LE ORIGINI DELLA MUSICA SACRA
La Musica Sacra nel Settecento napoletano trovò terreno
fertile e assurse a modello per i musicisti di tutta Europa. La presenza di centinaia di Chiese e Cappelle
gentilizie, la formazione didattica dei musicisti e dei cantanti evirati che
avveniva nei Conservatori di Sant’ Onofrio a Capuana, di Santa Maria della
Pietà dei Turchini, dei Poveri di Gesù Cristo e di Santa Maria di Loreto, strettamente
legati alla Chiesa e quindi all’ attività religiosa che in esse si svolgeva, insieme
all’alto numero di compositori sacerdoti tra cui vanno ricordati, Padre
Giuseppe da Napoli, Don Giuliano Perugino, l’Abate Bonifazio Petrone, Don
Gennaro Manna, permisero nel Settecento un grande sviluppo della Musica Sacra a
Napoli, dimostrato dalla copiosa produzione che nella maggioranza dei casi è di
alta qualità. La capacità dei musicisti di Scuola napoletana di contribuire in
modo caratteristico alla
letteratura musicale sacra settecentesca è da
iscrivere nella grande ingegnosità nel trattare il testo liturgico, facendo
tesoro sia della tradizione polifonica italiana, sia del gusto molto
particolare di “drammatizzare” ed enfatizzare le funzioni metalinguistiche
della forma trattata. Giovanni Paisiello fu tra i maggiori compositori di musica sacra.
GLI APPUNTAMENTI DEL CONCERTO
Taranto – Giovedi ,18 dicembre alle ore 19.00, nella Chiesa
del Carmine di Martina Franca e sabato,
20 alle 19.30 nella Chiesa di S. Antonio (non più all’interno dellAuditorium Tarentum), l’Orchestra dell’Istituto Musicale
Giovanni Paisiello diretta dal Maestro Domenico Longo accompagnata dal Coro del
Maestro Pierluigi Lippolis
dell’Associazione Musicale Choraliter eseguirà la rara “Messa in Pastorale per
il Natale per la
cappella del Primo Console a S. Cloud” di G. Paisiello. Solisti,
Maria De Biase (soprano),Valeria Lagrotta (soprano), Roberta Pagano
(contralto), Gianluca Ferrarese (tenore) e Luca Simonetti (baritono). La
pastorale per la Cappella del Primo Console
è un’opera particolare che riflette i ritmi e le sonorità delle messe
pastorali di Natale. I tempi sono quelli
dell’”Ordinarium Missae” con i classici:
Kyrye, Gloria, Credo e l’originale Oratio pro Repubblicam et Consules;
singolare l’inserimento nella parte finale del Credo delle note della
conosciutissima “Tu scendi dalle
stelle”, di cui è autore Alfonso Maria dei Liguori. La messa si caratterizza
per lo sdoppiamento delle voci dei soprani sia nel coro che tra i solisti ,
cosa questa piuttosto originale ed insolita che rende più complessa ed
articolata la composizione. Inoltre il trattamento delle voci solistiche ha un
respiro melodico piuttosto ampio come nello stile del notissimo operista che
soleva riversare nel repertorio sacro la pregevolezza della vena melodica
maturata in altri ambiti musicali. Giovanni Paisiello è stato tra i compositori
di scuola napoletana che hanno lasciato una notevole quantità di lavori sacri.
Basti pensare che Napoleone Bonaparte, per la musica della cerimonia della sua
incoronazione a Imperatore, volle con sé il più grande compositore del tempo,
Giovanni Paisiello. Il musicista tarantino ricopri presso la corte francese tanti diversi e prestigiosi incarichi, tra cui anche quello di direttore musicale di corte. La poco eseguita Messa in Pastorale di Paisiello si inserisce in un contesto storico di avvenimenti importanti, come la Rivoluzione Francese, con le implicazioni ideologiche ad essa connesse ma anche con la tradizione derivante dalla scuola napoletana del ‘700. Paisiello scrisse per Napoleone molta musica sacra, tra cui messe e brani dell'Ordinario. Solo pochi mesi fa, il Coro dell’Associazione Choraliter ha eseguito il “Te Deum Laudamus” , che il musicista tarantino compose per la Cerimonia di Incoronazione di Napoleone. Ogni domenica, alle Tuileries, il Primo Console assisteva a una Messa in musica ed era Paisiello a dirigere l’orchestra. Come è noto, Paisiello è stato tra i musicisti più apprezzati della sua epoca; era chiamato a comporre per le maggiori corti europee e tra i suoi estimatori annoverava anche Mozart, che andò anche ad ascoltarlo in teatro. Soggiornò in Russia presso la corte della zarina Caterina II dal 1776 al 1783, poi fu al servizio di Ferdinando IV di Borbone a Napoli, ed ancora per un paio d’anni a Parigi a partire dal 1802, prima di chiedere a Napoleone di poter rientrare a Napoli, per la salute cagionevole della moglie. Nella capitale partenopea Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat gli riaffidarono lo stesso ruolo avuto in precedenza, ma col ritorno dei Borbone e le vicissitudini derivanti dai cambiamenti politici e dinastici di quel periodo, iniziò una fase di declino e la vena creativa di Paisiello sembrò non riuscire più a stare al tempo con le nuove richieste che gli pervenivano. Morì a Napoli il 5 giugno del 1816.
Gaetano Laudadio
Nessun commento:
Posta un commento