sabato 19 luglio 2014

AL FESTIVAL DELLA VALLE D’ITRIA LA DONNA SERPENTE TRA FIABA E FANTASIA

CONVINCENTE SUCCESSO DE "LA DONNA SERPENTE" ALLA PRIMA DEL FESTIVAL DELLA VALLE D'ITRIA


Martina Franca – Un folto pubblico di appassionati, critici, rappresentanti del mondo della cultura (tra tutti Carlo Fontana, già sovrintendente alla Scala di Milano e Massimo Biscardi, sovrintendente del Teatro Petruzzelli), e rappresentanti del mondo politico, militare ed ecclesiastico, ha reso omaggio al Festival della Valle d’Itria, giunto come noto alla 40ma edizione.  Il successo di questa rassegna si rinnova anno dopo anno mantenendo intatte le sue peculiarità e la sua originalità.  Ogni volta cambia pelle, proponendo sempre opere inedite o che hanno avuto minore attenzione, e finisce sempre per stupire. In ogni rassegna non mancano artisti già famosi  ma al loro fianco c’è un nugolo di giovani promesse che il Festival di  Martina propone  verso palcoscenici di importanza internazionale.  Anche quest’anno la sapiente preparazione e ricerca del direttore artistico Alberto Triola ha riservato per la serata inaugurale un’opera originale e fantasiosa in coproduzione con la Fondazione Teatro Regio di Torino che ha suscitato grande interesse : “La donna serpente” di Alfredo Casella su libretto di Carlo Gozzi, autore di capolavori come “Turandot” e “L’amore delle tre melarance”.



L’orchestra Internazionale d’Italia si riconferma anche quest’anno, guidata da un direttore della statura di Fabio Luisi, che conduce per mano con la consueta abilità il Coro della Filarmonica di Stato “Transilvania” di Cluj-Napoca, diretto da Cornel Groza, ed un cast di bravi artisti:  Angelo Villari in Altidor, Zuzana Marková in Miranda, insieme a Domenico Colaianni inin Albrigòr (i più applauditi)  e poi nel ruolo di Armilla Vanessa Goikoetxea, in Farzana Anta Jankovska, in Canzade Candida Guida, in Alditrúf Simon Edwards,  in Pantùl Pavol Kuban, in Tartagíl Timothy Oliver, in Tògrul Davide Giangregorio ed infine in Demogorgòn Carmine Monaco. Completano il cast di artisti il regista  Arturo Cirillo ed i suoi abituali collaboratori Dario Gessati per le scene e Gianluca Falaschi per i bellissimi costumi, ricchi di  fantasia. Efficace il contributo di nove danzatori/performrs di Fattoria Vittadini che hanno movimentato le scene (bravissima la ballerina serpente). Il risultato è stato una felicissima fantasmagoria musicale, di costumi  e di colori, che il pubblico ha mostrato di gradire con applausi anche a scena aperta. Alla protagonista femminile Miranda(Zuzana Markova) nel ruolo della Donna Serpente, abbiamo chiesto di descrivere il suo personaggio e le difficoltà musicali. “Miranda  è per metà fata e per metà essere umano e rientra nella cerchia dei
personaggi fiabeschi e fantastici. Il suo lato umano le dà la possibilità di provare sentimenti come l'amore, la sofferenza, la tristezza...tutte cose che le altre fate e il re delle fate (Demogorgone) non riescono a sentire. Nello stesso tempo Miranda è un personaggio però molto forte perché decide di abbandonare il mondo delle fate per il suo amato anche a costo di diventare un serpente”.  E la soprano praghese prosegue   “La Donna Serpente è un'opera molto particolare, appartenente al 900 italiano, difficile da paragonare alle grandi opere del repertorio romantico che vengono rappresentate quotidianamente come Traviata e Lucia, che recentemente ho interpretato. Sia il linguaggio musicale che quello drammaturgico sono tipici del Novecento. Ad esempio non troviamo mai un’Aria  intesa in senso romantico, riconducibile al melodramma Ottocentesco. Non a caso , se vogliamo, l'unico punto di contatto con il grande repertorio operistico può essere rintracciabile nell'autore della fiaba dal quale è stato tratto il libretto; Carlo Gozzi, infatti, è autore sia della fiaba de “La Donna Serpente” che della più celebre “Turandot”, utilizzata da Giacomo Puccini per il suo capolavoro. Oltre alle caratteristiche drammaturgiche  che ho descritto sopra, vocalmente la parte di Miranda è molto varia; all'inizio abbiamo melodie orientaleggianti, fiabesche, sviluppate sul  legato. Nel secondo atto emerge la drammaticità del personaggio, mentre nel terzo atto Casella crea questa scena molto originale e meravigliosa dove Miranda, trasformata ormai in serpente, canta "a cappella" con il coro, per finire con il romantico duetto d'amore con il tenore”.  L’opera andrà in replica i giorni 22 e 26 p.v.


Gaetano Laudadio

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