giovedì 23 luglio 2015

LA SPIRITUALITA' ATTRAVERSO IL TEMPO AL FESTIVAL DELLA VALLE D'ITRIA

INTENSA SPIRITUALITA’ NEL CONCERTO PER LO SPIRITO NELLA BASILICA DI  SAN MARTINO

Martina Franca – Dall’opera buffa Don Checco di Nicola De Giosa della sera precedente a Palazzo Ducale  all’appuntamento serio con la musica sacra nella Basilica di San Martino di ieri sera. Il motivo ispiratore di questo concerto è stata la volontà di ricordare e commemorare le vittime di tutte le guerre in occasione del centenario della “Grande Guerra” (1915-1918) ed il filo conduttore è stata  la spiritualità attraverso il tempo.  La Basilica di San Martino, sede dell’abituale concerto di musica sacra, è la location ideale per queste occasioni e la sua importanza ed imponenza contribuiscono ad esaltare la sacralità dei testi che hanno evocato i riti differenti  elaborati nelle più diverse epoche. Sull’altare schierati il Coro della Filarmonica di Stato “Transilvania” di Cluj-Napoca del Maestro  Cornel Groza , l’Orchestra della Magna Grecia, diretta dal bravo maestro Sesto Quatrini ed i solisti dell’Accademia che si sono avvicendati nelle esecuzioni. L’inizio e la conclusione del concerto è affidato alla musica del tarantino Francesco Maria Fago  con Benedictus Dominus in Re per soli, doppio coro ed orchestra. Una  prima esecuzione in tempi moderni e revisione di Luisa Cosi, che si confronta con due cantici dal Vangelo di Lucastrutturato in 9 tempi  ed ha visto alternarsi i solisti Tal Ganor, Shaker Bar (soprani) e Francesca Sartorato, (contralto). A seguire  le Litanie Lauretana e alla Beata Vergine Maria in re magg., K195 di W.A.Mozart,  sempre per soli, coro ed orchestra con i solisti Shaker Bar (soprano), Francesca Sartorato (contralto) ,Marco Stefani (tenore) e Nicolò Donini( basso). A coro, orchestra ed alla voce del tenore Lorenzo Caltagirone è stata affidata  l’orazione Canto di Pace di Papa Wojtyla del 2002 musicata da Marco Tutino, una liturgia rivolta ad uomini di ogni fede, religiosa o laica che sia.  L’ultima strofa è intonata dal tenore per triplice ripetizione di una stessa melodia per catturare l’orecchio per poi ,nell’ultima iterazione esplodere in quella piena volontà di pace verso cui ogni parola e ogni suono hanno fin lì teso. Infine, solista e coro si uniscono per l’ultima, catartica invocazione, nell’affievolirsi della dinamica e in un estremo distendersi, appunto, del tempo. Penultima esecuzione il Salve Regina di Arvo Pärt per coro, celesta ed orchestra con l’antifona mariana della compieta, attribuita ad Ermanno di Reichenau. In  Pärt colpisce l’atmosfera generale del brano: la preghiera si intona costantemente piano, tranne per poche fiammate centrali, determinatesi dall’accendersi della perorazione. Sul finire del brano si accumulano maestose iterazioni corali, intonate sempre più lentamente che portano all’ultima battuta di obbligato silenzio. Infine il Magnificat  Anima Mea in Re di Francesco Maria Fago per coro ed orchestra in prima esecuzione moderna e revisione di Luisa Cosi. A fine concerto il numerosissimo pubblico presente ha accolto con un lunghissimo e caloroso applauso a tutti i protagonisti, dalle voci dei solisti dell’Accademia Rodolfo Celletti, al coro (qualche problema di pronuncia) ed all’Orchestra della Magna Grecia, che ha in parte rimediato alle imprecisioni del concerto di domenica scorsa. Precisa e puntuale la direzione del Maestro Sesto Quatrini.

Gaetano Laudadio

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