martedì 7 marzo 2017

UNA BELLA MANON LESCAUT RITORNA AL TEATRO PETRUZZELLI

Davvero innovativo l'allestimento scenico della Fondazione Teatro Regio di Parma portato sul palco del Petruzzelli
di GAETANO LAUDADIO

Bari - Manon Lescaut è la seconda opera della stagione 2017 della Fondazione Petruzzelli ad essere proposta al pubblico barese per la stagione 2017, dopo una lunga assenza dai teatri di Bari, con
repliche fino al 13 del c.m. Dopo l'ottima accoglienza nella prima di sabato scorso, siamo qui ad assistere alla seconda replica con il secondo cast: Manon Lescaut è Tiziana CARUSO, Renato De Grieux è Sung Kyu PARK e il fratello Lescaut è Filippo POLINELLI; rimane nel  ruolo di Geronte di Ravoir il bravissimo basso Domenico COLAIANNI, presente invece in tutte le rimaneneti 6 repliche previste. Manon Lescaut è un dramma lirico scritto da Giacomo Puccini  in quattro atti, su libretto di Luigi Illica, Marco Praga, Domenico Oliva, Ruggero Leoncavallo. L'opera fu rappresentata per la prima volta nel 1893 a Torino ma fu, dopo l'accoglieza fredda di Edgar, un grande successo di pubblico e di critica.  Non deve essere, comunque, risultata semplice la composizione di quest’opera  visto il numero insolito di autori  che hanno partecipato alla stesura di questo libretto; tra l'altro, non è escluso che Giulio Ricordi e lo stesso Puccini abbiano dato un  contributo alla sua scrittura. Il confronto con la  “Manon” di Massenet che come Puccini si rifaceva allo stesso testo :  “Histoire du chevalier des Grieux et de Manon Lescaut” dell’abbé Antoine François Prévost, ha certamente avuto il suo peso nell'animo del compositore toscano.  Puccini nel voler distinguere la sua opera da quella di Massenet tenne a sottolineare che non l'avrebbe sentita “ alla francese, con la cipria e i minuetti",  bensì "all’italiana, con passione disperata”. L’opera vista al Petruzzelli ha riprodotto l’allestimento scenico della Fondazione Teatro Regio di Parma, con la regia di Stephen MEDCALF. Viene proposta una scenografia semplice, snella ed originale in determinate situazioni e spesso con potenza visiva ed espressiva. Nel primo atto alcune strutture di legno (simili a quelle che sostengono i cappi delle forche) sostengono le insegne di un'osteria, e nel secondo enormi specchi in cui si ammira Manon. Ma la cosa più singolare è una struttura circolare che nel primo atto, aprendosi, simula una carrozza da cui scende Manon e successivamente la nave su cui s'imbarca per l'America. Lo svolgimento temporale degli eventi che riguardano Manon viene rappresentato con la proiezione dei luoghi in cui avvengono i fatti:  prima Amiens, dopo Parigi, le Havre ed infine New Orleans con una landa desolata dove finiranno i giorni di Manon. Belli i costumi di Jamie VARTANN che richiamano l'epoca ed i luoghi in cui si svolgono i fatti; molto efficace anche il gioco luci di Simon CORDER. Valido il cast di artisti da Tiziana Caruso a Sung Kyu PARK, bravi soprattutto nelle parti più alte, per finire  a Domenico Colaianni, in un ruolo vocalmente non agevole ma con risultati ottimi, ed infine a Filippo Polinelli che hanno ricevuto gli applausi più convinti dal pubblico, non tanto numeroso in questa occasione, e che comunque si è fatto sentire con ripetuti e calorosi consensi anche a scena aperta. Ha diretto  in modo autorevole orchestra e coro della Fondazione Petruzzelli il maestro Giuseppe La Malfa. Proprio all'orchestra ed al coro preparato dal maestro Fabrizio Cassi va rivolto un plauso per il livello di accuratezza e precisione dimostrati. Repliche fino a lunedi 13 marzo.



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