mercoledì 22 giugno 2016

MUSICA INSIEME PER BOLOGNA MODERN

MUSICA INSIEME PER BOLOGNA MODERN

Lunedì 17 ottobre 2016 – KRAKAUER’s ANCESTRAL GROOVE

Domenica 23 ottobre 2016 – DEJOHNETTE – COLTRANE – GARRISON


L’impegno di Musica Insieme per la promozione del contemporaneo, per la ‘familiarizzazione’ del grande pubblico con quelli che sono a tutti gli effetti i suoni e i linguaggi dell’oggi, si concretizza da sempre nella proposta, accanto al repertorio consolidato, di prime esecuzioni assolute e italiane, che nell’ambito degli ormai 30 cartelloni dei Concerti di Musica Insieme hanno visto sul palco artisti e compositori che vanno da Karlheinz Stockhausen a Friedrich Gulda, da Giya Kancheli a Sofia Gubaidulina. Proprio allo scopo di divulgare la musica del XX e XXI secolo, nel 2006 abbiamo varato MICO – Musica Insieme COntemporanea, divenuta ben presto una vetrina preferenziale delle più interessanti esperienze dell’oggi. Con la scelta di programmi monografici e con commissioni, prime esecuzioni assolute e italiane affidate a specialisti riconosciuti del repertorio, MICO ha ospitato nelle sue undici edizioni solisti quali Giovanni Sollima o Maurizio Pollini, che con il “Progetto Nono” ha letteralmente dato il via alla prima edizione della nostra rassegna, ed ancora Fazil Say e il Brodsky Quartet, Gidon Kremer e la Kremerata Baltica, o Uri Caine e il suo piano “Solitaire”, tutti artisti che dimostrano peraltro come le pagine della contemporaneità si inseriscano sempre in un contesto che ne illumina le radici storiche.
Ci anima da sempre infatti la convinzione che, se all’atto del suo nascere ogni arte è ed è stata contemporanea, la chiave del suo ascolto risiede proprio nel creare una familiarità, una quotidianità con il suo linguaggio, un discorso che vale tanto per l’ultimo film uscito nelle sale, quanto per un nuovo romanzo, quanto appunto per la nuova partitura, a pieno titolo espressione del mondo sonoro in cui siamo quotidianamente immersi.
Per questo siamo oggi al fianco del Teatro Comunale di Bologna per la I edizione di Bologna Modern, un festival che è a tutti gli effetti una novità assoluta per il panorama bolognese (e non solo): per la prima volta, una fondazione privata come Musica Insieme e una fondazione lirico-sinfonica come il Teatro Comunale di Bologna si fanno promotrici di un festival contemporaneo, che porterà al centro della nostra città, come accade nel resto d’Europa, un focus sulla nuova musica.
La scelta di Musica Insieme, votata per DNA alla cameristica e ad una visione che vuole essere quanto più ampia dei modi e dei luoghi della musica, si è quindi rivolta a due concerti dal taglio originale, potremmo dire eccentrico, con due importanti presenze, che rappresentano due sguardi ad altrettanti fondamentali linguaggi della contemporanea, in entrambi i casi trattandosi ad oggi delle uniche date italiane dei rispettivi tour nelle principali città europee.
Lunedì 17 ottobre ospiteremo sul palco del Teatro Comunale di Bologna David Krakauer, clarinettista apprezzato in tutto il mondo sia come grande virtuoso della musica classica, sia come innovatore in chiave funky e blues del moderno klezmer. Col progetto Krakauer’s Ancestral Groove, che vede al suo fianco una band ritmica che va dalla chitarra elettrica al basso, alla batteria, senza dimenticare l’elettronica, Krakauer è ambasciatore riconosciuto di un percorso che infrange ogni frontiera musicale: quello che fonde insieme il suono ‘ancestrale’ della tradizione popolare con le suggestioni più varie, con un’energia che va dritto al cuore. L’appuntamento finale di Bologna Modern sarà poi affidato, domenica 23 ottobre, a un trio dai nomi prestigiosi: quello che Jack DeJohnette, oggi il più acclamato batterista della scena jazz, ha creato chiamando con sé due figli d’arte come Ravi Coltrane al sassofono e Matthew Garrison al basso, per offrire un originale set fra jazz e contemporanea, che riprende da un lato la tradizione, dal grande John Coltrane ai classici, e dall’altro esplora nuove strade di un genere che ha letteralmente impregnato di sé la musica del nostro tempo.



Lunedì 17 ottobre 2016 ore 20.30
TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA

DAVID KRAKAUER’S ANCESTRAL GROOVE
DAVID KRAKAUER clarinetto, clarinetto basso
SHERYL BAILEY chitarra elettrica
JEROME HARRIS basso
MICHAEL SARIN batteria
KEEPALIVE  voce, laptop, sintetizzatore


Prima (e unica) data italiana per la band capeggiata dallo straordinario clarinettista,
dove il repertorio tradizionale sposa il contemporaneo e l’elettronica
Da oltre vent’anni, David Krakauer persegue una visione artistica unica nel suo genere, e si fa portatore della rivisitazione e modernizzazione della musica tradizionale dell’Europa dell’Est. Un percorso, il suo, che lo ha portato a collaborare con artisti del calibro di Fred Wesley, il Quartetto Kronos, Iva Bittova, John Zorn e Socalled. I brani che Krakauer propone riflettono tutte le sfaccettature di questo incredibile viaggio musicale di esplorazione che va da versioni frammentate del repertorio tradizionale Klezmer, a composizioni di John Zorn, dal Masada “Book of Angels”, appositamente selezionate dallo stesso Zorn per Krakauer. Non mancano brani di musica elettronica, derivanti dalle collaborazioni con Socalled e Keepalive. Sonorità che partono dal klezmer come ‘base di incanto’ per poi raggiungere il pubblico su un tappeto sonoro che travalica tutte le frontiere.

I PROTAGONISTI
Pochi artisti hanno la capacità di trasmettere il loro messaggio con un potere tale da travolgere e connettere il pubblico a livello universale. David Krakauer è uno di questi. Considerato uno dei migliori clarinettisti al mondo, viene elogiato come innovatore del moderno Klezmer così come ‘voce’ importante della musica classica. Conosciuto semplicemente come “Krakauer”, ha intrapreso un viaggio di trasformazione della musica ebraica dell’Europa Orientale in qualcosa di unicamente contemporaneo. Ha collaborato con compositori del calibro di Danny Elfman, Osvaldo Golijov, David Del Tredici, John Zorn, George Tsontakis, Mohammed Fairouz e Wlad Marhulets. Inoltre, si è esibito con rinomati quartetti d’archi come il Kronos, il Tokyo, e l’Emerson, e in veste di solista con compagini quali l’Orchestre de Lyon, l’Orquestra Sinfonica de Madrid, la Brooklyn Philharmonic, la Dresdener Philharmonie e la Detroit Symphony. La chitarra di Sheryl Bailey non ha rivali; considerata tra i primi chitarristi con ‘base bop’ ad emergere negli anni Novanta, è stata premiata al concorso “Thelonius Monk” nel 1995 ed è stata votata come stella nascente dal DownBeat nel 2013. Jerome Harris è riconosciuto a livello internazionale come uno dei più versatili e carismatici musicisti della sua generazione e vanta collaborazioni con artisti di fama mondiale: da Sonny Rollins (di cui è stato chitarrista fino al 1994) a Bob Stewart, George Russel, e tanti altri. Negli ultimi vent’anni, il batterista Michael Sarin è stato al centro della comunità jazz newyorkese, esibendosi in tutto il mondo con artisti quali Thomas Chapin, Dave Douglas, Myra Melford, Ben Allison, Erik Friedlander. Jeremy Flower, col nome d’arte di “Keepalive”, è considerato l’arma segreta del Boston Unlockedgroove Collective, uno dei primi gruppi di produttori di techno della East Coast. Fra le numerose collaborazioni, è da ricordare quella con il compositore argentino Osvaldo Golijov.

Domenica 23 ottobre 2016 ore 20.30
TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA

JACK DEJOHNETTE batteria, pianoforte
RAVI COLTRANE sassofono
MATTHEW GARRISON basso elettrico


Unica data italiana anche per il tour europeo di DeJohnette, Coltrane e Garrison,
che accompagna l’uscita, nel maggio 2016, del loro nuovo album In Movement (ECM)

Fa un certo effetto incontrare insieme, nel programma di un concerto d’oggi, i nomi del sassofonista Ravi Coltrane e del bassista Matthew Garrison e il merito, naturalmente, è del grande batterista Jack DeJohnette. Siamo nel 1966, DeJohnette ha 24 anni ed è appena entrato in un gruppo che diventerà famoso, il quartetto (coltranianissimo…) di Charles Lloyd, nel quale per giunta nasce il sodalizio con un altro giovanotto, Keith Jarrett. Ma DeJohnette fa anche parte della nuova, determinata associazione di musicisti chicagoani, la AACM (una testimonianza “di lungo periodo” di questa affinità è l’emozionante Made in Chicago, inciso dal vivo nel 2013). Insomma, la sua figura fa da cerniera fra scuole, personalità, stagioni differenti. E dunque, chi più di lui è qualificato a riprendere, quantomeno su un piano simbolico, l’eredità spirituale che Coltrane ha lasciato interrotta con la morte improvvisa nel luglio 1967? Eppure sarebbe ingenuo attendersi da questo concerto un’attualizzazione, diciamo, di Chasin’ The Trane inciso appunto in trio sax-basso-batteria nel 1961. Ravi Coltrane e Matt Garrison (che il basso lo suona elettrico, i tempi cambiano…) sono artisti di vaglia che hanno “pagato i loro debiti” con la famiglia e con la tradizione; sanno da dove vengono ma sono anche intenzionati ad andare altrove. Oltretutto, entrambi hanno avuto in casa altri esempi importanti: Ravi, si sa, è figlio della tastierista e compositrice Alice McLeod Coltrane; Matt della danzatrice e coreografa Roberta Escamilla Garrison. Jack DeJohnette ha dunque a disposizione una tavolozza di idee pienamente originale. 


I PROTAGONISTI
Il drumming di Jack DeJohnette, dotato di una tecnica straordinaria, si segnala per un notevolissimo senso del tempo, grande inventiva e capacità di improvvisazione. Nei primi anni Sessanta suona con John Coltrane e Jackie McLean, nel 1966 entra nel quartetto di Charles Lloyd, e nel 1969 Miles Davis lo chiama nel suo gruppo stellare dove incontra Keith Jarrett, che sarà suo partner di molte avventure artistiche a venire. Dal 1983 è membro stabile del trio pianistico di Jarrett, al quale alterna progetti con altri musicisti, come il sassofonista John Surman o il Trio Gateway. Nel 2006 DeJohnette pubblica Saudades con il Trio Beyond per l’etichetta tedesca ECM, un doppio live registrato durante un concerto tenuto alla Queen Elizabeth Hall di Londra. Figlio di John e Alice Coltrane, Ravi Coltrane dimostra essere all’altezza di un’eredità così importante. Vanta collaborazioni con Elvin Jones, Wallace Rooney, Steve Coleman, McCoy Tyner, e come co-leader del Saxophone Summit con Lovano e Dave Liebman. Pubblica diversi album: Moving Pictures, From the Round Box, Mad 6, In Flux, Blending Times e Translinear Light, album registrato dalla madre, Alice Coltrane, pianista, organista e arpista. Figlio del bassista di John Coltrane, Matthew Garrison nasce a New York, immerso in una comunità di musicisti, ballerini, pittori e poeti, dove inizia a studiare con il padrino, Jack Dejohnette, e il bassista Dave Holland. Frequenta il prestigioso Berklee College of Music di Boston, dove ha inizio la sua carriera professionale, e la sua lunga lista di collaborazioni: Gary Burton, Betty Carter, Lyle Mays, Herbie Hancock, Steve Coleman, Cassandra Wilson, The Gil Evans Orchestra, solo per citarne alcuni.


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