INTENSA SPIRITUALITA’ NEL CONCERTO PER LO SPIRITO NELLA
BASILICA DI SAN MARTINO
Martina Franca – Dall’opera buffa Don Checco di Nicola De
Giosa della sera precedente a Palazzo Ducale
all’appuntamento serio con la musica sacra nella Basilica di San Martino
di ieri sera. Il motivo ispiratore di questo concerto è stata la volontà di
ricordare e commemorare le vittime di tutte le guerre in occasione del
centenario della “Grande Guerra” (1915-1918) ed il filo conduttore è stata la spiritualità attraverso il tempo. La Basilica di San Martino, sede
dell’abituale concerto di musica sacra, è la location ideale per queste
occasioni e la sua importanza ed imponenza contribuiscono ad esaltare la
sacralità dei testi che hanno evocato i riti differenti elaborati nelle più diverse epoche.
Sull’altare schierati il Coro della Filarmonica di Stato “Transilvania” di
Cluj-Napoca del Maestro Cornel Groza ,
l’Orchestra della Magna Grecia, diretta dal bravo maestro Sesto Quatrini ed i solisti
dell’Accademia che si sono avvicendati nelle esecuzioni. L’inizio e la
conclusione del concerto è affidato alla musica del tarantino Francesco Maria
Fago con Benedictus Dominus in Re per
soli, doppio coro ed orchestra. Una
prima esecuzione in tempi moderni e revisione di Luisa Cosi, che si
confronta con due cantici dal Vangelo di Lucastrutturato in 9 tempi ed ha visto alternarsi i solisti Tal Ganor,
Shaker Bar (soprani) e Francesca Sartorato, (contralto). A seguire le Litanie Lauretana e alla Beata Vergine
Maria in re magg., K195 di W.A.Mozart,
sempre per soli, coro ed orchestra con i solisti Shaker Bar (soprano),
Francesca Sartorato (contralto) ,Marco Stefani (tenore) e Nicolò Donini(
basso). A coro, orchestra ed alla voce del tenore Lorenzo Caltagirone è stata
affidata l’orazione Canto di Pace di
Papa Wojtyla del 2002 musicata da Marco Tutino, una liturgia rivolta ad uomini
di ogni fede, religiosa o laica che sia.
L’ultima strofa è intonata dal tenore per triplice ripetizione di una
stessa melodia per catturare l’orecchio per poi ,nell’ultima iterazione
esplodere in quella piena volontà di pace verso cui ogni parola e ogni suono
hanno fin lì teso. Infine, solista e coro si uniscono per l’ultima, catartica
invocazione, nell’affievolirsi della dinamica e in un estremo distendersi, appunto,
del tempo. Penultima esecuzione il Salve Regina di Arvo Pärt per coro, celesta
ed orchestra con l’antifona mariana della compieta, attribuita ad Ermanno di
Reichenau. In Pärt colpisce l’atmosfera
generale del brano: la preghiera si intona costantemente piano, tranne per
poche fiammate centrali, determinatesi dall’accendersi della perorazione. Sul
finire del brano si accumulano maestose iterazioni corali, intonate sempre più
lentamente che portano all’ultima battuta di obbligato silenzio. Infine il Magnificat Anima Mea in Re di Francesco Maria Fago per
coro ed orchestra in prima esecuzione moderna e revisione di Luisa Cosi. A fine
concerto il numerosissimo pubblico presente ha accolto con un lunghissimo e
caloroso applauso a tutti i protagonisti, dalle voci dei solisti dell’Accademia Rodolfo Celletti, al coro (qualche problema di pronuncia) ed all’Orchestra della
Magna Grecia, che ha in parte rimediato alle imprecisioni del concerto di domenica
scorsa. Precisa e puntuale la direzione del Maestro Sesto Quatrini.
Gaetano Laudadio
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