mercoledì 14 ottobre 2015

VERONA, TEATRO RISTORI : PRIMO CONCERTO DELLA STAGIONE

Stagione Sinfonica 2015-2016
HAYDN, MOZART, DE SARASATE E MENDELSSOHN
PER IL PRIMO CONCERTO DELLA STAGIONE SINFONICA
TEATRO RISTORI DI VERONA
SABATO 17 OTTOBRE 2015 ORE 20.30
DOMENICA 18 OTTOBRE 2015 ORE 17.00

Sabato 17 ottobre 2015 alle ore 20.30 prende il via al Teatro Ristori di Verona la Stagione Sinfonica 2015-2016 di Fondazione Arena con il concerto, in replica domenica 18 ottobre alle ore 17.00, diretto da Pietro Borgonovo con la partecipazione del flautista Davide Formisano.


La serata presenta la Sinfonia n. 1 in re maggiore di Franz Joseph Haydn, l’Andante K. 315 in do maggiore per flauto ed il Rondò K. 373 in re maggiore per flauto di Wolfgang Amadeus Mozart, seguiti da un inusuale arrangiamento della Carmen Fantasy di Pablo de Sarasate. Conclude l’esecuzione della Sinfonia n. 4 op. 90 in la maggiore, detta “Italiana”, di Felix Mendelssohn.
La Sinfonia n. 1 in re maggiore di Haydn, composta presumibilmente a Lukaveč negli anni tra il 1757 e il 1759, è di breve durata e articolata in soli tre movimenti (Presto-Andante-Finale: Presto) sullo stile delle ouverture italiane. Strumentata per un piccolo gruppo orchestrale - due oboi, un fagotto, due corni, clavicembalo e archi - è priva di complessi sviluppi tematici e caratterizza la prima fase creativa del compositore austriaco, vero maestro del genere sinfonico.
L’Andante K. 315 in do maggiore per flauto e il Rondò K. 373 in re maggiore per flauto di Mozart (quest’ultima partitura per flauto del Rondò in do maggiore per violino), vedono impegnato il flautista Davide Formisano, che si cimenta poi in una esclusiva versione per flauto della Carmen Fantasy, tratta dal capolavoro di de Sarasate per violino. Nella trascrizione, operata dallo stesso Formisano, il flauto conserva al meglio lo spirito virtuosistico impresso dall’autore, che porta lo strumento al limite delle sue grandi potenzialità.
Il concerto si conclude con la Sinfonia n. 4 op. 90 in la maggiore di Mendelssohn, detta “Italiana” perché abbozzata durante il soggiorno del compositore nel nostro Paese, tra il 1831 e il 1832. La partitura è un grande omaggio musicale all’Italia: «Ascoltando questa musica mendelssohniana non è luogo comune affermare ch’essa, soprattutto nei due movimenti estremi, ci appare irradiata di luce mediterranea e animata da una esuberante gioia di vivere: “la musica più gaia che io abbia composto”, ebbe a dire, del resto, lui stesso» (Giorgio Graziosi, 1962).


Nessun commento:

Posta un commento