UNA SONNAMBULA TRA
FIABA E REALTA’
Bari - Spettacolo delizioso per
grazia, dolcezza e professionalità di tutti i protagonisti questa “Sonnambula”
andata in scena al Petruzzelli per la regia di Giorgio Barberio Corsetti con un
allestimento non tradizionale ma allegorico. Un’opera in due atti, su libretto
di Felice Romani, tratta dal ballo pantomimo “La Sonnambule, ou l’arrivèe d’un nouveau seigneur” di Eugene Scribe
e Jean Pierre Aumer e dalla comedie-vaudeville “La sonnambule” di E. Scribe e Germaine Delavigne. Parte della
musica composta per “Ernani” viene riutilizzata per quest’opera. Il tema del
sonnambulismo è presente già nel Seicento nella tragedia di Lady Macbeth di
Shakespeare e due secoli dopo anche la musica se ne appropria. La storia di
“Sonnambula” di Bellini è semplice nel suo sviluppo ed il compositore siciliano
ha saputo descrivere al meglio i sentimenti di dolore, sofferenza intima e
gioia dei suoi personaggi, con pagine di grande purezza musicale. Una storia
d’amore a lieto fine tra Amina ed Elvino, che per un presunto tradimento di
Amina rischia di trasformarsi in dramma, ma che nel finale si ricompone
felicemente. La scenografia di Cristian Taraborrelli (autore anche dei costumi)
ha inteso rappresentare il dualismo sogno/realtà ed il senso del dramma sotteso
tra infanzia e maturità, anche in modo visibile, con mobili (letto, poltrona,
cassettiere) in due tipologie, una gigante e l’altra in miniatura. Atmosfera da
favola nella coreografia di Roberto Aldorasi, dove il coro ed i protagonisti appaiono
come gnomi di un tempo remoto, quasi a voler prendere le distanze da un
racconto idilliaco, una favola lontana dalla realtà. Efficaci i disegni animati
di Gianluigi Toccafondo, il disegno luci di Marco Giusti. Quanto agli
interpreti sul palco, il soprano Jessica Pratt ha confermato le sue qualità
vocali ed interpretative, esaltandosi nel ruolo di Amina; possente la sua
presenza scenica e la sua voce limpida e ricca di colorature (già apprezzate
nel ruolo di Giovanna d’Arco al Festival della Valle d’Itria 2013). Il pubblico le ha riservato calorosi applausi,
per l’intensità di accenti, per gli acuti di perfetta intonazione ed il
notevole coinvolgimento emotivo. Mirabile l’aria finale di Amina: “Ah, non credea mirarti si presto estinto, o
forse passasti al par d’amore che un giorno sol durò”, che tra l’altro è
l’epitaffio riportato sulla tomba del musicista siciliano. Bravi anche tutti gli altri interpreti: il
tenore Johan Osborne (Elvino), il basso Paolo Pecchioli (Conte Federico), il
soprano Alessandra Marianelli (Lisa), il mezzosoprano Sara Allegretta (Teresa),
Francesco Verna (Alessio) e Raffaele Pastore (Notaro). Applausi per il bravo direttore Daniele Callegari, ben
assecondato dalla giovane e promettente Orchestra e dal Coro della Fondazione
Petruzzelli. Un plauso particolare va rivolto al coro diretto dal maestro
Franco Sebastiani che riesce ad emergere sia sul piano vocale che su quello
scenico, interpretando perfettamente l’opera di Bellini nei differenti momenti
di drammaticità, alternati con altri meno intensi.
G. L.
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