|
Con il mio blog di informazione e critica musicale La Nota Azzurra, spero di aprire le menti e i cuori dei miei lettori all’emozionante mondo della musica. Gaetano Laudadio
|
È dedicata al Teatro Massimo di Palermo la programmazione del ciclo di cinque opere (quattro in prima visione Tv) che Rai Cultura propone dall'1 al 5 marzo sul suo canale Rai5.
Cinque opere prodotte dal Teatro Massimo e andate in scena tra il 2017 e il 2019 che spaziano tra innovazione e tradizione. Dal visionario progetto del premiato tandem di registi ricci/forte, vincitori del Premio Abbiati 2018 con La mano felice / Il castello del principe Barbablù di Béla Bartók, a un capolavoro di fantasia musicale e letteraria come A Midsummer Night's Dream di Benjamin Britten o un grande titolo del belcanto come La favorite di Gaetano Donizetti. Ma sarà anche l’occasione per vedere per la prima volta in Tv l’allestimento del collettivo Anagoor di Das Paradies un die Peri (Il Paradiso e la Peri) l'oratorio profano di Robert Schumann in forma scenica o una pietra miliare del verismo in musica come Pagliacci di Ruggero Leoncavallo che chiude il ciclo.
La programmazione nasce da un accordo di collaborazione tra RAI Cultura e l’ANFOLS (Associazione Nazionale Fondazioni Lirico-Sinfoniche). Si comincia lunedì 1 marzo, alle 10 del mattino, con ricci/forte e La mano felice / Il castello del principe Barbablù di Bartók, presentato con la regia di Stefano Ricci al Teatro Massimo nel 2018 e adesso in prima visione Tv. A dirigere l’Orchestra è il direttore ungherese Gregory Vajda, uno degli interpreti più affermati dell’opera di Bartók.
L’ambientazione per entrambe le opere è il circo con i suoi “orrori” e i suoi eccessi all’inseguimento di sempre nuovi record. In scena, il basso Gabor Bretz, protagonista di entrambe le opere, il mezzosoprano Atala Schöck, gli attori Giuseppe Sartori e Piersten Leirom, un gruppo di performers e il Coro del Teatro Massimo diretto da Piero Monti. Si prosegue martedì 2 marzo, sempre alle 10 con Das Paradies un die Peri (Il Paradiso e la Peri) l'oratorio profano di Robert Schumann in forma scenica che conta su regia, scene, costumi, video e luci del collettivo Anagoor (Leone d’Argento per il Teatro alla Biennale di Venezia nel 2018). La Peri cacciata dal Paradiso viaggia, vagando per l’Oriente, alla ricerca del tesoro più grande sulla Terra, grazie al quale potrà essere di nuovo ammessa nel mondo superiore. Mentre su un grande schermo scorrono le immagini del suo viaggio girate in Iran, in Turchia, lungo i martoriati confini siriani e al Museo Egizio di Torino.
Sul podio il M° Gabriele Ferro, nel cast Sarah Jane Brandon, Valentina Mastrangelo, Atala Schöck, Maximilian Schmitt e Albert Dohmen. Mercoledì 3 marzo alle 10 è la volta di un grande titolo del belcanto La favorite di Gaetano Donizetti nella versione originale in francese e in prima visione Tv. Sul podio il M° Francesco Lanzillotta, uno dei più interessanti giovani direttori italiani. Protagonista nel ruolo di Léonor, la favorita del re, il mezzosoprano Sonia Ganassi, accanto a lei, nel ruolo di Fernand, il tenore americano John Osborn.
La coreografia di Carmen Marcuccio vede impegnato in scena il Corpo di ballo del Teatro Massimo. La regia è di Allex Aguilera. Scene e costumi di Francesco Zito rendono omaggio alla grande tradizione ottocentesca del melodramma italiano e sono realizzate nei laboratori del Teatro Massimo di Palermo. Giovedì 4 marzo alle 10 Rai 5 ripropone A Midsummer Night's Dream di Benjamin Britten, nell'allestimento firmato da Paul Curran con la direzione musicale di Daniel Cohen.
Ispirato a uno dei capolavori di Shakespeare, il “Sogno” di Britten è un capolavoro di fantasia musicale e letteraria che arriva dal sodalizio tra il compositore e il suo compagno Peter Pears, cantante e coautore del libretto.
Nel cast Lawrence Zazzo, Jennifer O'Loughlin, Chris Agius Darmanin, Michael Sumuel, Leah-Marian Jones, Mark Milhofer, Szymon Komasa. Regia tv di Arnalda Canali. Chiude il ciclo, venerdì 5 marzo, sempre alle 10 in prima tv, PAGLIACCI di Ruggero Leoncavallo, pietra miliare del Verismo in musica.
L’allestimento con la regia di Lorenzo Mariani, nato al Teatro Massimo nel 2007, ambienta la tragedia di Canio e Nedda negli anni Sessanta, in un paese in cui la festa dell’arrivo del circo, segnata da danze che coinvolgono anche gli abitanti del paese, si muta poi repentinamente in tragedia: Sul podio il M° Alessandro D’Agostini, nel cast Martin Muehle, Valeria Sepe, Amartuvshin Enkhbat, Elia Fabbian e Matteo Mezzaro.
Da domani sabato
26 Febbraio disponibile on line
la nuova puntata
del podcast “Voci di Memus”.
Protagonista Sergio
Ragni, studioso di Rossini e dell’Opera dell’Ottocento
È Sergio Ragni
il protagonista del quinto episodio di “Voci di MeMUS” la prima serie di
Podcast del Teatro di San Carlo disponibile da domani sabato 26
febbraio a partire dalle ore 10.00 sulle piattaforme Spotify,
Spreaker e Apple Podcast.
Quello di Ragni, studioso
di Rossini e dell'opera dell'Ottocento, è il racconto sonoro del vissuto di uno
spettatore, di un ascoltatore attento ed esigente che rievoca e ripropone
percorsi musicali e artistici, reminiscenze del Teatro di San Carlo.
Memorie sonore e
memorie di personalità che hanno lasciato una traccia indelebile nella sua formazione.
Sergio Ragni,
rievoca gli albori della sua passione, tutti risalenti alle sue prime esaltanti
esperienze come giovanissimo spettatore al San Carlo.
Il racconto è
accompagnato da estratti di storiche registrazioni di spettacoli del San Carlo.
È possibile
riconoscere la voce di Maria Callas e di Gino Bechi nel duetto “Donna chi sei’”
dal Nabucco di Giuseppe Verdi diretto nel 1949 da Vittorio Gui, o quella
di Virginia Zeani nella Scena della pazzia da Lucia di Lammermoor di
Gaetano Donizetti (registrazione del 1963) o ancora ascoltare Leyla Gencer
interpretare “Non più affanni” in Caterina Cornaro di Donizetti in una
registrazione del 1972.
“Voci di MeMUS” (https://www.spreaker.com/show/voci-di-memus-conversazioni-in-rete )è un ciclo di podcast che racconta il
dietro le quinte del Lirico napoletano, l’evoluzione del costume e della
società che da sempre ruota intorno al Teatro e agli artisti che hanno popolato
le sue stagioni.
Un’apertura
virtuale, un racconto “interattivo” fatto da collezionisti privati e personaggi
che hanno vissuto il Teatro dall’interno, ma anche da rappresentanti di altri
musei e di istituzioni.
Si
alterneranno “al microfono” nei prossimi appuntamenti:
Gabriele
Capone, direttore della
Biblioteca Nazionale di Napoli Vittorio Emanuele III, Candida Carrino,
Direttore dell’Archivio di Stato di Napoli; Paolo Mascilli Migliorini
architetto, direttore fino al 2020 del Palazzo Reale di Napoli; Eduardo
Nappi, per molti anni responsabile dell’Archivio Storico del Banco di
Napoli; Vincenzo Trione, Preside
della Facoltà di Arti Università IULM di Milano e Presidente Scuola dei Beni e
delle Attività Culturali; Paolo Giulierini, Direttore del
MANN.
“Voci di MeMUS”, progetto di narrazione
partecipativa a cura di Giovanna Tinaro e Dinko Fabris, è sostenuto dalla Regione
Campania UOD 01 “Promozione e Valorizzazione dei Musei e delle Biblioteche”.
Il vincitore della 62° edizione del Concorso Pianistico
Internazionale Ferruccio Busoni debutta al Teatro alla Scala.
Il 27 febbraio il concerto di Emanuil Ivanov sarà
visibile sui siti e social media del Teatro
Sabato 27 febbraio alle 20
Emanuil Ivanov, vincitore della 62° edizione del Concorso Pianistico
Internazionale Ferruccio Busoni, si esibirà sul palcoscenico del Teatro alla
Scala in diretta streaming.
Ventidue anni, nato a Pazardzhik, in Bulgaria, Emanuil Ivanov si
è aggiudicato il Primo Premio del Concorso Busoni - conquistato
in passato da icone come Jörg Demus e Martha Argerich - con un’eccezionale
esecuzione del concerto n.2 di Camille Saint-Saëns.
L’emergenza sanitaria in
corso ha avuto un significativo impatto sul decollo della sua carriera
concertistica. Grazie alla riconoscibilità internazionale della competizione, per
i successivi due anni, i vincitori del Busoni hanno infatti l’occasione di
esibirsi in un tour di recital all’interno di un circuito globale. Ormai da
molti mesi quasi tutte le date sono state però rinviate o annullate.
Il debutto alla Scala offre
a un talento alle fasi iniziali della propria carriera, un'opportunità che non
mancherà di conquistare l'attenzione di un pubblico internazionale.
Ivanov, che attualmente si
sta perfezionando al Royal Birmingham Conservatory, si esibirà in un programma con
brani di Busoni, Ravel e Skrjabin.
Il concerto sarà visibile
in streaming sul sito della Scala e sui suoi canali Facebook e YouTube.
La realizzazione di quest’importante
appuntamento dà modo alla Fondazione Busoni-Mahler di tener fede alle responsabilità
assunte nei confronti dell'attuale vincitore del Premio Busoni che proseguirà
la sua avventura concertistica milanese l’11 maggio alla Società del Quartetto.
Commenta così il direttore
artistico del Concorso, Peter Paul Kainrath: "In un tempo di radicali trasformazioni come quello che stiamo vivendo è
più che mai importante garantire a questi giovani il loro posto nella vita culturale
internazionale. La nuova partnership fra il Teatro alla Scala di Milano e il
Concorso Pianistico Internazionale Ferruccio Busoni nasce dalla comune
convinzione che i talenti, una promessa per il futuro, vadano sostenuti e
protetti”.
Il Teatro alla Scala,
osserva il Sovrintendente Dominique Meyer, è lieto di collaborare con il Concorso Pianistico Internazionale Ferruccio
Busoni per permettere a un nuovo talento del pianoforte di farsi conoscere da
un pubblico internazionale nonostante le limitazioni ai concerti e agli
spostamenti imposte dalla pandemia. In questo periodo per tutti così arduo è
fondamentale pensare alle difficoltà
straordinarie che incontrano i giovani che si affacciano alla carriera
concertistica”
Di fronte a uno scenario
pieno di incognite per il mondo della musica molti concorsi hanno inoltre
subito una battuta d’arresto: la competizione pianistica bolzanina si è invece
reinventata, sostituendo alle tradizionali preselezioni in presenza un nuovo
format digitale internazionale, il Glocal Piano Project. Trasmesso da 23
diverse località in tutto il mondo, ha dato la possibilità ai sui 100 talenti
di suonare di fronte a un pubblico dal vivo. I 33 candidati selezionati saranno
poi attesi, nell’estate 2021, alla fase finale che si terrà, come da
tradizione, a Bolzano.
Il
Concorso Pianistico Internazionale Ferruccio Busoni
Fondato da Cesare Nordio
nel 1949, ha attirato da subito l'attenzione su di se’ anche per il prestigio
del suo Comitato di Fondazione, composto da personaggi del calibro di Claudio
Arrau, Wilhelm Backhaus, Alfred Cortot, Walter Gieseking, Dinu Lipatti, Arthur
Rubinstein e Arturo Benedetti Michelangeli. Da oltre settant’anni il Concorso
rappresenta un trampolino di lancio per le promesse del pianoforte
internazionale. Fra i vincitori del Premio si ricordano: Alfred Brendel, Martha
Argerich, Jörg Demus, Louis Lortie, Lilya Zilberstein e Garrick Ohlsson.
Emanuil
Ivanov
Nato nel 1998 in Bulgaria,
Emanuil Ivanov ha studiato con Galina Daskalova e con Atanas Kurtev. Vincitore
assoluto della 62° edizione del Concorso Pianistico Internazionale Ferruccio
Busoni, attualmente si sta perfezionando al Birmingham Royal Conservatory sotto
la guida di Pascal Nemirovski e Anthony Hewitt. Giovanissimo, ha vinto numerosi
concorsi come il Vivapiano, Scriabin-Rachmaninoff, Viktor Merzhanov, Pavel
Serebryakov, Liszt-Bartók, Young virtuosos e Jeunesses International
Music Competition Dinu Lipatti a Bucarest, il secondo premio al Concorso
Chopin di San Pietroburgo e il secondo premio al Concorso Casagrande, dove ha
conquistato anche il premio del pubblico. Ha partecipato ai corsi di
perfezionamento di Dmitri Bashkirov, Dmitri Alexeev, Andrzej Jasinski, Vladimir
Ovchinnikov, Ludmil Angelov, Pavel Egorov, e molti altri. Emanuil Ivanov si è
esibito da solo e con orchestra in Bulgaria, Francia e Polonia. Nel 2016 ha
partecipato al festival Moscow meets friends. Nel 2017 ha suonato con il
noto pianista bulgaro Ludmil Angelov al Palazzo Reale di Varsavia e ha
debuttato alla Bulgaria Hall di Sofia con la Classic FM Symphony Orchestra
diretta da Grigor Palikarov.
Torna in scena al Teatro Massimo di Palermo, venerdì 26 febbraio alle 20.00, in forma semiscenica e in diretta streaming sulla webTv, www.teatromassimo.it, Ernani, il dramma lirico in quattro parti di Giuseppe Verdi, su libretto di Francesco Maria Piave, ispirato al romanzo omonimo di Victor Hugo, Hernani.
Assente dalla programmazione del teatro da ventidue anni, Ernani è dedicato dal Teatro Massimo all’indimenticato tenore palermitano Vincenzo La Scola che debuttò nel ruolo nel 1999, proprio nel teatro di piazza Verdi, e di cui quest’anno ricorrono i dieci anni dalla prematura scomparsa.
A dirigerlo, il Maestro Omer Meir Wellber con
l’Orchestra e il Coro del Teatro Massimo,
diretto dal Maestro Ciro Visco. Mentre Ludovico Rajata
cura la mise en espace dell’opera che prevede l’uso della platea come
spazio scenico, i palchi sono destinati al Coro e l’Orchestra è disposta tra
palcoscenico e platea. In scena quattro interpreti d’eccezione, come il tenore Giorgio
Berrugi nel ruolo del titolo, del soprano Eleonora Buratto,
che interpreta la tanto contesa Elvira, del baritono Simone
Piazzola che interpreta il magnanimo Don Carlo, re di Spagna
e del basso Michele Pertusi nei panni del vendicativo Don
Ruy Gomez de Silva, Grande di Spagna.
Completano il cast Irene
Savignano (Giovanna), Carlo Bosi (Don
Riccardo) e, nei panni di Jago, Andrea Pellegrini, giovane
vincitore del premio straordinario offerto dal Teatro Massimo alla 58esima
edizione del premio Tenor Viñas, tra i più importanti
concorsi d’opera a livello europeo.
Scene e costumi sono di Francesco
Zito, che già ventidue anni fa aveva disegnato il sontuoso
allestimento e che oggi, coadiuvato dai suoi collaboratori, Andrea
Fiduccia e Fabiola Nicoletti, ha adattato l’impianto
scenografico - anche con animazioni digitali dei bozzetti e grandi proiezioni -
alle esigenze della forma semiscenica dello spettacolo pensato per la
trasmissione televisiva. Lo spazio scenico, allestito in platea, è illuminato
dal sapiente intervento di Giuseppe Di Iorio.
Rappresentato per la prima volta a Venezia al Teatro La Fenice
nel 1844, Ernani fu il primo successo
internazionale di Giuseppe Verdi, che appena trentunenne era già l’astro
nascente del mondo del melodramma. L’opera è tratta dall’omonimo dramma di Victor
Hugo, Hernani, pietra miliare del romanticismo teatrale e letterario
francese pubblicato nel 1830, e segna l’inizio della proficua collaborazione di
Verdi con Francesco Maria Piave che diventerà da quel momento
il suo librettista prediletto.
La trama dell’opera, complessa e articolata, racconta la passione ricambiata di
Ernani, il bandito sotto le cui mentite spoglie si nasconde il nobile Don
Giovanni d’Aragona, per la giovane Elvira, promessa sposa al
vecchio zio Don Ruy Gomez de Silva e amata al contempo perfino dal Re,
Don Carlo, futuro Imperatore. Come in ogni dramma che si rispetti,
l’entrata in gioco di gelosie, codici d’onore, congiure e vendette implacabili
renderà impossibile l’atteso lieto fine e il melodramma si compie nel finale
toccando anche corde sensibili in anni risorgimentali.
L’opera sarà trasmessa in streaming, sulla web Tv del Teatro Massimo diretta da
Gery Palazzotto, con la regia televisiva di Antonio Di
Giovanni ma anche sul canale YouTube della Fondazione e sulla webTv
dell’ANFOLS (Associazione Nazionale delle Fondazioni Lirico Sinfoniche). Per
assistere dal sito del Teatro www.teatromassimo.it basta selezionare in
homepage la sezione “Teatro Massimo Tv” e fare click dalle ore 20.00 su
“Ernani”. Nella stessa sezione sono ancora disponibili in archivio anche le
opere precedentemente trasmesse.
ERNANI
In forma semiscenica
Direttore Omer Meir Wellber
Mise en espace Ludovico Rajata
Costumi e progetto visivo Francesco Zito
Assistente per il progetto visivo Andrea Fiduccia
Animazione digitale Fabiola Nicoletti
Luci Giuseppe Di Iorio
Maestro del coro Ciro Visco
Preziose rarità per il finlandese Pietari
Inkinen che dirige
i complessi stabili, in diretta dal Teatro Lirico di Cagliari,
il 27 febbraio alle 21, su Videolina e
in live streaming,
in collaborazione con il Gruppo L’Unione Sarda
Dopo il grande successo di
ascolti e il pieno gradimento del pubblico dei primi quattro concerti, ecco il quinto
appuntamento di quest’anno per tutta l’affezionatissima platea virtuale del
Teatro Lirico di Cagliari che prosegue la rassegna “Inverno in musica 2021” e viene diffuso, in diretta televisiva e sui canali web del Gruppo L’Unione Sarda, sempre grazie alla collaborazione fra la
fondazione lirico-sinfonica sarda e il gruppo editoriale che riunisce il più
antico quotidiano regionale, con l’emittenza televisiva e le piattaforme web.
Si tratta di un concerto sinfonico-corale
che propone all’ascolto del pubblico quattro fra le pagine musicali più raffinate e di raro ascolto della letteratura
musicale e che viene trasmesso in
diretta dal Teatro Lirico di Cagliari, sabato
27 febbraio alle 21, sull’emittente televisiva Videolina (Canale 10 del Digitale Terrestre - su satellite al
Canale 819 di Sky e TivùSat) e in live streaming su www.videolina.it
e www.unionesarda.it.
Il programma musicale prevede l’esecuzione di: Danze
di Galánta di Zoltán Kodály;
Der
Feuerreiter di Hugo Wolf; Wandrers
Sturmlied op. 14 di Richard
Strauss; Fantasia “La Rupe” op. 7 di Sergej Rachmaninov.
Zoltán Kodály (1882-1967),
compositore, etnomusicologo, ma anche filosofo e linguista ungherese, compone
le Danze di Galánta nel 1933, per
l’ottantesimo anniversario della nascita della Società Filarmonica di Budapest,
alla quale rende il dovuto omaggio attraverso un brano altamente virtuosistico,
dal ritmo trascinante, dalle melodie sfavillanti e dai colori infuocati, come
nella migliore tradizione magiara. Galánta, attualmente in Slovacchia, era
all’epoca un villaggio dell’impero austro-ungarico, abitato prevalentemente da
ungheresi, ma anche da austriaci, slovacchi e gitani: Kodály vi passò
l’infanzia, venendo a conoscenza delle danze popolari di matrice magiara e
delle loro influenze viennesi, balcaniche, turche e gitane.
L’arte compositiva dell’austriaco
Hugo Wolf (1860-1903) raggiunge l’apice soprattutto nei suoi circa 300 lieder (fra cui testi di Mörike,
Eichendorff, Goethe, Michelangelo), sempre caratterizzati da una profonda
ricercatezza nei testi e da un’originalità ed eleganza compositiva nella
scrittura musicale. Der Feuerreiter (1888)
appartiene indubbiamente ai massimi esiti artistici raggiunti dall’autore che
resta talmente affascinato dalla poesia del testo di Eduard Mörike che, in
seguito, ne appronta anche una versione per coro e orchestra che viene proposta
oggi a Cagliari.
Un’altra
rarità è l’ascolto del Wandrers Sturmlied
(Canto del viandante nella tempesta)
op. 14 di Richard Strauss
(1864-1949), opera giovanile, composta nel 1884, su testo di Goethe.
Il 20 marzo
1896 si tiene la prima esecuzione, nella Sala Piccola del Conservatorio di
Mosca, della Fantasia “La Rupe” op. 7, scritta per orchestra nell’estate
1893 da Sergej Rachmaninov (1873-1943), caratterizzata da una ricca
orchestrazione, con chiaro riferimento alla musica di Rimskij-Korsakov, al quale
è dedicato il brano che venne molto apprezzato dallo stesso Čajkovskij.
La serata segna, anche se sempre
“a porte chiuse”, il proseguo dell’attività musicale del Teatro Lirico di
Cagliari, in occasione appunto della rassegna “Inverno in musica 2021”: infatti
in ottemperanza al Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri (14/01/2021),
emanato al fine di contrastare e contenere il diffondersi del virus
COVID-19, tutti gli spettacoli aperti al pubblico, in programma fino al 5 marzo
2021, sono sospesi. Ciò non impedisce,
come in questo caso, che gli spettacoli si tengano ugualmente e il pubblico
possa partecipare, comodamente da casa propria, attraverso la televisione o il
web. In sala, quale unico e simbolico spettatore, come ormai apprezzata
consuetudine, sarà presente il sovrintendente Nicola Colabianchi.
L’esecuzione
del concerto che si attiene alle ormai note norme di sicurezza dettate
dall’emergenza sanitaria da COVID-19,
prevede la presenza sul podio del Teatro Lirico di Cagliari del quarantenne Pietari Inkinen, direttore e violinista
finlandese, senza dubbio uno dei più affermati a livello mondiale della sua
generazione, che ritorna a Cagliari per la seconda volta per dirigere l’Orchestra e il Coro del Teatro Lirico. Il maestro del coro è Giovanni Andreoli.
Nel novembre 2004 Pietari Inkinen
diresse sempre i due complessi stabili nel Concerto
in re minore per violino e orchestra op. 47 di Jean Sibelius (violinista Pekka Kuusisto) e nello Stabat Mater per soprano, coro e orchestra
di Francis Poulenc (soprano Eva Mei).
Lo spettacolo ha una durata complessiva di 60 minuti circa e prevede il commento dallo studio di Teresa Piredda e la regia televisiva di
Angelo Palla.
La replica dello spettacolo è prevista, sempre sull’emittente
Videolina, per domenica 28 febbraio alle
18. Inoltre la registrazione della diretta è disponibile on demand su www.videolina.it.
Per informazioni: Biglietteria del Teatro Lirico, via Sant’Alenixedda, 09128 Cagliari, telefono 0704082230 - 0704082249, biglietteria@teatroliricodicagliari.it, www.teatroliricodicagliari.it.
Il Teatro Lirico di Cagliari si può seguire anche su Facebook, Twitter,
YouTube, Instagram, Linkedin.
Giovanni Andreoli - Maestro del
coro
Originario di Brescia, studia
pianoforte, composizione, flauto, percussioni, musica corale e direzione di
coro. Inizia molto giovane l’attività in teatro, dapprima come maestro
suggeritore, poi come maestro di sala e quindi come responsabile della
preparazione musicale delle compagnie di canto. Già maestro sostituto in
importanti teatri italiani e festival lirici, tra cui Rossini Opera Festival di
Pesaro, Maggio Musicale Fiorentino e Festival Puccini di Torre del Lago, è
stato Maestro del coro in importanti istituzioni musicali italiane fra cui: Rai
di Milano, Teatro La Fenice di Venezia, Teatro Carlo Felice di Genova, Arena di
Verona. Durante la sua carriera collabora assiduamente con la Biennale Musica
di Venezia, curando la preparazione di composizioni, presentate in prima
mondiale, di autori contemporanei come Adriano Guarnieri, Luis De Pablo, Aldo
Clementi, Giacomo Manzoni e Luigi Nono. Negli anni 1997-1998 viene invitato al
Teatro Municipal de São Paulo (Brasile), dove dirige Messa dell’incoronazione di Mozart, Nelson Messe di Haydn e Petite
Messe solemnelle di Rossini; a Rejkjavik per dirigere L’elisir d’amore di Donizetti, al Festival di Orvieto con i
complessi del Teatro La Fenice di Venezia per l’esecuzione della Via Crucis di Liszt e a Granada, sempre
con La Fenice di Venezia, per Carmina
Burana di Orff. È stato invitato, dal Festival Klangbogen Wien, a dirigere Otello di Rossini al Theater an der Wien
con l’Orchestra Sinfonica di Varsavia. Dopo l’impegno come Maestro del coro
alla Fenice di Venezia (1994-2001), è stato: Direttore artistico del Teatro
Grande di Brescia (1994-2005); Maestro del coro al Teatro Carlo Felice di
Genova (2001-2004); Maestro Titular del Coro al Teatro Nacional São Carlos di
Lisbona (2004-2008); Direttore Principale della Orquestra Sinfonica da Op-
Companhia Portuguesa de Opera (2004-2008); Maestro del coro alla Fondazione
Arena di Verona (2010-2011); Maestro Titular del Coro al Teatro São Carlos di
Lisbona (2011-luglio 2020).
Una settimana di danza in
tv e in streaming
Giovedì 25 febbraio alle 21.15
Rai 5 trasmette la serata
“Grandi momenti di danza”
registrata a dicembre;
domenica 28 alle 20 “Omaggio
a Nureyev” in streaming sul sito
e sulle pagine FB e YouTube
del Teatro
Dopo il successo di Giselle realizzata con la supervisione,
accanto al Maestro Manuel Legris, di Carla Fracci, e trasmessa in streaming su
RaiPlay lo scorso 30 gennaio, il Ballo torna con due serate straordinarie nell’arco
di pochi giorni: giovedì 25 alle 21.15
Rai 5 trasmette la serata “Grandi momenti di danza” registrata a dicembre; domenica
28 è la volta dell’“Omaggio a Nureyev” - sempre voluto e programmato dal M° Legris
che proprio da Nureyev era stato scelto come étoile all’Opéra di Parigi - in
streaming sul sito e sulle pagine FB e YouTube del Teatro. La serata sarà
registrata il 26 febbraio.
Giovedì 25
febbraio 2021 - ore 21.15
Rai 5 e Rai
Play
Grandi
momenti di Danza
direttore David
Coleman
Classico e moderno, tradizione e
creazioni del nostro tempo: fra musica e coreografia questa serata concepita
dal Direttore del Corpo di Ballo scaligero Manuel Legris abbraccia la storia
del balletto, la sensibilità del Novecento e la creatività contemporanea, per
mettere in risalto la versatilità stilistica e interpretativa dei danzatori
scaligeri. Rievocate pagine immortali, da La Sylphide, titolo capostipite del
balletto romantico qui nella versione di August Bournonville (1836), che ricrea
nel passaggio del secondo atto con James e la Silfide (Nicola Del Freo e Vittoria
Valerio) nella foresta incantata una
tensione tra reale e sovrannaturale, tra spirito e materia, a Le
Spectre de la rose nella versione di Rudolf Nureyev da Fokin che con Emanuela
Montanari e Claudio Coviello riporta la
leggendaria avventura creativa dei Ballets Russes con Nijinskij che ne fu la
prima incarnazione, languida e vibrante, accanto a Tamara Karsavina.
E ancora, con il passo a due della
Civiltà che libera lo Schiavo dalla prigionia (Martina Arduino e Federico
Fresi), l’italianissimo Excelsior
riporta in scena la storia della Scala (dove nacque nel 1881, su libretto e
coreografia di Luigi Manzotti, musica di Romualdo Marenco e scene di Alfredo
Edel, esaltazione delle conquiste del Progresso scientifico e tecnologico che
unisce e affratella i popoli) e la storia recente dell’edizione firmata nel
1967 da Crivelli, Dell’Ara, Carpi, Coltellacci, alla Scala dal 1974, che ha
alleggerito costruzione, orchestrazione, pantomima e organico dell’originale
mantenendo intatto l’estro del “ballo grande” manzottiano e il sapore antico
dello spirito italiano in danza.
Virtuosismo ed energia che
esplodono nel Grand pas de deux dal
terzo atto di Don Chisciotte di Rudolf Nureyev, uno dei veri cavalli di battaglia della Compagnia, in
repertorio alla Scala dal 1980, quando fu Nureyev stesso protagonista accanto a
Carla Fracci. Protagonisti sono Nicoletta
Manni e Timofej Andrijashenko con Gaia Andreanò.
Lirismo, energia e spirito
d’avventura in Le Corsaire, tra i
più impressionanti ballet d’action
del XIX secolo, qui nella versione creata da Manuel Legris nel 2016 per lo
Staatsballett di Vienna: diversi estratti con Virna Toppi,
Marco Agostino, Antonella Albano, Mattia Semperboni, Agnese Di Clemente, Gaia
Andreanò e Linda Giubelli riportano
l’essenza della sua produzione, dal nuovo lavoro coreografico e di ricerca
musicale nella danza delle Odalische, alle danze di carattere che esaltano il
Corpo di Ballo, alle danze dei pirati nell’originale del Teatro Mariinskij,
fino a al passo a due della camera di Medora e Conrad.
Storia ma anche modernità, e nuova
linfa coreografica del nostro tempo, che portano per la prima volta alla Scala
Philippe Kratz, fra i migliori nuovi coreografi per l’originalità del suo lavoro, dallo stile molto
personale, che ha rimontato per gli artisti scaligeri Alessandra Vassallo,
Christian Fagetti e Andrea Risso.
Il trio conclusivo, sulla Berceuse op. 57 di Chopin, di SENTieri, sua creazione per Aterballetto del 2014, estratto che Manuel
Legris invitò già a rimontare per la sua Compagnia a Vienna nel 2016.
Torna sul nostro palcoscenico anche
Progetto Händel, creazione
che Mauro Bigonzetti, tra i maggiori coreografi italiani del nostro tempo,
destinò nel 2017 proprio al Balletto della Scala, tornando al suo grande amore
per la musica antica e barocca, assecondando i timbri e i cromatismi delle
diverse situazioni musicali evocate dalle note di Händel: qui, nel passo a due
dal secondo atto interpretato da Maria
Celeste Losa e Gabriele Corrado,
la celebre Sarabanda dalla Suite n. 4 in re minore per clavicembalo.
Domenica 28 febbraio 2021 - ore 20
in streaming sul sito e sulle pagine FB e YouTube del Teatro
“Omaggio a Nureyev”
Direttore Koen Kessels
Un filo resistente lega il nome di
Rudolf Nureyev alla Scala, dove sono state innumerevoli le occasioni per
poterlo acclamare, come interprete di balletti memorabili con altrettanto
memorabili partnership artistiche, e custodire in repertorio i titoli da lui
coreografati; un filo altrettanto forte lega Nureyev al neo direttore del Ballo
scaligero Manuel Legris, grande interprete dei suoi classici, da lui nominato
étoile dell’Opéra di Parigi nel 1986, inizio di un periodo di collaborazione
fondamentale per la sua crescita artistica, collaborazione che prosegue ora con
la Fondazione Nureyev convogliando la sua esperienza nel rimontare e ridare
vita alle sue produzioni. Nasce così la nuova serata
in omaggio a Nureyev, che unisce celebri passaggi dalle sue versioni dei grandi
classici, che alla Scala lo hanno visto in scena come coreografo e straordinario
interprete e che sono state protagoniste anche nelle recenti stagioni, ad altri
titoli da tempo non allestiti sul nostro palcoscenico o che addirittura saranno
presentati per la prima volta dagli artisti scaligeri.
Una
Spagna affascinante, danze di gitani e il candore sospeso del giardino delle
Driadi: dal secondo atto di Don Chisciotte lirismo, virtuosismi
e ricchezza coreografica riportano in scena uno dei cavalli di battaglia della Compagnia
- qui rappresentata da Giuseppe Conte,
Nicoletta Manni, Maria Celeste Losa, Agnese Di Clemente, Federico Fresi - in repertorio dal
1980, mentre la magia sognante dell’Adagio della Rosa omaggia con Martina Arduino, Mick Zeni, Massimo
Garon, Edoardo Caporaletti e Gioacchino
Starace la sua versione de La Bella addormentata nel bosco
che proprio alla Scala, unica tra le sue coreografie, vide il suo debutto nel
1966.
Con il passo a tre del terzo atto, Nicoletta Manni, Timofej
Andrijashenko e Christian
Fagetti celebrano il suo Lago dei cigni che manca dal nostro palcoscenico dal
2014, e con il passo a due dal
secondo atto interpretato da Alessandra
Vassallo e Gabriele Corrado torna,
con la sua visione onirica e hollywoodiana, anche Cenerentola,
rappresentata in Scala l’ultima volta nel 2006.
Sarà la
scena del balcone dal primo atto a far rivivere con Marco Agostino e Vittoria
Valerio il suo Romeo e Giulietta sul palcoscenico
scaligero, dove fu rappresentato nel 1980, per poi essere protagonista della
tournée al Metropolitan di New York. Proprio danzando nel ruolo di Romeo
Nureyev fece, nel 1965, la sua prima apparizione alla Scala, e ancora oggi la
memoria, la storia e il carisma di questo straordinario artista continuano a
risplendere: questa serata potrà offrire al pubblico un excursus tra i suoi
lavori, e agli artisti scaligeri di oggi l’occasione per riprendere o
affrontare per la prima volta i balletti e lo stile del grande artista. Mai
rappresentati dalla nostra Compagnia, Manfred, di cui in questa serata Claudio Coviello presenterà un assolo
di grande densità emotiva, balletto che Nureyev creò nel 1979 traendo
ispirazione da poemi di Byron e dal libretto su cui Čajkovskij basò la sua meravigliosa sinfonia, e Raymonda,
che chiuderà questo articolato omaggio: fu l’Opéra
di Parigi, dove mise in scena la versione definitiva della sua produzione, a
portarlo alla Scala nel 2000. Ora, per la
prima volta, sarà il Balletto scaligero a presentare questo titolo, nell’atto
III, con lo sfolgorante divertissement
per le celebrazioni delle nozze di Raymonda e Jean de Brienne interpretato da Virna Toppi, Nicola Del Freo, Maria Celeste Losa, Antonella Albano insieme al Corpo di Ballo.
Giovedì 25 febbraio 2021 ~ ore 21.15
Rai 5 e Rai Play
Grandi momenti di danza
Primi ballerini, Solisti e
artisti del Corpo di Ballo
del Teatro alla Scala
La Sylphide
dall’atto
II
Coreografia August
Bournonville
Musica Herman Severin Løvenskjold
Vittoria Valerio · Nicola Del Freo
da Le
Corsaire
Coreografia Manuel
Legris
da
Marius Petipa e altri
Musica Adolphe Adam e altri
Virna Toppi · Marco Agostino
Antonella
Albano · Mattia Semperboni
Agnese Di Clemente · Gaia Andreanò · Linda
Giubelli
e il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala
SENTieri
Trio
Coreografia Philippe
Kratz
Musica Fryderyk Chopin
Alessandra Vassallo · Christian Fagetti · Andrea
Risso
Excelsior
Passo a due dall’atto II
Coreografia
Ugo Dell’Ara
Musica Romualdo Marenco
Martina Arduino · Federico Fresi
Progetto Händel
Passo a due dall’atto II
Coreografia Mauro Bigonzetti
Musica Georg Friedrich Händel
Maria
Celeste Losa · Gabriele Corrado
Le Spectre de la rose
Coreografia Rudolf Nureyev
da Michail Fokin
Musica Carl Maria von
Weber
Emanuela
Montanari · Claudio Coviello
Don
Chisciotte
Grand
Pas de deux, atto III
Coreografia
Rudolf Nureyev
Musica Ludwig Minkus
Nicoletta
Manni · Timofej Andrijashenko
Gaia
Andreanò
e il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala
Orchestra del Teatro alla Scala
Direttore
David Coleman
Domenica 28 febbraio ore 20
in streaming sul sito e
sulle pagine FB e YouTube del Teatro
Omaggio a Nureyev
Primi ballerini, Solisti e
artisti del Corpo di Ballo
del Teatro alla Scala
Orchestra del Teatro alla
Scala
Direttore Koen Kessels
Don
Chisciotte
Musica di Ludwig Minkus - dall’atto II
Giuseppe
Conte (Don Chisciotte), Nicoletta Manni (Kitri/Dulcinea), Maria
Celeste Losa
(La
regina delle Driadi), Agnese Di Clemente (Amore), Federico
Fresi (Uno zingaro)
e
il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala
La Bella
addormentata nel bosco
Musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij
Adagio
della Rosa dall’atto I
Martina
Arduino (La principessa Aurora), Mick Zeni, Massimo Garon,
Edoardo
Caporaletti, Gioacchino Starace (Quattro Principi)
Manfred
Musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij
Assolo
Claudio
Coviello
Il lago
dei cigni
Musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij
Coreografia Rudolf
Nureyev da Marius Petipa e Lev Ivanov - Regia
Rudolf Nureyev
Pas de
trois dall’atto III
Nicoletta
Manni (Odile), Timofej Andrijashenko (Siegfried), Christian
Fagetti (Rothbart)
Cenerentola
Musica di
Sergej Prokof'ev
Pas de
deux dall’atto II
Alessandra
Vassallo (Cenerentola), Gabriele Corrado (La vedette)
Romeo e
Giulietta
Musica di Sergej Prokof'ev
Pas de
deux dall’atto I
Marco
Agostino (Romeo), Vittoria Valerio (Giulietta)
Raymonda
Musica di Aleksandr Glazunov
Divertissement
dall’atto III
Virna
Toppi (Raymonda), Nicola Del Freo (Jean De Brienne),
Maria
Celeste Losa (Henriette), Antonella Albano (Clemence)
e
il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala