martedì 31 gennaio 2017

DOPO DON CARLO ARRIVA FALSTAFF SUL PALCO DEL TEATRO ALLA SCALA DAL 2 AL 21 FEBBRAIO

  FALSTAFF CON LA REGIA DEL GIOVANE DAMIANO MICHIELETTO

L’inizio del 2017 è tutto nel segno di Giuseppe Verdi: dopo il successo del Don Carlo, in scena con un applauditissimo cast ancora fino al 12 febbraio, sarà un nuovo Falstaff a impegnare Coro e Orchestra della Scala dal 2 al 21 febbraio. L’ultima opera del compositore di Busseto verrà riletta dall'intuito teatrale di Damiano Michieletto, che ambienta la commedia shakespeariana nella casa di riposo per musicisti che Verdi volle in Piazza Buonarroti e chiamò “l’opera mia più bella”. Una vena nostalgica esaltata dalla bacchetta di Zubin Mehta, mentre l’estro comico è garantito da Ambrogio Maestri, Sir John par excellence.
Per il Maestro indiano, questo mese segnerà anche un particolare esordio: la sua prima volta alla guida del balletto scaligero. Dall’11 febbraio sarà infatti sul podio delle sette rappresentazioni di Serata Stravinskij che unisce l’energia de Le Sacre du Printemps di Glen Tetley con la poesia di Petruška di Michail Fokin.
Grandi opere, grandi balletti ma come sempre anche concerti imperdibili: il 5 febbraio la Scala ospita l’unica tappa italiana del Tour di Mariss Jansons con la sua Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks. In programma la Sinfonia n. 9 di Mahler per un concerto di eccellenza sinfonica assoluta.
Continua anche il ciclo dei Recital di Canto, il 27 febbraio in compagnia di Krassimira Stoyanova, protagonista del Rosenkavalier e del Don Carlo recenti, annoverata fra le voci da soprano lirico più ammirate oggi. Il programma, diviso fra Russia e Italia, spazia fra canzoni di Čajkovskij, Musorgskij, Puccini e Respighi.



Falstaff
Dal 2 al 21 febbraio 2017
Coro e Orchestra del Teatro alla Scala
Produzione del Festival di Salisburgo
Biglietti da € 14 a 230
Nell’ultimo capolavoro di Verdi, Zubin Mehta dirige Ambrogio Maestri nel ruolo di Falstaff, vittima sul palcoscenico delle seduzioni beffarde messe in scena dalle tre voci femminili interpretate da Carmen Giannattasio, Giulia Semenzato e Annalisa Stroppa. Con Francesco Demuro nel ruolo di Fenton e Massimo Cavaletti nei panni di Ford, Falstaff si presenta al pubblico scaligero nella sua straordinaria delicatezza e umanità grazie alla regia di Damiano Michieletto e alle scene di Paolo Fantin.

RAMIN BAHARAMI AL TEATRO CARLO FELICE DI GENOVA

Venerdì 3 febbraio Concerto sinfonico
M° Ramin Bahrami



La Stagione Sinfonica 2017del Teatro Carlo Felice prosegue venerdì 3 febbraio alle ore 20.30 con il nono concerto sinfonico. Sul podio, a dirigere l’Orchestra del Teatro Carlo Felice, il popolare pianista iraniano Ramin Bahrami, che si esibirà sia come pianista solista che come direttore, in un programma interamente dedicato al suo compositore prediletto, Johann Sebastian Bach, che folgorò il suo percorso artistico fin da quando era bambino.
Nella prima parte della serata verrà eseguita l’ Aria” dalla Suite per orchestra in Re maggiore N.3 BWV 1068, in cui la melodia, resa popolare dai più svariati arrangiamenti anche in epoca moderna, è quasi la protagonista assoluta. Seguiranno il brillante Concerto in La maggiore  per pianoforte e orchestra BWV 1055,  Contrappunto n.1, n.4 e n.5 da “L’arte della Fuga”  BWV 1080, ultima opera di Bach, composta nel 1750 e lasciata incompiuta, l’intenso ed espressivo Concerto in fa minore  per pianoforte e orchestra BWV 1056, il Contrappunto n.9 da “L’arte della Fuga” BWV 1080 ed in chiusura il Concerto in re minore per pianoforte e orchestra BWV 1052, capolavoro bachiano del genere, pagina alta e drammatica che ha già la statura dei futuri concerti per pianoforte e orchestra.  

Alle ore 19.30, presso la Sala Paganini del Teatro Carlo Felice , si terrà una breve conferenza introduttiva al concerto con il M° Ramin Bahrami a cura dell’Associazione Teatro Carlo Felice.

Al termine del concerto, nel primo foyer del Teatro, sarà possibile incontrare  il M° Bahrami per firma autografi e vendita dei  suoi  CD, editi dalla Decca – Universal.
   


venerdì 3 febbraio 2017 ore 20.30
nono concerto in abbonamento

Direttore e solista
Ramin Bahrami

Johann Sebastian Bach
“Aria” dalla Suite per orchestra N.3 in Re maggiore BWV 1068 
Concerto in La maggiore  per pianoforte e orchestra BWV 1055
Contrappunto n.1, n.4 e n.5 da “L’arte della Fuga”  BWV 1080
Concerto in fa minore  per pianoforte e orchestra BWV 1056
Contrappunto n.9 da “L’arte della Fuga” BWV 1080
Concerto in re minore per pianoforte e orchestra BWV 1052 
     
ORCHESTRA DEL TEATRO CARLO FELICE


OLLI MUSTONEN VENERDI 3 FEBBRAIO AL TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA

OLLI MUSTONEN DEBUTTA
NELLA TRIPLA VESTE DI DIRETTORE, PIANISTA E COMPOSITORE

In programma brani di Mozart, Prokof'ev e dello stesso musicista finlandese

Venerdì 3 febbraio ore 20:30, Teatro Comunale di Bologna


È il pianista, compositore e direttore d’orchestra finlandese Olli Mustonen il protagonista, in questo triplo ruolo, del concerto con l'Orchestra del Comunale di Bologna, in programma venerdì 3 febbraio alle ore 20:30 presso la Sala Bibiena del Teatro felsineo.
Al debutto con i complessi del Comunale, Mustonen dirige il suo brano Triptyykki (“Trittico”), che aveva originariamente concepito nel 2014 per tre violoncelli a cappella, su commissione di Sam Steppel in memoria della moglie defunta, violoncellista dilettante, e che l'anno seguente aveva poi trascritto per orchestra d’archi su richiesta della Helsingin Juniorijouset (Orchestra d'archi giovanile di Helsinki). L'occasione erano le celebrazioni per il cinquantesimo anniversario della fondazione dell’Itä-Helsingin Musiikkopisto (Istituto Musicale di Helsinki Est). In Triptyykki, diviso nei tre movimenti Misterioso, Furioso e Ad astra, è percepibile la lezione del compositore finlandese Einoiuhani Rautavaara, scomparso lo scorso anno, di cui Mustonen è stato allievo sin da giovanissimo.
Pianista acclamato in tutto il mondo, ospite di orchestre quali i Berliner Philharmoniker, la Filarmonica di Monaco, la Chicago Symphony e la London Philharmonic, a Bologna Mustonen interpreta il Concerto per pianoforte e orchestra n. 25 in Do maggiore K 503 di Wolfgang Amadeus Mozart. Completato nel 1786, in un momento in cui il compositore godeva di grande popolarità come pianista, questo concerto incarna un momento di trasformazione stilistica e professionale di Mozart, evidente anche dalla maestosità del lavoro, di proporzioni quasi “sinfoniche”.
Nella seconda parte del concerto, Mustonen propone la Sinfonia n. 6 in Mi bemolle minore op. 111 di Sergej Prokof'ev, compositore di cui è considerato uno dei maggiori interpreti delle opere per pianoforte. Eseguita per la prima volta nel 1947, e segnata dalla censura da parte del regime sovietico, la Sesta Sinfonia venne ritirata dai programmi dei concerti in pochi mesi. Com'è noto, Prokof'ev era stato inserito nella “lista nera” dei musicisti accusati di «deviazioni formalistiche e tendenze antidemocratiche» contrarie ai dettami del realismo socialista, e le sue composizioni furono scarsamente considerate in patria fin dopo la sua morte, avvenuta peraltro lo stesso giorno di quella di Stalin.
Il concerto sarà registrato e verrà trasmesso in differita da Radio3.


Venerdì 3 febbraio ore 20:30
Teatro Comunale di Bologna

Olli Mustonen
Triptyykki per orchestra d’archi
I. Misterioso – II. Furioso – III. Ad astra

Wolfgang Amadeus Mozart
Concerto per pianoforte e orchestra n. 25 in Do maggiore, K 503
I. Allegro maestoso – II. Andante – III. Allegretto

Sergej Prokof'ev
Sinfonia n. 6 in Mi bemolle minore, op. 111
I. Allegro moderato – II. Largo – III. Vivace


Olli Mustonen, direttore e pianoforte
Orchestra del Teatro Comunale di Bologna

TERZO CONCERTO AL TEATRO FILARMONICO DI VERONA

STAGIONE SINFONICA 2016-2017 DELLA FONDAZIONE ARENA DI VERONA
TERZO CONCERTO AL TEATRO FILARMONICO

VENERDÌ 3 FEBBRAIO 2017 ore 20.00
SABATO 4 FEBBRAIO 2017 ore 17.00

Venerdì 3 febbraio alle 20.00 e sabato 4 febbraio alle 17.00, la Fondazione Arena di Verona propone il terzo Concerto della Stagione Sinfonica 2016-2017.
Il Concerto è diretto dal M° Alpesh Chauhan, al suo debutto al Teatro Filarmonico. In programma il poema sinfonico Prélude à l'Après-midi d'un faune di Claude Debussy, seguito dal Concerto per quattro sassofoni ed orchestra di Philip Glass; ai sassofoni, per la prima volta sul palcoscenico del Teatro Filarmonico, il Signum Saxophone Quartet. Sarà infine proposta la Sinfonia n. 6 op. 74 in si minore "Patetica" di Pëtr Il'ič Čajkovskij.

Il poema sinfonico Prélude à l'Après-midi d'un faune è stato composto da Claude Debussy tra il 1890 e il 1981, inizialmente come sottofondo musicale al poema L'après-midi d'un faune di Stéphane Mallarmé. Lo spettacolo, tuttavia, non andò mai in scena e così Debussy, nel 1892, rielabora il lavoro in una partitura organica. Il Prélude viene eseguito pubblicamente solo il 22 dicembre 1894 nella sala d'Harcourt della Société Nationale de Musique di Parigi. La composizione, ritenuta il prototipo dell’impressionismo musicale, racconta le fantasie diurne di un fauno che, in un paesaggio bucolico, si diletta a suonare il flauto dopo un incontro amoroso con alcune ninfe. Una volta solo, il fauno riprende la sua melodia e cade in un sonno beato.
La serata prosegue con l’esecuzione del Concerto per quattro sassofoni ed orchestra del compositore contemporaneo statunitense Philip Glass. Glass compone la partitura nel 1996 per il Rascher Saxophone Quartet, che aveva formulato la richiesta di un lavoro che potesse essere svolto con – o senza – orchestra. Lo spartito si articola in quattro movimenti e in ciascuno emerge uno dei componenti del quartetto. Ai sassofoni troviamo il Signum Saxophone Quartet, ensemble nato nel 2006 e già conosciuto a livello internazionale.
Conclude il Concerto l’esecuzione della Sinfonia n. 6 op. 74 in si minore "Patetica" di Pëtr Il'ič Čajkovskij, ritenuta per le tematiche, la bellezza dei temi, la maturità compositiva ed il pathos che la caratterizza, una delle pagine più belle del compositore russo. I lavori per la sua stesura iniziano nel febbraio del 1893 e l’orchestrazione viene portata a termine l’agosto dello stesso anno. La Sinfonia viene pubblicata nel 1894 con il titolo «Patetica», su suggerimento, forse, dal fratello Modest. Čajkovskij scrive in una lettera nel 1891: «Mi è venuta l'idea per una nuova sinfonia, questa volta con un programma che resti enigmatico per chiunque, l'indovini chi potrà: l'opera si chiamerà "una sinfonia a programma"; tale programma è colmo di emozione soggettiva e, nel corso del mio ultimo viaggio, mentre pensavo ad essa, piangevo frequentemente. Ora, tornato a casa, in meno di quattro giorni ho delineato lo schema del primo movimento mentre ben chiara in testa la struttura globale. Ci sarà molto di nuovo in questa sinfonia per quanto concerne la forma.»
La morte di Čajkovskij, pochi giorni dopo la prima esecuzione, fa della Sesta Sinfonia una sorta di testamento artistico nel quale confluiscono tutti gli stati emotivi, spirituali ed affettivi che ne avevano caratterizzato la travagliata esistenza. La varietà compositiva che la caratterizza spezza il tema dominante del fato che opprime l’esistenza umana e lo fa emergere con melanconica pateticità.
Il Concerto si inserisce nell’iniziativa Ritorno a Teatro riservata ai più giovani per la Stagione Sinfonica 2016-2017: venerdì 3 febbraio alle 19.00 gli studenti delle classi elementari, medie e superiori, le famiglie, gli insegnanti, i dirigenti scolastici e il personale ATA potranno assistere allo spettacolo al prezzo speciale di € 4,00 (studenti) e € 8,00 (adulti accompagnatori).

La proposta include Preludio alla Sinfonica, un momento di introduzione al linguaggio musicale del Concerto, seguito da un aperitivo nel Bar del Teatro. 
                                                                         ALPESH CHAUHAN
                                                                        Direttore d’orchestra


Alpesh Chauhan è Direttore Principale della Filarmonica Arturo Toscanini dalla stagione 2017/18. Rapidamente cresciuto a notorietà internazionale, il suo naturale rapporto con i musicisti gli ha già permesso di stabilire collaborazioni con alcune delle maggiori orchestre inglesi ed europee. Dal 2014 al 2016 è Assistant Conductor alla City of Birmingham Symphony Orchestra.
Nel 2016 dirige per la prima volta ai BBC Proms due dei Ten Pieces Concerts con la BBC Philharmonic Orchestra sulla scia del film Ten Pieces Secondary, registrato con l’orchestra nel 2015. A breve farà il suo debutto negli USA con l’Alabama Symphony Orchestra e con la London Symphony Orchestra al Barbican Centre, dirigendo Morte e Trasfigurazione di Strauss e il Primo Concerto per pianoforte di Brahms con Benjamin Grosvenor.
La sua carriera include sino ad oggi concerti con la Netherlands Symphony Orchestra, con la BBC Symphony, BBC Philharmonic, Kymi Sinfonietta e con le orchestre del Teatro Carlo Felice di Genova, del Maggio Musicale Fiorentino, del Teatro Lirico di Cagliari, del Teatro Petruzzelli di Bari.
Primo violoncello della CBSO Youth Orchestra, partecipa a masterclass di direzione d’orchestra. Frequenta il prestigioso Masters Conducting Course, studia con Stanislaw Skrowaczewski e partecipa a masterclass con Vasily Petrenko, mentre suoi mentori sono Andris Nelsons e Edward Gardner.
Su BBC Music Magazine viene presentato come “Stella Nascente” ed è intervistato da BBC Radio 4 e BBC World Service; “blogger ospite” per Gramophone Magazine è inoltre membro della giuria del BBC Young Musician of the Year 2016.

Debutta al Teatro Filarmonico dirigendo il terzo Concerto della Stagione Sinfonica 2016-2017 della Fondazione Arena di Verona.

                                                                SIGNUM SAXOPHONE QUARTET

I quattro musicisti Blaž Kemperle, Erik Nestler, Alan Lužar e Guerino Bellarosa si incontrano a Colonia dove fondano l’ensemble nel 2006, studiando a Vienna, Colonia e Amsterdam. Negli anni vengono influenzati e ispirati dal Quartetto Ébène, Quartetto Artemis e Gabor Takács-Nágy.

Dopo aver vinto premi internazionali, tra cui Lugano e Berlino, il SIGNUM si esibisce regolarmente nei festival e nei teatri di tutta Europa. Nel 2013 fa il suo debutto a Carnegie Hall New York e riceve il Rising Stars Award 2014/2015 dalla European Concert Hall Organisation (ECHO), che li proietta sui più rinomati palcoscenici internazionali come il Barbican Centre di Londra, la Konzerthaus di Vienna, il Concertgebouw di Amsterdam, il Palais des Beaux-Arts di Bruxelles, la Gulbenkian di Lisbona, la Festspielhaus di Baden-Baden, la Philharmonie di Lussemburgo, la Elbphilharmonie di Amburgo, la Konzerthaus di Dortmund, la Philharmonie di Colonia. Nel 2016, Il SIGNUM vince il premio “Best Ensemble 2016” al prestigioso Festival tedesco Festspiele Mecklenburg Vorpommern.
La stagione 2016/2017 vede il SIGNUM impegnato con performance nei maggiori teatri internazionali tra cui la Philharmonic Hall di San Pietroburgo, BASF, la Filarmonica di Varsavia, il Concertgebouw di Bruges, il Centro Paul Klee di Berna, il Musikfest di Brema e molti altri.
Il SIGNUM è sempre alla ricerca di nuove sfide, intrigato dalle più disparate collaborazioni musicali. Caratteristiche distintive come la gioia e la versatilità sperimentale delle sue idee sono riflesse chiaramente nei programmi; il giovane quartetto si cimenta anche nel repertorio classico, proponendo continuamente arrangiamenti innovativi. 
Il primo album del quartetto Debut, del 2011, comprende lavori di Grieg, Ravel, Bartók e Šostakovič; il secondo Balkanication viene realizzato nel 2014, mentre l’uscita del nuovo album è prevista in questa stagione.

Il Signum Saxophone Quartet debutta al Teatro Filarmonico di Verona eseguendo il Concerto per quattro sassofoni ed orchestra di Philip Glass.

AL TEATRO PETRUZZELLI TANTI APPLAUSI E CONSENSI PER LA GAZZA LADRA DI ROSSINI

L'OPERA DI GIOACCHINO ROSSINI NON ERA MAI STATA RAPPRESENTATA AL PETRUZZELLI
Di Gaetano Laudadio


Bari - La gazza ladra è la terza opera ‘semiseria’ di Rossini, dramma serio ed opera buffa, dopo L’inganno felice (1812) e Torvaldo e Dorliska (1815) e prima di Matilde di Shabran (1821). Non era mai stata messa in scena a Bari e la sua prima volta è stata questa con l’allestimento molto interessante che riprende quello fortunatissimo andato in scena nel 2007 a Pesaro, per il quale ha vinto il premio Abbiati come miglior spettacolo dell'anno. Oltre tre ore e mezzo di rappresentazione per raccontare musicalmente una storia poco semplice ed anche poco credibile, ispirata alla quotidianità della vita contadina francese, nei pressi di Parigi, che vede come involontaria protagonista una gazza, attratta dal luccichio delle posate d’argento. Ne porta via due creando equivoci e dubbi sulla onestà della domestica Ninetta cui erano affidate ed il conseguente processo con richiesta di condanna a morte secondo le norme dell’epoca. Una storia paradossale che in realtà cela temi ben più profondi e reali in tutta la sua attualità. Il significato sotteso è invece l’abuso di potere cui  una donna innocente si sottrae  anche se cedere al podestà le avrebbe salvato la vita. Tanti sentimenti rappresentati dall’amore all’onestà, allo strapotere del potente dell’epoca. Gottardo (è questo il nome dell’uomo di giustizia!!!), infatti, che cerca di possedere la giovane fanciulla cercando di approfittare in tutti modi della situazione di difficoltà in cui ella si trova. Ma Ninetta si ribella a questi ripetuti tentativi e ciò la porta alla conseguente strumentalizzazione che ne fa il podestà nella sua indagine ed alla condanna. La prima edizione del libretto, non a caso, portava il titolo di “Avviso ai giudici”…..assegnato dallo stesso autore Gherardini. Di questo libretto anche Vincenzo Monti ebbe modo di esprimere un giudizio molto positivo, scrivendo “.…reputo che questo melodramma debba piacere ad ogni lettore”. Rossini scrisse questa partitura di rara complessità e densità espressiva, prendendosi lunghi tempi di preparazione, come non gli era accaduto prima e seppe fare una sintesi musicale incredibilmente riuscita. Damiano Michieletto ha inteso conferire alla “gazza” una caratura da "personaggio", trasfigurandola in una fanciulla che ha un incubo e vive anche da spettatrice l’intera vicenda. L’opera inizia, infatti, col bellissimo preludio scritto da Rossini e con la ragazzina (cioè la gazza), interpretata dall’acrobata Sandhya Nagaraja, che appare all’inizio distesa in un letto al centro del palco e che servendosi di un lenzuolo, calatole dall’alto, si esibisce in una serie di acrobazie.    L’opera si conclude con il plotone di esecuzione, che punta le armi contro di lei, facendola immediatamente risvegliare proprio sull’ultima nota della partitura rossiniana. Le scene ed i coloratissimi costumi  di Paolo Fantin e Carla Teti  e la scenografia sono davvero indovinati. Il gioco fatto di cilindretti della ragazzina diventerà anche la rappresentazione scenica della sua prigione ed i cannoni che, indirizzati contro la fanciulla, la porteranno al risveglio dall’incubo. Il disegno luci è firmato da Alessandro Carletti. Valido tutto il cast di cantanti, tra i quali va un particolare plauso al basso Carlo Lepore, dotato di una voce possente ed elegante, precisa nei passi di agilità come in quelli gravi, con acuti notevoli ma anche accurato nel fraseggio.

Nei panni di Ninetta il mezzosoprano Christina Daletska, che ha sfoggiato buone qualità vocali ed attoriali.  Giudizio positivo anche per il giovane mezzosoprano russo Victoria Yarovaya, nel ruolo di Pippo e per Giannetto, ruolo ricoperto da Francisco Brito, tenore argentino tra i più apprezzati sulla scena internazionale.  Sicuro sulla scena e negli  acuti così come nei passaggi di agilità, Brito che conferma una maturità ormai pienamente acquisita. Bravo anche il baritono Simone Alberghini, nel ruolo di Fernando con una voce baritonale sicura così come lo è Loriana Castellano in Lucia. che nel praticare un raro repertorio tardo settecentesco ha padroneggiato gli aspetti stilistici della scrittura rossiniana. Bravo Davide Giangregorio in Fabrizio e  Gianluca Bocchino, che ha impreziosito il suo ruolo di venditore  con una gestualità comica. Completano il cast, l’Antonio di Marco Miglietta e il Giorgio di Stefano Marchisio. Un’ottima conferma per l’orchestra della Fondazione  Petruzzelli diretta magistralmente da George Petrou, preciso in ogni gesto e negli attacchi dati ai cantanti  ed il coro  guidato da Fabrizio Cassi. Alla fine (ma non sono mancati ampi consensi a scena aperta) applausi per tutti e sicuro  apprezzamento del folto pubblico presente a questa replica pomeridiana della domenica. Repliche ancora il 31 gennaio, 1 e 2 febbraio.

Foto di Arcieri

 Bari, Teatro Petruzzelli, Stagione Lirica 2017
“LA GAZZA LADRA”
Melodramma in due atti, libretto di Giovanni Gherardini
Musica di Gioachino Rossini 
Fabrizio Vingradito DAVIDE GIANGREGORIO
Lucia LORIANA CASTELLANO
Giannetto FRANCISCO BRITO
Ninetta  CHRISTINA DALETSKA
Fernando Villabella  SIMONE ALBERGHINI
Gottardo, il Podestà  CARLO LEPORE
Pippo  VICTORIA YAROVAYA
Isacco  GIANLUCA BOCCHINO
Antonio MARCO MIGLIETTA
Giorgio  STEFANO MARCHISIO
Ernesto ALBERTO COMES
Il Pretore  GIANFRANCO CAPPELLUTI
Una gazza  SANDHYA NAGARAJA (acrobata)
Orchestra e Coro del Teatro Petruzzelli
Direttore George Petrou
Maestro del Coro Fabrizio Cassi
Regia Damiano Michieletto ripresa da Eleonora Gravagnola
Allestimento scenico del Rossini Opera Festival
Scene Paolo Fantin
Costumi Carla Teti
Disegno luci Alessandro Carletti
Allestimento scenico del Rossini Opera Festival

lunedì 30 gennaio 2017

TEATRO REGIO DI PARMA, IL MAESTRO RICCARDO MUTI INAUGURA LE MANIFESTAZIONI PER IL 150° ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI ARTURO TOSCANINI

IL MAESTRO RICCARDO MUTI
INAUGURA LE MANIFESTAZIONI PER IL
150° ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI ARTURO TOSCANINI
Teatro Regio di Parma
sabato 4 febbraio 2017, ore 20.00
ingresso libero, con biglietto-invito, fino a esaurimento posti


Il Maestro Riccardo Muti inaugurerà al Teatro Regio di Parma sabato 4 febbraio alle ore 20.00 le manifestazioni per il 150° Anniversario della nascita di Arturo Toscanini, promosse da Comune di Parma, Fondazione Arturo Toscanini, Fondazione Teatro Regio di Parma, Casa della Musica, Università degli Studi di Parma, Conservatorio di Musica “Arrigo Boito”, Liceo Musicale “Attilio Bertolucci”.

“L'iniziativa congiunta del Teatro Regio di Parma e della Casa della Musica - dichiara l'Assessore alla Cultura Laura Maria Ferraris - rappresenta il primo atto concreto delle celebrazioni, per le quali le principali istituzioni musicali della città stanno con entusiasmo collaborando, portando la città di Parma al centro della scena internazionale, rappresentata da due simboli assoluti della cultura musicale. Un ulteriore segno concreto del rilancio in atto”.

Nel corso della serata il Maestro Muti converserà con Harvey Sachs, scrittore, storico della musica, giornalista, autore di molte pubblicazioni su Arturo Toscanini e di una sua storica biografia, che sarà ristampata in una nuova edizione aggiornata e arricchita, di imminente pubblicazione.

I biglietti-invito per l'ingresso libero alla serata saranno distribuiti, fino a esaurimento, presso la Biglietteria del Teatro Regio sabato 4 febbraio 2017 a partire dalle ore 10.30.


Più che un legame, quello di Muti con Toscanini è un vero passaggio di eredità musicale e culturale. Allievo di Antonino Votto, a sua volta amatissimo allievo di Toscanini e suo sostituto per anni alla Scala dopo che Toscanini fu costretto a emigrare negli Stati Uniti, Riccardo Muti ha appreso dal suo maestro la fedeltà e l'energia del gesto che erano state del grande direttore parmigiano. Inevitabilmente, come Toscanini, Riccardo Muti ha sempre amato Giuseppe Verdi e lo ha affrontato con un approccio analogo, immediato e robusto, sia nelle stesse pagine amate da Toscanini come Messa da Requiem, Otello, Falstaff e La traviata, sia nella produzione giovanile come Nabucco o Macbeth, che hanno segnato altrettante tappe storiche della lunga direzione scaligera del Maestro Riccardo Muti.  Anche Renata Tebaldi se ne accorse e a proposito di Muti disse: “Di Toscanini ha lo stesso ferreo rigore, e come Toscanini ha un carisma immediato”. Scrive Michelangelo Zurletti: “Fedele alla lezione toscaniniana, Muti è un direttore cha assume su di sé, radicalmente, la responsabilità dello spettacolo, partecipando con puntigliosa attenzione alla messa a punto delle compagnie di canto, difendendo caparbiamente la lettera degli autografi contro divismi e tradizioni non suffragate da serie motivazioni”. Il filo che lega Muti a Toscanini è dunque fortissimo ed è ancora teso, se si pensa che proprio in omaggio a Toscanini, che nel 1936 diresse a Tel Aviv l'Orchestra di Palestina formata da musicisti ebrei fuggiti dalla persecuzione nazista, ricevendo il plauso fra gli altri di Albert Einstein, il Maestro Muti ha diretto nello scorso dicembre l'erede di quella formazione, la Filarmonica di Israele, eseguendo lo stesso programma che Toscanini aveva diretto ottant'anni prima. E del resto un violinista della Philadelphia Orchestra quando nei primi anni Ottanta ne era direttore principale lo stesso Muti, aveva fatto parte proprio di quell'Orchestra di Palestina diretta da Toscanini nel 1936.
La foto è di Roberto Ricci

OPERA DI FIRENZE, SULLA TERZA SINFONIA DI MAHLER LA COREOGRAFIA DI HAMBURG BALLET JOHN NEUMEIER

HAMBURG BALLET JOHN NEUMEIER TERZA SINFONIA DI GUSTAV MAHLER
Balletto di John Neumeier


Il 10, 11, 12 febbraio 2017, con la coreografia di John Neumeier  sulla Terza Sinfonia di Gustav Mahler, l’Hamburg Ballet  torna in Italia, all’Opera di Firenze/Maggio Musicale Fiorentino da dove mancava da 40 anni.

Firenze 30 gennaio 2017 - Dal 1973 anno nel quale John Neumeier ne ha assunto la responsabilità come direttore e coreografo principale, l’Hamburg Ballet si è esibito in Italia in 15 occasioni e torna a Firenze esattamente 40 anni dopo la partecipazione al 40° Festival del Maggio Musicale Fiorentino nell’edizione del 1977. I tre spettacoli del 10, 11, 12 febbraio 2017 segnano quindi un imperdibile appuntamento di grandissimo rilievo nella stagione culturale dell’Opera di Firenze che vede rientrare la grande danza quale ospite sul suo palcoscenico.

Il talento coreografico di John Neumeier  firma l’articolata, precisissima e dettagliatissima coreografia della Terza Sinfonia che fa parte del repertorio della compagnia tedesca sin dal momento della prima mondiale del 14 giugno 1975 e che è stata rappresentata da allora in tutto il mondo per diventarne uno dei suoi più emblematici  e iconici biglietti da visita.  John Neumeier collabora orami da più di quarant’anni con l’Hamburg Ballet; in questi decenni ha portato la compagnia a livelli straordinari e altissimi e alla fama mondiale, dotandola di un ampio repertorio sia classico che contemporaneo con commissioni coreografiche firmate da altri grandi come Mats Ek, Jerome Robbins, Maurice Béjart, Frederick Ashton, George Balanchine, John Cranko  William Fosythe, Jirì, Kylìan, oltre a Neumeier stesso il quale ha sempre mostrato una predilezione a mettere in scena composizioni sinfoniche  come la Passione secondo Matteo e l'Oratorio di Natale di Bach, il Requiem di Mozart , il Messia di Haendel , e ben sei sinfonie di Gustav Mahler,  compositore per il quale Neumeier nutre una vera passione.  Oltre alla Prima, la Quarta, la Quinta, la Sesta e la Nona sinfonia di Mahler da lui concepite per Hamburg Ballet, con la monumentale Terza,  Neumeier  ha infatti  firmato una delle più sue fortunate e celebri creazioni;  un’opera ispirata e universale che grazie alla musica della partitura mahleriana può svilupparsi in una drammaturgia libera marcando così un solco dalle coreografie convenzionali basate su storie esistenti.
“Non si può spiegare a parole la trama della Terza Sinfonia,  e neppure si può cercare di comprenderla razionalmente” dice infatti John Neumeier che ha detto sempre a proposito: “il tema del mio balletto è la musica stessa; ho semplicemente tradotto in movimento, in pura danza le sensazioni, le immagini che mi hanno suggestionato ascoltando la Terza Sinfonia”.
E l’Hamburg Ballet lo interpreta alla perfezione e reagisce magnificamente agli stimoli di Neumeier che sembra portare allo spasimo le possibilità del corpo, della fisicità (e dell’atletismo) del corpo umano; sul palcoscenico dell’Opera di Firenze, il pubblico potrà ammirare un emozionante caleidoscopio di solisti, danzatori  eccellenti uniti da una tecnica e una capacità interpretativa raramente così omogenea e di alto profilo.
OPERA DI FIRENZE-MAGGIO MUSICALE FIORENTINO

Venerdì 10 febbraio 2017, ore 20.00 - Sabato 11 febbraio, ore 20.00 - Domenica 12 febbraio, ore 15.30

AL TEATRO NICCOLINI DI FIRENZE LA STORIA DELL'OPERA RACCONTATA DA FRANCESCO MICHELI ED ELIO

CANTIERE OPERA: FRANCESCO MICHELI ED ELIO RACCONTANO LA STORIA DELL’OPERA ATTRAVERSO 6 COMPOSITORI
 

Da Rossini a Campogrande: piccola enciclopedia della lirica tra video, letture, improvvisazioni, cantanti d’opera, battibecchi

Firenze, Teatro Niccolini, 31 gennaio – 12 febbraio 2016
 

Un viaggio alla scoperta dei capolavori di Gioachino Rossini, Vincenzo Bellini, Gaetano Donizetti, Giuseppe Verdi, Giacomo Puccini, Nicola Campogrande, dei personaggi e delle storie che animano le loro opere, gli amori e i tradimenti, le passioni e i gesti eroici, gli intrighi, le gelosie, i colpi di scena. La guida d’eccezione è Elio che, insieme a Francesco Micheli – regista e direttore artistico della Fondazione Donizetti di Bergamo e dello Sferisterio di Macerata –, da martedì 31 gennaio a domenica 12 febbraio allestisce in prima nazionale al Teatro Niccolini di Firenze il Cantiere Opera: 6 compositori, affrontati ciascuno in 2 sere consecutive, per un totale di 12 “lezioni-spettacolo” su testi dello stesso Micheli.
Per questo viaggio sul meraviglioso (e troppo spesso sconosciuto) mondo della lirica, nata proprio a Firenze e, ancora oggi, forma di spettacolo dal vivo più diffusa al mondo, in scena ci saranno anche Simone Soldati al pianoforte e i cantanti Vittoria De Amicis, Claudia Sasso, Elisa Maffi, Laura Macrì, Marika Franchino, Matteo Desole.
La genesi, la storia, il successo e le alterne vicende delle opere più celebri si alternano all’esecuzione dal vivo delle arie che fanno parte della nostra identità. Le prime cinque ‘lezioni’ sono dedicate a Rossini, Bellini, Donizetti, Verdi e Puccini; la sesta racconta il “making of” di un’opera inedita ancora in gestazione: il De Bello Gallico di Nicola Campogrande su libretto di Piero Bodrato e regia di Micheli, scritta espressamente per Elio.

Mercoledì 8 febbraio, ore 18, al Niccolini, Elio e la compagnia incontrano il pubblico. Coordina Riccardo Ventrella. L’ingresso è libero fino a esaurimento dei posti disponibili.

Cantiere Opera, una coproduzione Fondazione Teatro della Toscana e Parmaconcerti, con il sostegno della Fondazione Luciano Pavarotti, è inserito nell’abbonamento Il Teatro?#Bellastoria ideato e promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze e rivolto ai giovani tra i 16 e 21 anni.

Cantiere Opera – Il melodramma italiano secondo Elio e Francesco Micheli è l’occasione per conoscere un’eccellenza “made in Italy”, uno di quei capolavori che ha saputo conquistare tutti per la geniale semplicità della sua ricetta, e ciononostante è spesso non apprezzato a sufficienza proprio dagli italiani, in particolare le giovani generazioni. L’opera lirica per almeno due secoli è stato il mezzo di comunicazione più diffuso; il “recitar cantando” nato con la struggente storia d’amore fra Orfeo ed Euridice composta da Jacopo Peri e rappresentata il 6 ottobre 1600, a Firenze, in occasione dei festeggiamenti per le nozze di Maria de’ Medici con il re di Francia Enrico IV, ha stregato il mondo perché faceva convivere le più disparate forme espressive dell’arte umana in un unico meraviglioso giocattolo, compatto e complesso. Letteratura, musica, arti figurative e teatro riunite insieme ben prima che la cibernetica ci abituasse alla cosiddetta “multimedialità”.

In prima nazionale al Teatro Niccolini di Firenze da martedì 31 gennaio a domenica 12 febbraio Elio e Francesco Micheli allestiscono un cantiere fuori dal comune, una coproduzione Fondazione Teatro della Toscana e Parmaconcerti, con il sostegno della Fondazione Luciano Pavarotti: invece di costruire, divertiranno e si divertiranno a smontare i pezzi del palazzo Opera per “vedere di nascosto l’effetto che fa”... Vicende appassionanti d’odio e d’amore, protagonisti irresistibili e quasi sempre giovanissimi, la musica come propellente incendiario e un uso formidabile della lingua italiana che, già da sola, è musica. Nonna Opera, pur invecchiando, non ha smesso di essere attiva e pimpante, anche mentre le sue creature ce la mettevano tutta per farsi strada nel mondo: cinema, televisione, internet.
Ecco che Elio e Francesco Micheli ricostruiscono così l’albero genealogico della grande opera italiana, per giocare con i tutti i membri di questa famiglia pazzesca come a un cenone di Natale… oppure una festa di Carnevale, visto il periodo… Ospiti d’onore i compositori medesimi: grazie alla magia dell’opera (e al potere trasformistico di Elio) prenderanno forma i grandi compositori dei principali capolavori operistici italiani.
Video, letture, improvvisazioni, cantanti d’opera, battibecchi: così, ridendo e scherzando, Cantiere Opera si adopera per dare forma a una piccola enciclopedia della lirica, passando per Gioachino Rossini (31 gennaio e 1 febbraio), Vincenzo Bellini (2 e 3 febbraio), Gaetano Donizetti (4 e 5 febbraio), Giuseppe Verdi (7 e 8 febbraio), Giacomo Puccini (9 e 10 febbraio), Nicola Campogrande (11 e 12 febbraio). Al pianoforte Simone Soldati con i cantanti sono Vittoria De Amicis, Claudia Sasso, Elisa Maffi, Laura Macrì, Marika Franchino, Matteo Desole. Un gioco di società molto serio in cui far incontrare l’anziana signora Opera con tanti amici e parenti: la letteratura, la pop music, il cinema e la tv.



Il Calendario di Cantiere Opera

31 gennaio e 1 febbraio, ore 21
Gioachino Rossini ovvero la Rivoluzione in musica
Come ha fatto un compositore, ispirato tanto in cucina quanto in teatro, a sconvolgere il mondo fino allora conosciuto in poche mosse? Come è possibile che un baby-pensionato come Rossini a 37 anni smetta di comporre opere e continui a vivere serenamente fino alla morte, a 76 anni d’età? Un genio assoluto? Lo Stanley Kubrick della musica o un abile taroccatore? A voi l’ardua sentenza.

2 e 3 febbraio, ore 21
Vincenzo Bellini ovvero Che Romantico!
Misterioso e affascinante, tormentato e romantico. Vincenzo Bellini sì che è un compositore degno di questo nome: come le rock star, è un autentico eccentrico, bello e dannato, capace di far battere il cuore a mezza Europa con le sue storie strazianti. Vincenzo, sul palco o fuori, ti chiediamo: ma che ci fai tu alle donne? Nemmeno le soap-opera brasiliane saranno capaci di tanto.

4 febbraio, ore 19 | 5 febbraio, ore 16:45
Gaetano Donizetti ovvero Matti da slegare
Donizetti? Chi è costui? Ma con quante zeta? Probabilmente se fosse una trasmissione TV, sarebbe “Chi l’ha visto?”, considerando che oggi di questo grande campione operistico la maggior parte della gente sa ben poco. Serio, gran lavoratore, complessivamente schivo: il classico bergamasco medio di cui ci sarebbe ben poco da dire se non avesse dato vita alle storie più incredibili e plasmando i personaggi più folli con una musica che non smette di accenderci. Scusate se è poco.

7 e 8 febbraio, ore 21
Giuseppe Verdi ovvero Facciamo gli italiani?
Riusciranno i nostri eroi a tirar giù il pur beneamato Peppino Verdi dal piedistallo in cui l’ha collocato la nostra memoria, e con lui sdrammatizzare i monumenti post-risorgimentali che occupano le nostre piazze, fino all’idea stessa di tradizione e cultura? Dietro il bronzo di Garibaldi a cavallo, la cartapesta delle scenografie dipinte o lo zum-pa-pà di Verdi c’è l’accanimento di ragazzi e ragazze, nostri predecessori, che hanno lottato per un paese più libero e più nostro, come i protagonisti del Trovatore o della Traviata, eroi che si sono sacrificati in nome di diritti di cui ancora godono i giovani di oggi. Un esempio? Far tardi il sabato sera.

9 e 10 febbraio, ore 21
Giacomo Puccini ovvero Buonanotte melodramma, buongiorno cinema!
Puccini è stato a lungo un compositore tanto amato dal pubblico quanto minimizzato in ambito musicale: un toscanaccio gaudente che non si è occupato tanto di teorizzare il senso del proprio lavoro quanto di farlo, e farlo da dio. Un grandioso profeta che ha anticipato l’uso della musica come sa fare il cinema, sontuosa colonna sonora che avvolge i personaggi di una spettacolare scenografia per le orecchie. Tale dispendio di mezzi per raccontare cosa? Storie di donne che lottano per una vita migliore, salvo soccombere quasi sempre. Davvero profetico, il nostro Giacomino.

11 febbraio, ore 19 | 12 febbraio, ore 16:45
Nicola Campogrande ovvero L’opera che verrà
Che gioia poter avere a che fare con un compositore talentuoso, pieno di estro teatrale e, soprattutto… vivente! Quale ghiotta occasione assistere alla nascita di un lavoro, in cui parole e musica si fondono per raccontare una storia. Se poi il libretto di questa nuova opera scaturisce dal De Bello Gallico di Giulio Cesare, la faccenda si fa seria. Le cronache di guerra di un condottiero che intuisce quanto sia importante raccontare le proprie gesta, comunicarle, per conquistare a pieno il potere, ci sono parse, come si suole dire, di scottante attualità. Lunga vita a Nicola Campogrande!


Biografie

ELIO
Nato in una zona di Milano, in tenera età si trasferisce in un’altra zona di Milano, ma sempre in periferia. Poi dopo tanti anni va ad abitare fuori Milano, ma non tanto, dove abita tuttora, ma in periferia nella zona dove era andato in tenera età che ho detto prima.
Milano, città che ha dato i natali ad Elio, è anche la città dove va a scuola, elementari, medie, liceo scientifico Einstein, con Mangoni, università di ingegneria (politecnico) terminata con calma, scuola civica di musica dove suona il flauto traverso e si diploma anche al conservatorio G. Verdi di Milano, che però G. Verdi è nato a Busseto ma non c’è neanche da fare il paragone per scherzo. In più gioca a pallone nella Milanese, nel Fatima, nel Corsico fino all’età di 18 anni, poi gioca a baseball nell’Ares, sport che gli piace tuttora. Obblighi militari assolti dall’86 all’88, dal 1979 cerca di far divenire realtà il sogno di Elio e le Storie Tese.

FRANCESCO MICHELI
Nato a Bergamo nel 1972, laureato in Lettere Moderne con 110 e lode, si è diplomato alla Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano.
La sua carriera professionale si è sviluppata nel tempo secondo un doppio binario: da una parte il percorso come direttore artistico di manifestazioni di rilevanza internazionale, strettamente connesso all’ideazione di progetti innovativi sempre in ambito operistico; dall’altra corre parallela l’attività di regista in Italia e all’estero, senza trascurare l’insegnamento (da 11 anni è docente di regia al biennio di specializzazione in Scenografia dell’Accademia di Brera).
Dal 2012 è direttore artistico del Macerata Opera Festival, gloriosa manifestazione nata nel 1921 dentro la cornice superlativa dello Sferisterio: in quattro anni Micheli ha rilanciato l’istituzione riportandola all’originario prestigio internazionale con lusinghieri riscontri di critica (premio Abbiati per la nuova produzione della Bohème) e pubblico (nel 2012 maggior presenza di pubblico pagante dal 1997; maggior incasso dal 2003, anno di rifacimento e riduzione dei posti in sala). La sua gestione si è caratterizzata per un convinto aggiornamento degli spettacoli al gusto contemporaneo, pur nel rispetto della tradizione italiana; ha puntato in maniera inusuale sulla formazione del nuovo pubblico, con attività specifiche e continuate per scuole superiori e università; ha potenziato il dialogo col mondo imprenditoriale raddoppiando in due anni il contributo degli sponsor; ha creato un autentico laboratorio di ricerca per la creazione di nuovi format operistici. Il suo è un festival inedito, luogo di ricerca e di eccellenza, nella convinzione che l’opera sia un inestimabile bene comune.
Dal dicembre 2014 è direttore artistico della Fondazione Donizetti, dove sta realizzando una profonda rivoluzione prospettica sul ruolo e le opere del compositore bergamasco, portando nella città orobica i valori e le idee che sostanziano il suo progetto artistico; ha fondato due momenti festivalieri cittadini: la Donizetti Night a giugno e il festival Donizetti Opera in autunno in cui vengono eseguiti i lavori più rari del compositore.
La creatività di Micheli trova forma anche in una serie di progetti, in collaborazione con diversi teatri, pensati per dare al più vasto pubblico la possibilità di avvicinarsi al mondo operistico: essi ambiscono a definire un teatro lirico “di ricerca” che si è snodato nei teatri con cui ha collaborato più a lungo. Formatosi presso As.Li.Co, a Reggio Emilia, dà vita al progetto Opera Off; la quadriennale collaborazione con il Teatro Massimo di Palermo porta nel 2009 allo spettacolo Bianco, Rosso e Verdi, vincitore del Premio Abbiati come migliore iniziativa dell’anno.
Nello stesso àmbito si colloca la collaborazione con l’Orchestra Filarmonica della Scala, con cui ha dato vita al progetto Sound, Music per la formazione del giovane pubblico e al progetto MusicEmotion per la trasmissione dei concerti filarmonici nelle sale cinematografiche.
L’attività divulgativa lo ha visto autore e presentatore in ambito televisivo: per le reti satellitari Sky Classica e Sky Arte nell’ideazione e conduzione di programmi relativi all’opera; conduce una rubrica settimanale su Rai 1 che, nel 2015 all’interno della trasmissione “Sabato In,” è stato un autentico caso televisivo dell’anno, registrando un pubblico mai inferiore a 1.500.000 persone. Nell’estate 2016 è stato protagonista dei contributi italiani per la prima diretta televisiva mondiale del Ring wagneriano su Sky Arte HD.
Sul fronte registico, dopo gli inizi dovuti ad As.Li.Co. per il progetto Opera Domani, numerosi i teatri e i Festival nazionali e internazionali per cui Micheli ha formato la regia di opere sovente rimaste in repertorio. Tra i maggiori e recenti successi la regia de Il killer di parole di Claudio Ambrosini su soggetto di Pennac, in scena anche all’Opéra Nationale Lorraine di Nancy; Roméo et Juliette di Gounod all’Arena di Verona; La Bohème alla Fenice. Sempre al Teatro alla Fenice ha inaugurato la stagione 2012/13 con Otello di Verdi, produzione portata in tournée in Giappone, diretta da Myung-Whun Chung. Adriana Lecouvreur a Nizza, Aida a Macerata e Pechino (quest’ultima diretta da Zubin Mehta), Candide per il Maggio Musicale Fiorentino, Il barbiere di Siviglia ad Atene e al Teatro Comunale di Bologna, Così fan tutte per OperaLombardia. Prossimo progetto Lucia di Lammermoor alla Fenice in aprile.

APPROVATO IL BILANCIO DI PREVISIONE 2017 AL TEATRO MASSIMO DI PALERMO

Approvato il bilancio di previsione 2017: attivo per 139 mila euro
E si riaprono dopo oltre dieci anni le selezioni per l’assunzione di personale tecnico


PALERMO. Il Consiglio di Indirizzo della Fondazione Teatro Massimo ha approvato all'unanimità  nella seduta di ieri il bilancio di previsione 2017, ed è un bilancio in attivo per 139 mila euro; il quinto bilancio consecutivo in attivo. Un bilancio che si basa sulla conferma degli impegni finanziari da parte dei soci fondatori pubblici (Stato, Regione, Comune di Palermo) ma che prosegue il percorso virtuoso di incremento delle entrate proprie, in primo luogo gli abbonamenti, i biglietti, le visite guidate – tutti in notevole aumento – l’affitto del Teatro e delle sue sale, e anche le donazioni fatte grazie all’Art Bonus.
Il costo del personale diminuirà in forza di alcuni pensionamenti, secondo quanto previsto nel piano di rientro approvato dal ministero. Una situazione di sicurezza finanziaria che consente al Teatro di riaprire, dopo oltre dieci anni, le selezioni per l’assunzione di personale tecnico indispensabile per garantire la produzione programmata: il bando di partecipazione sarà pubblicato la prossima settimana e sarà rivolto a quattro aree tecniche: aiuto macchinisti, aiuto elettricisti, aiuto audiovisivi, aiuto attrezzisti. Il bando di selezione servirà a costituire una graduatoria di idonei alla quale il Teatro potrà attingere per le assunzioni a tempo determinato in relazione alle esigenze produttive e nel rispetto dei vincoli di bilancio.
"Proseguiamo un percorso virtuoso - dice il sovrintendente Francesco Giambrone - che ha messo in sicurezza la Fondazione e che l'ha rilanciata sul piano internazionale. Il 2017 sarà l'anno di un ulteriore aumento della produzione, del ritorno in tournée in Giappone e di un nuovo impulso del Teatro come centro di produzione culturale. L'inaugurazione con il successo di questo bellissimo Macbeth è stato il miglior inizio che potessimo immaginare".
"Il bilancio di previsione in attivo non è ormai una novità - dice Leoluca Orlando, sindaco e presidente della Fondazione Teatro Massimo - ma è la assoluta e positiva consuetudine del Teatro Massimo, a conferma del fatto che è possibile coniugare qualità culturale e qualità gestionale. Proprio da questi risultati nasce la possibilità di integrare oggi lo staff del teatro, per supportarne l'attività e valorizzando nuove professionalità e competenze locali."

La prossima settimana sarà pure pubblicata sul sito della Fondazione la graduatoria degli studenti dell’Università di Palermo che potranno svolgere il tirocinio curriculare negli uffici della Fondazione, in forza della convenzione firmata a giugno scorso con l’Ateneo di Palermo. Saranno 13 i giovani che saranno inseriti negli uffici come tirocinanti. A breve verrà pubblicato anche il bando per i tirocini extracurricolari. 

venerdì 27 gennaio 2017

LUDOVICO MARIA CHIERICI, UN FOTOGRAFO GENOVESE DI PRIMO ‘900

LUDOVICO MARIA CHIERICI, UN FOTOGRAFO GENOVESE DI PRIMO ‘900.
Alla Sala delle Grida del Palazzo della Borsa di Genova e nel foyer del Teatro Carlo Felice
una personale a lui dedicata con fotografie inedite,
oggi conservate presso la Fondazione Ansaldo.

Il prossimo 1^ Febbraio alle 17.00 si inaugura presso il foyer del Carlo Felice la mostra fotografica LUDOVICO MARIA CHIERICI, UN FOTOGRAFO GENOVESE DI PRIMO ‘900, voluta dalla Fondazione Ansaldo che ne ha recentemente acquisito l’intero archivio fotografico.

La mostra, organizzata con la collaborazione della Fondazione Teatro Carlo Felice, si sviluppa attraverso due separati percorsi.
Il primo è collocato presso la Sala delle Grida del Palazzo della Borsa, che Camera di Commercio ha voluto anche in questa occasione mettere a disposizione della Fondazione Ansaldo in virtù di una collaborazione che dura da anni,  ed è costituito da circa 80 fotografie scattate fra il 1908 e il 1916, suddivise in cinque temi: Genova, il Porto di Genova, Il Mare bagna Genova, La Riviera di Levante, il Mondo di Chierici; sono immagini fresche che, scattate con una macchina fotografica stereoscopica Verascope, mostrano la formazione autodidatta di un Chierici molto giovane ma sono testimonianze importanti per la storia genovese e preziose immagini della vita di inizio secolo, con vedute cittadine o paesaggi dove le persone appaiono come comparse secondarie senza essere messe in posa.
Il secondo, monotematico, è collocato invece presso il foyer del Teatro Carlo Felice e raggruppa circa quaranta immagini degli spettacoli rappresentati in quel teatro negli anni fra il 1935 ed il 1941. Si tratta di fotografie che hanno la peculiarità di essere state scattate senza flash ma solo con l'ausilio delle luci di scena e riportano visivamente l'aspetto scenografico degli spettacoli melodrammatici di opere di Gioacchino Rossini, Giuseppe Verdi o Richard Wagner, solo per citarne alcuni.
Le fotografie esposte alla Sala delle Grida sono assolutamente inedite mentre quelle presenti al Carlo Felice furono già oggetto di una mostra, tenutasi sempre al Carlo Felice circa 25 anni fa.

La mostra, con ingresso libero, sarà aperta al pubblico alla Sala delle Grida dal 2 al 19 Febbraio con orario 10-19 mentre la parte espositiva collocata presso il foyer del Carlo Felice rimarrà aperta fino al 6 Marzo e sarà visitabile negli orari di apertura del teatro.

Ludovico Maria Chierici (1886-1965) è un fotografo amatore genovese attivo dal primo Novecento, negli anni in cui il dibattito sulla fotografia italiana come tecnica e arte si fa sempre più vivace e inizia a coinvolgere sia fotografi professionisti che amatori. Inizia a fotografare giovanissimo tra il 1901 e il 1902, quando ancora è uno studente che frequenta il Reale Istituto Tecnico di Genova “Vittorio Emanuele II". Le sue grandi passioni sono la musica, la fotografia e la cinematografia e sarà un amico di famiglia, Adriano Santamaria, fotografo amatore, a dargli i primi insegnamenti di tecnica, permettendogli di utilizzare la sua camera oscura. Figura di spicco nel panorama genovese, Ludovico Maria Chierici è stato membro dell’Associazione Fotografica Ligure e proprietario dalla metà degli anni Quaranta del negozio di fotografia Speich, rinominato poi “F.lli Chierici Fotografia – Cinematografia” con sede inizialmente in piazza della Meridiana e poi in via Roma.


Il Fondo Chierici, oggi conservato presso la Fondazione Ansaldo con sede in Villa Cattaneo dell'Olmo a Genova, sarà oggetto nei prossimi mesi di una completa digitalizzazione e tutte le immagini saranno rese fruibili in rete sul sito www.fondazioneansaldo.it; un progetto che fa parte della mission di tutela, gestione e valorizzazione del patrimonio archivistico della Fondazione Ansaldo, capace di regalare alla città di Genova un’ulteriore arco di storia fatto di immagini.

PROGRAMMA DEL CONCERTO APERITIVO DEL 29 GENNAIO AL TEATRO CARLO FELICE

Concerto aperitivo
Domenica 29 gennaio 2017
nel Foyer del Teatro Carlo Felice

Domenica 29 gennaio alle ore 11.00, il tredicesimo appuntamento della domenica mattina con i consueti Concerti Aperitivo, sarà dedicato non solo alla musica ma anche alla danza.
Il programma SCARLATTI IN DANZA, prevede l’esecuzione di alcune tra le più note Sonate del compositore Domenico Scarlatti con la partecipazione al pianoforte di Sirio Restani, Maestro collaboratore del Teatro Carlo Felice. 
Luca Alberti, Emanuela Bonora, Fabio Caputo, Melissa Cossetta, Roberto Orlacchio e Marco Pericoli, membri del DEOS, DANCE ENSEMBLE OPERA STUDIO, che da alcuni anni collabora con il Teatro Carlo Felice,  saranno gli interpreti di alcune coreografie ideate da Giovanni Di Cicco.
L’iniziativa dei concerti aperitivo, come lo scorso anno,  con la partecipazione di Crédit Agricole quale main sponsor della rassegna, conferma l’attenzione di un pubblico genovese sempre più attento e desideroso di novità culturali, abbinate anche alla possibilità di ascoltare della buona musica sorseggiando un aperitivo nel primo foyer, ambiente suggestivo e raffinato a cura di Mentelocale.



Domenica 29 gennaio 2017 ore 11
Foyer Teatro Carlo Felice

SCARLATTI IN DANZA

Sirio RESTANI pianoforte

Con la partecipazione di DEOS (DANCE ENSEMBLE OPERA STUDIO)
Coreografia Giovanni DI CICCO

Musiche di Domenico Scarlatti (1685-1757)
Sonata in sol minore K43
Sonata in Mi maggiore K46
Sonata in La maggiore K101
Sonata in Re maggiore K33
Sonata in la minore K149
Sonata in Mi maggiore K162
Sonata in Sib maggiore K172
Sonata in Do maggiore  “Pastorale” K513
Sonata in Mi maggiore K135
Sonata in Do maggiore  K159

Danzatori
Luca Alberti
Emanuela Bonora
Fabio Caputo
Melissa Cossetta
Roberto Orlacchio

Marco Pericoli