Taranto - “LA
DUCHESSA DI CHICAGO”
L’operetta torna a Taranto trasportando gli spettatori nella
Vienna della “belle epoque” asburgica degli anni ’20.
La capitale austriaca evoca in tutti noi la bellezza dei
grandi palazzi nobiliari e delle chiese, la sua eleganza urbana, i fasti di una
città multiculturale che aveva la sua ragione d’essere nell’intersezione fra
oriente e occidente, fra “Austria Felix” e mondo magiaro, appena un salto
dall’immenso impero ottomano che pure la assediò, nel 1529 e nel 1683, senza
riuscire a conquistarla.
Ma Vienna, nota con
l’epiteto di “Città dei musicisti”, è, soprattutto, la grande musica, perché
tante importanti personalità vi hanno vissuto e operato, come Vivaldi,
Paganini, Mozart, Salieri, Gluck, Haydn, Beethoven, Schubert, Rossini, Mahler e
gli Strauss padre e figlio, con i loro meravigliosi valzer.
È questo
l’eccezionale humus culturale in cui, dal genere del Singspiel e grazie
all’influsso francese, è nata l’operetta viennese, un genere che richiede
grandi doti compositive per rispondere al nuovo, allegro ma raffinatissimo
gusto della società asburgica fra le due guerre.
Dopo Johann Strauss
jr. e il suo “Il pipistrello” (1874), furono Franz Lehár e Imre Kàlmàn a
continuare i fasti del genere. Entrambi ungheresi, divennero molto noti,
rispettivamente, con “La vedova allegra” (1905) e “La principessa della czarda”
(1915). Il successo di questo ultimo titolo, in particolare, consentì a Kàlmàn,
noto a Vienna col nome tedesco di Emmerich, di introdurre nell’operetta, con
grande affermazione, temi e modi del folklore magiaro, con un titolo che avrà
molta risonanza nel mondo asburgico e altrove.
L’operetta “La duchessa di Chicago”, con libretto di Julius
Brammer e Alfred Grünwald, la cui prima, al Theater an der Wien, si tiene il 5
aprile 1928 (e proseguirà in 242 repliche!). La partitura intreccia il nascente
jazz afro-americano e il charleston con il waltz-opera viennese insieme, come
si è visto, con elementi della musica tradizionale ungherese. Incredibile la
rapidità con la quale il titolo si diffonde, se basterà un solo anno per
approdare negli Stati Uniti e in tutta Europa.
In Italia, andrà in
scena al Teatro Diana di Milano il 21 giugno 1929 e, a Taranto, il 5 novembre a
cura della Compagnia di Jole Pacifici e Gino Bianchi, in quello stesso Teatro
Orfeo dove verrà ora rappresentata nuovamente, dopo ottantacinque anni, il
prossimo giovedì 13 febbraio, a cura dell’Associazione Musicale Mario Costa
diretta da Sabino Dioguardi, in collaborazione con gli Amici della Musica,
nell’ambito della 70ª Stagione Concertistica.
Sarà la rinnovata
Compagnia Italiana di Operette, con il capocomico e protagonista Matteo Micheli
e l’affascinante e brava soubrette Silvia Santoro, a presentare il nuovo
allestimento, con uno straordinario corpo di ballo e orchestra dal vivo, regia
di Marco Prosperini e direzione d’orchestra del M° Maria Sicari.
Lo spettacolo della
Compagnia Italiana di Operette è organizzato, come l’intera Stagione
Concertistica degli Amici della Musica, sotto l’egida del Ministero per i Beni
e le Attività Culturali, della Regione Puglia e del Comune di Taranto e si
svolgerà il 13 marzo 2014 presso il Teatro Orfeo di Taranto, con inizio alle
ore 21,00 precise
Si tratta di un
meraviglioso allestimento con orchestra dal vivo della rara e bellissima
operetta di Imre Kàlmàn – autore anche della famosa “La Principessa della
Czarda” –, ambientata nella capitale dell’Illinois dei primi anni del ‘900, in
uno spettacolo scoppiettante scritto nell’abitazione di George Gershwin, amico
personale di Kàlmàn.
La rinnovata Compagnia Italiana di Operette porta in scena,
il prossimo 13 marzo presso il Teatro Orfeo di Taranto, “La Duchessa di
Chicago” (Vienna, 1929), uno spettacolo organizzato dall’Associazione Musicale
“Mario Costa” in collaborazione con gli Amici della Musica, nell’ambito della
70ª Stagione Concertistica. Si tratta di un meraviglioso allestimento con
orchestra dal vivo della rara e bellissima operetta di Imre Kàlmàn – autore
anche della famosa “La Principessa della Czarda” –, ambientata nella capitale
dell’Illinois dei primi anni del ‘900, in uno spettacolo scoppiettante scritto
nell’abitazione di George Gershwin, amico personale di Kàlmàn.
La regia è di Marco
Prosperini, la direzione d’orchestra del M° Maria Sicari, il capocomico e
protagonista Matteo Micheli e l’affascinante e brava subrette Silvia Santoro
coadiuvati, fra gli altri, dagli eclettici Massimiliano Costantino, dallo
stesso Marco Prosperini e da uno straordinario corpo di ballo. Lo spettacolo
della Compagnia Italiana di Operette è organizzato, come l’intera 70ª Stagione
Concertistica degli Amici della Musica, sotto l’egida del Ministero per i Beni
e le Attività Culturali, della Regione Puglia e del Comune di Taranto e si
svolgerà il 13 marzo 2014 presso il Teatro Orfeo di Taranto, con inizio alle
ore 21,00 precise.
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