Bari – E’ l’anno del bicentenario della nascita di
Verdi ed anche il Teatro Petruzzelli con
“Otello” ha voluto rendere omaggio al
grande musicista di Busseto in questa occasione. L’inaugurazione della stagione lirica 2013
è stata affidata al regista lituano Eimuntas
Nekrosius, con una nuovo allestimento, che ha visto la
scenografia di Marius Nekrosius. L’opera è
stata incentrata prevalentemente soprattutto sui sentimenti, tralasciando molti aspetti
scenici: niente porto, navi, ma
solo una struttura rotonda ed inclinata, su cui si sono svolte le azioni più importanti dell’opera, un fondale scuro, una miniatura di castello, il tutto in un’atmosfera complessivamente cupa che lascia presagire il dramma finale. Sin dall’inizio, infatti, il telo scuro sul fondo del palco, con Otello avvolto da una tunica grigio scuro, il fazzoletto di Desdemona nero e non bianco, sono indicazioni precise. In contrasto con loro, il candore del bianco che
avvolge Desdemona e le due grandi ali bianche, simbolo della
purezza della protagonista; due ali che nello svolgimento dell'opera hanno rappresentato il talamo
di Otello e Desdemona, che sarà la tomba di entrambi. Verdi
scrisse l’Otello in età matura, dopo
alcuni anni di meditazione, in collaborazione
con Arrigo Boito che sostenne convintamente come l’opera Shakepeariana potesse essere musicata solo da lui. In occasione della prima rappresentazione di
Otello alla Scala di Milano nel 1887, fu
un autentico grande successo. Tale fu l'entusiasmo che a fine spettacolo il pubblico volle accompagnare il maestro con la sua carrozza
fino alla sua residenza, quell’Hotel de Milan, dove, nel 1913 Verdi sarebbe
poi deceduto. In questo capolavoro
verdiano, composto dopo ben sette anni
dall’altro capolavoro che fu “Aida, si può cogliere un notevole mutamento di
linguaggio musicale rispetto alla sua precedente produzione;
Otello, segna il compimento di un’evoluzione musicale iniziata una ventina d’anni
prima. Verdi aveva, inizialmente, pensato di dare alla sua opera il titolo di “Jago”,
il personaggio intorno a cui ruota l’intero dramma e che immaginava con la
faccia da galantuomo. Un’opera complessa in cui sembra emergere la meschinità
dell’essere umano, Jago, che incarna il
male, e che prevale sulla figura incerta di Otello, personaggio complesso e vittima
del suo stesso alfiere. Benedetto Croce sosteneva che Jago non rappresentasse il male
per una mania di grandezza, ma il male per il male. Pregevole risulta l’arte di
Verdi che con la sola musica sa delineare i vari moti dell’animo e con
l’intensità dei suoni degli strumenti, descrive via via i vari sentimenti, come la dolcezza di Desdemona, la gelosia di
Otello, la perfidia di Jago, l’ingenuità di Cassio. L’Otello visto a Bari per
la regia di Eimuntas Nekrosius, si è
rivelato efficace ed adeguato alla tragedia di Shakespeare. Discutibili alcune
scelte scenografiche di Marius Nekrosius , come per esempio quella serie di termosifoni in ghisa e lo
scarso movimento delle scene. Sul piano musicale quasi tutte note positive; dalla direttrice Keri-Lynn Wilson che ha guidato magistralmente la nuova Orchestra del Teatro
Petruzzelli, all’Orchestra stessa se pur interamente rinnovata, ai protagonisti Julianna Di Giacomo che ha
interpretato Desdemona con estrema
dolcezza rispettando le doti di grazia, equilibrio e nobiltà d’animo richieste dal personaggio; a lei il pubblico ha riservato un grande applauso a scena aperta dopo
l’accorata Ave Maria, che prelude alla tragica fine ed un tripudio alla fine
dell’opera. Molto applaudito anche Clifton Forbis nel ruolo di Otello e Claudio
Sgura in Jago, cui è mancata, forse, un’interpretazione più intrigante, così come il ruolo di Jago
richiedeva. Bravi anche Sara Fulgoni in Emilia, Francisco Corujo in Cassio,
Massimiliano Chiarolla in Roderigo, Luca Tittoto in Lodovico e Roberto
Abbondanza in Montano. Ottimo anche il nuovo Coro affidato al bravissimo maestro Franco Sebastiani così
come il Coro di Voci Bianche all'Ottava di Emanuela Aymone . Ha curato le scene
Marius Nekrosius, con di costumi Nadezda Gultiajeva, il disegno luci di Audrius
Jankauskas.
G.L.
Nessun commento:
Posta un commento