"CRISPINO E
LA COMARE" PER L’INAUGURAZIONE DEL FESTIVAL DELLA VALLE D'ITRIA
Martina Franca - Con il primo dei due titoli d'opera riservato al Belcanto
italiano dell'800, "Crispino e la Comare", è stato inaugurato il XXXIX Festival di
Martina Franca. Insolita apertura inaugurale dedicata ad un'opera buffa o
meglio ad un melodramma fantastico-giocoso scritto dai fratelli napoletani
Luigi e Federico Ricci e tratto dal libretto di Francesco Maria Piave. Questa
composizione viene considerata un classico dell'opera buffa di metà ottocento,
tanto che lo stesso Verdi l'ebbe in grande considerazione. Esistono altri
libretti ispirati a questo tema, ma tutti si ispirano all' antico canovaccio
teatrale francese di Noel Le Breton del
1647, intitolato "Crispin medecin". "Crispino e la Comare"
dei fratelli Ricci ebbe molto successo fino alla fine dell'ottocento ma poi quasi del tutto ignorata; venne ripresa solo
nel 1986 e messa in scena a Venezia da Roberto De Simone. La rappresentazione
di Martina Franca è stata, quindi, la prima del XXI secolo. Si diceva insolita, come opera inaugurale, perché
normalmente in questa serata vengono proposti titoli più impegnativi, ma non
per questo la rappresentazione è stata meno apprezzata, tutt'altro. Applausi
anche a scena aperta e grandi consensi
alla fine della recita per tutti gli artisti. Ancora una volta, ed ora in modo
più significativo, viene confermato un deciso stacco dalle scelte e dallo stile
proposto dalle precedenti direzioni artistiche, un deciso svecchiamento dei
canoni già visti che hanno prodotto la decisione del direttore artistico
Alberto Triola di aprire il Festival con un'opera buffa, ma che proponeva anche evidenti finalità morali. Ottima scelta anche
del cast degli artisti, dal giovanissimo direttore Jader Bignamini, ai giovani
cantanti Stefania Bonfadelli, Romina Boscolo ed ancora al giovane regista
Alessandro Talevi e alle scene e costumi realizzati rispettivamente da Ruth
Sutcliffe e Manuel Pedretti; citazione a
parte merita il protagonista Domenico Colaianni, bravissimo nel ruolo buffo del
ciabattino Crispino Tacchetti (nomen
omen), con una forte presenza scenica sia nel ruolo buffo che in quello più serio. Circa due ore e mezza di spettacolo con
un'iniziale scenografia di una piazza estesa idealmente alla platea, dove i
protagonisti si sono anche esibiti cantando tra il pubblico. La leggerezza
dello spettacolo e la bravura di tutti i giovani artisti ha consentito una
totale gradevolezza dell'opera che il numerosissimo pubblico che ha riempito ogni ordine di posti ha mostrato di gradire. L'orchestra internazionale d'Italia, ormai di
casa a Martina, è stata diretta con maestria ed attenzione da Jader Bignamini.
Il Festival di Martina Franca conferma la sua vocazione di rivalutazione di
opere trascurate nel tempo ed il ruolo altrettanto importante di trampolino di
lancio di giovani artisti. Piace ricordare tra questi il giovane direttore
Giacomo Sagripanti, approdato, dopo le sue performances a Martina, in Irlanda,
Francia, Stati Uniti e per ultimo Fenice di Venezia. Novità significative di
questo Festival anche il coinvolgimento di realtà musicali pugliesi, come la
presenza del Coro della Fondazione Petruzzelli di Bari del maestro Franco
Sebastiani in quest’opera di apertura e dell’Orchestra ICO della Magna Grecia
di Taranto per quattro repliche de “L’ambizione delusa” di Leonardo Leo a
Martina ed a Matera, che costituisce un inedito abbinamento tra il Festival della Valle d'Itria di Martina Franca ed il Festival Duni di Matera.
G. L.
Nessun commento:
Posta un commento