APPREZZAMENTI PER IL FESTIVAL PAISIELLO
Il capocomico Panbianco deve allestire su due piedi un’opera
seria e la scelta cade proprio sulla Semiramide,
nonostante le rimostranze dei suoi cantanti, i soprani Tenerina e Placida e il
tenore Garofalo, che vorrebbero invece un’opera più leggera.
I protagonisti vestiranno così i panni dell’eroina di Babilonia, diTamiri, di
Scitalce e di Ircano.
Nel secondo atto si cerca di rappresentare il dramma
metastasiano, ma al momento della scena dell’avvelenamento Scitalce si rifiuta
di bere e il bicchiere con il tossico è offerto a Ircano. La recita si
interrompe e termina il gioco metateatrale.
L'allestimento visto al MUDI di Taranto è
iniziata in modo originale con i quattro
protagonisti che hanno fatto la loro
comparsa in scena, sbucando da una botola nel palco. Carolina Lippo (soprano),
Irene Molinari (contralto), Fabio Perillo (tenore) e Pasquale Arcamone
(baritono), tutti con esperienze già acquisite con l’Accademia di Belcanto
“Rodolfo Celletti” e il Festival della Valle d’Itria, si sono fatti apprezzare
dal pubblico non solo per le grandi qualità canore ma anche per le qualità
attoriali, nonostante il poco spazio disponibile sul palco. La scenografia,
ricca di elementi decorativi e di un enorme drappo rosso, che ricordava il
periodo storico della regina di Babilonia, è stata realizzata da Marco Carella,
i costumi originali da Michele Caccioppoli e le luci da Walter Mirabile.
Prezioso il lavoro di revisione e ricostituzione della partitura e del
libretto, ad opera di Anna Trombetta e Luca Bianchini, che avevano il non
facile compito di integrare, ove necessario, dal libretto a stampa o scrivere ex novo le battute finali mancanti
nel duetto di Semiramide e Scitalce. A dirigere l’orchestra, composta per l’esecuzione
di quest’opera, il Maestro Giovanni Di Stefano, che con gesto sicuro e preciso
ha guidato cantanti e musicisti. Al cembalo Michele Visaggi. Interessante la
regia di Stefania Panighini, già apprezzata a Taranto in occasione del GPF del
2011 per “Le finte contesse”. Questo
Festival, con la direzione artistica illuminata di Lorenzo Mattei, intende
continuare a crescere ed imporsi autorevolmente in campo nazionale.
Gaetano Laudadio
Le foto sono di Carmine La Fratta
Sinossi - La compagnia di musica diretta da Monsieur Panbianco
(basso) giunge su una spiaggia del litorale romano per
mettere in scena un’opera allietando così il soggiorno dei
nobili villeggianti. Mentre Garofalo (tenore) tenta di contenere
l’esuberanza delle due primedonne Madama Tenerina
(soprano) e Madama Placida (soprano) continuamente
impegnate a litigare e a beffeggiarsi, Panbianco annuncia che
gli è stata fatta esplicita richiesta di allestire la celeberrima
opera Semiramide. La notizia è accolta con disappunto dalla
compagnia in quanto, secondo quanto previsto dal contratto,
la scrittura fa riferimento ad un’opera comica e non seria.
Panbianco riesce tuttavia a placare la protesta e a convincere i
cantanti che è opportuno andare ugualmente in scena. Placida
sarà la regina Semiramide, Tenerina la principessa Tamiri,
Garofalo il principe sciita Ircano e Panbianco impersonerà il
principe delle Indie Scitalce. Le note della sinfonia segnano
l’inizio della rappresentazione. Al levar della tela Semiramide
ha assunto le sembianze del figlio Nino e nascondendo la sua
vera identità vuole celebrare le nozze di Tamiri. La giovine
deve scegliere tra due pretendenti, ma Ircano decide di
eliminare il rivale Scitalce avvenelandolo con del vino durante
un brindisi. Il piano non riesce in quanto Scitalce riconosce
nel travestimento di Nino la sua innamorata Semiramide.
Il principe rinuncia a sposare Tamiri e inaspettatamente
restituisce il bicchiere a Ircano che gettandolo offende tutti gli
astanti. Nella confusione che ne nasce i cantanti dimenticano
la parte, si spogliano dei costumi abbandonando la scena.
All’impresario non resta che sperare nella comprensione e nel
perdono degli spettatori.
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