venerdì 19 novembre 2021

Domenica 21 novembre 2021, al Teatro di San Carlo, alla presenza del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, l'apertura della Stagione d'Opera 2021/22 con Otello di Giuseppe Verdi,.

 

 

Teatro di San Carlo

INAUGURAZIONE STAGIONE 2021/2022

Domenica 21 novembre 2021 ore 19

 


L’Otello di Verdi apre la nuova Stagione del Teatro di San Carlo

Con la direzione di Mariotti, la regia di Martone

E le voci di Kaufmann, Agresta e Golovatenko

 

Domenica 21 novembre 2021 alle ore 19, alla presenza del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, farà il suo debutto al Teatro di San Carlo lo spettacolo di apertura della Stagione d'Opera 2021/22Otello di Giuseppe Verdi, per la regia di Mario Martone e la direzione di Michele Mariotti che sarà sul podio alla guida di Orchestra e il Coro del Massimo napoletano, quest’ultimo preparato da José Luis Basso.

Firma le scene Margherita Palli, i costumi sono di Ortensia De Francesco mentre le luci sono di Pasquale Mari.

Nei panni del protagonista Otello si alterneranno Jonas Kaufmann (nelle recite del 21, 24, 28 novembre, 1 e 4 dicembre), e Yusif Eyvazov (nelle recite del 7, 10 e 14 dicembre), Maria Agresta sarà Desdemona, Igor Golovatenko interpreterà Jago.

Completano il cast: Alessandro Liberatore (Cassio), Matteo Mezzaro (Rodrigo), Emanuele Cordaro (Ludovico) Biagio Pizzuti (Montano), Manuela Custer (Emilia), Francesco Esposito (Un araldo). Il Coro di Voci Bianche è guidato come sempre da Stefania Rinaldi.

Sette in tutto le recite dello spettacolo che sarà in scena fino al 14 dicembre.

 

Cento giovani, studenti universitari e dei Conservatori, saranno presenti assieme ai rettori e ai direttori dei conservatori alla prima di Otello del 21 novembre, grazie agli imprenditori di Concerto d’imprese, che tra i vari obiettivi, sostengono l’avvicinamento dei giovani all’Opera lirica attraverso lo strumento dell’Art bonus.

Studenti dell’Accademia di Belle Arti di Napoli sono invece impegnati come stagisti della nuova piattaforma “On” per un progetto di formazione sui mestieri digitali.

 

 

Dal programma di sala dell’Opera

 

Quindici anni dopo Aida (1871), Verdi riuscì a completare negli ultimi giorni del 1886 quella che sarebbe stata la sua penultima opera, Otello, poi presentata in prima alla Scala nel febbraio 1887. Il ritorno all’amato Shakespeare, dopo l’ancora giovanile prova del Macbeth (1847, rimaneggiato poi in francese per Parigi nel 1865) e dopo il progetto mai realizzato del Re Lear, costituiva la perfetta chiusura di un itinerario di maturazione drammaturgica che aveva portato il compositore italiano al vertice della fama operistica mondiale. Non a caso la sua vita artistica si chiuderà ancora con un’opera tratta da Shakespeare, il Falstaff. Il soggetto di questo capolavoro assoluto si prestava particolarmente bene a disegnare quella terribile commedia umana che il librettista Boito, finalmente rappacificato con l’anziano compositore grazie all’intervento di Giulio Ricordi, aveva saputo cesellare mirabilmente, offrendo a Verdi un testo perfetto da rivestire di una musica per molti tratti stupefacente (si pensi al duetto d’amore alla fine del primo atto e ai tanti soli dei vari protagonisti). Il dramma della gelosia, innescato dalla diabolica personalità di Jago, porta all’epilogo tragico che condanna l’innocente Desdemona e lo stesso Otello, con un meccanismo drammaturgico inesorabile. I tanti grandi tenori che hanno impersonato il protagonista del titolo anche sulle scene del San Carlo (dove l’opera giunse come terza tappa nello stesso anno 1887della prima), da Tamagno a Del Monaco, hanno creato un modello interpretativo che recentemente è stato ridimensionato dalla innovativa analisi anti-eroica del personaggio da parte di Jonas Kaufmann, un’interpretazione già entrata nella leggenda dell’opera del nostro tempo.

 

- ORARIO DI INGRESSO DEL PUBBLICO | Per precise disposizioni di Cerimoniale e questioni legate alla sicurezza, l'ingresso del pubblico in Teatro sarà consentito a partire dalle ore 17.00 e non oltre le ore 18.30 (orario limite oltre il quale la possibilità di accesso non sarà più garantita).  Si raccomanda, quindi, la massima puntualità al fine di consentire al personale preposto il corretto e fluido svolgimento delle operazioni di controllo accessi.

- DRESS CODE | La serata inaugurale prevede il dress code - cravatta nera.

- GREEN PASS E MASCHERINA | Per prevenire il rischio di diffusione dei contagi da Covid -19, ricordiamo che per accedere in Teatro è necessario essere in possesso di Green Pass valido e che l'uso della mascherina è obbligatorio per l'intera durata dello spettacolo e comunque per tutta la permanenza in Sala e negli altri ambienti del Teatro. 


Inaugurazione Stagione d’Opera 2021/22

 Dal 21 novembre al 14 dicembre 2021

 

Giuseppe Verdi

OTELLO

Opera in quattro atti

libretto di Arrigo Boito

Direttore | Michele Mariotti

Regia | Mario Martone

Scene | Margherita Palli

Costumi | Ortensia De Francesco

Luci | Pasquale Mari

Video | Alessandro Papa

Assistente alla regia | Raffaele Di Florio

Assistente alle scene | Valentina Dellavia

Assistente ai costumi | Concetta Nappi

 Interpreti

Otello, generale dell'Armata Veneta | Jonas Kaufmann (21, 24, 28, 1, 4) / Yusif Eyvazov  (7, 10, 14)

Jago, alfiere | Igor Golovatenko

Cassio, capo di squadra | Alessandro Liberatore

Roderigo, gentiluomo Veneziano | Matteo Mezzaro

Lodovico, ambasciatore della Repubblica Veneta | Emanuele Cordaro

Montano, predecessore di Otello nel governo dell'Isola di Cipro | Biagio Pizzuti

Un araldo | Francesco Esposito

Desdemona, moglie di Otello | Maria Agresta

Emilia, moglie di Jago | Manuela Custer

 

 debutto al Teatro di San Carlo  Artista del Coro

 

Orchestra, Coro e Coro di Voci Bianche del Teatro di San Carlo
Maestro del Coro | José Luis Basso

Maestro del Coro di Voci Bianche | Stefania Rinaldi

 

Nuova produzione del Teatro di San Carlo in coproduzione con il Teatro Massimo di Palermo

 

mercoledì 24 novembre 2021, ore 18:00 - domenica 28 novembre 2021, ore 17:00

mercoledì 1dicembre 2021, ore 18:00 - sabato 4 dicembre 2021, ore 19:00

martedì 7 dicembre 2021, ore 20:00 - venerdì 10 dicembre 2021, ore 20:00

martedì 14 dicembre 2021, ore 20:00

DOMENICA 28 NOVEMBRE, BEATRICE RANA AL TEATRO REGIO DI PARMA PER LA STAGIONE CONCERTISTICA 2021-22.

BEATRICE RANA
PER LA STAGIONE CONCERTISTICA 2021-2022 
DEL TEATRO REGIO DI PARMA 
REALIZZATA DA SOCIETÀ DEI CONCERTI DI PARMA
 
La pianista acclamata e premiata in tutto il mondo
per la forte personalità delle sue interpretazioni
e il suo virtuosismo torna al Teatro Regio con un programma dedicato a Fryderyc Chopin, Claude Debussy
e Igor Stravinsky.
Teatro Regio di Parma 
domenica 28 novembre 2021, ore 20.30



Acclamata in tutto il mondo per la grande personalità delle sue interpretazioni e il suo impeccabile virtuosismo, Beatrice Rana torna sul palcoscenico del Teatro Regio di Parma domenica 28 novembre 2021, ore 20.30, per la stagione concertistica 2021-2022, realizzata da Società dei Concerti di Parma in collaborazione con Casa della Musica e con il sostegno di Chiesi.
 
Fresca del debutto con la Boston Symphony Orchestra e della pubblicazione per Warner Classic del CD interamente dedicato a Chopin, con gli Studi op. 25 e i Quattro Scherzi, Beatrice Rana eseguirà al Teatro Regio un programma composto da brani cardine del suo repertorio: è proprio il romanticismo raffinato e rivoluzionario dei Quattro Scherzi di Fryderyc Chopin ad aprire il programma della serata, che, passando attraverso il primo libro degli Études di Claude Debussy, chiuderà il suo percorso con le sfavillanti pagine dall’impronta orchestrale dei Trois mouvements de Petrouchka di Igor Stravinsky, trascrizione per pianoforte del balletto omonimo che il compositore stesso realizzò per il pianista Arthur Rubinstein, anch’essi oggetto di incisione in un premiatissimo CD pubblicato nel 2019.


Beatrice Rana ha scosso il mondo della musica classica internazionale nel 2013, con la vittoria della medaglia d’argento e del “premio del pubblico” al Van Cliburn International Piano Competition. Da allora si esibisce nelle sale da concerto e nei festival più rinomati al mondo, tra cui il Konzerthaus e il Musikverein di Vienna, la Berlin Philharmonie, il Concertgebouw di Amsterdam, il Lincoln Center e la Carnegie Hall di Amsterdam, la Tonhalle di Zurigo, la Wigmore Hall di Londra, La Roque d'Anthéron Festival, la Walt Disney Hall e la Hollywood Bowl di Los Angeles, il Kennedy Center di Washington DC. Collabora con direttori d’orchestra del calibro di Yannick Nézet-Séguin, Antonio Pappano, Fabio Luisi, Riccardo Chailly, Paavo Järvi, Valery Gergiev, Yuri Temirkanov, Gianandrea Noseda, Vladimir Jurowski, Gustavo Gimeno, Jun Märkl, Zubin Mehta e con orchestre quali la Royal Concertgebouw Orchestra, la London Philharmonic Orchestra, l’Orchestre de Paris, la Royal Stockholm Philharmonic Orchestra, la Toronto Symphony Orchestra, la BBC Symphony Orchestra, la Seoul Philharmonic, l’Orchestre National de France, la Tonkünstler Orchester, l’Orchestra Sinfonica di Lucerna, l’Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, l’Orchestra Sinfonica della RAI, la Filarmonica della Scala, la Filarmonica di San Pietroburgo e molte altre. Le sue incisioni discografiche, in esclusiva per Warner Classic, hanno ricevuto premi e riconoscimenti internazionali. L’incisione delle Variazioni Goldberg di Johann Sebastian Bach, nel 2017, elogiata dai critici di tutto il mondo e premiata come “Young Artist of the Year” ai Gramophone Awards e “Discovery of the year” agli Edison Awards, rappresenta una pietra miliare nella sua carriera. Nel 2017 Beatrice Rana ha fondato il Festival di musica da camera “Classiche Forme” nella sua città natale, Lecce, in Puglia. Il Festival è diventato uno dei più importanti eventi estivi italiani. Dal 2020 è direttore artistico dell’Orchestra Filarmonica di Benevento.
 


giovedì 18 novembre 2021

La Voix humaine e The Telephone al Filarmonico per l'ultimo appuntamento della Stagione 2021.

 

Ultimo appuntamento per la Stagione Lirica 2021 con due brevi opere in un’unica serata



Quelle telefonate che allungano la vita:

La Voix humaine e The Telephone al Filarmonico

Due rari capolavori del ‘900 allestiti per la prima volta insieme a Verona: vite appese al filo del telefono nell’intenso monologo di Poulenc e nella commedia di Menotti.

Francesco Lanzillotta dirige l’Orchestra della Fondazione Arena con Cappiello, Bini e Verna nella nuova produzione firmata da Federica Zagatti Wolf-Ferrari

 

prima Domenica 28 novembre ore 15.30

Martedì 30 novembre ore 19.00

Giovedì 2 dicembre ore 20.00

Domenica 5 dicembre ore 15.30

Stagione Lirica 2021 - Teatro Filarmonico

Squilla il telefono e si apre il sipario sull’inedito dittico operistico domenica 28 novembre alle 15.30 al Teatro Filarmonico ∙ Il soprano Lavinia Bini interpreta una donna sconvolta da un doloroso addio nella geniale pièce di Jean Cocteau, già cavallo di battaglia di artiste come Anna Magnani e Sophia Loren, qui musicata da Francis Poulenc ∙ Opposta e complementare è la breve opera buffa di Gian Carlo Menotti, mai rappresentata a Verona: Lucy e Ben sono Daniela Cappiello e Francesco Verna, alla prese con un esilarante terzo elemento incomodo ∙ L’Orchestra della Fondazione Arena di Verona è diretta dal M° Lanzillotta mentre la nuova produzione vede la regia di Federica Zagatti Wolf-Ferrari, le scene di Maria Spazzi, i costumi di Lorena Marin e le luci di Paolo Mazzon.

La Voix humaine è la terza e ultima opera teatrale di Francis Poulenc (1899-1963): dopo la surreale Les Mamelles de Tirésias e l’ampio capolavoro Dialogues des Carmélites, l’atto unico sulla Voce umana (che traspone quasi integralmente il testo in prosa di Jean Cocteau, 1930) è forse anche il suo esperimento formale più ardito nel genere. In meno di cinquanta minuti di musica, si assiste ad una scena di compattezza e densità drammatica inaudite, dove l’orchestra e il canto sono perfettamente modellati sulla parola recitata, le sue mille sfumature ed il suo significato profondo, talvolta nascosto.

La vicenda è semplice e immediata: nella sua stanza, una giovane donna è impegnata in un’unica lunga telefonata, nonostante la linea sia più volte interrotta e disturbata. A poco a poco il pubblico capisce che all’altro capo del filo si trova un uomo, che non sarà mai visto né udito in scena, con cui si sta consumando l’ultima chiamata di addio. Sulla sola interprete femminile in scena (genericamente definita “lei”) ricade tutta la responsabilità dell’esecuzione: alla sua voce e alle sue doti attoriali spetta svelare le inquietudini, le menzogne, le preghiere, il pianto, i sorrisi nervosi, la disperazione della protagonista che ha, come unico mezzo per comunicare a distanza il proprio amore, solo la voce umana, mediata dalla cornetta del telefono.

Prima ancora dell’opera di Poulenc (cui arrise un grande successo sin dalla prima nel 1959), la pièce di Cocteau aveva attirato l’interesse di diversi interpreti, arrivando anche a costituire un intero episodio del film L’Amore di Roberto Rossellini, la cui protagonista fu un’intensa Anna Magnani, e quindi diversi omaggi cinematografici recenti, che hanno coinvolto da Sophia Loren a Tilda Swinton, da Madonna ad Almodóvar.

Il soprano toscano Lavinia Bini si cimenta nell’impegnativo atto unico, che ritorna dopo molti anni sul palcoscenico del Teatro Filarmonico nel ruolo che a Verona è stato di Magda Olivero (in italiano nel 1988), dame Gwyneth Jones (in scena) e Tiziana Fabbricini (in forma di concerto). Sul podio dell’Orchestra della Fondazione Arena fa il suo gradito ritorno il maestro Francesco Lanzillotta, reduce da quattro anni di successi alla guida dello Sferisterio di Macerata, ugualmente impegnato nell’opera e nel repertorio sinfonico con successo di pubblico e di critica.

Dopo l’intervallo i toni si alleggeriscono grazie al breve atto unico di Gian Carlo Menotti (1911-2007), da lui stesso definito opera buffa: The Telephone (1947) guarda scopertamente al genere dell’intermezzo buffo settecentesco ma con la melodia e la scaltrezza dell’uomo del Novecento che conosceva Broadway e i meccanismi della presa sul pubblico. Il malizioso sottotitolo L’Amour à trois investe l’apparecchio telefonico di uno scomodo ruolo, quasi un animale domestico che si intromette fra gli amanti, per poi permetterne riconciliazione e (si spera) lieto fine.

Il sipario si apre su Ben, che raggiunge l’amata Lucy per comunicarle qualcosa di importante prima di partire per un viaggio di lavoro. Lucy però è sempre al telefono, in una rete di interruzioni e pettegolezzi con invisibili interlocutori, mentre Ben perde la pazienza e il tempo a sua disposizione. Giunta l’ora della partenza, al povero protagonista maschile non resta che parlare con Lucy da una cabina telefonica: grazie all’odiato e indiscreto mezzo può almeno avere l’attenzione di lei e chiederla in sposa, per il suo ritorno: Lucy dice sì, con grande gioia di entrambi (finché un nuovo squillo di telefono non li separi).

Sensibile librettista e compositore, considerato un reazionario sui generis dalle avanguardie del Secondo Novecento che trovavano spazio al suo lungimirante Festival dei Due Mondi senza mai ricambiarne l’ospitalità, Menotti non ha mai goduto di rappresentazioni al Teatro Filarmonico di Verona, se si eccettua un brano dall’opera commissionata dalla NBC Amahl and the night visitors eseguito in un concerto natalizio del 1997. The Telephone è quindi una prima assoluta e arriva sul palcoscenico del Filarmonico con il giovane soprano sorrentino Daniela Cappiello (Lucy) e il baritono Francesco Verna (Ben) in una nuova produzione realizzata da un team creativo completamente al femminile: al suo debutto veronese è la regista Federica Zagatti Wolf-Ferrari, che si avvale della collaborazione di Maria Spazzi per le scene e di Lorena Marin per i costumi. Le luci sono firmate dall’esperto areniano Paolo Mazzon.

«Chissà se Menotti e Poulenc immaginavano che il telefono sarebbe diventato l’oggetto fondamentale nella vita di oggi… – osserva il maestro Francesco Lanzillotta, descrivendo i diversi ruoli dell’orchestra nei due titoli – In Poulenc la partitura scorre come l’acqua di un ruscello, è musica raffinata in cui la ricerca di colori significanti più che di melodie coinvolgenti è alla base di una concezione illuminata di grande teatro musicale. Menotti segue il canto con un tappeto di velluto morbido e con ironia sottile, la cui apparente semplicità è il punto di arrivo di un percorso compositivo complesso, che lavora per sottrazione, eliminando il superfluo, ricordandoci che semplice non significa banale». 

Proprio l’onnipresenza del telefono è al centro dello spettacolo pensato dalla regista Federica Zagatti Wolf-Ferrari e lega le due opere come parti di uno stesso arco temporale che tocca diverse generazioni: «Il telefono interrompe, limita, spezza e sbriciola l’attività della mente in frammenti impossibili da ricomporre: un tempo per la precarietà della linea, oggi per la “necessità” dei social di esaurire un argomento in 15 secondi, per passare il più velocemente possibile ad altro. Oggi come ieri, è il telefono a possedere noi, non siamo noi a possedere un telefono. In scena prevale un elevamento: il filo. In Poulenc, come un conto alla rovescia, il filo diventa sempre più corto, fino a diventare irraggiungibile. In Menotti assistiamo a una moltiplicazione mostruosa e angosciante di fili, simbolo della bulimia comunicativa e dell’iper-connettività odierna che domina azioni e relazioni, anche quella fra Lucy e Ben».

«Prima di presentare il cartellone del 2022 – conclude Cecilia Gasdia, Sovrintendente e Direttore Artistico della Fondazione Arena di Veronapuntiamo i riflettori sull’ultimo titolo della nostra Stagione Lirica 2021: una stagione anomala, che non ha potuto contare su campagne abbonamenti né sulla serenità dei tempi ma che finalmente ha ritrovato il pubblico dal vivo. Sul palcoscenico del Teatro Filarmonico diamo finalmente spazio ad un repertorio tra i meno frequentati a Verona con due vette del teatro musicale del Novecento. Siamo particolarmente contenti di affidare la creazione e la realizzazione di questo nuovo allestimento a nomi nuovi e giovani di talento, anche in scena, sia nella intensissima interpretazione del monologo di Poulenc, sia nel brio dell’opera buffa di Menotti, che qui è arricchita di significati, nel rispetto dell’opera originale, con una lettura profonda e davvero contemporanea».

Dopo la prima di domenica 28 novembre, il dittico telefonico La Voix humaine – The Telephone va in scena martedì 30 novembre (alle 19), giovedì 2 dicembre (alle 20) e domenica 5 dicembre (alle 15.30). I biglietti sono già in vendita online e presso la Biglietteria centrale, e anche presso la Biglietteria di via Mutilati due ore prima di ogni spettacolo. Per legge, l’accesso e la permanenza in teatro sono consentiti solo indossando la mascherina chirurgica ed esibendo il green pass (ulteriori informazioni disponibili alla pagina web https://www.arena.it/it/teatro-filarmonico/info-covid).

Con La Voix humaine – The Telephone continua l’iniziativa Ritorno a Teatro rivolta al mondo della Scuola all’interno della proposta Arena Young 2021: martedì 30 novembre alle ore 18.00 e giovedì 2 dicembre alle ore 19.00 gli studenti delle scuole primaria e secondaria, i loro familiari, gli insegnanti, i dirigenti scolastici e il personale ATA potranno assistere allo spettacolo a prezzo speciale: € 6,00 per gli studenti e € 12,00 per gli adulti. L’incontro propone un Preludio, momento introduttivo allo spettacolo alla presenza di alcuni dei protagonisti dell’opera. Inoltre Fondazione Arena di Verona apre le porte della sua prova generale alla Scuola, all’Università, al Conservatorio e al Polo Nazionale Artistico VAO per una speciale Anteprima giovani pomeridiana venerdì 26 novembre (informazioni e prenotazioni a scuola@arenadiverona.it).  

Il Pipistrello di Strauss figlio approda al Teatro del Borgo di Firenze.

 


Il Pipistrello di Strauss figlio approda al Teatro del Borgo di Firenze.

 

Domenica 28 novembre, alle ore 17.30, Sol Omnibus Lucet APS, in collaborazione con Modesta Compagnia dell’Arte, presenta la quinta replica dell’operetta Il Pipistrello di Johann Strauss Jr. 

 

La messa in scena avrà luogo al Teatro del Borgo a Firenze (via di S. Bartolo a Cintoia 97) e vedrà Maurizio Tonelli nuovamente nei panni del ricco possidente Gabriel von Eisenstein: attore, regista, sceneggiatore, scenografo, produttore, didatta nonché direttore artistico di importanti rassegne culturali ed organizzatore di eventi, tra le sue esperienze registiche si ricordano Copenaghen di Michael Frayn, Un cavallo di razza, Living the beat of theatre e Perché sei tu Romeo di Maurizio Tonelli, Le serve di Jean Genet, Peronella di Giovanni Boccaccio, Due signore e un Cherubino di Goliarda Sapienza, La farsa del Maestro Pathelin di Caterina Zarelli e Maurizio Tonelli, Per un poco di Rossetto di Giuseppe di Francesco. In qualità di attore ha invece partecipato alle seguenti produzioni: Aulularia di Plauto, Il dio del massacro di Yasmina Reza, La locandiera di Carlo Goldoni, La morsa e Cecè di Luigi Pirandello, Sarto per signora di George Feydou.

 

I soprani Chisako Miyashita e Giada Maria Zanzi, invece, interpreteranno rispettivamente Rosalinde – la moglie di Gabriel – e la cameriera Adele. La Miyashita, al debutto nel ruolo, è una cantante che vanta numerose esperienze in Italia e all’estero. Membro della “Fujiwara Opera Company”, si laurea e successivamente consegue anche il Master of Arts con Indirizzo Lirico presso l’Università Musicale “Kunitachi” di Tokyo. Trasferitasi in Italia, nello stesso anno si diploma in Canto Lirico al Conservatorio di Bologna e vince il II Premio al Primo Concorso Internazionale “Città di Minerbio”. È solista in numerosi concerti di musica sacra, in Giappone, Germania e Italia, fra cui Messiah (Händel), Magnificat (Bach, Vivaldi), Requiem (Fauré, Mozart, Bruckner), Deutches Requiem (Brahms), Stabat Mater (Pergolesi), Messa in Do maggiore (Beethoven). Il suo repertorio abbraccia sia ruoli elegiaci sia di coloratura di compositori quali Bellini, Donizetti, Verdi, Mozart. In qualità di soprano solista prende parte a numerosi concerti lirici ed importante è anche la sua attività operistica: si ricordano le sue partecipazioni a L’elisir d’amore, Don Pasquale, Il flauto magico, Don Giovanni, Rigoletto, Le nozze di Figaro; merita una particolare menzione la sua interpretazione di Rosina ne Il barbiere di Siviglia di Paisiello al Teatro Comunale di Bologna. È inoltre docente di Canto Lirico all’Accademia Musicale dei Floridi.

 


Il soprano leggero Giada Maria Zanzi ha invece già interpretato più volte il ruolo di Adele oltre a Olympia ne I racconti di Hoffmann di Offenbach, Adina ne L’elisir d’amore di Donizetti, Barbarina ne Le nozze di Figaro e La Regina della Notte ne Il flauto magico di Mozart, Musetta ne La bohème di Puccini. Ha debuttato come Serpina ne La serva padrona di Pergolesi alla Regia Accedemia Filarmonica, Susanna ne Le nozze di Figaro al Teatro Aldrovandi-Mazzacorati, nonché Oscar in Un ballo in maschera di Verdi al Teatro Dehon. Come solista e artista di coro ha cantato, tra gli altri, nei teatri Antoniano, Guardassoni, Di Marfisa, Manzoni.  Svolge anche un’intensa attività concertistica in tutta Italia: si è esibita come solista per diverse rassegne musicali italiane e al fianco del duo Jalisse, a Teolo, per un concerto in favore delle vittime del terremoto di Amatrice.

 

La direzione musicale di questa nuova messa in scena della celebre operetta sarà affidata alla giovanissima Matilde Bianchi: bolognese di nascita, cresce in un ambiente musicale (figlia di musicisti è fin dai tempi dell’infanzia circondata da diversi strumenti musicali coi quali si cimenta, prediligendo il pianoforte). Oltre a qualificarsi ai primi posti in diversi concorsi internazionali, nel 2017 vince una borsa di studio per le eccellenze musicali al concorso “Giovani in Crescendo” di Pesaro, esperienza significativa con la quale inizierà a debuttare da solista con numerose orchestre in diverse città italiane quali Pesaro, Bologna, Vinci. Attualmente frequenta il biennio di Pianoforte al Conservatorio G. B. Martini di Bologna sotto la guida del M° Matteo Fossi.

 

Regia di Maurizio Tonelli. Costumi e scenografie di Mirta Zagonara. INGRESSO: 10,00€ || PER PRENOTAZIONI: +39 375.57.28.488 – info@teatrodelborgo.itprenotazioni@teatrodelborgo.it

 

 

Una prima esecuzione assoluta al Costanzi inaugura la stagione 2021-22.


JULIUS CAESAR DI GIORGIO BATTISTELLI INAUGURA

LA STAGIONE 2021-22 DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA:

SUL PODIO IL DIRETTORE MUSICALE DANIELE GATTI

ALLA REGIA ROBERT CARSEN

La prima di sabato 20 novembre sarà trasmessa in diretta/differita su Rai 5

e il giorno successivo sulle frequenze di Rai Radio3


Sarà una prima rappresentazione assoluta ad aprire la stagione 2021-22 del Teatro dell’Opera di Roma, Julius Caesar, commissionata dal Lirico romano a uno dei principali compositori di oggi, Giorgio Battistelli. È la prima volta, in tempi recenti, che il Costanzi inaugura la sua stagione con un’opera del proprio tempo. L’unico precedente risale al 1901 con l’apertura affidata a Le maschere di Mascagni. Alla direzione dell’Orchestra del Teatro dell’Opera il suo direttore musicale Daniele Gatti mentre la regia è di Robert Carsen.

 

La nuova tragedia in musica sarà proposta da Rai Cultura in diretta/differita sul suo canale Rai5 a partire dalle 21.15. Domenica 21 sarà invece possibile ascoltarla sulle frequenze di Rai Radio3.

 

Partendo dalla tragedia di William Shakespeare, Ian Burton ha realizzato un libretto in due atti attenendosi fedelmente al testo originale, pur modernizzandolo di tanto in tanto e ampliando il ruolo del fantasma di Cesare.

 

“Più che un lavoro sulla violenza, è un lavoro psicologico - ha dichiarato il compositore Giorgio Battistelli, Leone d’oro alla carriera 2022 - Non è un’opera di violenza ma amletica, di dubbio. È una scrittura densa, cupa. Sul piano drammaturgico e musicale, ci sono parti dove il canto fuori scena si incastra nell’orchestra, ibridazioni tra suono dell’orchestra e suono umano”.

 

È un privilegio – ha dichiarato il maestro Daniele Gatti - poter tenere a battesimo una nuova opera su un soggetto così alto e importante, creata da uno dei maggiori compositori di oggi, Giorgio Battistelli, per di più come congedo dal mio teatro, dopo tre anni meravigliosi. Il tutto con il suggello della regia dell’amico Robert Carsen. Credo che sia un segnale forte aprire la stagione con una prima esecuzione assoluta: un segno della nostra fiducia verso il nuovo e verso l’innovazione culturale”.

 

La tragedia di Giulio Cesare viene ambientata da Robert Carsen, che firma anche le luci, nella Roma di adesso. “La musica è di oggi e Giorgio scrive per il pubblico odierno – ha affermato il regista – Vediamo il Senato di Roma così com’è ora e sulla scena si muovono uomini politici in abiti moderni. Si tratta di senatori romani perché di questo parla il testo, ma è una trama che potrebbe accadere ovunque nel mondo, nel senso che la politica prevede dappertutto gli stessi meccanismi. Mettere in scena il nuovo lavoro di Battistelli e Burton (è la terza volta che lavoriamo insieme) non è solo un onore, ma anche una sfida particolare, dal momento che l’opera debutta in prima assoluta a Roma, città dove si svolge l’azione del dramma di Shakespeare”.

 

È un’opera tutta al maschile. L’unico personaggio femminile è Calpurnia, la moglie di Cesare.

Il cast vocale include Clive Bayley (Julius Caesar), Elliot Madore (Brutus), Julian Hubbard (Cassius), Dominic Sedgwick (Antony), Michael J. Scott (Casca), Hugo Hymas (Lucius), Ruxandra Donose (Calpurnia), Alexander Sprague (Octavius), Christopher Lemmings (Cinna / Marullus), Christopher Gillett (Indovino / I Plebeo), Allen Boxer (Flavius / Metellus / II Plebeo), Scott Wilde (Decius / III Plebeo), Alessio Verna (Servo di Cesare / Titinius / IV Plebeo).

Dirige il Coro del Teatro dell’Opera di Roma il maestro Roberto Gabbiani.

Le scene sono di Radu Boruzescu, i costumi di Luis F. Carvalho e le luci dello stesso Carsen con Peter Van Praet.

 

Dopo la prima di sabato 20 novembre, sono previste quattro repliche: martedì 23 e giovedì 25 alle ore 20.00, sabato 27 alle 18.00 e domenica 28 alle 16.30.

 

I biglietti per la stagione 2021-22 sono in vendita presso la biglietteria e sul sito del Teatro dell’Opera di Roma.

 

Per informazioni: operaroma.it

UN SECOLO DI MUSICA CON IL CORO FEMMINILE DEL TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA.

 


 

UN SECOLO DI MUSICA CON IL CORO FEMMINILE DEL TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA

 

Sul podio Gea Garatti Ansini; al pianoforte Costantino Petridis

 

Venerdì 19 novembre alle 19 in diretta streaming sulla pagina Facebook del TCBO

 

È il Coro femminile del Teatro Comunale di Bologna, diretto da Gea Garatti Ansini e accompagnato dal pianista Costantino Petridis, il protagonista del concerto intitolato “Cori di Dame”, trasmesso venerdì 19 novembre alle ore 19 in diretta streaming sulla pagina Facebook del TCBO.

 

Il programma, che abbraccia un secolo di storia della musica, è dedicato a brani per coro femminile: produzioni sacre, quali una pagina di rara esecuzione come La Fede, La Speranza, La Carità, tre cori religiosi per voci e pianoforte di Gioachino Rossini – con la voce solita di Antonella Montali – e “Laudi alla Vergine Maria” dalla raccolta dei Quattro pezzi sacri di Giuseppe Verdi, i cui versi sono tratti dalla preghiera a Maria contenuta nel Canto XXXIII del Paradiso di Dante. Si ascolteranno anche alcuni cori del repertorio operistico ottocentesco italiano: ancora di Rossini “Dall’Oriente l’astro del giorno” tratto dall’Ermione, mentre di Giacomo Puccini il Madrigale da Manon Lescaut, entrambi con la voce solista di Lucia Michelazzo. Marcelle Jauretche interpreta poi la parte di Giannetta nel coro “Sarìa possibile” dall’Elisir d’amore di Gaetano Donizetti, mentre Maria Adele Magnelli è solista nel Canto di donne dall’Atto I da Francesca da Rimini di Riccardo Zandonai e nel Coro di Mousmè da Iris di Pietro Mascagni.

Completano il programma il Coro di Zingarelle dalla Traviata e il Coro delle Streghe dagli Atti I e III del Macbeth di Verdi, il Coro di Amorini dall’Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea e il Coro di Pastorelle dall’Andrea Chénier di Umberto Giordano.