Nadir Garofalo: être ensemble per Taranto
Il solito stordente ritornello porterebbe tutti noi
a dire che nella nostra terra le cose preziose occupano poco spazio; eppure non
è così: sempre più spesso, fortunatamente, si ha l’occasione di entrare in rapporto
sintonico con nuovi spiriti artistici del nostro territorio, come il poliedrico
Nadir Garofalo - fotografo, pianista, compositore e direttore - che,
recentemente, ha fondato l’ “Orchestra Taras”; un’orchestra d’archi nata dal
bisogno profondo di trasmettere concetti forti attraverso la musica; e
primieramente, in un’epoca di stranieri e di alienazione come la nostra, quello
di être ensemble. Sotto la puntuale
direzione di Nadir Garofalo, la “Taras” ha debuttato con un interessante
concerto tenutosi lo scorso 21 dicembre presso la chiesa di San Domenico, nell’ambito
della manifestazione Natale nell’Isola.
Ben calibrato il programma: l’Allegro della serenata Eine kleine Nachtmusik K. 525, eseguito con morbidezza cristallina
e piglio deciso, tipico del Mozart più scanzonato; l’Elegia della Serenata per orchestra d’archi op. 48 di
Čiajkovskij, a buon diritto edulcorata dalle esuberanti angosce introspettive
che non le si addicono, ma troppo eterea in taluni punti; nel Canone in Re maggiore di Pachelbel, gli
artisti, tralignando dal puro spirito barocco, hanno preferito indulgere in
atmosfere marcatamente pastose, sapendo comunque sapientemente trasformare
l’incontro di umili e reiterati accordi in sapida libagione sacrale; da
segnalare indubbiamente la scelta mirabile e intelligente dell’Andante festivo di Jean Sibelius, nel
“bel Paese” un compositore quasi del tutto sconosciuto: l’interpretazione ha
reso degnamente giustizia al carattere umbratile, contemplativo ma vigoroso del
brano; a seguire, due Bagatelle per archi
composte dallo stesso Nadir Garofalo, Spatium/Tempus,
composizioni che hanno ricordato vagamente Holst, o certi brani di Pizzetti o
Malipiero: due brani forti e nudi nel loro inoltrarsi nelle fibre viventi del
cosmo; prossimali, se non proprio identici, agli elementi della Natura per la
loro franchezza aurorale. La seconda parte del concerto è stata, invece, incentrata
sulla tradizione musicale natalizia: i brani, nella veste di un gustoso
arrangiamento di Garofalo, sono stati interpretati dalla cantante Virginia
Pavone.
Il vibrante entusiasmo, profuso da tutti
gli artisti e gli organizzatori (accanto a Nadir, anche la sassofonista Laura
Donatone), mi auguro che sia riuscito trasmettere un messaggio potente a tutti
i presenti: la nostra epoca, dominata solo da indifferenza, aridità e
fallimenti (epoca che sempre ci ringhia contro “non ti è lecito!”), può essere
cambiata soltanto da chi osa sognare, solamente da chi sa, senza sosta, andare
in cerca del punto luminoso del centro della propria anima; un punto che, se ricercato
con l’ausilio della Musica, di certo può divenire luogo di armonizzazione di
ogni contraddittorietà: un punto dal quale non si potrà mai più errare.
Attilio Cantore
Taranto è una città dalle mille contraddizioni: culla della
civiltà della Magna Grecia e luogo prescelto dai romani per le loro vacanze, vive,
purtroppo, un nuovo periodo di decadenza, dalla quale, per fortuna, cercano di
sottrarsi alcune forze giovani. Luogo di nascita di Giovanni Paisiello, tanto
osannato e richiesto a fine ‘700 da tutte le più importanti corti europee,
dalla Corte di San Pietroburgo in Russia invitato da Caterína II, grande
protettrice delle arti e amante dell'opera italiana, a quella di Re Stanislao
in Polonia, a quella parigina di
Napoleone Bonaparte. In quasi tutte le città che hanno dato i natali ad uomini
illustri e ne conservano una abitazione in cui vissero, sono stati realizzati
dei musei, spesso mete di turismo culturale. Ci si aspetterebbe che la dimora
di questo illustre musicista tarantino fosse diventato non dico un museo ma
almeno una casa da considerare preziosa. Ma a Taranto, al contrario di quanto sarebbe avvenuto in qualsiasi altra
città civile, niente di tutto ciò:
disinteresse completo. La casa di Paisiello nel centro storico di Taranto versa
da tempo in uno stato di abbandono e di fatiscenza, occupata fino a pochi mesi
fa da una famiglia senza dimora. Nel mese di settembre un gruppo di volontari
coordinati dal comitato di piazza di S. Andrea degli Armeni, aveva cercato di
restituire decoro alla storica dimora del compositore ripulendo dalle incrostazioni
la targa commemorativa. Ora l’rreparabile è avvenuto nel più completo silenzio
: nella serata di venerdi, 19 dicembre, si è sviluppato un incendio all’interno
della casa di Giovanni Paisiello, nella città vecchia di Taranto. In fiamme vecchi materassi e quei pochi mobili presenti. I vigili del
fuoco allertati dai vicini spaventati dal fumo che proveniva dallo stabile, hanno spento l'incendio ed ora stanno indagando sulle cause. Si teme che si tratti di un incendio doloso. Immaginate se fosse
accaduto a Pesaro nella casa di Rossini o nella casa di Mozart a Salisburgo
o in qualsiasi altra città europea, nella casa di un illustre musicista.
A Taranto in pochi hanno manifestato il proprio disappunto. In contrapposizione a tanto buio, è ammirevole l'impegno di questi giovani studenti provenienti dall’Istituto Superiore di Musica G.Paisiello, che hanno
voluto formare questa compagine musicale ed anche
per ricordare Giovanni Paisiello. AUGURI GIOVANI ARTISTI !!!!
Gaetano Laudadio
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