Bari, 14 Novembre 2012
BEL SUCCESSO PER L’ITALIANA IN ALGERI AL PETRUZZELLI
Un cast di giovani tra cantanti, orchestrali e coristi ha
concluso una faticosa stagione d’opera e di balletto della Fondazione
Petruzzelli con l’Italiana in Algeri. Il capolavoro di G.Rossini ha sostituito il
programmato “War Requiem” di Benjamin Britten, previsto originariamente nel
cartellone, tornando così dopo 36 anni sul palco del teatro barese. Il dramma
giocoso ha visto, infatti, impegnati per la prima volta sul
palco barese orchestra e coro in gran parte rinnovati in seguito alle audizioni
nazionali indette dal commissario ministeriale Carlo Fuortes; gli ultimi ruoli
saranno assegnati dopo le audizioni ulteriori dei prossimi giorni. A dirigere
orchestra e coro della Fondazione Petruzzelli, un
giovane promettente maestro, Daniele Rustioni. Nel
complesso si è visto un buon
affiatamento dei giovani orchestrali ed
una grande motivazione che il direttore Daniele Rustioni è riuscito a
trasmettere, anche se a tratti è apparsa la necessità di ulteriore esperienza e di lavoro insieme; bravo
ed attento il direttore nel seguire con precisione orchestra e cantanti. Il coro, molto ben preparato dal maestro Franco
Sebastiani, si è fatto trovare pronto ed ha anche saputo muoversi con
disinvoltura sul palco, nei ruoli degli eunuchi e delle schiave. L'allestimento, curato nel ’73 da J.P. Ponnelle è stato rivisitato al Petruzzelli con intelligenza dal giovane regista Fabio
Ceresa. La recita vista a Bari, non ha
perso la sua forza comunicativa ed è riuscita a farsi apprezzare ancora con
trovate simpatiche come l’aver fatto declamare Bari invece di Livorno. Sono state tre ore di spettacolo piacevoli e divertenti,
che il pubblico barese ha accolto con calore e con applausi anche
a scena aperta. La scenografia, costituita da
finestre e porte laterali ed un grande arco
frontale, con un gioco di tende e grate, è stata essenziale ma efficace. La
luce
soffusa, proveniente dagli intarsi delle
finestre laterali o dall'apertura sul soffitto, ha creato
un’atmosfera di mistero intorno al serraglio
degli eunuchi, simpaticamente con
gli ombelichi al vento. I costumi, molto ricchi di ricami, curati e sfarzosi quelli dei
turchi, sobri ed uniformi quelli degli italiani, Isabella e Taddeo. Per quanto
riguarda i cantanti Simón Orfila è stato un buon
Mustafà, sia per le qualità vocali che teatrali, brava anche Lavinia Bini in Elvira, Elena Traversi (Zulma), Enrico Marabelli
(Haly), Chiara Amarù in Isabella, Edgardo
Rocha, nel ruolo di Lindoro, migliorato rispetto a quello ascoltato nel “Gianni
di Parigi” al Festival della Valle d’Itria di due anni fa ed infine ha convinto
Vincenzo Taormina nel vivace Taddeo, sia per le capacità di attore che per i suoi fraseggi.
G.L.
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