SPLENDIDA “GIOVANNA
D’ARCO” AL FESTIVAL DELLA VALLE D’ITRIA
Martina Franca – Giornata storica per il Festival della
Valle d’Itria per la presenza del Ministro dei Beni ed Attività Culturali e del Turismo Massimo
Bray alla rara rappresentazione dell’opera “Giovanna d’Arco” di Giuseppe Verdi.
In precedenza il ministro era stato ricevuto
nella sala consiliare del Comune di Martina Franca dalle autorità
locali, tra cui il Sindaco Francesco Ancona, il Presidente del Festival Franco
Punzi e il Direttore Artistico Alberto
Triola. Parole appassionate ed accorate quelle del Presidente del Festival Franco Punzi che ha chiesto maggiore
attenzione per la rassegna martinese e per la sua unicità che la caratterizza. Anche il Direttore Artistico Alberto Triola
ha sottolineato il ruolo di
straordinario laboratorio della rassegna martinese per la cultura e la capacità
che questo festival ha di ricongiungere la
ricerca e la formazione di tanti giovani artisti tesi alla realizzazione di
importanti opere. Il ministro, dal canto suo, ha dichiarato di essere contrario
ai tagli alla cultura e di essere attento alle Fondazioni liriche, che
rappresentano le radici di un’intera civiltà. Il ministro, ha concluso
il suo intervento rivolgendosi al Presidente Punzi ed al Direttore artistico e
facendo riferimento all’esclusione del Festival martinese dal finanziamento ai festival musicali ed operistici di prestigio internazionale con parole
molto schiette : “Meritate più rispetto”. Tornando all’opera di Verdi portata sul palco
del Palazzo Ducale, dopo il successo ottenuto nel 1845, la stessa ha avuto
pochissime riprese. E’ accaduto solo nel 1951, al Teatro San Carlo di Napoli, in occasione dei
cinquant’anni dalla morte del compositore di Busseto e recentemente al Teatro Regio di Parma nell'ambito del Festival Verdi. La
riproposizione di quest’anno, a duecento anni dalla nascita,
rende giustizia a Verdi e ad un’opera che è stata apprezzata dal folto
pubblico di giornalisti, intenditori
italiani e stranieri, musicisti ed appassionati che hanno riempito, fino ad
esaurire, l’intero atrio del Palazzo
Ducale. Quest'opera rappresenta, quasi, l'ideale continuazione dell'Ernani proposto da Rodolfo Celletti nel 199, che ebbe come protagonisti Vincenzo La Scola, Daniela Dessì, Paolo Coni e Michele Pertusi. Bella la scenografia, semplice ma essenziale, che presenta un ponte di pietra, sulle tre porte di
Tebe, come nel teatro classico, ed al lato una scala; sul palco un unico grande
Molto
interessante anche il progetto scenico e la regia di Fabio Ceresa; perfetta l’orchestra internazionale d’Italia sotto la guida del direttore Riccardo Frizza,
molto attento a seguire i cantanti
quanto i maestri d’orchestra. Per
ultimo, ma è il caso di dire “The last, but not the least”, il coro della
Fondazione Petruzzelli del maestro Franco Sebastiani, che ha svolto con
puntualità estrema e dinamismo il ruolo
di ufficiali francesi e soldati inglesi, abitanti di Dom-Remy e di Reims, spiriti
eletti e spiriti malvagi, senza un attimo di tregua ed in ruoli differenziati e variegati per sonorità, carattere e tinta; un impegno davvero notevole sia dal punto di vista fisico che artistico.
spazio scenico dove si svolge l’intera opera, rappresentando
di volta in volta la foresta, la piazza, i campi. Eccellente il cast di giovani artisti che hanno strappato prolungati e sentiti applausi, anche a
scena aperta, al pubblico rapito dalla intensità del dramma e dalla bravura di
tutti i protagonisti. La rappresentazione inizia con l’overture in cui si
avvicendano sonorità più forti, in riferimento alle battaglie e più pacate
quando si vuole richiamare la quiete della foresta. Protagonista assoluta l’angelica guerriera Giovanna, divisa tra due amori, quello per Carlo e quello per il padre Giacomo(che con lei ha un rapporto di padre-padrone, almeno del suo destino), interpretata da
Jessica Pratt sarebbe stata applaudita anche da Verdi, notoriamente esigente
nella scelta dei cantanti; la sua interpretazione è stata superba. Straordinaria la sua presenza scenica e la capacità vocale negli assoli quanto nei duetti e concertati lungo tutta l’opera; semplicemente straordinari i filati. Molto apprezzato ed applaudito anche il
giovane Julian Kim, nel ruolo di Giacomo, padre di Giovanna per la sua vocalità
e presenza scenica ed anche Jean-Francois Borras nel ruolo di Carlo VII.
G.L.
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