RAI: ANDREA CHÉNIER DIRETTO
DA CHAILLY E FIRMATO DA MARTONE IN PRIMA SERATA SU RAI5.
Protagonisti Yusif
Eyvazov, Anna Netrebko e Luca Salsi
È lo
spettacolo che ha inaugurato la stagione della Scala il 7 dicembre 2017 Andrea
Chénier di Umberto Giordano che Rai Cultura propone in prima
serata sul suo canale Rai5 mercoledì 22 aprile alle 21.15. Sul
podio è impegnato il Direttore Musicale del teatro Riccardo Chailly,
che ha sempre creduto nel valore di quest’opera, da lui incisa nel 1982 e già
diretta alla Scala nella stagione 1982/1983 e nel 1985. La regia è affidata
a Mario Martone, che mantiene l’ambientazione rivoluzionaria
dell’opera, puntando sull’identificazione psicologica dei personaggi e
sottolineando la scansione temporale dei diversi quadri. Le scene sono firmate
da Margherita Palli, i costumi da Ursula Patzak e
le luci da Pasquale Mari, mentre Daniela Schiavone cura
la coreografia. Il cast schiera Yusif Eyvazov come
protagonista, Anna Netrebko come Maddalena di Coigny, Luca
Salsi come Gérard, Annalisa Stroppa come Mulatta
Bersi e Mariana Pentcheva come Contessa di Coigny.
La
prima rappresentazione assoluta di Andrea Chénier, quarta
opera del ventinovenne Umberto Giordano, avviene proprio alla Scala il 28 marzo
1896 per la direzione di Rodolfo Ferrari, ed è un grande successo con immediati
echi anche all’Estero: appena un anno dopo la prima, il 5 febbraio 1897, è
rappresentato in lingua tedesca per otto serate allo Stadt-Theater di Amburgo,
direttore Gustav Mahler. Mahler rimase impressionato dal lavoro, che definì
“una delle nuove opere di maggior effetto”, e tentò di farlo rappresentare a
Vienna una volta divenuto direttore della Hofoper, scontrandosi con difficoltà
economiche e organizzative che lo indussero a programmare invece Fedora.
D’altra parte, erano stati gli stessi esperti dell’Editore Sonzogno a giudicare
in un primo momento il lavoro “irrappresentabile”.
Per
l’opera della consacrazione scaligera Giordano aveva collaborato con Luigi
Illica, il librettista di Puccini che conosceva gli ardori libertari per aver
fatto parte in gioventù di una brigata garibaldina, creando un capolavoro di
efficacia drammatica e slancio musicale. Per restare a contatto con il suo
librettista, Giordano si cercò un alloggio nell’edificio in cui abitava, in via
Bramante 39, e dovette accontentarsi di dormire in una specie di deposito di
lapidi e monumenti funerari. Il risultato di tante fatiche fu il melodramma
eroico per eccellenza, spesso in verità spinto in palcoscenico verso atletismi
vocali che finirono per alimentare gli immancabili equivoci in sede
critica.
Regia tv a cura di Patrizia
Carmine e Barbara Pozzoni.
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