venerdì 23 novembre 2012

LILYA ZILBERSTEIN AUTOREVOLE INTERPRETE DI RACHMANINOV




22 novembre 2012 : Anniversario dei novanta anni dell’Associazione degli Amici della Musica A. Speranza

Taranto – Era il 22 novembre del 1922  ed al Cinema Teatro Vittoria di Taranto,  protagonisti Gioconda De Vito, al violino,  ed  Amilcare Zanella, al pianoforte, si esibivano nel primo concerto della nascente storica associazione musicale. Per volontà dell’architetto Arcangelo Speranza, negli anni successivi,  prese forma anche il Concorso Pianistico, prima regionale e dopo nazionale ed infine internazionale, ora giunto alla 50ma edizione. Dal 2003 a queste due manifestazioni si è aggiunto,  per volontà del Presidente Paolo Ruta, il Paisiello Festival, che è in rete con altri importanti festival di musica antica. Un traguardo davvero importante per questa associazione che, nonostante tutte le difficoltà del momento, riesce a portare avanti un impegno culturale così importante. Una breve cerimonia con consegna di targhe, per ricordare questo importante 90° compleanno, ha preceduto il concerto.  Per festeggiare l’evento, ieri, 22 novembre 2012,  l’Orchestra Sinfonica “Tito Schipa” di Lecce, diretta dal maestro Marcello Panni  e la pianista Lilya Zilberstein si sono esibiti in un concerto  davvero pregevole nel Teatro Orfeo di Taranto. In programma  “Don Juan”, poema sinfonico Op. 20 di Richard Strauss ed il concerto n° 3 per pianoforte ed orchestra  di Sergej Vasil’Evic Rachmaninov.  La serata ha avuto il momento magico nella seconda parte con il  “Concerto n. 3 in re minore op. 30” per pianoforte ed orchestra”  di Sergej Rachmaninov, eseguito dall’ispiratissima Lilya Zilberstein.  Opera di difficile esecuzione, che contiene in sé le caratteristiche principali dello stile del compositore russo: il virtuosismo quasi esasperato, le idee musicali scorrevoli ed il gusto per una ricca orchestrazione. Sono necessarie grandi capacità artistiche e di memorizzazione per eseguire perfettamente  un’opera così difficile ed insidiosa, croce e delizia di molti pianisti,  che possono rimanere imbrigliati dall’esasperato virtuosismo richiesto al pianista. Fu Vladimir Horowitz a dare fama a questa composizione e probabilmente, è sua l'interpretazione di maggiore successo. Lilya Zilberstein è stata bravissima ed il pubblico ha avuto modo di apprezzarne l’ottima esibizione. La pianista russa ha saputo dare intensità alla sua interpretazione con interventi controllati e lirici ma anche con sonorità gonfie e cariche. Parlando delle sue opere Rachmaninov faceva riferimento al “punto culminante” dei suoi lavori  che  “deve  venire come un tuono e del tutto quietamente, ma l’interprete deve avvicinarsi con assoluto calcolo ed esattezza, altrimenti l’intera struttura è destinata a cadere”.  Il finale, infatti,  è stato travolgente ed ha messo in evidenza un’affiatata Orchestra Sinfonica, che è stata diretta con autorevolezza dal maestro Marcello Panni. L’affascinante esecuzione della pianista ha mosso le corde dell’emozione negli spettatori completamente presi dalla sua eccezionale interpretazione, riservando un meritato, caloroso e  lunghissimo applauso a lei ed all’orchestra . In precedenza l'orchestra aveva eseguito con intensità il "Don Juan", poema sonoro scritto da Strauss a 24 anni e primo suo capolavoro, tratto dal poema omonimo di Nikolaus Lenau, che ha aperto la serie dei suoi poemi sinfonici. Da essa Strauss ne riprese i tratti essenziali, la vitalità erotica incessante, resa in musica attraverso la sorpresa ed il continuo accumularsi di colpi di scena nella generale sensualità sonora. Strauss è riuscito a raccontare in musica tutto ciò che non si riesce a dire con le parole.

G.L.


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