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Anteprima RITRATTI Festival
  2016 
XII edizione 
Il grande jazz 
9 agosto - ore 21.00 Monopoli - Chiostro di Palazzo San Martino 
CELEBRATING PAUL BLEY 
GIANNI LENOCI -
  pianoforte 
GIOVANNI MAIER - contrabbasso BILL ELGART - batteria Un omaggio alla figura del leggendario pianista jazz ed improvvisatore canadese Paul Bley, scomparso lo scorso 3 Gennaio. Lenoci, Maier e Elgart, che di Paul Bley fu sideman alla fine degli anni '60, ripercorrono e ricostruiscono frammenti significativi del suo repertorio, sempre in bilico tra avanguardia e tradizione, tra blues arcaico e astrazioni contemporanee. 
Lo
  scorso gennaio moriva Paul Bley, uno dei protagonisti delle stagioni più
  calde del jazz. E il Festival Ritratti di Monopoli, diretto da Antonia
  Valente e Massimo Felici, lo celebra in un’attesa anteprima con Bill Elgart,
  che di Bley fu per un certo periodo il batterista, a partire dalla fine degli
  anni Sessanta. Il settantaquattrenne musicista del Massachusetts, da anni
  residente in Europa e legato al drumming intellettuale tipico del vecchio
  continente, suonerà martedì
  9 agosto, alle ore 21 (info 320.664.63.95), nel Chiostro di Palazzo San
  Martino, in trio con il contrabbassista Giovanni Maier, uno dei grandi
  talenti del jazz italiano, e il pianista monopolitano Gianni
  Lenoci, compositore e interprete di opere sperimentali, notate e
  improvvisate, con un’attenzione particolare ai musicisti radicali. Tra
  l’altro, Lenoci è stato allievo, oltre che di Mal Waldron, proprio di Bley,
  dal quale ha imparato l’arte dell’improvvisazione, al centro di questo
  raffinato tributo. Il trio Lenoci-Maier-Elgart ripercorrerà e ricostruirà,
  infatti, frammenti significativi del repertorio di Bley, in bilico tra
  avanguardia e tradizione, blues arcaico e astrazioni contemporanee, quasi a
  tracciare un identikit artistico del leggendario pianista e improvvisatore
  canadese, tra gli alfieri del free jazz ma sempre sostenuto da
  un’inclinazione alla melodia. 
Attivo
  già negli anni Cinquanta, quando in California incontrò Ornette Coleman, Don
  Cherry e Charlie Handen, diventati con lui mostri sacri dell’avanguardia
  jazz, Bley ha da poco completato la propria preparazione alla Julliard School
  of Music di New York, in un periodo nel quale è riuscito persino a suonare
  con Lester Young e Charlie Parker. Anche se l’incontro chiave avviene con
  Charles Mingus, che gli fa incidere l’album in trio con Art Blakey, «Introducing
  Paul Bley», disco ancora legato alla stagione del bop ma già in grado di
  rivelare futuri sviluppi. Quindi, la collaborazione con Jimmy Giuffre,
  il trio con Mark Levinson e Barry Altschul, al quale subentra Bill Elgart,
  l'ingaggio con Sonny Rollins, la partecipazione alla Jazz Composer Guild con
  Archie Shepp, Carla Bley, Sun Ra, Cecil Taylor e Roswell Rudd, l'etichetta
  Improvising Artists, che lancia Jaco Pastorius e Pat Metheny, la lunga
  collaborazione con Paul Motian, il disco con Chet Baker, Diane. Per arrivare
  all’ultimo capitolo, The Oslo concert, registrato nel 2008. 
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Con il mio blog di informazione e critica musicale La Nota Azzurra, spero di aprire le menti e i cuori dei miei lettori all’emozionante mondo della musica. Gaetano Laudadio
martedì 9 agosto 2016
MONOPOLI, UN OMAGGIO A PAUL BLEY
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