martedì 23 dicembre 2014

UNA NUOVA ORCHESTRA A TARANTO: L'ENSEMBLE TARAS DI NADIR GAROFALO

                                   Nadir Garofalo: être ensemble per Taranto







Il solito stordente ritornello porterebbe tutti noi a dire che nella nostra terra le cose preziose occupano poco spazio; eppure non è così: sempre più spesso, fortunatamente, si ha l’occasione di entrare in rapporto sintonico con nuovi spiriti artistici del nostro territorio, come il poliedrico Nadir Garofalo - fotografo, pianista, compositore e direttore - che, recentemente, ha fondato l’ “Orchestra Taras”; un’orchestra d’archi nata dal bisogno profondo di trasmettere concetti forti attraverso la musica; e primieramente, in un’epoca di stranieri e di alienazione come la nostra, quello di être ensemble. Sotto la puntuale direzione di Nadir Garofalo, la “Taras” ha debuttato con un interessante concerto tenutosi lo scorso 21 dicembre presso la chiesa di San Domenico, nell’ambito della manifestazione Natale nell’Isola. Ben calibrato il programma: l’Allegro della serenata Eine kleine Nachtmusik K. 525, eseguito con morbidezza cristallina e piglio deciso, tipico del Mozart più scanzonato; l’Elegia della Serenata per orchestra d’archi op. 48 di Čiajkovskij, a buon diritto edulcorata dalle esuberanti angosce introspettive che non le si addicono, ma troppo eterea in taluni punti; nel Canone in Re maggiore di Pachelbel, gli artisti, tralignando dal puro spirito barocco, hanno preferito indulgere in atmosfere marcatamente pastose, sapendo comunque sapientemente trasformare l’incontro di umili e reiterati accordi in sapida libagione sacrale; da segnalare indubbiamente la scelta mirabile e intelligente dell’Andante festivo di Jean Sibelius, nel “bel Paese” un compositore quasi del tutto sconosciuto: l’interpretazione ha reso degnamente giustizia al carattere umbratile, contemplativo ma vigoroso del brano; a seguire, due Bagatelle per archi composte dallo stesso Nadir Garofalo, Spatium/Tempus, composizioni che hanno ricordato vagamente Holst, o certi brani di Pizzetti o Malipiero: due brani forti e nudi nel loro inoltrarsi nelle fibre viventi del cosmo; prossimali, se non proprio identici, agli elementi della Natura per la loro franchezza aurorale. La seconda parte del concerto è stata, invece, incentrata sulla tradizione musicale natalizia: i brani, nella veste di un gustoso arrangiamento di Garofalo, sono stati interpretati dalla cantante Virginia Pavone.
Il vibrante entusiasmo, profuso da tutti gli artisti e gli organizzatori (accanto a Nadir, anche la sassofonista Laura Donatone), mi auguro che sia riuscito trasmettere un messaggio potente a tutti i presenti: la nostra epoca, dominata solo da indifferenza, aridità e fallimenti (epoca che sempre ci ringhia contro “non ti è lecito!”), può essere cambiata soltanto da chi osa sognare, solamente da chi sa, senza sosta, andare in cerca del punto luminoso del centro della propria anima; un punto che, se ricercato con l’ausilio della Musica, di certo può divenire luogo di armonizzazione di ogni contraddittorietà: un punto dal quale non si potrà mai più errare.

 Attilio Cantore



Taranto è una città dalle mille contraddizioni: culla della civiltà della Magna Grecia e luogo prescelto dai romani per le loro vacanze, vive, purtroppo, un nuovo periodo di decadenza, dalla quale, per fortuna, cercano di sottrarsi alcune forze giovani. Luogo di nascita di Giovanni Paisiello, tanto osannato e richiesto  a fine ‘700  da tutte le più importanti corti europee, dalla Corte di San Pietroburgo in Russia invitato da Caterína II, grande protettrice delle arti e amante dell'opera italiana, a quella di Re Stanislao in Polonia, a quella parigina  di Napoleone Bonaparte. In quasi tutte le città che hanno dato i natali ad uomini illustri e ne conservano una abitazione in cui vissero, sono stati realizzati dei musei, spesso mete di turismo culturale. Ci si aspetterebbe che la dimora di questo illustre musicista tarantino fosse diventato non dico un museo ma almeno una casa da considerare preziosa. Ma a Taranto, al contrario  di quanto sarebbe avvenuto in qualsiasi altra città civile,  niente di tutto ciò: disinteresse completo. La casa di Paisiello nel centro storico di Taranto versa da tempo in uno stato di abbandono e di fatiscenza, occupata fino a pochi mesi fa da una famiglia senza dimora. Nel mese di settembre un gruppo di volontari coordinati dal comitato di piazza di S. Andrea degli Armeni, aveva cercato di restituire decoro alla storica dimora del compositore ripulendo dalle incrostazioni la targa commemorativa. Ora l’rreparabile è avvenuto nel più completo silenzio : nella serata di venerdi, 19 dicembre, si è sviluppato un incendio all’interno della casa di Giovanni Paisiello, nella città vecchia di Taranto. In fiamme  vecchi materassi e  quei pochi mobili presenti. I vigili del fuoco allertati dai vicini spaventati dal fumo che proveniva dallo stabile, hanno spento l'incendio ed ora stanno indagando sulle cause. Si teme che si tratti di un incendio doloso. Immaginate se fosse accaduto a Pesaro nella casa di Rossini o nella casa di Mozart  a Salisburgo  o in qualsiasi altra città europea, nella casa di un illustre musicista. A Taranto in pochi hanno manifestato il proprio disappunto. In contrapposizione  a tanto buio, è ammirevole l'impegno di questi giovani studenti provenienti dall’Istituto Superiore di Musica G.Paisiello, che hanno voluto formare questa compagine musicale ed anche  per ricordare Giovanni Paisiello. AUGURI GIOVANI ARTISTI !!!!
Gaetano Laudadio

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