Per la prima volta, a parte sporadiche occasioni anche se non squisitamente liriche, il Maggio aprirà la Cavea per due opere, in forma di concerto, di Giuseppe Verdi. Si comincia con Un ballo in maschera: 15 e 18 luglio 2020, ore 21, con il maestro Carlo Rizzi a dirigere il Coro, l’Orchestra del Maggio e un grande cast di voci verdiane e si attende La traviata il 19 luglio sempre alle 21. Il grande, arioso e bellissimo spazio all’aperto posto sul tetto del teatro e dal quale dall’alto si gode una delle viste più inattese, sorprendenti e mozzafiato sulla città di Firenze ha fatto apprezzare nel corso delle prove di questi giorni un’acustica splendida. Il bel tempo dei prossimi giorni, l’aria che a sera rinfresca, l’architettura di uno spazio così pulito e lineare, la musica verdiana che va dritta al cuore sottolineata dai grandi interpreti in locandina, promettono di regalare al pubblico un’atmosfera pressoché indimenticabile.
Una sorta di doppia inaugurazione quindi in Cavea nell’emblematico e significativo solco verdiano con la direzione del maestro Carlo Rizzi che sale per la prima volta sul podio del Maggio e che, in occasione della Traviata del 19 luglio, festeggerà anche i suoi 60 anni. Carlo Rizzi è invitato come direttore ospite nei più celebri teatri lirici, festival e sale da concerto internazionali e italiani. Possiede un repertorio che spazia dal barocco e da rarità di Bellini, Cimarosa e Donizetti fino a Giordano, Pizzetti e Montemezzi. È Conductor Laureatedella Welsh National Opera e ha sviluppato inoltre stretti rapporti con il Teatro alla Scala, la Royal Opera House Covent Garden e la Metropolitan Opera di New York.
A dare voci ai personaggi dell’opera ci saranno interpreti verdiani di grandissimo rilievo tra cui: nel ruolo di Riccardo, Francesco Meli, uno dei tenori più richiesti al mondo, che ritorna dopo il suo recentissimo recital dello scorso 7 giugno che ha segnato la riapertura del Maggio; con lui il soprano Krassimira Stoyanova - Amelia - una delle più acclamate interpreti verdiane e con 13 personaggi in repertorio e che tornerà a Firenze a fine agosto per le due attesissime esecuzioni della Messa da Requiem, di Verdi, dirette da Zubin Mehta e previste in piazza della Signoria. Le altre due voci femminili sono due artiste in netta ascesa e affermazione e vincitrici entrambe di molti concorsi internazionali Enkeleda Kamani (ora come il paggio Oscar e che rivedremo come Gilda nel nuovo allestimento di Rigoletto nel febbraio 2021 ) e il mezzosoprano Judit Kutasi, l’indovina Ulrica. Poi il baritono Carlos Álvarez, - Renato - più volte acclamato dal pubblico e tra i più apprezzati cantanti dei nostri giorni con un vasto repertorio tra cui spiccano numerosissimi personaggi delle opere verdiane; a concludere il baritono William Corrò (Silvano), il basso Fabrizio Beggi (Samuel),il basso Emanuele Cordaro(Tom) e il tenore Antonio Garés (nel doppio ruolo del giudice e di servitore di Amelia) formatosi all’Accademia del Maggio. Cordaro e Garés saranno anche nel cast di La traviatadel 19 luglio come il dottor Grenvil, il primo, e Gastone, il secondo.
Saranno circa 600 i posti disponibili secondo le disposizioni di sicurezza con prezzi a partire dai 15 euro per i giovani, titolari della Maggio Card, e la grande platea all’aperto divisa in due settori in vendita a 50 e 100 euro.
Il Maggio ringrazia Allianz che ha fornito un cuscino per rendere più comoda la seduta sulle gradinate.
L’opera Un ballo in maschera venne commissionata a Giuseppe Verdi dal Teatro San Carlo di Napoli, nel 1857, e ciò lo spinse fin da subito a cercare il soggetto ideale. La prima idea fu Re Lear di Shakespeare, ma la mancanza di tempo lo costrinse a ripiegare su un libretto di Scribe, Gustave III ou Le bal masqué, già musicato da Auber e da Mercadante. La storia si ispirava a un fatto storico accaduto nel 1792: l’omicidio di re Gustavo III di Svezia ad opera di un suo cortigiano durante un ballo. L’argomento era indubbiamente scomodo, l’uccisione in scena di un monarca non poteva lasciare indifferenti i censori napoletani, che infatti intervennero imponendo a Verdi numerosi tagli e modifiche. Ma Verdi teneva troppo ai tratti della sua nuova opera per poter accettare, tra le tante altre richieste, di spostare l’azione nel dodicesimo secolo. Naufragato così il debutto napoletano, Un ballo in maschera fu allestito al Teatro Apollo di Roma, dove andò in scena il 17 febbraio 1859 con un grandissimo successo.
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