lunedì 10 febbraio 2014

ELEKTRA AL PETRUZZELLI: UNA GRAN BELLA SORPRESA

GRANDIOSO SUCCESSO PER L’ELEKTRA FIRMATA DA GIANNI AMELIO



Bari – Scelta indovinata quella della Fondazione Petruzzelli, che a 150 anni dalla nascita di Richard Strauss, ha deciso  di ricordare il grande musicista tedesco con una delle sue opere più importanti : l’Elektra,   libretto del drammaturgo  Hugo von Hofmannsthal ed ispirato all’omonima tragedia di Sofocle. Dal 1909, anno della prima rappresentazione al  teatro Koniglisches Opernhaus di Dreda (e non fu un gran successo…), l’opera non è stata mai rappresentata a Bari; ci sono voluti più di 100 anni perché venisse proposta. La scelta si è dimostrata vincente non solo per il un tutto esaurito anche in occasione della quinta replica cui abbiamo assistito, ma anche per il successo di critica: nove minuti di applausi parlano da soli. Per parlare della recita di questa sera, è doveroso soffermarsi sulla superba messinscena dell’opera  affidata ad uno dei maggiori registi italiani provenienti dal mondo del cinema: Gianni Amelio. Nel corso di questa stagione lirica , lo seguiranno altri due nomi illustri della cinematografia : Ferzan Ozpetek  con la regia di “Traviata” e Marco Bellocchio per i “Pagliacci”. L’allestimento barese di Elektra, è realizzato in coproduzione con il Teatro Lirico di Cagliari e la scenografia è lasciata all’inventiva straordinaria di Sergio Tramonti, i costumi  realizzati dalla capacità creativa di Maurizio Millenotti  e le luci affidate a Pasquale Mari. La scenografia è caratterizzata da uno spazio delimitato da pareti verticali, da un ripiano inclinato, da un bunker (che è il rifugio fisico ed intimo di Elettra) ed una scala che porta alle camere del palazzo reale; le luci, normalmente soffuse , diventano forti nei momenti topici della recita. La saga che sta alla base di questo dramma risale ad una delle più importanti opere della mitologia greca, Elektra ed ha il primitivo germe nello scellerato omicidio di Ifigenia, figlia di Clitennestra e dello stesso Agamennone, ad opera proprio del padre, Re di Micene. E’ questa la scintilla che dà origine al delittuoso meccanismo di vendette familiari che porterà Clitennestra a far assassinare Agamennone per mano di Egisto(suo amante e dopo suo marito) ed Oreste ad uccidere sua madre Clitennestra ed il suo amante . Oreste, a sua volta, sarà oggetto di persecuzione da parte delle Erinni per il parricidio. Il dramma si svolge storicamente nel periodo immediatamente successivo alla fine della guerra di Troia, nel palazzo degli Atridi di Micene.  Hugo von Hofmannstahl ha saputo disegnare in questo dramma  dei profili psicologici molto interessanti: Elettra è una donna ossessionata dal desiderio di vendetta nei confronti di sua madre Clitennestra e di marito Egisto; la sorella Crisotemide è una figura fragile e debole, che desidera solo sposarsi ed avere dei figli, Clitennestra è una donna che vive nell’angoscia e nel terrore. Di rilievo, quindi, sono le figure femminili, mentre quelle maschili hanno un ruolo secondario, lo è perfino Oreste, che sarà l’autore dell’omicidio. Il solo Agamennone, che pure non appare mai, sarà sempre presente e Richard Strauss lo fa con la musica ovvero  col richiamo frequente del leit-motiv che l’orchestra esegue scandendo il nome  “A-ga-mem-non” con le note “Re-Fa-La-Re”.  Elektra è un’opera diversa dalle altre, non ci sono arie note, ma è di un’efficacia teatrale straordinaria. E’ un’opera di rara complessità musicale per l’orchestra, impegnata duramente dai ritmi ossessivi e dall’audacità armonica della musica di R. Strauss;  lo è per i cantanti, severamente impegnati con note acute e per il regista, che deve saper coniugare il libretto di von Hofmannnsthal e l’inquietudine dei protagonisti  con i loro movimenti scenici. La musica di Strauss  è una partitura sorprendente, ricca di dissonanze,  timbri e ritmi particolarmente forti, che richiede un organico orchestrale notevole (ed infatti è stato necessario rinforzare per l’occasione l’orchestra del Petruzzelli  con altri  25 musicisti dell’ICO Tito Schipa di Lecce, ma sa essere anche melodica in alcuni momenti, come quando Elettra invoca il padre Agamennone. Il cast di cantanti, molto apprezzato, ha visto nel ruolo di Elektra, la bravissima ed applauditissima Elena Pankratova, Natasha Petrinsky in Clitennestra, Alex Penda con la sua voce scura  in Crisotemide ed il baritono wagneriano Egils Silins nel ruolo di Oreste. Alla direzione dell’Orchestra della Fondazione Petruzzelli, sempre attenta e precisa, l’inglese Jonathan Nott, che ha mostrato grande sicurezza in questo repertorio di musica straussiana.

G.L.



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