SCHUBERT,
MOZART E BEETHOVEN
PER IL DECIMO CONCERTO
DELLA STAGIONE SINFONICA 2015-2016
AL TEATRO RISTORI DI VERONA
VENERDÌ 29 APRILE 2016 ORE 20.30
SABATO 30 APRILE 2016 ORE 17.00
SABATO 30 APRILE 2016 ORE 17.00
Con la bacchetta di
Roman Brogli-Sacher, venerdì 29 alle 20.30 in replica sabato 30 aprile alle
17.00, terminano gli appuntamenti della Stagione Sinfonica 2015-2016 al Teatro
Ristori.
In programma l’Ouverture D. 591 op. 170 in do maggiore “In
stile italiano” di Schubert e la Sinfonia concertante per violino, viola e
orchestra in mi bemolle maggiore K 364 di Wolfgang Amadeus Mozart, in cui troviamo Vincenzo
Quaranta al violino e Giuseppe Mari alla viola. Conclude il Concerto l’esecuzione
della Sinfonia n. 1 op. 21 in do
maggiore di Beethoven.
Anche
Schubert, come tanti suoi contemporanei, subisce il fascino dell’opera di
Gioachino Rossini che aveva conquistato i teatri viennesi nel clima della
restaurazione post-napoleonica e sebbene non mancassero tra i maggiori
compositori tedeschi del tempo aspre critiche sul valore della musica
rossiniana, Schubert studia con entusiasmo il linguaggio musicale caratteristico
e brillante del compositore pesarese. Ed è proprio in omaggio a Rossini che Schubert
scrive nel novembre del 1817 due Ouverture
per orchestra, una in re maggiore e l’altra in do maggiore, che il fratello del
compositore soprannomina “nello stile italiano”, poiché racchiudevano quella
freschezza melodica tipica della musica rossiniana. L’Ouverture D. 591 op. 170 in do maggiore “In stile italiano” proposta in apertura del Concerto
diretto dal M° Roman Brogli-Sacher
si compone quindi di un tema grave elaborato con numerose modulazioni a cui
segue un tempo vivacemente ritmico che rimanda allo stile rossiniano per lo
spirito e la vitalità che la pervade con una marcata, anche se garbata, ironia.
Il secondo brano
proposto è la Sinfonia concertante per violino, viola e orchestra in mi bemolle
maggiore K 364 di Wolfgang
Amadeus Mozart, in cui troviamo impegnati Vincenzo
Quaranta al violino e Giuseppe Mari alla
viola. La
partitura viene composta da Mozart a Salisburgo nel 1779 al ritorno dal viaggio
che lo aveva portato a Mannheim e a Parigi. Il genere concertante era di gran
moda in quelle città che potevano vantare un vero e proprio primato in Europa,
con orchestre di prima qualità sia per la presenza di virtuosi eccelsi che per
ampiezza e affiatamento dell'organico. Lo sviluppo della composizione riflette pienamente
la crescente competenza tecnica propria dell'orchestra europea in quel periodo,
tuttavia Mozart costruisce una struttura nella quale i due solisti, violino e
viola, non si dilungano in esercizi di puro virtuosismo, ma creano un dialogo equilibrato
sia tra di loro che con l’orchestra stessa.
L’esecuzione
della
Sinfonia n. 1 op. 21 in do maggiore chiude il programma di quest’ultimo
Concerto Sinfonico al Teatro Ristori. Beethoven compie il suo ingresso nel
mondo della sinfonia in continuità con il passato e la gestazione della
partitura è di circa un anno. Il carattere conservativo della Prima Sinfonia,
eseguita per la prima volta il 2 aprile 1800, viene considerato una precisa scelta
da parte del compositore; prima di cimentarsi nel radicale rinnovamento della
sinfonia, Beethoven doveva dimostrare di essere perfettamente in grado di rispettare
i modelli dell'età del Classicismo. Tuttavia, pur riallacciandosi alla
tradizione di Mozart e Haydn, Beethoven evidenzia fin dall’inizio una certa
l'intemperanza verso le regole che anticipa l'evasione verso altre e più ambiziose
prospettive.
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