“IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE” DI NINO ROTA TORNA A BARI
BARI - “Il cappello di paglia di Firenze”, è la seconda
importante opera della produzione musicale di Nino Rota e torna su un palco barese dopo la rappresentazione del 2007 al Piccinni. La più nota,
probabilmente, è “Napoli milionaria”, splendidamente rappresentata ed
apprezzata l’estate scorsa al Festival della Valle d’Itria. “Il cappello…” è
un’opera divertente e leggera ed è tratta dalla commedia “Un chapeau de paille
d’Italie” di Eugene Labiche, cui si ispirò Renè Clair per l’omonimo film; si dice che fu proprio la visione del film ad ispirare Nino Rota per la composizione del
suo capolavoro teatrale. Con quest’opera
di Rota si è riaperta la stagione lirica del Petruzzelli dopo la pausa estiva.
Uno spettacolo imperdibile che, nonostante la leggerezza del tema, presenta una
partitura molto ricca che si richiama alla tradizione colta dell’opera italiana
(da Rossini, a Puccini), come ad altri
generi musicali come il Cafè chantant o il musical di Broadway che il
compositore ebbe modo di conoscere nel periodo in cui visse negli USA.
Il racconto è semplice e perfino banale: un giovane borghese
nel giorno del proprio matrimonio è costretto a cercare un cappello di paglia completamente
distrutto dal suo cavallo, ma appartenente ad una signora che si era appartata
con l’amante. Per poterne ottenere uno simile,
da restituire alla proprietaria e consentirle di rientrare a casa senza
problemi col marito, il giovane sposo subisce varie e grottesche peripezie, finchè si scopre che un
cappello uguale a quello della signora è stato portato in dono agli sposi dallo
zio Vézinet; ciò consente di consegnare il
cappello alla signora ed ai due sposi di
festeggiare il loro matrimonio. Gradevole l’allestimento barese curato dalla regista Elena Barbalich ed
efficaci le scene ed i costumi di
Tommaso Lagattolla, il disegno luci di Michele Vittoriano, originali e
deliziose le coreografie di Danilo Rubeca. Per quanto riguarda il cast di
artisti, tutti bravi, tutti giovani e di talento, a cominciare da Giulio
Pelligra (Fadinard), Pietro Bianco (Beaupertuis), Francesco Castoro (nel doppio
ruolo dell'esilarante zio Vezinet e di Achille), Francesco Paolo Vultaggio
(Emilio), Marco MIglietta (Felice), Pasquale Scircoli (una guardia), Giuseppe
Ippolito (caporale). Ed ancora Damiana Mizzi (Elena), Francesca Bicchierri
(Anaide), Francesca Ascioti (Baronessa di Champigny) ed Annamaria Bellocchio
(la modista) ed infine Domenico Passidomo (nella parte del violinista Minardi).
Un cast giovane che ha risposto in modo eccellente e che ha mostrato su tutti un fenomenale Domenico Colaianni (già protagonista neel'edizione del 2007). Vulcanico ed esuberante Domenico Colaianni,è insuperabile nel ruolo del contadino Nonancourt in un ambiente altolocato; un ruolo
perfetto per lui. Un cast giovane, si diceva, che è riuscito a rendere partecipe il pubblico
dal punto di vista vocale ed anche recitativo. Originali i cambi di scenografie
ed alcune scelte particolari come i pattinatori ed il coro di otto modiste che confezionano
cappelli, cantano e mimano. Impeccabili
orchestra e Coro (diretto da Franco Sebastiani) della Fondazione
Petruzzelli sotto la guida attenta e
precisa del maestro Giuseppe La Malfa. Il folto pubblico ha apprezzato molto applaudendo
frequentemente a scena aperta ed a lungo a fine recita (un’ovazione per
Colaianni).
Ancora due repliche previste per il 16 ed il 18 p.v. : spettacolo
da non perdere. E’ stato reso noto, inoltre, dalla Fondazione Petruzzelli che le
due opere previste in ottobre e novembre e dopo soppresse, saranno sostituite
con due produzioni del progetto “Il Petruzzelli e le Opere per ragazzi” e cioè
“Il barbiere di Siviglia” e “Il giovane Artu”, dedicate ad un pubblico di età
compresa fra i dodici e i diciotto anni e fra i cinque e gli undici anni.
Le foto sono di Carlo Cofano
Gaetano Laudadio
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