martedì 3 dicembre 2013

SALVATORE ACCARDO IN CONCERTO A TARANTO





CON SALVATORE ACCARDO E L’ORCHESTRA SINFONICA “TITO SCHIPA” TORNA A TARANTO LA GRANDE MUSICA CLASSICA


Taranto - La 70a Stagione dell’Associazione onlus Amici della Musica “Arcangelo Speranza”, organizzata sotto l’egida del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Puglia e del Comune di Taranto, dopo l’inaugurazione con l’eccezionale spettacolo di Lina Sastri, entra nel vivo con il primo concerto dedicato alla grande musica classica.
Giovedì prossimo 5 dicembre, alle 21 presso il Teatro Orfeo, lo straordinario musicista Salvatore Accardo, uno dei massimi virtuosi del violino e, in questa occasione, anche direttore dell’Orchestra Sinfonica “Tito Schipa” ICO di Lecce - già apprezzata ospite dell’Associazione Amici della Musica nelle scorse stagioni - proporrà un affascinante repertorio dedicato al primo ottocento europeo, con brani di Niccolò Paganini, Gioacchino Rossini e Franz Schubert che non mancheranno di suscitare l’entusiasmo dei cultori della buona musica.

Si tratta composizioni conosciutissime, che coprono un periodo fra il 1813 e il 1830, caratterizzate da grande difficoltà esecutiva e da straordinarie invenzioni melodiche e armoniche, esaltate nell’interazione fra lo strumento solista e la compagine orchestrale. Quale repertorio, se non quello di Nicolò Paganini, il grande virtuoso della scrittura e dell’esecuzione violinistica, costituisce una sfida irrinunciabile per uno dei più talentuosi violinisti dei nostri giorni come Salvatore Accardo?Al “Concerto n. 4” in re minore del Niccolò Paganini, meravigliosa pagina che, con gli altri cinque, costituisce il corpus dei concerti per violino e orchestra del grande virtuoso genovese, seguiranno la famosissima Ouverture de “L’italiana in Algeri” di Gioacchino Rossini, una delle più belle insieme con quella del “Barbiere di Siviglia”, del compositore di Pesaro. La conclusione del concerto sarà affidata a Franz Schubert e alla sua “Sinfonia n. 2 in si bem. maggiore D 125”, intenso e articolato brano giovanile del compositore viennese, soprattutto il primo movimento, secondo per ampiezza solo all’omologo della Nona Sinfonia beethoveniana.

Le incredibili sonorità del violino di Salvatore Accardo e il meraviglioso timbro dell’orchestra leccese da lui diretta faranno risplendere le caratteristiche melodiche e armoniche delle partiture, donando al pubblico un’indimenticabile e impeccabile interpretazione.

Le prevendite a Taranto sono presso la sede degli Amici della Musica in via Toscana n. 24/d - tel. 099.7303972; Basile Strumenti Musicali in via Matteotti n° 14 - tel. 099.4526853.

Guida all'ascolto
Niccolò Paganini (Genova, 1782 - Nizza, 1840) Concerto n. 4 in re min. per violino e orchestra
Sono sei i lavori che costituiscono il corpus paganiniano dei Concerti per violino e orchestra: i primi quattro composti prima del lungo viaggio in Europa (1815 – 1826) e pervenutici completi dell’orchestrazione originale ed altri due composti durante tale viaggio (1829 – 1830). Altri due lavori, citati in alcune testimonianze dell’epoca, sono andati perduti.
Il Concerto n. 4 in re min., ultimo pervenutoci in stesura completa, è il meno virtuosisticamente atteggiato. Venne eseguito per la prima volta il 26 aprile 1830 a Francoforte. Paganini lavorò alla stesura tra l’autunno del 1829 e l’inverno del 1830 durante la frenetica tournèe in Germania.
Il primo movimento, Allegro maestoso, si apre con l’introduzione dell’orchestra che precede l’ingresso del solista ed espone gli spunti dei due temi che verranno sviluppati in seguito. L’orchestra con grande discrezione e ricorrendo anche al pizzicato sostiene la linea spesso tenue del violino. Segue l’Adagio flebile in fa diesis minore, che con poche battute dell’or- chestra introduce una mirabile melodia suonata dal violino solista che nella sezione centrale del movimento viene variata fino alla fine in un intenso e appassionato dialogo tra il solista e gli ottoni.
Il terzo ed ultimo movimento è basato sul consueto Rondò, un Andantino dal carattere gioviale, gaio. L’andamento fortemente ritmico in 6/8 nel modo minore ha un suo fascino grazie alla presenza del triangolo che ri- chiama il motivo della campanella dell’ultimo movimento del Concerto n. 2. A parte l’impiego di armonici doppi nella parte conclusiva, segnata pure da un gustoso episodio affidato alla fanfara degli ottoni, gli ingredienti virtuosistici risultano qui impiegati con moderazione, pur nella loro scintillante e sempre complessa struttura violinistica.

Gioachino Rossini (Pesaro, 1792 - Parigi, 1868) Ouverture de L’italiana in Algeri
L’Italiana in Algeri fu uno dei più grandi successi operistici del giovane Rossini.Andata in scena il 22 maggio 1813 viene accostata per la ricchezza di ispirazione a quella del Barbiere di Siviglia.
Lo schema formale presenta una forma bipartita con un’introduzione, Andante pacato, assai breve che si impone per il malinconico e capriccioso disegno dell’oboe e lascia intravvedere lo spirito del crescendo che inon- derà l’intera partitura. Segue l’Allegro, sezione in cui il tema principale viene gestito in modo sapiente, con un perfetto equilibrio di imitazioni e di giochi tematici.
La melodia sorge spontanea ed elegante dal flauto, poi passa nei violini, si fa più incisiva nel dialogo col flauto e dà quindi vita al crescendo che inizia in pianissimo.

Franz Schubert (Vienna, 1797 - Vienna, 1828) Sinfonia n. 2 in si bem. Magg. D 125
Anche se si ha notizia di tredici sinfonie, il repertorio sinfonico di Schubert comprende sette partiture complete più l’incompiuta. A partire dal 1813 fino al 1815 Schubert scrisse ogni anno una sinfonia (la n. 1 nel 1813, la n. 2 nel 1814 la n.3 nel 1815) e nel 1816 ne portò a termine due, la n.4 e la n. 5. Nel 1817 iniziò il lavoro per l’ultima delle sinfonie giovanili, la sesta che fu completata nel 1818. Al maggio 1818 risalgono gli schizzi di una Sinfonia in re magg. cui si attribuì il n. 7. Un’ultima sinfonia fu iniziata e mai conclusa nel 1821, e sempre nel 1821, fu abbozzata la Sinfonia in mi magg. a cui furono assegnati ora il n. 7 ora il n. 8 per essere poi definita “incompiuta”.
La Sinfonia n. 2 in si bem. Magg. D 125 fu composta tra il 10 dicembre 1814 e il 24 marzo 1815. Appartiene alle tre sinfonie della giovinezza che si rifanno, almeno in superficie, ai modelli haydniani e del primo Beethoven. In Europa si stava assistendo all’apogeo della parabola di Napoleone e la sua disfatta a Waterloo; in musica Beethoven usciva dallo sperimentalismo conflittuale del suo periodo “di mezzo” andando verso quello che sarà definito il suo “tardo stile”. La Sinfonia porta la dedica a Franz Innocent Lang (direttore del Convito di Vienna) e destinazione l’orchestra del Konvikt medesimo. Nell’amplissimo primo movimento, secondo per dimensioni solo all’analogo della Nona Sinfonia vengono presentati gli strumenti per blocchi (fiati e archi). Poco dopo fa il suo ingresso l’Allegro vivace in 2/2 caratterizzato da un ritmo brillante.
L’Andante è composto da una serie di cinque variazioni su un tema esposto dai violini: la prima variazione presenta flauto, oboe e corno, la seconda è affidata ai violoncelli e ai contrabbassi, mentre la terza fa dissolvere il tema in eleganti figurazioni dei fiati. Seguono una quarta variazione, in tonalità minore, in cui si sente tutta la fantasia espressiva del romanticismo e una quinta che ripropone il tema completo. Il Minuetto si presenta con un carattere energico, quasi marziale, sempre nella tonalità di do min. è in contrasto con il Trio riprende il tema dell’Andante. Il Presto vivace, che chiude la sinfonia presenta molte analogie con il primo movimento, ed è caratterizzato dal vigore delle figurazioni ritmiche.




                                                                  PROGRAMMA

NICCOLÒ PAGANINI
(Genova, 1782 – Nizza, 1840)
Concerto n. 4 in re minore
per violino e orchestra

GIOACHINO ROSSINI
(Pesaro, 1792 – Parigi, 1868) Ouverture de “L’italiana in Algeri”
Andante
Allegro

FRANZ SCHUBERT
(Vienna, 1797 – 1828)
Sinfonia n. 2 in si bem. magg. D 125
Largo, allegro vivace
Andante
Minuetto (Allegro vivace,Trio)
Presto vivace

Guida all'ascolto
Niccolò Paganini (Genova, 1782 - Nizza, 1840) Concerto n. 4 in re min. per violino e orchestra
Sono sei i lavori che costituiscono il corpus paganiniano dei Concerti per violino e orchestra: i primi quattro composti prima del lungo viaggio in Europa (1815 – 1826) e pervenutici completi dell’orchestrazione originale ed altri due composti durante tale viaggio (1829 – 1830). Altri due lavori, citati in alcune testimonianze dell’epoca, sono andati perduti.
Il Concerto n. 4 in re min., ultimo pervenutoci in stesura completa, è il meno virtuosisticamente atteggiato. Venne eseguito per la prima volta il 26 aprile 1830 a Francoforte. Paganini lavorò alla stesura tra l’autunno del 1829 e l’inverno del 1830 durante la frenetica tournèe in Germania.
Il primo movimento, Allegro maestoso, si apre con l’introduzione dell’orchestra che precede l’ingresso del solista ed espone gli spunti dei due temi che verranno sviluppati in seguito. L’orchestra con grande discrezione e ricorrendo anche al pizzicato sostiene la linea spesso tenue del violino. Segue l’Adagio flebile in fa diesis minore, che con poche battute dell’or- chestra introduce una mirabile melodia suonata dal violino solista che nella sezione centrale del movimento viene variata fino alla fine in un intenso e appassionato dialogo tra il solista e gli ottoni.
Il terzo ed ultimo movimento è basato sul consueto Rondò, un Andantino dal carattere gioviale, gaio. L’andamento fortemente ritmico in 6/8 nel modo minore ha un suo fascino grazie alla presenza del triangolo che ri- chiama il motivo della campanella dell’ultimo movimento del Concerto n. 2. A parte l’impiego di armonici doppi nella parte conclusiva, segnata pure da un gustoso episodio affidato alla fanfara degli ottoni, gli ingredienti virtuosistici risultano qui impiegati con moderazione, pur nella loro scintillante e sempre complessa struttura violinistica.

Gioachino Rossini (Pesaro, 1792 - Parigi, 1868) Ouverture de L’italiana in Algeri
L’Italiana in Algeri fu uno dei più grandi successi operistici del giovane Rossini.Andata in scena il 22 maggio 1813 viene accostata per la ricchezza di ispirazione a quella del Barbiere di Siviglia.
Lo schema formale presenta una forma bipartita con un’introduzione, Andante pacato, assai breve che si impone per il malinconico e capriccioso disegno dell’oboe e lascia intravvedere lo spirito del crescendo che inon- derà l’intera partitura. Segue l’Allegro, sezione in cui il tema principale viene gestito in modo sapiente, con un perfetto equilibrio di imitazioni e di giochi tematici.
La melodia sorge spontanea ed elegante dal flauto, poi passa nei violini, si fa più incisiva nel dialogo col flauto e dà quindi vita al crescendo che inizia in pianissimo.

Franz Schubert (Vienna, 1797 - Vienna, 1828) Sinfonia n. 2 in si bem. Magg. D 125
Anche se si ha notizia di tredici sinfonie, il repertorio sinfonico di Schubert comprende sette partiture complete più l’incompiuta. A partire dal 1813 fino al 1815 Schubert scrisse ogni anno una sinfonia (la n. 1 nel 1813, la n. 2 nel 1814 la n.3 nel 1815) e nel 1816 ne portò a termine due, la n.4 e la n. 5. Nel 1817 iniziò il lavoro per l’ultima delle sinfonie giovanili, la sesta che fu completata nel 1818. Al maggio 1818 risalgono gli schizzi di una Sinfonia in re magg. cui si attribuì il n. 7. Un’ultima sinfonia fu iniziata e mai conclusa nel 1821, e sempre nel 1821, fu abbozzata la Sinfonia in mi magg. a cui furono assegnati ora il n. 7 ora il n. 8 per essere poi definita “incompiuta”.
La Sinfonia n. 2 in si bem. Magg. D 125 fu composta tra il 10 dicembre 1814 e il 24 marzo 1815. Appartiene alle tre sinfonie della giovinezza che si rifanno, almeno in superficie, ai modelli haydniani e del primo Beethoven. In Europa si stava assistendo all’apogeo della parabola di Napoleone e la sua disfatta a Waterloo; in musica Beethoven usciva dallo sperimentalismo conflittuale del suo periodo “di mezzo” andando verso quello che sarà definito il suo “tardo stile”. La Sinfonia porta la dedica a Franz Innocent Lang (direttore del Convito di Vienna) e destinazione l’orchestra del Konvikt medesimo. Nell’amplissimo primo movimento, secondo per dimensioni solo all’analogo della Nona Sinfonia vengono presentati gli strumenti per blocchi (fiati e archi). Poco dopo fa il suo ingresso l’Allegro vivace in 2/2 caratterizzato da un ritmo brillante.
L’Andante è composto da una serie di cinque variazioni su un tema esposto dai violini: la prima variazione presenta flauto, oboe e corno, la seconda è affidata ai violoncelli e ai contrabbassi, mentre la terza fa dissolvere il tema in eleganti figurazioni dei fiati. Seguono una quarta variazione, in tonalità minore, in cui si sente tutta la fantasia espressiva del romanticismo e una quinta che ripropone il tema completo. Il Minuetto si presenta con un carattere energico, quasi marziale, sempre nella tonalità di do min. è in contrasto con il Trio riprende il tema dell’Andante. Il Presto vivace, che chiude la sinfonia presenta molte analogie con il primo movimento, ed è caratterizzato dal vigore delle figurazioni ritmiche.



G.L.

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