Stagione Sinfonica 2015-2016
HAYDN, MOZART, DE SARASATE E MENDELSSOHN
PER IL PRIMO CONCERTO DELLA STAGIONE SINFONICA
PER IL PRIMO CONCERTO DELLA STAGIONE SINFONICA
TEATRO RISTORI DI VERONA
SABATO 17 OTTOBRE 2015 ORE 20.30
DOMENICA 18 OTTOBRE 2015 ORE 17.00
DOMENICA 18 OTTOBRE 2015 ORE 17.00
Sabato 17 ottobre 2015 alle ore 20.30 prende il via al Teatro Ristori di Verona la Stagione Sinfonica 2015-2016 di Fondazione Arena con il concerto, in replica domenica 18 ottobre alle ore 17.00, diretto da Pietro Borgonovo con la partecipazione del flautista Davide Formisano.
La serata presenta la Sinfonia n. 1 in re maggiore di Franz
Joseph Haydn, l’Andante K. 315 in do
maggiore per flauto ed il Rondò K.
373 in re maggiore per flauto di Wolfgang Amadeus Mozart, seguiti da un
inusuale arrangiamento della Carmen
Fantasy di Pablo de Sarasate. Conclude l’esecuzione della Sinfonia n. 4 op. 90 in la maggiore, detta
“Italiana”, di Felix Mendelssohn.
La Sinfonia n. 1 in
re maggiore di Haydn, composta presumibilmente a Lukaveč negli anni tra il
1757 e il 1759, è di breve durata e articolata
in soli tre movimenti (Presto-Andante-Finale: Presto) sullo stile delle
ouverture italiane. Strumentata per un piccolo gruppo orchestrale - due oboi, un fagotto, due corni,
clavicembalo e archi - è
priva di complessi sviluppi tematici e caratterizza la prima fase creativa del
compositore austriaco, vero maestro del genere sinfonico.
L’Andante K. 315 in
do maggiore per flauto e il Rondò K. 373 in re maggiore per
flauto di Mozart (quest’ultima partitura per flauto del Rondò in do
maggiore per violino), vedono impegnato il flautista Davide Formisano, che
si cimenta poi in una esclusiva versione per
flauto della Carmen Fantasy, tratta dal capolavoro di de Sarasate per violino. Nella
trascrizione, operata dallo stesso Formisano, il flauto conserva al meglio lo
spirito virtuosistico impresso dall’autore, che porta lo strumento al limite
delle sue grandi potenzialità.
Il concerto si conclude con la Sinfonia n. 4 op. 90 in la maggiore di Mendelssohn, detta “Italiana” perché
abbozzata durante il soggiorno del compositore nel nostro Paese, tra il 1831 e
il 1832. La partitura è un grande omaggio musicale all’Italia: «Ascoltando questa
musica mendelssohniana non è luogo comune affermare ch’essa, soprattutto nei
due movimenti estremi, ci appare irradiata di luce mediterranea e animata da
una esuberante gioia di vivere: “la musica più gaia che io abbia composto”,
ebbe a dire, del resto, lui stesso» (Giorgio Graziosi, 1962).
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