Bari – Mai visto il Petruzzelli
così pieno per un concerto sinfonico e col pubblico puntuale per l’inizio dello
spettacolo e così entusiasta a fine serata. A meno di quelle 3-4 poltrone rimaste libere ma solo nella prima
parte del concerto da chi è arrivato in teatro dopo le 20.30 e che ha dovuto
attendere l’intervallo, non c’erano altri posti
liberi per questo memorabile concerto di Riccardo Muti. Il concerto al politeama
barese è stato un evento “fuori programma” della Fondazione
Petruzzelli , ultima delle tre tappe pugliesi (dopo quella al teatro Giordano
di Foggia e al teatro Mercadante di Altamura). Il pubblico barese ha accolto
Muti e la sua giovane orchestra Cherubini
con grande calore e con applausi prolungati. Riccardo Muti era già stato al
Petruzzelli nel 2009 con l’orchestra dei
talenti da lui creata dieci anni fa, subito dopo la riconsegna ai baresi
del Teatro, che lo stesso Muti ha definito tra i più belli al mondo. E’ stata eseguita la Sinfonia numero 4 in do
minore D417 “La Tragica” di Franz Schubert
e la Sinfonia n. 5 di Ciaikovskij. Due brani che il pubblico ha apprezzato molto riservando
applausi prolungati e scroscianti per il direttore e per l’orchestra che ha
presentato ottimamente le due sinfonie,
assecondando perfettamente il gesto straordinariamente preciso ed ispirato del
direttore. Fraseggi eleganti e scorrevoli nella prima parte e note forti e prorompenti nella seconda. Lo stesso Muti, stringendo la
mano al primo violino ha mostrato il proprio compiacimento per l’esecuzione
fatta dai giovani artisti. Prima dell’unico bis concesso, l’Ouvertoure della
Giovanna D’Arco, il direttore ha ricordato le sue prime presenze nei teatri
baresi e la sua formazione musicale ai tempi del suo mentore Nino Rota. Singolare la sua presenza all’età di soli 3 anni in ultima fila al Petruzzelli (“dicono che rimasi sveglio”, ha
sottolineati il maestro) e dopo al Teatro Piccinni, all’età di 12-13 anni con
suo padre, che lo ha introdotto nel mondo della lirica e gli ha fatto nascere l'amore per l'opera. Parlando della
sua giovane orchestra, Muti ha aggiunto "Faccio
questo non solo per dare ai giovani una possibilità di lavoro, anche se nel
nostro Paese non si vive di questo mestiere, ma soprattutto per trasmettere
loro, attraverso la musica, il valore della cultura che da noi sta man mano
svanendo".
Gaetano Laudadio
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