Martina Franca – Si è giunti alla tanto attesa “Medea in
Corinto” di Giovanni Simone Mayr, terza opera del cartellone del Festival della
Valle d’Itria. Un altro spettacolo molto
ben accolto dal folto pubblico presente alla prima replica. Con quest’opera di
ispirazione mitologica è tornato il
Belcanto nell’atrio del Palazzo Ducale di Martina e tutti i protagonisti sono
stati davvero bravi. Il tema è quello classico vicino alle forme del teatro
tragico che si rifà alla tragedia di Corneille ed ha come antefatto la vicenda narrata da Omero, degli Argonauti
, guidati da Giasone verso la Colchide alla ricerca del Vello d’oro, conquistato
proprio per merito delle arti magiche di Medea. Il seguito della vicenda tra
Giasone e Medea, li vedrà prima sposi ma poi proporrà Giasone che giunge a Corinto per sposare Creusa,
figlia del re Creonte. “Medea in Corinto” ripercorre i momenti
difficili che seguiranno al matrimonio fallito ed evoca l’atto atroce di Medea:
l’infanticidio dei propri figli da parte di una madre tradita, abbandonata e
disperata. Inutilmente Medea tenterà di
convincere Giasone a non lasciarla ma davanti al suo diniego ella prometterà di
vendicarsi. Dopo un primo tentativo
fatto con Egeo, Medea vien fatta prigioniera, ma riuscirà ad ottenere dal marito di rivedere i
figli per un’ultima volta; sarà l’atto finale perché ucciderà
i figli avuti da Giasone ed ucciderà anche Creusa, alla quale aveva
fatto omaggio di vesti avvelenate, lasciando Giasone solo e disperato. La Medea scritta da Mayr, su libretto del
giovane Felice Romani, fu rappresentata al San Carlo di Napoli nel 1813. Ma dopo
il successo iniziale l’opera fu dimenticata per via del successo di “Medee” di
Luigi Cherubini e solo negli anni settanta del secolo scorso è stata ripresa a
NapoliL, al San Carlo, per poi essere di
nuovo essere dimenticata. La magia rimane
l’elemento fondamentale della sua opera e rappresenta la plastica
realizzazione della paura che abbiamo del diverso, e la lettura dell’altro come straniero. La
regia è stata affidata al talento di Benedetto Sicca, rivelazione dell'edizione
2014 del Festival.
La scenografia con cui si è aperto lo spettacolo presenta un
grande prato fiorito, su cui si è svolto il primo atto in un prezioso
equilibrio tra delicata poesia e potenza drammatica, frutto della fantasia
della giovane Maria Paola Di Francesco,
mentre gli eleganti costumi sono stati firmati da Tommaso Lagattolla. Lo
spettacolo è stato impreziosito dai danzatori di Fattoria Vittadini, Chiara
Ameglio, Cesare Benedetti e coreografie di Riccardo Olivier, che hanno accompagnato sul
palco in ogni azione i protagonisti. L’Orchestra
Internazionale d'Italia, diretta
magistralmente dal grande Maestro, ora anche direttore musicale del Festival
della Valle d'Itria, Fabio Luisi, è
stata perfetta. Notevole anche
l’esibizione del Coro della Filarmonica Di Stato “Transilvania” di
Cluj-Napoca. Per quanto riguarda i cantanti, davvero efficaci ed importanti le
vocalità e la presenza scenica di Davina
Rodriguez in Medea e Micheal Spyres in
Giasone, ma molto bravi anche Roberto Lorenzi in Creonte, Enea Scala in Egeo,
Mihaela Marcu in Creusa, Paolo Cauteruccio in Evandro e Nozomi Kato in Ismene. Il
pubblico ha accolto tutti i protagonisti con calorosi e prolungati applausi
anche a scena aperta.
Gaetano Laudadio
Le foto sono di Paolo Conserva
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