Il festival martinese si svolge dal 14 luglio al 2 agosto, diciannove serate intorno al mito di Arianna.
Dal 14 luglio al 2 agosto a Martina Franca due spettacoli nel segno di Strauss, Il borghese gentiluomo diretto da Michele Spotti e Arianna a Nasso diretta da Fabio Luisi, e un ciclo di concerti vocali con i migliori belcantisti di oggi.
Fra i cantanti Anna Caterina Antonacci, Alex Esposito, Lidia Fridman, Francesco Meli, Sara Mingardo, Jessica Pratt, Piero Pretti, Carmela Remigio, Luca Salsi, Veronica Simeoni, Xabier Anduaga.
In cartellone Stefano Massini e cameristi come Federico Colli, Francesca Dego con Daniele Rustioni, Francesco Libetta.
È stato ridisegnato in tempi record il calendario della 46ª edizione del Festival della Valle d’Itria: il direttore artistico Alberto Triola e il direttore musicale Fabio Luisi hanno predisposto in poche settimane un nuovo cartellone costruito intorno al mito di Arianna, tema centrale per questa edizione intitolata “Per ritrovare il filo”, che si inaugurerà il 14 luglio per concludersi il 2 agosto.
«Abbiamo creduto – afferma Franco Punzi, presidente della Fondazione Paolo Grassi – anche nei momenti più difficili, che le luci di Palazzo Ducale dovessero accendersi sulla 46a edizione del Festival: il nostro è un impegno nei confronti del territorio, degli artisti ma soprattutto del nostro pubblico. È nel momento più grave che il teatro, così come ci insegna Paolo Grassi, deve essere in grado di affermare il proprio ruolo, di trovare nuova vitalità per restituirla alla comunità di cui fa parte. Il mio più sentito ringraziamento va quindi a tutto lo staff del Festival, il cui lavoro instancabile potrà ridare ossigeno a Martina Franca e a tutta la Valle d’Itria».
In totale saranno proposte diciannove serate fra opere in forma scenica, concerti vocali e progetti speciali che si svolgeranno, secondo le misure di sicurezza richieste dall’emergenza Covid-19, nei luoghi più suggestivi di Martina Franca (dall’imprescindibile Atrio di Palazzo Ducale, ai chiostri e alle chiese del centro storico), nelle masserie della zona e anche in altri spazi di Taranto e Polignano a Mare.
«Nessuno sa con certezza quando – e se – si potrà tornare a fare teatro e musica – dichiara Alberto Triola – come eravamo abituati prima che la pandemia sconvolgesse il mondo intero spazzando via schemi e consuetudini. Come in tutte le crisi epocali, anche in questa situazione emergeranno quanti sapranno individuare e gestire soluzioni innovative, per andare a occupare spazi inediti della creatività, mettendo in gioco forze, impulsi e risorse fino a qualche tempo fa nemmeno immaginabili. Ci sono tante buone ragioni per far prevalere il pessimismo, ma le energie che il Festival della Valle d’Itria ha saputo mettere in gioco in quasi mezzo secolo di storia sono in grado di reagire alla rassegnazione e di azionare i necessari anticorpi culturali e creativi. Abbiamo pensato a un festival straordinario in un anno straordinario: per il pubblico, che oggi ha bisogno più che mai di occasioni culturali per rivitalizzare lo spirito e scoprirsi comunità; per aiutare concretamente chi dell’arte e con l’arte vive, gli artisti, i lavoratori dello spettacolo, le imprese dell’indotto. Un festival che mette insieme il meglio dell’eccellenza italiana in un anno drammatico e sconvolgente, soprattutto per il nostro Paese. Un festival che sempre di più gioca il suo ruolo di faro per il Mezzogiorno e per l’Italia dello spettacolo dal vivo».
Come già annunciato, nell’Atrio del Palazzo Ducale – la cui platea sarà rimodulata per ospitare il pubblico in sicurezza – saranno presentati due titoli di Richard Strauss, in versioni di rara esecuzione, entrambi concepiti dal compositore bavarese per un organico formato da una trentina di esecutori che, a Martina Franca, sarà composto dai professori dell’Orchestra della Fondazione Teatro Petruzzelli di Bari.
Ad inaugurare il Festival la sera del 14 luglio (repliche il 22, 25 luglio e l’1 agosto) sarà la commedia di Molière Il borghese gentiluomo ripensata come monologo da Stefano Massini, con la mise en espace curata da Davide Gasparro e le musiche di scena del compositore di Monaco di Baviera dirette da Michele Spotti. La musica scritta per accompagnare la commedia sarà eseguita, secondo la partitura del 1917, con performance d’attore e di danza, nello spirito originale della comédie ballet di Lully/Molière e della ricreazione di Strauss/Hofmannsthal: a Massini, tra i massimi drammaturghi del teatro contemporaneo, nonché direttore artistico del Piccolo Teatro di Milano, il Festival ha commissionato una drammaturgia originale che prende le mosse da Molière per parlare del nostro tempo; il protagonista della commedia, Monsieur Jourdain, ambisce allo status di nobile (gentilhomme, appunto) e ad essere ammesso alla vita della corte di Re Sole, ripresentandosi nelle vesti dell’artista di oggi; dell’uomo di teatro che, alle soglie del terzo decennio del XXI secolo, è costretto a rivendicare il proprio ruolo nella società italiana contemporanea. Il carismatico e popolare scrittore sarà ospite d’eccezione sul palco della serata inaugurale, mentre per tutte le repliche passerà il testimone al regista e attore Davide Gasparro. Nel cast le parti musicate di Monsieur Jourdain saranno affidate a Vittorio Prato, mentre il Pastore sarà Ana Victoria Pitts e la Pastorella Barbara Massaro. I movimenti scenici saranno ideati da Fabrizio Di Franco, in collaborazione con Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto.
Arianna a Nasso (21, 24, 26 luglio e 2 agosto), affidata alla bacchetta di Fabio Luisi, sarà proposta nella prima edizione del 1912, con una nuova versione in italiano del libretto di Hugo von Hofmannsthal a cura di Quirino Principe e la regia di Walter Pagliaro, gli elementi scenici di Gianni Carluccio e i costumi di Giuseppe Palella (già Premio Abbiati per suoi precedenti lavori al Festival). Nel ruolo della protagonista Carmela Remigio, al suo terzo titolo consecutivo al Festival dopo i successi in Rinaldo ed Ecuba; nei panni di Bacco ci sarà il tenore Piero Pretti, in quelli di Zerbinetta il soprano Jessica Pratt; Arlecchino sarà Vittorio Prato.
Il tema del Festival prende le mosse dalle somme elaborazioni poetiche del mito di Arianna delle fonti classiche del LXIV Carme di Catullo e della Decima Epistola delle Eroidi di Ovidio. I versi di entrambi i componimenti portano in nuce le forme e i luoghi topici di tante scene e arie d’opera dei secoli a seguire, consegnando alla cultura occidentale un’inesauribile fonte di materiale che sarà rielaborato in infiniti modi e dal quale saranno create le vicende di donne come Medea e Didone, ma anche Norma, Armida, Bolena e Donna Elvira. Così, mondo barocco e recupero della cultura classica, non si fermeranno al palcoscenico operistico di Palazzo Ducale ma animeranno l’intero programma musicale. In particolare il 27 luglio ci sarà un’originale iniziativa musicale in più tappe fra i monumenti del centro storico e attraverso i secoli della musica, intitolata Omaggio a Martina Franca“Come Teseo: nel labirinto bianco con il filo d’Arianna”, che coinvolgerà decine di artisti – fra i quali specialisti del repertorio barocco come il direttore Federico Maria Sardelli e il soprano Giulia Semenzato – e che potrà essere seguita in streaming dal pubblico di tutto il mondo. La figura di Arianna in musica nutre naturalmente i programmi di alcuni concerti nell’Atrio di Palazzo Ducale con solisti di assoluto rilievo: il 29 luglio il contralto Sara Mingardo sarà la protagonista del “Concerto barocco” durante il quale le sarà assegnato il Premio “Rodolfo Celletti” 2020. Il 30 luglio tornerà il “Recital di Belcanto” con il soprano Jessica Pratt con il tenore Xabier Anduaga; quindi il 31 luglio Anna Caterina Antonacci e il pianista Francesco Libetta saranno impegnati in brani che esplorano il repertorio da Claudio Monteverdi a Francis Poulenc.
Anche quest’anno, alcune serate del festival si svolgeranno nelle più belle masserie della zona, che ospiteranno il ciclo “Il canto degli ulivi”: primo appuntamento il 16 luglio a Crispiano con il recital del basso Alex Esposito che proporrà un programma con le arie più celebri del suo repertorio; il 20 luglio a Cisternino ancora un concerto dedicato alle eroine dell’opera, novelle Arianna, con Lidia Fridman e Leonora Bonilla; il mezzosoprano Veronica Simeoni sarà la protagonista dell’appuntamento del 23 luglio alla Masseria Palesi di Martina Franca con pagine dal repertorio barocco a Strauss.
Ci saranno quindi anche due appuntamenti in riva al mare: il 15 luglio il Festival sarà al Museo della Fondazione Pino Pascali di Polignano per un concerto con il soprano Lidia Fridman (acclamata Ecuba lo scorso anno), il Trio Gioconda De Vito e il Duo Gromoglasova e pagine musicali legate proprio al mondo marino; il 28 luglio invece tappa a Taranto per il recital del tenore Francesco Meli e del baritono Luca Salsi che proporranno l’ascolto di celebri pagine verdiane.
Due le date concertistiche al Chiostro di San Domenico per omaggiare il genio di Ludwig van Beethoven nel 250° anniversario della nascita: il 17 luglio con il pianista Federico Colli – vincitore del primo premio nel 2011 al concorso Mozart di Salisburgo e nel 2012 al Leeds International Piano Competition – e il 18 luglio con il duo formato dalla violinista Francesca Dego e dal direttore d’orchestra Daniele Rustioni, che a Martina Franca sarà nelle vesti di pianista.
Sulla scia di quanto avvenuto nel 2019, si confermano per il 2020 le partnership del Festival con le maggiori aziende del territorio che, nonostante il difficile momento, hanno deciso di proseguire la positiva collaborazione, sostenendo la missione sociale e culturale del Festival: “Platinum Partner” è Masseria Torre Maizza / A Rocco Forte Hotel, cui si affiancano, come “Major Partner”, Bus Miccolis (“Travel Partner”), Masmec e il Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria che partecipa alla rassegna nelle masserie “Il canto degli ulivi”. Anche l’edizione 2020 è accompagnata da Rolex che sceglie di promuovere la propria immagine sulle edizioni del Festival.
I dettagli del programma saranno disponibili sul sito www.festivaldellavalleditria.it
La vendita dei biglietti sarà aperta il 22 giugno sul sito www.festivaldellavalleditria.it, su quello di Vivaticket e negli oltre suoi 700 punti vendita presenti in tutta Italia. I biglietti avranno un costo da 20 a 70 euro. Da quest’anno è attiva per tutti gli spettacoli, ad eccezione della serata inaugurale del 14 luglio, la riduzione del 50% per i residenti di Martina Franca e per gli under 30. Confermata la riduzione del 20% per gli over 65 e per i gruppi.
La biglietteria del Festival della Valle d’Itria sarà invece aperta a Martina Franca dal 4 luglio, nel centralissimo spazio di piazza Roma 10, di fronte al Palazzo Ducale, tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 21.
Chi avesse acquistato un biglietto per gli spettacoli precedentemente in programma (Gli amanti sposi, Leonora, La rappresaglia e il concerto sinfonico con Fabio Luisi e Francesca Dego), sarà informato direttamente sulla procedura di richiesta dei voucher tramite email.
Le opere
I due titoli proposti in questa rimodulazione della 46a edizione dal Festival della Valle d’Itria – Il borghese gentiluomo e Arianna a Nasso – sono lavori frutto della collaborazione di Strauss con il poeta e drammaturgo Hugo von Hofmannsthal; il loro debutto è datato 1912 al Teatro di corte di Stoccarda, con la regia (e la compagnia teatrale) di Max Reinhardt e il compositore stesso sul podio. Furono proposti come progetto unitario che puntava sull’originale accostamento del soggetto tratto dalla comédie-ballet Le bourgeois gentilhomme – con testo di Molière e musiche di Jean-Baptiste Lully – e quello mitologico di Arianna, soggetti lontani nel tempo che permettevano alla coppia di autori quel gioco felice che li aveva portati al successo con Der Rosenkavalier. La reazione del pubblico per questa nuova proposta fu però tiepida e i due lavori furono “separati”, soggetti a varie importanti revisioni, raccogliendo nuovi successi: ad Ariadne auf Naxos fu aggiunto un prologo e Der Bürger als Edelmann fu ampliato in una versione del 1917 per poi essere trasformato in suite orchestrale (l’op. 60 del 1919).
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