venerdì 28 dicembre 2012

CONCLUSO AL PETRUZZELLI IL CICLO DELLE SINFONIE DI BEETHOVEN



A conclusione di un anno di transizione ed in attesa di orizzonti più sereni

AL PETRUZZELLI LA NONA CHIUDE IL CICLO DELLE SINFONIE DI BEETHOVEN

BARI - La Nona Sinfonia di Beethoven, per assunto l'inno di gioia e fratellanza, è stato scelto ancora una volta come  simbolo di rinascita del politeama barese. Già la sera del 5 ottobre del 2009, in occasione dell'inaugurazione del teatro dopo il lungo periodo di inattività dovuto all'incendio,  questa stessa sinfonia aveva firmato la ripresa dell'attività lirico-sinfonica e della disponibilità del teatro al mondo della cultura. La nona sinfonia di Beethoven si è ispirata ai versi dell'"An die Freude" (Inno alla gioia) di Friedrich Schiller, una pietra miliare della musica sinfonica.  Dal 2001, questa musica insieme al testo di Schiller sono stati dichiarati dall'UNESCO "Memoria del mondo". La nona sinfonia, che si conclude appunto con l'Inno alla gioia, è anche l'inno ufficiale dell'Unione europea, e costituisce un autentico affresco sonoro con  quattro movimenti. Nel primo, l'Allegro iniziale, sembrano prender forma le forze della natura; sonorità misteriose, a tratti impetuose nel Molto vivace, cui fanno seguito i toni lirici dell'Adagio molto cantabile, per concludersi nel movimento finale con il Presto, in cui si susseguono tutti i temi precedentemente espressi ed infine l'irrompere dei solisti e del coro che esaltano sia il testo di Schiller che le note di Beethoven. La prima esecuzione di questo capolavoro di Beethoven avvenne nel 1824 a Vienna alla presenza dell'Imperatore Francesco I d'Austria. L'opera fu composta tra il 1823 ed il 1824, dopo dieci anni dalla scrittura dell'ottava, quando il compositore era già completamente sordo, ma in realtà ha avuto un lungo periodo di meditazione e di gestazione. Ci fu, infatti, un primo tentativo di musicare il testo di Schiller già quando il compositore tedesco aveva solo 15 anni e successivamente nel 1818, quando, alle prese con la "Missa Solemnis", aveva in mente due progetti differenti, uno esclusivamente sinfonico in re minore ed uno sinfonico con il coro. Risale a questo periodo l'idea di introdurre le voci  corali in ambito sinfonico e solo successivamente  congiunse sinfonia e coro per realizzare questo capolavoro che ora apprezziamo. La nona Sinfonia andata in scena in questi giorni al Petruzzelli è stata accolta dal pubblico barese da applausi ma ha anche suscitato tra i critici qualche perplessità  sia sul tempo imposto dal direttore Rolando Boër che sull'esecuzione in generale dell'orchestra; più sicura è apparsa la prova offerta dal coro, più compatto e determinato e convincenti i solisti: Ralf Lukas, il soprano Jacquelyn Wagner, il contralto Barbara Di Castri ed anche il tenore Stuart Neil.  A conclusione di quest'anno difficile, ma sapientemente gestito  dal commissario ministeriale Carlo Fuortes, la nona sinfonia è  tornata ad essere il simbolo di una definitiva speranza. Terminate le selezioni dei nuovi organici, dopo le selezioni per concorso sia del coro che dell'orchestra e la firma dei nuovi contratti triennali, dal prossimo anno ci si attende una reale rinascita del teatro. La nuova stagione d'opera inizierà il 19 gennaio 2013,  con la prima di Otello  e con tanti giovani e promettenti orchestrali e coristi. Proprio la loro giovane età induce a pensare  che avranno bisogno di suonare tanto insieme prima di giungere ad ottenere un suono proprio ed una propria personalità. Certamente non mancherà il sostegno del pubblico di appassionati di musica lirica e sinfonica; la Puglia intera vuole che il Teatro Petruzzelli torni ad essere quel grande teatro conosciuto in tutto il mondo.

G. L.

 

lunedì 24 dicembre 2012

IL DEBUTTO DISCOGRAFICO DI BEATRICE RANA

Martina Franca, Auditorium Fondazione Paolo Grassi
Via Metastasio 20
29 dicembre 2012. Ore 19.30

Beatrice Rana al suo debutto discografico con i "Preludi" di F. Chopin e la "Seconda Sonata" di A. Scriabin.


Il prossimo 29 dicembre, alle ore 19.30, appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati di musica presso la Fondazione Paolo Grassi. Ospite d’eccezione la giovanissima ma ormai celebre pianista Beatrice Rana e il suo debutto discografico con un CD dedicato ai Preludi di F. Chopin e Seconda Sonata di A. Scriabin.
La presentazione del cd di esordio di Beatrice Rana sarà anche l’occasione per un incontro con il “suo” pubblico che ne ricorda la magistrale interpretazione del Primo Concerto di Liszt nell’edizione 2011 del Festival della Valle d’Itria.
“Beatrice Rana: è nata una stella. Durante tutto il suo recital ha dimostrato energia, coerenza, raffinatezza ed un’enorme gamma sonora. Una vera personalità, che ricorda la Argerich ai suoi debutti.”
E’ con questa frase che “La Scena Musicale”, autorevole rivista di cultura musicale canadese, ha presentato Beatrice Rana, pianista salentina, come vincitrice del Concorso Musicale Internazionale di Montréal all’indomani della finale nel giugno del 2011.
Nello stesso concorso Beatrice ha vinto anche tutti i premi speciali: premio del pubblico, premio per la migliore esecuzione del brano contemporaneo di autore canadese e premio per lo sviluppo della carriera che le ha permesso di debuttare in campo internazionale con una produzione discografica.
Il cd, registrato lo scorso Aprile a Charlevoix, per Atma Classic, etichetta canadese distribuita in tutto il mondo, è da qualche giorno disponibile presso la Libreria Feltrinelli di Lecce.
La rivista francese Diapason, nel mese di Dicembre, lo ha indicato come “scelta discografica del mese” ed è stato presentato in numerose emittenti internazionali come RaiRadio3, Radio France, ORF Radio Osterreich in Austria, Radio-Canada, DR Forside in Danimarca e Radio Classic.
Nel giugno 2011, Beatrice Rana si è aggiudica a soli 18 anni il Primo Premio al Concorso Musicale Internazionale di Montréal, diventando così la più giovane pianista, nonché prima vincitrice italiana nella storia del concorso.
Questa stagione ha visto il debutto di Beatrice con numerose orchestre come l’Orchestra Internazionale d’Italia, la Südwestdeutsche Orchester o la Aarhus Symfonieorkester. Sarà ospite nella prossima stagione dell’Orchestre Symphonique de Québec, delle Orchestre Sinfoniche di Edmonton, Saskatoon, Winnipeg, della Sinfonia Varsovia, dell’Orchestre Philarmonique di Kuala Lampur, dei Violons du Roy e dell’Orchestre Métropolitain di Montréal con direttori come Yannick Nézet-Seguin, Bernard Labadie, Theodor Guschlbauer.
A soli 19 anni, Beatrice si esibisce presso le più importanti serie di concerti come la Tonhalle di Zurigo, la serie Pro Musica di Montréal, la Società dei Concerti di Milano, la Vancouver Recital Society, o in Festivals come il Festival Berlioz della Côte Saint-André, la Roque d’Anthéron, il Festival Radio-France de Montpellier, la Folle Journée de Nantes, les Flåneries de Reims, il Festival de Lanaudière in Québec.
Nata in una famiglia di musicisti, Beatrice Rana ha iniziato i suoi studi musicali a quattro anni e si è diplomata all’età di sedici anni con lode e menzione d’onore sotto la guida di Benedetto Lupo. Da ottobre 2011 Beatrice vive ad Hannover dove frequenta l’Hochschule für Musik, Theather und Medien nella classe di Arie Vardi ed è supportata dalla borsa di studio DAAD.
Da oltre sei anni affianca agli studi pianistici quelli di Composizione nel Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce sotto la guida di Giuseppe Gigante.

venerdì 21 dicembre 2012

ANTICIPAZIONI SUL 39° FESTIVAL DELLA VALLE D'ITRIA

MARTINA FRANCA, 21/12/2012

Il 39° Festival della Valle d’Itria inizierà il 13 luglio 2013

ANTICIPAZIONI SUL PROSSIMO FESTIVAL DELLA VALLE D’ITRIA

MARTINA FRANCA - Nel bicentenario della nascita di due grandi protagonisti assoluti del periodo romantico, Giuseppe Verdi e Richard Wagner, il Festival della Valle d’Itria celebrerà entrambi con alcune opere significative della loro produzione. Non mancheranno Benjamin Britten, nato nel 1913 e Gesualdo da Venosa, morto nel 1613, tutti riuniti in una singolare concomitanza di anniversari. Il direttore artistico Alberto Triola, nella programmazione per il 2013, ha voluto rendere omaggio a questi grandi musicisti con alcune loro composizioni. Il Festival inizierà il 13 luglio con un’opera buffa di rarissimo ascolto, come “Crispino e la comare” di Luigi e Federico Ricci, opera brillante e di notevole significato storico e terminerà il 4 agosto con la "Messa da Requiem" di Verdi. Sarà “Giovanna d’Arco” , un'opera giovanile di rara rappresentazione e dai connotati spiccatamente belcantistici, ancora di Verdi, il secondo appuntamento operistico di luglio, un'opera giovanile di rara rappresentazione e dai connotati spiccatamente belcantistici ,  rappresentata alla Scala di Milano dopo il successo del “Nabucco”  e de “I Lombardi alla prima crociata”,  che lo avevano resero celebre non solo in Italia ma anche all'estero. Il programma continuerà con un gioiello buffo di Scuola pugliese-napoletana, “L’ambizione delusa” di Leonardo Leo. Quest’opera si svolgerà nel suggestivo Chiostro di San Domenico e sarà affidata all’Accademia del Belcanto in prima esecuzione  in epoca moderna. Per l’anniversario wagneriano è prevista una prestigiosa “Serata Wagner” con l’esecuzione dei Wesendonk Lieder e del primo atto della Valchiria. A Verdi sarà dedicata anche la serata conclusiva con l’imponente esecuzione della “Messa da Requiem”. Faranno seguito un concerto sinfonico/corale con la proiezione di un documentario-film originale dedicato a Gesualdo da Venosa, ambientato a Martina, ed altri diversi appuntamenti ormai tradizionali, come il “Concerto per lo Spirito”, il Ciclo “Novecento e oltre”, “Fuori orario” ed il  “Festival Junior”, con un breve lavoro appositamente scritto per i bambini e commissionato ad un giovane compositore. Il Festival si ripropone, quindi, con questa 39.ma edizione all’insegna del Barocco, del  Belcanto romantico e del Novecento e nel rispetto dello spirito originario proprio di questa manifestazione, di continuare a tenere viva questo appuntamento sempre più apprezzato da critici ed appassionati. Non se sono accorti solo i politici pugliesi che in fase di approvazione della legge a sostegno dei festival musicali e operistici italiani di prestigio internazionale, non hanno saputo rappresentare la specificità del festival di Martina Franca e nonostante che quello di Martina avesse radici più lontane di alcuni che hanno goduto di tale sostegno. A tal proposito vanno doverosamente ricordate, a tal proposito), le parole del direttore artistico del Festival della Valle d’Itria Alberto Triola: “L'unico Festival prettamente operistico del Sud Italia con trentanove anni di storia e una comprovata e consolidata "assoluta rilevanza internazionale", voluto tra gli altri da Paolo Grassi e legato indissolubilmente al nome di Rodolfo Celletti, è stato purtroppo dimenticato anche dai rappresentanti politici espressi dalla Regione Puglia e dal Mezzogiorno italiano”.  
G.L.
 











XXXIX Festival della Valle d’Itria
 Martina Franca, 13 luglio - 4 agosto 2013



13, 25 luglio 2013

Palazzo Ducale

Luigi e Federico Ricci

CRISPINO E LA COMARE

Melodramma fantastico-giocoso in quattro atti

Prima rappresentazione nel XXI secolo

 

Bicentenario Verdi/Wagner

23, 28 luglio, 3 agosto 2013

Palazzo Ducale

Giuseppe Verdi

GIOVANNA D’ARCO

Dramma lirico in un prologo e tre atti

 

14, 17, 24 luglio, 1 agosto 2013

Chiostro di S. Domenico

26 luglio 2013

Teatro Paolo Grassi - Cisternino

Leonardo Leo

L’AMBIZIONE DELUSA

Commedia pastorale in due atti

Prima rappresentazione in tempi moderni

Progetto dell’Accademia del Belcanto R. Celletti

 

2 agosto 2013

Palazzo Ducale

Francesco D’Avalos

MARIA DI VENOSA

Prima italiana assoluta

per il IV centenario della morte di Gesualdo da Venosa

Bicentenario Verdi/Wagner

 

27 luglio 2013

Palazzo Ducale

SERATA WAGNER

Wesendonck Lieder / Die Walküre (primo atto)

 

Bicentenario Verdi/Wagner

4 agosto 2013

Palazzo Ducale

Giuseppe Verdi

MESSA DA REQUIEM

 

22 luglio 2013

Basilica di San Martino

CONCERTO PER LO SPIRITO

 

24 luglio 2013

Chiesa del Carmine

CONCERTO CARMELITANO

 

Per i 300 anni dell’Arciconfraternita

16, 19, 29, 31 luglio 2013

Chiostro di S. Domenico

NOVECENTO E OLTRE

 

21 luglio 2013

Chiostro di S. Domenico

FESTIVAL JUNIOR

 
 
 

 

PETRUZZELLI, SI CONCLUDE IL CICLO DELLE SINFONIE DI BEETHOVEN

 
 
 
             

                                TRE SERATE DEDICATE ALL NONA DI BEETHOVEN
 
Bari - Dopo la direzione di Asher Fisch nella Sinfonia n. 1 in do maggiore op. 21, la Sinfonia n. 8 in fa maggiore op. 93 e la Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore op. 55 “Eroica” di Ludwig van Beethoven, si alternerà nei giorni, nei prossimi giorni sarà Roland Boer a dirigere l'Orchestra della Fondazione Petruzzelli ed a chiudere il ciclo delle nove sinfonie di Beethoven. Si conclude, infatti, la rassegna con la Nona Sinfonia in re minore op. 125 diretta dal maestro Roland Böer. La più nota delle sinfonie sarà in programma venerdì 21 dicembre alle 21.00 (turno A), sabato 22 dicembre alle 21.00 (turno B) e domenica 23 dicembre alle 18.00 (turno C); solisti saranno Jacquelyn Wagner (soprano), Barbara Di Castri (contralto), Stuart Neill (tenore) e Ralf Lukas (basso), accompagnati dal Coro della Fondazione Petruzzelli diretto dal maestro Franco Sebastiani.
Il capolavoro beethoveniano nella “Stagione d’Opera e di Balletto 2012” ha sostituito il film concerto West Side Story.
I biglietti per i singoli concerti sono in vendita al botteghino del Teatro Petruzzelli, on line sul sito www.bookingshow.it e nei punti vendita del circuito booking show.

Informazioni: 080.975.28.10.

 

giovedì 20 dicembre 2012

PEPPE SERVILLO A TARANTO con “Spassiunatamente”



  PEPPE SERVILLO PER GLI AMICI DELLA MUSICA "A.SPERANZA"


 

E’ senz’altro una delle più interessanti stagioni tarantine quella organizzata dagli Amici della Musica "Arcangelo Speranza" per festeggiare i novant’anni di attività.
Dopo il bellissimo concerto della grande pianista Lilya Zilberstein, arriva a Taranto uno dei personaggi più interessanti del panorama musicale italiano: Peppe Servillo accompagnato dai Solis String Quartet per presentare il suo Concerto Classico in Napoletano "Spassiunatamente", uno straordinario omaggio alla cultura e alla canzone classica napoletana.
L’incontro tra questi straordinari artisti, tutti di chiara origine campana, ha dato vita ad un inedito concerto dove l’arte e lo spessore di Peppe Servillo si fondono con la maestria e la visione degli archi del Solis rendendo questo evento unico nel suo genere e grazie a questi magnifici artisti, fa si che attraverso una lettura raffinata e popolare di un repertorio di classici che vanno da Raffaele Viviani ad E. A. Mario fino a Renato Carosone, si racconti una Napoli non oleografica ma bensì una città che è stata ed è a pieno titolo una autentica capitale culturale europea. La caratteristica unica che lo spettacolo porta, è la (ri)lettura dei classici utilizzando solo un quartetto d’archi e voce. Questa formula e questa scelta artistica ben precisa, spoglia di tutti gli orpelli questi capolavori rendendoli assolutamente eleganti e raffinati senza perdere quella forza e quell’incisività che ne hanno decretato il successo planetario. "Spassiunatamente" è senza dubbio un evento imperdibile e restituisce alla canzone napoletana quell’ambiente musicale e vocale di rara bellezza e gusto.
Il concerto si terrà la sera del 21 dicembre sul palcoscenico del TaTA’, con inizio alle ore 21, per la 69ª Stagione Concertistica organizzata sotto l’egida del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Puglia e del Comune di Taranto.

I biglietti si possono acquistare presso gli abituali punti vendita: Amici della Musica "Arcangelo Speranza" - via Toscana n° 24/d - tel. 099.7303972; Basile Strumenti Musicali - via Matteotti n° 14 - tel. 099.4526853; Box-Office - via Nitti n° 106/a - tel. 099.4540763. Il costo è di € 25,00 (Posto Unico), € 22,00 (Ridotto under25, over65 e AgisCard). Diritto di prevendita 2 €.






Ulteriori info sul sito www.amicidellamusicataranto.it .



CHRISTMAS MUSICAL DELLA ICO MAGNA GRECIA


Natale in Musical in Concattedrale a Taranto
 

L’Orchestra Magna Grecia di Taranto dedicherà il suo concerto di Natale alle meravigliose canzoni dai più famosi musical, con le loro indimenticabili melodie in inediti arrangiamenti sinfonici; come tradizione vuole, inoltre, saranno eseguiti anche i classici brani natalizi per riscaldare i cuori facendoci entrare nella atmosfera della festa più bella.
Il concerto “Christmas Musical” si terrà nella Concattedrale di Taranto giovedì prossimo, 20 dicembre (ore 21), un evento istituzionalmente organizzato dall’Amministrazione Comunale di Taranto in collaborazione con l’Orchestra ICO della Magna Grecia (infoline 099.7304422).
A “dare voce” a queste canzoni ci saranno due straordinari talenti della nostra terra: Graziano Galatone, cantante e attore arrivato al successo internazionale interpretando Febo nel “Notre Dame de Paris” di Riccardo Cocciante, per poi essere Mario Cavaradossi in “Tosca amore disperato” di Lucio Dalla e Renzo Tramaglino ne “I promessi sposi” di Michele Guardi, e Simona Galeandro, vincitrice nel 2008 del Festival “Voci e Volti Nuovi di Castrocaro”.
Con loro l’Orchestra ICO della Magna Grecia, diretta nell’occasione da Maurizio Lomartire, e “Wake Up Gospel Project”, un gruppo vocale gospel di Martina Franca che riunisce “voci” di tutta la Puglia.
In programma straordinari successi dai più famosi musical americani: da “Cats” a “Jesus Christ superstar”, da “Jekyll & Hyde” a “Singin’ in the rain”, da “West side story” a “Moulin rouge”, fino a “Cabaret”; non mancheranno i musical “Made in Italy”: da “Notre Dame de Paris” di Riccardo Cocciante a “Caruso” di Lucio Dalla.
Il programma del concerto riserverà anche alcune “sorprese”, come un duetto dei due cantanti sulle note di “All I want for Christmas is you” di Mariah Carey, e un “Xmas Medley” affidato alle voci dei “Wake Up Gospel Project”.

 

lunedì 17 dicembre 2012

GRANDE SUCCESSO DEI “CHORALITER” A TARANTO


 
 
 
 
 
 
LE NOTE DEL "TE DEUM" DI PAISIELLO RISUONANO VICINO LA CASA NATIVA
 

Taranto - Sabato 15 Dicembre 2012, mentre per le vie della città  scorreva il corteo di Taranto Libera  per riaffermare ancora una  volta il diritto alla salute ed al lavoro, nella splendida cornice della Chiesa di S.Domenico Maggiore, si è tenuta l'attesa anteprima nazionale del “Te Deum” per doppio coro, soli e organo di Giovanni Paisiello a cura dell'Associazione Choraliter.
Due volti di una stessa città, l'uno purtroppo tristemente noto, balzato agli onori della cronaca nazionale e divenuto "improvvisamente e stranamente" tema di interesse anche per le istituzioni  politiche: quello che rappresenta le problematiche legate allo stabilimento ILVA, l’inquinamento, la disoccupazione; l'altro, meno noto, ma sicuramente meritevole di altrettanta attenzione e riflessione, quello che è espressione di una Taranto che vuole farsi conoscere e ri-conoscere per le proprie radici culturali e per  la ricchezza dei tesori nascosti magari tra le pagine di un vecchio manoscritto.
Il Te Deum è una pagina di grande complessità per la scrittura stessa e per l'organico messo in campo: sei solisti, doppio coro e grande orchestra ridotta, quest’ultima, per l'esecuzione di Sabato, al solo organo.  
L'aspetto però che forse impressiona maggiormente è la comunicatività e  l’immediata  presa sugli ascoltatori del brano peraltro inedito e quindi mai ascoltato.
La musica di Paisiello tocca tutte le corde dell’animo umano e ne risveglia i sentimenti divenendo a volte gioiosa, a volte meditativa, a volte commovente, a volte entusiasmante, ma sempre  molto coinvolgente.
L'esecuzione del coro Choraliter , con la direzione precisa e vibrante di Pierluigi Lippolis, ha saputo interpretare al meglio tutte queste sfumature riuscendo a trasmettere forti emozioni  al pubblico che non ha mancato di sottolineare il proprio apprezzamento con applausi scroscianti  anche nel corso dell'esecuzione.
Particolarmente pregevoli  le parti solistiche interpretate da Diego Capriulo, Jang su Jang, Valeria La Grotta, Serena Mastrangelo e Luca Simonetti. Di grande valore anche l'esecuzione all'organo di Danilo Tarso.
Al termine del concerto, il folto pubblico attento e qualificato ha dimostrato di aver molto gradito l'esecuzione con lunghi applausi e la richiesta immediata di bis.
La serata è stata impreziosita  dalla presenza del presidente onorario dell'Associazione Choraliter, il Maestro Nicola Martinucci, tenore tarantino  celebre in tutto il mondo, e della massima autorità della Chiesa tarantina, Mons. Filippo Santoro, Arcivescovo di Taranto. Entrambi hanno espresso i sentimenti della loro riconoscenza e gratitudine agli artisti impegnati nella non facile esecuzione.
In definitiva un successo. Innanzitutto un successo della musica del grande Giovanni Paisiello, un autore finalmente riconosciuto dai tarantini quale musicista meritevole di attenzione per le sue grandi capacità artistiche e compositive. Un successo dell'Associazione Choraliter, che, pur nella totale assenza di sovvenzioni economiche per le proprie  attività culturali,  ha deciso, con tenacia e passione, di portare comunque avanti questa produzione musicale ed offrirla alla città di Taranto.
Speriamo  che questo notevole sforzo profuso possa in un prossimo futuro trovare adeguati supporti per diffondere la conoscenza di questa ed altre opere di Paisiello anche al di fuori dei confini cittadini arrivando, magari, anche alla registrazione, pubblicazione e diffusione di un CD!
I “Choraliter” sono testimoni di una città che non si piange addosso, di una città che reagisce, di una città che vuole fortissimamente rinascere anche attraverso fermenti di vita culturale.  

Gabriella Costantino

 

 

sabato 15 dicembre 2012

L’INTERVISTA AL MAESTRO PIERLUIGI LIPPOLIS


LA SFIDA DEL DIRETTORE LIPPOLIS: RIPORTARE ALLA LUCE IL PAISIELLO POCO CONOSCIUTO
 

Taranto, 15/12/12 - Al Paisiello Festival del 2012 il Coro polifonico dell’Associazione musicale Choraliter aveva offerto un anticipo con la prima parte del “Te Deum” di Paisiello, riscuotendo grande successo di pubblico e di critica. Questa sera alle 19.30 sarà eseguita l’intera opera in prima assoluta nazionale nella Chiesa di S. Domenico Maggiore di Taranto: un omaggio a Paisiello ed alla sua città d'origine. “Un impegno notevole sia per i coristi che per il direttore”, afferma Pierluigi Lippolis, direttore musicale e maestro concertatore del Coro. Diplomato presso il Conservatorio di S. Cecilia a Roma in organo e composizione organistica ed in pianoforte presso il Conservatorio “Piccinni” di Bari, il maestro è anche attualmente insegnante di pratica organistica e canto gregoriano nei corsi accademici di primo livello presso l’Istituto di Alta Cultura “G. Paisiello” di Taranto. La decisione di eseguire quest’opera è una vera sfida, iniziata con il reperimento delle fonti e le difficoltà incontrate anche in tale fase. La  partitura, infatti, era  letteralmente sepolta negli scaffali del Conservatorio S.Pietro La Maiella di Napoli in una stanza, quella dei manoscritti rari, dove non hanno accesso neppure tutti i bibliotecari e che, ancora oggi, se interpellati in merito, rispondono con tono reverente “ scusate ma quella è una partitura del Maestro Paisiello.... è rara e dovete aspettare il bibliotecario capo, perchè solo lui ha la chiave di quella stanza...” . Si tratta di una vera perla della storia della musica sacra, che certo non teme confronti con le opere di compositori coevi magari molto più famosi ed acclamati ai giorni nostri. Mi riallaccio all'affermazione del maestro Lippolis, quando dice : "Solo le sfide che vengono affrontate con coraggio possono essere vinte" per affermare che è spesso vero che :  “SE LO SAI SOGNARE, LO PUOI FARE”. 

Maestro mi racconti come è nata l’idea di questo concerto ?

In realtà, pur essendo nato a Taranto e conoscendo la storia di Paisiello, non mi ero mai
occupato direttamente della sua musica , avendolo da sempre ritenuto un musicista dedito
all’opera. Finchè un giorno non mi è stato proposto di realizzare un concerto monografico sulla musica sacra di Paisiello. Questa proposta mi ha lasciato piuttosto interdetto, in quanto non credevo
che esistessero opere sacre di questo musicista e tanto meno lavori interessanti Mi sono riservato di dare una risposta dopo aver approfondito la mia conoscenza ed a questo punto mi sono reso conto che la produzione sacra di Paisiello era tutt’altro che irrilevante. 

Cosa l’ha spinta a scegliere questo Te Deum ?

Dopo aver esaminato diversi brani staccati ho cercato un’opera che avesse la dignità di reggere
un intero concerto e che desse un’idea sullo stile compositivo del suo autore e mi sono imbattuto in questo Te Deum, che dalle prime battute mi è sembrato un lavoro straordinario  per il contenuto e per il testo stesso. Opera eseguita in occasione della promulgazione della prima costituzione della Polonia nel 1791 e dell’incoronazione di Napoleone in Notre Dame il 2 dicembre 1804. Opera dimenticata da allora, che ha visto un’unica esecuzione nel 2004 in Polonia (senza peraltro la pubblicazione del manoscritto) in occasione dell’annesione dello stato polacco all’unione europea.  

Per quale motivo non è stata mai eseguita dal 1804 se si tratta di un’opera così interessante ?

In realtà, questa come sicuramente tanti altri tesori musicali di Paisiello giacciono sepolti nelle
biblioteche dei Conservatori di mezza Europa impubblicati. Finchè sono manoscritti il lavoro necessario per farne una revisione e trascrizione in notazione moderna è lungo ed estenuante.
Richiede molte risorse e giorni di lavoro ed è probabilmente poco compatibile con la velocità di
realizzazione delle moderne produzioni musicali. Per poterlo rieseguire mi sono sobbarcato il
lavoro di trascrizione dell’intero manoscritto ( circa 200 pagine) con mille difficoltà anche legate
alla consultazione di una delle copie che si trovano nel Conservatorio di Napoli. Dopodichè
ho dovuto curare la concertazione ed infine l’esecuzione del brano. Un lavoro ciclopico di cui,
però, non sono affatto pentito perchè dentro queste pagine c’è musica di altissimo livello che
non teme alcun confronto con musicisti dell’epoca molto famosi ed ancora oggi giustamente
celebrati, cosa che, purtroppo, non è accaduta in sorte al nostro musicista. 

Ma non sarà una pagina troppo complessa, adatta solo ad un pubblico di specialisti ? Cosa
dovrebbe spingere i nostri concittadini a prendere parte a questo concerto ? 

Come spesso accade, la grandezza di un musicista non necessariamente deve tradursi nella
composizione di opere di una complessità tale da rendere la musica incomprensibile.
Al contrario, la grandezza sta proprio nel rendere fruibile ed accessibile a tutti una pagina
all’apparenza fresca ed immediata, ma che al suo interno racchiude complessità e delicatezza
di equilibri che la rendono preziosa all’occhio dello studioso. E sicuramente da questo punto
di vista il Te Deum racchiude in se tutti questi elementi. Il motivo per prendere parte al
concerto, dovrebbe essere anche un altro. Taranto sicuramente è famosa in tutto il mondo
per la ricchezza dei tesori della Magna Grecia e dell’ arte orafa in particolare. La musica di
Paisiello potrebbe costituire, al pari dell’arte ellenistica, motivo di vanto e di orgoglio per l’intera
cittadinanza e diventare elemento di coesione in un momento in cui la città deve trovare un
collante sociale che dovrebbe essere rappresentato dalla propria tradizione culturale. Inoltre
finora gli unici sforzi per far conoscere il nostro musicista in Italia sono quelli fatti dai privati
con l’organizzazione di un festival dedicato a Paisiello con enormi sacrifici di ogni tipo in questi
tempi di crisi economica. Sicuramente con lo sforzo congiunto delle Istituzioni e dei privati si
potrebbe dare ben altra veste e ben altra risonanza agli studi ed alla conoscenza del musicista
tarantino apprezzato nelle corti di tutta Europa nel XVIII secolo e diventare biglietto da visita
per l’intera città, spendibile non solo in ambito culturale, ma anche e soprattutto turistico.
Chiedo ai miei concittadini di accorrere numerosi ad ascoltare questo concerto per scoprire le ragioni
che hanno reso famoso il nostro concittadino e farsi a loro volta portavoce presso le istituzioni
pubbliche di una rinascita di interesse intorno a Paisiello.

G.L.

Di seguito l'indirizzo da cliccare per poter vedere l'intervista a Studio100 :

http://youtu.be/Pz9fjeNB0_s

mercoledì 12 dicembre 2012

TE DEUM DI PAISIELLO, PRIMA ASSOLUTA A TARANTO


 
Prima nazionale di un suggestivo e raro "TE DEUM" di Paisiello, alle 19.30 del 15 dicembre nella Chiesa di S. Domenico a Taranto, a due passi dalla casa del compositore tarantino
         IN PRIMA ASSOLUTA IL “TE DEUM” DI PAISIELLO A TARANTO
Taranto, 12/12/12 - Il Te Deum è un inno cristiano in prosa di origine antica. Nella Chiesa cattolica esso è legato alle cerimonie di ringraziamento e viene tradizionalmente cantato la sera del 31 dicembre, per ringraziare dell'anno appena trascorso, oppure nella Cappella Sistina in occasione dell'elezione del nuovo pontefice, a conclusione di un Concilio e prima che si sciolga il conclave. Si ritiene che fosse stato composto a due mani da Sant'Ambrogio e da Sant'Agostino il giorno del battesimo di quest'ultimo, avvenuto a Milano nel 386, per questo è stato chiamato anche Inno Ambrosiano. Era consuetudine in un passato che alla fine di un periodo di carestia o di un’epidemia di peste o di una guerra, nelle chiese il “Te Deum” venisse eseguito come inno di ringraziamento.  Con il “Te Deum” si ringrazia e si propizia al tempo stesso. E’ questa la natura duale di questo brano assolutamente unico nel panorama dei canti liturgici del patrimoni culturale della chiesa che è il corpus dei canti gregoriani custoditi ( anche troppo dopo il Concilio Vaticano II) nel Graduale Romanum.
Nel 1791 il re di Polonia Stanislao Augusto, per celebrare il primo anniversario della Costituzione polacca appena promulgata, chiese a Paisiello di comporre il “Te Deum Laudamus”. Questa grandiosa opera per doppio coro e grande orchestra, fu eseguita per la prima volta a Varsavia il 3 maggio (che è tuttora giorno di festa nazionale) di quello stesso 1791 ed ebbe un grande successo. Ultimamente, il “Te Deum” è stato eseguito nel maggio del 2004, per celebrare l’ingresso della Polonia, insieme ad altri dieci paesi, nell’Unione Europea. E’ questo un canto talmente potente e coinvolgente da aver fatto tremare i più accaniti mangiapreti ed anticlericali della storia, da Napoleone, che lo  pretese per la sua cerimonia di incoronazione a Notre Dame il 2 dicembre del 1804 fino a Giuseppe Garibaldi, notoriamente non credente. In esso, infatti si parla di Giudizio Universale e di sentenza finale davanti ad un tribunale che non ammette che un unico grado  di giudizio. Paisiello fu un musicista molto richiesto ed apprezzato, oltre che dal re Stanislao di Polonia, anche in molte altre corti europee, tra cui quella di Caterina II di Russia, di Ferdinando IV, dell'imperatore Giuseppe II, e fu adorato e trattato in modo molto generoso da Napoleone, del quale fu ospite a Parigi fino al giorno della sua incoronazione; in tale occasione compose in suo onore una Messa Solenne e curò l’esecuzione del “Te Deum”. E’ questa la cornice storica e culturale in cui inquadrare Paisiello ed il “Te Deum Laudamus”, che sarà eseguito in prima assoluta a Taranto. La decisione del Coro Polifonico Choraliter di eseguire questo canto è una vera sfida, iniziata con il reperimento delle fonti e le difficoltà incontrate anche in tale fase. La partitura, infatti, era ben conservata e sepolta sotto la polvere degli anni; è tornata alla luce per merito del maestro Pierluigi Lippolis, ed è una vera perla della storia della musica sacra, che certo non teme confronti con le opere di compositori coevi magari molto più famosi ed acclamati ai giorni nostri. Una sfida alla triste sorte di un musicista che ebbe grande fama in vita ma che è totalmente dimenticato ai giorni nostri; una fama vissuta però sempre lontano dall’Italia e da quella  di Taranto che gli aveva dato i natali e vissuta solo parzialmente in quella Napoli che lo aveva accudito negli anni della sua formazione musicale. Una sfida per la notevole complessità dell’esecuzione di una pagina a tratti magniloquente, a tratti intima, a tratti contrappuntisticamente serrata che mette a dura prova le voci del coro e dei solisti con passaggi di brillante virtuosismo tecnico.
Una sfida nel voler portare la prima esecuzione assoluta in Italia proprio a Taranto, città sovente pigra e svogliata sul piano delle iniziative musicali e che troppo spesso si accontenta, in questo periodo dell’anno, di canti tradizionali natalizi se non addirittura di gospel, appartenenti ad altre culture e tradizioni che non ci appartengono. Sfida nel voler realizzare il concerto in un momento di profonda crisi economica, culturale ed anche morale, in una città dilaniata e divisa sulla difficile, improponibile scelta  tra lavoro e vita. E ancora, sfida nella sfida, volerlo eseguire nel centro storico di Taranto, nella magnifica Chiesa di San Domenico Maggiore,  a pochi passi dalla casa natale del maestro tarantino, quasi che si voglia in qualche modo saldare quel debito di riconoscenza che la città avrebbe dovuto tributargli nel corso degli anni per la sua statura di compositore assolutamente senza confronti nella totalità del panorama pugliese, ma anche, in buona parte, di quello italiano dell’epoca. Un gruppo di coraggiosi coristi tarantini che non si arrendono facilmente, si sono lasciati coinvolgere in quest’ avventura da Pierluigi Lippolis  che, tra mille difficoltà,  ha curato il reperimento delle fonti, la revisione e trascrizione del manoscritto,  e da ultimo la concertazione e l’esecuzione. Ma solo le sfide che vengono affrontate con coraggio possono essere vinte! L’ Associazione Choraliter offre il concerto a questa città nella speranza che il “Te Deum” sia propiziatorio di una rinascita, da tutti auspicata, partendo da un patrimonio culturale musicale che appartiene ai tarantini e che dovrebbe unire, una rinascita che risollevi questa città dagli ultimi posti della classifica nazionale delle città per qualità della vita. Ad accompagnare il Coro polifonico dell’Associazione Musicale Choraliter, ci saranno i solisti Valeria La Grotta(soprano),Serena Mastrangelo(soprano), Diego Capriulo(Contraltista), Jang su Jang (tenore), Luca Simonetti (baritono), Nicola Luzzi (basso), con Danilo Tarso all’organo e con la direzione del maestro Pierluigi Lippolis. Dopo questa prima assoluta per l’Italia del 15 dicembre p.v. alle 19.30 nella magnifica Chiesa di San Domenico Maggiore, volutamente eseguita a pochi passi dalla casa natale di Giovanni Paisiello, quasi a voler far risuonare proprio lì l’eco delle note da lui scritte, il “Te Deum Laudamus” sarà replicato, il giorno 16 sempre alle 19.30, nella chiesa di S. Egidio a Tramontone.
G. L.

mercoledì 28 novembre 2012

IL FESTIVAL DELLA VALLE D'ITRIA SCIPPATO





MARTINA FRANCA, 28 Novembre 2012 - Con la dichiarazione della deputata De Biasi, è stata annunciata nei giorni scorsi la nuova Legge speciale "per il sostegno e la valorizzazione dei festival musicali ed operistici di assoluto prestigio internazionale". I beneficiari del contributo straordinario, che si aggiunge a quelli ordinari regolamentati dal meccanismo del FUS, sono quattro. Il Festival della Valle d'Itria non è stato considerato degno di attenzione e di sostegno, ed è un fatto di notevole gravità. Un'evidente ingiustizia è stata perpetrata ai danni di un festival storico e di rilevanza strategica, unico per tradizione, vocazione e qualità espresse nel corso di quasi quattro decenni di storia. Il direttore artistico vorrebbe far giungere la propria vibrante protesta ai più alti livelli istituzionali, ma potrebbe restare inascoltata perchè "di parte". Risulta allora di assoluta importanza registrare pubblicamente le opinioni e il sostegno di quanti - addetti ai lavori, giornalisti, critici, artisti e pubblico - conoscono la storia e il valore del Festival della Valle d'Itria e intendono difenderne la sopravvivenza. L'unico Festival prettamente operistico del Sud Italia con trentanove anni di storia e una comprovata e consolidata "assoluta rilevanza internazionale", voluto tra gli altri da Paolo Grassi e legato indissolubilmente al nome di Rodolfo Celletti, è stato purtroppo dimenticato anche dai rappresentanti politici espressi dalla Regione Puglia e dal Mezzogiorno italiano. Addolora riscontrare come, ancora una volta, il Sud sia stato penalizzato, e quanto cara paghi la carenza in Parlamento di una rappresentanza politica attenta alle ragioni del territorio, consapevole e autorevole, spesso in difficoltà ad emanciparsi dal vischio paralizzante e sterile degli stereotipi, delle lamentele generiche, delle rivendicazioni puramente ideologiche e interessate, incapace di vedere e di riconoscere la realtà delle eccellenze che il Sud, di cui dovrebbe difendere e promuovere risorse e valori, sa esprimere. Come in un'infinità di altre occasioni, si è lasciata cadere un'occasione di portata storica per difendere e valorizzare nei fatti una propria realtà sana e fattiva. Il Festival della Valle d'Itria, con i suoi conti in ordine grazie al senso di responsabilità, al rigore e ai continui sacrifici dei vertici e degli artisti ospiti, rappresenta un fatto incontestabile, una realtà riconosciuta nel mondo. Viene da pensare che è impossibile far riconoscere ciò che non si conosce e non si comprende da soli. Se c'è un Festival che ha urgente bisogno di una legge che ne riconosca il valore e l'importanza strategica, economica oltre che culturale, in un territorio in gravissima, angosciosa difficoltà, quello è il Valle d'Itria. Un festival operistico del Mezzogiorno di rilevanza e prestigio internazionale, unico nell'esprimere da sempre motivazioni e finalità senza paragoni nel panorama italiano, dopo quasi quaranta anni di storia, lotta sempre di più per sopravvivere di anno in anno.  Questa decisione politica, che esclude volontariamente una realtà come il Festival della Valle d'Itria da una legge appositamente pensata per il sostegno dei festival italiani più importanti, non solo è contestabile, ma da contrastare e denunciare in ogni occasione pubblica, ed è ciò che ti chiedo di aiutarci a fare, anche promuovendo un'azione in Parlamento.  Credo che la stampa, soprattutto quella del Mezzogiorno, abbia per lo meno il compito di rendere nota ai più questa decisione, e di chiedere che siano resi noti i criteri che hanno guidato la scelta dei beneficiari.  Ti ringrazio di cuore, per quanto vorrai e potrai fare, a nome di tutto il Festival della Valle d'Itria: dei suoi collaboratori, degli artisti, dei lavoratori - in gran parte giovani del Sud che traggono dal festival sostegno e speranze per il proprio futuro, e che si sono costruiti professionalità e valore - e del pubblico che ogni anno arriva a Martina Franca da ogni parte del mondo, per ascoltare e scoprire opere rare, nuove, dimenticate.
Un caro, affettuoso saluto
Alberto Triola
Direttore artistico Festival della Valle d'Itria
Dopo l'approvazione della legge speciale sulla valorizzazione e sostegno ai festival operistici, il Festival della Valle d'Itria, unico nel suo genere in tutto il panorama musicale italiano, e che da anni produce concerti ed opere di grande rilevanza e prestigio, è stato escluso dal finanziamento previsto. Potranno, quindi, usufruirne solo il Rossini Opera Festival di Pesaro, il Ravenna Manifestazioni, il Festival Pucciniano di Torre del Lago ed il Festival dei Due Mondi. Lo ha annunciato la deputata del PD Emilia De Biasi, riferendo che con l'approvazione definitiva in Commissione cultura della Camera, riunita in sede legislativa del 22 Novembre 2012, è diventata legge il finanziamento per i quattro festival musicali e operisticici elencati.
Il Festival della Valle d'Itria è stato escluso e questa decisione è di una gravità e cecità culturale incredibile.
A chi addossare la responsabilità di tutto ciò se non alla classe politica pugliese che non si occupa di cultura e non riesce neanche a proteggere la popolazione tarantina dalle nefandezze che distruggono il territorio e l'ambiente????
La tentazione di apparire durante il Festival martinese è più forte e tali personaggi sono sempre presenti in prima fila!!!!!!
G.L.

venerdì 23 novembre 2012

LILYA ZILBERSTEIN AUTOREVOLE INTERPRETE DI RACHMANINOV




22 novembre 2012 : Anniversario dei novanta anni dell’Associazione degli Amici della Musica A. Speranza

Taranto – Era il 22 novembre del 1922  ed al Cinema Teatro Vittoria di Taranto,  protagonisti Gioconda De Vito, al violino,  ed  Amilcare Zanella, al pianoforte, si esibivano nel primo concerto della nascente storica associazione musicale. Per volontà dell’architetto Arcangelo Speranza, negli anni successivi,  prese forma anche il Concorso Pianistico, prima regionale e dopo nazionale ed infine internazionale, ora giunto alla 50ma edizione. Dal 2003 a queste due manifestazioni si è aggiunto,  per volontà del Presidente Paolo Ruta, il Paisiello Festival, che è in rete con altri importanti festival di musica antica. Un traguardo davvero importante per questa associazione che, nonostante tutte le difficoltà del momento, riesce a portare avanti un impegno culturale così importante. Una breve cerimonia con consegna di targhe, per ricordare questo importante 90° compleanno, ha preceduto il concerto.  Per festeggiare l’evento, ieri, 22 novembre 2012,  l’Orchestra Sinfonica “Tito Schipa” di Lecce, diretta dal maestro Marcello Panni  e la pianista Lilya Zilberstein si sono esibiti in un concerto  davvero pregevole nel Teatro Orfeo di Taranto. In programma  “Don Juan”, poema sinfonico Op. 20 di Richard Strauss ed il concerto n° 3 per pianoforte ed orchestra  di Sergej Vasil’Evic Rachmaninov.  La serata ha avuto il momento magico nella seconda parte con il  “Concerto n. 3 in re minore op. 30” per pianoforte ed orchestra”  di Sergej Rachmaninov, eseguito dall’ispiratissima Lilya Zilberstein.  Opera di difficile esecuzione, che contiene in sé le caratteristiche principali dello stile del compositore russo: il virtuosismo quasi esasperato, le idee musicali scorrevoli ed il gusto per una ricca orchestrazione. Sono necessarie grandi capacità artistiche e di memorizzazione per eseguire perfettamente  un’opera così difficile ed insidiosa, croce e delizia di molti pianisti,  che possono rimanere imbrigliati dall’esasperato virtuosismo richiesto al pianista. Fu Vladimir Horowitz a dare fama a questa composizione e probabilmente, è sua l'interpretazione di maggiore successo. Lilya Zilberstein è stata bravissima ed il pubblico ha avuto modo di apprezzarne l’ottima esibizione. La pianista russa ha saputo dare intensità alla sua interpretazione con interventi controllati e lirici ma anche con sonorità gonfie e cariche. Parlando delle sue opere Rachmaninov faceva riferimento al “punto culminante” dei suoi lavori  che  “deve  venire come un tuono e del tutto quietamente, ma l’interprete deve avvicinarsi con assoluto calcolo ed esattezza, altrimenti l’intera struttura è destinata a cadere”.  Il finale, infatti,  è stato travolgente ed ha messo in evidenza un’affiatata Orchestra Sinfonica, che è stata diretta con autorevolezza dal maestro Marcello Panni. L’affascinante esecuzione della pianista ha mosso le corde dell’emozione negli spettatori completamente presi dalla sua eccezionale interpretazione, riservando un meritato, caloroso e  lunghissimo applauso a lei ed all’orchestra . In precedenza l'orchestra aveva eseguito con intensità il "Don Juan", poema sonoro scritto da Strauss a 24 anni e primo suo capolavoro, tratto dal poema omonimo di Nikolaus Lenau, che ha aperto la serie dei suoi poemi sinfonici. Da essa Strauss ne riprese i tratti essenziali, la vitalità erotica incessante, resa in musica attraverso la sorpresa ed il continuo accumularsi di colpi di scena nella generale sensualità sonora. Strauss è riuscito a raccontare in musica tutto ciò che non si riesce a dire con le parole.

G.L.


venerdì 16 novembre 2012

L'ITALIANA IN ALGERI AL PETRUZZELLI


Bari, 14 Novembre 2012

BEL SUCCESSO PER  L’ITALIANA IN ALGERI AL PETRUZZELLI

Un cast di giovani tra cantanti, orchestrali e coristi ha concluso una faticosa stagione d’opera e di balletto della Fondazione Petruzzelli con l’Italiana in Algeri. Il capolavoro di G.Rossini ha sostituito il programmato “War Requiem” di Benjamin Britten, previsto originariamente nel cartellone, tornando così dopo 36 anni sul palco del teatro barese. Il dramma giocoso ha visto, infatti, impegnati per la prima volta sul palco barese orchestra e coro in gran parte rinnovati in seguito alle audizioni nazionali indette dal commissario ministeriale Carlo Fuortes; gli ultimi ruoli saranno assegnati dopo le audizioni ulteriori dei prossimi giorni. A dirigere orchestra e coro della Fondazione Petruzzelli, un giovane promettente maestro, Daniele Rustioni. Nel complesso si è visto un buon affiatamento dei giovani orchestrali  ed una grande motivazione che il direttore Daniele Rustioni è riuscito a trasmettere, anche se a tratti è apparsa la necessità di ulteriore esperienza e di lavoro insieme; bravo ed attento il direttore nel seguire con precisione orchestra e cantanti. Il coro, molto ben preparato dal maestro Franco Sebastiani, si è fatto trovare pronto ed ha anche saputo muoversi con disinvoltura sul palco, nei ruoli degli eunuchi e delle schiave. L'allestimento, curato nel ’73 da J.P. Ponnelle è stato rivisitato al Petruzzelli con intelligenza dal giovane regista Fabio Ceresa. La recita vista a Bari, non ha perso la sua forza comunicativa ed è riuscita a farsi apprezzare ancora con trovate simpatiche come l’aver fatto declamare Bari invece di Livorno. Sono state tre ore di spettacolo piacevoli e divertenti, che il pubblico barese ha accolto con calore e con applausi anche a scena aperta. La scenografia, costituita da finestre e porte laterali ed un grande arco frontale, con un gioco di tende e grate, è stata essenziale ma efficace. La luce soffusa, proveniente dagli intarsi delle finestre laterali o dall'apertura sul soffitto, ha creato un’atmosfera di mistero intorno al serraglio degli  eunuchi, simpaticamente con gli ombelichi al vento. I costumi, molto ricchi di ricami, curati e sfarzosi quelli dei turchi, sobri ed uniformi quelli degli italiani, Isabella e Taddeo. Per quanto riguarda i cantanti  Simón Orfila è stato un buon  Mustafà, sia per le qualità vocali che teatrali,  brava anche Lavinia Bini in Elvira, Elena Traversi (Zulma), Enrico Marabelli (Haly), Chiara Amarù in  Isabella, Edgardo Rocha, nel ruolo di Lindoro, migliorato rispetto a quello ascoltato nel “Gianni di Parigi” al Festival della Valle d’Itria di due anni fa ed infine ha convinto Vincenzo Taormina nel vivace Taddeo, sia per le capacità di attore che per i suoi fraseggi.

G.L.



domenica 11 novembre 2012

IMPORTANTE INCARICO PER ALBERTO TRIOLA


ALBERTO TRIOLA, NOMINATO COORDINATORE ARTISTICO DEL MAGGIO MUSICALE FIORENTINO

Il Consiglio di Amministrazione del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino in occasione della recente riunione oltre ad approvare le linee della programmazione artistica del 2013 del Teatro per i risultati eccellenti raggiunti con un forte incremento di produttività, in particolar modo nel Festival, e per  l'aumento del numero degli spettacoli di opere, balletti e concerti, con un budget addirittura inferiore rispetto a quelle delle precedenti stagioni, ha reso noto di aver deliberato il nuovo assetto della Direzione Artistica, con Francesca Colombo ad interim Direttore artistico e Alberto Triola, Coordinatore artistico di tutta l'area artistica del Teatro del Maggio Fiorentino.
  Un incarico prestigioso per Alberto Triola, direttore artistico del Festival della Valle d'Itria dal 2010, su cui il C.D.A. fiorentino ha deciso di puntare per la sua competenza e le sue qualità artistiche e gestionali. Lo rende noto un comunicato della Fondazione lirica toscana, che ha motivato così la sua scelta.

mercoledì 7 novembre 2012

GIANLUCA TERRANOVA FA RIVIVERE CARUSO


Al Teatro Orfeo il ritorno di un artista molto legato a Taranto

Taranto - Inaugurazione della 69ma stagione concertistica degli Amici della Musica A. Speranza con un artista che proprio a Taranto ha mosso i suoi primi passi nel Salone della Provincia di Taranto nel 1994 e ancora nel 1995  proprio con gli Amici della Musica. Gianluca Terranova si è posto all’attenzione del grande pubblico nel 2008 con Rigoletto nel debutto all’Arena di Verona, raccogliendo unanimi consensi per la tecnica sicura ed i mezzi vocali espressi. Da allora è salito sui palchi dei più importanti teatri italiani ed esteri, cimentandosi nel ruolo del tenore lirico. Ma l’interpretazione di Enrico Caruso nel film per la TV  Caruso, la voce dell’amore” prodotto dalla Rai gli ha dato grande visibilità e notorietà. Proprio da questa esperienza Gianluca Terranova ha tratto l’idea di realizzare il recital “Terranova canta Caruso" che ora sta portando in tour per l’Italia, realizzando il suo disco di debutto proprio sulle arie di Caruso. Il CD propone in versione integrale le arie d’Opera e le canzoni napoletane ascoltate nel film per la TV che Gianluca Terranova ha inciso con l’Orchestra della Fondazione Arena di Verona diretta dal Maestro Martinenghi. Per l’appuntamento all’Orfeo il tenore è stato accompagnato al pianoforte dal M° Vincenzo Rana ed ha  condiviso alcune arie con il soprano Sabrina Picci, sua moglie. Grandi emozioni ed entusiastiche approvazioni di stima dal folto pubblico presente per il suo atteso ritorno a Taranto. Alcuni classici della canzone napoletana che furono cavalli di battaglia del grande Caruso, sono stati i titoli proposti : “Torna a Surriento”, “Core ‘Ngrato”, “Tu ca nun chiagne” , “Mattinata”, ma anche brani d’opera indimenticabili come “Che gelida manina” dalla Boheme di Puccini, “La donna è mobile” dal Rigoletto di Verdi, “Pagliacci” di Ruggero Leoncavallo, “E lucevan le stelle” dalla Tosca di Puccini, e poi ancora “Una furtiva lagrima” da L’elisir d’amore di Donizetti, “Tu che m'hai preso il cuor” e poi ancora “Non ti scordar di me” per concludere con “O Sole Mio”. Questo l’inizio della nuova stagione degli Amici della Musica, che in occasione dei 90 anni dalla sua fondazione presenta quest’anno un programma davvero vario ed interessante.

G.L.