sabato 14 novembre 2015

G.GATTI CASAZZA, DAL TEATRO ALLA SCALA AL METROPOLITAN


Lunedì alle 18 presentazione del libro di Alberto Triola dedicato a Giulio Gatti Casazza, primo manager dell’opera


PALERMO. G.Gatti Casazza, fu il rifondatore della Scala di Milano, il visionario direttore del Metropolitan di New York, trasformato in pochi anni nel più grande e ricco teatro d’opera nel mondo. Passato erroneamente alla storia come l’ultimo dei grandi impresari, di fatto fu il primo dei sovrintendenti moderni, figura chiave del passaggio dall’impresa di stampo ottocentesco al management della nostra epoca. Giulio Gatti Casazza (1869-1940) è adesso il protagonista di un volume, ricco di ricostruzioni e di fotografie inedite, pubblicato da Zecchini Editore, firmato da Alberto Triola, direttore operativo del Maggio Musicale Fiorentino, una lunga esperienza alla guida dei maggiori teatri e festival italiani.

Il libro si presenta lunedì 16 novembre alle 18
alla Sala Onu del Teatro Massimo
Interverranno il sovrintendente del Teatro Massimo
Francesco Giambrone
e il musicologo dell’Università di Palermo
Pietro Misuraca

Contornata da un alone di fascino, costruita tra una traversata e l’altra dell’Oceano mentre New York veniva su con i suoi grattacieli e l’Europa passava dagli entusiasmi del Ballo Excelsior alle trincee della Grande Guerra fino all’avanzata del nazi-fascismo, la carriera di Gatti Casazza s’intreccia con vicende e opere di artisti e personaggi immortali. Giuseppe Verdi, Arturo Toscanini, Arrigo Boito, Giulio Ricordi, Giacomo Puccini, Enrico Caruso, Claude Debussy, Richard Strauss. Un manager culturale ante litteram, ma anche – e soprattutto – uno spirito pratico innamorato dell’Arte, capace di fare accumulare al Metropolitan oltre un milione di dollari di riserva, sufficienti a garantirgli la sopravvivenza dopo il crollo di Wall Street. A Natale del 1931 diede l’assenso alla prima trasmissione via radio di un’opera lirica, che spalancò le porte del Metropolitan a tutto il pubblico d’America e quelle dell’opera alla modernità.



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