83esimo FESTIVAL
DEL MAGGIO MUSICALE FIORENTINO
La forza del
destino, di Giuseppe Verdi, con la direzione del maestro Zubin Mehta e la
regia di Carlus Padrissa,
di La Fura dels
Baus, dal 4 giugno 2021 alle ore 19 al Teatro del Maggio.
Tra le voci: Saoia
Hernàndez, Annalisa Stroppa, Roberto Aronica, Amartuvshin Enkhbat,
Ferruccio Furlanetto, Nicola Alaimo.
Cinque recite il
4, 7, 10, 16, alle ore 19 e il 19 giugno alle ore 15.30.
Il 6 giugno alle
ore 21 l’opera verrà trasmessa sulla piattaforma ITsART
Il Maggio
ringrazia Philippe Foriel-Destezet
Mehta: “Padrissa
è un signor genio” – Padrissa: “Mehta è per noi della Fura il nostro
padrino”
La forza del destino,
melodramma in quattro atti di Giuseppe Verdi, rimaneggiato dalla sua versione
iniziale di san Pietroburgo fino alla stesura finale per del 1869, opera con
una trama difficile e densa di pagine straordinariamente sublimi è il secondo
titolo operistico dell’83esima edizione del Festival del Maggio Musicale dopo l’Adriana
Lecouvreur inaugurale e subito prima di Il ritorno di Ulisse in patria
di Claudio Monteverdi e dell’ultima opera, in luglio, Siberia di Umberto
Giordano. La “Forza” è stata più volte affrontata dal mastro Zubin Mehta,
la prima nel 1992, poi nel 2007, nel 2010 e in tour a Tokyo nel 2011, che torna
questa volta a dirigerla in un allestimento con la regia di Carlus Padrissa,
della compagnia La Fura dels baus. Con La Fura, il maestro aveva
realizzato al Maggio una ormai storica, e di enorme successo, Tetralogia
wagneriana a partire 2007.
Nel cast composto da Toni
Gradsack, Saioa Hernández (Leonora), Annalisa Stroppa
(Preziosilla), Roberto Aronica (Don Alvaro), Amartuvshin Enkhbat
(Don Carlo), Ferruccio Furlanetto (Padre Guardiano), Nicola Alaimo
(Fra Melitone), Alessandro Spina (Marchese di Calatrava), Leonardo
Cortellazzi (Mastro Trabuco), Valentina Corò (Curra), Francesco
Samuele Venuti (un alcade), Roman Lyulkin (un chirurgo) e poi i
solisti del Coro Ferruccio Finetti, Leonardo Melani, Luca
Tamani. Le scene sono di Roland Olbeter, i costumi di Chu Uroz,
le luci e il video sono di Franc Aleu. Coro e Orchestra del Maggio
Musicale Fiorentino. Direttore del Coro Lorenzo Fratini.
Il 6 giugno alle ore 21 l’opera verrà trasmessa sulla
piattaforma ITsART.
Il Maggio ringrazia Philippe Foriel-Destezet
Dice il maestro Zubin Mehta: “Nella Forza del
destino di Giuseppe Verdi, troviamo un po’ di tutto, c’è naturalmente
l’amore come in tutte le sue opere, la storia, ma anche il pregiudizio
razziale, la guerra, e le buffonerie di Fra Melitone. Solo il genio di Verdi
poteva concepire una storia come questa e intersecare tutti questi livelli tra
loro. In questo allestimento di Carlus Padrissa di La Fura del Baus, un signor
genio col quale collaboro da anni, schieriamo un cast con grandissimi
cantanti, voci mondiali che sono in grado di incarnare ogni ruolo e sono molto
contento, anzi molto felice, di lavorare con tutti loro!”
“La forza del destino, l’opera innominabile, per
ragioni scaramantiche, di Verdi, ha una struttura molto complessa per la
compresenza di tematiche spesso contrastanti: l’amore e la morte; la vendetta e
il perdono, derivante dal sentimento religioso; il dramma e la commedia, ma su
tutto un destino inesorabile che schiaccia tutti i personaggi dell’opera” dice Carlus
Padrissa. “I due amanti Leonora e Alvaro, sono due esseri intrappolati
dalla forza del destino, due stelle che, quando si scontrano, formano un buco
nero e perdono la loro luce. E il destino è come un buco nero nel quale
precipitiamo. Le due stelle appunto sono Leonora e Alvaro; il loro incontro
genererà un buco nero (che si vedrà all’inizio dell’opera) e da questo buco
nero verranno generate delle onde gravitazionali, come un sasso gettato
nell’acqua, che influenzeranno tutta l’opera innescando dei legami tra il
presente, il passato e il futuro fino al suo finale che appare come una
fatalità. Questa è una produzione italiana e catalana - continua Padrissa
- e lavorare al Maggio è sempre un piacere e soprattutto con Zubin Mehta
che noi alla Fura consideriamo un nostro padrino e essere a Firenze è
straordinario, per me è una città davvero magica.”
Nel cast, in una delle tessiture più difficile composte da
Verdi, al suo debutto nel ruolo di Leonora, Saoia Hernàndez che dice:
“Leonora è una donna perseguitata dal fratello, maledetta dal padre, che vive
come un’eremita che alla fine muore a causa di drammatiche circostanze e dal
destino; per me interpretarla nei suoi tormenti, in ben quattro arie è molto
impegnativo ma è una gioia cantare con Zubin Mehta, con questa regia di Carlus
Padrissa, e al Maggio Musicale.”
Nell’impervio ruolo di Don Alvaro, Roberto Aronica,
che torna in un ruolo verdiano al Maggio, dopo il Don Carlo (con la
regia di Giancarlo Del Monaco) dell’80esimo Festival del 2017, sempre diretto
da Zubin Mehta. “Don Alvaro è un personaggio combattuto, fiero e nobile
di stirpe regale”, dice Aronica, “è un personaggio dalle tante sfaccettature;
amoroso ma allo stesso tempo eroico e nell’interpretarlo è necessario
trasmettere i vari aspetti di questo personaggio che lo rendono difficile, uno
scoglio, nella carriera di un tenore.”
Il baritono Amartuvshin Enkhbat, nel ruolo di Don
Carlo debutta al Maggio Musicale Fiorentino: “Mi sento molto a mio agio nei
ruoli verdiani ai quali sono molto legato. Sento Verdi molto vicino al mio
cuore; sono molto contento e orgoglioso di debuttare a Firenze al Maggio e di
far parte di una produzione così importante con Zubin Mehta e in questo
allestimento.”
“Nonostante io abbia già cantato al vecchio Teatro Comunale
circa 10 anni fa, considero per me questa occasione un mio doppio debutto
grazie al “nuovo” Teatro del Maggio e al ruolo di Preziosilla che canto per la
prima volta in assoluto” - dice Annalisa Stroppa – “Sono onoratissima
che ciò avvenga con la direzione di Zubin Mehta ed è un piacere
interpretare questo personaggio, in una veste non tradizionale ma originale, nella
lettura di Carlus Padrissa, e che tuttavia mantiene completamente la sua
essenza. La particolarità di Preziosilla, a differenza di Azucena è che un
personaggio che viene particolarmente caratterizzato da Verdi, giovane, piena
di energia, una popolana, è una leader che incita i soldati e li incoraggia, è
una grande oratrice. È un ruolo molto bello, molto colorato, accattivante. È un
personaggio che arriva da un retaggio donizettiano, come quello di Fra
Melitone, quindi da un repertorio antecedente che apre tuttavia a quello
grande, il grande repertorio verdiano.”
“Innanzitutto è chiaro quanto io sia felice di essere qui a
Firenze per quest'opera e con il maestro Zubin Mehta” dice Ferruccio
Furlanetto, che interpreta il Padre Guardiano. “Per quanto riguarda il
ruolo, quello del Padre Guardiano, mi accompagna dall'inizio della mia
carriera: è stata una delle prime cose che il maestro Ettore Campogalliani mi
aveva fatto imparare per partecipare ai concorsi o ai concerti che lui
organizzava e da sempre, parlo del duetto con il soprano, è un brano che mi ha
dato tante, tantissime emozioni; fin da quando ero bambino. Sono felicissimo di
poter interpretare di nuovo questo ruolo: l'ultima volta che lo sostenni fu 2
anni fa al Covent Garden a Londra, ed è stato piacevolissimo e lo sarà anche
qui senz'altro.”
Nicola Alaimo, Fra Melitone, è: “strafelice di
tornare al Maggio”, anzi quasi senza averlo lasciato dopo aver magistralmente
interpretato Michonnet in Adriana Lecouvreur; “Fra Melitone è un
personaggio che fa parte della mia top ten” dice Alaimo “uno di quei
personaggi, tra i tanti che ho interpretato, che in me ha lasciato un segno; la
coincidenza vuole che io abbia debuttato in questo ruolo nel 2007 proprio con
il maestro Mehta e proprio qui al Maggio; Fra Melitone è un personaggio
esuberante un po’ antesignano di Falstaff, un buffo brontolone; Verdi in questo
capolavoro drammatico compensa i toni cupi dell’opera con questi tratti
brillanti che alleggeriscono un po’ la trama.”
Alessandro Spina, alla sua quarta partecipazione nel
giro di poco più di un mese al Maggio, dopo Adriana, e le due Tosca
- la recita di Firenze e a Salisburgo - in La forza del destino è
il Marchese di Calatrava, il padre di Leonora: “Sono felicissimo di essere di
nuovo sul palco del Maggio, diretto dal maestro Zubin Mehta e con dei
colleghi straordinari. Il lavoro con Carlus Padrissa sul Marchese di
Calatrava è stato molto interessante, ha costruito su di me un personaggio
diverso e per questo lo ringrazio: il padre, come lo pensiamo noi, è una figura
buona e che protegge, in questa regia invece è pesante e sempre vigile e non
lascia in alcun modo libera la figlia.”
“Sono molto orgoglioso di far parte di questo progetto” dice
Leonardo Cortellazzi che interpreta Mastro Trabuco. “Quest'opera ha
molti contrasti, già nel libretto c'è infatti sia il dramma che la leggerezza
sottolineata anche dal mio personaggio e da quello di Fra Melitone; in
quest’allestimento un contrasto, per così dire, lo vedrete tra il grande
lavoro musicale fatto da Zubin Mehta, che ci farà ascoltare un Verdi
magistralmente diretto quasi come se fosse una incisione discografica perfetta,
e quello registico di Carlus Padrissa che è un’esplosione di novità e
provocazione. Mi auguro che il pubblico possa godere di questi elementi
avanguardistici e stimolanti.”
LA FORZA DEL DESTINO
—
Melodramma in quattro atti di Francesco Maria Piave [e
Antonio Ghislanzoni]
Musica di Giuseppe Verdi (Versione 1869)
Edizione: Edwin Kalmus &Co., Inc., Boca Raton, Florida
Nuovo allestimento
—
Maestro concertatore e direttore Zubin Mehta
Regia Carlus Padrissa (La Fura dels Baus)
Scene Roland Olbeter
Costumi Chu Uroz
Light e Video Designer Franc Aleu
—
Il Marchese di Calatrava Alessandro Spina
Donna Leonora, figlia del marchese Saioa Hernández
Don Carlo di Vargas [Lo Studente], figlio del
marchese Amartuvshin Enkhbat
Don Alvaro Roberto Aronica
Preziosilla, giovane zingara Annalisa Stroppa
Padre Guardiano, francescano Ferruccio Furlanetto
Fra Melitone, francescano Nicola Alaimo
Curra, cameriera di Leonora Valentina Corò
Mastro Trabuco, mulattiere, poi rivendugliolo Leonardo
Cortellazzi
Un Alcade Francesco Samuele Venuti
Un Chirurgo, militare spagnolo Roman Lyulkin
—
Coro e Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino
Maestro del Coro Lorenzo Fratini
—
Solisti del Coro Ferruccio Finetti, Leonardo
Melani, Luca Tamani
Assistente regista João Aboim Carvalho
Assistente scenografa Esterina Zarrillo
—
Figuranti speciali Elena Barsotti, Maria Diletta Della
Martira, Maria Novella Della Martira, Sara Silli, Giampaolo Gobbi, Emanuele
Marchetti, Alessio Nieddu, Gaetano Tizzano
—
Allestimento Teatro del Maggio Musicale Fiorentino
—
Con sopratitoli in italiano e
inglese a cura di Prescott Studio, Firenze
Si ringrazia Philippe Foriel-Destezet
La Fura dels Baus, desidera
ringraziare specialmente:
Chu Uroz Barcelona Costume
Team:
Graphic Print Design: Pablo
Rovalo_ Research Studios
Costume Design & Project
Manager: Joana Poulastrou
3D Accesories Design &
Production: Andrea Poulastrou
Costume Special Lights:
Daniel Marzo
Light Structures Design &
Production: Soledad Revuelto _ Air Maquetas
Barcelona Atelier: Ines
Mancheño, Trinidad Rodríguez, Antonia Pérez
3D Product Design:Guillermo
Beltran
Design lllustration:Nina
Sibiratkina
Un ringraziamento particolare
da parte di Fura all’Istituto Europeo di Design: Alessandro Manetti.
IED Costume Department
Barcelona: Pilar Pasamontes e Tatiana Garrigosa
-
Il 10 novembre
1862 al Teatro Imperiale di San Pietroburgo debutta La forza del destino.
L’anno precedente Verdi era stato a lungo corteggiato dalla direzione del
teatro russo, che lo aveva convinto ad accettare l’incarico assicurandogli un
ottimo compenso e la possibilità di scegliere libretto, librettista e
interpreti. In prima battuta il maestro aveva pensato al “Ruy Blas” di Hugo,
scartandolo poco dopo in favore del romanzo spagnolo “Don Alvaro o La forza del
destino” di Ángel de Saavedra, duca di Rivas, un dramma definito da Verdi
“potente, singolare e vastissimo”. Scrivere per il pubblico russo, abituato
all’opera italiana settecentesca ma anche al grand opéra francese, voleva dire
per Verdi sperimentare soluzioni drammaturgiche nuove. La trama dell’opera,
poi, in cui si intrecciano più storie su uno sfondo brulicante di personaggi,
ben si prestava alla commistione di stili e registri. Il risultato fu una
sintesi tra dramma aristocratico e commedia popolare, tratto caratteristico di
un’opera che non venne mai compresa in pieno. Ma che il maestro invece vi
tenesse particolarmente lo dimostra la cura che mise nel revisionarla anni dopo
per Milano, dove debuttò il 27 febbraio 1869. Nella versione scaligera, oltre
all’aggiunta della famosa sinfonia, in cui compare il motivo del fato
ineluttabile, Verdi decise di cambiare il finale. Quel dramma d’onore che si
concludeva con le morti violente dei tre protagonisti non lo convinceva più. E
così, con la collaborazione di Antonio Ghislanzoni, subentrato nel frattempo a
Piave, optò per un finale in stile manzoniano, che vede Don Alvaro pentirsi e
sopravvivere alla morte di Leonora.
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