giovedì 6 agosto 2015

FESTIVAL DELLA VALLE D’ITRIA: UN’EDIZIONE DA RICORDARE



Martina Franca – Lo dicono i numeri, gli elogi del pubblico internazionale presente ed i commenti della stampa specializzata: questa 41ma edizione è stata, forse, la più bella di sempre. Questi i dati definitivi del Festival 2015: il botteghino ha registrato  circa 10.000 presenze, esattamente 9973 (di cui 7572 paganti) con un aumento rispetto al 2014 del 5% circa. Sempre tanti gli stranieri e numerose le nazioni rappresentate: Germania e Austria, Giappone, Inghilterra, Israele, con una buona presenza di giornalisti accreditati provenienti anche dall’estero. Due grandi network radiofonici tedeschi hanno dedicano grande spazio al Festival: Deutschlandradio ha dedicato un’intera trasmissione alla Medea In Corinto di Mayr, con intervista al direttore Fabio Luisi; Deutschlandradio Berlin ha intervistato sia il direttore musicale del Festival che il direttore artistico Alberto Triola. Oltre alla trasmissione di Rai 3 “Prima della Prima”, Radio 3 Suite ha seguito, inoltre,  la diretta di “Medea in Corinto” il 30 luglio e de “Le Braci” di Marco Tutino il 1 agosto. L’apertura è stata affidata ad un’opera inedita e rappresentata al Festival per la prima volta in assoluto : “Le Braci”, musicata da Marco Tutino e tratta dal romanzo di successo di Sandor Marai. Il secondo titolo d’opera, è stato “Don Checco” di Nicola De Giosa, l’opera preferita da Re Ferdinando di Borbone, che ha riscosso un notevole successo anche per la superba interpretazione del baritono Domenico Colaianni. Terza ed ultima opera, il capolavoro di Giovanni Simone Mayr su libretto di Felice Romani: “Medea in Corinto” , replicata ben 3 volte con la magistrale direzione del Maestro Fabio Luisi, già direttore a Zurigo e New York e di recente nominato direttore musicale del Festival.  La rassegna martinese si è avvalsa, ma ormai è una sicurezza per la sua solidità e  duttilità, dell’Orchestra Internazionale d’Italia. Preziosi il contributo del Coro della Filarmonica di Stato “Transilvania” di Cluj-Napoca  nelle tre opere e dei cantanti del dipartimento barocco dell’Accademia “Rodolfo Celletti”, che si sono esibiti in una delle pagine di maggior rilievo del repertorio seicentesco: “L’incoronazione di Poppea” nel Chiostro di San Domenico. Unica nota stonata, con grande sorpresa degli stranieri , ma non dipendenti dall’organizzazione del Festival, la circolazione indisturbata delle auto nel centro storico; l’amministrazione locale se ne faccia carico!!!  C’è stato spazio anche per i bambini con “C’era una volta …Re Tuono” e per la musica sacra con il tradizionale Concerto per lo Spirito. Nel Concerto del Belcanto, è avvenuta la consegna del Premio Rodolfo Celletti al soprano Luciana Serra;  sul palco del Palazzo Ducale è salita  l’Orchestra  ICO della Magna Grecia, che però non è sembrata adeguata alla situazione. Ampiamente seguiti dal pubblico il ciclo dei concerti Fuori Orario (All’ora sesta, Sorbetto e Canta la notte) che ha gremito le chiese e i chiostri della città, nonché la novità di quest’anno, le incursioni di teatro urbano de “La città che canta”, nel centro storico con i giovani dell’Accademia del Belcanto Rodolfo Celletti coordinati da Fattoria Vittadini che hanno animato i pre-spettacoli con performances di canto e teatro.  Altri concerti ancora con “Novecento e oltre” a San Domenico e nelle Grotte di Castellana. Infine il Concerto Sinfonico a Palazzo Ducale ed una riduzione de “Il Barbiere di Siviglia” di Rossini al Borgo Egnazia di Savelletri ed alla Masseria Luco di Martina;  anche in questo caso non sono mancate le critiche per il concerto ad invito. Ma ormai è tempo di pensare  all’anno prossimo: si comincerà con un’opera di Giovanni Paisiello in occasione dei 200 anni dalla sua scomparsa, avvenuta a Napoli il 5 giugno 1816. Il nome di Paisiello riporta alla mente le difficoltà dell’Istituto  Superiore di Studi Musicale Giovanni Paisiello di Taranto, che dopo 70 anni di attività rischia la chiusura e che avrebbe bisogno del sostegno della politica e dei cittadini.


Gaetano Laudadio

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