domenica 31 gennaio 2016

IL TEATRO MASSIMO DI PALERMO TRA LE FONDAZIONI VIRTUOSE

Approvato il piano di risanamento del Teatro: via libera al prestito da 8 milioni
Sì al bilancio previsionale 2016, e intanto scatta la premialità per le Fondazioni virtuose


PALERMO. Arriva il via libera definitivo al piano di risanamento del Teatro Massimo, via libera che consente di accedere a un prestito da 8 milioni di euro a tasso agevolato da parte del ministero dell’Economia. L’approvazione arriva contemporaneamente a quella del bilancio previsionale 2016, che si chiude con un avanzo di esercizio di 159 mila euro, e alla notizia che anche il bilancio consuntivo 2015 (che sarà approvato entro aprile) chiuderà in avanzo, cosa che consentirà al Teatro di accedere alla premialità prevista per le Fondazioni virtuose, cioè per quelle che chiudono tre bilanci consecutivi in attivo. La premialità consiste nella distribuzione tra i “virtuosi” del 5 per cento del Fus, il Fondo unico per lo spettacolo, una cifra che si aggira intorno ai 10 milioni di euro. Tre buone notizie per i conti del Teatro Massimo, che si consolidano grazie al boom delle visite guidate, al grande incremento degli abbonamenti (+ 22 per cento quelli relativi alla stagione di opere e balletti 2016, una percentuale che sale al 25 per cento se si tiene conto anche degli abbonamenti alla stagione concertistica), all’ottimo andamento complessivo del botteghino.
Il piano di risanamento ha superato positivamente i tre gradi di approvazione: quello del commissario governativo per la gestione del Fondo di risanamento dei teatri in crisi; quello del ministero dei Beni culturali e del ministero dell’Economia, e infine quello della Corte dei Conti. Il prestito da 8 milioni consentirà di abbattere il costo dei mutui contratti nel 2005 con la Banca popolare siciliana, allora Banca di Lodi. I mutui, che ammontavano a 20 milioni di euro, si sono ridotti nel tempo a 14. Il prestito da 8 milioni di euro lo riduce adesso a 6. “Abbiamo mantenuto gli impegni e portato al traguardo il piano di risanamento – commenta il sovrintendente Francesco Giambrone – razionalizzando le spese e rilanciando l’attività del Teatro in termini di produzioni artistiche e di coinvolgimento di nuovi pubblici”.
Aggiunge Leoluca Orlando, sindaco e presidente della Fondazione. “A conferma del fatto che cultura di qualità equivale ad economia di qualità, arrivano questi dati: prova inequivocabile del cambio di passo del Teatro Massimo, che si colloca sempre più fra le esperienze di eccellenza nel panorama nazionale e internazionale”.
Nel solco del piano di risanamento, si muove il bilancio previsionale 2016 approvato all’unanimità dal Consiglio di Indirizzo con il parere favorevole del Collegio dei Revisori, con un totale di ricavi di 28 milioni e 597 mila euro e 159 mila euro di avanzo di esercizio.  Per quel che riguarda gli introiti, la voce più pesante è quella dei contributi dei soci fondatori: 14 milioni e 200 mila del ministero dei Beni culturali; 8 milioni e 275 mila euro della Regione siciliana; 1 milione e 900 mila del Comune.
Ma crescono significativamente i ricavi legati alle entrate proprie. La previsione, per quel che riguarda il botteghino, è di 2 milioni 585 mila euro contro i 2 milioni e 350 dell’anno precedente (abbonamenti, 1 milione e 222 mila; biglietti 1 milione e 363 mila euro), mentre cresce ancora quella relativa alle visite guidate nel Teatro (400 mila euro). E per la prima volta compare la voce relativa al caffè-ristorante, aperto a marzo dell’anno scorso, e alle macchinette distributrici di bevande, messe a reddito per la prima volta: il ricavo previsto è di 90 mila euro. Una voce, quella dei biglietti, che è in crescita grazie alle politiche di prezzo e a tante azioni di marketing mirato che puntano a far crescere ulteriormente anche negli anni prossimi “l’indice di riempimento” di opere, balletti e concerti, coinvolgendo nuovi pubblici.
Sul fronte dei costi, il bilancio registra un contenimento dei costi del personale che si mantengono entro i 19 milioni di euro, obiettivo previsto dal piano di risanamento (nel 2015 era di 19 milioni e 300, nel 2014 di 19 milioni e mezzo). Seconda voce delle uscite sono i costi della produzione artistica che crescono per un impegno preciso dei vertici del Teatro di incrementare la produttività senza rinunciare alla qualità artistica: nel 2016 ammonteranno a 5 milioni 367 mila euro: 300 mila in più del 2015.


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