domenica 30 maggio 2021

Al Teatro del Maggio Fiorentino, dal 4 giugno 2021 alle ore 19 : La forza del destino, di Giuseppe Verdi, con la direzione del maestro Zubin Mehta e la regia di Carlus Padrissa, di La Fura dels Baus.

 


83esimo FESTIVAL DEL MAGGIO MUSICALE FIORENTINO


 

La forza del destino, di Giuseppe Verdi, con la direzione del maestro Zubin Mehta e la regia di Carlus Padrissa,

di La Fura dels Baus, dal 4 giugno 2021 alle ore 19 al Teatro del Maggio.

Tra le voci: Saoia Hernàndez, Annalisa Stroppa, Roberto Aronica, Amartuvshin Enkhbat,
Ferruccio Furlanetto, Nicola Alaimo.

 

Cinque recite il 4, 7, 10, 16, alle ore 19 e il 19 giugno alle ore 15.30.

Il 6 giugno alle ore 21 l’opera verrà trasmessa sulla piattaforma ITsART

Il Maggio ringrazia Philippe Foriel-Destezet

 

Mehta: “Padrissa è un signor genio” – Padrissa: “Mehta è per noi della Fura il nostro padrino

 

La forza del destino, melodramma in quattro atti di Giuseppe Verdi, rimaneggiato dalla sua versione iniziale di san Pietroburgo fino alla stesura finale per del 1869, opera con una trama difficile e densa di pagine straordinariamente sublimi è il secondo titolo operistico dell’83esima edizione del Festival del Maggio Musicale dopo l’Adriana Lecouvreur inaugurale e subito prima di Il ritorno di Ulisse in patria di Claudio Monteverdi e dell’ultima opera, in luglio, Siberia di Umberto Giordano. La “Forza” è stata più volte affrontata dal mastro Zubin Mehta, la prima nel 1992, poi nel 2007, nel 2010 e in tour a Tokyo nel 2011, che torna questa volta a dirigerla in un allestimento con la regia di Carlus Padrissa, della compagnia La Fura dels baus. Con La Fura, il maestro aveva realizzato al Maggio una ormai storica, e di enorme successo, Tetralogia wagneriana a partire 2007.

 

Nel cast composto da Toni Gradsack,  Saioa Hernández (Leonora), Annalisa Stroppa (Preziosilla), Roberto Aronica (Don Alvaro), Amartuvshin Enkhbat (Don Carlo), Ferruccio Furlanetto (Padre Guardiano), Nicola Alaimo (Fra Melitone), Alessandro Spina (Marchese di Calatrava), Leonardo Cortellazzi (Mastro Trabuco), Valentina Corò (Curra), Francesco Samuele Venuti (un alcade), Roman Lyulkin (un chirurgo) e poi i solisti del Coro Ferruccio Finetti, Leonardo Melani, Luca Tamani. Le scene sono di Roland Olbeter, i costumi di Chu Uroz, le luci e il video sono di Franc Aleu. Coro e Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. Direttore del Coro Lorenzo Fratini.

Il 6 giugno alle ore 21 l’opera verrà trasmessa sulla piattaforma ITsART.

Il Maggio ringrazia Philippe Foriel-Destezet

 

Dice il maestro Zubin Mehta: “Nella Forza del destino di Giuseppe Verdi, troviamo un po’ di tutto, c’è naturalmente l’amore come in tutte le sue opere, la storia, ma anche il pregiudizio razziale, la guerra, e le buffonerie di Fra Melitone. Solo il genio di Verdi poteva concepire una storia come questa e intersecare tutti questi livelli tra loro. In questo allestimento di Carlus Padrissa di La Fura del Baus, un signor genio col quale collaboro da anni, schieriamo un cast con grandissimi cantanti, voci mondiali che sono in grado di incarnare ogni ruolo e sono molto contento, anzi molto felice, di lavorare con tutti loro!”

 

“La forza del destino, l’opera innominabile, per ragioni scaramantiche, di Verdi, ha una struttura molto complessa per la compresenza di tematiche spesso contrastanti: l’amore e la morte; la vendetta e il perdono, derivante dal sentimento religioso; il dramma e la commedia, ma su tutto un destino inesorabile che schiaccia tutti i personaggi dell’opera” dice Carlus Padrissa. “I due amanti Leonora e Alvaro, sono due esseri intrappolati dalla forza del destino, due stelle che, quando si scontrano, formano un buco nero e perdono la loro luce. E il destino è come un buco nero nel quale precipitiamo. Le due stelle appunto sono Leonora e Alvaro; il loro incontro genererà un buco nero (che si vedrà all’inizio dell’opera) e da questo buco nero verranno generate delle onde gravitazionali, come un sasso gettato nell’acqua, che influenzeranno tutta l’opera innescando dei legami tra il presente, il passato e il futuro fino al suo finale che appare come una fatalità. Questa è una produzione italiana e catalana - continua Padrissa - e lavorare al Maggio è sempre un piacere e soprattutto con Zubin Mehta che noi alla Fura consideriamo un nostro padrino e essere a Firenze è straordinario, per me è una città davvero magica.”

 

Nel cast, in una delle tessiture più difficile composte da Verdi, al suo debutto nel ruolo di Leonora, Saoia Hernàndez che dice: “Leonora è una donna perseguitata dal fratello, maledetta dal padre, che vive come un’eremita che alla fine muore a causa di drammatiche circostanze e dal destino; per me interpretarla nei suoi tormenti, in ben quattro arie è molto impegnativo ma è una gioia cantare con Zubin Mehta, con questa regia di Carlus Padrissa, e al Maggio Musicale.”

 

Nell’impervio ruolo di Don Alvaro, Roberto Aronica, che torna in un ruolo verdiano al Maggio, dopo il Don Carlo (con la regia di Giancarlo Del Monaco) dell’80esimo Festival del 2017, sempre diretto da Zubin Mehta. “Don Alvaro è un personaggio combattuto, fiero e nobile di stirpe regale”, dice Aronica, “è un personaggio dalle tante sfaccettature; amoroso ma allo stesso tempo eroico e nell’interpretarlo è necessario trasmettere i vari aspetti di questo personaggio che lo rendono difficile, uno scoglio, nella carriera di un tenore.”

 

Il baritono Amartuvshin Enkhbat, nel ruolo di Don Carlo debutta al Maggio Musicale Fiorentino: “Mi sento molto a mio agio nei ruoli verdiani ai quali sono molto legato. Sento Verdi molto vicino al mio cuore; sono molto contento e orgoglioso di debuttare a Firenze al Maggio e di far parte di una produzione così importante con Zubin Mehta e in questo allestimento.”

 

“Nonostante io abbia già cantato al vecchio Teatro Comunale circa 10 anni fa, considero per me questa occasione un mio doppio debutto grazie al “nuovo” Teatro del Maggio e al ruolo di Preziosilla che canto per la prima volta in assoluto” - dice Annalisa Stroppa – “Sono onoratissima che ciò avvenga con la direzione di Zubin Mehta ed è un piacere interpretare questo personaggio, in una veste non tradizionale ma originale, nella lettura di Carlus Padrissa, e che tuttavia mantiene completamente la sua essenza. La particolarità di Preziosilla, a differenza di Azucena è che un personaggio che viene particolarmente caratterizzato da Verdi, giovane, piena di energia, una popolana, è una leader che incita i soldati e li incoraggia, è una grande oratrice. È un ruolo molto bello, molto colorato, accattivante. È un personaggio che arriva da un retaggio donizettiano, come quello di Fra Melitone, quindi da un repertorio antecedente che apre tuttavia a quello grande, il grande repertorio verdiano.”

 

“Innanzitutto è chiaro quanto io sia felice di essere qui a Firenze per quest'opera e con il maestro Zubin Mehta” dice Ferruccio Furlanetto, che interpreta il Padre Guardiano. “Per quanto riguarda il ruolo, quello del Padre Guardiano, mi accompagna dall'inizio della mia carriera: è stata una delle prime cose che il maestro Ettore Campogalliani mi aveva fatto imparare per partecipare ai concorsi o ai concerti che lui organizzava e da sempre, parlo del duetto con il soprano, è un brano che mi ha dato tante, tantissime emozioni; fin da quando ero bambino. Sono felicissimo di poter interpretare di nuovo questo ruolo: l'ultima volta che lo sostenni fu 2 anni fa al Covent Garden a Londra, ed è stato piacevolissimo e lo sarà anche qui senz'altro.”

 

Nicola Alaimo, Fra Melitone, è: “strafelice di tornare al Maggio”, anzi quasi senza averlo lasciato dopo aver magistralmente interpretato Michonnet in Adriana Lecouvreur; “Fra Melitone è un personaggio che fa parte della mia top ten” dice Alaimo “uno di quei personaggi, tra i tanti che ho interpretato, che in me ha lasciato un segno; la coincidenza vuole che io abbia debuttato in questo ruolo nel 2007 proprio con il maestro Mehta e proprio qui al Maggio; Fra Melitone è un personaggio esuberante un po’ antesignano di Falstaff, un buffo brontolone; Verdi in questo capolavoro drammatico compensa i toni cupi dell’opera con questi tratti brillanti che alleggeriscono un po’ la trama.”

 

Alessandro Spina, alla sua quarta partecipazione nel giro di poco più di un mese al Maggio, dopo Adriana, e le due Tosca  - la recita di Firenze e a Salisburgo - in La forza del destino è il Marchese di Calatrava, il padre di Leonora: “Sono felicissimo di essere di nuovo sul palco del Maggio, diretto dal maestro Zubin Mehta e con dei colleghi straordinari. Il lavoro con Carlus Padrissa sul Marchese di Calatrava è stato molto interessante, ha costruito su di me un personaggio diverso e per questo lo ringrazio: il padre, come lo pensiamo noi, è una figura buona e che protegge, in questa regia invece è pesante e sempre vigile e non lascia in alcun modo libera la figlia.”

 

“Sono molto orgoglioso di far parte di questo progetto” dice Leonardo Cortellazzi che interpreta Mastro Trabuco. “Quest'opera ha molti contrasti, già nel libretto c'è infatti sia il dramma che la leggerezza sottolineata anche dal mio personaggio e da quello di Fra Melitone; in quest’allestimento un contrasto, per così dire,  lo vedrete tra il grande lavoro musicale fatto da Zubin Mehta, che ci farà ascoltare un Verdi magistralmente diretto quasi come se fosse una incisione discografica perfetta, e quello registico di Carlus Padrissa che è un’esplosione di novità e provocazione. Mi auguro che il pubblico possa godere di questi elementi avanguardistici e stimolanti.”

 

 

LA FORZA DEL DESTINO

Melodramma in quattro atti di Francesco Maria Piave [e Antonio Ghislanzoni]

Musica di Giuseppe Verdi (Versione 1869)

Edizione: Edwin Kalmus &Co., Inc., Boca Raton, Florida

Nuovo allestimento

Maestro concertatore e direttore Zubin Mehta

Regia Carlus Padrissa (La Fura dels Baus)

Scene Roland Olbeter

Costumi Chu Uroz

Light e Video Designer Franc Aleu

Il Marchese di Calatrava Alessandro Spina

Donna Leonora, figlia del marchese Saioa Hernández

Don Carlo di Vargas [Lo Studente], figlio del marchese Amartuvshin Enkhbat

Don Alvaro Roberto Aronica

Preziosilla, giovane zingara Annalisa Stroppa

Padre Guardiano, francescano Ferruccio Furlanetto

Fra Melitone, francescano Nicola Alaimo

Curra, cameriera di Leonora Valentina Corò

Mastro Trabuco, mulattiere, poi rivendugliolo Leonardo Cortellazzi

Un Alcade Francesco Samuele Venuti

Un Chirurgo, militare spagnolo Roman Lyulkin

Coro e Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino

Maestro del Coro Lorenzo Fratini

Solisti del Coro Ferruccio Finetti, Leonardo Melani, Luca Tamani

Assistente regista João Aboim Carvalho

Assistente scenografa Esterina Zarrillo

Figuranti speciali Elena Barsotti, Maria Diletta Della Martira, Maria Novella Della Martira, Sara Silli, Giampaolo Gobbi, Emanuele Marchetti, Alessio Nieddu, Gaetano Tizzano

Allestimento Teatro del Maggio Musicale Fiorentino

Con sopratitoli in italiano e inglese a cura di Prescott Studio, Firenze

Si ringrazia Philippe Foriel-Destezet

 

La Fura dels Baus, desidera ringraziare specialmente:

Chu Uroz Barcelona Costume Team:

Graphic Print Design: Pablo Rovalo_ Research Studios

Costume Design & Project Manager: Joana Poulastrou

3D Accesories Design & Production: Andrea Poulastrou

Costume Special Lights: Daniel Marzo

Light Structures Design & Production: Soledad Revuelto _ Air Maquetas

Barcelona Atelier: Ines Mancheño, Trinidad Rodríguez, Antonia Pérez

3D Product Design:Guillermo Beltran

Design lllustration:Nina Sibiratkina

Un ringraziamento particolare da parte di Fura all’Istituto Europeo di Design: Alessandro Manetti.

IED Costume Department Barcelona: Pilar Pasamontes e Tatiana Garrigosa

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Il 10 novembre 1862 al Teatro Imperiale di San Pietroburgo debutta La forza del destino. L’anno precedente Verdi era stato a lungo corteggiato dalla direzione del teatro russo, che lo aveva convinto ad accettare l’incarico assicurandogli un ottimo compenso e la possibilità di scegliere libretto, librettista e interpreti. In prima battuta il maestro aveva pensato al “Ruy Blas” di Hugo, scartandolo poco dopo in favore del romanzo spagnolo “Don Alvaro o La forza del destino” di Ángel de Saavedra, duca di Rivas, un dramma definito da Verdi “potente, singolare e vastissimo”. Scrivere per il pubblico russo, abituato all’opera italiana settecentesca ma anche al grand opéra francese, voleva dire per Verdi sperimentare soluzioni drammaturgiche nuove. La trama dell’opera, poi, in cui si intrecciano più storie su uno sfondo brulicante di personaggi, ben si prestava alla commistione di stili e registri. Il risultato fu una sintesi tra dramma aristocratico e commedia popolare, tratto caratteristico di un’opera che non venne mai compresa in pieno. Ma che il maestro invece vi tenesse particolarmente lo dimostra la cura che mise nel revisionarla anni dopo per Milano, dove debuttò il 27 febbraio 1869. Nella versione scaligera, oltre all’aggiunta della famosa sinfonia, in cui compare il motivo del fato ineluttabile, Verdi decise di cambiare il finale. Quel dramma d’onore che si concludeva con le morti violente dei tre protagonisti non lo convinceva più. E così, con la collaborazione di Antonio Ghislanzoni, subentrato nel frattempo a Piave, optò per un finale in stile manzoniano, che vede Don Alvaro pentirsi e sopravvivere alla morte di Leonora.

 

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