIPRENDE: IL «VERDI» RIPARTE CON LA GRANDE MUSICA



Un concerto per riprendere il filo dello spettacolo dal vivo: il Nuovo Teatro Verdi di Brindisi riapre il sipario e lo fa nel segno della grande musica del passato, un viaggio da Georges Bizet a Giuseppe Verdi, da Giacomo Puccini a George Gershwin. Un «Voyage dans le vent» per seguire la traccia del genio di grandi compositori, martedì 1 giugno, a partire dalle ore 20. Protagonista l’ensemble giovanile Ayso Wind Club con ospite d’eccezione il M° Calogero Palermo, primo clarinetto della Orchestra Reale del Concertgebouw di Amsterdam.

Il concerto è organizzato nell’ambito della “Programmazione Puglia Sounds Live 2020-2021 - REGIONE PUGLIA FSC 2014-2020 Patto per la Puglia - Investiamo nel vostro futuro”. È il primo appuntamento dal vivo della programmazione 2021 del politeama brindisino, un’offerta che vede la partecipazione del main sponsor Enel, del partner Eni e del sostenitore Ance Brindisi

Per lo spettacolo sarà impiegata la platea e saranno osservate le regole prescritte per il contrasto e il contenimento della diffusione del Covid-19. I biglietti sono disponibili sul circuito online Vivaticket (https://bit.ly/3yro5oX) e presso il botteghino del Teatro, aperto al pubblico dal lunedì al venerdì, dalle ore 11 alle 13 e dalle ore 16.30 alle 18.30. Martedì 1 giugno, giorno del concerto, dalle ore 11 alle 13 e a partire dalle 19Biglietti: posto unico, 10 euroInfo 0831 562 554 e www.nuovoteatroverdi.com

AYSO
, sotto la guida del direttore artistico Teresa Satalino, ha più volte ospitato musicisti solisti e con ruoli di rilievo in prestigiose orchestre del panorama nazionale e internazionale. Tra gli altri Nir Kabaretti, direttore musicale della Santa Barbara Symphony, il violinista tedesco Gernot Süßmuth, la violoncellista Jelena Ocic, Felix Schwarz, prima viola della Staatskapelle di Berlino, Alex Elia, prima tromba della Rotterdam Symphony Orchestra, Emanuele Silvestri, primo violoncello della Israel Symphony Orchestra. AYSO è stata ospite del Napoli Teatro Festival, del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino e ha collaborato con la CMC Orchestra di New York.

Il titolo del concerto evoca il tratto impressionista di Claude Monet, «l’illusione di un tutto senza fine e un’onda senza orizzonte e senza sponde» che permeano i dipinti e i paesaggi del pittore parigino nato nel 1840. Una sintassi lenta, quasi sfumata e velata, di elementi che si riflette in musica grazie a un repertorio che compie un lungo e travolgente viaggio musicale per soli strumenti a fiato, fatto di brani di compositori vissuti tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo.

Le atmosfere rievocate portano alla Francia di fine Ottocento con il “Divertissement” di Émile Bernard, brano composto nel 1884 e pubblicato nel 1890, al melodismo sensuale e folclorico della suite da “Carmen” di Bizet, rappresentata per la prima volta all’Opéra-Comique di Parigi nel 1875, agli slanci emotivi e coinvolgenti della sinfonia della “Luisa Miller” di Giuseppe Verdi, che debuttò al Teatro San Carlo di Napoli nel 1849, e alla natura evocativa del celebre intermezzo dalla “Manon Lescaut” di Giacomo Puccini, dal quale affiora l’immortale bellezza dello spartito dell’autore toscano grazie alla maestosità della musica e al climax emotivo dell’opera, scritta fra l’estate 1889 e l’ottobre 1892. Il programma comprende anche la “Sinfonietta” del compositore svizzero-tedesco Joseph Joachim Raff che ideò questo termine per indicare un’opera orchestrale simile a una sinfonia, ma più breve nel contenuto, con una leggerezza di tocco nella partitura ideale per un piccolo gruppo di fiati. 
Il musicista la compose nella primavera del 1873, periodo che la figlia Helene ascrisse al «culmine culturale della sua vita»: il brano si compone di coppie di flauti, oboi, clarinetti, fagotti e corni francesi. Sarà infine eseguita una versione per quintetto di fiati di un “Un Americano a Parigi”, opera sinfonica datata 1928 di George Gershwin che si ispira al soggiorno che il più celebre musicista americano fece a Parigi alla fine della Prima Guerra Mondiale. In questa composizione virtuosistica c’è tutta l’anima di Gershwin, specie nello straordinario assolo di tromba che lui stesso definì «il tema della nostalgia di casa». Un ritratto musicale che presenta Gershwin più che come pianista e compositore, come uomo, con una passione vitale capace di trasportare l’ascoltatore nelle sue melodie portandolo a lambire con la fantasia le immagini della musica. 

TUTTI GLI APPUNTAMENTI DEL RAVENNA FESTIVAL DAL 2 ALL'8 GIUGNO.

 

               TUTTI GLI APPUNTAMENTI
DAL 2 ALL'8 GIUGNO




È una dedica d’amore quella della XXXII edizione del Festival, che trae ispirazione dal VII centenario della morte di Dante per un nuovo capitolo del percorso iniziato con la nascita stessa della manifestazione: tra giugno e ottobre, “Dedicato a Dante” propone una miriade di eventi, pianeti e satelliti che ruotano attorno al sole centrale del Poeta e del suo capolavoro ma seguono anche altre e più eccentriche orbite. 

 

2, 3 GIUGNO

21.30 Basilica di S. Vitale

Si torna a S. Vitale con la prima di Teodora, opera da camera commissionata a Mauro Montalbetti su libretto e drammaturgia di Barbara Roganti.

 

 

4 GIUGNO

18.30 Chiostro della Biblioteca Classense

 

In Quelle sirene delle sfere: il poema sinfonico della Commedia, uno dei più apprezzati musicologi italiani, Piero Mioli, riflette sul rapporto tra Dante e la musica.

 

 

4, 5, 6 GIUGNO

21.30 Teatro Alighieri

 

Alessandra Ferri celebra quarant’anni di carriera con L’heure exquise di Béjart, in coproduzione con il Royal Ballet; al suo fianco Carsten Jung

 

 

5 GIUGNO

21.30 Rocca Brancaleone

 

Accademia Bizantina e Ottavio Dantone, in inedita versione Romantica, aprono la sezione sinfonica con l'"Italiana" di Mendelssohn e la "Renana" di Schumann.

 

 

6 GIUGNO

11.00 Duomo di Ravenna
In templo Domini

 

Musiche di Andrea Gabrieli e la Cappella Marciana diretta da Marco Gemmani per la prima delle liturgie, celebrata dall'Arcivescovo di Ravenna-Cervia Mons. Ghizzoni. 

 

 

6 GIUGNO

21.30 Rocca Brancaleone

 

La Cappella Marciana rende omaggio ai 1600 anni dalla fondazione di Venezia con il concerto La Pala d’oro di San Marco nella Rocca costruita dai Veneziani.

 

 

7, 8 GIUGNO

19.30 S. Francesco
Vespri danteschi

 

In Dante e i trovatori Enea Sorini e Peppe Frana seguono il filo rosso che unisce Dante alla tradizione trobadorica provenzale.

 

 

8 GIUGNO

21.00 Rocca Brancaleone

 

Olga Tokarczuk, poetessa e scrittrice polacca Premio Nobel nel 2018, dialoga sulla parola poetica da Dante a oggi, tra natura, politica e misticismo. 

domenica 30 maggio 2021

Al Teatro del Maggio Fiorentino, dal 4 giugno 2021 alle ore 19 : La forza del destino, di Giuseppe Verdi, con la direzione del maestro Zubin Mehta e la regia di Carlus Padrissa, di La Fura dels Baus.

 


83esimo FESTIVAL DEL MAGGIO MUSICALE FIORENTINO


 

La forza del destino, di Giuseppe Verdi, con la direzione del maestro Zubin Mehta e la regia di Carlus Padrissa,

di La Fura dels Baus, dal 4 giugno 2021 alle ore 19 al Teatro del Maggio.

Tra le voci: Saoia Hernàndez, Annalisa Stroppa, Roberto Aronica, Amartuvshin Enkhbat,
Ferruccio Furlanetto, Nicola Alaimo.

 

Cinque recite il 4, 7, 10, 16, alle ore 19 e il 19 giugno alle ore 15.30.

Il 6 giugno alle ore 21 l’opera verrà trasmessa sulla piattaforma ITsART

Il Maggio ringrazia Philippe Foriel-Destezet

 

Mehta: “Padrissa è un signor genio” – Padrissa: “Mehta è per noi della Fura il nostro padrino

 

La forza del destino, melodramma in quattro atti di Giuseppe Verdi, rimaneggiato dalla sua versione iniziale di san Pietroburgo fino alla stesura finale per del 1869, opera con una trama difficile e densa di pagine straordinariamente sublimi è il secondo titolo operistico dell’83esima edizione del Festival del Maggio Musicale dopo l’Adriana Lecouvreur inaugurale e subito prima di Il ritorno di Ulisse in patria di Claudio Monteverdi e dell’ultima opera, in luglio, Siberia di Umberto Giordano. La “Forza” è stata più volte affrontata dal mastro Zubin Mehta, la prima nel 1992, poi nel 2007, nel 2010 e in tour a Tokyo nel 2011, che torna questa volta a dirigerla in un allestimento con la regia di Carlus Padrissa, della compagnia La Fura dels baus. Con La Fura, il maestro aveva realizzato al Maggio una ormai storica, e di enorme successo, Tetralogia wagneriana a partire 2007.

 

Nel cast composto da Toni Gradsack,  Saioa Hernández (Leonora), Annalisa Stroppa (Preziosilla), Roberto Aronica (Don Alvaro), Amartuvshin Enkhbat (Don Carlo), Ferruccio Furlanetto (Padre Guardiano), Nicola Alaimo (Fra Melitone), Alessandro Spina (Marchese di Calatrava), Leonardo Cortellazzi (Mastro Trabuco), Valentina Corò (Curra), Francesco Samuele Venuti (un alcade), Roman Lyulkin (un chirurgo) e poi i solisti del Coro Ferruccio Finetti, Leonardo Melani, Luca Tamani. Le scene sono di Roland Olbeter, i costumi di Chu Uroz, le luci e il video sono di Franc Aleu. Coro e Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. Direttore del Coro Lorenzo Fratini.

Il 6 giugno alle ore 21 l’opera verrà trasmessa sulla piattaforma ITsART.

Il Maggio ringrazia Philippe Foriel-Destezet

 

Dice il maestro Zubin Mehta: “Nella Forza del destino di Giuseppe Verdi, troviamo un po’ di tutto, c’è naturalmente l’amore come in tutte le sue opere, la storia, ma anche il pregiudizio razziale, la guerra, e le buffonerie di Fra Melitone. Solo il genio di Verdi poteva concepire una storia come questa e intersecare tutti questi livelli tra loro. In questo allestimento di Carlus Padrissa di La Fura del Baus, un signor genio col quale collaboro da anni, schieriamo un cast con grandissimi cantanti, voci mondiali che sono in grado di incarnare ogni ruolo e sono molto contento, anzi molto felice, di lavorare con tutti loro!”

 

“La forza del destino, l’opera innominabile, per ragioni scaramantiche, di Verdi, ha una struttura molto complessa per la compresenza di tematiche spesso contrastanti: l’amore e la morte; la vendetta e il perdono, derivante dal sentimento religioso; il dramma e la commedia, ma su tutto un destino inesorabile che schiaccia tutti i personaggi dell’opera” dice Carlus Padrissa. “I due amanti Leonora e Alvaro, sono due esseri intrappolati dalla forza del destino, due stelle che, quando si scontrano, formano un buco nero e perdono la loro luce. E il destino è come un buco nero nel quale precipitiamo. Le due stelle appunto sono Leonora e Alvaro; il loro incontro genererà un buco nero (che si vedrà all’inizio dell’opera) e da questo buco nero verranno generate delle onde gravitazionali, come un sasso gettato nell’acqua, che influenzeranno tutta l’opera innescando dei legami tra il presente, il passato e il futuro fino al suo finale che appare come una fatalità. Questa è una produzione italiana e catalana - continua Padrissa - e lavorare al Maggio è sempre un piacere e soprattutto con Zubin Mehta che noi alla Fura consideriamo un nostro padrino e essere a Firenze è straordinario, per me è una città davvero magica.”

 

Nel cast, in una delle tessiture più difficile composte da Verdi, al suo debutto nel ruolo di Leonora, Saoia Hernàndez che dice: “Leonora è una donna perseguitata dal fratello, maledetta dal padre, che vive come un’eremita che alla fine muore a causa di drammatiche circostanze e dal destino; per me interpretarla nei suoi tormenti, in ben quattro arie è molto impegnativo ma è una gioia cantare con Zubin Mehta, con questa regia di Carlus Padrissa, e al Maggio Musicale.”

 

Nell’impervio ruolo di Don Alvaro, Roberto Aronica, che torna in un ruolo verdiano al Maggio, dopo il Don Carlo (con la regia di Giancarlo Del Monaco) dell’80esimo Festival del 2017, sempre diretto da Zubin Mehta. “Don Alvaro è un personaggio combattuto, fiero e nobile di stirpe regale”, dice Aronica, “è un personaggio dalle tante sfaccettature; amoroso ma allo stesso tempo eroico e nell’interpretarlo è necessario trasmettere i vari aspetti di questo personaggio che lo rendono difficile, uno scoglio, nella carriera di un tenore.”

 

Il baritono Amartuvshin Enkhbat, nel ruolo di Don Carlo debutta al Maggio Musicale Fiorentino: “Mi sento molto a mio agio nei ruoli verdiani ai quali sono molto legato. Sento Verdi molto vicino al mio cuore; sono molto contento e orgoglioso di debuttare a Firenze al Maggio e di far parte di una produzione così importante con Zubin Mehta e in questo allestimento.”

 

“Nonostante io abbia già cantato al vecchio Teatro Comunale circa 10 anni fa, considero per me questa occasione un mio doppio debutto grazie al “nuovo” Teatro del Maggio e al ruolo di Preziosilla che canto per la prima volta in assoluto” - dice Annalisa Stroppa – “Sono onoratissima che ciò avvenga con la direzione di Zubin Mehta ed è un piacere interpretare questo personaggio, in una veste non tradizionale ma originale, nella lettura di Carlus Padrissa, e che tuttavia mantiene completamente la sua essenza. La particolarità di Preziosilla, a differenza di Azucena è che un personaggio che viene particolarmente caratterizzato da Verdi, giovane, piena di energia, una popolana, è una leader che incita i soldati e li incoraggia, è una grande oratrice. È un ruolo molto bello, molto colorato, accattivante. È un personaggio che arriva da un retaggio donizettiano, come quello di Fra Melitone, quindi da un repertorio antecedente che apre tuttavia a quello grande, il grande repertorio verdiano.”

 

“Innanzitutto è chiaro quanto io sia felice di essere qui a Firenze per quest'opera e con il maestro Zubin Mehta” dice Ferruccio Furlanetto, che interpreta il Padre Guardiano. “Per quanto riguarda il ruolo, quello del Padre Guardiano, mi accompagna dall'inizio della mia carriera: è stata una delle prime cose che il maestro Ettore Campogalliani mi aveva fatto imparare per partecipare ai concorsi o ai concerti che lui organizzava e da sempre, parlo del duetto con il soprano, è un brano che mi ha dato tante, tantissime emozioni; fin da quando ero bambino. Sono felicissimo di poter interpretare di nuovo questo ruolo: l'ultima volta che lo sostenni fu 2 anni fa al Covent Garden a Londra, ed è stato piacevolissimo e lo sarà anche qui senz'altro.”

 

Nicola Alaimo, Fra Melitone, è: “strafelice di tornare al Maggio”, anzi quasi senza averlo lasciato dopo aver magistralmente interpretato Michonnet in Adriana Lecouvreur; “Fra Melitone è un personaggio che fa parte della mia top ten” dice Alaimo “uno di quei personaggi, tra i tanti che ho interpretato, che in me ha lasciato un segno; la coincidenza vuole che io abbia debuttato in questo ruolo nel 2007 proprio con il maestro Mehta e proprio qui al Maggio; Fra Melitone è un personaggio esuberante un po’ antesignano di Falstaff, un buffo brontolone; Verdi in questo capolavoro drammatico compensa i toni cupi dell’opera con questi tratti brillanti che alleggeriscono un po’ la trama.”

 

Alessandro Spina, alla sua quarta partecipazione nel giro di poco più di un mese al Maggio, dopo Adriana, e le due Tosca  - la recita di Firenze e a Salisburgo - in La forza del destino è il Marchese di Calatrava, il padre di Leonora: “Sono felicissimo di essere di nuovo sul palco del Maggio, diretto dal maestro Zubin Mehta e con dei colleghi straordinari. Il lavoro con Carlus Padrissa sul Marchese di Calatrava è stato molto interessante, ha costruito su di me un personaggio diverso e per questo lo ringrazio: il padre, come lo pensiamo noi, è una figura buona e che protegge, in questa regia invece è pesante e sempre vigile e non lascia in alcun modo libera la figlia.”

 

“Sono molto orgoglioso di far parte di questo progetto” dice Leonardo Cortellazzi che interpreta Mastro Trabuco. “Quest'opera ha molti contrasti, già nel libretto c'è infatti sia il dramma che la leggerezza sottolineata anche dal mio personaggio e da quello di Fra Melitone; in quest’allestimento un contrasto, per così dire,  lo vedrete tra il grande lavoro musicale fatto da Zubin Mehta, che ci farà ascoltare un Verdi magistralmente diretto quasi come se fosse una incisione discografica perfetta, e quello registico di Carlus Padrissa che è un’esplosione di novità e provocazione. Mi auguro che il pubblico possa godere di questi elementi avanguardistici e stimolanti.”

 

 

LA FORZA DEL DESTINO

Melodramma in quattro atti di Francesco Maria Piave [e Antonio Ghislanzoni]

Musica di Giuseppe Verdi (Versione 1869)

Edizione: Edwin Kalmus &Co., Inc., Boca Raton, Florida

Nuovo allestimento

Maestro concertatore e direttore Zubin Mehta

Regia Carlus Padrissa (La Fura dels Baus)

Scene Roland Olbeter

Costumi Chu Uroz

Light e Video Designer Franc Aleu

Il Marchese di Calatrava Alessandro Spina

Donna Leonora, figlia del marchese Saioa Hernández

Don Carlo di Vargas [Lo Studente], figlio del marchese Amartuvshin Enkhbat

Don Alvaro Roberto Aronica

Preziosilla, giovane zingara Annalisa Stroppa

Padre Guardiano, francescano Ferruccio Furlanetto

Fra Melitone, francescano Nicola Alaimo

Curra, cameriera di Leonora Valentina Corò

Mastro Trabuco, mulattiere, poi rivendugliolo Leonardo Cortellazzi

Un Alcade Francesco Samuele Venuti

Un Chirurgo, militare spagnolo Roman Lyulkin

Coro e Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino

Maestro del Coro Lorenzo Fratini

Solisti del Coro Ferruccio Finetti, Leonardo Melani, Luca Tamani

Assistente regista João Aboim Carvalho

Assistente scenografa Esterina Zarrillo

Figuranti speciali Elena Barsotti, Maria Diletta Della Martira, Maria Novella Della Martira, Sara Silli, Giampaolo Gobbi, Emanuele Marchetti, Alessio Nieddu, Gaetano Tizzano

Allestimento Teatro del Maggio Musicale Fiorentino

Con sopratitoli in italiano e inglese a cura di Prescott Studio, Firenze

Si ringrazia Philippe Foriel-Destezet

 

La Fura dels Baus, desidera ringraziare specialmente:

Chu Uroz Barcelona Costume Team:

Graphic Print Design: Pablo Rovalo_ Research Studios

Costume Design & Project Manager: Joana Poulastrou

3D Accesories Design & Production: Andrea Poulastrou

Costume Special Lights: Daniel Marzo

Light Structures Design & Production: Soledad Revuelto _ Air Maquetas

Barcelona Atelier: Ines Mancheño, Trinidad Rodríguez, Antonia Pérez

3D Product Design:Guillermo Beltran

Design lllustration:Nina Sibiratkina

Un ringraziamento particolare da parte di Fura all’Istituto Europeo di Design: Alessandro Manetti.

IED Costume Department Barcelona: Pilar Pasamontes e Tatiana Garrigosa

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Il 10 novembre 1862 al Teatro Imperiale di San Pietroburgo debutta La forza del destino. L’anno precedente Verdi era stato a lungo corteggiato dalla direzione del teatro russo, che lo aveva convinto ad accettare l’incarico assicurandogli un ottimo compenso e la possibilità di scegliere libretto, librettista e interpreti. In prima battuta il maestro aveva pensato al “Ruy Blas” di Hugo, scartandolo poco dopo in favore del romanzo spagnolo “Don Alvaro o La forza del destino” di Ángel de Saavedra, duca di Rivas, un dramma definito da Verdi “potente, singolare e vastissimo”. Scrivere per il pubblico russo, abituato all’opera italiana settecentesca ma anche al grand opéra francese, voleva dire per Verdi sperimentare soluzioni drammaturgiche nuove. La trama dell’opera, poi, in cui si intrecciano più storie su uno sfondo brulicante di personaggi, ben si prestava alla commistione di stili e registri. Il risultato fu una sintesi tra dramma aristocratico e commedia popolare, tratto caratteristico di un’opera che non venne mai compresa in pieno. Ma che il maestro invece vi tenesse particolarmente lo dimostra la cura che mise nel revisionarla anni dopo per Milano, dove debuttò il 27 febbraio 1869. Nella versione scaligera, oltre all’aggiunta della famosa sinfonia, in cui compare il motivo del fato ineluttabile, Verdi decise di cambiare il finale. Quel dramma d’onore che si concludeva con le morti violente dei tre protagonisti non lo convinceva più. E così, con la collaborazione di Antonio Ghislanzoni, subentrato nel frattempo a Piave, optò per un finale in stile manzoniano, che vede Don Alvaro pentirsi e sopravvivere alla morte di Leonora.

 

sabato 29 maggio 2021

Sabato 29 maggio ore19.00, l’Orchestra del Teatro di San Carlo diretta da Juraj Valčuha apre la Stagione di Concerti del Massimo napoletano.

 

 

Con Juraj Valčuha riparte la Stagione di Concerti.

 In programma musiche di Charles Ives

 Anton Webern e Johannes Brahms

                                             Sabato 29 maggio ore19.00

 


 

Riparte sabato 29 maggio alle 19.00 con Juraj Valčuha sul podio dell’Orchestra del Teatro di San Carlo la Stagione di Concerti del Massimo napoletano.

In programma The Unanswered Question, brano del compositore americano Charles Ives, Langsamer Satz per orchestra d'archi di Anton Webern e la Sinfonia n. 2 in re maggiore Op. 73 di Johannes Brahms.

 

Ad aprire il concerto The Unanswered Question di Charles Ives composizione nata nel 1908 e successivamente rimaneggiata dall’autore negli anni tra il 1930 e il 1935. The Unanswered Question ebbe subito un’entusiastica accoglienza da parte dei maggiori musicisti statunitensi del secolo scorso: Aaron Copland la considerò “tra le migliori opere mai create da un artista americano” e nel 1973 Leonard Bernstein dedicò all’analisi del brano addirittura un ciclo di lezioni all’Università di Harvard, pubblicate tre anni dopo. La composizione, della durata di appena 6 minuti, sarà eseguita al San Carlo nella versione orchestrale.

 

Nello stesso periodo in cui Charles Ives stava componendo negli Stati Uniti The Unanswered Question il giovane Webern nella casa estiva in Carinzia si avventurava nella composizione di un quartetto tardo-romantico, il Langsamer Satz che ebbe dunque origine agli inizi dell’estate del 1905. Composizione giovanile dell’autore all’epoca ventiduenne Langsamer Satz è ancora lontana dall’immagine radicale del compositore d’avanguardia di primo Novecento che ancora oggi Webern emana. Il brano sarà eseguito al San Carlo nella versione per Orchestra d’archi.

 

 

Chiude il programma la Sinfonia n. 2 in re maggiore Op. 73 di Johannes Brahms.

Se la stesura della Prima Sinfonia era durata per Brahms oltre vent’anni (dal 1854 al 1876), all’indomani del successo che ne aveva accolto la prima esecuzione il compositore impiegò la sola estate del 1877 per completare la sua Sinfonia n.2, mentre si trovava in vacanza in Carinzia a Pörtschach uber Wörthersee. Già a partire dalla prima esecuzione, avvenuta a Vienna già il 30 dicembre di quell’anno, la Seconda Sinfonia superò il successo della Prima perché giudicata “più comprensibile” e “più seducente”. Indubbiamente il successo fu favorito anche dalla più facile ed immediata comunicazione esercitata dalla partitura.

 

 

Prossimi concerti:

·        sabato 5 giugno alle ore 19.00 tornano i Carmina Burana di Carl Orff, composizione tra le più conosciute al mondo, molto utilizzata dal mondo del cinema come colonna sonora. L’esecuzione, nella versione per soli, coro due pianoforti e percussioni vedrà protagonista il Coro del Teatro di San Carlo diretto da José Luis Basso.

 

·        domenica 6 giugno alle ore 18.00 un virtuoso del violino, Renaud Capuçon, con al pianoforte Guillaume Bellom eseguirà Sonata in la maggiore n. 1 per violino e pianoforte, Op. 13 di Gabriel Fauré, Sonata n. 1 in re minore per violino e pianoforte, Op. 75 di Camille Saint-Saëns e Sonata in la maggiore per violino e pianoforte di César Franck.

 

 

 

Si ricorda l’appuntamento con l’episodio conclusivo di “Voci di MeMUS”, la prima serie di podcast prodotta dal Teatro di San Carlo che affida alle voci della comunità il racconto del patrimonio. Sabato 29 maggio a partire dalle ore 10.00 sulle piattaforme Spotify, Spreaker e Apple Podcast sarà disponibile la quindicesima puntata, intitolata “Dietro le quinte del patrimonio” a cura di Giovanna Tinaro, Archivio Storico e Museo MeMUS della Fondazione Teatro di San Carlo.

 

 

 

 

 

 

 

 

/Concerto

Sabato 29 maggio, ore 19.00 - Turno S 

JURAJ VALČUHA

 

Direttore | Juraj Valčuha 

 

Programma
Charles Ives, The Unanswered Question
Anton Webern, "Langsamer Satz" per orchestra d'archi
Johannes Brahms, Sinfonia n. 2 in re maggiore Op. 73

 

Orchestra del Teatro di San Carlo

 

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/Concerto

 Sabato 5 giugno, ore 19.00

Carl Orff /

CARMINA BURANA
Per soli, coro, due pianoforti e percussioni

Direttore| José Luis Basso 

 

Coro del Teatro di San Carlo

 

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/Concerto Recital

 Domenica 6 giugno, ore 18.00

RENAUD CAPUÇON

Violino | Renaud Capuçon

Pianoforte | Guillaume Bellom

 

Programma

Gabriel Fauré, Sonata in la maggiore n. 1 per violino e pianoforte, Op. 13

Camille Saint-Saëns, Sonata n. 1 in re minore per violino e pianoforte, Op. 75

César Franck, Sonata in la maggiore per violino e pianoforte