UNA PRIMA MONDIALE PER L’INAUGURAZIONE DEL FESTIVAL DI MARTINA FRANCA
Martina Franca - Si è aperta nella suggestiva cornice
dell’atrio del Palazzo Ducale la 41ma edizione del Festival della valle d’Itria
con “Le braci”, opera contemporanea musicata da Marco Tutino e tratta da un grande successo letterario : “Le
candele si consumano sino alla fine” di Sándor Márai, scomparso nel 1989. È un
racconto ricco di sentimenti e
risentimenti: rancore, dolore,
rimpianti, nostalgia ma che riesce ad esplorare le pieghe degli affetti più
intimi di due amici Henrik e Konrad , “fratelli siamesi” (come si
auto-definiscono da giovani), ma che sullo sfondo della storia lascia
trasparire una grande amicizia tradita per una donna, Kristina, della quale sono entrambi innamorati.
I due amici si rivedono dopo 41
anni nella residenza spoglia e grigia del generale Henrik e con i due protagonisti anche la vecchia governante. L’opera si
svolge in continui flash-back e
l’atmosfera che regna è allusiva di quello che sarà evidente solo alla fine. È
un continuo confronto verbale che tende
a chiarire non solo se c’è stato il tradimento da parte dell’amico ma se nella
scena della caccia l’amico di una vita voleva ucciderlo e soprattutto se
Kristina ne era a conoscenza. Conferme che non saranno mai chiarite dall’amico
Konrad ma che sveleranno a fine spettacolo che effettivamente il generale,
diventato marito di Kristina, è stato ucciso da lui durante una battuta di
caccia. Un canto finale a sei rivela la
realtà effettiva, sottesa sin dalle prime scene con atteggiamenti particolari,
quali il pallore eccessivo dei protagonisti, e cioè che tutti sono
fantasmi sin dalle prime scene e
che non hanno fatto che rievocare le loro
tormentate vite da morti.
L’opera è
stata eseguita in una versione ridotta lo scorso autunno in
Ungheria, ma a Martina è stata presentata
nel primo vero allestimento,
curato da Gabriele Lavia, frutto
di una coproduzione con la fondazione
del Maggio musicale fiorentino e il teatro La Pergola di Firenze dove andrà in
scena prossimamente. Lo spettacolo, è
stato realizzato con i costumi di Silvia Aymonino e le scene di Tiziano Santi,
già noto al pubblico del Festival per altri spettacoli di successo, e la collaborazione di uno dei nomi più
brillanti tra quelli del teatro italiano contemporaneo, Leo Muscato . Sul podio a dirigere la solida orchestra
Internazionale d’Italia , un altro giovane maestro, Francesco Cilluffo. Il cast
dei cantanti ha confermato il valore di
due artisti di grande spessore come Roberto Scandiuzzi (un’ovazione per lui a
fine recita) e Alfonso Antoniozzi , affiancati da giovani talenti del teatro
musicale, Romina Tomasoni, Angela Nisi, Pavol Kuban e Davide Giusti. Bravi i
danzatori della Fattoria Vittadini, Chiara Ameglio, Mattia Agatiello, Cesare
Benedetti, il cui valore è stato riconosciuto proprio lo scorso anno col premio
Abbiati. Con questo successo acclamato
da un folto pubblico , fatto anche di tanti giovani, il direttore artistico
Alberto Triola ha posto l’imprimatur al festival martinese con un programma di
spettacoli sempre più importante ed ambizioso. Oltre questa prima mondiale,
aveva sottolineato in fase di presentazione della rassegna il direttore Triola, il Festival avrà quest’anno
ben 4 titoli d’opera oltre il concerto dello spirito di musica sacra nella
Basilica di San Martino , il Concerto del Belcanto, quello con musiche dal
Barbiere di Siviglia ed il Concerto a Palazzo, quelli del sorbetto e del fuori
orario, all’ora sesta e del fuori orario. C’è anche il Festival Junior per i ragazzi con “C’era una volta…Re
Tuono”.
Gaetano Laudadio
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