MUSICA
INSIEME PER BOLOGNA MODERN
Lunedì 17 ottobre 2016 – KRAKAUER’s ANCESTRAL GROOVE
Domenica 23 ottobre 2016 – DEJOHNETTE – COLTRANE –
GARRISON
L’impegno
di Musica Insieme per la promozione del contemporaneo, per la
‘familiarizzazione’ del grande pubblico con quelli che sono a tutti gli effetti
i suoni e i linguaggi dell’oggi, si concretizza da sempre nella proposta,
accanto al repertorio consolidato, di prime esecuzioni assolute e italiane, che
nell’ambito degli ormai 30 cartelloni dei Concerti
di Musica Insieme hanno visto sul palco artisti e compositori che vanno da
Karlheinz Stockhausen a Friedrich Gulda, da Giya Kancheli a Sofia Gubaidulina.
Proprio allo scopo di divulgare la musica del XX e XXI secolo, nel 2006 abbiamo
varato MICO – Musica Insieme
COntemporanea, divenuta ben presto una vetrina preferenziale delle più
interessanti esperienze dell’oggi. Con la scelta di programmi monografici e con
commissioni, prime esecuzioni assolute e italiane affidate a specialisti
riconosciuti del repertorio, MICO ha ospitato nelle sue undici edizioni solisti
quali Giovanni Sollima o Maurizio Pollini, che con il “Progetto Nono” ha
letteralmente dato il via alla prima edizione della nostra rassegna, ed ancora
Fazil Say e il Brodsky Quartet, Gidon Kremer e la Kremerata Baltica, o Uri
Caine e il suo piano “Solitaire”, tutti artisti che dimostrano peraltro come le
pagine della contemporaneità si inseriscano sempre in un contesto che ne illumina
le radici storiche.
Ci
anima da sempre infatti la convinzione che, se all’atto del suo nascere ogni arte è ed è stata contemporanea, la
chiave del suo ascolto risiede proprio nel creare una familiarità, una
quotidianità con il suo linguaggio, un discorso che vale tanto per l’ultimo
film uscito nelle sale, quanto per un nuovo romanzo, quanto appunto per la
nuova partitura, a pieno titolo espressione del mondo sonoro in cui siamo
quotidianamente immersi.
Per
questo siamo oggi al fianco del Teatro Comunale di Bologna per la I edizione di
Bologna Modern, un festival che è a tutti gli effetti una novità assoluta per
il panorama bolognese (e non solo): per la prima volta, una fondazione privata come
Musica Insieme e una fondazione lirico-sinfonica come il Teatro Comunale di
Bologna si fanno promotrici di un festival contemporaneo, che porterà al centro
della nostra città, come accade nel resto d’Europa, un focus sulla nuova
musica.
La scelta di Musica Insieme, votata per DNA alla
cameristica e ad una visione che vuole essere quanto più ampia dei modi e dei luoghi
della musica, si è quindi rivolta a due concerti dal taglio originale, potremmo
dire eccentrico, con due importanti
presenze, che rappresentano due sguardi ad altrettanti fondamentali linguaggi
della contemporanea, in entrambi i casi trattandosi ad oggi delle uniche date italiane dei rispettivi tour nelle principali città
europee.
Lunedì 17
ottobre ospiteremo
sul palco del Teatro Comunale di Bologna
David Krakauer, clarinettista apprezzato in tutto il mondo sia come
grande virtuoso della musica classica, sia come innovatore in chiave funky e
blues del moderno klezmer. Col progetto Krakauer’s Ancestral
Groove,
che vede al suo fianco una band ritmica che va dalla chitarra elettrica al
basso, alla batteria, senza dimenticare l’elettronica, Krakauer è ambasciatore
riconosciuto di un percorso che infrange ogni frontiera musicale: quello che
fonde insieme il suono ‘ancestrale’ della tradizione popolare con le suggestioni
più varie, con un’energia che va dritto al cuore. L’appuntamento finale di
Bologna Modern sarà poi affidato, domenica
23 ottobre, a un trio dai nomi prestigiosi: quello che Jack DeJohnette, oggi il più acclamato batterista della scena jazz,
ha creato chiamando con sé due figli d’arte come Ravi Coltrane al sassofono e Matthew
Garrison al basso, per offrire un originale set fra jazz e contemporanea,
che riprende da un lato la tradizione, dal grande John Coltrane ai classici, e
dall’altro esplora nuove strade di un genere che ha letteralmente impregnato di
sé la musica del nostro tempo.
Lunedì 17 ottobre 2016 ore 20.30
TEATRO
COMUNALE DI BOLOGNA
DAVID KRAKAUER clarinetto, clarinetto basso
SHERYL
BAILEY chitarra elettrica
JEROME
HARRIS basso
MICHAEL
SARIN batteria
KEEPALIVE voce, laptop, sintetizzatore
Prima (e unica) data italiana per la band
capeggiata dallo straordinario clarinettista,
dove il
repertorio tradizionale sposa il contemporaneo e l’elettronica
Da oltre vent’anni,
David Krakauer persegue una visione artistica unica nel suo genere, e si fa
portatore della rivisitazione e modernizzazione della musica tradizionale
dell’Europa dell’Est. Un percorso, il suo, che lo ha portato a collaborare con
artisti del calibro di Fred Wesley, il Quartetto Kronos, Iva Bittova, John Zorn
e Socalled. I brani che Krakauer propone riflettono tutte le sfaccettature di
questo incredibile viaggio musicale di esplorazione che va da versioni
frammentate del repertorio tradizionale Klezmer, a composizioni di John Zorn,
dal Masada “Book of Angels”, appositamente selezionate dallo stesso Zorn per
Krakauer. Non mancano brani di musica elettronica, derivanti dalle collaborazioni
con Socalled e Keepalive. Sonorità che partono dal klezmer come ‘base di
incanto’ per poi raggiungere il pubblico su un tappeto sonoro che travalica
tutte le frontiere.
I PROTAGONISTI
Pochi artisti hanno la capacità di trasmettere il loro
messaggio con un potere tale da travolgere e connettere il pubblico a livello
universale. David Krakauer è uno di
questi. Considerato uno dei migliori clarinettisti al mondo, viene elogiato
come innovatore del moderno Klezmer così come ‘voce’ importante della musica
classica. Conosciuto semplicemente come “Krakauer”, ha intrapreso un viaggio di
trasformazione della musica ebraica dell’Europa Orientale in qualcosa di
unicamente contemporaneo. Ha collaborato con compositori del calibro di Danny
Elfman, Osvaldo Golijov, David Del Tredici, John Zorn, George Tsontakis,
Mohammed Fairouz e Wlad Marhulets. Inoltre, si è esibito con rinomati quartetti
d’archi come il Kronos, il Tokyo, e l’Emerson, e in veste di solista con compagini
quali l’Orchestre de Lyon, l’Orquestra Sinfonica de Madrid, la Brooklyn
Philharmonic, la Dresdener Philharmonie e la Detroit Symphony. La chitarra di Sheryl Bailey non ha rivali; considerata
tra i primi chitarristi con ‘base bop’ ad emergere negli anni Novanta, è stata
premiata al concorso “Thelonius Monk” nel 1995 ed è stata votata come stella
nascente dal DownBeat nel 2013. Jerome
Harris è riconosciuto a livello
internazionale come uno dei più versatili e carismatici musicisti della sua
generazione e vanta collaborazioni con artisti di fama mondiale: da Sonny
Rollins (di cui è stato chitarrista fino al 1994) a Bob Stewart, George Russel,
e tanti altri. Negli ultimi vent’anni, il batterista Michael Sarin è stato al centro della comunità jazz newyorkese,
esibendosi in tutto il mondo con artisti quali Thomas Chapin, Dave Douglas,
Myra Melford, Ben Allison, Erik Friedlander. Jeremy Flower, col nome d’arte di
“Keepalive”, è considerato l’arma
segreta del Boston Unlockedgroove Collective, uno dei primi gruppi di
produttori di techno della East Coast. Fra le numerose collaborazioni, è da
ricordare quella con il compositore argentino Osvaldo Golijov.
Domenica 23 ottobre
2016 ore 20.30
TEATRO
COMUNALE DI BOLOGNA
JACK
DEJOHNETTE batteria,
pianoforte
RAVI COLTRANE
sassofono
MATTHEW
GARRISON basso
elettrico
Unica data italiana anche per il tour europeo di
DeJohnette, Coltrane e Garrison,
che accompagna l’uscita, nel
maggio 2016, del loro nuovo album In Movement (ECM)
Fa un certo effetto incontrare insieme, nel programma di un
concerto d’oggi, i nomi del sassofonista Ravi Coltrane e del bassista Matthew
Garrison e il merito, naturalmente, è del grande batterista Jack DeJohnette.
Siamo nel 1966, DeJohnette ha 24 anni ed è appena entrato in un gruppo che
diventerà famoso, il quartetto (coltranianissimo…) di Charles Lloyd, nel quale
per giunta nasce il sodalizio con un altro giovanotto, Keith Jarrett. Ma
DeJohnette fa anche parte della nuova, determinata associazione di musicisti
chicagoani, la AACM (una testimonianza “di lungo periodo” di questa affinità è
l’emozionante Made in Chicago, inciso
dal vivo nel 2013). Insomma, la sua figura fa da cerniera fra scuole,
personalità, stagioni differenti. E dunque, chi più di lui è qualificato a
riprendere, quantomeno su un piano simbolico, l’eredità spirituale che Coltrane
ha lasciato interrotta con la morte improvvisa nel luglio 1967? Eppure sarebbe
ingenuo attendersi da questo concerto un’attualizzazione, diciamo, di Chasin’ The Trane inciso appunto in trio
sax-basso-batteria nel 1961. Ravi Coltrane e Matt Garrison (che il basso lo
suona elettrico, i tempi cambiano…) sono artisti di vaglia che hanno “pagato i
loro debiti” con la famiglia e con la tradizione; sanno da dove vengono ma sono
anche intenzionati ad andare altrove. Oltretutto, entrambi hanno avuto in casa
altri esempi importanti: Ravi, si sa, è figlio della tastierista e compositrice
Alice McLeod Coltrane; Matt della danzatrice e coreografa Roberta Escamilla
Garrison. Jack DeJohnette ha dunque a disposizione una tavolozza di idee
pienamente originale.
I PROTAGONISTI
Il
drumming di Jack DeJohnette, dotato
di una tecnica straordinaria, si segnala per un notevolissimo senso del tempo,
grande inventiva e capacità di improvvisazione. Nei primi anni Sessanta suona
con John Coltrane e Jackie McLean, nel 1966 entra nel quartetto di Charles
Lloyd, e nel 1969 Miles Davis lo chiama nel suo gruppo stellare dove incontra
Keith Jarrett, che sarà suo partner di molte avventure artistiche a venire. Dal
1983 è membro stabile del trio pianistico di Jarrett, al quale alterna progetti
con altri musicisti, come il sassofonista John Surman o il Trio Gateway. Nel
2006 DeJohnette pubblica Saudades con
il Trio Beyond per l’etichetta tedesca ECM, un doppio live registrato durante
un concerto tenuto alla Queen Elizabeth Hall di Londra. Figlio di John e Alice
Coltrane, Ravi Coltrane dimostra
essere all’altezza di un’eredità così importante. Vanta collaborazioni con
Elvin Jones, Wallace Rooney, Steve Coleman, McCoy Tyner, e come co-leader del
Saxophone Summit con Lovano e Dave Liebman. Pubblica diversi album: Moving Pictures, From the Round Box, Mad 6,
In Flux, Blending Times e Translinear
Light, album registrato dalla madre, Alice Coltrane, pianista, organista e
arpista. Figlio del bassista di John Coltrane, Matthew Garrison nasce a New York, immerso in una comunità di
musicisti, ballerini, pittori e poeti, dove inizia a studiare con il padrino,
Jack Dejohnette, e il bassista Dave Holland. Frequenta il prestigioso Berklee
College of Music di Boston, dove ha inizio la sua carriera professionale, e la
sua lunga lista di collaborazioni: Gary Burton, Betty Carter, Lyle Mays, Herbie
Hancock, Steve Coleman, Cassandra Wilson, The Gil Evans Orchestra, solo per
citarne alcuni.
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