FRANCESCA DA RIMINI DI SAVERIO
MERCADANTE
Francesca da Rimini di Mercadante
inspiegabilmente mai eseguita, messa in scena in prima assoluta a Martina
Franca, sarà replicata domani sera, ore 21:00, atrio del Palazzo Ducale.
L’attesa di centottantacinque anni è stata ben ripagata per i molti che hanno
affollato le prime due recite, addetti ai lavori, direttori di teatro,
soprintendenti, stampa nazionale ed internazionale, giunti a Martina Franca per
assistere a questo evento, ma anche un pubblico curioso appagato da uno
spettacolo che unisce grande musica, diretta da uno dei più acclamati direttori
del momento, Fabio Luisi, che dirige l’orchestra internazionale d’Italia. una
messa in scena di un grande maestro del teatro italiano, Gian Luigi Pizzi che
con il coreografo Gheorghe Iancu ha ambientato l’azione drammatica nell’atrio
di Palazzo Ducale bardato di veli neri che, grazie al vento, si trasformano in
lingue di tempesta che travolgono i due amanti circondati dal coro della
filarmonica di Stato “Transilvania” di Cluj-Napoca, diretto da Cornel Groza,
che canta “oh notte atroce”.
SINOSSI
Atto I
Rimini inneggia a Lanciotto suo
signore che sta rientrando dalla guerra, dovrebbe essere felice ma è turbato
per Francesca, sua moglie, che nutre interesse per suo fratello Paolo. Guido,
padre di Francesca lo rassicura: andrà a parlare lui stesso con la figlia..
Francesca è in camera sua in lacrime rievoca i momenti felici vissuti con
Paolo. Isaura le annuncia che il padre sta per farle visita con Lanciotto che
chiede alla moglie il motivo del suo dolore. Francesca glissa, ricordando che
la vita coniugale non era suo desiderio né suo destino; per vocazione avrebbe
scelto la vita monacale, che ha poi dovuto respingere per ubbidienza al padre.
Lanciotto non le crede. Anche Paolo sta tornando a Rimini. Alla vista di
Francesca Paolo viene avanti e Francesca sviene. Lanciotto confessa a Paolo i
suoi timori su Francesca: e se amasse un altro? Paolo finge di non comprendere,
Lanciotto non tradisce i suoi sospetti e giura vendetta al traditore. Arriva
Paolo. Un istinto irrefrenabile li attrae, ma entrambi cercano di resistere.
Arriva Lanciotto e alla vista degli amanti sguaina la spada per uccidere la
moglie e il fratello. Francesca invoca pietà. Paolo chiede che sia solo lui a
pagare. Interviene Francesca: che il marito sacrifichi lei, da sempre
innamorata di Paolo e andata in sposa a Lanciotto per ragion di stato. Solo la
morte di Francesca può placare la sua ira.
Atto II
Guido confida nei suoi seguaci a
Rimini per liberare Francesca. Mentre viene condotta in una delle prigioni del
castello, la donna chiede a Isaura notizie di Paolo. Lanciotto convoca i due
prigionieri e offre loro una spada e una boccetta di veleno con la quale si
toglieranno la vita: vederli morire insieme renderà più appagante la sua
vendetta. Francesca ha appena avvicinato la boccetta alle labbra e Paolo sta
per ferirsi con la spada; in quel momento arriva Guido con molti uomini armati
al seguito e libera la figlia e il suo amante. Lanciotto è stato umiliato ma
non si dà ancora per vinto. Guelfo informa Lanciotto che la pace tra Rimini e
Ravenna è stata firmata proprio da Francesca che ha ottenuto dal padre di
essere rinchiusa in un convento. Paolo la raggiunge durante la notte per un
ultimo incontro. Paolo invoca Francesca affinché lei lasci che lui si tolga la
vita ai suoi piedi. Francesca gli giura amore eterno, poi lo saluta prima di
rinchiudersi in convento. Paolo spera ancora di portarla con sé e la trattiene.
Giunge intanto Lanciotto che s’avventa con la spada su Paolo, Francesca
s’intromette e viene ferita mortalmente, Paolo a sua volta s’uccide. Richiamato
dalle urla, Guido non può che prendere atto dell’atroce dramma.
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