ROBERTO ABBADO
DIRETTORE MUSICALE DEL FESTIVAL VERDI
FRANCESCO IZZO
DIRETTORE DEL COMITATO SCIENTIFICO PER
IL FESTIVAL VERDI, COMPOSTO DA FRANCESCA CALCIOLARI, DAMIEN COLAS,
ALESSANDRA CARLOTTA PELLEGRINI,
ALESSANDRO ROCCATAGLIATI
La
Fondazione Teatro Regio di Parma costituisce il Comitato Scientifico per il
Festival Verdi, quale organo consultivo che riunisce personalità di spicco nel
mondo degli studi verdiani in Italia e all’estero, con il proposito di fornire
una piattaforma di consulenza e dialogo tra l’ambito della ricerca musicologica
e quello finalizzato alla produzione ed esecuzione di composizioni verdiane al
Festival Verdi. Il Comitato supporterà le scelte di programmazione all’interno
del vasto repertorio verdiano, con scrupolo filologico, attraverso l’adozione
di edizioni critiche ove già esistenti e la promozione, d’intesa con Casa
Ricordi, di nuove edizioni critiche per i titoli che ad oggi non ne sono
dotati. Primo segnale di questo nuovo indirizzo è l’adozione delle edizioni
critiche per tre delle quattro opere in programma quest’anno, di cui una in
fase di completamento, che sarà eseguita in prima assoluta.
In questa
prospettiva si inquadra l’introduzione del Direttore musicale del Festival
Verdi, ruolo affidato per il prossimo triennio a partire dal 2018 al Maestro
Roberto Abbado, che garantirà così un coordinamento nelle scelte di carattere
musicale e al quale verrà affidata la direzione e la concertazione dell’opera
inaugurale.
“Sono
felice e onorato di assumere l’incarico di Direttore musicale del Festival
Verdi di Parma - dichiara il Maestro Roberto Abbado. Giuseppe Verdi è un
compositore che ho frequentato fin dall’inizio del mio percorso artistico e
rappresenta per tutti il vertice sommo dell’Opera italiana. Un’eccellenza che
tutto il mondo ci riconosce e con la quale ci identifica. Il Festival Verdi,
grazie al lavoro della nuova dirigenza e alla rinnovata programmazione, ha
conquistato un suo spazio di rilievo tra le proposte musicali internazionali.
Per questo sono particolarmente entusiasta di iniziare un nuovo percorso, in un
teatro dalla storia prestigiosa, con un pubblico che si è sempre distinto per preparazione
e attenzione nei confronti degli interpreti, e che ha contribuito a segnare le
linee interpretative del repertorio verdiano”.
Il
Comitato scientifico per il Festival Verdi è diretto dal Professor Francesco
Izzo, ordinario di musicologia presso l’Università di Southampton dove è
attualmente direttore del Dipartimento di Musica, ed è composto da Francesca
Calciolari, dottore di ricerca in Musicologia presso l’Università degli Studi
di Pavia, rappresentante di Casa Ricordi ove lavora nell’ambito della
pubblicazione dell’edizione critica dell’opera omnia di Giuseppe Verdi; Damien
Colas, directeur de recherche al Centre National de la Recherche Scientifique e
presso l’Institut de Recherche en Musicologie di Parigi; Alessandra Carlotta
Pellegrini, direttore scientifico dell’Istituto Nazionale di Studi Verdiani e membro della Commissione per l’Edizione dei
Carteggi e dei Documenti Verdiani; Alessandro Roccatagliati, professore di
Musicologia e Storia della musica nell’Università di Ferrara, membro italiano
del comitato scientifico di VerdiPerspektiven.
“Sono
onorato dell’invito ricevuto dal Direttore generale del Teatro Regio Anna Maria
Meo a dirigere il nuovo Comitato Scientifico del Verdi Festival – dichiara il
Professor Francesco Izzo. Il Comitato riunisce personalità di spicco nel
mondo degli studi verdiani, con la partecipazione di Casa Ricordi del Direttore
dell’Istituto Nazionale di Studi Verdiani, con il proposito di fornire una
piattaforma di consulenza e dialogo tra il mondo della ricerca e quello del
teatro. Dopo la riunione inaugurale contiamo di avere un programma
dettagliato di lavoro per i prossimi mesi. In generale, il Comitato
intende facilitare il dialogo tra studiosi ed esecutori in connessione con le
produzioni del Festival Verdi, favorendo l’uso di edizioni critiche,
collaborando alla programmazione di iniziative intese a valorizzare il Verdi
“minore” e il contesto culturale in cui Verdi si formò e operò come musicista e
uomo di teatro, e sviluppando iniziative di promozione e divulgazione intorno
al Festival secondo criteri scientifici rigorosi”.
Tra
le sue funzioni, il Comitato svilupperà
iniziative di promozione e divulgazione intorno al Festival, organizzando
incontri con pubblico, media, istituzioni, contribuendo alla realizzazione di documenti
informativi e di approfondimento; contribuirà a mettere in relazione il Festival
Verdi presso ambienti scientifici ed accademici italiani ed esteri, stimolando
il dialogo con altre istituzioni teatrali al fine di porsi come punto di
riferimento per dare avvio a un nuovo processo di interpretazione dell’opera
Verdiana; promuoverà la comunicazione e collaborazione tra il Festival Verdi e
i principali centri di ricerca verdiani in Italia e all’estero, a cominciare dall’Istituto
Nazionale di Studi Verdiani e dall’American Institute for Verdi Studies.
Il
Comitato, presieduto dal Direttore generale del Teatro Regio, ha la durata di
tre anni, alla scadenza dei quali, i membri che ne prendono parte, a titolo
gratuito, possono essere riconfermati.
“Progettare il Festival Verdi oggi – dichiara
Anna Maria Meo Direttore generale del Teatro Regio di Parma - richiede, oltre
alla legittima rivendicazione dei natali del Maestro in territorio parmense, la
necessità di individuare una missione culturale che giustifichi lo sforzo in
termini di risorse e di energie produttive che occorrono per una manifestazione
di livello internazionale, che è il solo obiettivo che meriti di essere
perseguito e al quale lavoriamo con tutto l’impegno.
Si
tratta perciò di dare maggiore spessore scientifico e consapevolezza critica a
un lavoro, il nostro, che non deve esaurirsi nella presentazione di alcuni
titoli, scelti ogni volta con equilibrio fra quelli del grande repertorio e
quelli meno rappresentati, nella selezione di cast vocali e direttori di ottimo
livello e di allestimenti di grande qualità, con registi e scenografi che
offrano letture originali, nel rispetto della tradizione e nella sfida alla
modernità. Per questo abbiamo creduto fondamentale la creazione di un Comitato
scientifico per il Festival Verdi e ringrazio tutti i membri che hanno
accettato di farne parte con passione ed entusiasmo”.
Il Festival Verdi è realizzato grazie al contributo di Comune
di Parma, Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo,
ReggioParma Festival, Regione Emilia-Romagna. Main partner Cariparma Crédit Agricole. Major partner Fondazione Cariparma. Media partner Mediaset. In
collaborazione con Comune di Busseto, Complesso Monumentale della Pilotta. Con il sostegno di Ascom, Camera di
Commercio di Parma, Fondazione Monte di Parma. Main sponsor Iren. Partner Chiesi,
Opem, Dallara, Barilla, Unione Parmense degli Industriali. Sponsor Morris, Mutti, Sicim, Dulevo, Poliambulatorio Dalla Rosa
Prati, Ceci, Schiatti Class, Antica Gelateria del Corso, Classica Hd. Tour operator partner Parma Incoming. Sponsor tecnici IgpDecaux, MacroCoop,
Milosped, Grafiche Step, De Simoni, Pixartprinting. L’immagine
esclusiva del Festival è il ritratto di Verdi realizzato a matita da Renato
Guttuso negli anni ’60, donato al Teatro Regio di Parma dall’Archivio storico
Bocchi e concesso da Fabio Carapezza Guttuso ©Renato Guttuso by SIAE 2017.
ROBERTO
ABBADO
Direttore musicale del Festival Verdi
Ha studiato direzione
d’orchestra con Franco Ferrara al Teatro La Fenice di Venezia e all’Accademia
di Santa Cecilia di Roma dove è stato invitato, unico studente nella storia
dell’Accademia, a dirigere l’Orchestra di Santa Cecilia. È stato Direttore principale
della Münchner Rundfunkorchester dal 1991 al 1998. Ha lavorato con prestigiose
orchestre europee e ha debuttato negli Stati Uniti con l’Orchestra di St. Luke
al Lincoln Center di New York nel 1991. Da allora dirige regolarmente le
orchestre sinfoniche di Boston, Philadelphia, Chicago, Cleveland, San Francisco
e Los Angels. Dall’inizio del 2006 è uno dei partner artistici della Saint Paul
Chamber Orchestra. In ambito operistico ha diretto la prima rappresentazione
italiana de Die Vögel di Walter
Braunfels al Teatro Lirico di Cagliari e la prima mondiale della nuova opera Teneke di Fabio Vacchi al Teatro alla
Scala. È uno degli interpreti più apprezzati nel campo della musica
contemporanea. Nel 2008 è stato eletto “Direttore dell’anno” dalla giuria del Premio
“Abbiati” della critica italiana. Ha inciso per BMG, Decca, Deutsche
Grammophon. La sua incisione de I
Capuleti e i Montecchi di Bellini ha vinto il BBC Magazine “Pick of the
Year 1999” e nel 1997 la sua interpretazione di Tancredi di Rossini è stata insignita dell’Echo Klassic Deutscher
Schallplattenpreis.
FRANCESCO
IZZO
Direttore
del Comitato scientifico per il Festival Verdi
È professore ordinario di musicologia
presso l’Università di Southampton (Regno Unito), dove è attualmente direttore
del Dipartimento di Musica. I suoi studi si concentrano principalmente sul
melodramma dell’Ottocento. Ha pubblicato
numerosi articoli in raccolte di saggi e varie riviste specialistiche, tra cui Journal of the American Musicological
Society, Journal of Musicology, Cambridge Opera Journal, Nineteenth-Century Music Review, Studi musicali, concentrandosi con
particolare attenzione sulla figura e le opere di Giuseppe Verdi. Il suo libro, Laughter between Two
Revolutions: Opera buffa in Italy, 1831-1848, è stato pubblicato nel 2013
dalla University of Rochester Press.
Izzo è co-direttore dell’American
Institute for Verdi Studies, e da qualche tempo è subentrato a Philip Gossett
quale direttore responsabile dell’edizione critica Works of Giuseppe Verdi,
co-edita da Ricordi e University of Chicago Press. La sua edizione di Un giorno di regno, eseguita per la prima volta a Sarasota Opera
nel 2013, sarà pubblicata in quella serie nel 2018. Collabora frequentemente come consulente,
conferenziere, ed estensore di programmi di sala con numerosi enti e festival
in Europa e negli Stati Uniti, tra cui la BBC, la Royal Opera House,
Glyndebourne Festival, la Welsh National Opera, il Teatro Real (Madrid), la Bayerische
Staatsoper, il Teatro San Carlo e il Donizetti Festival.
FRANCESCA CALCIOLARI
Ha
compiuto gli studi universitari presso la facoltà di Lettere moderne
dell’Università degli Studi di Siena dove nel 2000 si è laureata in Filologia
musicale dedicandosi parallelamente allo studio del violoncello fino al
conseguimento dell’esame di compimento inferiore. Nel 2005 ha conseguito il
Dottorato di ricerca in Musicologia presso l’Università degli Studi di Pavia.
Le sue ricerche, sempre di indirizzo filologico, si sono concentrate
prevalentemente sulla prima metà dell’Ottocento con studi nell’ambito del
processo compositivo e in quello dei progetti di edizione critica finalizzati
al recupero e valorizzazione della musica operistica italiana. Dal 2011 lavora
presso la redazione di Casa Ricordi dove già fra il 2006 e il 2008 aveva
lavorato in qualità di responsabile del progetto di digitalizzazione e
catalogazione di tutte le fonti autografe e dei materiali scenografici
conservati presso l’Archivio storico della Casa editrice. Nell’attuale impiego
il suo ruolo si lega anche, fra le altre mansioni, alle attività di redazione
nell’ambito della pubblicazione dell’edizione critica dell’opera omnia di
Giuseppe Verdi.
CASA RICORDI, MILANO Nella storia musicale italiana è ben noto
il sodalizio fra l’editore Ricordi di Milano e Giuseppe Verdi: è infatti a
partire dal 1839, con l’ingresso del compositore sulle scene del Teatro alla
Scala per la rappresentazione della sua prima opera Oberto, Conte di San Bonifacio, che si apre un nuovo capitolo non
solo nella storia operistica, ma anche in quella della casa editrice. L’“era
Verdi” - coprendo gli anni della direzione di Giovanni e Tito I fino ai tempi
di Giulio a inizio Novecento – è fondamentale per l’affermazione e consacrazione
dell’editore a livello nazionale e, nello stesso tempo, è fra gli interpreti
emblematici delle vicende storico-politiche dell’Italia risorgimentale. Da
parte sua, l’editore – dal 1825 in possesso dell’intero Archivio della Scala e
quindi di tutte le partiture musicali – si ingegna nella diffusione della
musica operistica, e di quella di Verdi in particolare, non solo tramite
l’espediente del noleggio ai teatri musicali, ma anche tramite nuovi strumenti
editoriali accessibili a svariati livelli sociali. Una componente importante
della sua produzione è costituita infatti, fin da subito, dalle edizioni delle
tradizionali “romanze” italiane e di brani operistici nelle trascrizioni per
pianoforte, canto e piccoli ensemble nonché in quelle per musica per banda,
soddisfacendo le richieste della clientela amatoriale e della musica
d’interesse popolare. A distanza di più di un secolo Casa Ricordi è ancora
impegnata nella valorizzazione della figura del Maestro. Fra le numerose
attività che da sempre caratterizzano il legame indissolubile con Verdi, in
questi ultimi anni è stato intrapreso il progetto dell’edizione critica
dell’opera omnia che, in coedizione con la Chicago University Press, prevede la
pubblicazione dell’intera produzione verdiana suddivisa in sei sezioni (opere
teatrali, romanze, musica sacra, cantate, musica da camera, produzione
giovanile) e si prefigge la diffusione di titoli ancora poco noti nonché una
rilettura di quelli più popolari a partire da un rinnovata prospettiva
storico-filologica. Formulato a partire dagli anni Settanta, il progetto è
stato avviato solo nel 1983 con l’edizione critica di Rigoletto, a cura di Martin Chusid. Da allora sono stati pubblicati
altri quattordici titoli fra cui alcune delle opera più note accanto a titoli
meno conosciuti. L’ultimo titolo apparso è l’Attila (a cura di Helen Greenwald); in preparazione I due Foscari (2017, a cura di Andreas
Giger) e Un giorno di regno (2018, a
cura di Francesco Izzo).
DAMIEN
COLAS
Musicologo
francese, è “directeur de recherche” al “Centre National de la Recherche
Scientifique” e lavora presso l’Institut de Recherche en Musicologie (Parigi).
Dopo una tesi di dottorato sulla prassi esecutiva vocale in Rossini (1998),
nella quale pubblicò più di 200 pagine di variazioni e abbellimenti inediti,
Colas prosegue le sue ricerche sulla performance practice interessandosi
all’orchestra d’opera. Diversifica l’attività di ricerca occupandosi degli
scambi tra Francia e Italia nel Sette e Ottocento, e in particolare della
disamina dei malintesi culturali nel campo dell’opera. È in questo ambito che
torna all’analisi del linguaggio melodico, studiandovi l’impronta della lingua.
Il suo progetto di ricerca su “La langue française chez Verdi” (La lingua
francese in Verdi) vince nel 1998 il Premio Rotary dell’Istituto nazionale di
studi verdiani e riunisce ricerche su Les
vêpres siciliennes, Don Carlos,
le traduzioni francesi di Verdi e le opere francesi di compositori come
Rossini, Donizetti, Meyerbeer e Wagner. Colas consacra inoltre una parte della
sua attività alla consulenza musicologica per musicisti. Ha collaborato a varie
produzioni dell’Ensemble Matheus, diretto da Jean-Christophe Spinosi (L’occasione
fa il ladro, La pietra del paragone, Norma) e ha scritto
numerose varianti vocali. È autore di più di 200 pubblicazioni, tra cui
figurano i due volumi D’une scène à l’autre. L’opéra italien en Europe (Mardaga,
2010, con la co-direzione di Alessandro Di Profio). La sua edizione critica de Le Comte
Ory di Rossini (Bärenreiter, 2014) ha vinto il premio “Best
Edition” del Deutscher Verleger-Verband nel 2015 ed è stata eseguita in
numerosi teatri europei, tra cui a Zurigo, alla Scala e a Lione. Sta
attualmente ultimando l’edizione de Le
siège de Corinthe che in questa nuova veste critica verrà presentato per la
prima volta nel 2017 al Rossini Opera Festival di Pesaro.
ALESSANDRA
CARLOTTA PELLEGRINI
Musicologa, ha maturato esperienze
professionali nell’ambito dei suoi principali interessi di ricerca: la
filologia musicale riferita al repertorio contemporaneo e al teatro musicale
del XIX secolo; la musica italiana del XX secolo. Ha acquisito una specifica
competenza nella gestione e valorizzazione del patrimonio archivistico,
collaborando a diversi progetti di riordino e inventariazione di archivi musicali
italiani. In collaborazione con Arrigo Quattrocchi, con il supporto scientifico dell’Istituto
Nazionale di Studi Verdiani, ha curato la revisione critica sulla
base dell’autografo dell’opera Jérusalem
di Giuseppe Verdi. E’ direttore scientifico della Fondazione Isabella Scelsi
(Roma), con cui collabora dal 2001. E’ direttore scientifico dell’Istituto
Nazionale di Studi Verdiani (Parma) dal dicembre 2015 e membro della Commissione per l’Edizione dei
Carteggi e dei Documenti Verdiani.
ALESSANDRO ROCCATAGLIATI
Alessandro
Roccatagliati (Reggio Emilia, 1960) è professore di Musicologia e Storia della
musica all’Università di Ferrara, ove insegna Drammaturgia musicale e Storia
della musica rinascimentale. È condirettore della rivista «Il Saggiatore
musicale», vicedirettore di «Musicalia» e membro italiano del comitato
scientifico di «VerdiPerspektiven». Condirige l’Edizione critica delle opere di Vincenzo Bellini di Casa Ricordi
(dal 2001) nell’ambito della quale ha curato l’edizione dell'opera La sonnambula (con L. Zoppelli, 2009). La sua produzione scientifica si
concentra perlopiù sulla drammaturgia e la storia dell’opera italiana, in
particolare sul teatro di Verdi, Bellini, Rossini e Donizetti, con
un’attenzione particolare agli aspetti della librettologia. Ha dedicato studi
anche a opere di Paisiello, Mayr, Meyerbeer, Halévy, Janáček e Berio, oltre che
alla storia musicale di vari centri del nord Italia e alla musica strumentale
austro-tedesca tra Sette e Ottocento. Tra le sue pubblicazioni, le monografie Felice Romani librettista (Lucca, 1996),
Ferrara dà spettacolo: vicende, persone e
denari nell’organizzazione del Teatro Comunale (1786-1940) (Lucca, 2004) e Musica e società, II: dal 1640 al 1830 (Milano, 2013). In ambito
verdiano, ha scritto su opere del periodo 1845-60 come Macbeth, Luisa Miller, Stiffelio, Rigoletto (anche con la Guida
all’opera Mursia 1991) e Un ballo in
maschera, sulle problematiche dell’edizione critica WGV (Parma 1990), sulle attitudini del musicista verso libretti e
librettisti (Laaber 2001, Bologna 2004 e 2012) e questioni letterarie coeve di
rilievo (Lincei, 2003), sul suo ruolo nel sistema produttivo dei teatri
italiani dell’800 (per la Cambridge
Companion to Verdi, 2004).
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