FONDAZIONE ARENA DI VERONA
con il patrocinio del Ministero della Cultura
presenta gli allestimenti straordinari del
98° ARENA DI VERONA OPERA FESTIVAL 2021
ed apre una finestra internazionale
sulla cultura e sulla bellezza italiana
Dopo l’innovativa stagione 2020, che per la prima volta ha portato il palcoscenico dell’opera al centro dell’Anfiteatro, anche per il 2021 Fondazione Arena presenta una stagione che rilegge in maniera tecnologica gli imponenti spazi areniani, in una nuova narrazione che vuole idealmente abbracciare tutta la bellezza italiana avvalendosi della collaborazione con eccellenze museali, espositive, artistiche e culturali di tutto il Paese. Gli ultimi accordi sono in fase di definizione e l’elenco completo di tutte le Istituzioni coinvolte sarà oggetto di comunicazioni successive.
Il
progetto, grazie alla fusione tra le Arti dell’intero Paese, ha assunto un
valore culturale significativo tale da ottenere il patrocinio del Ministero
della Cultura, per la prima volta nella storia del Festival: un
riconoscimento che suggella questo percorso inedito e congiunto della Fondazione
Arena di Verona con le più rappresentative istituzioni culturali della Penisola.
L’iniziativa inoltre è stata fortemente sostenuta anche dalla Soprintendenza
Archeologia belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza,
nella persona del suo Direttore Vincenzo Tiné, che ha coinvolto diverse
Istituzioni culturali della Regione Veneto al fine di valorizzare il patrimonio
culturale e artistico anche del nostro territorio.
Seimila sono i posti a sedere affidati dalle
Autorità a Fondazione Arena per la realizzazione del festival; capienza che
pone l'anfiteatro veronese come sempre al primo posto tra i teatri d’Europa. Mercoledì
26 maggio alle ore 10 la Biglietteria centrale riaprirà le porte ai nuovi spettatori
e contestualmente alla ripresa delle vendite online. Per rispettare i
distanziamenti sanitari, Fondazione Arena sta dando priorità a tutti gli
spettatori già in possesso di un biglietto, eventualmente proponendo una
ricollocazione dei posti nel caso di esaurimento disponibilità in un singolo settore.
Quando
a febbraio, in piena emergenza sanitaria, nel buio totale di previsioni sul
futuro, Fondazione Arena ha deciso di confermare il Festival 2021 mantenendo
invariati titoli, date e cast, è risultato evidente che la normativa in essere
imponeva la necessità, da un lato di snellire le produzioni con un progetto
basato sulle nuove tecnologie, che fosse anche l’opportunità di sperimentare nuovi
linguaggi artistici per l’Arena del futuro; dall’altro lato è emerso chiaramente
che solo i lavoratori del Teatro potevano mettersi immediatamente a servizio e
protezione dell’Arena per sviluppare tale progetto nei tempi e con le modalità dettate
dalla particolare contingenza storica: è nata dunque l’idea di affidare tutte
le nuove produzioni ad una identità collettiva costituita dalle storiche
risorse areniane e guidata dal Sovrintendente e Direttore Artistico Cecilia
Gasdia.
Questa
vera e propria compagine artistica lavora dunque da mesi in modo dialettico per
sostenere un progetto innovativo e sperimentale con tutte le proprie conoscenze,
l’esperienza e l’amore necessari per gestire in rapidità le innegabili complessità
e criticità degli spazi areniani. La scelta, inedita e rinnovatrice, è poi
divenuta una vera opportunità per testare idee nuove e ipotesi di lavoro
future, da affrontare con la dovuta serenità quando si tornerà nell’alveo della
normalità post pandemica. Dunque, un’unica firma corale per sei nuove opere e
due appuntamenti sinfonici. In questa cornice, sperimentale nei modi e
nei mezzi, si inserisce l’idea in sé etica, di legare Fondazione Arena alle
grandi eccellenze museali e culturali del nostro Paese, anch’esse chiuse per
lunghissimo tempo, alle quali l’Arena aprirà uno spazio divulgativo internazionale,
trasformando la bellezza italiana in un tassello importante della narrazione
sinestetica propria della forma d’arte operistica.
Verranno
messe in scena nuove regie e allestimenti più snelli, meno invasivi soprattutto
per le movimentazioni di retropalco, nella cui narrazione troveranno uno spazio
significativo parte dei capolavori conservati nelle eccellenze museali italiane
in un ideale gemellaggio artistico che abbracci tutto lo stivale.
L’elemento
di novità più significativo è dunque il coinvolgimento di alcune tra le
maggiori Istituzioni culturali del mondo: anch’esse profondamente segnate dalla
pandemia, tornano a vivere a cielo aperto nella suggestiva cornice areniana. Ciascuna
di esse darà infatti uno specifico contributo all’interno della drammaturgia di
un’opera, in una equilibrata sintesi tra l’iconografia, la tecnologia di 400 mq
di ledwall e gli elementi di scenografia che caratterizzeranno i singoli
allestimenti. Proprio per valorizzare la potenza visiva delle nuove tecnologie
impiegate, il gruppo creativo areniano si avvale della collaborazione di D-WOK,
coordinata da Paolo Gep Cucco, massima compagnia italiana nella creazione di entertainment
e video design per grandi eventi sportivi e teatrali, dalle cerimonie di campionati
mondiali alle più recenti prime del Teatro alla Scala trasmesse in mondovisione.
Ogni
titolo del calendario avrà dunque il suo riferimento e la sua matrice d’ispirazione
in una o più eccellenze espositive del patrimonio italiano e della Città del
Vaticano: Biblioteca Apostolica Vaticana e Parco Archeologico e
Paesaggistico della Valle dei Templi collaboreranno per tratteggiare un
contesto visuale che narri nel dittico di apertura la cultura e tradizione
popolare siciliana, con particolare riferimento all’ambito religioso, che
caratterizza Cavalleria rusticana; per Pagliacci, invece, si
avranno suggestioni felliniane in collaborazione con il Museo del Cinema di
Torino e il Fellini Museum che il Comune di Rimini inaugurerà a breve.
Per Aida invece Fondazione Arena ha individuato
il proprio partner narrativo ideale nel Museo Egizio di Torino, le cui straordinarie
collezioni, fra le più importanti al mondo, fungerà da elemento caratterizzante
nella dialettica tra le pietre romane dell’Arena e l’iconografia egizia.
In Nabucco entrerà in campo la
collaborazione con il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di
Ferrara per un excursus sulla storia dell’ebraismo italiano dalle origini
agli anni ’40 del Novecento.
Turandot nasce
invece dal dialogo con il Museo d’Arte Cinese ed Etnografico di Parma, luogo
non solo di scoperta di tesori di epoche e popoli lontani, ma anche di
incontro, ricerca ed apertura a culture tradizionali e remote, una realtà che
ha accolto l’invito dell’Arena di Verona, condividendone lo spirito di indagine
e tensione verso la bellezza.
La Traviata, capolavoro verdiano costruito intorno ad una protagonista assoluta di
inedita forza e profondità e di sconvolgente impatto sulla società dell’epoca, nasce
da un percorso di studio sulla figura femminile in tutte le sue declinazioni
grazie alla ricca collezione delle Gallerie degli Uffizi di Firenze.
Nella serata Verdi Requiem i complessi artistici
areniani celebrano i 120 anni dalla scomparsa del grande compositore con la sua
massima opera di questo genere: sacra e umana, teatrale e intima al tempo
stesso, offre spunti di riflessione e memoria illuminata dal monumentale patrimonio
del Sito Archeologico di Paestum e del Parco Archeologico di Pompei.
Complementare a questa serata evento è la IX
Sinfonia di Beethoven, creazione che ha cambiato per sempre la storia della
musica: il suo perfetto “abbraccio alle moltitudini” citato nell’Ode alla
gioia di Schiller messa in musica dal genio di Bonn, è idealizzato in un
percorso curato dalla Fondazione Alinari per la Fotografia focalizzato sull’iconografia
delle piazze, simbolico luogo d’incontro universale, come universale è la
sinfonia e il suo messaggio extramusicale di gioia e speranza.
Completano il cartellone altre serate evento uniche,
con l’atteso debutto di Jonas Kaufmann, oltre al ritorno della danza con Roberto
Bolle and Friends e a quello di Plácido Domingo, divenuti veri e propri beniamini areniani/creatori
del mito dell’Arena.
Fondazione Arena racconta al mondo con il suo 98° Festival
l’eccellenza delle maestranze areniane tutte, uscendo dalla logica personalistica
del nome di richiamo, e al contempo mette l’accento sui grandi i tesori del Paese,
dai più celebri ai meno noti, in un vero progetto corale che, in ultima
sintesi, vuole anche essere metafora dello sforzo collettivo di tutta la
società per uscire dalla crisi. Saranno racconti nei quali si fonderanno i
linguaggi artistici, visivi e musicali e dove le Istituzioni culturali, unite
tra loro, daranno vita ad innovative collaborazioni mai prima d’ora presentate
sul palcoscenico areniano.
Cecilia Gasdia, Sovrintendente e Direttore artistico
della Fondazione Arena di Verona: «Le esigenze imposte
dalla pandemia al modo di fare spettacolo sono state viste come un’occasione
importante da cogliere. Considerando gli allestimenti areniani ‘tradizionali’, imponenti
e prevalentemente architettonici, abbiamo visto che gli assembramenti sarebbero
stati inevitabili. Dopo aver attentamente valutato le opzioni possibili e i
tempi produttivi a disposizione, abbiamo varato una linea tutta diversa e sicuramente
inattesa, dando luce alle nostre maestranze, ai nostri talenti e ingegni, alle
competenze che coltiviamo da sempre, per svolgere così un lavoro creativo che
fosse di tutti, esperienza che ha precedenti altrove, anche in teatro, ma inedita
in Italia: darla ufficialmente alla luce nella nostra Arena è già di per sé una
sfida esaltante. Ancora di più lo è coinvolgere in tale sfida le istituzioni artistiche
e culturali del Paese: un’operazione veramente nuova e di immenso respiro, per trasformare
questa stagione in un simbolo concreto di cui essere orgogliosi, come momento corale
per la cultura italiana, in equilibrio tra il desiderio di sperimentazione, l’innovazione
tecnologica e la tradizione, con il recupero della bellezza, del patrimonio comune
di tutti noi, di cui essere orgogliosi».
Stefano Trespidi, Vice Direttore Artistico della
Fondazione Arena di Verona: «Inventare un nuovo modello di produzione che sia
davvero collettivo, non è stato particolarmente difficile. Esiste un team
areniano che da diversi lustri cura i riallestimenti degli storici spettacoli areniani
rispettandone il contenuto originario ed al contempo tenendolo fresco e vivo negli
anni. Dal 2018 questo team creativo si è impreziosito di una grande musicista
Cecilia Gasdia e della sua pluridecennale esperienza di artista
e di artista “areniana” che ha messo a disposizione di questo team consolidato
il suo patrimonio di conoscenza artistica creativa senza alcun personalismo giacché
mai come questa volta, l’opera, come sempre è il teatro, sarà un successo di
squadra, di dialogo tra scenografia e regia, costumi, suggestioni culturali in
una costante dialettica la cui sintesi sarà la sorpresa di ogni singola
première del 98° Arena di Verona Opera Festival».
«Il
2021 segna un nuovo punto di partenza per la Fondazione Arena» afferma
Gianfranco De Cesaris, Direttore Generale della Fondazione Arena. «Da
un lato con il nuovo modello produttivo che, attraverso l’utilizzo delle nuove
tecnologie, ci consente di trasmettere intatto nei contenuti ed inedito
nella forma il nostro messaggio culturale, dall’altro con le nuove strategie di
fundraising che assicurano la partecipazione al nostro fianco della
migliore imprenditoria italiana in un percorso virtuoso di crescita per il
brand Fondazione Arena di Verona. Per tali ragioni sono certo che, superate le
inevitabili difficoltà legate alla pandemia, avremo davanti un lungo scenario
di sviluppo e rafforzamento».
Ecco,
quindi, che l’identità collettiva che darà vita agli spettacoli in scena dal 19
giugno al 4 settembre, a partire dall’attesissima Inaugurazione con Riccardo
Muti, dà una forte connotazione sociale ed etica al Festival, che diventa
ancora di più una stagione all’insegna della responsabilità, perché a fianco
della tutela dei lavoratori impegnati in Arena rafforza il rapporto economico
tra Fondazione Arena con Verona e il suo territorio, in virtù del suo ruolo
centrale nella storia, nella cultura e nell’economia del territorio.
Biblioteca Apostolica Vaticana
Fellini Museum del Comune di Rimini
Fondazione Alinari per la Fotografia
Gallerie degli Uffizi
Museo d’Arte Cinese ed Etnografico di Parma
Museo Nazionale del Cinema di Torino
Museo Egizio di Torino
Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano
e della Shoah di Ferrara
Parco Archeologico di Pompei
Parco Archeologico e Paesaggistico
Valle dei Templi
Sito Archeologico di Paestum
Un
ringraziamento speciale a tutti gli sponsor, che anche in questo
periodo difficile hanno confermato il loro prezioso contributo a sostegno di
Fondazione Arena e del suo prestigioso Festival.
In
primis Unicredit, che da oltre 25 anni è a fianco del nostro teatro con il
ruolo di main sponsor, gestore della biglietteria elettronica e partner in
tutte le attività di promozione del Festival. Ringraziamo inoltre Calzedonia,
Volkswagen Group Italia, DB BAHN, RTL 102.5 e diamo il
benvenuto al PASTIFICIO RANA, new entry tra gli sponsor.
Una
menzione speciale va anche a tutte le aziende, gli imprenditori, i
professionisti e i privati cittadini che hanno aderito alle campagne di fundraising
“67 colonne per l’Arena di Verona” e #iosonolarena, promosse nei
mesi scorsi da Fondazione Arena.
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