martedì 16 settembre 2014

AL TEATRO PETRUZZELLI UN GRANDE SUCCESSO PER "IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE"

 “IL CAPPELLO DI PAGLIA  DI FIRENZE” DI NINO ROTA TORNA A BARI 

BARI - “Il cappello di paglia di Firenze”, è la seconda importante opera della produzione musicale di Nino Rota e torna su un palco barese dopo la rappresentazione del 2007 al Piccinni. La più nota, probabilmente, è “Napoli milionaria”, splendidamente rappresentata ed apprezzata l’estate scorsa al Festival della Valle d’Itria. “Il cappello…” è un’opera divertente e leggera ed è tratta dalla commedia “Un chapeau de paille d’Italie” di Eugene Labiche, cui si ispirò  Renè Clair per l’omonimo film;  si dice che fu proprio la visione del film  ad ispirare Nino Rota per la composizione del suo capolavoro teatrale.  Con quest’opera di Rota si è riaperta la stagione lirica del Petruzzelli dopo la pausa estiva. Uno spettacolo imperdibile che, nonostante la leggerezza del tema, presenta una partitura molto ricca che si richiama alla tradizione colta dell’opera italiana (da Rossini, a Puccini),  come ad altri generi musicali come il Cafè chantant o il musical di Broadway che il compositore ebbe modo di conoscere nel periodo in cui visse negli USA. 
Il racconto è semplice e perfino banale: un giovane borghese nel giorno del proprio matrimonio è costretto a cercare un cappello di paglia completamente distrutto dal suo cavallo, ma appartenente ad una signora che si era appartata con l’amante. Per poterne ottenere uno simile,  da restituire alla proprietaria e consentirle di rientrare a casa senza problemi col marito, il giovane sposo subisce varie e  grottesche peripezie, finchè si scopre che un cappello uguale a quello della signora è stato portato in dono agli sposi dallo zio Vézinet;  ciò consente di consegnare il cappello alla signora  ed ai due sposi di festeggiare il loro matrimonio. Gradevole l’allestimento barese curato dalla regista Elena Barbalich ed efficaci le scene ed i costumi  di Tommaso Lagattolla, il disegno luci di Michele Vittoriano, originali e deliziose le coreografie di Danilo Rubeca. Per quanto riguarda il cast di artisti, tutti bravi, tutti giovani e di talento, a cominciare da Giulio Pelligra (Fadinard), Pietro Bianco (Beaupertuis), Francesco Castoro (nel doppio ruolo dell'esilarante zio Vezinet e di Achille), Francesco Paolo Vultaggio (Emilio), Marco MIglietta (Felice), Pasquale Scircoli (una guardia), Giuseppe Ippolito (caporale). Ed ancora Damiana Mizzi (Elena), Francesca Bicchierri (Anaide), Francesca Ascioti (Baronessa di Champigny) ed Annamaria Bellocchio (la modista) ed infine Domenico Passidomo (nella parte del violinista Minardi). Un cast giovane che ha risposto in modo eccellente e che ha mostrato su tutti un fenomenale Domenico Colaianni (già protagonista neel'edizione del 2007).  Vulcanico ed esuberante Domenico Colaianni,è insuperabile  nel ruolo del contadino Nonancourt in un ambiente altolocato;  un ruolo perfetto per lui. Un cast giovane, si diceva,  che è riuscito a rendere partecipe il pubblico dal punto di vista vocale ed anche recitativo. Originali i cambi di scenografie ed alcune scelte particolari come i pattinatori ed  il coro di otto modiste che confezionano cappelli, cantano e mimano.  Impeccabili orchestra e Coro (diretto da Franco Sebastiani) della Fondazione Petruzzelli  sotto la guida attenta e precisa del maestro Giuseppe La Malfa. Il folto pubblico ha apprezzato molto applaudendo frequentemente a scena aperta ed a lungo a fine recita (un’ovazione per Colaianni).


Ancora due repliche previste per il 16 ed il 18 p.v. : spettacolo da non perdere. E’ stato reso noto, inoltre, dalla Fondazione Petruzzelli che le due opere previste in ottobre e novembre e dopo soppresse, saranno sostituite con due produzioni del progetto “Il Petruzzelli e le Opere per ragazzi” e cioè “Il barbiere di Siviglia” e “Il giovane Artu”, dedicate ad un pubblico di età compresa fra i dodici e i diciotto anni e fra i cinque e gli undici anni.
Le foto sono di Carlo Cofano
Gaetano Laudadio

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