sabato 21 gennaio 2017

E' ROBERTO ABBADO IL NUOVO DIRETTORE MUSICALE DEL FESTIVAL VERDI

ROBERTO ABBADO
DIRETTORE MUSICALE DEL FESTIVAL VERDI


FRANCESCO IZZO
DIRETTORE DEL COMITATO SCIENTIFICO PER IL FESTIVAL VERDI, COMPOSTO DA FRANCESCA CALCIOLARI, DAMIEN COLAS,
ALESSANDRA CARLOTTA PELLEGRINI, ALESSANDRO ROCCATAGLIATI

La Fondazione Teatro Regio di Parma costituisce il Comitato Scientifico per il Festival Verdi, quale organo consultivo che riunisce personalità di spicco nel mondo degli studi verdiani in Italia e all’estero, con il proposito di fornire una piattaforma di consulenza e dialogo tra l’ambito della ricerca musicologica e quello finalizzato alla produzione ed esecuzione di composizioni verdiane al Festival Verdi. Il Comitato supporterà le scelte di programmazione all’interno del vasto repertorio verdiano, con scrupolo filologico, attraverso l’adozione di edizioni critiche ove già esistenti e la promozione, d’intesa con Casa Ricordi, di nuove edizioni critiche per i titoli che ad oggi non ne sono dotati. Primo segnale di questo nuovo indirizzo è l’adozione delle edizioni critiche per tre delle quattro opere in programma quest’anno, di cui una in fase di completamento, che sarà eseguita in prima assoluta.

In questa prospettiva si inquadra l’introduzione del Direttore musicale del Festival Verdi, ruolo affidato per il prossimo triennio a partire dal 2018 al Maestro Roberto Abbado, che garantirà così un coordinamento nelle scelte di carattere musicale e al quale verrà affidata la direzione e la concertazione dell’opera inaugurale.

 “Sono felice e onorato di assumere l’incarico di Direttore musicale del Festival Verdi di Parma - dichiara il Maestro Roberto Abbado. Giuseppe Verdi è un compositore che ho frequentato fin dall’inizio del mio percorso artistico e rappresenta per tutti il vertice sommo dell’Opera italiana. Un’eccellenza che tutto il mondo ci riconosce e con la quale ci identifica. Il Festival Verdi, grazie al lavoro della nuova dirigenza e alla rinnovata programmazione, ha conquistato un suo spazio di rilievo tra le proposte musicali internazionali. Per questo sono particolarmente entusiasta di iniziare un nuovo percorso, in un teatro dalla storia prestigiosa, con un pubblico che si è sempre distinto per preparazione e attenzione nei confronti degli interpreti, e che ha contribuito a segnare le linee interpretative del repertorio verdiano”.

Il Comitato scientifico per il Festival Verdi è diretto dal Professor Francesco Izzo, ordinario di musicologia presso l’Università di Southampton dove è attualmente direttore del Dipartimento di Musica, ed è composto da Francesca Calciolari, dottore di ricerca in Musicologia presso l’Università degli Studi di Pavia, rappresentante di Casa Ricordi ove lavora nell’ambito della pubblicazione dell’edizione critica dell’opera omnia di Giuseppe Verdi; Damien Colas, directeur de recherche al Centre National de la Recherche Scientifique e presso l’Institut de Recherche en Musicologie di Parigi; Alessandra Carlotta Pellegrini, direttore scientifico dell’Istituto Nazionale di Studi Verdiani e  membro della Commissione per l’Edizione dei Carteggi e dei Documenti Verdiani; Alessandro Roccatagliati, professore di Musicologia e Storia della musica nell’Università di Ferrara, membro italiano del comitato scientifico di VerdiPerspektiven.

 “Sono onorato dell’invito ricevuto dal Direttore generale del Teatro Regio Anna Maria Meo a dirigere il nuovo Comitato Scientifico del Verdi Festival – dichiara il Professor Francesco Izzo.  Il Comitato riunisce personalità di spicco nel mondo degli studi verdiani, con la partecipazione di Casa Ricordi del Direttore dell’Istituto Nazionale di Studi Verdiani, con il proposito di fornire una piattaforma di consulenza e dialogo tra il mondo della ricerca e quello del teatro.  Dopo la riunione inaugurale contiamo di avere un programma dettagliato di lavoro per i prossimi mesi.  In generale, il Comitato intende facilitare il dialogo tra studiosi ed esecutori in connessione con le produzioni del Festival Verdi, favorendo l’uso di edizioni critiche, collaborando alla programmazione di iniziative intese a valorizzare il Verdi “minore” e il contesto culturale in cui Verdi si formò e operò come musicista e uomo di teatro, e sviluppando iniziative di promozione e divulgazione intorno al Festival secondo criteri scientifici rigorosi”.

Tra le sue funzioni, il Comitato svilupperà iniziative di promozione e divulgazione intorno al Festival, organizzando incontri con pubblico, media, istituzioni, contribuendo alla realizzazione di documenti informativi e di approfondimento; contribuirà a mettere in relazione il Festival Verdi presso ambienti scientifici ed accademici italiani ed esteri, stimolando il dialogo con altre istituzioni teatrali al fine di porsi come punto di riferimento per dare avvio a un nuovo processo di interpretazione dell’opera Verdiana; promuoverà la comunicazione e collaborazione tra il Festival Verdi e i principali centri di ricerca verdiani in Italia e all’estero, a cominciare dall’Istituto Nazionale di Studi Verdiani e dall’American Institute for Verdi Studies.

Il Comitato, presieduto dal Direttore generale del Teatro Regio, ha la durata di tre anni, alla scadenza dei quali, i membri che ne prendono parte, a titolo gratuito, possono essere riconfermati.

 “Progettare il Festival Verdi oggi – dichiara Anna Maria Meo Direttore generale del Teatro Regio di Parma - richiede, oltre alla legittima rivendicazione dei natali del Maestro in territorio parmense, la necessità di individuare una missione culturale che giustifichi lo sforzo in termini di risorse e di energie produttive che occorrono per una manifestazione di livello internazionale, che è il solo obiettivo che meriti di essere perseguito e al quale lavoriamo con tutto l’impegno.
Si tratta perciò di dare maggiore spessore scientifico e consapevolezza critica a un lavoro, il nostro, che non deve esaurirsi nella presentazione di alcuni titoli, scelti ogni volta con equilibrio fra quelli del grande repertorio e quelli meno rappresentati, nella selezione di cast vocali e direttori di ottimo livello e di allestimenti di grande qualità, con registi e scenografi che offrano letture originali, nel rispetto della tradizione e nella sfida alla modernità. Per questo abbiamo creduto fondamentale la creazione di un Comitato scientifico per il Festival Verdi e ringrazio tutti i membri che hanno accettato di farne parte con passione ed entusiasmo”.

Il Festival Verdi è realizzato grazie al contributo di Comune di Parma, Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, ReggioParma Festival, Regione Emilia-Romagna. Main partner Cariparma Crédit Agricole. Major partner Fondazione Cariparma. Media partner Mediaset. In collaborazione con Comune di Busseto, Complesso Monumentale della Pilotta. Con il sostegno di Ascom, Camera di Commercio di Parma, Fondazione Monte di Parma. Main sponsor Iren. Partner Chiesi, Opem, Dallara, Barilla, Unione Parmense degli Industriali. Sponsor Morris, Mutti, Sicim, Dulevo, Poliambulatorio Dalla Rosa Prati, Ceci, Schiatti Class, Antica Gelateria del Corso, Classica Hd. Tour operator partner Parma Incoming. Sponsor tecnici IgpDecaux, MacroCoop, Milosped, Grafiche Step, De Simoni, Pixartprinting. L’immagine esclusiva del Festival è il ritratto di Verdi realizzato a matita da Renato Guttuso negli anni ’60, donato al Teatro Regio di Parma dall’Archivio storico Bocchi e concesso da Fabio Carapezza Guttuso ©Renato Guttuso by SIAE 2017.




ROBERTO ABBADO
Direttore musicale del Festival Verdi
Ha studiato direzione d’orchestra con Franco Ferrara al Teatro La Fenice di Venezia e all’Accademia di Santa Cecilia di Roma dove è stato invitato, unico studente nella storia dell’Accademia, a dirigere l’Orchestra di Santa Cecilia. È stato Direttore principale della Münchner Rundfunkorchester dal 1991 al 1998. Ha lavorato con prestigiose orchestre europee e ha debuttato negli Stati Uniti con l’Orchestra di St. Luke al Lincoln Center di New York nel 1991. Da allora dirige regolarmente le orchestre sinfoniche di Boston, Philadelphia, Chicago, Cleveland, San Francisco e Los Angels. Dall’inizio del 2006 è uno dei partner artistici della Saint Paul Chamber Orchestra. In ambito operistico ha diretto la prima rappresentazione italiana de Die Vögel di Walter Braunfels al Teatro Lirico di Cagliari e la prima mondiale della nuova opera Teneke di Fabio Vacchi al Teatro alla Scala. È uno degli interpreti più apprezzati nel campo della musica contemporanea. Nel 2008 è stato eletto “Direttore dell’anno” dalla giuria del Premio “Abbiati” della critica italiana. Ha inciso per BMG, Decca, Deutsche Grammophon. La sua incisione de I Capuleti e i Montecchi di Bellini ha vinto il BBC Magazine “Pick of the Year 1999” e nel 1997 la sua interpretazione di Tancredi di Rossini è stata insignita dell’Echo Klassic Deutscher Schallplattenpreis.

FRANCESCO IZZO
Direttore del Comitato scientifico per il Festival Verdi
È professore ordinario di musicologia presso l’Università di Southampton (Regno Unito), dove è attualmente direttore del Dipartimento di Musica. I suoi studi si concentrano principalmente sul melodramma dell’Ottocento.  Ha pubblicato numerosi articoli in raccolte di saggi e varie riviste specialistiche, tra cui Journal of the American Musicological Society, Journal of Musicology, Cambridge Opera Journal, Nineteenth-Century Music Review, Studi musicali, concentrandosi con particolare attenzione sulla figura e le opere di Giuseppe Verdi.  Il suo libro, Laughter between Two Revolutions: Opera buffa in Italy, 1831-1848, è stato pubblicato nel 2013 dalla University of Rochester Press.
Izzo è co-direttore dell’American Institute for Verdi Studies, e da qualche tempo è subentrato a Philip Gossett quale direttore responsabile dell’edizione critica Works of Giuseppe Verdi, co-edita da Ricordi e University of Chicago Press.  La sua edizione di Un giorno di regno, eseguita per la prima volta a Sarasota Opera nel 2013, sarà pubblicata in quella serie nel 2018.  Collabora frequentemente come consulente, conferenziere, ed estensore di programmi di sala con numerosi enti e festival in Europa e negli Stati Uniti, tra cui la BBC, la Royal Opera House, Glyndebourne Festival, la Welsh National Opera, il Teatro Real (Madrid), la Bayerische Staatsoper, il Teatro San Carlo e il Donizetti Festival.

FRANCESCA CALCIOLARI
Ha compiuto gli studi universitari presso la facoltà di Lettere moderne dell’Università degli Studi di Siena dove nel 2000 si è laureata in Filologia musicale dedicandosi parallelamente allo studio del violoncello fino al conseguimento dell’esame di compimento inferiore. Nel 2005 ha conseguito il Dottorato di ricerca in Musicologia presso l’Università degli Studi di Pavia. Le sue ricerche, sempre di indirizzo filologico, si sono concentrate prevalentemente sulla prima metà dell’Ottocento con studi nell’ambito del processo compositivo e in quello dei progetti di edizione critica finalizzati al recupero e valorizzazione della musica operistica italiana. Dal 2011 lavora presso la redazione di Casa Ricordi dove già fra il 2006 e il 2008 aveva lavorato in qualità di responsabile del progetto di digitalizzazione e catalogazione di tutte le fonti autografe e dei materiali scenografici conservati presso l’Archivio storico della Casa editrice. Nell’attuale impiego il suo ruolo si lega anche, fra le altre mansioni, alle attività di redazione nell’ambito della pubblicazione dell’edizione critica dell’opera omnia di Giuseppe Verdi.
CASA RICORDI, MILANO Nella storia musicale italiana è ben noto il sodalizio fra l’editore Ricordi di Milano e Giuseppe Verdi: è infatti a partire dal 1839, con l’ingresso del compositore sulle scene del Teatro alla Scala per la rappresentazione della sua prima opera Oberto, Conte di San Bonifacio, che si apre un nuovo capitolo non solo nella storia operistica, ma anche in quella della casa editrice. L’“era Verdi” - coprendo gli anni della direzione di Giovanni e Tito I fino ai tempi di Giulio a inizio Novecento – è fondamentale per l’affermazione e consacrazione dell’editore a livello nazionale e, nello stesso tempo, è fra gli interpreti emblematici delle vicende storico-politiche dell’Italia risorgimentale. Da parte sua, l’editore – dal 1825 in possesso dell’intero Archivio della Scala e quindi di tutte le partiture musicali – si ingegna nella diffusione della musica operistica, e di quella di Verdi in particolare, non solo tramite l’espediente del noleggio ai teatri musicali, ma anche tramite nuovi strumenti editoriali accessibili a svariati livelli sociali. Una componente importante della sua produzione è costituita infatti, fin da subito, dalle edizioni delle tradizionali “romanze” italiane e di brani operistici nelle trascrizioni per pianoforte, canto e piccoli ensemble nonché in quelle per musica per banda, soddisfacendo le richieste della clientela amatoriale e della musica d’interesse popolare. A distanza di più di un secolo Casa Ricordi è ancora impegnata nella valorizzazione della figura del Maestro. Fra le numerose attività che da sempre caratterizzano il legame indissolubile con Verdi, in questi ultimi anni è stato intrapreso il progetto dell’edizione critica dell’opera omnia che, in coedizione con la Chicago University Press, prevede la pubblicazione dell’intera produzione verdiana suddivisa in sei sezioni (opere teatrali, romanze, musica sacra, cantate, musica da camera, produzione giovanile) e si prefigge la diffusione di titoli ancora poco noti nonché una rilettura di quelli più popolari a partire da un rinnovata prospettiva storico-filologica. Formulato a partire dagli anni Settanta, il progetto è stato avviato solo nel 1983 con l’edizione critica di Rigoletto, a cura di Martin Chusid. Da allora sono stati pubblicati altri quattordici titoli fra cui alcune delle opera più note accanto a titoli meno conosciuti. L’ultimo titolo apparso è l’Attila (a cura di Helen Greenwald); in preparazione I due Foscari (2017, a cura di Andreas Giger) e Un giorno di regno (2018, a cura di Francesco Izzo).

DAMIEN COLAS
Musicologo francese, è “directeur de recherche” al “Centre National de la Recherche Scientifique” e lavora presso l’Institut de Recherche en Musicologie (Parigi). Dopo una tesi di dottorato sulla prassi esecutiva vocale in Rossini (1998), nella quale pubblicò più di 200 pagine di variazioni e abbellimenti inediti, Colas prosegue le sue ricerche sulla performance practice interessandosi all’orchestra d’opera. Diversifica l’attività di ricerca occupandosi degli scambi tra Francia e Italia nel Sette e Ottocento, e in particolare della disamina dei malintesi culturali nel campo dell’opera. È in questo ambito che torna all’analisi del linguaggio melodico, studiandovi l’impronta della lingua. Il suo progetto di ricerca su “La langue française chez Verdi” (La lingua francese in Verdi) vince nel 1998 il Premio Rotary dell’Istituto nazionale di studi verdiani e riunisce ricerche su Les vêpres siciliennes, Don Carlos, le traduzioni francesi di Verdi e le opere francesi di compositori come Rossini, Donizetti, Meyerbeer e Wagner. Colas consacra inoltre una parte della sua attività alla consulenza musicologica per musicisti. Ha collaborato a varie produzioni dell’Ensemble Matheus, diretto da Jean-Christophe Spinosi (L’occasione fa il ladro, La pietra del paragone, Norma) e ha scritto numerose varianti vocali. È autore di più di 200 pubblicazioni, tra cui figurano i due volumi D’une scène à l’autre. L’opéra italien en Europe (Mardaga, 2010, con la co-direzione di Alessandro Di Profio). La sua edizione critica de Le Comte Ory di Rossini (Bärenreiter, 2014) ha vinto il premio “Best Edition” del Deutscher Verleger-Verband nel 2015 ed è stata eseguita in numerosi teatri europei, tra cui a Zurigo, alla Scala e a Lione. Sta attualmente ultimando l’edizione de Le siège de Corinthe che in questa nuova veste critica verrà presentato per la prima volta nel 2017 al Rossini Opera Festival di Pesaro.

ALESSANDRA CARLOTTA PELLEGRINI
Musicologa, ha maturato esperienze professionali nell’ambito dei suoi principali interessi di ricerca: la filologia musicale riferita al repertorio contemporaneo e al teatro musicale del XIX secolo; la musica italiana del XX secolo. Ha acquisito una specifica competenza nella gestione e valorizzazione del patrimonio archivistico, collaborando a diversi progetti di riordino e inventariazione di archivi musicali italiani. In collaborazione con Arrigo Quattrocchi, con il supporto scientifico dell’Istituto Nazionale di Studi Verdiani, ha curato la revisione critica sulla base dell’autografo dell’opera Jérusalem di Giuseppe Verdi. E’ direttore scientifico della Fondazione Isabella Scelsi (Roma), con cui collabora dal 2001. E’ direttore scientifico dell’Istituto Nazionale di Studi Verdiani (Parma) dal dicembre 2015 e  membro della Commissione per l’Edizione dei Carteggi e dei Documenti Verdiani.

ALESSANDRO ROCCATAGLIATI

Alessandro Roccatagliati (Reggio Emilia, 1960) è professore di Musicologia e Storia della musica all’Università di Ferrara, ove insegna Drammaturgia musicale e Storia della musica rinascimentale. È condirettore della rivista «Il Saggiatore musicale», vicedirettore di «Musicalia» e membro italiano del comitato scientifico di «VerdiPerspektiven». Condirige l’Edizione critica delle opere di Vincenzo Bellini di Casa Ricordi (dal 2001) nell’ambito della quale ha curato l’edizione dell'opera La sonnambula (con L. Zoppelli, 2009). La sua produzione scientifica si concentra perlopiù sulla drammaturgia e la storia dell’opera italiana, in particolare sul teatro di Verdi, Bellini, Rossini e Donizetti, con un’attenzione particolare agli aspetti della librettologia. Ha dedicato studi anche a opere di Paisiello, Mayr, Meyerbeer, Halévy, Janáček e Berio, oltre che alla storia musicale di vari centri del nord Italia e alla musica strumentale austro-tedesca tra Sette e Ottocento. Tra le sue pubblicazioni, le monografie Felice Romani librettista (Lucca, 1996), Ferrara dà spettacolo: vicende, persone e denari nell’organizzazione del Teatro Comunale (1786-1940) (Lucca, 2004) e Musica e società, II: dal 1640 al 1830 (Milano, 2013). In ambito verdiano, ha scritto su opere del periodo 1845-60 come Macbeth, Luisa Miller, Stiffelio, Rigoletto (anche con la Guida all’opera Mursia 1991) e Un ballo in maschera, sulle problematiche dell’edizione critica WGV (Parma 1990), sulle attitudini del musicista verso libretti e librettisti (Laaber 2001, Bologna 2004 e 2012) e questioni letterarie coeve di rilievo (Lincei, 2003), sul suo ruolo nel sistema produttivo dei teatri italiani dell’800 (per la Cambridge Companion to Verdi, 2004).

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