martedì 26 novembre 2013

RONCONI FIRMA UN FALSTAFF DI SUCCESSO AL PETRUZZELLI


La commedia lirica in tre atti di Arrigo Boito, è tratta dalla commedia “The merry Wives of Windsor” e dal dramma “The History of Henry the Fourth” di William Shakespeare, messa in musica da Giuseppe Verdi.

Bari - La Fondazione Petruzzelli  conclude la stagione 2013 con un nuovo allestimento del Falstaff di Verdi  in coproduzione tra Fondazione barese, il Teatro San Carlo ed il Maggio Musicale Fiorentino.  Dopo Otello e Rigoletto, ancora Verdi sul palco del politeama barese, in omaggio al musicista di Busseto nel bicentenario dalla nascita. Dal libretto di Arrigo Boito,  che di Falstaff ha fatto l'eroe di una commedia borghese e dalla partitura di Verdi, è nata l’ultima opera del musicista di Busseto, ormai ottantenne ma artisticamente tutt’altro che senile. L’allestimento di questa terza opera è affidato ad un regista di cinema, Luca Ronconi, che già nel 1993, al Festival di Salisburgo, e dopo nel 2006, al Maggio musicale fiorentino, aveva firmato la regia di questa stessa opera. Ronconi ha ritenuto di riportare l'opera ad una dimensione semplice di commedia e di teatro musicale, lavorando sul carattere dei personaggi e sul rapporto tra i due sessi. La regia colloca l’opera in un periodo di tempo remoto e non si sofferma eccessivamente sul pittoresco del personaggio Falstaff, un vecchio ubriacone, ridicolo, comunque sempre al centro della scena.  Nei giorni delle prove al Margherita, il regista aveva  sottolineato di non avere in precedenza trovato nei teatri la dimensione ideale per quest’opera e che lo stesso Verdi avrebbe voluto andasse in scena nella sua villa. Si tratta, ha detto il regista, di un’opera che non ha bisogno di uno spazio dilatato ma è quasi
un’opera da camera. La scenografia di  Tiziano Santi, apparentemente scarna, è tuttavia efficace, di buon gusto e molto gradevole. Costituita nei primi due atti da teloni grezzi bianchi che delimitano l’area di azione dei protagonisti, viene poi arricchita da altri elementi mobili come carretti, locomotive, biciclette, una vasca da bagno. Particolarmente suggestiva la scena finale che vede l’enorme quercia di Herne sovrastare  Falstaff. Belli i costumi, ispirati agli anni ’30, di Maurizio Millenotti, delle comari di Windsor e delle fate, streghe e folletti del finale.  La direzione dell’orchestra della Fondazione Petruzzelli è affidata  al suo direttore musicale, Daniele Rustioni,  che affronta con la giusta vivacità e disinvoltura un’opera abbastanza complessa. Di ottimo livello la parte musicale, con un cast di giovani cantanti motivati e preparati, dotati di tecnica magistrale ed espressiva. A proposito di questo aspetto  anche il maestro Rustioni  in fase di prove, aveva sottolineato  che la difficoltà di questa opera verdiana era data da in un incessante motore ritmico e quindi dalla conseguente necessità di alleggerire l’ orchestrazione densa. Tra le prestazioni individuali dei cantanti, da segnalare particolarmente il baritono pugliese Roberto De Candia nel ruolo di Sir John Falstaff, dotato di voce ampia e sonora e scenicamente molto disinvolto,  Artur Ruciński nel ruolo di Ford, come anche bella padronanza vocale e della scena da parte di Serena Farnocchia nel ruolo di Alice. Brillanti per spigliatezza e vivacità i due servitori di Falstaff, Bardolfo e Pistola, interpretati da Massimiliano Chiarolla e dal polivalente baritono pugliese Domenico Colaianni, che vedremo frequentemente nella stagione 2014, in più ruoli ed in più opere. Le allegre comari Rosa Feola in Nannetta, Barbara Di Castri in Mrs Quickly , Monica Bacelli inMrs Meg Page con la bella Alice hanno evidenziato  un affiatato vortice scenico. I due tenori  dell’opera, il Dr. Caius (Raul Gimenez) e Fenton (Leonardo Cortellazzi) hanno ben rappresentato i loro personaggi, il primo nel ruolo di vecchio nobile,  l’altro, di modesto operaio. Limitata la presenza del coro che tuttavia è apparso sempre puntuale e preciso; ottima la prestazione della giovane Orchestra sempre attenta ad assecondare i gesti del direttore. In definitiva un bellissimo Falstaff molto applaudito dal pubblico che ha riempito ogni ordine di posti.














Gaetano Laudadio






G.L.

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