Sabato 1
agosto, ore 21:15, Teatro ai Parchi di Nervi
LE CREATURE DI PROMETEO
LE CREATURE DI CAPUCCI
Sabato 1 agosto, alle ore 21:15, al Teatro ai Parchi di Nervi, una
anteprima nazionale: Le
Creature di Prometeo/Le Creature di Capucci, concerto con azione scenico-coreografica su musica di Ludwig van Beethoven, costumi di Roberto Capucci e movimenti
coreografici di Simona Bucci. Sul
podio, a dirigere l’Orchestra del Teatro
Carlo Felice di Genova, uno dei più talentuosi giovani direttori italiani: Leonardo Sini.
Le
luci sono di Luciano Novelli.
Danzano, in ordine di apparizione: Hal
Yamanouchi, Fabio Bacaloni, Davide Bastioni, Filippo Pieroni, Nico Gattullo,
Marco Lo Presti, Roberto Lori, Luca Campanella, Giampiero Giarri, Raffaele
Iorio, Antonio Cardelli, Flavio Marullo, Riccardo Battaglia, Luca Giaccio,
Damiano Ottavio Bigi.
Lo
spettacolo, a cura di Daniele Cipriani,
è una nuova coproduzione Fondazione
Teatro Carlo Felice e Spoleto63
Festival dei 2Mondi, dove andrà
in scena il 28 agosto.
Nell’anno in cui ricorre il 250°
anniversario della nascita di Ludwig van
Beethoven (Bonn, 16 dicembre 1770 - Vienna, 26 marzo 1827), il Festival del Balletto e della Musica –
Nervi 2020 presenta in forma scenica la rara esecuzione integrale
dell’unico balletto del catalogo beethoveniano, proposto in una suggestiva e
inedita combinazione: Le creature di
Prometeo / Le creature di Capucci. Il progetto realizza un formidabile
incontro tra le arti, celebrando il genio creativo di due storici protagonisti
distanti nel tempo quanto vicini nell’estro. Da un lato Ludwig van Beethoven
con la sua unica partitura a destinazione coreutica: il balletto in due atti Le Creature di Prometeo [Die Geschöpfe des
Prometheus] op. 43, commissionato dal Teatro Imperiale di Vienna per le
coreografie di Salvatore Viganò, che
debuttò al Burgtheater nel 1801. Dall’altro Roberto Capucci, maestro dell’alta moda internazionale, innovatore
di stile capace di far dialogare gli abiti con la natura, l’arte e
l’architettura, qui protagonista con una serie di bozzetti dal forte impatto
visivo. I due processi artistici si incontrano in questa occasione nella loro
natura indipendente, distanti nella storia e nella fonte ispiratrice: linee
parallele che si intersecano nello spazio scenico in un insolito connubio da
cui nascono nuove possibilità e visioni. I due mondi si ritrovano in una
dimensione metaforica: quella della potenza musicale ispirata alla mitologia –
come rappresentazione degli archetipi che plasmano la psiche umana – e quella
di creature “altre” che come effluvi appaiono per poi sparire nell’immaginario
onirico attingendo alla stessa matrice archetipica.
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