BEL SUCCESSO DI
PUBBLICO AL PETRUZZELLI CON LA BOHEME
Bari – Dopo una calda
pausa estiva, è ripresa la stagione lirica della Fondazione Petruzzelli con un’opera intramontabile e sempre di grande
richiamo come è “La Bohème”, di Giacomo
Puccini, sul libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa ed ispirata al romanzo
“Scènes de la vie de Bohème” di Henri Murger. A distanza di oltre un secolo
dalla sua prima rappresentazione, avvenuta il 1° febbraio del 1896 sotto la
direzione di Arturo Toscanini, la Bohème è sempre un’opera e
di successo e
non c'è giorno in cui non ci sia un teatro al mondo che non la
rappresenti. Quella portata in scena a Bari è una produzione del Comune di
Padova e Opera Estate Festival Veneto di Bassano del Grappa, con la regia, le
scene ed i costumi di Ivan Stefanutti ed il disegno luci Sandro Dal Pra. Il cast artistico dei giovani artisti
impegnati nella prima di venerdi sera :
Alessandra Marianelli nel ruolo di Mimì, Ivan Magrì in Rodolfo, Julian
Kim in Schaunard, il musicista, Matteo Peirone , in Benoît, padrone di casa,
Giorgio Caoduro in Marcello, pittore, Dario Russo (Colline, filosofo), Matteo
Peirone (Alcindoro, consigliere di stato), Francesca Dotto (Musetta), Raffaele
Pastore (Parpignol), Francesco Napoletano (un venditore ambulante), Antonio
Muserra (sergente dei doganieri), Graziano De Pace (un doganiere) hanno ben
interpretato i rispettivi ruoli (a parte qualche imprecisione) con buona
estensione di voce ed armonia. Sin dalle
prime scene della recita, un velo di malinconia ha pervaso i quattro quadri,
sostenuta dal disegno luci di Sandro Dal Pra, dalla scenografia tutta in grigio
realizzata da Ivan Stefanutti, ma anche dai luoghi frequentati (la soffitta in
cui abita i quattro giovani bohèmienne, il caffè Momus, la barriera d’Enfer), che
lasciano presagire la tragedia finale. Orchestra e Coro della Fondazione
Petruzzelli di Franco Sebastiani con il contributo significativo delle Voci Bianche “Vox Juvenes” di Emanuela Aymone sono stati ben diretti dal maestro Maurizio Barbacini. E’ stato certamente un grande successo di pubblico che ha applaudito tutti anche se non con grande trasporto. La Bohème di Puccini è senza dubbio un’opera di forte impatto emozionale sia per l’aspetto poetico che per il suo realismo, nonché per la struggente musica. Molto coinvolgente il linguaggio musicale nel quale le voci si inseriscono e si intersecano come una sorta di conversazione. Applausi a scena aperta per l’aria cantata da Mimì, “Si, mi chiamano Mimì”, per l’appassionata “Mimì è una civetta” seguita dalla sua dichiarazione d’amore “Ebbene no, non lo son”e per Musetta in “Quando m’en vo”. Delicatissimo e coinvolgente l’accorata interpretazione di Mimì “Sono andati? Fingevo di dormire”. La concertazione del direttore Barbacini è stata molto attenta ai momenti lirici e poetici come a quelli drammatici. Ancora sei repliche: questa sera col secondo cast, martedì 10, mercoledì 11, venerdì alle 20.30, sabato 14 e domenica 15 alle 18.00 ed infine l’ultima alzata di sipario martedì 17 novembre alle 20.30.
Gaetano Laudadio
Le foto sono di Cofano
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