venerdì 31 luglio 2015

FESTIVAL DELLA VALLE D’ITRIA: MEDEA IN CORINTO CONVINCE TUTTI

           PREGEVOLE L'OPERA E L'ESECUZIONE DELLA MEDEA DI MAYR


Martina Franca – Si è giunti alla tanto attesa “Medea in Corinto” di Giovanni Simone Mayr, terza opera del cartellone del Festival della Valle d’Itria.  Un altro spettacolo molto ben accolto dal folto pubblico presente alla prima replica. Con quest’opera di ispirazione mitologica è  tornato il Belcanto nell’atrio del Palazzo Ducale di Martina e tutti i protagonisti sono stati davvero bravi. Il tema è quello classico vicino alle forme del teatro tragico che si rifà alla tragedia di Corneille ed ha come antefatto  la vicenda narrata da Omero, degli Argonauti , guidati da Giasone verso la Colchide alla ricerca del Vello d’oro, conquistato proprio per merito delle arti magiche di Medea. Il seguito della vicenda tra Giasone e Medea, li vedrà prima sposi ma poi  proporrà Giasone  che giunge a Corinto per sposare Creusa, figlia del re Creonte.   “Medea in Corinto” ripercorre i momenti difficili che seguiranno al matrimonio fallito ed evoca l’atto atroce di Medea: l’infanticidio dei propri figli da parte di una madre tradita, abbandonata e disperata. Inutilmente Medea  tenterà di convincere Giasone a non lasciarla ma davanti al suo diniego ella prometterà di vendicarsi.  Dopo un primo tentativo fatto con Egeo, Medea vien fatta prigioniera, ma  riuscirà ad ottenere dal marito di rivedere i figli per un’ultima volta; sarà l’atto finale perché  ucciderà  i figli avuti da Giasone ed ucciderà anche Creusa, alla quale aveva fatto  omaggio  di vesti avvelenate,  lasciando Giasone solo e disperato.  La Medea scritta da Mayr, su libretto del giovane Felice Romani, fu rappresentata al San Carlo di Napoli nel 1813. Ma dopo il successo iniziale l’opera fu dimenticata per via del successo di “Medee” di Luigi Cherubini e solo negli anni settanta del secolo scorso è stata ripresa a NapoliL, al San Carlo,  per poi essere di nuovo essere dimenticata. La magia rimane  l’elemento fondamentale della sua opera e rappresenta la plastica realizzazione della paura che abbiamo del diverso, e  la lettura dell’altro come straniero. La regia è stata affidata al talento di Benedetto Sicca, rivelazione dell'edizione 2014 del Festival.
La scenografia con cui si è aperto lo spettacolo presenta un grande prato fiorito, su cui si è svolto il primo atto in un prezioso equilibrio tra delicata poesia e potenza drammatica, frutto della fantasia della giovane  Maria Paola Di Francesco, mentre gli eleganti costumi sono stati firmati da Tommaso Lagattolla. Lo spettacolo è stato impreziosito dai danzatori di Fattoria Vittadini, Chiara Ameglio, Cesare Benedetti e coreografie di  Riccardo Olivier, che hanno accompagnato sul palco in ogni azione i protagonisti.  L’Orchestra Internazionale d'Italia,  diretta magistralmente dal grande Maestro, ora anche direttore musicale del Festival della Valle d'Itria,  Fabio Luisi, è stata perfetta. Notevole anche  l’esibizione del Coro della Filarmonica Di Stato “Transilvania” di Cluj-Napoca. Per quanto riguarda i cantanti, davvero efficaci ed importanti le vocalità e la presenza scenica di  Davina Rodriguez in Medea e Micheal  Spyres in Giasone, ma molto bravi anche Roberto Lorenzi in Creonte, Enea Scala in Egeo, Mihaela Marcu in Creusa, Paolo Cauteruccio in Evandro e Nozomi Kato in Ismene. Il pubblico ha accolto tutti i protagonisti con calorosi e prolungati applausi anche a scena aperta.


Gaetano Laudadio
Le foto sono di Paolo Conserva

giovedì 30 luglio 2015

PETRUZZELLI: INDETTO IL CONCORSO A TEMPO INDETERMINATI PER PROFESSORI D'ORCHESTRA E CORISTI

Fondazione Petruzzelli:
Concorso e selezione pubblica per Artisti del Coro e Professori d’Orchestra



La Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari ha indetto un concorso per Artisti del Coro e Professori d’Orchestra, finalizzato all’assunzione a tempo indeterminato, ed una selezione pubblica per la costituzione di una graduatoria di idonei da cui attingere per eventuali esigenze di produzione che dovessero presentarsi nell’ambito delle Stagioni 2015-2016, anche in riferimento ad una singola produzione.

I requisiti e le modalità di partecipazione sono disponibili on line, nel menu Info, sezione Bandi e gare del sito www.fondazionepetruzzelli.it.


(http://www.fondazionepetruzzelli.it/bandi-e-gare/)

AL FESTIVAL DELLA VALLE D’ITRIA ANCORA UN SUCCESSO CON L’INCORONAZIONE DI POPPEA

     
 IL BELCANTO DI MONTEVERDI CON L’INCORONAZIONE DI POPPEA

Martina Franca - E’ stata  affidata ai bravissimi giovani cantanti del dipartimento barocco dell’Accademia “Rodolfo Celletti”  l’esecuzione, in forma semiscenica, de “L’incoronazione di Poppea” di Claudio Monteverdi. Il dramma in musica su libretto di Francesco Busenello  è stato rappresentato per l’ultima replica del 2015 nell’atrio del Chiostro di S. Domenico. L’opera, infatti, era già stata data  a Martina, quando era direttore artistico Rodolfo Celletti con Alberto Zedda, direttore; tra gli interpreti di quell’edizione Daniela Dessì (nel ruolo di Poppea) e Anna Caterina Antonaci (in quello di Amore).  L'opera di  Monteverdi  esiste in due versioni manoscritte, una napoletana e  una veneziana; quest’ultima è priva   di alcune pagine presenti  nell' edizione napoletana. In nessuno dei due manoscritti sono presenti indicazioni  complete per gli strument i ed  i  cantanti e perciò ogni volta che si affronta quest’ opera ci si trova a dover scegliere l' edizione, gli strumenti,  le voci. L’opera è considerata una delle pagine più importanti  del repertorio seicentesco e ritenuta  un capolavoro della storia del teatro musicale di tutti i tempi. L’allestimento  per la rassegna martinese del 2015 è stato curato e ridotto drammaturgicamente da Gianmaria Aliverta . La regia realizzata da Gianmaria Aliverta ha creato un unico luogo d’azione, privo di cambi di scena e con gli artisti che si muovevano tra il pubblico. Composte solo da cubi e dalla casa di Poppea  posta da un lato e dall’altro un albero capovolto con le radici in alto a simboleggiare l’infondatezza del potere e più in generale
l’egocentrismo.  E si, perché la vicenda narra di un’arrampicatrice sociale che con le armi della seduzione vorrebbe arrivare ad essere incoronata imperatrice. Maestro concertatore, anche al cembalo e direttore di una formazione rigorosamente filologica, composta da un piccolo ensemble di strumenti originali, “Cremona Antiqua”, il maestro Antonio Greco.  Tutti  davvero bravi e molto interessanti  le voci degli artisti dell’Accademia “Rodolfo Celletti ” che  meritano un elogio particolare sia per le voci,che per la presenza scenica e per tutta la loro performance. E sono: Quiteria Munoz Inglada in Poppea, Shaked Bar in Nerone ed ancora Grazia Palazzo (Fortuna), Daniela Milanese (Virtù/Pallade), Anna Bessi (Ottavia), Francesca Sartorato  (Ottone), Nicolò Donini (Seneca), Tal Ganor (Drusilla), Ilham Nazarov (Arnalta), Giampiero Cicino (Nutrice). Non può sfuggire e va sottolineata la continua crescita artistica di questo Festival, affidato già da alcuni anni, alla dedizione ed alla competenza del suo direttore artistico Alberto Triola. Certamente fra qualche anno sentiremo parlare anche di
qualcuno di questi giovani cantanti dell’Accademia “Rodolfo Celletti”. Le scene sono state curate da Raffaele Montesano ed i costumi da Alessio Rosati. E val la pena di ricordare lo stesso percorso anche dei giovani direttori d’orchestra,  che hanno trovato nel Festival il meritato trampolino di lancio, come Giacomo Sagripanti che già da tempo è sul podio dei più importanti teatri internazionali e quest’anno è tra i direttori d’orchestra protagonisti all’Arena di Verona.


Gaetano Laudadio
Le foto sono di Paolo Conserva

martedì 28 luglio 2015

IL FESTIVAL DELLA VALLE D'ITRIA ANCHE PER I BAMBINI

C’ERA UNA VOLTA…RE TUONO

Il progetto “Bambini…all’Opera!” della Fondazione Paolo Grassi in collaborazione con l’Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti”  metterà in scena domani sera, “C’era una volta…re Tuono”, alle 21:00, presso la chiesa Santa Famiglia. L’opera musicale per ensemble strumentale e voci animate su testo di Fabio Ceresa liberamente tratto dalla favola Re Tuono di Luigi Capuana, narra la storia di un Re che aveva un vocione così grosso che quando parlava pareva tuonasse; un giorno il Primo Ministro scoprì che la causa di quel timbro era un capello con incantesimo. L’unica persona in grado di salvarlo era la Principessa Senza Lingua. Una fastidiosa venditrice ambulante di caramelle strillava la sua merce sotto le finestre del palazzo alla ricerca di un Re a cui strappare un capello per poter tornare a parlare normalmente. Le sue caramelle erano miracolose e il re decise di provarle, ottenendo un effetto contrario: si ritrovò con una vocina. Diventato lo zimbello dei suoi sudditi, montò su tutte le furie e accusò la caramellaia di truffa che sotto gli occhi attoniti di tutti srotolò la sua lingua sul tappeto, si trattava infatti di una protesi, la caramellaia altri non era che la Principessa Senza Lingua che riuscì a strappare il capello incantato: l’incantesimo  svaniva per entrambi: Re Tuono e Principessa Senza Lingua tornarono a parlare normalmente .
I testi delle parti recitate e cantate sono stati pensati e costruiti da Fabio Ceresa come filastrocche, facendo ampio uso di rime, assonanze, giochi di parole. La realizzazione musicale del lavoro ha preso spunto da canzoncine popolari per l’ infanzia. Accanto a tre cantanti-attori adulti Primo Ministro (Lorenzo Caltagirone), Re Tuono (Giampiero Cicino) e La Caramellaia (Benedetta Bagnara)  è stata prevista anche la comparsa in scena di un coro di voci bianche: i ministri del re.

Primo Ministro Lorenzo Caltagirone
Re Tuono Giampiero Cicino
La Caramellaia Benedetta Bagnara
Coro di voci bianche “Bambini…all’Opera!”
Maestro del coro Angela Lacarbonara
Direttore e pianista Vincenzo Rana
Quartetto d’archi dell’Orchestra ICO della Magna Grecia di Taranto
Giovanni Orsini, Alessandro Fiore, violini
Francesco Capuano, viola                                                              

Giuseppe Carabellese, violoncello

giovedì 23 luglio 2015

LA SPIRITUALITA' ATTRAVERSO IL TEMPO AL FESTIVAL DELLA VALLE D'ITRIA

INTENSA SPIRITUALITA’ NEL CONCERTO PER LO SPIRITO NELLA BASILICA DI  SAN MARTINO

Martina Franca – Dall’opera buffa Don Checco di Nicola De Giosa della sera precedente a Palazzo Ducale  all’appuntamento serio con la musica sacra nella Basilica di San Martino di ieri sera. Il motivo ispiratore di questo concerto è stata la volontà di ricordare e commemorare le vittime di tutte le guerre in occasione del centenario della “Grande Guerra” (1915-1918) ed il filo conduttore è stata  la spiritualità attraverso il tempo.  La Basilica di San Martino, sede dell’abituale concerto di musica sacra, è la location ideale per queste occasioni e la sua importanza ed imponenza contribuiscono ad esaltare la sacralità dei testi che hanno evocato i riti differenti  elaborati nelle più diverse epoche. Sull’altare schierati il Coro della Filarmonica di Stato “Transilvania” di Cluj-Napoca del Maestro  Cornel Groza , l’Orchestra della Magna Grecia, diretta dal bravo maestro Sesto Quatrini ed i solisti dell’Accademia che si sono avvicendati nelle esecuzioni. L’inizio e la conclusione del concerto è affidato alla musica del tarantino Francesco Maria Fago  con Benedictus Dominus in Re per soli, doppio coro ed orchestra. Una  prima esecuzione in tempi moderni e revisione di Luisa Cosi, che si confronta con due cantici dal Vangelo di Lucastrutturato in 9 tempi  ed ha visto alternarsi i solisti Tal Ganor, Shaker Bar (soprani) e Francesca Sartorato, (contralto). A seguire  le Litanie Lauretana e alla Beata Vergine Maria in re magg., K195 di W.A.Mozart,  sempre per soli, coro ed orchestra con i solisti Shaker Bar (soprano), Francesca Sartorato (contralto) ,Marco Stefani (tenore) e Nicolò Donini( basso). A coro, orchestra ed alla voce del tenore Lorenzo Caltagirone è stata affidata  l’orazione Canto di Pace di Papa Wojtyla del 2002 musicata da Marco Tutino, una liturgia rivolta ad uomini di ogni fede, religiosa o laica che sia.  L’ultima strofa è intonata dal tenore per triplice ripetizione di una stessa melodia per catturare l’orecchio per poi ,nell’ultima iterazione esplodere in quella piena volontà di pace verso cui ogni parola e ogni suono hanno fin lì teso. Infine, solista e coro si uniscono per l’ultima, catartica invocazione, nell’affievolirsi della dinamica e in un estremo distendersi, appunto, del tempo. Penultima esecuzione il Salve Regina di Arvo Pärt per coro, celesta ed orchestra con l’antifona mariana della compieta, attribuita ad Ermanno di Reichenau. In  Pärt colpisce l’atmosfera generale del brano: la preghiera si intona costantemente piano, tranne per poche fiammate centrali, determinatesi dall’accendersi della perorazione. Sul finire del brano si accumulano maestose iterazioni corali, intonate sempre più lentamente che portano all’ultima battuta di obbligato silenzio. Infine il Magnificat  Anima Mea in Re di Francesco Maria Fago per coro ed orchestra in prima esecuzione moderna e revisione di Luisa Cosi. A fine concerto il numerosissimo pubblico presente ha accolto con un lunghissimo e caloroso applauso a tutti i protagonisti, dalle voci dei solisti dell’Accademia Rodolfo Celletti, al coro (qualche problema di pronuncia) ed all’Orchestra della Magna Grecia, che ha in parte rimediato alle imprecisioni del concerto di domenica scorsa. Precisa e puntuale la direzione del Maestro Sesto Quatrini.

Gaetano Laudadio

mercoledì 22 luglio 2015

AMPI CONSENSI PER IL “DON CHECCO” DI DE GIOSA, ULTIMA OPERA BUFFA NAPOLETANA

SUCCESSO PER IL “DON CHECCO” DI DE GIOSA, ULTIMA OPERA BUFFA NAPOLETANA

Martina Franca –  E’ affidato ad un artista barese, il baritono Domenico Colaianni, nel ruolo di Don Checco, il compito di far conoscere al pubblico del Festival della Valle d’Itria un’opera buffa del conterraneo Nicola De Giosa.  Molto conosciuta ed apprezzata nel 1850, quando fu rappresentata per la prima volta al Teatro Nuovo di Napoli, l’opera è stata successivamente data per altre 96 sere, e poi replicata in tante città per anni  con un numero considerevole di repliche.  Un vero mattatore, il baritono barese, protagonista assoluto con le sue notevoli  qualità non solo vocali, ma anche di consumato attore teatrale, che ha tenuto la scena per tutto il secondo atto senza un attimo di tregua. Molto bravi ed applauditi dal pubblico (peccato per qualche vuoto in platea…) in particolare Carmine Monaco (l’oste Bartolaccio) ed i due coprotagonisti Francesco Castoro(Carletto) e Carolina Lippo(Fiorina) oltre Rocco Cavalluzzi(Roberto) e Paolo Cauteruccio(Succhiello Scorticone).   Sul palco del Palazzo Ducale per il Festival della Valle d’Itria, quindi,  è andata in scena la terza opera in programma nella rassegna martinese: il “Don Checco” di Nicola De Giosa, opera buffa in due atti su libretto di Almerindo Spadetta, ripescata dal dimenticatoio dal direttore artistico Alberto Triola. In questi ultimi anni, l’opera era stata rappresentata nella città natale del compositore con l’Orchestra della Provincia di Bari ed al San Carlo di Napoli, dove De Giosa, per  quasi un decennio tra il 1860 ed il 1870, aveva diretto il teatro napoletano. L’opera realizzata a Martina Franca è frutto di una coproduzione tra il Festival della Valle d’Itria e la Fondazione Teatro San Carlo di Napoli con la revisione di Lorenzo Fico. Molto apprezzati  la regia di Lorenzo Amato, con le coreografie di Giancarlo Stiscia, la scenografia di Nicola Rubertelli  ed i costumi di Giusi Giustino.  La storia si
svolge in un’osteria di campagna all’inizio del 1800; Carletto è il garzone segretamente innamorato della bella Fiorina, figlia dell’oste Bartolaccio. Nell’osteria  giunge Don Checco, uno squattrinato che sta cercando di sfuggire all’esattore del Conte. Bartolaccio crede di scorgere nel nuovo avventore il Conte sotto false vesti e perciò inizia a servirlo e riverirlo. Don Checco  sta al gioco ed anzi alimenta tutta una serie di equivoci. Quando arriva  l’esattore Succhiello e  Bartolaccio si rende conto dell’inganno, inveisce contro Don Checco.  Alla fine, comunque, tutto si conclude bene, con la rinuncia da parte del Conte a tutti i suoi crediti ed una dote ai due giovani innamorati. Una storia che riicorda per alcuni tratti la nota commedia “Miseria e nobiltà” di Edoardo Scarpetta. Per l’aspetto musicale note molto positive per il giovanissimo maestro concertatore e direttore d’orchestra  Matteo Beltrami (al suo esordio a Martina) che ha guidato con spigliatezza ed autorevolezza l’Orchestra Internazionale d’Italia ed il Coro della Filarmonica di Stato “Transilvania” di Cluj-Napoca del maestro Cornel Groza.  A fine recita, applausi per tutti ed un’ovazione per il baritono barese Domenico Colaianni.

Gaetano Laudadio

Le foto sono di Paolo Conserva

martedì 21 luglio 2015

PETRUZZELLI: PRIME ANTICIPAZIONI STAGIONE D'OPERA 2016

Anticipazioni Stagione d’Opera 2016

Prima della pausa estiva, la Fondazione Petruzzelli annuncia in anteprima i titoli della Stagione d’Opera 2016 che prenderà il via, come di consueto, nel mese di gennaio 2016. Un invito a riscoprire grandi capolavori del melodramma che, da sempre, rivestono nell’immaginario del pubblico mondiale un posto d’onore.

L’obiettivo principale del nuovo cartellone è quello di attrarre una fascia di pubblico sempre più ampia e di tutte le età, puntando su alcuni dei titoli più amati della tradizione operistica.

Il Petruzzelli intende riposizionarsi sul territorio, colmando, una volta per tutte,  il vuoto causato dagli anni della sua assenza e riconquistando non solo i suoi storici spettatori, ma anche i loro figli, i loro nipoti, i loro amici, fino a raggiungere potenziali fruitori che non hanno mai varcato la soglia del Teatro.

Con queste proposte, il sovrintendente Massimo Biscardi conferma anche il suo impegno per la formazione del pubblico di domani, con la volontà di offrire ai giovani l’opportunità di avvicinarsi ai capisaldi del repertorio operistico, nati dall’incontro fra la musica e i classici della letteratura internazionale. 

L’inaugurazione sarà affidata a Le nozze di Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791), nuova coproduzione della Fondazione Petruzzelli e del Teatro di San Carlo che debutterà prima a Bari e successivamente a Napoli.

L’opera fu rappresentata due volte al Teatro Petruzzelli: nel 1970, per la regia Enrico Frigerio e la direzione di Carlo Felice e nel 1982, per regia Beppe De Tommasi e la direzione di Alexander Sander, con Daniela Dessì nel ruolo di Rosina.

Il secondo titolo sarà Nabucco di Giuseppe Verdi (1813-1901).
L’opera andò in scena al Petruzzelli quattro volte, nel 1920 con la direzione di Edoardo Mascheroni che, come prevedevano gli usi dell’epoca, ne curava anche la regia, nel 1960 con la direzione di Federico Del Cupolo e la regia Bruno Nofri, nel 1975 con la direzione di Ottavio Ziino e la regia di Renzo Frusca, e nel 1978 con la direzione di Ottavio Ziino e la regia di Wladen Fabric.

Tosca di Giacomo Puccini (1858-1924) sarà il terzo appuntamento del cartellone.
L’opera è stata rappresentata al Petruzzelli ben 26 volte ed è sicuramente fra le più apprezzate dal pubblico barese.

Poi sarà la volta di Turandot di Giacomo Puccini (1858-1924).
Il Petruzzelli ha messo in scena quest’opera ben 15 volte, sempre con grande successo di pubblico. Le rappresentazione proposta nella Stagione 2016 sarà l’allestimento della Fondazione Petruzzelli firmato da Roberto De Simone.

L’ultimo titolo in programma sarà dedicato all’operetta con La vedova allegra  di Franz Lehár (1870-1948).
La tradizione barese ha spesso previsto la rappresentazione delle operette al Teatro Comunale Piccinni e La vedova allegra andrà in scena al Petruzzelli per la prima volta nel 2016, con tutte le splendide possibilità sceniche che un palcoscenico più grande potrà donare allo spettacolo.

Il cartellone completo della Stagione 2016 del Teatro Petruzzelli che comprenderà Opera, Danza, Musica Sinfonica, da Camera ed una seria di iniziative speciali sarà presentato ufficialmente nel mese di settembre.


giovedì 16 luglio 2015

IL FESTIVAL DELLA VALLE D'ITRIA INIZIA CON UN'OPERA CONTEMPORANEA DI TUTINO

UNA PRIMA MONDIALE PER L’INAUGURAZIONE  DEL FESTIVAL DI MARTINA FRANCA


Martina Franca - Si è aperta nella suggestiva cornice dell’atrio del Palazzo Ducale la 41ma edizione del Festival della valle d’Itria con “Le braci”, opera contemporanea musicata da Marco Tutino e tratta  da un grande successo letterario : “Le candele si consumano  sino alla  fine” di Sándor Márai, scomparso nel 1989.  È  un racconto ricco di sentimenti  e risentimenti: rancore,  dolore, rimpianti, nostalgia ma che riesce ad esplorare le pieghe degli affetti più intimi di due amici Henrik e Konrad , “fratelli siamesi” (come si auto-definiscono da giovani), ma che sullo sfondo della storia lascia trasparire una grande amicizia tradita per una donna, Kristina,  della quale sono entrambi  innamorati.  I due amici si  rivedono dopo 41 anni nella residenza spoglia e grigia del generale Henrik  e con i due protagonisti  anche la vecchia governante. L’opera si svolge in continui flash-back  e l’atmosfera che regna è allusiva di quello che sarà evidente solo alla fine. È un continuo  confronto verbale che tende a chiarire non solo se c’è stato il tradimento da parte dell’amico ma se nella scena della caccia l’amico di una vita voleva ucciderlo e soprattutto se Kristina ne era a conoscenza. Conferme che non saranno mai chiarite dall’amico Konrad ma che sveleranno a fine spettacolo che effettivamente il generale, diventato marito di Kristina, è stato ucciso da lui durante una battuta di caccia. Un canto finale a sei  rivela la realtà effettiva, sottesa sin dalle prime scene con atteggiamenti particolari, quali il pallore eccessivo dei protagonisti, e cioè che tutti sono fantasmi  sin dalle prime scene e che  non hanno fatto che rievocare le loro tormentate vite da morti.  
L’opera è stata eseguita  in una  versione ridotta lo scorso autunno in Ungheria, ma a Martina è stata presentata  nel primo vero allestimento,  curato da Gabriele Lavia,  frutto di una coproduzione  con la fondazione del Maggio musicale fiorentino e il teatro La Pergola di Firenze dove andrà in scena prossimamente.  Lo spettacolo, è stato realizzato con i costumi di Silvia Aymonino e le scene di Tiziano Santi, già noto al pubblico del Festival per altri spettacoli di successo,  e la collaborazione di uno dei nomi più brillanti tra quelli del teatro italiano contemporaneo, Leo Muscato .  Sul podio a dirigere la solida orchestra Internazionale d’Italia , un altro giovane maestro, Francesco Cilluffo. Il cast dei cantanti  ha confermato il valore di due artisti di grande spessore come Roberto Scandiuzzi (un’ovazione per lui a fine recita) e Alfonso Antoniozzi , affiancati da giovani talenti del teatro musicale, Romina Tomasoni, Angela Nisi, Pavol Kuban e Davide Giusti. Bravi i danzatori della Fattoria Vittadini, Chiara Ameglio, Mattia Agatiello, Cesare Benedetti, il cui valore è stato riconosciuto proprio lo scorso anno col premio Abbiati.   Con questo successo acclamato da un folto pubblico , fatto anche di tanti giovani, il direttore artistico Alberto Triola ha posto l’imprimatur al festival martinese con un programma di spettacoli sempre più importante ed ambizioso. Oltre questa prima mondiale, aveva sottolineato in fase di presentazione della rassegna  il direttore Triola, il Festival avrà quest’anno ben 4 titoli d’opera oltre il concerto dello spirito di musica sacra nella Basilica di San Martino , il Concerto del Belcanto, quello con musiche dal Barbiere di Siviglia ed il Concerto a Palazzo, quelli del sorbetto e del fuori orario, all’ora sesta e del fuori orario. C’è anche il Festival  Junior per i ragazzi con “C’era una volta…Re Tuono”.


Gaetano Laudadio

sabato 11 luglio 2015

AL VIA IL 41° FESTIVAL DELLA VALLE D'ITRIA

CONFERENZA DI PRESENTAZIONE A BARI DEL 41° FESTIVAL DELLA VALLE D’ITRIA 

La  41esima edizione del  Festival della Valle d’Itria, in programma dal 15 luglio al 4 agosto, sarà presentata in conferenza stampa lunedì 13 luglio, alle ore 11.00, presso la Sala stampa della Presidenza della Giunta regionale. All’incontro con i giornalisti, il presidente della Regione, Michele Emiliano, l’assessore all’Industria Turistica e Culturale,Giovanni Liviano, il presidente della Fondazione “ Paolo Grassi”, Franco Punzi, il direttore artistico, Alberto Triola ed il sindaco di Martina Franca, Francesco Ancona. Nei giorni precedenti, , una delegazione di Martina Franca era stata ricevuta al Quirinale dal Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella. L’incontro era stato voluti dal Presidente Emerito della Camera, Luciano Violante ed aveva la finalità di illustrare anche al Presidente della Repubblica questa  edizione del Festival martinese. Presenti all’incontro il sindaco Franco Ancona, il Presidente del Consiglio comunale, Donato Bufano, l’Assessore alle Attività Culturali, Antonio Scialpi e l’Assessore alle Attività Produttive, Nunzia Convertini, nonché il Presidente dello stesso Festival, Franco Punzi, e il direttore artistico, Alberto Triola. Al Sindaco era toccato di descrivere Martina  Franca,  al Prof. Punzi  di ricordare i meriti di Paolo Grassi ed al Direttore Artistico Alberto Triola, di descrivere le specificità del Festival  e della location privilegiata per i giovani talenti, che trovano in questo Festival  la  possibilità di farsi conoscere ed apprezzare artisticamente. La delegazione aveva reso omaggio al Presidente conegnandogli due CD delle opere “l’Orfeo” e “Napoli Milionaria” registrati a Martina e  due libri : “Martina isola culturale” curato da Damiano Fonseca e “La storia a fumetti 1312-1359” di Walter Trono, oltre che una rivista di Umanesimo della Pietra. Il Presidente della Repubblica,  aveva donato a sua volta, una targa ricordo. L’incontro si era concluso con l’intervento  di  Luciano Violante, il quale aveva sottolineato come il Festival della Valle d’Itria inquadri un orizzonte di rinascita culturale e di conservazione della bellezza storica ed architettonica di Martina Franca.  Il Presidente Mattarella ha promesso di far visita in futuro a Martina Franca.

Gaetano Laudadio


RICONOSCIMENTO INTERNAZIONALE AL TEATRO PETRUZZELLI DA TRIPADVISOR





Il Teatro Petruzzelli di Bari è stato riconosciuto dai viaggiatori di tutto il mondo come uno dei migliori contenitori culturali d’Italia. A decretarlo, con il conferimento del Certificato di Eccellenza 2015, TripAdvisor il più grande portale web internazionale dedicato ai viaggi che pubblica le recensioni, scritte direttamente dai fruitori, di luoghi di interesse culturale, strutture ricettive e ristoranti di tutto il pianeta. Il prestigioso riconoscimento, simbolo di eccellenza nel settore ricettivo, viene assegnato solo alle strutture che ricevono con costanza recensioni eccellenti.


RIAPRE IL MUSEO RODOLFO VALENTINO

Riapre il Museo Rodolfo Valentino
Castellaneta, domenica 12 luglio 2015


CASTELLANETA - Domenica 12 luglio 2015, alle ore 20,00, riapre il Museo Rodolfo Valentino di Castellaneta dopo circa quattro mesi di restauro e di consolidamento strutturale, con lavori finanziati al 50% mediante i fondi del Gal Luoghi del Mito (misura 323 - Azione 1) che hanno riguardato  il risanamento di lesioni provocate da cedimenti della volta in alcuni vani della struttura a causa di infiltrazioni e umidità.
La Fondazione Rodolfo Valentino di Castellaneta ha dotato la struttura museale di impianto di aria condizionata
In occasione della riapertura del museo viene presentato in anteprima nazionale il primo volume della triade “Rodolfo Valentino quasi una autobiografia 1895 – 1913” edito dalla Fondazione Rodolfo Valentino con gli interventi di Antonio Ludovico (autore del libro e direttore del Centro Studi della Fondazione Rodolfo Valentino), Paolo Orlandelli (attore e regista), Anna Rita Dettorre (assessore alla Cultura del Comune di Castellaneta) e Giovanni Gugliotti (sindaco di Castellaneta).

In questo testo Ludovico, partendo dalla prima testimonianza autobiografica scritta da Rodolfo Valentino nel febbraio 1922 (e adesso per la prima volta pubblicata in Italia) e continuando con gli altri testi autobiografici come “La storia della mia vita” e “Il mio diario privato”, scritto da Rodolfo Valentino in seguito al viaggio compiuto in Europa nel 1923, ha ordinato in maniera sistematica, rigorosa e approfondita una nuova quasi autobiografia di Rodolfo Guglielmi Valentino che, in forma di schede corredate di documenti fotografici, ripercorre i primi 18 anni di vita, dalla nascita al 1913, anno della sua partenza per l’America; nel volume è ricostruita anche la sua famiglia e la realtà di Castellaneta, con immagini d’epoca, tra la fine dell’ottocento e gli inizi del novecento.